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[PCM 2012] All'inseguimento di un sogno: parte II


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ghisallo.png

Ottobre 2011

Per tutti poteva sembrare un qualsiasi sabato d’autunno, ma per me non lo era. Quel sabato era il giorno di uno degli eventi più importanti che avvengono nel mondo del ciclismo … Era il giorno del Giro di Lombardia.

Fin dal 2006, anno in cui per la prima volta andai a vedere la corsa a bordostrada, ripetevo quasi sempre le stesse cose ma quel giorno decisi di non raggiungere il Ghisallo in bicicletta, come di solito, ma in macchina. Quando raggiunsi la cima mi ritrovai in mezzo due ali di folla impazienti di veder transitare i corridori, ma nonostante le numerose persone, il traffico era abbastanza scorrevole e senza troppe difficoltà (per mia fortuna non mi si fermò la macchina in salita) riuscii ad iniziare la discesa, dove iniziai a divertirmi come un matto, ma va beh ... Dopo aver parcheggiato, tornai verso la cima alla ricerca di un posto con buona visuale che trovai quasi subito, in quanto conoscevo quella salita come le mie tasche, e nell’attesa del transito della corsa mi misi ad ascoltare un po’ di musica (Pink Floyd e Led Zeppelin furono una buona scelta).

Quando vidi che la gente iniziò, di colpo, a spostarsi verso il centro della strada intuì che la corsa era ormai sulle prime rampe della salita e, per avere una migliore visuale, mi misi in piedi sul muretto alle mie spalle. Da lì a qualche minuto sarebbero dovuti passare i tre corridori che fino a quel momento guidavano la corsa, ovvero Philippe Gilbert, Jakob Fuglsang e Vincenzo Nibali, ma nella sorpresa generale passò in completa solitaria il corridore siciliano, infiammando il pubblico. Nonostante mi fossi promesso di scattare qualche foto, venni letteralmente travolto dall'entusiasmo generale ed iniziai ad incoraggiare tutti i corridori che passavano, dimenticandomi di rispettare la mia promessa ...

Quando tutta la corsa transitò, nell'attesa di far fluire tutto il traffico di auto, moto e biciclette, salii fino alla cima della salita dove mi fermai ad osservare il paesaggio del Lago di Lecco dal punto panoramico affianco il santuario. Non so perchè, ma nella mia testa, iniziai ad avere uno strano pensiero che, più tentavo di non ascoltare, più continuava a tormentarmi e la cosa che più mi sconvolse fu che, in qualche modo, era legato a quello che avevo appena visto. Senza rifletterci più di tanto, presi il telefono e chiamai l'unica persona che, secondo me, avrebbe potuto spiegarmi il motivo di questo mio strano pensiero ...

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ci sono: l'idea che ti è venuta nel 2006 era quella di di scrivere una story nel forum :bannana_guitar:

pronto a vederla realizzata :mrgreen:

(com'è il ghisallo da fare in bici?)

Nel 2006 non sapevo nemmeno che esistesse PCM :mrgreen: E' il continuo di una story iniziata con PCM 2010 (mai finita di raccontare sul forum, anzi si è stoppata subito per vari motivi).

Il Ghisallo è bello tosto in bici (per me xD).

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Prima di continuare con la narrazione della story, vi spiego un attimo come ho in mente di farla.

Non sarà una story, a differenza delle molte che ci sono quest'anno, che vi coinvolgerà attraverso scommesse sui vincitori di tappa, pronostici vari ecc ... Sarà una semplice story in cui io posterò i vari avvenimenti e voi commenterete semplicemente, come nella story della Lampre di "cunego..."

Vi dico, anche, che il tutto girerà attorno un solo personaggio quindi, come da mia logica, preferirò raccontare in modo più dettagliato quelle corse in cui sarà presente il Protagonista rispetto alle altre a cui non parteciperà. Nonostante ciò, con o senza Protagonista, le grandi classiche e il tre grandi giri saranno narrati in modo abbastanza dettagliato.

Per il momento è tutto :smilie_daumenpos: .

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Ottobre 2011

<< … Senza rifletterci più di tanto, presi il telefono e chiamai l'unica persona che, secondo me, avrebbe potuto spiegarmi il motivo di questo mio strano pensiero ... >>

Per mia fortuna il suo numero lo avevo ancora. Neanche il tempo di far fare due squilli al telefono che subito mi rispose, perché sapeva, nonostante ci sentissimo poche volte nel corso dell’anno, si trattava di una cosa molto importante.

