Vai al contenuto

Seguici su Discord

Unisciti al server Discord di PCM Italia per rimanere sempre in contatto con noi, parlare di ciclismo e vivere un'esperienza multiplayer ottimale
Unisciti al server

PCM Italia è su Tapatalk

Scarica Tapatalk gratuitamente sul tuo smartphone per consultare in maniera facile e veloce PCM Italia anche da mobile!
Leggi di più

Disponibile Pro Cycling Manager 2021

Pro Cycling Manager 2023 e Tour de France 2023 sono finalmente disponibili
Leggi di più

[PCM 2012] All'inseguimento di un sogno: parte II


Messaggi raccomandati

  • Risposte 173
  • Created
  • Ultima Risposta

Top Posters In This Topic

E adesso, è giunto il momento del nostro corridore leggendario. C'è chi dice che se si mette la radio su 88.4 FM, si riesca a captare i suoi pensieri ... E, chi dice, che è compatibile con Mac ... Tutto quello che noi sappiamo è che si chiama ...

stigw.jpg

THE STIG

Il ritorno, dal Giro del Mediterraneo, a casa fu qualcosa di emozionante per me. Ovviamente, i miei genitori e, i miei amici decisero di festeggiare la mia vittoria tutti insieme, con fiumi di birra scura irlandese. Dopo il divertimento, però, ero obbligato a tornare ad allenarmi con maggiore impegno e serietà perchè, da lì a qualche giorno avrei dovuto correre il Trofeo Laigueglia ma, anche, perchè la stagione stava entrando nel vivo.

Un paio di giorni dopo, infatti, partii per la liguria per partecipare a questa importante corsa italiana, e non solo, incontrandomi con il resto della squadra, composta da: Vladimir Gusev, Jon Horrach, Aleksandr Kuschynski, Yuri Trofimov, Luca Paolini ed Oscar Freire, e Joaquim Rodriguez, come leader. La concorrenza però, quest'anno, era molto agguerrita perchè al via c'erano Fabian Cancellara, Peter Sagan e Danilo di Luca, avversari molto ostici per i nostri due capitani.

La giornata non era delle migliori. Non faceva freddissimo ma c'era un forte vento, e il cielo non era dei migliori (infatti ad un certo punto abbiamo presa tanto di quell'acqua). Per una decina di chilometri, dopo il via, il gruppo ha proceduto compatto, con andatura turistica, fino a quando non sono iniziati gli scatti per portare via la fuga, che partì definitivamente a circa metà della salita del Balestrino.

Dietro tutti erano tranquilli, e il gruppo di fuggitivi (erano in dieci) presero subito minuti di vantaggio, fino a toccare quasi un vantaggio massimo di otto minuti.Io continuavo a svolgere il solito lavoro, questa volta per Oscarito, mentre Purito, con cui avevo parlato a lungo, sembrava molto fiducioso e per questo si era posizionato, da subito, in testa al gruppo alle spalle degli uomini Acqua & Sapone, impegnati a riprendere i fuggitivi.

Gli attaccanti vennero ripresi poco prima dell'imbocco della terza, ed ultima ascesa, del Testico dove si accese la bagarre. Da subito Betancourt (Acqua e Sapone) e Nordhaug (Sky) attaccarono molto spesso, senza mai avere successo, fino a quando, dopo aver chiuso per ben tre volte, partì Lieuwe Westra (Vacansoleil) inseguito da Purito.

laigueglia4.png

I due potevano essere molto pericolosi, nonostante mancassero oltre venti chilometri all'arrivo, ma il gruppo, per recuperare i trenta secondi di svantaggio, ci mise un bel po'. L'andatura era molto elevata, ma sia io che Freire non avevamo particolari problemi a mantenere le posizioni d'avanguardia. In discesa, dopo che i due vennero ripresi, continuarono gli scatti. Riblon (Ag2r) e Carrara (Vacansoleil) sembravano i più attivi ma nel tratto di pianura successivo, quasi a sorpresa, attaccò Fabian Cancellara con una delle sue solite trenate e, a gran fatica, si riportarono su di lui Manuele Mori (Lampre), Jerome Pineau (Omega) e ancora una volta Rodriguez.

