Primo contratto firmato. Nemmeno il tempo di festeggiare l'arrivo in squadra del suo giovanissimo compatriota e corregionale che D'arkness dovette ripartire, questa volta direzione sudamerica, dove avrebbe avuto due colloqui, ovviamente in due nazioni diverse, come da richiesta.
Il primo, corridore completo, cresciuto in mezzo alle montagne del suo paese, dilaniato da una lunga dittatura, aveva imparato ad andare in bicicletta quasi ancor prima di camminare, iniziando a lavorare da giovanissimo come corriere, ovviamente in sella. Da pochi anni, nonostante sfiorasse ormai i trenta anni, era riuscito a fare del ciclismo uno sport, e non un massacrante turno di lavoro, partecipando e facendosi notare in alcune corse in giro per il continente.
D'arkness, appena sceso dall'aeroporto, compiaciuto dalla temperatura, nonostante la latitudine e il periodo, piuttosto mite, telefonò all'atleta per prendere l'appuntamento che avrebbe potuto cambiargli la vita. I due si misero d'accordo per vedersi, poco dopo, a plaza Gabriela Mistral, nel bar di fronte alla Chiesa di Chiloé.
Il canadese, senza attendere troppo, si cambiò i vestiti, cercando di rendersi meno vistoso, e, salito in sella alla sua bicicletta che lo stava accompagnando in questa avventura, aiutato dal suo palmare, cominciò a pedalare per le strade della grande capitale.
Tutto andò come previsto, nessuno può rifiutare l'occasione della sua vita e D'arkness poté tornare verso l'aeroporto, costeggiando questa volta grandi campi di Copihue, con un secondo contratto firmato in tasca ed un secondo nome cancellato dalla lista...