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[PCM 2012] All'inseguimento di un sogno: parte II


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Bella vittoria con Moreno.. e ora gustiamoci la Tirreno (ho fatto pure la rima :lol:)

P.S. "Con l'arrivo della primavera, ma soprattutto della primavera,.... " :lol:

Con l'arrivo della primavera, ma soprattutto della primavera, ... il mio cervello sbrocca :mrgreen:

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tirreno2.png

Mentre una parte della squadra è impegnata a cercare gloria alla Paris-Nice, l'altra si appresta ad affrontare, con un ruolo più da protagonista, la Tirreno-Adriatico, "La corsa dei due mari".

Anche qua, come per la corsa francese, partecipano grandi corridori come Alejandro Valverde, Michele Scarponi, Damiano Cunego, Thomas De Gendt e molti altri, compresi anche quelli che sono alla ricerca della miglior condizione per la Milano-Sanremo, su tutti il campione del mondo Mark Cavendish. Rispetto alla Paris-Nice, però, ci presentiamo con una squadra nettamente più competitiva composta da Oscar Freire, che vuole preparare al meglio la Classicissima, Joaquim Rodrigez, Luca Paolini, Gianpaolo Caruso, Alexander Kristoff, Gatis Smukulis, Maxime Vantomme e me.

Nonostante una squadra piuttosto competitiva, la nostra avventura in questa edizione del "coast to coast" inizia subito in salita perchè, alla prima tappa, c'era da affrontare una cronosquadre. I favoriti erano, senza ombra di dubbio, gli Sky che si erano presentati al via con un vero squadrone composto da Bradley Wiggins, Chris Froome, Richie Porte, Edvald Boasson Hagen, gente che con il cronometro solitamente ci scherza, mentre per noi sarebbe stato quasi un miracolo arrivare al traguardo entro il tempo massimo, perchè di corridori forti a crono, o sul passo, non ne avevamo.

Come da pronostico, la corazzata britannica dominò senza troppi problemi la prova, rifilando più di dieci secondi alla Garmin e alla BMC, le due outsider, mentre noi prendemmo una di quelle scoppole paurose chiudendo la prova in penultima posizione, davanti alla Euskaltel, a quasi due minuti di ritardo. Peggio di così non si poteva fare ...

tirrenom.png

Al termine di quella tappa, la maglia di leader venne indossata da Boasson Hagen, mentre noi ci prendemmo una strigliata da Piva, che ci obbligò a conquistare almeno una vittoria di tappa per ridare, da subito, un po' di dignità allo sponsor. La seconda tappa (San Vincenzo - Indicatore), senza farlo apposta, poteva essere una buona occasione per tornare alla vittoria, in quanto era adattissima alle ruote veloci, e noi avevamo un certo Freire in squadra.

Per gran parte della giornata, la tappa fu animata dalla solita fuga, a cui il gruppo lasciò quasi nove minuti, che venne ripresa poco prima del primo passaggio sotto il traguardo, in cui notai la presenza di una rotonda, non molto pericolosa, che però poteva rivelarsi decisiva per l'esito della volata. Andai da Luca per dirglielo, consigliandogli anche di affrontarla nelle prime posizioni, e quando arrivò il momento topico, Luca e Oscar, dopo essere stati pilotati al meglio da Kristoff, affrontarono in prima e seconda posizione la rotonda, seguiti dal treno Sky di Cavendish e Boasson Hagen.

I due entrarono talmente forte in quella rotonda riuscendo, anche, a guadagnare qualche metro prezioso che, da li in poi, Oscar mantenne fin sul traguardo dopo aver disputato una grande volata mentre alle sue spalle si classificarono Matti Breschel (Rabobank) e Boasson Hagen, che con l'abbuono allungò di qualche secondo in classifica generale.

tirreno24.png

Il giorno successivo, nella tappa con arrivo a Terni, si arrivò ancora tutti insieme ma, quel giorno, fu Mark Cavendish a trionfare con una delle sue solite volate di potenza, in cui ne Thor Hushovd (BMC) e ne Matthew Goss (Orica) riuscirono a contrastarlo, accontentandosi dei restanti gradini del podio. Freire, sfortunatamente non riuscì a prendere un posizione decente e, senza prendersi rischi inutili, scelse di non disputare la volata, arrivando 32°. Per me e Purito, invece, si concludeva l'ennesima tappa di anonimato ma, dalla prossima, avremmo sicuramente avuto l'occasione per farci vedere e, soprattutto, per iniziare a recuperare il pesante svantaggio che avevamo in classifica generale.

