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Biella più forte del "Poz"

Dopo Pesaro e Bologna, anche l'Angelico in semifinale di coppa Italia. Contro Capo D'Orlando partita poco spettacolare ma tirata, protagonista un super Pozzecco (27 punti). Alle 21 in campo Montegranaro-Avellino

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Brandon Hunter, 15 punti, porta Biella in semifinale. LaPresse

CASALECCHIO DI RENO (Bologna), 8 febbraio 2008 - L'Angelico Biella è la terza semifinalista della Tim Cup di basket dopo aver superato per 75-72 (15-11, 41-39, 60-53) la Pierrel Capo d'Orlando. Superbo Hunter, in doppia doppia con 15 punti e 16 rimbalzi, ma anche Spinelli, Pinkney ed Elder finiscono in doppia cifra mentre ai siciliani non basta un monumentale Pozzecco (27 punti e 7 assist), ben supportato da Mejia (21 punti e 5 rimbalzi). Biella attende ora l'esito della sfida tra Premiata Montegranaro e Air Avellino per conoscere la sua prossima avversaria.

Angelico Biella-Capo D'Orlando 75-72

La sua tripla a 33" dalla fine sembrava il prologo a un finale da eroe. Invece Gianmarco Pozzecco saluta la sua ultima coppa Italia semplicemente da mvp del match. La semifinale se la prende Biella (75-72), più pronta in difesa negli ultimi palloni, quelli decisivi. Il Poz chiude con 27 punti, 7 assist e quel suo stile spettacolare che rimarrà sempre negli occhi di tutti. Ma col 35% al tiro di Capo d'Orlando non si può portare a casa nulla, nonostante l'Angelico riesca a gettare al vento ben 24 palloni. I 10 canestri su 40 tentativi nel primo quarto raccontano di un avvio di rara bruttezza, fatto di errori banali, tanto agonismo ma poche idee. Lo 0/7 di Capo d'Orlando lancia subito la fuga di Biella che spreme il massimo dai suoi lunghi Hunter e Pinkney. Soprattutto il primo (alla fine 15 punti e 16 rimbalzi) intimidisce tutti non solo per il suo taglio da moicano: manda in crisi prima Wojcik e poi Howell firmando il +9 (21-13). Ma la Pierrel ha il Poz. Biella se ne accorge nel secondo quarto quando il folletto spara 13 punti e 4 assist che raggiungono soprattutto Mejia (14 punti dopo 20'). Insieme rammendano lo strappo riportando Capo d'Orlando a -1 (21-20). Biella scalcia a più riprese, torna a + 11 (39-28), ma la Pierrel rientra sempre, trascinata dal suo leader che a uscire di scena così presto proprio non ci sta. L'equilibrio del primo tempo (Biella avanti di 2: 41-39) è scheggiato da un nuovo tentativo di fuga da parte dell'Angelico, sospinta dalle triple di Pinkney e Bell che danno il +11 (50-39). Ma Capo d'Orlando non intende mollare l'osso: a ringhiare più di tutti adesso è Mejia che guida l'ennesimo ritorno innescando il break di 9-0. La parità si trascina fino agli ultimi due giri di lancetta con Biella che non riesce ad uccidere il match perdendo palloni a raffica nei momenti decisivi e Capo d'Orlando che si aggiusta a rimbalzo ma forza troppo in attacco. Wallace pesca il jolly a -1'57": tripla più fallo. E' il primo vantaggio di Capo d'Orlando (68-69), ma Biella torna davanti e ci resta. Nonostante le magie del Poz.

Biella: Hunter 15, Pinkney 14 Elder 11

Capo D'Orlando: Pozzecco 27, Mejia 21, Wallace 18

Gazzetta.it

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Air Avellino-Premiata Montegranaro 73-69

Avellino completa la griglia delle semifinaliste di coppa Italia (se la vedrà con Biella) affondando Montegranaro (73-69) in un finale deciso dai tiri liberi. Green è perfetto, mentre Vitali ne fa 3 su 4, impedendo ai suoi di costruirsi il tiro vittoria. La guardia di Montegranaro produce comunque una prova straordinaria (23 punti e 30 di valutazione), controbilanciata, dall'altra parte da un superbo Smith, l'unico a non perdersi nemmeno quando l'Air sperpera, nell'ultimo quarto, 12 punti di vantaggio con 5/16 al tiro. Il punto di rottura sta, in fin dei conti, nella differenza di passo degli americani. Green e Smith, macinano gioco e punti per Avellino; Garris, Thomas e Minard sembrano imbambolati. E così Motegranaro va subito sotto (2-11 al 7'): l'ossigeno arriva dal bolognese di scuola Virtus, Luca Vitali che a far figuracce in casa propria non ci sta: 2 triple, assist, canestro da sotto (12 punti in 20') e la Premiata torna a galla pur tirando malissimo (3/14 nel primo quarto). Il -3 (19-22) di Ford è benzina sul fuoco degli americani dell'Air che rispondono con un finale di secondo quarto da applausi (scatenato in tribuna il presidente campano Ercolino). A Green e Smith si unisce la costante presenza sotto canestro di Eric Williams e Avellino vola via: 11-2 di parziale e +12 al (23-35) al 18'. Montegranaro ha due problemi connessi tra loro: costruire tiri decenti in grado di alzare le percentuali e fermare il contropiede di Smith. Di soluzioni neanche a parlarne e così Avellino mantiene le distanze ribadendo il +12 (53-41) al 28'. La gara si riapre solo negli ultimi 5' quando la Premiata torna a vedere il canestro con le triple di Vitali, Garris e il risveglio di Minard che imbuca il -3 (64-67) a 2' dal termine. Avellino va in affanno, perde la lucidità di Green ma ritrova i canestri di Radulovic e Righetti. Si entra nell'ultimo minuto con l'Air avanti di 3 (69-66). Vitali dalla lunetta sigla il -1 (68-69) a 18" e quando ci ritorna 6 secondi dopo, fa solo 1 su 2. Green invece li segna tutti e 4 e Avellino si guadagna la sfida con Biella.

Avellino: Smith 23, Green 12, Williams 11, Righetti 11.

Montegranaro: Vitali 23, Minard 17, Ford 12.

Gazzetta.it

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Kobe-Gasol, coppia d'assi

Anthony, che numeri!

Bryant e il nuovo arrivato (66 punti in due) trascinano i Lakers a Orlando. Fenomenale Carmelo: 49 punti con 19/25. San Antonio doma New York al supplementare, Boston soffre con Minnesota. Bargnani si batte bene ma Toronto si arrende in casa ai Clippers

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Pau Gasol, 27 anni, e Kobe Bryant, 29. Ap

NEW YORK, 9 febbraio 2008 - Sconfitta casalinga per Toronto, ma Bargnani fa il suo dovere. Vincono tutte le grandi, tranne Utah che cede a Sacramento. Bryant e Gasol segnano insieme 66 punti. Spettacolare Carmelo Anthony, con 49 punti e 19/25 dal campo.

Toronto-L.A. Clippers 98-102

I Los Angeles Clippers fanno lo sgambetto a Toronto che voleva festeggiare la partita numero 1.000 della franchigia con una vittoria e invece trova una sconfitta non preventivata. I Clippers vincono meritatamente grazie a un Corey Maggette in grande spolvero e alle giocate decisive del rookie Thornton, che nel finale di gara brucia a ripetizione Bosh trovando ottime conclusioni da sotto. I Raptors chiudono il primo tempo in vantaggio 58-50. Bargnani segna 8 punti nella prima metà di gara con 3/6 dal campo e 2/2 dalla lunetta. La partita è divertente e Toronto fa un buon lavoro nel conquistarsi viaggi in lunetta (15/17 nel primo tempo), ma non riesce a prendere le misure a Maggette, autore di 20 punti all’intervallo. Il terzo quarto vede i Raptors subire troppo le iniziative degli avversari, così i Clippers prendono fiducia e si ritrovano avanti 78-77 all’inizio dell’ultimo quarto. Bargnani non si vede molto nel terzo quarto, un po’ dimenticato dai compagni, ma illude nel finale Toronto con l’unica tripla della sua gara che trova finalmente la retina dopo alcune occasioni non andate a buon fine. Il canestro di Bargnani porta i Raptors a 93-96 a 1’08” dalla sirena dopo che Toronto era andata sotto di dieci punti. Ma i Clippers non si fanno sfuggire l’occasione e sono perfetti nelle battute finali. La difesa dei Raptors si aspetta di dover contenere Maggette, ma coach Dunleavy punta a isolare Al Thornton, che sfrutta la propria esplosività battendo Bosh in uno contro uno. Toronto inciampa in una brutta sconfitta e, tra le altre cose, dovrà rivedere la difesa sul perimetro. Per Bargnani, anche se in serata no da dietro l’arco, bene i 6 rimbalzi e lo sforzo difensivo contro Chris Kaman. Andrea Bargnani chiude con 14 punti (4/8 da due, 1/6 da tre, 3/4 tl), 6 rimbalzi, 1 assist, 4 recuperi, 1 stoppata, 1 palla persa e 3 falli in 36’.

