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Dwyane Wade sotto i ferri

Miami ormai senza lacrime

Stagione finita per la stella degli Heat che sarà operato al ginocchio sinistro e dovrà stare fermo oltre un mese. "Dobbiamo pensare alla sua salute e aiutarlo a tornare quello di prima" ammette Pat Riley

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Dwyane Wade è nato a Chicago il 17 gennaio 1982. Afp

NEW YORK, 10 marzo 2008 - Ennesima tegola per i tifosi di Miami che adesso non possono fare altro che sperare che questa disastrosa stagione finisca il prima possibile. La stella Dwyane Wade, che rappresenta l’unica ragione per la quale ancora qualche abbonato (gli spettatori paganti sono molto scarsi) si presenta all’American Airlines Arena per le partite casalinghe degli Heat, infatti, ha deciso di fermarsi e salterà il resto della stagione. Wade ha ancora dei problemi al ginocchio sinistro e in settimana si sottoporrà a un intervento molto particolare chiamato OssaTorn che lo terrà lontano dal parquet per almeno 30 giorni. Poi il giocatore inizierà la rieducazione e dovrebbe essere abile e arruolato per la convocazioni in Nazionale in vista dell’Olimpiade di Pechino.

DELUSIONE - “Credo sia arrivato il momento di fermare Dwyane – commenta un Pat Riley sempre più deluso – dobbiamo pensare alla sua salute e siamo convinti che questo procedimento lo aiuterà a tornare quello di prima”. Anche gli Heat vorrebbero fortemente tornare quelli di prima, quelli capaci di entusiasmare il pubblico e far tremare un po’ tutti nella Eastern Conference, ma la transizione per il dopo Shaq sembra più complicata del previsto. Miami può vantare il deludente record 11-50 (nessuno nella Nba ha fatto peggio) e l’unica speranza in questo momento per Pat Riley potrebbe arrivare dalla lotteria di maggio in cui si determinerà l'ordine dis celta per il draft.

FUTURO - Se la lotteria premiasse Miami con la prima scelta assoluta il pick cadrebbe quasi sicuramente su Michael Beasley di Kansas State, un giocatore in grado di fare la differenza nella Nba già nel suo anno da matricola. Ma potrebbe non bastare per tornare ai livelli auspicati dai tifosi di Miami. Shawn Marion, infatti, potrebbe esercitare la clausola sul proprio contratto e diventare un free agent, lasciando così una voragine nel roster degli Heat. In teoria Riley potrebbe utilizzare il 17 milioni di dollari lasciati eventualmente sul piatto da Marion per assicurarsi qualche free agent interessante, ma con una squadra in caduta libera operare sul mercato diventa davvero difficile. Sono però discorsi prematuri, adesso le preoccupazioni per Pat Riley arrivano dalle condizioni fisiche di Wade.

Gazzetta.it

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Shaq ha fatto un volo nel pubblico spettacolare!! 200 kg in volo! :shock2:

fortuna che non cera nessuno sotto :wink::shock2:

porgo le mie condoglianze agli heat che quest'anno non sono riusciti a trovar pace e sembra di ritornare agli inizi quando era una squadra sotto la mediocrità... vediamo se la prossima stagione con pat riley riusciranno a risollevarsi e fare una stagione dignitosa...

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Arriva la March Madness

Goditela con la vasectomia

Il torneo finale del campionato universitario è alle porte. Un centro urologico dell'Oregon lancia una campagna a favore dell'intervento per trascorrere la convalescenza con un'abbuffata di partite

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Deon Thompson, 19 anni, e i North Carolina Tar Heels sono tra i favoriti per il torneo Ncaa. Reuters

NEW YORK, 11 Marzo 2008 - Si sa che nel marketing gli americani sono in assoluto i numeri uno. Lo sport usato come veicolo pubblicitario, poi, sostengono a Madison Avenue, la culla dei pubblicitari americani, ha sempre successo. Così dall’Oregon arriva l’ultima trovata. L’Oregon Urology Institute, infatti, ha lanciato una campagna pubblicitaria davvero rivoluzionaria che ruota attorno al Torneo Ncaa, uno degli eventi più amati dal pubblico sportivo a stelle e strisce. “Volete vedere March Madness in pace? – urla lo spot radiofonico che sta facendo impazzire l’Oregon – Adesso potete avere la scusa giusta, venite all’Oregon Urology Istiture alla vigilia dell’inizio del torneo e sottoponetevi a una vasectomia”.

48 ORE DI RIPOSO - Assurdo? Forse, ma la campagna pubblicitaria sembra avere grande successo. L’idea del presidente dell’istituto Terry Fitzpatrick nasce dal fatto che in teoria gli uomini che si sottopongono alla vasectomia hanno bisogno di almeno un paio di giorni di riposo per recuperare dall’intervento, ma non tutti ascoltano i consigli del medico. Fitzpatrick sostiene che un suo paziente in passato ha addirittura “festeggiato” l’intervento con un lungo giro in moto, con risultati decisamente dolorosi.

CACCIA AL POSTO - Così Terry Fitzpatrick ha pensato che il giorno migliore per accontentare i suoi potenziali clienti sarebbe proprio il 19 di marzo, alla vigilia del torneo Ncaa. “Abbiamo 24 posti a disposizione per quel giorno e contiamo di riempirli tutti – sostiene il direttore dell’Oregon Urology Institute – per adesso siamo a quota 16. Ci sembra la soluzione ideale per poi avere la scusa giusta per restare a casa a guardarsi le partite del torneo Ncaa così da poter recuperare al meglio”. L’esperimento verrà ripetuto anche il 26 di marzo, il giorno prima della seconda fase di March Madness.

PARTNER - La Ncaa però non fa salti di gioia visto che non vuole assolutamente vedere il proprio marchio utilizzato da chi non è un “partner ufficiale” e non paga quindi vagonate di dollari ai burattinai dello sport universitario. L’Oregon Urology Institute però da un punto di vista legale ha fatto le cose per bene non nominando mai formalmente nel loro spot la Ncaa. Una campagna pubblicitaria fantasiosa, non c’è che dire, che sembra aver avuto un impatto interessante sulla popolazione maschile dell’Oregon.

Gazzetta.it

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Inarrestabile Houston

I Rockets superano New Jersey e centrano la diciannovesima vittoria consecutiva, pareggiando la terza serie più lunga di sempre. Triple doppie per LeBron James e Hedo Turkoglu. Cinquantesimo successo stagionale per i Boston Celticst. Dwyane Wade sotto i ferri

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Mike Harris contro Nenad Krstic. Afp

NEW YORK, 11 marzo 2008 - Houston con 19 vittorie di fila pareggia la terza serie più lunga di sempre. San Antonio si riprende contro Denver, triple doppie per LeBron James (vittoria dei Cavs su Portland) e Hedo Turkoglu (vittoria Magic su Atlanta). 50° successo stagionale per i Boston Celtics.

Houston Rockets-New Jersey Nets 91-73

Ma si, facciamo diciannove! Tante sono ora le vittorie consecutive dei Rockets, sette dall’infortunio di Yao Ming che in teoria avrebbe dovuto arrestarli. Houston pareggia così la terza serie più lunga della Nba (Lakers 1999-2000) ed è a una sola gara dalle 20 dei Milwaukee Bucks 1970-71. Inoltre, questa è la decima vittoria consecutiva con almeno 10 punti di scarto, ottenuta soprattutto con un eccellente lavoro difensivo (appena 47 punti concessi ai Nets nei primi tre quarti e +23). Più di tutto, però, conta il fatto che adesso Rick Adelman e i suoi giocatori sono a una sola partita dai Lakers e dagli Spurs, attualmente in vetta alla Western Conference, un risultato non pronosticabile un mese e mezzo fa.