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Mark Cavendish - Sky ProCycling 10h34'32"

2 - Edvald Boasson Hagen - Sky ProCycling + 7"

3 - Thor Hushovd - BMC Racing Team + 12"

...

119 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team +1'59"

123 - Simone Chinello - Katusha Team + 2'01"

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2012tirrenoadriaticosta.jpg

Finalmente, dopo due giornate trascorse in relativa calma nella pancia del gruppo, si iniziava a fare sul serio in questa Tirreno-Adriatico. Da oggi, in poi, i velocisti passeranno in secondo piano lasciando spazio in scena ai corridori di classifica, che saranno i protagonisti principali fino alla tappa conclusiva di San Benedetto del Tronto.

In questo sabato di inizio marzo viene affrontata la quarta tappa della "corsa dei due mari", di oltre 230km, da Amelia al difficile arrivo sul "muro" di Chieti. Per tutti, bookmakers e addetti ai lavori, il favorito d'obbligo di oggi era in nostro Purito, e noi della Katusha avremmo sicuramente lavorato al meglio delle nostre capacità per permettergli di vincere, e sopratutto guadagnare posizioni in classifica.

La giornata era perfetta per correre, c'era il sole e faceva anche un po' di caldo, quindi c'erano le migliori condizioni per disputare questa difficile tappa. Dopo la partenza, per i primi venti chilometri il gruppo è andato abbastanza piano, gli Sky come al solito dettavano il ritmo, ma sulla prima salitella sono iniziati gli scatti per portare via la solita fuga. Diversamente dal solito, oggi, i fuggitivi erano corridori di livello perchè all'attacco c'erano Tom Boonen (Omega), Johan Vansummeren (Garmin), Rinaldo Nocentini (Ag2r) ed altri tre atleti, ma gli Sky li lasciarono andare, arrivando anche fino a sei minuti di svantaggio, perchè sapevano bene che in questa tappa avrebbero fatto ben poco.

Per gran parte della tappa, io a Joaquim stazionavamo a centro gruppo per poi, pian piano, risalire fino a quasi arrivare in testa perchè si stava per entrare nel vivo della tappa, e anche perchè da li a poco sarebbe iniziata la salita del Valico della Forchetta, quindi era meglio stare davanti. Infatti, a circa due chilometri dal GPM, sorprendendo un po' tutti, parte Alejandro Valverde (Movistar).

tirreno4.png

Il murciano era abbastanza pericoloso ma Joaquim, conoscendolo bene, sapeva che lui non aveva ancora una condizione buona ma, per non prendere rischi inutili, ci disse lo stesso di andare ad aiutare gli Sky per tirare il gruppo. Valverde, però, riuscì lo stesso a guadagnare qualcosa e, nel tratto di discesa, riuscì anche a riprendere i fuggitivi, ormai stremati, ma dietro si andava veramente forte e, dopo aver avuto al massimo cinquanta secondi, la sua azione terminò ad una ventina di chilometri dall'arrivo.

In un nuovo tratto di discesa, sempre intorno ai meno venti, passai in testa al gruppo per cercare, come sempre, di alzare l'andatura in modo da allungare il gruppo il più possibile. Ancora una volta, questa nostra tattica, funzionò e dopo poche centinaia di metri dall'inizio di questo strappettino il gruppo si era già spezzato. Davanti oltre a me e Rodriguez, erano rimasti Michael Albasini (Orica), Eros Capecchi (Liquigas) e il duo Vacansoleil, Matteo Carrara e Bjorn Leukemans, mentre il gruppo principale era già scivolato ad una decina di secondi, ma nessuno voleva tirare..