Immediatamente, intuì dal tono della sua voce che la mia chiamata non lo aveva preso molto di sorpresa, come se avesse saputo fin da subito che quel giorno lo avrei cercato. Dopo un primo scambio di battute, tra saluti e convenevoli vari, decisi di passare subito al motivo di quella chiamata, senza perdermi in giri di parole inutili. Gli dissi che quel giorno, come da mia tradizione, ero andato al Ghisallo per assistere al Lombardia dalla strada ma, nemmeno il tempo di continuare che, venni subito stoppato dalla sua risposta “ho già capito tutto” …

Rimasi quasi sconvolto da questa sua risposta perché mi fece capire quanto lui mi conoscesse, forse anche più dei miei genitori, e senza farmi troppi problemi gli dissi che era mia volontà nel giro del ciclismo, quel mondo che, nel passato recente, mi aveva dato molto ma anche tolto quasi tutto. Da grande amico, mi rispose che avrebbe fatto tutto il possibile per aiutarmi a rientrare in quel mondo, ma mi avvertì anche di un probabile aspetto negativo di questa cosa dicendomi “non so in quanti vorrebbero averti nel loro organico dopo il casino che hai combinato l’anno scorso”, per poi terminare quasi improvvisamente la chiamata.

Sapevo che quello che successe l’anno scorso avrebbe potuto condizionare questa mio desiderio, ma non mi interessava più nulla di quel fatto perché ormai faceva parte del mio passato. Ormai, le prime ombre della sera erano calate sul Ghisallo e decisi di andare a riprendere la macchina per tornare a casa, nell’attesa di sentire squillare il telefono per una sua chiamata.

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Novembre 2011

Era passato quasi un mese da quando avevo espresso la mia volontà di tornare nel mondo del ciclismo, ma di notizie da parte del mio grande amico non ce ne furono. Nonostante ci sperassi ancora, iniziavo a crederci sempre di meno e mi misi a cercare un normale lavoro, trovandolo, in poco tempo, in un negozio di strumenti musicale (per fortuna qualcosa che mi piaceva), ma qualche giorno dopo ci fu una sorpresa.

Mentre leggevo le e-mail ne trovai una sua, arrivata in piena notte, in cui mi diceva di raggiungerlo subito perchè, forse, aveva trovato qualcosa. Senza pensarci, preparai in fretta e furia lo zaino e, mi diressi in macchina verso l'aeroporto per prendere il primo volo per ...

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Mosca!!!

Nonostante fossi abbastanza felice di andare a Mosca, ero al contempo piuttosto terrorizzato perchè, in quel periodo, andare in Russia era come entrare in una cella frigorifera in mutande, ma va beh ... Dopo un paio di ore di volo arrivai all'aeroporto dove, ad aspettarmi, trovai il mio grande amico, Giancarlo Ferretti. Neanche il tempo di salutarci, prendemmo di corsa un taxi (assomigliava ad un auto vista nell'episodio di Top Gear sulle automobili del comunismo) per dirigerci in un posto per incontrare delle persone che centravano con il mio ritorno nel ciclismo. Iniziai a pensare quali squadre russe si sarebbero interessate ma mi vennero in mente solo due nomi, di cui uno quasi impossibile, quindi per non farmi ulteriori strani pensieri mi misi a guardare il panorama della città dal finestrino.

Più la guardavo, e più sembrava sempre più uguale a Budapest, in cui c'ero stato a marzo, ma dopo circa venti minuti di viaggio arrivammo nel luogo dell'incontro. Scesi da quella specie di macchina e dopo un breve pezzo a piedi, davanti ai miei occhi, vidi ciò che non mi sarei mai aspettato di vedere ...

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Mosca, Novembre 2011

<< ... Scesi da quella specie di macchina e dopo un breve pezzo a piedi, davanti ai miei occhi, vidi ciò che non mi sarei mai aspettato di vedere ... >>

Ok, davanti a me c'era un normalissimo palazzo, quindi nulla di che ma fu, a sorprendermi abbastanza, una targhetta appiccicata sul portone. Si riferiva alla sede di una squadra di ciclismo, proprio quella che definii impossibili a priori, nel corso del viaggio su quella specie di taxi. Per un paio di secondi rimasi immobile con lo sguardo fisso, quasi perso nel vuoto, rivolto alla targhetta ma, di scatto, mi girai verso Ferretti che mi disse "Sorpreso?!". La mia risposta non fu il massimo dell'eleganza perchè lo mandai sonoramente "a quel paese" ma dopo, quel breve momento scherzoso, iniziai a riflettere seriamente sulla possibilità che quel team mi avesse veramente voluto in squadra.