“È favoloso far parte di una squadra che sta scrivendo pagine importanti nella storia di questo gioco”, ha detto Rafer Alston. La furia agonistica di Houston s’è vista tutta nei primi due quarti, quando hanno lasciato i Nets a un misero 9/43 nei tiri dal campo. E intanto c’è chi ha voluto sminuire la striscia dei Rockets parlando di un calendario facile, in quanto solo 8 squadre affrontate nelle ultime 19 gare avevano un record vincente. Ecco la replica di Adelman: “I calendari sono gli stessi per tutti. Se fosse così facile vincere così tante partite perché nessun altro lo ha fatto?”.

Houston: McGrady 19 (5/11, 1/3, 6/7 tl), Scola e Alston 12, Novak 11. Rimbalzi: Hayes 10. Assist: McGrady 4.

New Jersey: Carter 13 (5/15, 3/3 tl), Jefferson 12, Harris 10. Rimbalzi: Carter e Diop 8. Assist: Carter, Diop e Jefferson 3.

San Antonio Spurs-Denver Nuggets 107-103

Gli Spurs si prendono la rivincita su coloro che avevano interrotto la loro serie di 11 vittorie consecutive. “La differenza tra quella e questa partita è stata la nostra aggressività”, ha detto Kurt Thomas. La partita è stata molto equilibrata, con bei sei situazioni di parità tra le due formazioni nell’ultimo quarto (l’ultima a 2’18 dalla fine, Kenyon Martin per il 100 pari). J.R. Smith e poi ancora Martin sbagliano i tiri del possibile -2, e dalla lunetta ci pensano Ginobili (miglior performance in carriera negli assist) e Bruce Bowen a chiudere il conto (107-100 a 16 secondi dalla fine). I Nuggets, malgrado il record positivo di 37-26, al momento sarebbero fuori dai playoff. “Stiamo facendo una buona stagione, ma quest’anno sta accadendo qualcosa di incredibile”, ha detto a questo proposito coach Karl.

San Antonio: Duncan 23 (7/15, 9/10 tl), Parker 16, Thomas e Ginobili 13, Bowen 11, Bonner 10. Rimbalzi: Duncan 18. Assist: Ginobili 14.

Denver: Iverson 28 (6/16, 3/6, 7/7 tl), Smith 22, Anthony 18, Martin 16, Carter 10. Rimbalzi: Camby 14. Assist: Iverson, Anthony e Camby 4.

Philadelphia 76ers-Boston Celtics 86-100

Vittoria numero 50 in stagione, la nona consecutiva, per i Celtics, che però non si entusiasmano più di tanto. “Sono solo numeri”, dice coach Rivers, “non ti danno nessun trofeo con 50 vittorie”.

I Celtics hanno iniziato subito fortissimo, andando avanti 15-0 nei primi cinque minuti, ma Phila non ha mollato ed è rientrata fino al 44-44 a 4’01 dall’intervallo.

Garnett ha messo 12 dei primi 14 punti di Boston nel terzo quarto per riallungare (67-54) e quando Philadelphia ha provato a rientrare nell’ultimo quarto è stata rispedita al mittente dalle triple di Posey e House.

Boston, che ha vinto 50 partite per la prima volta dalla stagione 1991-92 (51-31), ha fatto debuttare Sam Cassell (0/3 e 4 falli in 5’).

Philadelphia: Miller 22 (7/19, 0/1, 8/9 tl), Iguodala 17, Smith 12, Young 11, Williams 10. Rimbalzi: Evans 11. Assist: Iguodala 7.

Boston: Garnett 26 (11/14, 4/4 tl), Allen 21, Pierce 17. Rimbalzi: Garnett 12. Assist: Rondo 8

Cleveland Cavaliers-Portland Trail Blazers 88-80

“Onestamente non penso di aver giocato bene. Posso fare decisamente meglio”. Questo è il commento di LeBron James dopo una partita chiusa con una vittoria e una tripla doppia, il che può bastare a spiegare l’attuale livello di questo giocatore.

I Blazers sono stati avanti per tutta la prima metà di gara (anche di 13, 27-14) con un grande LaMarcus Aldridge (17 per lui all’intervallo), poi hanno dovuto fare i conti con LBJ e con la difesa dei Cavs. malgrado l’assenza dell’infortunato Ilgauskas e i problemi fisici a Ben Wallace durante la gara. Cleveland è passata avanti per la prima volta con un gioco da 3 punti di Varejao (62-61) e ha deciso la sfida negli ultimi 2’ costringendo Portland a un’infrazione di 24 secondi e due palle perse.

Cleveland: James 24 (6/14, 1/4, 9/13 tl), Smith 18, Varejao 16, West 10. Rimbalzi: James 10. Assist: James 11.

Portland: Aldridge 25 (11/19, 3/5 tl), Roy 15. Rimbalzi: Aldridge e Webster 10. Assist: Blake 8.

Dallas Mavericks-New York Knicks 108-79

Non ci hanno messo molto i Mavericks a regolare la pratica Knicks: la difesa di coach Johnson ha stritolato i newyorkesi già nella prima metà di gara (54-31) e l’allenatore dei texani ha potuto far riposare il suo quintetto nell’ultimo quarto. I Knicks hanno iniziato sia il primo che il secondo quarto mettendo a segno 1 solo dei primi 13 tiri tentati, rendendo impossibile ogni pensiero di vittoria. A fine gara grandi complimenti da parte di Isiah Thomas per Jason Kidd: “Ha punito ogni nostro errore generando subito punti facili in contropiede, è un grande”.

Dallas: Nowitzki 18 (5/8, 1/1, 5/5 tl), Terry 18 (6/8, 1/1, 3/4 tl), Howard 14, Allen 10. Rimbalzi: Bass 9. Assist: Kidd 9.

New York: Randolph 21 (9/18, 3/5 tl), Lee 14, Crawford 13, Jones 10. Rimbalzi: Randolph 14. Assist: Crawford e Jones 4.

Orlando Magic-Atlanta Hawks 123-112

Con un festival di triple e la seconda tripla doppia in carriera di Hedo Turkoglu, che sta giocando una stagione fantastica, i ragazzi di Stan Van Gundy regolano senza problemi gli Atlanta Hawks. Orlando ha tirato un 9/16 da fuori nella prima metà di gara (chiudendo a 15/28), compresa la tripla allo scadere di Turkoglu per il +21 all’intervallo (74-53). Nel terzo e quarto periodo i Magic hanno tranquillamente amministrato la gara, senza mai scendere sotto i 10 punti di margine. Sulla sua performance, Turkoglu ha detto: “Ho sempre saputo di avere il talento per fare queste cifre, qui a Orlando ho molte più occasioni di dimostrarlo”.

Orlando: Howard 26 (8/14, 10/15 tl), Turkoglu 23, Lewis 22, Bogans 19, Nelson 13, Arroyo 11. Rimbalzi: Howard 16. Assist: Turkoglu 13.

Atlanta: Johnson 23 (9/17, 2/3, 3/4 tl), Bibby 23, Smith e Stoudamire 16, Williams 11. Rimbalzi: Smith 12. Assist: Johnson 11.

Miami Heat-Los Angeles Clippers 98-99

Senza Dwyane Wade per il resto della stagione, Miami sa che è già destinata a essere la squadra con il peggior record della stagione. Malgrado questo gli Heat hanno sfiorato il successo contro i rossoblu, ma il tiro di Ricky Davis è andato sul ferro allo scadere.

I Clippers avevano giocato nettamente meglio nei primi due quarti, arrivando al +16 (56-40 a 2’01 dall’intervallo), ma un parziale di 23-4 degli Heat aveva ribaltato la situazione (74-65 con 5 consecutivi di Davis). Cuttino Mobley, in seguito, ha segnato 12 punti nell’ultimo quarto, compresi i tiri liberi del 99-98 a 2” dalla sirena.

Miami: Davis 28 (6/9, 4/5, 3/5 tl), Cook 23, Marion 17, Blount e Williams 11. Rimbalzi: Marion 17. Assist: Davis 6.

LA Clippers: Mobley 29 (9/13, 2/2, 5/7 tl), Thornton e Maggette 22, Dickau 10. Rimbalzi: Thornton 10. Assist: Dickau 4.