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Sempre con me in testa, e anche con l'aiuto di Carrara, nel breve tratto di discesa guadagnammo ulteriormente arrivando ai piedi del "muro" conclusivo con oltre quaranta secondi di vantaggio. Appena la strada iniziò a salire in modo deciso, ben oltre il 10%, Capecchi si piantò letteralmente e poco dopo. la stessa sorte, toccò a Carrara mentre noi quattro, con Albasini a fare l'andatura, proseguivamo dritti. A circa 1200m dall'arrivo scattò Leukemans, mandando in difficoltà lo svizzero, ed io, in qualche modo, tentai di seguirlo mentre Purito, che si trovava in ultima posizione, con qualche leggera difficoltà cercava di accodarsi a noi.

Con un enorme sforzo rientrai sul belga dopo aver superato il Triangolo Rosso mentre Joaquim riuscì a raggiungerci poco prima dell'inizio dell tratto finale, in cui la strada spianava decisamente. Io non ne avevo più e, con un ultimo grande sforzo, lanciai Purito verso l'ennesima vittoria nella volata a due con Leukemans, anche lui stremato. Dopo di noi arrivarono gli altri reduci della nostra fuga, mentre, con oltre un minuto di ritardo, arrivò Boasson Hagen che al termine della tappa perse la maglia a vantaggio di Leukemans.

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ORDINE D'ARRIVO:

1 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team 6h25'25"

2 - Björn Leukemans - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team s.t.

3 - Simone Chinello - Katusha Team s.t.

4 - Michael Albasini - Orica GreenEDGE + 19"

5 - Matteo Carrara - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team + 47"

6 - Eros Capecchi - Liquigas-Cannondale + 1'11"

7 - Edvald Boasson Hagen - Sky ProCycling + 1'37"

8 - Marco Pinotti - BMC Racing Team + 1'56"

9 - Alejandro Valverde - Movistar Team s.t.

10 - Branislau Samoilau - Movistar Team s.t.

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Björn Leukemans - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team 17h00'19"

2 - Michael Albasini - Orica GreenEDGE + 39"

3 - Matteo Carrara - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team + 53"

4 - Eros Capecchi - Liquigas-Cannondale + 1'18"

5 - Edvald Boasson Hagen - Sky ProCycling + 1'22"

6 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team + 1'27"

7 - Simone Chinello - Katusha Team + 1'35"

8 - Marco Pinotti - BMC Racing Team + 1'52"

9 - Alejandro Valverde - Movistar Team + 2'05"

10 - Branislau Samoilau - Movistar Team s.t.

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Straripante questa Katusha :wink: forse ti conviene alzare il livello per rendere più avvincenti le gare, a meno che tu non giochi già ad estremo :mrgreen:

Mi piace vincere dominando :biggrin:

Il livello lo ho alzato dopo la Sanremo (l'ho fatta giovedi o venerdi scorso) e quelle poche corse che fatto in seguito ... non state proprio "rose e fiori" :mrgreen:

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Se nella tappa di ieri avevamo faticato non poco, oggi sarebbe stato sicuramente peggio. Stranamente, per quello che so io, alla Tirreno viene proposto un arrivo in salita, ma non in cima ad uno strappettino o su una salitella, ma su una salita vera ... Oggi si arrivava ai Prati di Tivo.

Come ieri, forse anche di più, Purito era da tutti visto come il grande favorito e, dopo la vittoria ottenuta a Chieti, era diventato sempre di più, anche, il favorito per la vittoria della corsa. Diversamente dall'ultima tappa, però, la giornata odierna non era delle migliori perchè, già alla partenza di Martinsicuro, il cielo era nuvoloso con un venticello molto fastidioso e per il pomeriggio, giusto per rendere tutto più difficile, era previsto un netto peggioramento.

Con la speranza di non prenderci un acquazzone, partimmo a velocità piuttosto blanda e per i primi chilometri il gruppo proseguì compatto, con la Vacasoleil in testa, fino a quando non partì la solita fuga, quest'oggi composta da Ramunas Navardauskas (Garmin), Alessandro Vanotti (Liquigas) e Rinaldo Nocentini, nuovamente all'attacco. La squadra di Leukemans, però, non gli lasciò molto vantaggio, al massimo cinque minuti e da subito i suoi gregari si alternavano in testa per mantenere la velocità costante, in modo di non riprenderli troppo presto ma nemmeno farli scappare.