Toronto: Bosh 29 (8/17, 13/13 tl), Moon 16. Rimbalzi: Bosh 12. Assist: Calderon 14.

L.A. Clippers: Maggette 35 (9/15), Mobley e Thornton 19. Rimbalzi: Kaman 12. Assist: Dickau 6.

Orlando-L.A. Lakers 113-117

Hanno fatto in fretta Bryant e Gasol a trovare l’intesa in campo e alla terza gara insieme i due compagni giocano il pick and roll come se si conoscessero da sempre. Kobe Bryant è il migliore realizzatore della serata, ma Pau Gasol è ancora più efficace e oltre a realizzare 30 punti, frutto di un eccellente 12/15 dal campo, carica di falli Dwight Howard (perfetto con 8/:shock2:, costringendo il coach di Orlando a limitare l’utilizzo del suo centro a soli 29 minuti.

Orlando: Howard 19 (8/;), Nelson 17. Rimbalzi: Howard 11. Assist: Nelson 9.

L.A.Lakers: Bryant 36 (11/26), Gasol 30 (12/15). Rimbalzi: Bryant 10. Assist: Fisher 7.

Minnesota-Boston 86-88

Doveva essere la serata di Kevin Garnett, invece esce un protagonista che non ti aspetti, che ha il nome di Leon Powe. KG ritorna a Minnesota e viene salutato dal suo ex pubblico con tanta emozione, ma l’infortunio agli addominali impedisce a Garnett di scendere il campo. L’All Star ringrazia i tifosi commosso e si avvia in spogliatoio da dove assiste alla gara. Nel finale, Minnesota ha la chance di passare al comando, ma Jaric sbaglia la tripla. Smith cattura il rimbalzo e nel tentativo di passar fuori il pallone, lo consegna nelle mani di Ray Allen che vola in contropiede. C’è contatto sul tiro di Allen, ma gli arbitri lasciano correre e Leon Powe è puntuale nel raccogliere la sfera e infilarla nella retina al suono della sirena. Il canestro è valido e Boston beffa Minnesota.

Minnesota: Jefferson 18, Smith 16. Rimbalzi: Jefferson 9. Assist: Telfair 6.

Boston: Pierce 18, Allen 17. Rimbalzi: Rondo 7. Assist: Pierce 6.

Charlotte-New Jersey 90-104

Contro una squadra limitata, una rara contemporanea buona prova dei suoi “Big Three” significa vittoria automatica per New Jersey. Dopo esser stati ufficialmente richiamati all’ordine dal generale Frank dopo l’ultimo ko, i Nets rispondono presente. Kidd torna in tripla doppia ed è preciso anche da tre (4/5). Carter contribuisce con 18 punti (8/19), 9 rimbalzi, 5 assist e 3 recuperi, mentre Jefferson è il top scorer con 23 punti. New Jersey conduce per tutto l’incontro e scappa via nel quarto periodo. Nel garbage time finale esordisce l’ultimo arrivato Stromile Swift.

Charlotte: Wallace 21 (6/17), Richardson 17. Rimbalzi: Okafor 17. Assist: Mohammed e Richardson 3.

New Jersey: Jefferson 23 (7/17), Kidd 19. Rimbalzi: Boone e Kidd 11. Assist: Kidd 13.

Atlanta-Cleveland 95-100

Cleveland conquista una bella vittoria ad Atlanta con quattro dei primi sette giocatori della rotazione di Mike Woodson infortunati. LeBron James fa come sempre il suo dovere nel corso della partita ed è determinante nel finale con un rimbalzo offensivo e canestro del 96-91 a un minuto abbondante dal termine. A dare una mano a King James arriva Ira Newble che gioca la miglior partita dell’anno chiudendo con 18 punti.

Atlanta: J. Johnson 23, M. Williams 21. Rimbalzi: Smith 8. Assist: J. Johnson 8.

Cleveland: James 26 (11/24), Newble 18. Rimbalzi: James e Ilgauskas 11. Assist: James 7.

New York-San Antonio 93-99 (dts)

Con New York a un passo dal colpaccio, Michael Finley infila la tripla del pareggio allo scadere dei tempi regolamentrai e si va all’overtime. San Antonio mette a segno i primi 7 punti del supplementare e può tirare un sospiro di sollievo dopo aver dovuto recuperare da 18 punti di scarto nel corso del terzo quarto.

New York: Crawford 24, Jones 19. Rimbalzi: Ranolph 10. Assist: Crawford 8.

San Antonio: Duncan 21, Ginobili 20. Rimbalzi: Duncan 14. Assist: Ginobili 9.

Detroit-Portland 91-82

Tutto facile per Detroit nell’affrontare i Blazers privi di Brandon Roy. Chancey Billups mette subito le cose in chiaro con 17 punti nel primo quarto. La partita si chiude in fretta e Billups e gli altri titolari possono riposarsi in panchina e lasciare spazio alle riserve.

Detroit: Billups 17, Stuckey 13. Rimbalzi: Prince, Wallace e Johnson 6. Assist: Billups 5.

Portland: Aldridge 22, Jack 10. Rimbalzi: Przybilla 6. Assist: Jack 5.

Dallas-Memphis 92-81

Trascinata da un ottimo Dirk Nowitzki, Dallas si sbarazza senza problemi di Memphis. Il tedesco segna 10 punti consecutivi nel terzo quarto, dando il via alla fuga dei Mavs. Per Nowitzki la gara finisce dopo appena 26’ in campo e il risultato ormai in tasca.

Dallas: Nowitzki 21, George 13. Rimbalzi: Diop 12. Assist: Howard e Barea 3.

Memphis: Gay 18 e Miller 15. Rimbalzi: Gay 12. Assist: Conley 5.

Phoenix-Seattle 103-99

I Suns faticano più del previsto per superare Seattle, e devono dire grazie a una grave svista di Wally Szczrbiak che chiama timeout a 30” dalla fine non riuscendo a rimettere la palla in campo. I Sonics però hanno finito i timeout a disposizione. Steve Nash centra il tiro libero del fallo tecnico e sul seguente possesso viene fermato fallosamente e converte di nuovo i tiri liberi. Phoenix è perfetta dalla lunetta con 32/32.

Phoenix: Stoudemire 33, Hill 16. Rimbalzi: Stoudemire 10. Assist: Nash 8.

Seattle: Wilcox 22, Szczerbiak 13. Rimbalzi: Wilcox 15. Assist: Watson 5.

Sacramento-Utah 117-104

Con un grande quarto periodo, Sacramento ottiene una bella vittoria contro un’ottima squadra. I Kings vanno in lunetta ben 50 volte e realizzano 40 tiri liberi. Ron Artest e compagni puniscono Utah in contropiede e conquistano 45-31 la lotta ai rimbalzi. Quando Francisco Garcia abbandona il campo per infortunio alla schiena, si mette in luce Quincy Douby, autore di 15 punti in 14 minuti con 3/4 da tre.

Sacramento: Martin 27, Artest 22. Rimbalzi: Artest e Miller 8. Assist: Bibby 6.

Utah: Boozer 23, Williams 18. Rimbalzi: Boozer 12. Assist: Williams 9.

Denver-Washington 111-100

Un sensazionale Carmelo Anthony realizza 20 punti nel primo quarto per Denver che chiude la frazione 30-16. I Wizards devono inseguire per tutta la partita, ma senza Caron Butler non sono in grado di opporre resistenza ad Iverson e compagni che tirano con il 56% dal campo. Anthony chiude una fantastica prova con 49 punti, 19/25 dal campo (3/3 da tre) e 8/8 dalla lunetta.

Denver: Anthony 49 (19/25), Iverson 18. Rimbalzi: Camby 17. Assist: Iverson 11.

Washington: Jamison 21, Young 19. Rimbalzi: Blatche 10. Assist: Mason 4.