L'azione dei quattro era buona e, in poco tempo, presero venti secondi arrivando al decisivo strappo di Pinamare a cinque chilometri dal traguardo. Il gruppo, però, sempre sotto la spinta dei gregari di Di Luca tornò a spingere riuscendoli a riprendere tutti, tranne uno perchè, su questo strappo duro messo lì quasi come su "un piatto d'argento", attaccò Purito.

laigueglia3.png

Su questo genere di salite, lo spagnolo, volava letteralmente. Il suo vantaggio salì da cinque, a quindici secondi nel giro di cento metri. Dietro tentarono la Liquigas e la Vacansoleil di chiudere sullo spagnolo ma la la loro azione fu vana, perchè lo ripresero solamente dopo il traguardo. Il mio lavoro terminò dopo quest'ultimo strappetto, quando Oscar mi disse di non voler fare la volata che venne vinta da Peter Sagan, su Matteo Carrara che, però, non poté esultare in quanto lo stava già facendo Joaquim Rodriguez, al suo primo trionfo stagionale.

laigueglia2.png

ORDINE D'ARRIVO:

1 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team 5h09'45"

2 - Peter Sagan - Liquigas-Cannondale s.t.

3 - Matteo Carrara - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team s.t.

4 - Zdeněk Štybar - Omega Pharma-QuickStep s.t.

5 - Fabian Cancellara - RadioShack-Nissan s.t.

6 - Michał Kwiatkowski - Omega Pharma-QuickStep s.t.

7 - Jure Kocjan - Team Type 1 - Sanofi s.t.

8 - Francesco Ginanni - Acqua & Sapone s.t.

9 - Eros Capecchi - Liquigas-Cannondale s.t.

10 - Lars Petter Nordhaug - Sky ProCycling s.t.

...

31 - Simone Chinello - Katusha Team s.t.

Link al commento
Condividi su altri siti

Dopo la giornata piuttosto tranquilla del Laigueglia, insieme a Joaquim e Luca, partii per la Spagna per affrontare la Vuelta a Andalucia. Oltre a noi correvano Angel Vicioso, Alberto Losada, Xavier Florencio e Dani Moreno ... Tutti spagnoli tranne me e Luca.

Già dal primo giorno si partiva forte perchè, rispetto a tutte le altre piccole corse a tappe a cui avevo preso parte quest'anno, c'era un cronoprologo a differenza della solita tappa in linea. Proprio per questo, quel giorno, ero abbastanza nervoso perchè non facevo una cronometro, seppur brevissima, da molto tempo. Al posto di stare in albergo, cosa che fecero i miei compagni di squadra, passai tutta la giornata a gironzolare nella zona della partenza per provare a rilassarmi, scambiando quattro chiacchiere con gli altri ciclisti, ma anche per cercare di ricordare come si affrontava una crono.

Il mio turno di partenza era uno degli ultimi, prima dei capitani, e fino a quando non toccò a me salire in pedana, in testa c'era Luis Leon Sanchez (Rabobank) davanti ad Alex Rasmussen (Garmin), per tutti uno dei favoriti, che avevano fatto segnare tempi bassissimi, alzando di molto l'asticella ... Fare una buona prestazione sarebbe stato piuttosto impegnativo.

andalusia2.png

Quando arrivò il momento di salire in pedana, per prima cosa, cercai subito di concentrarmi solo sulla strada che vedevo davanti a me, disinteressandomi completamente delle urla dei tifosi. Quando il giudice tolse la mano, mi buttai subito giù per la rampa per poi alzarmi sui pedali, per guadagnare subito velocità, prima di mettermi nella classica posizione aerodinamica per affrontare il primo dei due lunghi rettilinei che caratterizzavano la prova. Il punto crociale, però, era la stretta doppia curva che li raccordava in quanto, in base a come veniva affrontata, decideva gran parte della prestazione e, per mia fortuna, sfruttando le mie abilità da discesista, la affrontai a buona velocità per poi dare il tutto sul rettilineo conclusivo per chiudere ... sedicesimo a 18" da Luis Leon. Ero convinto di fare molto peggio.

Dopo di me partirono Janetz Brajkovic (Astana), Chris Horner (RadioSchack) e Rodirguez ma nessuno di loro riuscì ad avvicinarsi al tempo dello spagnolo della Rabobank, in quanto tutti chiusero con più di dieci secondi di ritardo.

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Luis Leon Sanchez - Rabobank Cycling Team 9':01"

2 - Alex Rasmussen - Garmin-Sharp s.t.

3 - Vasil Kiryienka - Movistar Team +3"

...

19 - Simone Chinello - Katusha Team +18"

28 - Joaquim Rodirguez - Katusha Team +21"

Se la prima tappa in linea fu, per me, molto difficile da affrontare la seconda (Zahare de Los Atunes - Benalmadema) fu una passeggiata. Il percorso non era per nulla difficile e, senza eventi particolari, si sarebbe arrivati in volata dove, per noi della Katusha, Luca avrebbe provato ad ottenere un buon piazzamento su un traguardo molto difficile da interpretare, in quanto era in leggera salita. Per tutto il corso della tappa navigai, più o meno, sempre a centro gruppo affiancato a Purito e a Moreno mentre i Rabobank si impegnavano a recuperare la caterva di minuti lasciati ai soliti fuggitivi, che ripresero nel finale.