Io e Joaquim, oggi, navigavamo, da subito, immediatamente alle spalle del blocco Vacansoleil perchè il percorso era un continuo su e giù, e le strade non erano delle migliori, ma anche perchè quando avremmo affrontato la salita di Pian Roseto, saremmo dovuti essere li davanti, perchè si entrava in scena. Infatti, come stabilito nella riunione tecnica, appena la salita iniziò Caruso si mise in testa al gruppo per fare un po' di selezione.

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Gianpaolo impose al gruppo un ritmo bello elevato e, chilometro dopo chilometro, i corridori che perdevano contatto erano sempre di più. A pochi chilometri dalla vetta i tre fuggitivi vennero raggiunti ma, come annunciato dai meteo, il tempo iniziò a peggiorare nettamente e qualche goccia iniziava a cadere, ma sempre sotto l'impulso del siciliano, quel che restava del gruppo, di apprestava ad affrontare la discesa.

In questo tratto, il freddo si faceva sentire ed inizio ad esserci pure qua della selezione, in più ad aumentare il ritmo ci pensarono i continui scatti di Boasson Hagen che più volte provò ad allungare ma, la forte andatura, gli permetteva guadagnare al massimo un centinaio di metri.

Arrivammo a grandissima velocità all'imbocco della salita, mancavano all'incirca 15km all'arrivo, e da subito, su richiesta di Purito, mi misi in testa a tirare il più forte che potevo. La salita la avevamo iniziata in una quarantina ma dopo soli tre chilometri, sempre con me davanti e anche per colpa della forte pioggia,restammo solamente in nove: io, Purito, Pinotti (BMC), Scarponi (Lampre), Capecchi (Liquigas), Samoilau (Movistar), Porte (Sky), Kreuziger (Astana) e Chris Sorensen (Saxo Bank).

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Il nostro vantaggio sul quel che restava sul gruppo, in cui c'era Leukemans, aumentava sempre di più, come la pioggia e il freddo con il passare dei chilometri. A 8km dalla fine ci fu il primo colpo di scena perchè sia Kreuzeiger che Sorensen si staccarono, e da quel momento in poi Pinotti mi aiutò a fare l'andatura. Grazie al suo aiuto il nostro vantaggio aumentava in continuazione e noi sette continuavamo tutti assieme verso il traguardo fino a quando, intorno ai -2km, lo stesso Piniotti aumentò di colpo l'andatura. Il primo a farne le spese fu Richie Porte mentre Capecchi, in qualche modo, restava agganciato a noi ma, in vista dell'ultimo chilometro, perse definitivamente contatto.

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Così, entrammo nell'ultimo chilometro in cinque ma, ne Scarponi e ne Samoilau sembravano averne, quindi, l'avversario più pericolo era l'ingegner Pinotti. Come feci ieri, tirai la volata a Joaquim mettendomi nuovamente in testa al gruppettino ma, ai poco più di 300m, partì il corridore della BMC e Rodriguez fu costretto ad inseguirlo. L'attacco dell'ingegnere era bello cattivo ma, in qualche modo, Purito rimontò su di lui arrivando appaiati sulla linea del traguardo, mentre io passai in terza posizione seguito dagli stremati Samoilau e Scarponi.

Nessuno dei due era convinto di aver vinto, quindi aspettarono insieme il verdetto del photofinish che sancì, per solo una manciata di centimetri, vincitore il nostro Purito che, grazie all'abbuono e ai 5'58" di ritardo accumulati oggi da Leukemans, conquistò la maglia di leader, mentre io lo seguivo in seconda posizione ma, a solo un trentina di secondi di ritardo, c'era Marco Pinotti e lui, in vista della cronometro, faceva molta paura.

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ORDINE D'ARRIVO:

1 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team 6h02'31"

2 - Marco Pinotti - BMC Racing Team s.t.

3 - Simone Chinello - Katusha Team s.t.

4 - Branislau Samoilau - Movistar Team s.t.

5 - Michele Scarponi - Lampre-ISD s.t.