Gazzetta.it

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nella partita houston-new jersey troppo bello il segno di jefferson dopo aver schiacciato in testa a dikembe mutombo... praticamente ha fatto come un "no" con il dito indice a mutombo che a sua volta lo usava quando stoppa un giocatore... :mrgren:

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I Suns travolgono Memphis

Colpo esterno dei Blazers

Phoenix alla seconda vittoria consecutiva. Portland, trascinata da Brandon Roy, ha la meglio in casa dei Timberwolves. Chicago tiene vive le sue speranze superando i Jazz, vincono anche Washington e Indiana

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Brandon Roy di Portland va a canestro. Epa

12 marzo 2008 - Così le sfide Nba della serata di ieri.

Chicago Bulls-Utah Jazz 108-96

I Bulls, che dicono ancora di voler puntare ai playoff, per una sera hanno deciso di tener fede alle promesse, facendo inchinare una delle migliori squadre dell’Ovest che, però, ha dimostrato ancora una volta di patire oltremodo lontano da casa (14-20 il record in trasferta, a fronte del 42-23 totale). “Penso che molti di noi si sono stufati di sentire solo cose negative”, ha detto Luol Deng a proposito della prova dei compagni. Il lavoro sotto canestro di Drew Golden ha pesato molto (anche 3 stoppate). Utah era sotto di 13 già all’intervallo (55-42), con i Bulls precedentemente autori di un 22-5 per ribaltare dal 10-18 al 32-23 (con 8 punti nel parziale del rientrante Sefolosha). Ma a spezzare le speranze di rimonta è stato Ben Gordon: prima con due triple consecutive per chiudere il terzo quarto a +15 (86-71), poi un’altra nell’ultimo quarto per dare il colpo di grazia (103-90 a 4’52 dalla fine). “Quando criticano la mia squadra, io rispondo che in spogliatoio c’è gente di carattere che ci tiene al suo lavoro. Siamo una squadra di basket, non una soap opera”, ha dichiarato coach Jim Boylan riferendosi alle dure critiche apparse sulla stampa di Chicago negli ultimi giorni. “Ci hanno battuti a rimbalzo (48-34) e ci hanno aggrediti dall’inizio alla fine, noi non siamo mai riusciti a invertire la rotta”, ha detto da parte sua Jerry Sloan, che non ha nemmeno potuto godersi appieno il ritorno in campo di Kirilenko (29 minuti in campo per il russo).

Chicago: Gooden 24 (11/18), Gordon 19, Deng 14, Hinrich 13, Sefolosha 11, Thomas 10. Rimbalzi: Gooden 10. Assist: Hinrich 6. Utah: Okur 22 (5/9, 2/6, 6/8 tl), Williams 20, Brewer 14, Kirilenko 12, Boozer 10. Rimbalzi: Okur 18. Assist: Williams 10.

Phoenix Suns-Memphis Grizzlies 132-111

È bastato un primo tempo di fuoco ai Suns per cogliere per la prima volta due vittorie consecutive da quando Shaquille O’Neal ha raggiunto la squadra. I derelitti Grizzlies (17 sconfitte nelle ultime 19 partite) non hanno offerto alcun tipo di resistenza, ed erano già sotto 72-41 dopo due quarti, con statistiche allarmanti alla voce punti in area (46-20 Suns) e in contropiede (20-1 Suns). I Suns sono anche arrivati ad avere 39 punti di vantaggio nel terzo quarto (98-59), ma Steve Nash richiama tutti alla realtà: “Non mi esalterei troppo per questa vittoria. Stiamo migliorando ma abbiamo ancora moltissimo da fare”.

Phoenix: Stoudemire 29 (12/17, 5/5 tl), Bell 20, Barbosa e Giricek 18, Hill 17. Rimbalzi: Stoudemire 13. Assist: Nash 8. Memphis: Gay 20 (7/12, 2/3), Miller e Milicic 12, Lowry 11, Conley 10. Rimbalzi: Gay 9. Assist: Conley 4.

Washington Wizards-Milwaukee Bucks 105-97

Difesa sotto accusa per i Bucks, ancora privi di Williams e Yi Jianlian. “Abbiamo concesso troppe schiacciate, è inaccettabile”, dice Michael Redd. Dall’altra parte, se Arenas e Butler non sono ancora rientrati, c’è ottimismo e soddisfazione per aver ritrovato la vittoria in casa. Washington ha chiuso avanti all’intervallo 57-44 con 10 schiacciate già andate a segno, ma i Bucks hanno rimontato nel terzo periodo (parziale 33-22) tirando il 71% dal campo, ma sarà Nick Young, il rookie di Washington, il protagonista della serata. Per lui massimo in carriera nei punti e alcune giocate decisive come il 2+1 (dopo un rimbalzo d’attacco) dentro al parziale di 12-2 che ha spezzato la parità a 83 e dato un comodo vantaggio ai padroni di casa (95-85 a 6’43 dalla fine, con Jamison a segno).

Washington: Jamison 23 (10/18, 1/4), Young 22, Haywood e Blatche 15, Songaila e Daniels 11. Rimbalzi: Jamison 8. Assist: Stevenson e Daniels 6. Milwaukee: Redd 26 (9/15, 0/3, 8/10 tl), Villanueva 24, Bogut 23. Rimbalzi: Villanueva 16. Assist: Mason e Ivey 5.

Minnesota Timberwolves-Portland Trail Blazers 96-103

Partita da leader vero di Brandon Roy contro la formazione che lo aveva scelto (per poi scambiarlo, ottenendo Randy Foye). È stato lui a guidare la squadra a un break di 12-2 importantissimo per dare ai suoi l’inerzia definitiva della gara (99-90 a 1’20 dalla fine, con 6 punti e 2 assist per Roy nel parziale). Minnesota, malgrado i 12 punti di Jefferson nell’ultimo quarto, ha dimostrato i limiti di sempre, ovvero poca maturità ed esperienza a fronte di un talento senz’altro interessante, ma ancora troppo grezzo.

Minnesota: Jefferson 20 (10/21), McCants 18, Gomes 16, Smith 15, Jaric 12. Rimbalzi: Jefferson 10. Assist: Foye 8. Portland: Roy 27 (8/17, 1/3, 8/9 tl), Aldridge 20, Webster e Jones 13, Blake 11. Rimbalzi: Przybilla 10. Assist: Roy 9.

Indiana Pacers-Seattle SuperSonics 114-107

Mike Dunleavy ha dimostrato di saper essere un giocatore duro. Malgrado una distorsione alla caviglia nel secondo quarto e una gomitata subita nel terzo, l’ex Warriors ha giocato una grande partita, anzi, ha segnato 12 punti in 13 minuti dopo il colpo ricevuto al viso. Con questo successo i Pacers sono a due vittorie dall’ottavo posto a Est – l’ultimo utile per i playoff. Un immenso Kevin Durant ha tenuto i Sonics in partita finchè ha potuto, poi un 6-0 costruito da Dunleavy, Murray e Rush (96-87 a 8’10 dalla fine) ha dato a Indiana un vantaggio da gestire fino a fine gara.

Indiana: Dunleavy 32 (6/11, 4/5, 8/10 tl), Granger 23, Murphy 19, Diener 11. Rimbalzi: Foster 11. Assist: Diener 9. Seattle: Durant 27 (6/13, 1/1, 12/13 tl), Green e Collison 15, Wilcox 13, Watson e Ridnour 12. Rimbalzi: Collison 8. Assist: Ridnour 8.

Gazzetta.it

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Bene il Mago, Kobe di più

Andrea Bargnani segna 15 punti con 6 rimbalzi e 6 assist nella sconfitta 117-108 di Toronto sul campo dei Los Angeles Lakers. Bryant protagonista con 34 punti

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Andrea Bargnani, 22 anni, a rimbalzo contrastato da Radmanovic, 27. Reuters

NEW YORK, 12 marzo 2008 - Toronto, sempre priva di Chris Bosh, gioca la sua onesta partita e rende la vita difficile ai Lakers. Kobe Bryant però fa la differenza e la squadra di Los Angeles alla fine vince 117-108. I Lakers iniziano senza la giusta intensità e Toronto pur non tirando benissimo riesce a rimanere a galla. Andrea Bargnani viene dimenticato in attacco nel primo quarto, realizza l’unica conclusione dal campo che tenta, poi a metà della frazione deve tornare in panchina dopo essersi visto fischiare contro il suo secondo fallo. La squadra di casa ci mette un po’ a carburare e fa fatica contro l’aggressiva zona di Toronto. Ma il solito Kobe Bryant risolve, almeno parzialmente, i problemi di Phil Jackson realizzando 13 punti nel primo quarto. I Raptors, comunque, chiudono la frazione avanti 25-22.