Ai -5km, però, io e Purito entrammo in azione per aiutare Luca a stare nelle prime posizioni del gruppo per disputare la volata. Il compito di fargli guadagnare posizioni toccò a me mentre Joaquim avrebbe dovuto lanciarlo nel miglior modo possibile ma, in controtempo, Fabio Felline (Androni) partì lunghissimo favorendo proprio il nostro Luca che, dopo avergli preso la ruota, lo saltò agevolmente conquistando la sua prima vittoria stagionale, mentre Purito riuscì a concludere addirittura quarto.

andalusia2.png

CLASSIFICA DI TAPPA:

1 - Luca Paolini - Katusha Team 4h58'39

2 - Mark Renshaw - Rabobank Cycling Team s.t.

3 - José Joaquín Rojas - Movistar Team s.t.

4 - Joaquim Rodriguez - Katusha Team s.t.

...

18 - Simone Chinello - Katusha Team s.t.

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Mark Renshaw - Rabobank Cycling Team 5h07'40

2 - Luis León Sánchez - Rabobank Cycling Team s.t.

3 - Alex Rasmussen - Garmin - Sharp s.t.

...

15 - Luca Paolini - Katusha Team +15"

22 - Simone Chinello - Katusha Team + 18"

Link al commento
Condividi su altri siti

Nonostante la bella vittoria di Luca, tempo per festeggiare non ce n'era. La terza tappa (Malaga - Santuario Virgen de Araceli) era una delle più importanti di tutta la corsa perchè, oltre ad avere un percorso insidioso con varie salitelle, aveva l'arrivo in salita, quindi, se volevamo fare risultato, bisognava essere concentrati.

Nemmeno il tempo iniziare la tappa che, subito "pronti via", parte la bagarre per portare via la fuga. Per oltre venti chilometri siamo andati avanti a scatti e controscatti, con il gruppo allungatissimo che viaggiava ad altissimi velocità ma, dopo innumerevoli tentativi, partì la solita fuga senza speranza che prese in poco tempo un cospicuo vantaggio sul gruppo.

La Rabobank, per quasi metà tappa, impose un andatura quasi turistica, che permise ai fuggitivi di toccare la soglia dei nove minuti di vantaggio, per poi iniziare a recuperare terreno nella seconda metà di gara fino a quando, a venti chilometri della conclusione, entrammo in azione noi piazzando in testa a tirare prima Florencio e, poi, Moreno.

andalusia34.png

Sotto la nostra azione le improbabili speranze di arrivare al traguardo dei fuggitivi svanirono del tutto, raggiungendo, così, l'imbocco della salita, lunga poco più di cinque chilometri, con il gruppo compatto. Il lavoro di Dani, purtroppo non ancora in forma, terminò dopo una decina di metri dall'inizio della salita e di conseguenza iniziarono gli scatti. I primi a provarci furono Brajkovic (Astana) e Rui Costa (Movistar) ma non guadagnarono mai più di tanto mentre io, come stabilito, restavo sempre al fianco di Purito. Però, in un momento di calma apparente partì il vecchio Horner (RadioSchack) su cui nessuno provò a chiudere. Facendo cosi lo statunitense guadagnò subito secondi e, dietro, nessuno voleva muoversi per cercare di riprenderlo fino a quando, intuendo che la situazione stava prendendo una piega quasi irreparabile, partì in prima persona Joaquim.

andalusia37.png

Il distacco tra i due era intorno ai quindici/venti secondi ma Horner in salita era uno che andava molto bene, quindi non sarebbe stato facile riprenderlo. Io, invece, restai nel gruppetto dei migliori in cui nessuno voleva muoversi facendo, cosi, precipitare il nostro ritardo a oltre quaranta secondi. In vista dell'ultimo chilometro Purito riuscì ad intravedere, un centinaio di metri più avanti, la sagoma dell'americano, decidendo di partire con una delle sue solite sparate. Non so come fece ma riuscì ad andare a riprendere Chris che sembrò non essersi accorto del ritorno di Purito che, nonostante la lunghissima volata, riuscì a bruciarlo sulla linea del traguardo, compiendo una piccola impresa.