6 - Eros Capecchi - Liquigas-Cannondale + 19"

7 - Richie Porte - Sky ProCycling + 36"

8 - Roman Kreuziger - Astana Pro Team + 1'28"

9 - Chris Anker Sørensen - Team Saxo Bank-Tinkoff Bank + 1'51"

10 - Jakob Fuglsang - RadioShack-Nissan + 3'08"

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team 23h04'07"

2 - Simone Chinello - Katusha Team + 14"

3 - Eros Capecchi - Liquigas-Cannondale + 20"

4 - Marco Pinotti - BMC Racing Team + 29"

5 - Branislau Samoilau - Movistar Team + 48"

6 - Matteo Carrara - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team + 3'21"

7 - Michele Scarponi - Lampre-ISD + 3'45"

8 - Richie Porte - Sky ProCycling + 3'47"

9 - Jakob Fuglsang - RadioShack-Nissan + 3'58"

10 - Edvald Boasson Hagen - Sky ProCycling + 4'08"

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Dopo due giornate di corsa senza prendere respiro, la possibilità di rifiatare un attimo sembra un miraggio. Infatti, anche la sesta tappa di questa Tirreno è una altra di quelle in cui, dalla partenza all'arrivo, si andrà a tutta e, in più, il percorso è probabilmente uno dei più difficili con continui saliscendi senza mai un filo di pianura.

Dopo una giornata quasi invernale, il sole e il caldo ritornano sulla corsa infiammando lo spirito dei corridori che, appena abbassata la bandiera, sono partiti a mille, con scatti e controscatti, per portare via la fugai. Alla fine si sgancia un gruppetto di undici atleti, tra cui Haussler (Garmin), Marzano (Lampre), Devolder (Vacansoleil) e Caruso (Liquigas), ma l'Astana non gli fa guadagnare più di un minuto, e per più di trenta chilometri tra il gruppo e la fuga nasce un inseguimento a folle velocità.

Appena entrati nel circuito di Offida, che verrà ripetuto per sei volte, l'inseguimento Astana termina ma gli undici attaccanti non vengono ripresi e, in pochi chilometri, il loro vantaggio aumenta rapidamente oltre il muro dei sei minuti. Noi però, nonostante ci fossero uomini lontani in classifica, non potevamo lasciarli scappare perchè dovevamo permettere a Purito di conquistare l'abbuono al traguardo per aumentare il suo vantaggio nei confronti di Pinotti, in vista della cronometro di domani.

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Grazie al lavoro di Kristoff e Smukulis riusciamo a far scendere lo svantaggio fino a quattro minuti, ma andare a riprendere undici corridori che lavorano, bene o male, in sintonia non è facile. In più, il lavoro dei nostri due compagni non potrà durare più di tanto e, probabilmente, l'unico gregario per questo tipo di percorso era Gianpaolo ma, già da un po' di chilometri, si era staccato.

Giusto per rendere la situazione ancora più complessa, sulla salita che portava al terzultimo passaggio sul traguardo, attaccarono insieme Valverde e Leukemans, con 3'50" da recuperare sugli undici attaccanti. In classifica generale non facevano ma paura ma, in ottica di vittoria di tappa, erano due avversari pericolosissimi, quindi non potevamo farceli scappare, solo che sia Kristoff che Smukulis non ne avevano più e, di conseguenza, toccò a Paolini mettersi a tirare. Avremmo voluto tenerlo per il finale Luca ma, la corsa stava prendendo una piega molto brutta e, grazie al suo grande lavoro di sacrificio il vantaggio degli attaccanti scese ancora, ma quello di Valverde e Leukemans era già di un minuto. Fortunatamente, prima di iniziare il penultimo giro, arrivarono la RadioSchack e la Sky a darci una mano che, con il lavoro di Wiggins e di Froome, portò il gruppo a raggiungere i due attaccanti, mentre il vantaggio dei fuggitivi scese a poco meno di due minuti.

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Il ritmo imposto dallo squadrone britannico era molto elevato e all'inizio dell'ultimo giro avevamo solamente un minutino da recuperare. Nel tratto in discesa andarono a mille ma, questo, si rivelò essere un arma a doppio taglio perchè il loro leader, Richie Porte, cadde rovinosamente. La Sky smise di tirare ma, al traguardo, mancavano solamente dieci chilometri, divisi tra discesa a salita, e in fuggitivi erano li davanti a noi, quindi, in queste situazioni toccò a me entrare in scena.

Prima di imboccare la salita finale, a circa 5km dal traguardo, c'era un lungo tratto in leggera, ma continua, discesa e con me in testa il gruppo si allungò e la velocità aumentò vertiginosamente. I fuggitivi ormai erano lì a dieci secondi e dopo un centinaio di metri dall'inizio della salita finale riuscimmo finalmente a riprenderli. Ancora una volta avremmo potuto tentare il colpaccio.