PRIMO TEMPO - Nel secondo quarto coach Jackson prova a dare la scossa alla sua truppa mettendo sul parquet il dimenticato Coby Karl, raramente utilizzato in questa stagione, e il figlio del tecnico di Denver fa il suo dovere. Los Angeles sembra un po’ svogliata, ma con il tiro dalla lunga distanza (un eccellente 9/17 da tre nel primo tempo) ritorna davanti, arrivando anche al +7. Sam Mitchell rimette Bargnani sul parquet a 6’20’’ dal riposo e l’azzurro negli ultimi minuti del primo tempo realizza sette punti, mostrando un’ottima vena in attacco. Toronto però fa fatica a contenere Kobe Bryant e un buon Derek Fisher e va al riposo sotto 58-52.

SECONDO TEMPO - Stando alle statistiche va ancora di lusso alla compagine canadese che concede ben il 57% dal campo ai Lakers nel primo tempo, contro il 42% dei Raptors. Nel terzo quarto la musica non cambia. I Lakers controllano la gara senza brillare più di tanto, ma Toronto riesce a rimanere aggrappata ai padroni di casa. TJ Ford fa venire il mal di testa alle guardie di Los Angeles ma Kobe ogni volta che accelera diventa immarcabile. Andrea Bargnani sembra in palla ma Sam Mitchell lo manda in panchina nelle battute finali del terzo quarto e si dimentica di lui, riportandolo sul parquet solamente a 3’36’’ dalla sirena con Toronto indietro di 10 lunghezze.

EPILOGO - I Raptors non si arrendono e un bel canestro dell’azzurro a un minuto dalla sirena li riporta al –6. La tripla di Derek Fisher sul susseguente possesso offensivo di Los Angeles però chiude ogni discorso. Un buon Andrea Bargnani mette a referto 15 punti (4/6 da due, 1/4 da tre e 4/4 ai liberi), sei rimbalzi e sei assist in 29’ di gioco.

Los Angeles: Bryant 34 (8/12, 4/:banghead:, Odom 20, Fisher 18. Rimbalzi: Odom 9. Assist: Bryant 7.

Toronto: Ford 28 (10/22 1/1), Parker 21, Nesterovic 18, Bargnani 15. Rimbalzi: Nesterovic 8. Assist: Bargnani, Calderon 6.

Gazzetta.it

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Top 16 - 5° Giornata

Mercoledì 12 Marzo 2008, ore 18.15

CSKA Moscow - Unicaja

Mercoledì 12 Marzo 2008, ore 19.15

Lietuvos Rytas - Fenerbahce Ulker

Mercoledì 12 Marzo 2008, ore 20.30

Tau Ceramica - Aris TT Bank

Lottomatica Roma - AXA FC Barcelona

Giovedì 13 Marzo 2008, ore 19.15

Efes Pilsen - Partizan Igokea

Zalgiris Kaunas - Olympiacos

Giovedì 13 Marzo 2008, ore 20.45

Panathinaikos - Montepaschi Siena

Real Madrid - Maccabi Elite Tel Aviv

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Impresa Roma: Barça k.o.

La Lottomatica batte 68-63 i catalani in Eurolega, trascinata da Lorbek e dalla difesa, e resta in corsa per la la qualificazione ai quarti di finale. Sarà decisiva l'ultima giornata, a Malaga: servono una vittoria e il successo di Mosca su Barcellona

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Erazem Lorbek al tiro: è stato decisivo contro il Barcellona. LaPresse

ROMA, 12 marzo 2008 – Roma ha un cuore grande così. Punto. E lo dimostra il fatto che nella vittoria per 68-63, la difesa romana è riuscita a tenere a soli 2 punti in totale, il trio delle meraviglie Kasun, Basile e Lakovic. Punto. Il resto è tanto cuore, tanta difesa e una voglia pazzesca di non mollare mai, di non gettare al vento una partita giocata con grandissima intensità.

INIZIO E l’inizio della Lottomatica era stato davvero indicativo. Pronti via e subito sul 6-0 che diventa in poche azioni 10-2. La partenza è tutta per David Hawkins e Erazem Lorbek che in 10 minuti sbagliano un solo tiro in due. Lo stesso Hawkins si attacca al pericolo pubblico numero uno: Gianluca Basile. Risultato sbalorditivo visto che alla fine del primo quarto Roma è avanti sul 22-12 con Basile che chiude con un solo tiro tentato. E sbagliato. Si torna in campo e Pascual mischia le carte con un quintetto del tutto inedito con Kasun e Basile seduti in panca e Ilyasova a tentare di tenere la barca a galla. Roma fugge sul 30-18, ma una tripla di Grimau e i liberi di Kasun riportano la gara a vista (30-25 per i romani). Ma è il ritmo degli spagnoli che aumenta col passare dei minuti. Torna in campo anche Lakovic, con Grimau che insiste dalla distanza e alla pausa lunga, Roma è avanti solo di 3 (33-30).

RIPRESA Si torna in campo dopo la pausa lunga con Roma che chiude le maglie e vola in contropiede: Ukic con una tripla allontana il Barcellona (42-34). A quel punto, però, il capitano del Barcellona, Roger Grimau, decide di lanciare la sua truppa all’attacco: segna una tripla che apre la difesa di Roma in due. Gli spagnoli tornano in gara fino al 42-40 firmato sempre dal capitano. Le due squadre se le danno di santa ragione. Nessuna arretra di un solo centimetro. E sempre Grimau firma il sorpasso del Barcellona nell’ultimo minuto di gioco del terzo periodo con gli spagnoli che passano addirittura in vantaggio chiudendo sul 50-46 grazie ad un terrificante 16-4 di parziale. Si torna in campo per l’ultimo faccia a faccia e Barca subito via sul 54-61, ma Gabini non ne vuole sapere di arrendersi. Roma rientra, Ukic firma il pari quando mancano 3 minuti. Si parte dal 61-61 e ciò che Grimau aveva creato, Grimau riesce ha letteralmente a distruggere a una manciata di secondi dalla fine, commettendo un tecnico che riporta Roma avanti di due e palla in mano. Hawkins segna i liberi del 68-63 finale. Vittoria che tiene Roma in Europa. Ora, nell'ultimo turno, per andare ai quarti, servono un successo a Malaga e la vittoria di Mosca a Barcellona

Lottomatica Roma: Lorbek 16, Hawkins e Ukic 11, Stefansson 8.

AXA Barcellona: Grimau 21, Trias 17, Ilyasova 9.

Gazzetta.it

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Salta il derby italiano

Davis stende Toronto

Golden State continua a ignorare Belinelli, solo Bargnani gioca la sfida alla Oracle Arena. I Raptors rimontano dopo un pessimo primo tempo ma nel finale decide il veterano (10 punti e 6 assist nell'ultimo quarto). Per Bargnani, trascurato dai compagni nei primi due quarti, 14' in 31 minuti

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Baron Davis taglia in due la difesa di Toronto. Reuters

NEW YORK, 13 marzo 2008 - Avrebbe dovuto essere una di quelle date da sottolineare con la matita rossa per tutti gli amanti della pallacanestro italiana. Golden State-Toronto, il “derby italiano”, la sfida tra Andrea Bargnani e Marco Belinelli. Ma purtroppo in questo momento del bolognese si sono perse le tracce. A Don Nelson, infatti, del derby italiano non importa nulla e tanto per cambiare lascia l’ex stella della Fortitudo in panchina per tutto il match. Il derby così diventa decisamente insipido.