Nel mio gruppetto, invece, soltanto all'ultimo chilometro la gente iniziò a muoversi per provare a ridurre il vantaggio e conquistare l'ultimo abbuono disponibile, preso da Rui Costa dopo quasi cinquanta secondi dall'arrivo dei primi due. Io provai a sprintare ma non essendo uno "veloce" non combinai nulla di che.

andalusia3.png

ORDINE D'ARRIVO:

1 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team 3h45'31"

2 - Christopher Horner - RadioShack-Nissan s.t.

3 - Rui Alberto Faria Costa - Movistar Team + 48"

...

11 - Simone Chinello - Katusha Team s.t.

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Christopher Horner RadioShack-Nissan 8h53'13"

2 - Joaquím Rodríguez Katusha Team + 2"

3 - Rui Alberto Faria Costa Movistar Team + 42

...

13 - Simone Chinello - Katusha Team + 1'05"

La quarta tappa (Montemayor - Las Gabias), pur essendo per velocisti, prevedeva un GPM a soli cinque chilometri dal traguardo, posto proprio al termine della discesa. Nonostante ci sarebbe stato un terreno buon per attaccare, decidemmo di restare calmi e risparmiare le forze per la tappa successiva, l'ultima della corsa, che sarebbe stata la decisiva. In volata trionfo Joaquin Rojas (Movistar), su Buffaz (Cofidis) e Luis Leon Sanchez che, grazie all'abbuono conquistato, balzò al terzo posto della generale con 38" di ritardo da Horner.

Link al commento
Condividi su altri siti

La quinta, e ultima, tappa di questa Vuelta Andalucia (Jaen - La Guardia de Jaen) sarebbe stata il teatro della battaglia finale tra Chris Horner e Joaquim Rodriguez, i primi due della classifica, generale divisi da soli due secondi.

Già al ritrovo di partenza si sentiva un clima di forte tensione, ed entrambi cercavano qualsiasi modo per essere concentrati il più possibile concentrati fin da subito. Horner, leader della classifica, era stato letteralmente circondato dai suoi compagni di squadra mentre Joaquim si mise a parlare con me, e Losada, del più e del meno.

Appena partita la corsa, noi e la RadioSchack ci portammo immediatamente in testa al gruppo per tenere i nostri leader nelle prime posizioni e, anche, per controllare meglio i fuggitivi che, puntualmente, partirono dopo una lunga serie di scatti ma, rispetto agli altri giorni, le loro speranze di arrivare al traguardo erano praticamente meno di zero.

La fuga, un gruppetto di cinque atleti, raggiunse un vantaggio massimo di soli tre minuti perchè, senza chiedere aiuto a nessuno, ci mettemmo in testa noi a tirare. Da Florencio a Vicioso, tutti lavorarono per tenere costantemente sotto controllo i fuggitivi che, senza difficoltà, verranno ripresi prima dei venti al traguardo.

andalusia55.png

Prima di arrivare al traguardo, che era posto in cima ad una salitella di poco mendo di 5km, c'era d'affrontare un GPM, per nulla difficile, che noi però prendemmo a tutta sotto la spinta di Dani allungando letteralmente il gruppo che, pian piano, si stava assottigliando sempre di più. Ma, se in salita eravamo andati forte, in discesa realizzammo il nostro "piccolo capolavoro" perchè, quando mi misi in testa a fare l'andatura, la velocità si alzò talmente tanto che il gruppo si spezzò e, davanti, c'eravamo noi della Katusha e non Horner.

La salita finale iniziava subito dopo la fine della discesa e, in quel punto, avevamo guadagnato quasi una ventina di secondi su Horner e glii altri, e quando Purito venne informato di ciò scattò solo come lui sapeva fare.

andalusia5.png

Joaquim partì talmente forte che nessuno ebbe il coraggio di inseguirlo, ad esclusione di Rein Taaramae (Cofidis), seguito come un ombra da me, che al posto di guadagnare terreno, perdeva secondi su secondi fino a quando non ci raggiunsero Luis Leon Sanchez (Rabobank) e Kiryienka (Movistar) scattati dal Gruppo Horner. Davanti, invece, Purito volava incontrastato verso la vittoria di tappa, e della Classica Generale, arrivando in solitaria sul traguardo, infiammando letteralmente il pubblico. Alle sue spalle, Sanchez provò ad andarsene ma si portò dietro me che, non avendo tirato un metro, riuscii a batterlo in volata e conquistare, grazie all'abbuono e al distacco, la Classifica Under 25, ai danni di Taaramae, mentre ad quasi cinquanta secondi arrivò Chris Horner, il "grande sconfitto" di giornata.

andalusia52.png

ORDINE D'ARRIVO:

1 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team 3h22'59"

2 - Simone Chinello - Katusha Team + 16"

3 - Luis León Sánchez - Rabobank Cycling Team s.t.

