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[PCM2008 Story] Eppure il vento soffia ancora...


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Grande Wanka!

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POST SPOSTATO PER CAMBIO PAGINA

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Il vento soffiava forte la sera in cui partì, quasi a voler rendere le cose ancor più difficili, ma non ci riuscì...

Se n'era andato dall'uscita di servizio, di quelle che devi chinare la testa per passarci; nessuno lo aveva visto andare via e nessuno lo aveva salutato...

Così aveva voluto...

Solo, con il suo piccolo stretto tra le braccia vicino al cuore, aveva abbandonato quello in cui credeva...

Aveva detto addio ad uno stile di vita che forse, finalmente, lo stava premiando. E questo, più di ogni altra cosa, gli pesava. Era riuscito a tramutare i suoi difetti in qualità, e questo per uno come lui, voleva dire di aver vinto...

Ma ora una nuova sfida lo aspettava; era diventato un uomo, forse ancora non del tutto, ma la vita aveva deciso questo per lui, ed era pronto ad accettarlo...

Si era rassegnato a non combattere i suoi mulini, deciso a trasformare la sue debolezze in forza...

Si isolò e, lasciato il piccolo Matt dai felicissimi nonni, cominciò col tornare nei luoghi in cui era cresciuto.

Ma le strade della piccola città, bastardo posto, in cui era cresciuto gli sembravano ormai estranee, troppo lontani i momenti vissuti lì... Il Jonathan che era stato lì non era più quello che lui era, e nemmeno quello che sarebbe dovuto diventare. Aveva bisogno di serenità, ma quei luoghi non erano in grado di dargliela; fu un errore, e lo capì in fretta.

Scacciò quindi la nostalgia, volgendosi verso posti nuovi, dove le tracce del vecchio Jonathan non potevano raggiungerlo...

Passarono giorni, mesi, e a contarli anche i minuti...E lui, senza contarli, li usò tutti, uno per uno. Chiuso in sè stesso, con contatti umani ridotti al minimo indispensabile, dove nessuno poteva riconoscerlo, e forse non voleva nemmeno, aveva dovuto capire chi era il nuovo se stesso.

Vedere la sua storia trasmessa in televisione fu cio che lo decise a fare il passo finale per il suo rientro...

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Il piccol Matt gli saltò al collo appena lo vede... Mamma come era cresciuto pensò il povero Jonathan... Si era perso alcune sue prime volte... Fu un colpo duro; ma lo incassò con fierezza quando la sua ex-suocera glielo fece notare con un tono astioso. Nulla di quanto potevano dire lo avrebbe potuto fermare. E lo capirono rapidamente anche loro. Restarono tutti in silenzio, tranne ovviamente Matt che rideva illuminando quel momento così buoi, mentre le valigie di Matt venivano preparate. L'assenza di Simon fu il rammarico maggiore di Jonathan che sarebbe partito senza salutarlo, e lui non avrebbe potuto salutare il piccolo nipote. E questo sarebbe sicuramente stato per lui un brutto colpo...

Jonathan li lasciò soli, volle lasciare loro il momento dei saluti, senza la sua ingombrante presenza; Matt non pianse quando lo vide uscire, probabilmente aveva capito anche lui...

D'arkness, appena fuori dalla casa che fino a pochi anni fa rappresentava per lui momenti felici, recuperò il suo vecchio telefono e lo accese per telefonare.

Pronto?

Simon? Jonathan...

Sei tornato...Come stai?

Simon...Sto partendo...

E Matt?

Ti chiamo per quello: viene con me...

Bastardo, e ora me lo dici?

Te lo dico quando l'ho deciso. Partiamo questa sera, se vuoi salutarlo vieni all'aeroporto.

Spero di farcela...

Io non ti posso aspettare...

Immagino, quando mai l'hai fatto.

Mai.

Appunto, a stasera.

Ciao

Simon aveva ragione, nei suoi confronti era una bastardata, ma non aveva scelta: era atteso in Europa.

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L'aereo era appena partito, D'arkness guardava in basso il terreno diventare sempre più lontano e le costruzioni umane sempre più piccole. Matt guardava il suo papà con lo sguardo sereno, vicino al sonno. Il piccolo aveva capito tutto, lo si capiva chiaramente da come aveva salutato suo zio Simon, un lungo abbraccio silenzioso portatore di mille emozioni. D'arkness sentiva qualche piccolo pentimento per averlo strappato dalla sua famiglia, ma sapeva anche che condannarsi lui per il bene del suo figlio sarebbe stato ancora peggio in un futuro non troppo lontano; sapeva di dover lottare per un equilibrio tutto loro e aveva tutta la voglia di riuscirci.

Il primo passo sarebbe stato rientrare nel mondo del ciclismo. I primi segnali li aveva avuti, alcune squadre si erano interessate a lui, più per pubblicità che per altro, ma come inizio non era poi così male...

Una proposta in particolare gli era piaciuta, ed era proprio in quella direzione che stava andando.

Una terra di santi, navigatori e...

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Il viaggio fu piuttosto tranquillo, almeno esteriormente; ma dentro D'arkness era una fornace in ebollizione, non si riusciva a dare pace. La sua mente spaziava da un'emozione all'altra; gli bastava però guardare ogni volta il piccolo Matt per acquietarsi. All'aeroporto Francisco Carneiro nessuno ad aspettarlo, tranne il destino.

Aveva ricevuto un'offerta da una squadra del paese; molto interessante. Piccola squadra con ambizioni modeste: l'ideale per ricominciare la sua avventura. Un paese in cui il ciclismo era in ascesa, con enormi potenzialità, ed era da qui che voleva ripartire.

L'atmosfera era calda e pesante all'aeroporto, quasi non fosse sera, il sole creava lunghe ombre che davano un aspetto ancor più surreale a questo piccolo aeroporto, quasi da far west americano. D'arkness per un breve istante si sentì a Roswell. Cercò rapidamente un posto dove passare la notte ché il mattino seguente lo aspettava il suo appuntamento con il futuro.

Lo trovò in fretta, l'aeroporto era fornito di albergo, e messo a letto il piccolo Matt che da ore lo delizia con splendidi dialoghi in una lingua tutta sua, sprofondò anche lui nel sonno dei giusti, anche se tale non si poteva certo considerare...

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