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Nel momento in cui ripresi i fuggitivi mi feci da parte, e il gruppo rallentò vistosamente ma nessuno sembrò avere l'intenzione di attaccare in quel momento di calma. In questo modo ci avvicinavamo al tratto duro, dove le pendenze erano oltre il 10%, e li partì Haussler, uno dei fuggitivi, ma nessuno decise di inseguirlo fino a quando non attaccò Boasson Hagen, avversario pericolosissimo, inseguito da Purito. Il corridore della Garmin, finito il tratto duro, aveva guadagnato un 100m sul duo Hagen-Rodriguez, con il gruppo non molto distante in cui io cercavo di intravedere la sagoma di Pinotti che, però, non intravedevo.

L'azione di Haussler iniziò a perdere efficacia ma, per sua fortuna, Purito lo riprese troppo tardi perchè arrivò solamente secondo alle sue spalle, mente Boasson Hagen dopo essersi piantato, ai cento metri finali, venne beffato nella volata per il terzo posto da me, che ero riuscito a rientrare su di loro sfruttando una trenata di Albasini. Nonostante non avesse preso l'abbuono più consistente, il vantaggio su Pinotti aumentò di ulteriori sei secondi, salendo a 35" che in vista della crono di domani non erano poi così molti.

tirreno6.png

ORDINE D'ARRIVO:

1 - Heinrich Haussler - Garmin-Sharp 5h08'19"

2 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team s.t.

3 - Simone Chinello - Katusha Team s.t.

4 - Edvald Boasson Hagen - Sky ProCycling s.t.

5 - Branislau Samoilau - Movistar Team s.t.

6 - Matthew Harley Goss - Orica GreenEDGE s.t.

7 - Frédéric Guesdon - FDJ-Big Mat s.t.

8 - Nicolas Roche - Ag2r La Mondiale s.t.

9 - Bruno Manuel Silva Pires - Team Saxo Bank-Tinkoff Bank s.t.

10 - Michele Scarponi - Lampre-ISD s.t.

...

16 - Marco Pinotti - BMC Racing Team s.t.

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team 28h12'20"

2 - Simone Chinello - Katusha Team + 16"

3 - Eros Capecchi - Liquigas-Cannondale + 26"

4 - Marco Pinotti - BMC Racing Team + 35"

5 - Branislau Samoilau - Movistar Team + 54"

6 - Matteo Carrara - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team + 3'27"

7 - Michele Scarponi - Lampre-ISD + 3'51"

8 - Jakob Fuglsang - RadioShack-Nissan + 4'04"

9 - Edvald Boasson Hagen - Sky ProCycling + 4'14"

10 - Björn Leukemans - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team + 4'47"

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E finalmente, dopo sette lunghi giorni di fatiche, concentrate in modo pauroso nelle ultime tre giornate, si arriva alla ultima, e decisiva, tappa ... La cronometro di San Benedetto del Tronto.

Come lunghezza non era nulla di preoccupante, erano solo 9km, ma quello che, sia io che Joaquim, temevano era che si dovevano percorre due lunghissimi rettilinei, raccordati tra loro, per di più, in riva al mare. Il nostro obbiettivo era assolutamente quello di difenderci, e limitare i danni il più possibile, nei confronti di Marco Pinotti che, con questa prova, avrebbe potuto seriamente scalzarci dalle prime due posizioni del podio.

Se il bergamasco era diventato, molto probabilmente, il favorito numero uno per la vittoria finale, come vincitore di tappa tutti vedevano Bradley Wiggins, che per tutta la Tirreno aveva svolto un lavoro di gregariato, davanti a David Millar.

Poco dopo le 13:15, dalla pedana di partenza, partì Juan José Haedo (Saxo Bank), ultimo della generale con oltre 2h30' di ritardo da Purito, seguito ogni atleti da tutti i vari atleti. Per molto tempo, in testa alla classifica provvisoria ci fu Tom Boonen fino a quando non fu battuto da Thor Hushovd. Il tempo del norvegese fu davvero eccezionale, talmente basso, che ne Millar e Wiggins, i grandi favoriti, riuscirono a batterlo e, ormai, il corridore della BMC veniva visto come il vincitore di tappa. Però, tutti oggi, attendevano il duello tra Pinotti e Rodriguez e quando toccò al bergamasco partire, l'attenzione mediatica si sposto tutta su di lui.

