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Tremate tremate: al giro torna la maglia nera!


emmea90

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Giro, la Maglia nera diventa Numero nero

Dal 1946 al 1951 i corridori si davano battaglia pur di indossare il simbolo dell'ultimo in classifica.

Gli organizzatori hanno deciso di recuperare quel simbolo, modernizzandolo

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MILANO, 11 gennaio 2008 - Le cronache sportive di qualche tempo fa utilizzavano solitamente due espressioni per indicare l'atleta o la squadra peggio classificata: "fanalino di coda" e "maglia nera". La seconda prendeva spunto dal ciclismo, e precisamente dal Giro d'Italia, che assegnava questo simbolo all'ultimo corridore della corsa, in antitesi alla maglia rosa del primo.

RISPETTO - Nella storia del Giro però, l'ultimo non è mai stata la "pecora nera", perché c'è sempre stato un rispetto profondo per chiunque portasse a termine la sua fatica, per aiutare il suo capitano o per una semplice sfida con se stesso, superando il mostro del "tempo massimo". Proprio per valorizzare gli ultimi il Giro d’Italia nel 1946 istituì la Maglia nera. Non c'era la tivù, solo la radio narrava le imprese dei ciclisti sollecitando in chi ascoltava le migliori suggestioni. Tra queste gli epici duelli di chi gareggiava per quel simbolo, la Maglia nera. Colui che, più di ogni altro, consacrò l'espressione e interpretò al meglio il ruolo fu Luigi Malabrocca, corridore tortonese, classe 1920, tutto tranne che un brocco (vinse 15 corse da professionista): ultimo nel Giro 1946 a 4 ore 9'34'' dal vincitore Bartali, ultimo nel 1947 a 5 ore 52' 50'' da Coppi, penultimo nel 1949 a 7 ore 47'26''0 da Coppi, non centrò il tris perché fu superato da Carollo - arrivato a 9 ore 57'07'' - solo perché i commissari non attesero l’arrivo di tutti i corridori.

FINO AL 1951 - In pochi anni i duelli per la Maglia nera produssero eccessi in serie, trucchi e stratagemmi per rimanere attardati, con corridori che si nascondevano e giudici di gara che non li potevano sanzionare. L’unico spauracchio era il "tempo massimo" che li avrebbe tolti di corsa. L’ultimo ad aggiudicarsi la Maglia nera fu Giovanni Pinarello, nel 1951, poi fu eliminata, in forza delle rimostranze degli stessi corridori che non accettavano le "pagliacciate" e desideravano tutelare la loro immagine. Mai più fu attribuita una maglia per l’ultimo in classifica, ma l’espressione è rimasta, è entrata stabilmente nel linguaggio comune.

NUMERO NERO - La Maglia nera ora si modernizza e diventa Numero nero: gli organizzatori di Rcs Sport e de "La Gazzetta dello Sport" lo propongono - ne hanno concordato le mosse con Amedeo Colombo, presidente dell’Associazione corridori - in quanto numero ufficiale di gara, bianco su fondo nero già dalla prossima edizione (10 maggio-1 giugno 2008) a connotare l’ultimo in classifica. Sui numeri colorati c’è un precedente illiustre: nel 2006 era stato istituito, per festeggiare i 110 anni de "La Gazzetta dello Sport", il Numero rosa che premiava il corridore più valido nella speciale graduatoria dei traguardi Gazzetta 110.

NIENTE PREMI - Il Numero nero premierà giorno dopo giorno l’ultimo in classifica, lo renderà riconoscibile, ma non si accompagnerà a premi significativi che potrebbero, in breve, distorcerne la finalità: quella di valorizzare un ruolo scomodo, ma significativo perché l’ultimo in classica fatica come gli altri o magari di più perché aiuta il suo capitano oppure perché, malconcio, vuol portare ugualmente a termine la corsa.

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Bell'idea. Però mi sembra strano che uno lotti per arrivare ultimo :65:

bè...quando si correva perchè si aveva fame vedì eccome se correvano per l'ultimo posto!! chi non aveva speranze per il primo lottava per quello....era una gara di furbizia perchè non bisognava arrivare fuori tempo massimo....mi ricordo che un signore ad una gara ha raccontato a me e un mio amico di quando correva con il nonno del mio amico e ha detto: ahhh forte alessio!!! vinceva sempre, e l'unica gara che c'era un gran bel premio per l'ultimo, è riuscito a fregarmi anche la!!

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  • Moderatori
bè...quando si correva perchè si aveva fame vedì eccome se correvano per l'ultimo posto!! chi non aveva speranze per il primo lottava per quello....era una gara di furbizia perchè non bisognava arrivare fuori tempo massimo....mi ricordo che un signore ad una gara ha raccontato a me e un mio amico di quando correva con il nonno del mio amico e ha detto: ahhh forte alessio!!! vinceva sempre, e l'unica gara che c'era un gran bel premio per l'ultimo, è riuscito a fregarmi anche la!!

Si infatti ... quoto

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