Entrammo all'interno del palazzo dove e, come se tutti fossero stati alla conoscenza del nostro arrivo, due persone si avvicinarono a noi per dirci di seguirli. I due ci portarono in una stanza dove incontrammo altre due persone, ovvero quelle che mi volevano parlare, che riconobbi immediatamente, in quanto le avevo già incontrate varie volte negli anni precedenti. Anche loro sapevano bene chi fossi io, quindi la parte delle presentazioni la sbrigammo in fretta, passando a parlare del motivo del nostro incontro che riguardava il mio ingresso nella loro squadra. Mi fecero capire, fin da subito che non avrebbero mai accettato il verificarsi di avvenimenti molto simili a quelli di cui fui protagonista l'anno precedente e che, se fossero nuovamente accaduti, mi avrebbero portato ad un sicuro licenziamento in tronco. Nonostante questa linea dura nei miei confronti, mi dettero la possibilità di crearmi un programma di stagione personale, da consegnare entro fino anno, cosa che mi fece molto piacere.

Dopo aver sistemato altri piccoli dettagli concludemmo il nostro incontro al calare delle prime ombre della sera. Prima di uscire, i due, mi dissero che nei giorni seguenti mi avrebbero spedito il contratto da firmare, anche se ormai il mio ritorno nel mondo ciclismo era praticamente ufficiale. Da li a qualche giorno sarei diventato un ciclista del team ...

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Dicembre 2011

Appena rientrai da Mosca mi misi subito sotto con gli allenamenti. Nonostante il freddo, ripresi ad uscire con la bicicletta per un paio di ore al giorno per recuperare, in fretta, il feeling che c'era tra me e lei. Dopo vari mesi di voluta inattività. sapevo benissimo che sarebbe servito molto tempo. Proprio per questo, sceglievo sempre di utilizzare le solite strade, quelle che già negli anni passati erano state il teatro delle mie varie uscite, ovvero le strade della Coppa Agostoni. Le salite del Lissolo, Colle Brianza, Sirtori e del mitico Ghisallo le avevo affrontate talmente tante di quelle volte che ormai le conoscevo a menadito, a tal punto da poterle affrontare bendato.

Di giorno in giorno, la mia condizione e il feeling con la bicicletta miglioravano sempre di più. Le uscite in bici iniziarono a durare sempre qualche chilometro, e minuti, in più in modo da migliorare la mia resistenza e ritrovare il ritmo su ogni terreno. Nonostante i mesi di inattività, in salita andava ancora discretamente bene ma in discesa, e questo mi sorprese moltissimo, avevo ancora quel pizzico di follia ed esuberanza che mi permetteva di tirare i freni il più vicino possibile alla curva, per poi buttarmici dentro a tutta velocità.

Qualche giorno prima di Natale mi arrivò un pacco dalla Russia contente alcune cose. Tra queste c'era una lettera che mi informava sulla giorno, luogo e ora della presentazione della squadra ma, soprattutto, una busta contente il completo del Katusha Team. Nonostante fosse pomeriggio, e da li a poco avrebbe fatto buio, presi la mia bicicletta, e anche il mio personale caschetto, per andare a fare un bel giretto con il nuovo completo, giusto per iniziare a sentirmi, a quasi tutti gli effetti, un corridore Katusha.

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Qualche giorno dopo, stranamente in quel di Parigi, avrebbe avuto luogo la presentazione ufficiale della squadra. Il mio ritorno ufficiale era davvero vicino.

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Parigi, dicembre 2011

Il giorno della presentazione era ormai arrivato. Già da un paio di giorni mi ero recato a Parigi, città che avevo già visto più volte ma, nonostante ciò li passai a girovagare per i suoi luoghi d'interesse.

Quando arrivò la sera fatidica, la tensione saliva di minuto in minuto. Dopo essermi preparato di tutto punto andai al luogo della presentazione (un grande albergo del centro) molto in anticipo rispetto all'orario d'inizio perchè avrei dovuto incontrare Valerio Piva per consegnargli alcuni documenti, tra cui il mio programma personale della stagione. Dopo aver sbrigato in poco tempo queste questioni "burocratiche", insieme a lui, andai in un altra stanza dell'albergo dove incontrai il tutto il resto della squadra.