...

6 - Chris Horner - RadioSchack-Nissan + 50"

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Joaquím Rodríguez - Katusha Team 16h19'45"

2 - Luis León Sánchez - Rabobank Cycling Team + 1'06"

3 - Christopher Horner - RadioShack-Nissan + 1'10"

4 - Simone Chinello - Katusha Team + 1'29"

5 - Vasil Kiryienka - Movistar Team + 1'39"

6 - Rein Taaramäe - Cofidis, le Crédit en Ligne + 1'45"

7 - Rui Alberto Faria Costa - Movistar Team + 1'52"

8 - Yaroslav Popovych - RadioShack-Nissan + 2'01"

9 - Maxime Monfort - RadioShack-Nissan + 2'05"

10 - Branislau Samoilau - Movistar Team + 2'12"

Link al commento
Condividi su altri siti

Prima di rientrare a Milano, per proseguire lì con i miei allenamenti sulle strade di casa, scelgo di passare qualche giorno insieme ai miei compagni in trasferta in Belgio. Eravamo ormai a fine febbraio e il "periodo del pavè" era ormai arrivato e, tutti gli amanti di queste particolari corse, si ritrovarono tutti assieme, nelle Fiandre, per prendere parte ad alcune gare di questo genere.

Io, nella mia vita, non avevo mai provato ad affrontare il "vero" pavè (quello del centro di Milano in confronto è come un asfalto nuovo) e per questo feci qualche uscita insieme a Luca e Vladimir Gusev, i nostri capitani in questo genere di corse, giusto per farmi un idea di cosa i corridori erano costretti ad affrontare. Purtroppo, io, ho il brutto vizio di fare le cose partendo da quelle più difficili e, in queste zone, il pavè più difficile era uno solo, e soltanto pronunciando il suo nome si capiva già tutto ... il Muur-Kapelmuur, più semplicemente, il Muro di Grammont.

grammontcopia.png

Quando gli dissi che lo volevo affrontare, Luca e Vladimir, rimasero un po' sconvolti ma, alla fine, scelsero di portarmici. Quando, il giorno successivo, arrivammo a Geraardsbergen, cittadina ai piedi del Muro, cercai di trovare alcuni di quei riferimenti che mi ero posto dopo aver visto, centinaia e centinaia di volte, il video della sfida tra Stefan Everts, leggenda del motocross, e Sebastian Loeb, il cannibale del WRC, proprio sul Grammont. Purtroppo la giornata non era delle migliori e, nonostante non avesse piovuto, il fondo era umido e molto scivoloso, proprio la miglior condizione per affrontarlo la prima volta, ma partimmo lo stesso per "scalarlo".

La prima ascesa fu fatta tutti insieme, salendo tranquillamente, in modo da iniziare a prendere confidenza con il pavè, che mi sorprese molto per la sua durezza, mentre la seconda la feci in solitaria salendo con il mio ritmo, ovvero molto piano ... Per la terza, e ultima, ascesa riuscii a convincere gli altri due ad affrontarlo a ritmo piuttosto sostenuto e, senza farsi troppi problemi, mi staccarono poco dopo metà salita mentre, io, mi accartocciavo in modo innaturale sulla bicicletta. Terminata quest'ultima, continuammo l'allenamento lungo strade normali prima di rientrare, nel pomeriggio, in albergo dove, loro, si sarebbero preparati per correre l'Omloop Het Nieuwsblad e la Kuurne-Bruxelles-Kuurne, mentre io li guardavo dall'ammiraglia.

La nostra spedizione, oltre a Luca e Vladimir, era composta da Xavier Florencio, Aleksandr Kuschynski, Gatis Smukulis, Rudiger Selig, Maxime Vantomme e Alexei Tsatevich ma si rivelò un fallimento. L'Omloop fu una corsa spaventosa con acqua, vento, freddo per tutta la sua durata e fu vinta da Nick Nuyens (Saxo Bank) in volata, a due, su Alessandro Ballan (BMC) e Thor Hushovd (BMC), arrivato dopo venti secondi. Il migliore dei nostri fu Luca arrivato 32° ad oltre 3'.50" mentre big come Boonen, Pozzato, Cancellara e molti altri arrivarono in ritardo a causa delle numerose cadute.