Gazzetta.it

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Kobe: "Gasol? Un fenomeno"

Bryant spiega come si sono trasformati i Lakers con l'arrivo dello spagnolo: "La scorsa estate volevo andarmene perché voglio vincere. Gli italiani? Bargnani va, Belinelli deve solo tenere duro: arriverà il suo momento"

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Kobe Bryant, 29 anni, contro Bogans (Orlando). Reuters

LOS ANGELES, 8 febbraio 2008 -

Kobe Bryant, cosa ne pensa dell’arrivo di Pau Gasol ai Lakers?

«E’ un fenomeno, rende il nostro gioco più semplice».

Perché lo spagnolo?

«A dire il vero non lo so. Pau passa la palla, segna, prende rimbalzi. E’ quello di cui avevamo bisogno».

Se dovesse ritornare indietro alla scorsa estate, chiederebbe ancora di essere ceduto?

«Non cambierei una virgola. Sembrerà strano, ma quando ho puntato i piedi ho messo pressione alla dirigenza, ai media e ai compagni di club. Tutti, chi in un modo chi in un altro, hanno capito che l’unica cosa che mi interessa è vincere. Si sono resi conti che dovevamo andare in una certa direzione e oggi siamo pronti ad affrontare una nuova sfida da protagonisti».

Si è parlato di Jason Kidd ai Lakers. Potrebbe in futuro diventare come lui, più orientato a far segnare i compagni?

«Bill Russell una volta mi ha insegnato una cosa: se fai tutto, i tuoi compagni non sono in grado di fare nulla e non miglioreranno mai. Devi saperli coinvolgere, devi saper farli giocare perché altrimenti non andrai lontano. Io posso tranquillamente giocare ogni sera pensando alle triple doppie, ma questo modo di essere sfigura la mia identità. Io alla mia squadra servo in un altro modo e non posso fare tutto».

Morale della favola...

«Non ho problemi a dire che io servo a loro, come loro servono a me. Siamo una squadra e come tale dobbiamo pensare a vincere le partite nel modo più semplice a nostra disposizione».

D’accordo, ma qual è la sua dimensione da qui ai prossimi anni in chiave esperienza e maturazione?

«Non ci penso. Ci sono diverse varianti ma alla fine cerco solo di rimanere me stesso come ho sempre fatto fino ad oggi».

Cosa passa per la testa a Kobe Bryant quando ha in mano la palla per l’ultimo tiro?

«Mettila dentro. Mettila dentro e basta. Se poi vedo un uomo vicino, allora posso pensare di coinvolgerlo e con un possibile scarico».

Poi cosa si prova?

«E’ bellissimo».

Perché Michael Jordan è importante per Kobe Bryant?

«Perché è un mito. Io e Michael ci sentiamo spesso e non ho problemi a dire che lui è uno dei miei mentori. Una persona che mi dà consigli, che mi insegna a diventare un leader e che mi aiuta a capire e leggere certe situazioni. Michael è un punto di riferimento».

Perché ha cambiato il numero di maglia e ora usa il 24?

«E’ una storia tutta mia, legata ad una filosofia che parla di come l’uomo dovrebbe utilizzare il potere delle 24 ore che ci sono in un giorno».

Shaquille O’Neal è finito a Phoenix, il titolo resterà a Ovest?

«Lo spero per me, prima di tutto per me, poi non dico nulla. Personalmente non saprei come commentare questa notizia».

Cosa pensa degli italiani della Nba?

«Sono molto bravi e sono sicuro che si toglieranno presto delle soddisfazioni. Andrea Bargnani va, chi deve tenere duro in questo momento è Marco Belinelli. La situazione non è delle più agevoli ma sono sicuro che arriverà anche il suo giorno. Deve solo avere pazienza».

Chi le salutiamo in Italia?

«Tutte le persone che mi dimostrano il loro affetto e la loro stima. Mi fanno davvero un sacco di piacere».

Gazzetta.it

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Il mago sta attraversando un momento molto positivo e speriamo che continui ancora a lungo... (magari vince al rookie vs sophomores l'mvp...)

sarà difficile vincerlo perchè solitamente la gara la fanno le guardie... però visto david lee l'anno scorso possiamo aspettarci di tutto...

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Coppa Italia: Pesaro k.o.

Virtus Bologna in finale

A Casalecchio di Reno vittoria dei padroni di casa che superano in volata la Scavolini: ora aspettano la vincente della seconda semifinale che alle 21 vede opposte Biella e Avellino

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Roberto Chiacig, 33 anni, contrastato da Samuele Podestà, 32. Lapresse

CASALECCHIO DI RENO (Bologna), 9 febbraio 2008 - La Virtus Bologna è la prima finalista della coppa Italia.

La Fortezza Bologna-Scavolini Pesaro 88-80

E’ La Fortezza Bologna la prima finalista della Final Eight di coppa Italia. Al termine di una partita elettrica, i padroni di casa s’impongono 88-80 sulla Scavolini che ha ben poco da recriminare se non fosse per l’orribile serata di Myers. Lo stesso che aveva permesso a Pesaro di eliminare la favorita Siena. Virtus che è partita subito meglio, trascinata da Giovannoni e Best sull’11-2 e poi sul 25-13. Il brasiliano è già a quota 10 quando sbaglia il primo tiro della partita, la tripla che permette a Pesaro di tornare in scia a fine primo quarto (27-18). Sacripanti corre ai ripari, relegando Pasco (2 falli) e Myers (0/3 da 3) in panchina. E’ la sveglia. Pesaro trova un Brokenborough più pungente della sua mascotte e soprattutto un Clark in serata di grazia: dicono tutto i 17 punti a metà gara. Dall’altra parte cala il ritmo di Giovannoni e non bastano le triple di Best: a 30’’ dal riposo Michelori è pescato in antisportivo e concede a Slay i liberi del sorpasso: 40-41. C’è tempo per un quintetto tutto bianco dei neri (Bologna) e tutto nero dei Bianchi (Pesaro) prima che Garri e Podestà fissino il 42-43 di metà gara. In attesa (vana) di Anderson, nel terzo La Fortezza trova l’accelerazione di Spencer: da 0 a 13 in meno di 10’ per tenere Bologna avanti mentre Pesaro si aggrappa a Slay. Troppo poco per far paura una Virtus in rotazione continua per ordine di Pasquali: Michelori per Crosariol e Garri per Giovannoni assicurano spiccioli di punto e freschezza sotto canestro là dove la panchina di Pesaro non può arrivare. Myers, stavolta, è l’arma in meno e chiude con 0. Con Bologna avanti 66-60 si entra nell’ultimo e decisivo 10’, giocato sui nervi e sulle proteste di ambedue le panchine. Michelori ne fa 4 consecutivi per il mini allungo delle V nere (76-72) a 3’38’’ dal termine ma Pesaro non si stacca grazie a Hicks. Niente vincitori né vinti fino all’episodio che decide il match: a 30’’ dalla fine Myers manda in lunetta Best che fa 2/2 (82-77). Lo stesso Best nel tentativo di frenare la ripartenza di Pesaro si scontra con Slay. I due cadono a terra, ma c’è un colpo proibito del pesarese: antisportivo e per Bologna è finale.

Bologna: Best 17, Giovannoni 17, Spencer 15

Pesaro: Clark 27, Hicks 14, Brokenborough 12, Slay 12

Gazzetta.it

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Air Avellino-Angelico Biella 77-63

Una bella fetta di Avellino (più di 1000 tifosi) è al PalaMalaguti per festeggiare la prima finale di coppa Italia nella storia della società campana. Traguardo sorprendente come le prestazioni che da inizio stagione continuano a offrire alcuni dei suoi uomini, su tutti Smith e Green. Di contro Biella è arrivata all’appuntamento più importante della sua storia a corto di forze, e si è visto. Di più: si è capito subito dalla partenza lenta di un match che ha vissuto sulle sportellate tra Hunter e Williams per i primi, anonimi 20’. Leggero vantaggio per Boniciolli e i suoi alla fine del primo quarto, un canestro avanti l’Angelico (30-28) a metà gara grazie soprattutto alla premiata ditta italiana Cinciarini, Spinelli e Rosselli. E’ qui che si sveglia Smith: Devin è devil (diavolo) per come mette a referto nel primo minuto del terzo quarto i 4 punti e la stoppata che annichilisce definitivamente Bell. Biella corre ai ripari reinserendo Spinelli, ma le triple di Green, Radulovic e lo stesso Smith scavano il primo, importante solco: 49-39 a 3’13’’ dall’ultima sosta. Hunter non molla e alza la voce ma l’Angelico è sulle gambe: il gioco c’è, la lucidità no. Ad Avellino, invece, gira tutto bene: un’altra tripla del play tascabile e Righetti portano l’Air agli ultimi 10’ con 14 di vantaggio (28-10 il parziale del 3°). Rosselli e Spinelli provano a rientrare (57-66), ma stavolta è Cavaliero a ricacciare indietro Biella: i suoi 12 punti finali sono un tesoro nascosto nell’impresa dell’Air. In pratica finisce a 2’29’’ dal termine, con la tripla di Righetti baciata dal tiro libero supplementare: 75-61. Finale tra La Fortezza Bologna e Air Avellino, lo stesso match che due settimane in campionato ha segnato il punto più basso delle V Nere. Ecco la giusta rivincita.