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Il corridore della BMC, con percorso del genere, si sentiva. quasi, come a casa perchè era, senza ombre di dubbio, il miglior cronoman d'Italia. Appena partì si capì subito quanto volesse vincere questa corsa perchè sembrava davvero volare, con una posizione aerodinamica quasi perfetta che gli permetteva di andare ad altissime velocità. Un minuto davanti a lui c'era Samoilau, che era tutto tranne cronoman, che rischiò quasi di essere ripreso dal corridore della BMC che impiegò 12'58" a coprire i 9km della cronometro. Era lo stesso tempo di Hushovd ma, purtroppo, davanti a loro c'erano Lars Boom (Rabobank) e Boasson Hagen, il più veloce con 12'55".

Dopo Pinotti parti Eros Capecchi ma, oggi, non avrebbe avuto nessuna possibilità di contendere i danni sul corridore BMC che, senza troppi problemi, gli avrebbe preso il suo terzo posto, e dopo il corridore Liquigas toccava a me.

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Sapevo molto bene che ormai la maglia bianca e un posto sul podio erano miei ma avrei voluto moltissimo riuscire a mantenere la seconda posizione. Purtroppo, quel giorno non mi sentivo benissimo e le fatiche degli ultimi tre giorni, in cui avevo lavorato moltissimo per Joaquim, si stavano facendo sentire. Partii lo stesso convinto di fare bene, dando il massimo fin dal primo metro, ma appena mi misi in posizione aerodinamica capii che sarebbe stata molto dura, in quanto non riuscivo a fare velocità. Davanti a me c'era Capecchi che, con il passare dei chilometri, era sempre più vicino ma, nonostante andassi molto più forte di lui (chiuse a 43" da Hagen), il mio tempo sul traguardo fu di 22" più alto di quello di Pinotti (25" rispetto ad Hagen), di conseguenza il secondo posto era andato.

All'appello mancava solamente Joaquim Rodriguez che, pur essendo migliorato un po' contro il tempo, oggi avrebbe dovuto stringere i denti il più possibile e dare il duecento percento dall'inizio alla fine.

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Anche Purito, però, era molto stanco perchè nelle ultime tre tappe aveva corso, dal primo chilometro, senza mai risparmiarsi e questo, oggi, lo avrebbe penalizzato moltissimo. Della sua prova vidi solamente l'ultimo chilometro ma mi bastò subito per capire quanta fatica stesse facendo. Gli ultimi 300m li fece tutti alzato sui pedali, nel tentativo di guadagnare qualche secondino con una delle sue solite sparate, ma non servì a nulla perchè concluse la prova con 39" di ritardo da Boasson Hagen e ... 36 secondi di ritardo da Pinotti. La Tirreno-Adriatico era persa per un solo secondo.

Appena si fermò, andai da lui per dirgli il risultato ma non servì, perchè lui aveva già capito tutto. Perdere in questo modo fa molto male ma, per quanto abbia potuto conoscere Joaquim in questo mese, so per certo che già domani sarà ad allenarsi per andare a caccia di un altro grande risultato.

Alla fine, quello che tutti preannunciavano si avverò perchè l'Ingegner Pinotti riuscì, risalendo dalla quarta posizione, a soffiare, anche se per un solo misero secondo, il primo posto di Joaquim Rodrigez, facendo scivolare me e Capecchi, rispettivamente, al terzo e quarto posto.

ORDINE D'ARRIVO:

1 - Edvald Boasson Hagen - Sky ProCycling 12'55"

2 - Lars Boom - Rabobank Cycling Team + 1"

3 - Thor Hushovd - BMC Racing Team + 3"

4 - Marco Pinotti - BMC Racing Team s.t.

5 - Geraint Thomas - Sky ProCycling + 6"

6 - David Millar - Garmin-Sharp s.t.

7 - Bradley Wiggins - Sky ProCycling + 9"

8 - Tyler Farrar - Garmin-Sharp + 10"

9 - George Hincapie - BMC Racing Team s.t.

10 - Richie Porte - Sky ProCycling s.t.