SUPER ELLIS - Golden State, comunque, non si fa troppi problemi, supera Toronto 117-106 al termine di un match intenso e divertente, e conquista così la sua settima vittoria nelle ultime otto gare. Un successo però sudato, nonostante un primo tempo nel quale i Warriors giocano sul velluto. Toronto, infatti, ci mette davvero tanto a carburare e nel primo quarto non riesce a rallentare l’attacco dei padroni di casa. Monta Ellis fa quello che vuole e i Raptors subiscono senza mai rispondere, concedendo così ben 35 punti (contro i soli 17 dei canadesi) a Golden State nella frazione. Andrea Bargnani viene completamente dimenticato dai compagni in attacco e chiude il primo tempo senza punti a referto.

AFFIDABILITA' FORD - Toronto però nel secondo quarto riesce a rispondere allo strapotere dei Warriors, che arrivano anche al +20, grazie ai canestri di un TJ Ford in forte crescita. Con l’ex giocatore di Texas sul parquet l’attacco della squadra canadese acquista imprevedibilità e Toronto così torna sotto. Cresce anche Anthony Parker e la truppa di Sam Mitchell ritrova fiducia. Golden State in attacco continua a fare male, anche senza l’ausilio di una delle sue armi preferite, il tiro dalla lunga distanza (alla fine i padroni di casa chiudono con un deludente 5-23 da tre), ma Toronto nella ripresa risponde colpo su colpo. Inizia a produrre anche un Andrea Bargnani finalmente cercato con una certa continuità in attacco. La partita diventa interessante e nell’ultimo quarto l’Oracle Arena si infiamma. Toronto riprende Golden State a 7’45’’ dalla sirena e, grazie ai troppi falli evitabili di Baron Davis e compagni, entra anche nel bonus, complicando così i piani di Don Nelson. Ma appena Davis sente il fiato degli avversari sul collo cambia marcia. "Il Barone", infatti, prende per mano i Warriors mettendo a referto 10 punti e sei assist nel quarto periodo. Ellis e Jackson ritrovano confidenza con il canestro, Golden State scappa e Toronto va così ko.

Andrea Bargnani chiude con 14 punti (3/6 da due, 2/3 da tre e 2/4 ai liberi), tre rimbalzi, tre assist e una stoppata in 31’ di gioco.

Golden State: Ellis 33 (14/19), Davis 23, Jackson 19. Rimbalzi: Pietrus 8. Assist: Davis 15.

Toronto: Ford 23 (8/16, 0/2), Parker 22. Rimbalzi: Parker 9. Assist: Ford 8.

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Houston, 20 per la storia

Che volata ad Ovest!

I Rockets passano ad Atlanta e eguagliano la seconda striscia ogni epoca di vittorie consecutive. New Orleans travolge San Antonio, tre squadre appaiate a un successo dai Lakers. A Cleveland non bastano i 42 di LeBron James

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Mutombo e Hayes festeggiano la 20ª vittoria consecutiva di Houston. Ansa

NEW YORK, 13 marzo 2008 - Si fa sempre più serrata la lotta per il primato della Western Conference, con la clamorosa vittoria di New Orleans sui campioni di San Antonio e il ventesimo successo consecutivo di Houston, che pareggia la seconda serie vincente più lunga di sempre. Philadelphia soprende i Pistons a Detroit, bene Orlando e Boston. LeBron deve cedere in casa dei Nets malgrado i suoi 42 punti.

New Orleans Hornets-San Antonio Spurs 100-75

È qui la festa, dicono David West e Chris Paul, che con questo successo rimangono agganciati al treno per la vetta della Western Conference (adesso ci sono ben tre squadre a una sola vittoria dai Lakers!). San Antonio è stata letteralmente asfaltata nell’ultimo quarto (24-:woohoo:, con Paul (che ha resistito bene anche alla dura “cura Bowen”) a ispirare il suo lungo e a far toccare il +20 ai suoi Hornets con la tripla del 91-71. “Loro hanno tanti veterani e hanno cercato di metterla sul fisico, pensandoci molto più inesperti. Sono contento di come la squadra abbia risposto sul campo”, ha commentato West. “Hanno fatto canestro da tutte le parti, è difficile vincere quando è così”, ha detto Manu Ginobili. “Non penso che siamo stati così orribili, abbiamo giocato peggio altre volte. Sono stati loro ad eseguire alla grande”. San Antonio ha pagato da parte sua la serata di pessima mira (2/18 da 3 punti, 7/17 ai tiri liberi con Parker a 2/:18:. Gli Hornets erano scappati all’inizio del terzo quarto, con un parziale di 16-5 (con 6 punti a testa di Paul e West) per andarea a +14 (68-54 a 3’15 dalla fine del terzo quarto). Gli Spurs non sono mai riusciti a rientrare oltre i 9 punti di margine, prima di crollare nell’ultimo parziale.

New Orleans: West 29 (13/20, 1/2), Paul 26. Rimbalzi: West e Chandler 10. Assist: Paul 17.

San Antonio: Duncan 24 (10/16, 4/6 tl), Parker 24 (8/13, 2/3, 2/8 tl), Ginobili 11. Rimbalzi: Duncan 11. Assist: Ginobili e Parker 4.

Atlanta Hawks-Houston Rockets 75-83

Houston pareggia anche la serie di 20 vittorie consecutive stabilita dai Milwaukee Bucks nella stagione 1970-71, la seconda più lunga della storia dietro a quella inarrivabile (almeno, probabilmente) di 33 dei Lakers 1971-72. “Sono contento di questa vittoria perché non abbiamo giocato bene nel primo tempo (33-32 per gli Hawks) e non abbiamo avuto buone percentuali”, dice McGrady, “nemmeno i Chicago Bulls delle 72 vittorie in stagione hanno fatto una striscia come la nostra, è incredibile”. Ed è stato proprio McGrady a mettere la firma sulla vittoria, andando a segnare 5 punti per il parziale di 10-0 che ha allontanato definitivamente gli Hawks (81-71 a 1’53 dalla fine). È la seconda vittoria consecutiva concedendo meno di 80 punti per Houston, che comunque in questa serie di 20 successi ne ha concessi i media 89 agli avversari.

Atlanta: Johnson 28 (6/18, 3/7, 7/8 tl), Smith 16, Horford 11. Rimbalzi: Smith 22. Assist: Bibby e Horford 4.

Houston: McGrady 28 (9/23, 1/5, 7/12 tl), Battier 15. Rimbalzi: Scola e Hayes 12. Assist: Alston 7.

Detroit Pistons-Philadelphia 76ers 82-83

Vittoria pesante per i 76ers in casa di coloro che rischiano di ritrovarsi contro al primo turno dei playoff. Iguodala e compagni hanno costretto una delle migliori formazioni della NBA nell’esecuzione del gioco a una ratio di 0 tra perse e assist (15-15) e non spaventandosi quando, all’inizio del terzo quarto, i Pistons hanno cercato di dare una spallata decisa alla partita (21-9 di parziale, ribaltato il -6) andando a condurre per 63-57 trovando contributi da Rasheed Wallace, Hamilton, Prince e McDyess. Anzi, Phila è sempre rimasta attaccata alla partita e ha sferrato un colpo pesantissimo con la tripla di Rodney Carney per il +5 a 2’27 dalla fine. Saranno gli ultimi punti della partita, però, per i 76ers, che hanno esultato sull’errore dalla media distanza di Chauncey Billups allo scadere.

Detroit: Wallace 17 (7/11, 1/7), Billups 15, McDyess 14, Prince 13. Rimbalzi: McDyess 11. Assist: Hamilton 4.

Philadelphia: Iguodala 22 (5/18, 1/4, 9/12 tl), Carney 16, Evans 12, Miller e Young 10. Rimbalzi: Dalembert 15. Assist: Iguodala 5.