Avellino: Smith 14, Williams 14, Cavaliero 12

Biella: Hunter 21, Cinciarini 8, Spinelli 8

Gazzetta.it

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Golden State piega i Kings

Belinelli resta a guardare

I Warriors hanno la meglio su Sacramento grazie a un ottimo Monta Ellis. Portland cade a Indiana, New Orleans non ha problemi contro Memphis. Continua il buon momento di Houston, si rialza Utah. Philadelphia facile coi Clippers, New York rimonta e passa a Milwaukee

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Monta Ellis rompe la difesa dei Kings e vola a canestro. Afp

NEW YORK, 10 febbraio 2008 – Vittorie facili per Philadelphia, New Orleans e Houston. Portland va k.o. senza Brandon Roy. I Knicks vincono di misura su Milwaukee e Utah torna subito alla vittoria contro Chicago. Golden State doma Sacramento, Belinelli non va a referto.

Indiana-Portland 101-93

I Blazers, che devono fare a meno di Brandon Roy per la seconda gara di fila a causa di un lutto in famiglia, perdono per la terza volta nelle ultime quattro gare. Indiana conduce di tre punti all’intervallo e grazie a 6 punti di Murphy e un parziale di 13-6 si porta a +10 nel terzo quarto in cui Portland perde 9 palloni. Danny Granger guida i Pacers alla vittoria con 29 punti. Travis Diener aggiunge 15 punti e 9 assist, mentre Jeff Foster e Kareem Rush vanno entrambi in doppia doppia, la prima della carriera per Rush che chiude con 10 punti e 11 rimbalzi.

Indiana: Granger 29 (8/17), Diener 15. Rimbalzi: Foster 14. Assist: Diener 9.

Portland: Aldridge 21 (9/18), Webster 18. Rimbalzi: Aldridge e Przybilla 11. Assist: Jack 10.

Golden State-Sacramento 105-102

I Warriors chiedono gli straordinari a Monta Ellis ma alla fine riescono ad avere le meglio sui Kings. Golden State ringrazia la sua guardia che segna 16 dei suoi 34 punti nell’ultimo quarto e batte Sacramento 105-102. Baron Davis prova a dare il suo contributo ma alla fine si vede fischiare il suo sesto fallo ed è costretto a tornare in panchina mentre Stephen Jackson si procura un infortunio alla caviglia sinistra, stringe i denti ma non riesce a fare la differenza nei minuti finali. Così a prendere in mano la squadra ci pensa Monta Ellis. Marco Belinelli non va a referto ed è costretto ad assistere al match in abiti civili. Golden State parte con il piede sull’acceleratore, difende il vantaggio nonostante il ritorno di Mike Bibby e compagni nel terzo quarto, e riesce a conquistare il suo 10° successo nelle ultime 14 gare. I padroni di casa, grazie ai nove punti consecutivi messi a referto da Ellis, riescono a mettere un’ipoteca sul successo andando avanti 98-90 a 2’19’’ dalla sirena. Sacramento però non si arrende e torna in partita piazzando un parziale di 8-2 ma il canestro del solito Ellis permette a Golden State di evitare la beffa. "Monta è un giocatore sul quale si può sempre fare affidamento – sottolinea Stephen Jackson – se siamo riusciti a vincere così tante partite il merito è anche di Ellis". Sacramento non riesce così a cambiare il trend contro gli avversari della Pacific Division e incassa la sua settima sconfitta su altrettanti incontri nella division. Sacramento avrebbe l’opportunità di spedire il match al supplementare ma la conclusione dalla lunga distanza di Ron Artest allo scadere trova solamente il ferro. "Sono molto dispiaciuto della mia prova – commenta Artest – avrei dovuto realizzare l’ultima conclusione, invece ho fallito una tripla che ci avrebbe consentito di giocarci le nostre chance al supplementare. Comunque una cosa è sicura, la squadra sta crescendo".

Golden State: Ellis 34 (12/15), Jackson 26. Rimbalzi: Biedrins, Ellis, Davis 9. Assist: Davis 7.

Sacramento: Bibby 24 (8/15, 2.6), Artest 23, Salmons 19. Rimbalzi: Miller, Artest 13, Assist: Bibby 7.

Philadelphia-L.A. Clippers 101-80

Terzo successo consecutivo per Philadelphia che passeggia contro i Clippers grazie a una ottima prestazione offensiva corale. I Sixers tirano col 60% nel primo tempo e si portano avanti 59-40. Nel secondo tempo amminisrtano il vantaggio con giudizio. La panchina di Philly domina quella dei Clippers 33-7.

Philadelphia: Williams 18 (5/6), Miller 17. Rimbalzi: Evans 7. Assist: Miller 9.

L.A. Clippers: Maggette 26 (9/17), Mobley 19. Rimbalzi: Kaman 11. Assist: Cassell 7.

New Orleans-Memphis 112-99

Gli Hornets vanno in campo davanti al secondo tutto esaurito della stagione senza due quinti del quntetto: Chandler ha l’inlfuenza e Peterson mal di schiena. Inoltre il leader Chris Paul è impreciso al tiro (1/10) e realizza soltanto 2 punti, ma è grazie ai suoi puntuali assist (16 in totale) che New Orleans supera Memphis. Paul trova David West e Stojakovic in grande serata, e si limita a distribuire il pallone nelle mani giuste. David West è il dominatore del match con 33 punti e 10 rimbalzi. Buona la prova di Rudy Gay (26) tra gli avversari.

New Orleans: West 33 (13/20), Stojakovic 26. Rimbalzi: West 10. Assist: Paul 16.

Memphis: Gay 26 (10/17), Miller 18. Rimbalzi: Milicic 7. Assist: Miller 5.

Houston-Atlanta 108-89

Comodo successo per i Rockets che stracciano Atlanta, chiudendo la partita già nel primo tempo che termina 56-31. Gli Hawks non riescono a contenere Yao Ming e crollano presto sotto i colpi del cinese. A fine gara, nessuno dei titolari di Atlanta raggiunge la doppia cifra e in totale Atlanta chiude con un pessimo 37% dal campo.

Houston: Yao 28 (12/17), McGrady 15. Rimbalzi: Yao e Scola 9. Assist: McGrady 8.

Atlanta: Childress 18 (4/7, 10/11 tl), Pachulia 11. Rimbalzi: Pachulia 9. Assist: J. Johnson e Smith 4.

Milwaukee-New York 98-99

I Knicks vanno a -17 nel terzo quarto, ma con un parziale di 15-0 recuperano il deficit e concludono con una vittoria che interrompe una striscia perdente di 8 partite. Il ritorno di Michael Redd dopo sei gare saltate non basta a Milwaukee per superare New York. I Bucks sprecano la possibilità di sorpasso all’ultimo secondo con una conclusione sbagliata di Ruffin.

Milwaukee: Villanueva e Redd 21. Rimbalzi: Villanueva 13. Assist: Bell 7.

New York: Crawford 30 (11/23), Jones 18. Rimbalzi: Randolph 10. Assist: Crawford 5.

Utah-Chicago 97-87

Utah torna al successo dopo il k.o. di Sacramento affidandosi all’asse Williams-Boozer. Nel secondo tempo si rende utlie anche la riserva Ronnie Price con 10 punti. I Jazz vanno a +14, ma subiscono la rimonta di Chicago che torna a -2 nel terzo quarto. Utah allunga di nuovo nel quarto periodo e allontana il pericolo. Con Deng, Hinrich e Nocioni ancora assenti per i Bulls, il miglior realizzatore della squadra è Thabo Sefolosha con 22 punti.

