Il viaggio questa volta fu breve. Dall'Estonia, attraversando la Lettonia, arrivò a destinazione. Alla ricerca di un altro giovane di belle speranze, capace, dopo aver conquistato il titolo nei pari età, di diventare campione nazionale in linea a soli 19 anni, da allora piuttosto sfortunato con due stagioni costellate di piccoli e grandi infortuni.
D'arkness per l'occasione dovette rinfilare il suo vecchio trench di pelle, sempre più segnato dal tempo e difficile da indossare, ma sempre così denso di ricordi una volta indosso. Il ritmo della pioggia battente scandiva il ritmo dei suoi passi, trasandati e distratti, che lo avevano accompagnato sino alla locanda al centro di Purnuškės, città divenuta famosa per essere il centro dell'Europa.
Il buio gli rese impossibile ammirare la colonna, sormontata dalla corona di stelle, simbolo di tale centralità, mentre i suoi piedi calpestavano la rosa dei venti posta nell'immaginario punto zero del vecchio continente.
Le nubi nere e gonfie continuavano a riempire il cielo, anche dopo che l'accordo fra D'arkness e il suo nuovo giovane talento fu siglato, portando con loro quella pesantezza e quel senso di impotenza che da sempre condannava gli uomini all'attesa.
L'areo del canadese fu infatti rimandato, insieme a tutti gli altri, e D'arkness dovette passare la notte all'aeroporto, seduto al bancone di una triste caffetteria notturna, lo sguardo fisso nel suo bicchiere, o almeno così sembrava...