Il giorno dopo, la Kuurne andò in modo totalmente diverso perchè non pioveva e, soprattutto, fecero una gran gara. Vladimir andò in fuga a cento chilometri dal traguardo insieme a Guesdon (FDJ), e altri sei, riuscendo ad arrivare ai meno venti con ancora un minuto. Nel finale, però, la corsa esplose e Cancellara, Ballan e Haussler provarono più volte ad andarsene, senza mai avere troppa fortuna, fino a quando, sorprendendo chiunque, Tom Boonen scatta ai 1500m dall'arrivo anticipando la volata. Luca prova ad inseguirlo ma, non c'è nulla da fare perchè, Boonen va a vincere la corsa su Haussler ed Hushovd, che regolano il gruppo, mentre Paolini riesce solo ad arrivare settimo.

kuurne3.png

OMLOOP HET NIEUWSBLAD:

1 - Nick Nuyens - Team Saxo Bank-Tinkoff Bank 4h38'34"

2 - Alessandro Ballan - BMC Racing Team s.t.

3 - Thor Hushovd - BMC Racing Team + 21"

4 - Sylvain Chavanel - Omega Pharma-QuickStep s.t.

5 - Bernhard Eisel - Sky ProCycling + 1'10"

6 - Sep Vanmarcke - Garmin - Sharp s.t.

7 - Lars Boom - Rabobank Cycling Team s.t.

8 - George Hincapie - BMC Racing Team s.t.

9 - Mathew Hayman - Sky ProCycling + 1'31"

10 - Filippo Pozzato - Farnese Vini-Selle Italia s.t.

...

32 - Luca Paolini - Katusha Team + 3'54"

KUURNE-BRUXELLES-KUURNE:

1 - Tom Boonen - Omega Pharma-QuickStep 4h20'27"

2 - Heinrich Haussler - Garmin - Sharp s.t.

3 - Thor Hushovd - BMC Racing Team s.t.

4 - Matti Breschel - Rabobank Cycling Team s.t.

5 - Sep Vanmarcke - Garmin - Sharp s.t.

6 - Bernhard Eisel - Sky ProCycling s.t.

7 - Luca Paolini Katusha Team s.t.

8 - Maarten Wynants - Rabobank Cycling Team s.t.

9 - Fabian Cancellara - RadioShack-Nissan s.t.

10 - George Hincapie - BMC Racing Team s.t.

Link al commento
Condividi su altri siti

Quando tornai a Milano, dalla trasferta in Belgio, ero esaltatissimo e senza pensarci due volte chiamai Valerio per portarmi, con lui, alla Strade Bianche. Infatti, le sensazioni che avevo avuto sul Grammont, probabilmente dovute al velo di "sacralità" che c'è li, erano state talmente belle, e buone, che in ogni mia uscita di allenamento andavo alla ricerca di pavè o robe simili.

Purtroppo nelle mie zone non c'era nulla di questo. e l'unico modo di fare un po' strade dissestate era quello di, dopo un po' di anni, tirare fuori la vecchia MTB ed andarsene in "Cava" (è un normalissimo parco che, nelle mie zone, chiamiamo così perchè è vicino ad una cava) dove, di salite brevi, e ripide, e di sentieri, però, sterrati ne abbondava.

Il ritorno in quel luogo, in cui vissi alcuni dei momenti più belli e, anche, tragici della mia infanzia, fu pieno di nostalgia ma, senza farmi troppo coinvolgere dai ricordi, riuscii ad allenarmi con grande serietà, acquisendo sempre più confidenza con questo genere di fondo, e il giorno della Strade Bianche, al ritrovo di partenza di Gaiole, mi sentivo molto bene e consapevole di poter fare un ottimo risultato. Insieme a me, in questa splendida corsa, c'erano Vladimir (leader unico a causa dell'assenza di Paolini), Alexei Tsatevich, Dani Moreno, Gianpaolo Caruso, Eduard Vorganov, Xavier Florencio e Aleksandr Kuschynski.

La giornata era perfetta, c'era bel tempo e faceva un po' caldo, quindi c'erano gli ingredienti giusti per fare una buona gara. Fin dai primi chilometri mi posizionai nelle prime posizioni del gruppo perchè, sapevo bene, che in questo tipo di gare bisognava sempre stare davanti e, soprattutto, attenti ai vari inconvenienti che possono accadere quando non te li aspetti. Per gran parte della gara, la corsa si svolse nel modo classico (fuga senza speranze e gruppo ad andatura turistica) mentre con il susseguirsi dei settori in sterrato il gruppo diventava, via via, sempre meno numeroso ma a, più o meno, trenta chilometri dal traguardo si iniziò a far sul serio.