Utah: Boozer 22 (9/15), Kirilenko e Williams 15. Rimbalzi: Boozer 12. Assist: Williams 11.

Chicago: Sefolosha 22 (7/21), Smith e Nocioni 14. Rimbalzi: Wallace e Sefolosha 7. Assist: Duhon 8.

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Avellino, storico trionfo

L'Air vince la coppa Italia battendo in finale La Fortezza Bologna 73-67. Devin Smith miglior marcatore con 18 punti (6/8 da tre). Decisiva nel finale la freddezza di Green ai liberi. Tentata aggressione finale: campo Virtus squalificato. Ed è polemica

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Eric Williams, 23 anni, 12 punti in finale. LaPresse

CASALECCHIO DI RENO (Bologna), 10 febbraio 2008 - La coppa Italia è Green. Una marea verde cala dalle tribune del PalaMalaguti quando la sirena finale sancisce il 73-67 del primo, storico successo irpino. Voluto e meritato, per quello che Avellino ha saputo fare fin qui dall’inizio della stagione, in campionato e nelle Final Eight. E’ tutta qui la differenza rispetto una Virtus che da troppo poco tempo è tornata giocare come vorrebbe il blasone. Green è anche il piccoletto che nel finale ha trovato la freddezza per segnare i 4 liberi decisivi: un mix di esplosività e mano calda che coach Boniciolli e il vice Tonino Zorzi sanno far rendere al massimo. Come Smith, Williams, Radulovic e Righetti: questa Air non è una meteora e se la gode il presidente Ercolino, uno che è irpino anche nella suoneria del telefonino.

NERO E VERDE - Chi si aspettava una partenza lanciata della Virtus (+12 con Biella, +15 a Treviso, +13 con Roma nell’ultimo mese) scopre, invece, di che pasta è fatta l’Air: Radulovic inizia con due stoppate e la tripla del 3-0. E pensare che non doveva giocare per un versamento al ginocchio destro rimediato in semifinale. Son fatti così, ad Avellino: in più di 2000 si fanno 600 chilometri per poi esporre a Casalecchio un legittimo “Benvenuti al Pala Del Mauro”. L’inferno scatenato sugli spalti galvanizza Smith: 3/3 dai 6.25 per il 17-8 che costringe Pasquali a correre ai ripari: fuori un irriconoscibile Bell per Di Bella e soprattutto Crosariol per Chiagic. E’ “Ghiaccio” a rompere il dominio irpino con 9 punti in meno di 5’: anche mandarlo in lunetta non è una buona idea perché stasera i liberi entrano (6/7 a metà gara).

SMITH E MCGRATH - Avellino resta avanti: 18-13 alla fine del primo, 27-23 a metà del secondo periodo. Se la Virtus tiene è ancora grazie a Chiacig e Giovannoni, mentre in casa Air si sveglia Williams (9 punti in 6’). L’aggancio è a 1’45’’ dal riposo: la tripla di Blizzard vale il 34-34 (37-36 a metà). Superato l’imbarazzo iniziale, Bologna è pronta a fare la partita: il sorpasso è al minuto 1’30’’ del terzo con 2 liberi di Crosariol (37-38). Le triple di McGrath, poi, scavano il massimo vantaggio (+6 al 26’). Avellino non molla (merito di Green) e all’inizio del ultimo 10’ centra il nuovo sorpasso con Smith da 3 (56-55). Di McGrath l’immediato 56-58 che riporta avanti Bologna. A 6’ dal termine una rimessa che nemmeno l’istant replay riesce ad assegnare: dalla palla contesa esce alla grande Avellino con i canestri di Williams dell’ultimo sorpasso (63-61). Tripla di Smith, sciagurato quinto fallo di Anderson e Best e la Virtus non risale più, tra la rabbia dei tifosi (seconda sconfitta consecutiva in finale) che solo gli steward riescono a bloccare. Avellino campione d’Italia, per una notte.

SQUALIFICA E POLEMICHE - Post partita avvelenato, con la squalifica di due turni al campo di Bologna per una tentata aggressione agli arbitri, subito stroncata dagli steward. La sanzione è stata commutata in 12mila euro di multa, ma il patron bolognese, Sabatini, è sbottato: "Se questo è il ringraziamento per aver organizzato l'evento per la prima volta senza forza pubblica e con la sicurezza garantita dagli steward, allora non organizzeremo più nulla".

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Ottime notizie per Toronto

Molti assist e buon Bargnani

In Minnesota i Raptors lasciano alle spalle il k.o. contro i Clippers grazie alla grande prova dei play: 10 assist per Calderon e 13 per il ritrovato Ford. Il romano invece cresce ancora ed è il miglior realizzatore dei suoi con 16 punti (3/5 da tre)

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Bargnani e Nesterovic, un muro contro Craig Smith. Reuters

NEW YORK, 11 febbraio 2008 - La brutta sconfitta casalinga incassata lunedì scorso contro i Los Angeles Clippers non lascia il segno. Toronto, infatti, gioca una buona pallacanestro e a Minneapolis batte senza grossi problemi Minnesota (105-82).

Dopo un discreto primo tempo i Raptors cambiano marcia nel terzo quarto, prendono decisamente in mano le redini del match e mettono alle corde i padroni di casa. Buona la prova di Andrea Bargnani, il quale sta piano piano ritrovando la migliore condizione e sembra pronto per un’accelerata nella seconda parte della stagione. L’azzurro rimane in campo 31' e chiude con 16 punti (2/5 da due, 3/5 da tre e 3/6 dalla lunetta), sei rimbalzi e un recupero. La compagine canadese difende con grande attenzione sull’ex Celtics Al Jefferson, utilizzando spesso il raddoppio, e fa le prove generali della fuga nelle battute finali del primo tempo. Antoine Walker, infatti, riprende Toronto (45-45) a 1’18’’ dal riposo, ma due triple consecutive di un Jose’ Calderon ancora una volta decisivo spingono avanti i Raptors.

Nel terzo quarto Chris Bosh e compagni decidono di spingere sull’acceleratore e Minnesota non riesce a reggere il ritmo. Calderon e’ il solito metronomo ma anche TJ Ford, nonostante una condizione ancora precaria, detta benissimo i tempi. I due playmaker, infatti, mettono a referto la bellezza di 23 assist (10 per lo spagnolo e 13 per Ford) e Toronto con un parziale di 20-8 toglie interesse al match. I Timberwolves non ci credono più e nell’ultimo quarto fanno solamente presenza. Troppo facile, così, per Toronto difendere il proprio vantaggio.

"Quella rimediata contro i Clippers e’ stata una brutta sconfitta – dice Andrea Bargnani – abbiamo giocato bene per buona parte della gara e siamo stati sfortunati nel finale. Questa volta abbiamo mantenuto alta la concentrazione e non li abbiamo fatti rientrare in partita". Buona anche la produzione della panchina dei Raptors mentre tra i padroni di casa si salvano solamente Al Jefferson e l’ex bolognese Marko Jaric.

Minnesota: Jefferson 18 (8/16). Rimbalzi: Jefferson 9. Assist: Telfair 8.

Toronto: Bargnani 16 (2/5. 3/5), Calderon 15. Rimbalzi: Delfino, Bosh 9. Assist: Ford 13, Calderon 10.

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Denver umilia i Cavs

Guarda gli highlights Nba

A Cleveland match senza storia: Anthony e Iverson sono in grande serata e dopo tre quarti di gara i Nuggets sono a +26. Bryant e Odom guidano i Lakers al successo a Miami. Boston liquida San Antonio con 35 punti di Pierce

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Allen Iverson (3) inseguito da Larry Hughes. Reuters

NEW YORK, 11 febbraio 2008 – Carmelo Anthony e Allen Iverson umiliano LeBron James e i Cavs. La stella di Kobe Bryant (33) oscura quella di Dwyane Wade. Boston liquida San Antonio con 35 punti di Pierce, mentre Dallas inciampa contro i Nets. Phoenix fatica, ma batte Washington.

Cleveland-Denver 83-113

Denver sbanca Cleveland umiliando i Cavs grazie alle sue due stelle Anthony e Iverson in grande serata e dopo tre quarti di gara il distacco raggiunge i 26 punti. LeBron James decide di aver visto abbastanza e va a sedersi sconsolato in fondo alla panchina scegliendo di non partecipare al timeout con il resto della squadra. Nell’ultimo quarto, mentre Cleveland sprofonda a -37, James resta seduto a domandarsi quando anche lui potrà avere al fianco un giocatore di alto livello. Anche Carmelo Anthony, autore di 27 punti e 8 rimbalzi in 32’ si riposa nel periodo finale, ma con tutt’altro spirito rispetto a King James.