Boston Celtics-Seattle SuperSonics 111-82

Decima vittoria consecutiva per Boston, che si prepara ad affrontare un ciclo di partite molto duro, un utilissimo test per mettere ulteriormente alla prova la forza di questa squadra. Garnett e compagni ospiteranno Utah per poi giocare in trasferta per 5 volte di fila: a Milwaukee, ma soprattutto a Dallas, San Antonio, Houston e New Orleans! Il successo sui giovani Sonics non è mai stato in discussione (+20 all’intervallo, 64-44 con 27 punti dalla panchina), e allora il principale motivo di interesse era l’esordio casalingo di Sam Cassell, che ha giocato 14’ con 6 punti (3/8 al tiro) e 2 assist nel suo tabellino finale. I Celtics dopo questa gara hanno un record interno di 12-0 contro i team della Western Conference.

Boston: R. Allen 18 (6/7, 2/3), Garnett 18 (7/14, 4/5 tl), Pierce 14, House 11, Posey 10. Rimbalzi: T. Allen 7. Assist: Pierce 11.

Seattle: Durant 16 (7/13, 0/1, 2/2 tl), Petro 12, Watson 11. Rimbalzi: Petro 10. Assist: Watson 7.

Dallas Mavericks-Charlotte Bobcats 118-93

Dallas chiude senza troppi complimenti la serie di 5 vittorie consecutive dei Bobcats, con un Josh Howard finalmente di alto livello (era in difficoltà dall’arrivo di Kidd), elogiato da coach Avery Johnson anche per la sua funzione di stopper sul più pericoloso attaccante avversario, Jason Richardson, costretto a un misero 4/16 nel tiro dal campo. I Mavs hanno segnato almeno 30 punti nei primi tre quarti di gioco, rendendo sostanzialmente inutili gli ultimi 12’ (97-66 dopo 3 periodi). La buona notizia per Charlotte è il ritorno in campo di Gerald Wallace, autore di un 5/12 con 5 rimbalzi catturati nei 22 minuti in cui è rimasto in campo.

Dallas: Nowitzki 26 (6/10, 2/4, 8/8 tl), Howard 24, Bass 16, Dampier 11, Stackhouse e Terry 10. Rimbalzi: Nowitzki 9. Assist: Kidd 8.

Charlotte: Felton 21 (6/10, 2/4, 3/4 tl), Carroll e Wallace 14, Mohammed 12, Richardson 11. Rimbalzi: Okafor 11. Assist: Felton 6.

Orlando Magic-LA Clippers 110-88

Con questo facile successo i Magic sono sicuri di non avere un record perdente per la prima volta dalla stagione 2002-03. “Il prossimo passo è assicurarci la vittoria della Division e il fattore campo al primo turno dei playoff”, dice il coach Stan Van Gundy. Inoltre, con le 11 triple messe a segno, Orlando ha pareggiato il record della franchigia per tiri da fuori segnati in una sola stagione (622). I Magic, malgrado 20 punti di Maggette nella prima metà di gara, hanno chiuso a +15 all’intervallo e non sono mai stati in difficoltà, rispondendo con un parziale di 14-4 al -9 dei Clippers in apertura dell’ultimo periodo (83-64, con 4 triple di Nelson e Turkoglu).

Orlando: Howard 22 (9/14, 4/5 tl), Lewis 19, Turkoglu 17, Evans e Arroyo 13, Nelson 12. Rimbalzi: Howard 13. Assist: Nelson e Lewis 5.

LA Clippers: Maggette 22 (6/11, 0/3, 10/14 tl), Mobley e Thornton 17, Thomas 14. Rimbalzi: Maggette 9. Assist: Knight e Maggette 4.

New Jersey Nets-Cleveland Cavaliers 104-99

LeBron James supera Austin Carr nella classifica dei migliori marcatori di sempre dei Cavs, e adesso è al secondo posto (10.267) ed è ormai prossimo il sorpasso anche a Brad Daugherty, attuale primo (10.389). Malgrado ciò, per una volta, non può uscire dal campo a braccia alzate dopo un grosso bottino personale. I Nets sono partiti fortissimo (19-5, poi 30-13 con 5 punti in fila di Harris) e hanno toccato il massimo vantaggio a 9’30 dalla fine del 3q con Nenad Krstic (68-49). Da lì in avanti Cleveland segna 8 triple (4 Jones, 3 Brown, 1 James) per arrivare fino al -1 a 5’24 dalla sirena (90-89), la risposta – da leader – è di Devin Harris (7 punti con la tripla del 99-93 a 1’29 dalla fine).

New Jersey: Jefferson 24 (7/10, 1/1, 7/8 tl), Nachbar 21, Harris 19, Carter 14, Boone 13, Krstic 10. Rimbalzi: Carter 8. Assist: Carter 6.

Cavaliers: James 42 (10/16, 2/7, 16/23 tl), Brown 19, Jones 12. Rimbalzi: James 11. Assist: James 7.

Milwaukee Bucks-Utah Jazz 110-114

Malgrado un primo quarto da 40 punti (e +14, già 10 e 6 assist per Williams), i Jazz hanno nuovamente rischiato grosso in trasferta, stavolta al Bradley Center. I Bucks rimontano già nel secondo quarto, e addirittura tentano la fuga nell’ultimo, quando ispirati da 9 punti in 3’ di Charlie Bell, e dalla presenza sotto di Bogut, i ragazzi di Kristkowiak arrivano a toccare il +11 (103-92 a 5’05 dalla fine col tap-in dell’australiano). Brewer risponde allo stesso modo: 8 punti in 3’ (di cui 6 dalla lunetta) e nuovo pareggio a 106 con 1’32 sul cronometro. I Jazz passano con Boozer (109-108 a 46” dalla sirena) dopo un’azione prolungata da due rimbalzi in attacco di Okur. Poi, nei possessi successivi, la stoppata di Kirilenko su Redd e il recupero di Boozer su Villanueva hanno permesso a Ronnie Brewer e Deron Williams di scrivere la parola fine dalla lunetta.

Milwaukee: Redd 26 (9/19, 1/2, 5/7 tl), Villanueva 26 (9/14, 2/5, 2/5 tl), Bell 24, Bogut 11, Gadzuric 10. Rimbalzi: Bogut 15. Assist: Bell 5.

Utah: Williams 26 (9/15, 1/3, 5/6 tl), Brewer 21, Boozer 20, Okur 19, Kirilenko 12. Rimbalzi: Boozer 11. Assist: Williams 13.

Denver Nuggets-Memphis Grizzlies 108-86

Non contento di giocare con un dito fratturato, Allen Iverson ha anche preso un colpo al ginocchio, il che spiega facilmente il 2/12 dal campo. Allora la parte del leone contro i mansueti Grizzlies l’ha fatta Kenyon Martin, anche se malgrado il record di 38-26 (il migliore a questo punto della stagione da 64 anni!) i Nuggets ancora inseguono i playoff. Memphis con Miller è partita avanti 10-0 in 2’, ma Denver l’ha ripresa sul finire del primo quarto superandola con la tripla di Najera (23-22). Un parziale di 9-0 (con 4 di Kleiza) nel 2q (37-24) e uno di 10-0 (con 6 di Martin) nel 3q (67-45) hanno fatto calare il sipario.

Denver: Martin 23 (9/11, 5/9 tl), Kleiza 19, Anthony 14. Rimbalzi: Anthony 13. Assist: Iverson 8.

Memphis: Navarro 16 (1/4, 4/9, 2/2 tl), Warrick, Miller e Cardinal 12, Crittenton 11. Rimbalzi: Miller 9. Assist: Lowry 5.

Miami Heat-New York Knicks 88-91

Fino a qualche anno fa questa era forse la più accesa rivalità della Eastern Conference, oggi era il mesto duello tra due delle peggiori formazioni della NBA. I Knicks interrompono una serie di 7 sconfitte, mentre per Miami si tratta del rovescio numero 33 nelle ultime 36 uscite. Eppure sono stati loro a iniziare meglio (14-2) ma si sono fatti riprendere subito (24-24 il primo quarto). I Knicks, che comunque hanno talento, guidati da Jamal Crawford sono arrivati fino al +14 (79-65 a 9’57 dalla fine), ed è stato sempre l’ex dei Bulls a infilare la tripla che ha rotto il parziale di rimonta di Miami (84-79 a 4’07 dalla sirena), chiudendo poi la gara dalla lunetta insieme a Nate Robinson.