...

25 - Simone Chinello - Katusha Team + 25"

56 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team +39"

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Marco Pinotti - BMC Racing Team 28h25'53"

2 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team + 1"

3 - Simone Chinello - Katusha Team + 3"

4 - Eros Capecchi - Liquigas-Cannondale + 31"

5 - Branislau Samoilau - Movistar Team + 52"

6 - Matteo Carrara - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team + 3'27"

7 - Edvald Boasson Hagen - Sky ProCycling + 3'36"

8 - Michele Scarponi - Lampre-ISD + 3'54"

9 - Jakob Fuglsang - RadioShack-Nissan + 4'00"

10 - Roman Kreuziger - Astana Pro Team + 5'03"

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dico solo una cosa: SFIGA!!

Nemmeno nel peggiore degli incubi :shock:

Credo che, già in partenza, l'avrei persa lo stesso la tirreno. Il mio corridore con un -3 e Joaquim con -5 :banghead: ... Se questa non è sfiga

P.S: se riesco, più tardi, ci saranno aggiornamenti

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Quando lessi quell'articolo sulla Gazzetta non ne rimasi molto sorpreso perchè ... Lo sapevo già. Infatti, il giorno prima io e Joaquim, mentre eravamo in ritiro per la Classicissima, eravamo andati a fare una breve uscita sulle mie strade "di casa". Nessuno dei due quel giorno voleva fare un allenamento serio, quindi decisi di portarlo al Parco di Monza, posto che conoscevo da cima a fondo.

In quel luogo avevo lasciato molti ricordi bellissimi, dai primi giri con la bicicletta da corsa alle classiche grigliate "senza fine" di Pasquetta con gli amici (sapevi come uscivi di casa ma, non sapevi come ci rientravi), e mentre percorrevamo i magnifici viali alberati gli raccontavo qualche mio spiritoso aneddoto di quelle giornate, ormai lontane. In circa due ore, girammo un paio di volte l'intero parco ma, prima di tornare indietro, lo portai a vedere il posto che, più di ogni altro, mi piaceva. Lasciammo i lunghi vialoni per entrare all'interno della zona dell'Autodromo e, dopo un sottopasso e una strada in fondo cementato, attraverso uno stretto passaggio tra due guardrail entrammo sull'Anello di alta Velocità, il vecchio "ovale".

Casualmente, insieme a mio padre, quando avevo si e no sei anni, ci ritrovammo in quel posto che da quel giorno, tutte le volte che andavo al Parco di Monza, ci passavo sempre. Nonostante fosse ormai abbandonato, si incontrava sempre qualcuno, in bicicletta o a piedi, lungo quel rettilineo, che apre in due il bosco, alle cui estremità si vedevano le due curve sopraelevate, che si congiungevano al rettilineo principale, lo stesso dell'attuale circuito utilizzato dalla Formula 1.

Entrammo sulla Curva Sud e, neanche il tempo di fare cento metri, Joaquim volle a tutti costi fermarsi perchè voleva provare a salire fino a guardrail. Tentò tre, quattro volte ma in ogni occasione non riuscì ad oltrepassare la linea gialla, posta all'incirca a metà sede stradale, fino a quando, seguendo il mio consiglio, riuscì a raggiungerlo prendendo da subito in cima la curva, mentre io mi facevo due risate vedendolo ogni volta ribaltarsi.

Seduti su quella specie di guardrail, vecchio e totalmente arrugginito, parlammo di cose serie e fu lì che lui espresse la sua grande volontà di vincere la Milano-Sanremo, dicendomi che quella corsa era adattissima a lui. E' vero, il Poggio, seppur facile come salita, poteva essere un buon trampolino di lancio ma, per ad evitare il ritorno dei velocisti, bisogna fare da subito corsa dura e questo, nel caso di fallimento della sua azione, poteva ulteriormente avvantaggiare Oscar Freire, che la Classicissima sa come si vince.

Parlammo ancora per po' di tempo ma, quando arrivò, il primo pomeriggio decidemmo di tornare indietro, ma a casa mia, e lungo la strada, Joaquim, mi disse che un posto come quello non lo aveva mai visto ma, soprattutto, dicendo che gli ricordavo molto Miguel Indurain ... Non era il primo che me lo diceva.

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