Cleveland: James 30 (11/23), Hughes 14. Rimbalzi: Ilgauskas 10. Assist: James, Jones, Snow e Brown 3.

Denver: Anthony 27 (11/19), Iverson 25 (9/18). Rimbalzi: Camby 17. Assist: Iverson 13.

Boston-San Antonio 98-90

Spinti dall’eccellente prestazione offensiva di Paul Pierce e dalla difesa fisica di Glen Davis su Tim Duncan, i Celtics rimediano all’assenza di Garnett con un successo fortemente voluto. San Antonio è sotto di dieci punti nell’ultimo quarto, ma a 1’23” dalla sirena una tripla di Ginobili (89-87) rende il finale incerto. Boston si affida alla difesa e per due volte costringe l’argentino a due tiri difficili nell’ultimo minuto, mentre Rajon Rondo conquista due rimbalzi fondamentali facendo le veci di KG. Alla fine, Rondo risulta il miglior rimbalzista di Boston con 11. Gli ultimi nove punti dei Celtics arrivano dalla lunetta (9/9).

Boston: Pierce 35 (11/18), Allen 19. Rimbalzi: Rondo 11. Assist: Rondo 12.

San Antonio: Duncan 22 (10/20), Ginobili 21. Rimbalzi: Duncan 14. Assist: Duncan 6.

Miami-L.A. Lakers 94-104

Shawn Marion debutta positivamente con la casacca degli Heat chiudendo con una doppia doppia (15 punti e 14 rimbalzi), ma Miami perde la 22a gara delle ultime 23. Bryant e Odom guidano i Lakers al quinto successo del lungo tour ad est. La svolta avviene nel secondo tempo quando i Lakers operano un parziale di 16-2 e prendono il controllo del match. Gasol mette a segno 12 punti e il suo ultimo canestro a un minuto dal termine spegne l’ultimo affondo degli Heat che si erano riportati a -4.

Miami: Blount 22 (9/15), Wade 19. Rimbalzi: Marion 14. Assist: Wade 9.

L.A. Lakers: Bryant 33 (10/15, 11/11 tl), Odom 15. Rimbalzi: Odom 18. Assist: Odom 6.

New Jersey-Dallas 101-82

Vince Carter segna 25 dei suoi 29 totali dopo una gomitata che lo mette k.o. temporaneamente e i Nets liquidano Dallas anche grazie a un valido sforzo collettivo. Capitan Kidd mette da parte il malumore e sforna un’ottima prova contro una delle squadre più gettonate in caso di trade. Ma la chiave della vittoria è l’efficace difesa contro Dirk Nowitzki che viene contenuto da un buon Sean Williams (15 punti) e dai raddoppi di marcatura. Dopo tanto tempo si rivede anche Nenad Krstic (8 punti e 8 rimbalzi) che comincia a mostrare qualche somiglianza con il giocatore che era prima dell’infortunio al ginocchio. I Nets escono allo scoperto nelle fasi centrali della gara e passano al comando da 25-36 a 61-42 con un parziale di 36-6.

New Jersey: Carter 29 (12/20), Jefferson 19. Rimbalzi: Carter 9. Assist: Kidd 14.

Dallas: Nowitzki 21 (4/16, 13/14 tl), Howard 16. Rimbalzi: Nowitzki 8. Assist: Terry 5.

Detroit-Charlotte 113-87

Settimo successo consecutivo per Detroit che parte forte contro Charlotte e conduce 27-7 dopo 9’ di gioco. Tayshaun Prince segna 14 dei suoi 21 punti totali nel primo quarto, comprese 4 triple. Nella stessa frazione l’intera squadra avversaria segna un punto in meno di Prince. La partita procede a senso unico e Detroit può far riposare a lungo i titolari.

Detroit: Prince 21 (7/13), Hamilton 18. Rimbalzi: McDyess 12. Assist: Billups 7.

Charlotte: Richardson 27 (8/17), Felton 14. Rimbalzi: Okafor 9. Assist: Richardson e McInnis 5.

Phoenix-Washington 108-107

Amare Stoudemire guida il tabellino di Phoenix con 31 punti, inclusi i due tiri liberi decisivi a 7” dalla sirena che condannano Washington alla settima sconfitta consecutiva. I liberi del centro dei Suns, perfetto dalla lunetta, danno il +4 a Phoenix e la tripla allo scadere di Stevenson diventa inutile. Stoudemire aggiunge 13 rimbalzi e i Suns vincono pur soffrendo fino alla fine davanti a Shaquille O’Neal che assiste all’incontro in borghese seduto in panchina.

Phoenix: Stoudemire 31 (10/17, 10/10 tl), Bell 21. Rimbalzi: Stoudemire 13. Assist: Nash 12.

Washington: Jamison 28 (9/17), Haywood 21. Rimbalzi: Blatche 11. Assist: Young 5.

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Rudy Gay chiede aiuto ai fan

E' caccia alla schiacciata

In vista dell'All Star Game il 21enne dei Grizzlies ha chiesto ai tifosi di dargli delle idee per vincere lo Slam Dunk contest. Sono arrivati centinaia di video...

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Rudy Gay, 21 anni, in un assaggio di quello che avverrà all'All Star Game. Ap

MILANO, 11 febbraio 2008 - Mancano cinque giorni al weekend dell'All Star Game Nba. Si comincia sabato con, tra le altre, cose, la gara delle schiacciate, il momento forse più spettacolare della parata di stelle in programma quest'anno a New Orleans. I partecipanti (Jamario Moon dei Raptors, Dwight Howard di Orlando, il campione uscente Gerald Green e Rudy Gay dei Grizzlies) affilano le armi; chi in segreto, chi chiedendo consigli.

HELP! - Rudy Gay ha avuto una pensata quantomeno originale. L'ala di Memphis ha postato un video su Youtube in cui chiede ai tifosi di inviare al suo sito Internet delle idee per le schiacciate. Il tutto, ovviamente, tramite filmati che lui visionerà e valuterà. Dopodiché cercherà di riprodurre le migliori all'All Star Game. La giustificazione di questo gesto l'ha data lo stesso Rudy Gay: "E' la prima volta per me in una competizione del genere e non avevo proprio idea di cosa fare. Allora ho chiesto aiuto ai tifosi".

SUCCESSONE - Pronta, è arrivata la pioggia di video, con ragazzi da ogni parte del mondo impegnati a registrarsi mentre provano, con discreto successo, schiacciate ad altezze siderali oppure degli spettacolari 360°. In pratica, ne è venuta fuori una "Slam dunk contest" alternativa con protagonisti questi giovanotti, esaltati al pensiero di fornire degli spunti a uno dei giocatori in ascesa della Nba. Tanto che sono stati disabilitati i commenti al filmato in cui Rudy "chiede aiuto" alla gente. Persino Gerald Green, rivale di Gay nel prossimo weekend, ha lasciato un video con una proposta.

I FAVORITI - Non sarà facile, tuttavia, per il campioncino di Memphis portare a casa il trofeo. Jamario Moon è il naturale favorito, essendo stato nel passato un Harlem Globetrotter; Dwight Howard, in compenso, domina la classifica delle schiacciate nella Nba, e l'anno scorso alla "Slam dunk contest" ha avuto, lui sì, un'idea originale, volando sopra in cima al tabellone ad appendere un adesivo con la sua faccia. Chissà che Rudy non trovi spunto un po' da tutto questo.