Miami: Davis 27 (11/14, 1/7, 2/2 tl), Marion e Williams 15, Blount 10. Rimbalzi: Marion 17. Assist: Davis 5.

New York: Crawford 23 (5/12, 2/6, 7/10 tl), Randolph 19, Robinson 17, Jones 12. Rimbalzi: Randolph 12. Assist: Crawford 5.

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Siena cade a Atene, ma passa

Il Montepaschi cede 77-76 in Grecia contro il Panathinaikos in Eurolega. Mens Sana eccellente, che ha sfiorato il successo sulla sirena, mantenendo il vantaggio canestri. Siena ai quarti, per qualificarsi prima nel girone dovrà vincere con l'Efes Pilsen in casa

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Ksistof Lavrinovic, ottimo ad Atene, soprattutto in difesa. Ciam/Cast

ATENE (Grecia), 13 marzo 2008 - Il Montepaschi merita i vertici d’Europa anche se perde in casa del Panathinaikos, su un campo imbattuto da 14 mesi. La formazione di Pianigiani ha staccato il biglietto per i quarti: per passare da prima del girone gli basterà vincere la prossima in casa con l’Efes, già eliminato, e intanto ha sfiorato lo scherzetto ai detentori dell’Eurolega.

FACCIA TOSTA - Strepitoso approccio dei toscani che mettono subito a tacere i 20 mila dell’Oaka Arena di Atene facendo segnare sul tabellone 0-11! Addirittura dopo appena 1’26’’ di gioco coach Obradovic è costretto ad un time out riparatore, dato che siamo già 0 a 8. McIntyre in forma smagliante, malgrado una caviglia in disordine, imbuca due triple e guida i suoi con autorità. In attacco Siena è una macchina perfetta ed al 7’ Thornton porta il punteggio sul 7-20. La formichina biancoverde osa incrementare il margine arrivando a più 14 (10-24 all’:wink: e addirittura 15 (12-27 al 9’), incurante del fatto che sul parquet sia arrivato Jasikevicius. Quasi a volere punire l’oltraggio ecco un parziale di 12 a 0, ispirato da Batiste, il palasport si infiamma in avvio di secondo periodo: la partita è ufficialmente riaperta. Ma nessuno si era illuso, punteggio 24-27 al 12’. Ilievski con una tripla rompe il ghiaccio ma Jasikevicius risponde per le rime.

SORPASSO - Al 17’ primo vantaggio Pana sul 37-36, inatteso protagonista Perperoglou che infila due canestri di seguito e ribalta il match. I campioni d’Italia non mollano, continuando a far vedere sprazzi di gran pallacanestro. Al 19’ furto con destrezza di McIntyre a metà campo che riporta i senesi avanti di 3 (40-43) che consente di andare negli spogliatoi per l’intervallo con un minimo vantaggio sul 43 a 45 che ha più valore psicologico che aritmetico. L’equilibrio regna sovrano sino a che Atene non chiude le maglie difensive, approfittando di un calo di forze senese e allunga sul 54-47 al 25’ , frutto di un parziale di 9-0. Anche la situazione falli è poco rassicurante, potrebbe essere il colpo di grazia. McIntyre non è di questo avviso e colpisce dai 6,25 e poi recupera palla. Tutto da decidere sul 54-52, impatta da 3 Stonerook al 28’ poi dalla lunetta mette la freccia con Thornton dalla lunetta (56-57), allora punisce Ilievski dall’angolo (56-60) ed il solito Jasi frena l’emorragia di 2 a 13. Solo una prodezza di Diamantis dalla sua metà campo nega il vantaggio esterno per la chiusura del terzo quarto (62-61).

MALE MINORE - Si segna con il contagocce e la tensione si taglia con il coltello, nella bolgia Sato e soci resistono ma al 38’ tripla dall’angolo di Hatzivrettas gonfia il divario sul 75 a 70. Thornton si carica la squadra sulle spalle per la volata finale. A 33’’ Batiste mette il punto esclamativo, a 12’’ dalla sirena con la penetrazione di Ilievski si va 77-76. L’eccellente Lavrinovic recupera palla con uno sfodamento a metà campo con 5’’ e 8 da giocare. Sulla rimessa Siena decide di scaraventare il pallone verso il canestro da tre con Ilievski, neppure due tap in però regalano il successo. Poco male, i prolungamenti erano da evitare per non rischiare di compromettere la differenza canestri.

Atene: Batiste 18, Spanoulis 13, Jasikevicius 12.

Siena: Thornton 19, McIntyre 15 Lavrinovic 12.

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Senza Shaq (fuori per falli)

i Suns tornano a correre

Phoenix vince lo scontro diretto in chiave playoff contro Golden State accettando i ritmi forsennati dei Warriors (123-115). Davis e Stoudemire, duello da All Star. Washington piega Cleveland (LeBron sbaglia l'ultimo tiro)

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Stoudemire: contro i Warriors 36 punti e 11 rimbalzi. Ap

NEW YORK, 14 marzo 2008 - Con i problemi di falli di Shaquille O’Neal, Phoenix ritorna a correre e vince contro Golden State (che non ha schierato nei 12 Marco Belinelli), ritorna Caron Butler e Washington piega LeBron James, stavolta non stellare. Sacramento ritrova la difesa e supera Portland.

Phoenix Suns-Golden State Warriors 123-115

Per una sera D’Antoni ha rivisto i suoi vecchi Suns, complice l’avversario che impone dei ritmi forsennati alle partite e il fatto che Shaquille O’Neal abbia avuto problemi di falli (5 in appena 14 minuti). "Ci sentiamo ancora come se fossimo in fase di preparazione fino alla fine della stagione - ha detto Steve Nash - ma stiamo imparando a sfruttare la possibilità di poter giocare sia a ritmi altissimi che più bassi con Shaq". Questo successo è di vitale importanza per i Suns, che tengono così a due partite di margine i Warriors, i quali sono arrivati avanti all’intervallo malgrado i Suns avessero tirato con il 55% dal campo (62-57 Golden State, che ha punito con 15 punti le 12 palle perse dei Suns nei primi due quarti). Le cose sono cambiate però nella seconda metà di gara, anche perché Nash e compagni hanno opposto a un Baron Davis in versione All-Star uno Stoudemire inarrestabile in attacco e una mira importante dalla lunga distanza (12/24 di squadra, 8/12 per la coppia Bell-Nash). Così arriva il 12-4 appena rientrati dagli spogliatoi (69-66) e il 10-0 (con dentro le triple di Bell e Barbosa) per il +14 a 1’43 dalla fine del 3q (93-79). Phoenix poi riesce a domare le velleità di rimonta degli ospiti (100-94 con la tripla di Harrington a 8’03 dalla fine, subito ricacciati indietro).

Phoenix: Stoudemire 36 (13/19, 0/2, 10/12 tl), Nash 21, Bell 18, Diaw 16, Barbosa 14. Rimbalzi: Stoudemire e Hill 11. Assist: Nash 13.

Golden State: Davis 38 (9/19, 6/11, 2/4 tl), Ellis 23, Pietrus 16, Jackson 13, Harrington 11, Azubuike 10. Rimbalzi: Davis 9. Assist: Davis 8.

Washington Wizards-Cleveland Cavaliers 101-99

Finalmente Washington ritrova Caron Butler, che ha subito mostrato cosa si erano persi finora i tifosi e coach Eddie Jordan. Un rientro benedetto, in una serata in cui di fronte c’era LeBron James, il quale per una volta ha sbagliato il tiro della vittoria nel finale in volata. "Sono umano, anche io posso sbagliare dei tiri", ha detto LBJ a fine partita. Cleveland aveva giocato meglio la prima metà del match, con un Pavlovic da 19 punti all’intervallo con 4/5 da tre punti. Washington, che torna al record in parità dal 6 febbraio (32-32), ha ripreso i Cavs nel terzo quarto (parziale 34-25 con il 71% al tiro, 80-79), facendo infuriare coach Mike Brown: "Sempre la solita storia, non so perché non rientriamo concentrati per iniziare il terzo quarto".