Molti di loro li conosceva già in quanto li avevo incontrati alle varie corse, come "Purito", Menchov e Kolobnev, ma soprattutto conoscevo bene Luca Paolini che, spesso, incontravo lungo le mie uscite sulle strade della Brianza. Finite le presentazioni con gli altri corridori, insieme, entrammo all'interno della sala della presentazione devo Piva, Konyshev e Tchil illustrarono il programma, e gli obbiettivi, della squadra per la stagione 2012.

Vittoria di tappa Paris-Nice

Vittoria di tappa Tirreno-Adriatico

Vittoria della Milano-Sanremo

Vittoria della Volta Ciclistica a Catalunya

Vittoria del Giro dei Paesi Baschi

In seguito, i tre iniziarono a presentare i vari corridori chiedendo ad ognuno quale corsa avrebbero voluto vincere nel corso della imminente stagione. Dopo Purito, Menchov, Kolobnev, Freire e compagnia, in conclusione di serata toccò a me. Il mio momento era arrivato ...

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<< ... Il mio momento era arrivato ... >>

E adesso, è giunto il momento del nostro ciclista leggendario. C'è chi dice che abbia paura delle scale ... E, chi dice, che le sue gambe siano idrauliche. Tutto quello che noi sappiamo è che si chiama ...

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THE STIG!!!

Scherzi a parte, io sono Simone Chinello e, adesso, sono ufficialmente un corridore del Katusha Team. Questa non è la mia prima esperienza in un team World Tour in quanto avevo corso per l'Astana nella stagione 2010. Purtroppo quell'avventura non si è rivelata essere positiva a causa di una serie di problemi da me, in parte, causati nel corso del Giro d'Italia dello scorso anno.

Il mio rapporto con il ciclismo è sempre stato pieno di alti e bassi ma, ciò, non ha mai influito sulla mia passione per questo sport che, a mio modo di vedere, è legato a me fin dal giorno in cui sono nato, ovvero il 16 Luglio. Lo stesso giorno di Miguel Indurain.

Proprio il corridore spagnolo è sempre stato uno dei ciclisti che ho più ammirato, nonostante non lo abbia mai potuto vederlo all'opera in diretta ma soltanto in video di repertorio, e quasi come per uno scherzo del destino, molta gente, dice che io gli assomigli moltissimo fisicamente. Infatti sono piuttosto alto, quasi 1.85m, e il mio peso si aggira, quasi sempre, poco al di sotto degli 80kg.

Riguardo le nostre caratteristiche in bicicletta non è che siamo così tanto simili. In salita vado piuttosto bene e non faccio differenze tra salite lunghe, e regolari, e quelle più brevi e cattive come pendenze ma, dove vado più forte è la discesa. Non ho paura di affrontare tornati frenando all'ultimo o di fare discese ripide, e veloci, su sedi stradali larghe come una moto, e soprattutto la velocità mi è sempre piaciuta. A differenza del grande Miguel, però, sul passo sono piuttosto scarso e a cronometro dovrò impegnarmi al massimo per limitare i danni, mentre lui era un fenomeno di queste prove.

Come un qualsiasi ciclista avevo il sogno nel cassetto di vincere corse importanti,indifferentemente tra corse a tappe o corse in linea. Da italiano, è ovvio che mi piacerebbe vincere il Giro d'Italia o una grande classica come la Milano-Sanremo, ma la corse che vorrei vincere più di ogni altre sono il Giro di Lombardia e la Coppa Agostoni. Ovvero, quelle corse che ho sempre visto da bordostrada fin da quando ero bambino.

Attualmente, però, il mio più grande desiderio è quello di riattaccare il numero sulla schiena e so che, ciò, avverrà tra non molto, nel mese di febbraio in occasione della prima corsa del calendario italiano e, da lì in poi, sarà solo la strada a dirmi quali saranno le mie aspettative per il proseguo di stagione.

P.S: personaggi, fatti ed avvenimenti riguardano il progetto della mia story, mai finita, con PCM 2010;

P.S. 2: D'ora in poi, quando ci sarà una corsa con Simone ci sarà sempre l'introduzione con The Stig;

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