Gazzetta.it

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Coppa Italia - Final Eight

Bologna - Palamalaguti

Quarti di Finale

Giovedì 7 Febbraio 2008, ore 18.30

Montepaschi Siena - Scavolini Pesaro 77-78

Giovedì 7 Febbraio 2008, ore 21.00

Lottomatica Roma - La Fortezza Bologna 69-75

Venerdì 8 Febbraio 2008, ore 18.30

Pierrel Capo d'Orlando - Angelico Biella 72-75

Venerdì 8 Febbraio 2008, ore 21.00

Premiata Montegranaro - Air Avellino 69-73

Semifinali

Sabato 9 Febbraio 2008, ore 18.30

Scavolini Spar Pesaro - La Fortezza Bologna 80-88

Sabato 9 Febbraio 2008, ore 21.00

Angelico Biella - Air Avellino 63-77

Finale

Domenica 10 Febbraio 2008, ore 21.00

La Fortezza Bologna - Air Avellino 67-73

L'AIR AVELLINO VINCE LA TIM CUP 2008

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Albo d'oro

1967 - 1968 Fides Partenope Napoli

1968 - 1969 Pallacanestro Varese

1969 - 1970 Pallacanestro Varese

1970 - 1971 Pallacanestro Varese

1971 - 1972 Olimpia Milano

1972 - 1973 Pallacanestro Varese

1973 - 1974 Virtus Bologna

1974 - 1983 Non disputata

1983 - 1984 Virtus Bologna

1984 - 1985 Victoria Liberas Pesaro

1985 - 1986 Olimpia Milano

1986 - 1987 Olimpia Milano

1987 - 1988 Juvecaserta Basket

1988 - 1989 Virtus Bologna

1989 - 1990 Virtus Bologna

1990 - 1991 Scaligera Basket Verona

1991 - 1992 Victoria Liberas Pesaro

1992 - 1993 Benetton Treviso

1993 - 1994 Benetton Treviso

1994 - 1995 Benetton Treviso

1995 - 1996 Olimpia Milano

1996 - 1997 Virtus Bologna

1997 - 1998 Virtus Bologna

1998 - 1999 Virtus Bologna

1999 - 2000 Benetton Treviso

2000 - 2001 Virtus Bologna

2001 - 2002 Virtus Bologna

2002 - 2003 Benetton Treviso

2003 - 2004 Benetton Treviso

2004 - 2005 Benetton Treviso

2005 - 2006 S.S. Basket Napoli

2006 - 2007 Benetton Treviso

2007 - 2008 Scandone Basket Avellino

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Ginobili show a Toronto

Dallas un altro ko

L'argentino (34 punti e 15 rimbalzi) trascina San Antonio alla vittoria contro i Raptors di Bargnani (12 punti in 28'). Ottimo Bryant per i Lakers. Ok Houston, Dallas k.o. a Philadelphia

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Manu Ginobili segna contro Andrea Bargnani. Afp

NEW YORK, 12 febbraio 2008 - Super Manu Ginobili (34 punti e 15 rimbalzi) manda al tappeto Toronto. Bene Houston e le due squadre di Los Angeles. Dallas va ancora k.o. in trasferta, mentre Cleveland vince a Orlando con 40 punti di Larry Hughes.

Toronto-San Antonio 88-93

I Toronto Raptors vengono castigati da un grande Manu Ginobili, con la collaborazione di Tim Duncan, e perdono in casa guidati dal vice allenatore Mike Evans, che sostituisce Sam Mitchell assente per lutto familiare. I Raptors si rovinano nel primo tempo in cui giocano con poca energia nel secondo incontro di un back-to-back. Anche San Antonio è reduce dalla partita di Boston, ma entra in campo più determinata rispetto ai padroni di casa. L’unico aggressivo di Toronto è Jose Calderon mentre non entra in partita Bosh, che soffre la difesa fisica degli Spurs. Bargnani ha spazio in attacco ed è molto attivo, ma anche impreciso nel primo tempo che chiude con 2/7 e 9 punti (4 arrivano dalla lunetta), mentre è ancora a zero la sua casella dei rimbalzi. A metà gara, i rimbalzi (25-13 per gli ospiti) sono una delle chiavi del largo vantaggio di San Antonio che conduce 55-40. L’altro motivo è la magnifica serata di Manu Ginobili che segna da ogni posizione e fa segnare i compagni creando occasioni per tutti. L’argentino ha già 21 punti (9/12) all’intervallo, 8 rimbalzi e 4 assist.

Nella ripresa, Toronto si risveglia, Calderon aumenta il ritmo della gara e diventa il pricipale terminale offensivo, e i Raptors riaprono la partita. Gli Spurs segnano solo 13 punti nel terzo quarto e, all’inizio del quarto periodo, Toronto grazie a Delfino e Nesterovic si riporta subito a -4. Popovic corre ai ripari reinserendo Duncan che, insieme a uno stellare Ginobili, tiene insieme l’attacco di San Antonio riallungando il vantaggio. Toronto reagisce nuovamente e va a -2 a 1’20” dalla fine, ma non riesce più a segnare nelle fasi conclusive. Bargnani non vede il campo nell’ultimo quarto perché il coach preferisce affidare Duncan a Nesterovic, uno dei migliori per Toronto. Male invece TJ Ford che gioca solo 8 minuti e mezzo e chiude con 0/4 al campo e poca lucidità in attacco. Ginobili e Duncan catturano insieme 28 rimbalzi.

Toronto: Calderon 27 (12/17), Delfino e Bosh 11. Rimbalzi: Moon, Bosh e Delfino 8. Bargnani chiude con 12 punti (1/7 da due, 2/4 da tre, 4/5 tl), 2 rimbalzi, 1 assist, 1 fallo e 1 palla persa in 28’.

San Antonio: Ginobili 34 (13/22), Duncan 22. Rimbalzi: Ginobili 15. Assist: Ginobili 6.

Houston-Portland 95-83

Allungando la striscia vincente a sette partite, Houston inizia a bussare alla porta dei playoff. Rafer Alston segna 13 punti nel terzo quarto in concomitanza col primo allungo dei Rockets. L’ultimo quarto inizia con un parziale di 10-1 per Houston che, secondo le parole di un positivo Yao Ming, mantiene una buona intensità sia difensiva che offensiva fino al termine dell’incontro.

Houston: Yao 25 (7/11), Alston 17. Rimbalzi: Scola e Yao 7. Assist: Alston 7.

Portland: Aldridge 22 (10/26), Roy 15. Rimbalzi: Przybilla 9. Assist: Roy 8.

Philadelphia-Dallas 84-76

I Sixers continuano la rincorsa ai playoff vincendo la quarta gara di fila contro i Dallas Mavericks leggermente in ribasso. Nowitzki e compagni confermano gli attuali problemi offensivi, bloccandosi nel secondo tempo della gara di Philadelphia. Dopo un primo tempo concluso in vantaggio (50-53), i Mavs segnano solo 13 punti nel terzo quarto e ancora meno (10) nell’ultimo. I Sixers ne approfittano e ottengono il successo spinti da un ottimo Andre Miller che festeggia così il premio di “Player of the week” della settimana scorsa.

Philadelphia: Miller 21 (8/15), Iguodala 14. Rimbalzi: Dalembert 9. Assist: Niller 7.

Dallas: Howard 17 (7/13), Nowitzki 15. Rimbalzi: Nowitzki e Diop 9. Assist: Nowitzki 7.

Charlotte-L.A. Lakers 97-106

I Lakers continuano a vincere in trasferta grazie al duo Bryant-Gasol che mette a segno 57 punti. I Lakers hanno un momento di sbandamento nell’ultimo quarto, quando permettono a Charlotte di riavvicinarsi da -13 a -3. Ma Kobe Bryant non ci pensa due volte a prendere il comando delle operazioni e con canestri e assist rimette le cose a posto.

Charlotte: Felton 29 (11/20), Mohammed 22. Rimbalzi: Okafor 13. Assist: Felton 8.

L.A. Lakers: Bryant 31 (9/17), Gasol 26. Rimbalzi: Odom 10. Assist: Gasol 6. Innis 5.

Orlando-Cleveland 111-118

Per una sera, James trova una degna spalla per il suo solito show in Larry Hughes, che tocca quota 40 punti per la quarta volta in carriera e dà una grossa mano ai Cavs che espugnano il campo di Orlando. LeBron James gioca al suo livello realizzando 29 punti a cui aggiunge 7 rimbalzi e 10 assist, ma la sopresa viene da Hughes che nel terzo quarto si scatena e segna 23 punti con 6/7 al tiro e 9/10 dalla lunetta.

Orlando: Turkoglu 25 (10/17), Nelson 22. Rimbalzi: Howard 9. Assist: Turkoglu 5.

Cleveland: Hughes 40 (12/19), James 29 (8/15). Rimbalzi: James e Marshall 7. Assist: James 10.

Milwaukee-L.A. Clippers 89-96

I Clippers tornano contenti al clima mite di Los Angeles e chiudono con una vittoria a Milwaukee il tour di 7 partite (3-4 il bilancio) a Est. Con tre giocatori sopra i 20 punti (Thornton 25, Cassell 21, e Maggette che ne mette 20), coach Dunleavy può ritenersi soddisfatto. I Bucks sbagliano 14 dei primi 17 tiri dell’ultimo quarto e appaiono una squadra ormai disunita.