Washington: Butler 19 (8/15, 0/3, 3/5 tl), Jamison 17, Songaila 15, Haywood 14, Stevenson 13, Daniels e Young 10. Rimbalzi: Jamison 10. Assist: Daniels 7.

Cleveland: James 25 (8/15, 1/7, 6/8 tl), Pavlovic 24, West 10. Rimbalzi: Varejao 12. Assist: West e James 7.

Sacramento Kings-Portland Trail Blazers 96-85

Sacramento ritrova la sua difesa dopo che aveva concesso almeno 100 punti nelle ultime 11 partite (7 delle quali perse). A mostrare l’esempio da subito è stato Ron Artest, autore di 9 punti con 3 recuperi già alla fine del primo quarto (34-27), e i Kings (che hanno concesso agli avversari il 38% al tiro) sono arrivati all’intervallo avanti di 14 lunghezze (58-44). LaMarcus Aldridge ha provato a riaprire i giochi nell’ultimo quarto (82-75 a 7’08 dalla fine), ma Sacramento ha risposto con un parziale decisivo di 8-0, con 3 punti di Moore e Artest e i liberi di Miller (90-75 a 4’54 dall’ultima sirena).

Sacramento: Artest 22 (6/8, 2/4, 4/4 tl), Miller e Udrih 14, Salmons 11, Moore 10. Rimbalzi: Udrih 8. Assist: Udrih 7.

Portland: Roy 21 (6/12, 1/3, 6/8 tl), Aldridge 20, Outlaw 13, Webster 10. Rimbalzi: Przybilla 10. Assist: Blake e Roy 6.

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LeBron come George Clooney

Ad aprile il campione dei Cavaliers sarà sulla copertina di Vogue: è il primo sportivo nella storia a finire sul mensile di moda più celebre e il terzo uomo in assoluto dopo Richard Gere e George Clooney

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La copertina di aprile con James e Gisele Bundchen

MILANO, 14 marzo 2008 - Non ha proprio i lineamenti puliti del modello, ma di sicuro è un personaggio da copertina: da qualsiasi copertina. LeBron James, per ogni cosa che fa, tende comunque a entrare nella storia. Ad aprile, infatti, comparirà sulla prima pagina dell'edizione americana di Vogue, la Bibbia della moda mondiale.

IL TERZO UOMO - E dove sta la notizia? Semplice: 'King James' sarà il terzo uomo in 116 anni di vita della rivista ad apparire sulla copertina del mensile diretto da Anna Wintour. Prima di lui soltanto due attori, Richard Gere e George Clooney avevano avuto questo privilegio: Gere nel 1992 insieme all'ex moglie, Cindy Crawford, mentre Clooney nel 2000 in compagnia di Gisele Bundchen. Esattamente come LeBron, che nel prossimo numero di Vogue abbraccia la bella brasiliana.

FORZA VS GRAZIA - Canottiera e pantaloncini neri, urlo belluino: James appare così sulla copertina, tenendo la Bundchen ben stretta nel suo braccio sinistro. Il contrasto tra il gigante del basket (203 centimetri per 113 chili) e la filiforme fidanzata di Tom Brady (1 metro e 80, 58 kg) è abbastanza impressionante; ma d'altronde questo numero di Vogue, come capita sempre ogni anno, è dedicato alle taglie dei vestiti. All'interno della rivista, infatti, viene proposto un servizio con altre coppie formate da un atleta e da una modella: il nuotatore Michael Phelps con Caroline Trentini, lo snowboardista Shaun White con Daria Werbowy e il pattinatore Apolo Anton Ohno con Doutzen Kroes.

LEBRON DI MODA - "È davvero bello per me, che comunque sono un appassionato di moda, comparire sulla copertina di una rivista così importante - ha detto LeBron, intervistato ieri prima della partita di Cleveland contro i Washington Wizards -. E poi insieme a Gisele..". Senza Tom Brady tra i piedi è quasi una formalità entrare nella storia, anche senza essere un modello.

Gazzetta.it

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  • Amministratori

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Top 16 - 5° Giornata

Mercoledì 12 Marzo 2008, ore 18.15

CSKA Moscow - Unicaja 93-70

Mercoledì 12 Marzo 2008, ore 19.15

Lietuvos Rytas - Fenerbahce Ulker 87-84

Mercoledì 12 Marzo 2008, ore 20.30

Tau Ceramica - Aris TT Bank 90-74

Lottomatica Roma - AXA FC Barcelona 68-63

Giovedì 13 Marzo 2008, ore 19.15

Efes Pilsen - Partizan Igokea 79-83

Zalgiris Kaunas - Olympiacos 52-61

Giovedì 13 Marzo 2008, ore 20.45

Panathinaikos - Montepaschi Siena 77-76

Real Madrid - Maccabi Elite Tel Aviv 100-103 d.t.s.

Girone D

Montepaschi Siena 6

Partizan Igokea 6

Panathinaikos 6

Efes Pilsen 2

Girone E

Tau Ceramica 10

Lietuvos Rytas 4

Fenerbahce Ulker 4

Aris TT Bank 2

Girone F

Maccabi Elite Tel Aviv 6

Real Madrid 6

Olympiacos 6

Zalgiris Kaunas 2

Girone G

CSKA Moscow 8

AXA FC Barcelona 4

Unicaja 4

Lottomatica Roma 4

Play-off virtuali

MPS Siena - Lietuvos Rytas

Maccabi Tel Aviv - Barcelona

Tau Ceramica - Partizan Belgrado

CSKA Mosca - Real Madrid

Siena perde ma si qualifica. Le basterà vincere l'ultima gara in casa contro l'Efes gia quarto per garantirsi il primo posto nel girone in virtù del diferenziale. Partizan - Panathinaikos è uno scontro diretto: chi vince passa il turno (come prima o seconda a seconda del risultato di Siena). Più complicata la situazione nell'E: il Fenerbahçe passa il turno vincendo o perdendo se il Lietuvos non vince o se l'Aris vince con un differenziale tra 6 e 30 compresi. Con una vittoria del Lietuvos e una sconfitta del Fenerbahçe o con una contemporanea sconfitta di entrambe ma con l'Aris che vince massimo di 5 passa il Lietuvos. Con una sconfitta del Fenerbahçe e una vittoria di 31 o più punti dell'Aris passa l'Aris. Nel girone F l'Olimpyacos passa come primo se batte il Real in casa, come secondo se perde e perde anche il Maccabi. Il Maccabi passa come primo se vince e vince anche il Real, come secondo se vince e vince l'Olympiacos, o se perde e perde anche il Real. Il real passa come primo se vince e vince anche lo Zalgiris o come secondo e vince e vince anche il Maccabi. Per concludere nel girone di Roma il CSKA ha vinto il girone. Il Barcellona passa come secondo se vince in casa con Mosca, se perde è eliminato e passa la vincente di Unicaja - Lottomatica.

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Sabato 15 Marzo 2008, ore 14.30

Tisettanta Cantù - Eldo Napoli 1157973895b_sky-sport-2.gif

Sabato 15 Marzo 2008, ore 21.00

Angelico Biella - Siviglia Wear Teramo 1157973895b_sky-sport-2.gif

Domenica 16 Marzo 2008, ore 12.00

Premiata Montegranaro - Benetton Treviso 1157973895b_sky-sport-2.gif

Domenica 16 Marzo 2008, ore 18.15

Solsonica Rieti - Montepaschi Siena

Snaidero Udine - La Fortezza Bologna

Air Avellino - Cimberio Varese

Pierrel Capo d'Orlando - Legea Scafati

Upim Bologna - Scavolini Spar Pesaro

Domenica 16 Marzo 2008, ore 20.30

Lottomatica Roma - Armani Jeans Milano 1157973895b_sky-sport-2.gif

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