Il gruppo dei migliori era solamente composto da una trentina di atleti e in un tratto di sterrato in salita attacca Jonathan Hivert (Saur). Il francese guadagna subito un po' di margine, che col tempo diventa sempre maggiore, ma nessuno prova a chiudere, o rientrare su di lui, fino a quando, dopo aver parlato con Gusev, decido di partire.

eroica7.png

Tra me e il francese c'erano, all'incirca, venti secondi ma abbastanza agevolmente riesco a ridurre il distacco, riuscendo addirittura a raggiungerlo. Il mio attaccò servì anche a diminuire, ulteriormente, i componenti del gruppo che, quando ci riprese era composto da circa venti atleti tra cui, però, non c'era Filippo Pozzato, il grande favorito. Davanti, con me e Hivert, i più forti erano Turgot (Europcar), Gatto (Farnese) e, anche il nostro Vladimir, solamente che nell'ultimo tratto di sterrato, a poco più di dieci chilometri dal traguardo, attacca Martin Elmiger (Ag2r), sorprendendoci tutti.

L'azione dello svizzero era molto buona ma nessuno prova ad inseguirlo, ed in breve tempo guadagna più di trenta secondi. Dietro, nel gruppetto, ci guardavamo tutti in faccia nella speranza di trovare qualcuno che si sacrificasse per tirare. Purtroppo nessuno si prese questa responsabilità e, seguendo solamente il mio istinto, attaccai nuovamente.

eroica5.png

Il mio ritardo da Elmiger era sempre sui trenta secondi, forse anche qualcosa in più, ma nel finale trovai un tratto di discesa dove riuscii a guadagnarli qualcosina, ma lo svantaggio era ancora consistente. L'unico modo che avevo per riprenderlo era quello di sperare che, lui, si piantasse sul muro conclusivo, che portava la corsa nel centro di Siena. Io lo affrontai il più forte possibile ma non servii perchè Martin Elmiger era ormai giunto sul traguardo a braccia alzate, per festeggiare la sua vittoria alla Strade Bianche, mentre io concludevo in seconda posizione, un po' deluso ma lo stesso soddisfatto. Il gruppo dei "migliori" arrivò molto dopo di me e venne regolato da Daniele Pietropolli (Lampre), davanti al nostro Gusev, mentre il grande favorito Pozzato arrivò 17° a 4'07".

eroica3.png

ORDINE D'ARRIVO:

1 - Martin Elmiger - Ag2r La Mondiale 4h41'42"

2 - Simone Chinello - Katusha Team + 20"

3 - Daniele Pietropolli - Lampre-ISD + 1'44"

4 - Vladimir Gusev - Katusha Team s.t.

5 - Christophe Riblon - Ag2r La Mondiale s.t.

6 - Franco Pellizotti - Androni Giocattoli-Venezuela s.t.

7 - Oscar Gatto - Farnese Vini-Selle Italia s.t.

8 - Sébastien Turgot - Team Europcar s.t.

9 - Rémi Cusin - Team Type 1-Sanofi s.t.

10 - Davide Malacarne - Team Europcar s.t.

Link al commento
Condividi su altri siti

ma corri tutte le corse?

Se intendi il mio corridore ho corso fin ora: Etruschi, Mallorca, Mediterraneo, Laigueglia, Andalucia, Eroica, Tirreno e San Remo (le ultime due le devo postare nei prossimi giorni).

Se invece, intendi corse in 3D faccio solo quelle che mi piacciono o dove c'è un obbiettivo di squadra.

Link al commento
Condividi su altri siti

nizzacarte.png

Con l'arrivo della primavera e, sopratutto, della primavera, arriva anche il momento di alcune delle corse più storiche, importanti e prestigiose che il calendario può offrire e, tra queste, c'è la Paris-Nice, "La course au Soleil".

Però, per noi della Katusha, questa grande corsa non la consideravamo come un momento importante della stagione, nonostante avessimo l'obbiettivo di conquistare almeno una vittoria di tappa, quindi portammo una squadra meno competitiva di quello che potevamo permetterci, in quanto sia Freire che Joaquim avevano scelto di partecipare alla Tirreno, che avrei corso pure io. Quindi, alla fine, la squadra era composta da Dani Moreno, Alexandr Kolobnev, Mikhail Ignatiev, Vladimir Gusev, Aleksandr Kuschynski, Eduard Vorganov, Yuri Trofimov e Alexander Porsev.