Milwaukee: Williams 31 (12/20), Mason 14. Rimbalzi: Bogut 11. Assist: Redd 11.

L.A. Clippers: Thornton 25 (12/20), Cassell 21. Rimbalzi: Kaman 15. Assist: Cassell 8.

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Avellino: Ercolino rilancia

"Scudetto e palazzo da 8000"

Il presidente dell'Air si racconta a 360 gradi dopo lo storico successo in coppa Italia: "Siamo la prima antagonista di Siena, possiamo arrivare in Eurolega e se la burocrazia non mi blocca costruisco l'impianto in 6 sei mesi"

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Vincenzo Ercolino presidente della Scandone Basket. Lapresse

AVELLINO, 12 febbraio 2008 - Pick and roll? Meglio la parmigiana di melanzane. Alley oop? Qui preferiscono le braciole alla brace, rigorosamente di mamma Gina, al secolo la signora Ercolino, moglie di Enzo l’uomo nuovo che sta mettendo in crisi le gerarchie del basket italiano. Perché la vittoria di Avellino in coppa Italia rompe i meccanismi dello sport professionistico. Staff dirigenziale? "Per guidare una società bisogna essere in numero dispari e meno di tre", sancisce il 58enne imprenditore edile. General manager? Non se ne parla nemmeno: "A Boniciolli ho chiesto: 'Matteo te la senti? ' Perché io voglio solo un interlocutore. Se le cose non vanno so a chi debbo 'spacca a’ capa'...".

FIGLIO DI SIBILIA - Personaggio fuori da ogni schema, il Cavalier Vincenzo Ercolino a 18 anni preferì rimanere nell’azienda di Antonio Sibilia, storico presidente dell’Avellino calcio, invece di trasferirsi a Milano: "Giocavo in quarta serie, ero un difensore promettente, mi aveva richiesto l’Inter. Preferii diplomarmi geometra e il commendator Sibilia mi diede subito responsabilità in azienda. Quando dopo 8 anni mi misi in proprio, mi scrisse poche righe allegando un assegno in bianco: 'Sei il mio quarto figlio, non mi lasciare'. Fra noi c’è grande stima: stamattina ha chiamato per farmi i complimenti. E mi ha promesso un nuovo contributo. Per me ha un valore enorme, come l’assegno spedito da un avellinese che da 40 anni vive a Macerata. Gente legata alla propria terra", sottolinea mentre al suo fianco, davanti a una vetrata che dà su piazza Libertà, ha sistemato la Coppa in bella mostra.

METODO FAMIGLIA - Ancora si confonde e quando Smith segna un canestro urla "gool!". Confessa: "Non fosse stato per mio figlio Luigi, un appassionato, non capivo nemmeno cosa significasse pallone a spicchi. Scambiavo basket con rugby. Pensavo si giocasse con la palla ovale". Ercolino però a luglio va dal notaio e rileva società (in profonda crisi) e decide subito di affidare tutto a Boniciolli. "Mi dissero che era matto e isterico. Capii che era tutta invidia. Si è comportato da signore, perché ha strappato un biennale col vecchio club, firmando con me per la metà. Ora che ho saputo che lo cercavano dalla Russia abbiamo già firmato per altri due anni, anche con Tonino Zorzi che Boniciolli ha voluto al suo fianco. Poi lui ha scelto i giocatori. E tutti sanno che qui bisogna stare come in una famiglia. Uno di loro, senza fare nomi, aveva un problema di separazione con la moglie: sono andato in tribunale a risolvere la questione. Il suo rendimento è migliorato. Quando hanno un problema, vengono a casa mia a Mercogliano. Mia moglie Gina conosce i gusti di tutti. Burlacu ama la carne alla brace, Cavaliero la pizza, Green la pasta. A tavola si risolve ogni cosa. Perché se giochi con queste motivazioni ci si diverte. Se gli consenti di fare i mercenari quelli sono sempre stanchi".

RACCATTAPALLE - Già la famiglia. Ma oggi Green, Smith e Williams sono inseguiti da mezza Europa. Ercolino mostra di sapere il fatto suo: "Ci siamo già parlati. Solo la Nba potrà strapparci i nostri campioni. Resteranno perché la base di questa squadra non si tocca. Il gruppo è fondamentale". Poi racconta un episodio gustoso, quando arrivò Green nel suo ufficio: 'Guardai mio figlio Luigi e gli dissi "chisto è o’ primmo pacco da vita mia!'. Così piccolo pensavo avessimo preso un raccattapalle... Ora ce lo invidiano tutti".

PALASPORT - Perché fermarsi in questo sogno a occhi aperti? "Siamo la prima antagonista di Siena per lo scudetto. E in Eurolega ci possiamo arrivare. Certo, il vecchio palazzetto non basta. Ne ho già progettato uno da 8mila posti. Durante l’intervallo della finale ne parlavamo con il sindaco Galasso. Se la burocrazia non mi blocca il project financing, sono pronto a costruirlo prefabbricato in meno di sei mesi. E con i proventi che potranno arrivare dai concerti si potrà autofinanziare la squadra". Avellino, che non aveva mai vinto un titolo così prestigioso nella sua storia sportiva, vive questo momento elettrizzante con un tifo sano. In 2500 a Bologna, al Paladelmauro sostengono i propri beniamini senza tifare-contro e cantando a lungo anche a fine match. Un atteggiamento da salvaguardare, che Ercolino sostiene col suo stile: "Dopo l’ultima sconfitta interna con Rieti, invece di arrabbiarmi, invitai a casa mia il presidente Papalia a cena. Tanto Gina è sempre pronta a cucinare per tutti". Terzo tempo. E terza via per il basket?

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Sprewell piange miseria

Dal parquet al lastrico

L'ex fuoriclasse di New York e Golden State nel 2005 rinunciò a un'offerta da 21 milioni di dollari dichiarando inadeguata l'offerta. Ora i suoi conti sono in rosso: ha dovuto vendere lo yacht e deve 300.000 dollari alle banche

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Latrell Sprewell è nato l'8 settembre 1970. Reuters

MILANO, 12 febbraio 2008 - Latrell Sprewell aveva mollato la Nba rinunciando a un contratto da 21 milioni di dollari per tre anni. La giustificazione di questo gesto? Semplice: "Ho una famiglia da mantenere, mi merito uno stipendio migliore", parola dell'ex guardia di Minnesota, New York e Golden State che da allora viene ricordato più per questa infausta uscita che per gli indubbi meriti sul campo. Chissà se ora, nella più classica delle "sliding doors" (le porte scorrevoli della vita), Spree non starà pensando: "Però, quanto mi farebbe comodo, ora, quel mucchio di soldi".

SUL LASTRICO - Era il 2005, e Latrell aveva detto stop dopo 13 stagioni nel campionato di basket più famoso del mondo. Invano ha atteso, in tutti questi anni, un'offerta da parte di un'altra franchigia Nba. Si era parlato di San Antonio, Dallas, ma niente; nel frattempo, in compenso, Spree ha continuato a vivere, lontano dal parquet, collezionando debiti. Troppi. Tanto che nel giro di un mese è stato costretto a vendere il suo yacht perché non riusciva più a permettersi di pagare l'assicurazione, e l'appartamento che aveva comprato a Milwaukee nel 1993. Non basta, perché l'ex T'Wolves deve ancora circa 300mila dollari alle banche.

TALENTO E INDISCIPLINA - Mancava solo il conto in rosso al curriculum di Sprewell, guardia tanto talentuosa quanto indisciplinata. New York è impazzita per lui quando, da testa di serie numero 8, l'ha portata alla finale Nba del 1999 contro San Antonio, persa per 4-1; a Oakland, invece, lo ricordano come colui che per poco non strozzò il suo allenatore. Esattamente undici anni fa dopo un allenamento, quando giocava a Golden State, Spree mise le mani al collo di P.J. Carlesimo, e ci volle l'intervento dei compagni per evitare il peggio. Lui venne squalificato per una stagione, e il contratto rescisso d'ufficio. Una testa che tendeva a scaldarsi, insomma: come quando picchiò la sua fidanzata davanti ai figli, o quando venne accusato di violenza sessuale nei confronti di una 21enne a bordo del suo yacht, ora di proprietà di un altro. Colpa dei debiti, e forse di quel gran rifiuto al prolungamento del contratto.

Gazzetta.it

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