Ai blocchi di partenza erano presenti molti corridori importanti comeIvan Basso, Vincenzo Nibali, Andy Schleck (per i bookmakers i favoriti per la vittoria della Classifica Generale), l'idolo di Francia Thomas Voeckler e una lunga serie di corridori che correvano in preparazione della Sanremo, come Philippe Gilbert e Peter Sagan. Tutti loro, però, avrebbero animato la Paris-Nice nelle tappe successive perchè la prima tappa, come da tradizione, era una cronometro breve, ma molto insidiosa, in cui tutti si attendevano lo scontro "frontale" tra Tony Martin, campione del mondo di specialità, e Fabian Cancellara, dominatore incontrastato di questo prove negli ultimi anni. Il loro duello non deluse le attese dei tifosi perchè, i due, fecero due grandissime prestazioni divisi soltanto da un paio di secondi a vantaggio dello svizzero, ma quel giorno ci fu qualcuno che andò più forte di loro e, nella sorpresa generale, vinse il prologo.

nizza.png

Sylvain Chavanel, uno dei ciclisti francesi più amati, si rese protagonista di una prova eccezionale che gli permise di battere i due "mostri" delle cronometro, conquistando la maglia gialla di leader. La prima tappa in linea, per lui, sarebbe stata una passeggiata perchè era un classico "piattone" per ruote veloci e, rispettando le attese, Andre Greipel (Lotto) vinse la volata a mani basse. Dopo due giornate vissute nell'anonimato della pancia del gruppo, anche noi iniziammo a farci vedere nella terza tappa, con l'arrivo a Le Lac de Vassivière in cima ad una salitella. Dani provò più volte a sganciarsi ma non ebbe mai grande fortuna e, nella scontata volata a ranghi ristretti, a vincere fu Philippe Gilbert, mentre Kolobnev rimase intrappolato in coda al gruppetto.

Dani si sentiva bene e nella tappa successiva, che era molto simile a quella precedente, provò ad attaccare nuovamente. La salitella conclusiva, però, era molto più facile ma, prima di arrivarci, c'era da affrontare un GPM su cui, come già detto, attaccò in compagnia di Voeckler, Luis Leon Sanchez e, anche, Chavanel. La loro azione era pericolosissima e dietro la Liquigas iniziò a tirare forte, facendo rassegnare i fuggitivi, ad esclusione proprio di Dani che continuò dritto per la sua strada e, questa sua coraggiosa scelta, fu perfetta perchè riuscì ad arrivare al traguardo, conquistando la vittoria di tappa.

nizza3.png

Questo, però, per noi fu l'unico momento di gloria perchè nelle tappe successive la corsa ebbe un solo padrone, Philippe Gilbert. Il corridore della BMC dimostrò di avere già una condizione spaventosa, in vista della Sanremo, che gli permise di vincere la tappa di Mende, in cui levò la maglia a Chavanel, e la penultima tappa con arrivo a Nice, dove incrementò sensibilmente il suo vantaggio sul corridore francese, arrivato staccato di poco più di un minuto. Nell'ultima tappa, la cronoscalata del Col d'Eze, Chavanel si lanciò in una prova disperata, corsa da subito a tutta, che sfortunatamente gli fece guadagnare solamente una decina di secondi nei confronti del belga, mentre noi concludevamo l'ennesima giornata di anonimato di questa Paris-Nice.

Ne Kolobnev e ne Moreno, nonostante la bella vittoria di tappa, si dimostrarono all'altezza a causa di una condizione ancora scarsa ma, anche se fossero stati in forma, sarebbe stato lo stesso difficilissimo fronteggiare Philippe Gilbert, il "padrone incontrastato" della Paris-Nice 2012.

nizza83.png

CLASSIFICA GENERALE:

1 - Philippe Gilbert - BMC Racing Team 27h55'59"

2 - Sylvain Chavanel - Omega Pharma-QuickStep + 1'20"

3 - Tony Martin - Omega Pharma-QuickStep + 1'25"

4 - Ivan Basso - Liquigas-Cannondale + 1'36"

5 - Vasil Kiryienka - Movistar Team + 1'56"

6 - Luis León Sánchez - Rabobank Cycling Team + 1'59"

7 - Sandy Casar - FDJ-Big Mat + 2'04"

8 - Christopher Horner - RadioShack-Nissan + 2'07"

9 - Wout Poels - Vacansoleil-DCM Pro Cycling Team + 2'51"

10 - Thomas Voeckler - Team Europcar + 2'56"

...

23 - Daniel Moreno - Katusha Team + 5'29"

46 - Alexandr Kolobnev - Katusha Team + 13'38"

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso
  • Chi sta navigando   0 utenti

    • Nessun utente registrato visualizza questa pagina.



×
×
  • Crea Nuovo...