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Un anno di...


.::Cancellara91::.

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Apro questo topic al fine di farvi conoscere un po' di storia della nostra umanità. Qui sotto ogni giorno sarà postato un fatto importante, avvenuto esattamente in quella data. Il topic NON è proprietà esclusiva dei moderatori, per cui sono ben accetti commenti e notizie inerenti allo scopo del topic. Man mano che saranno postate le notizie sarà aggiornata la lista di seguito. icon_wink.gif

1 Gennaio:

- 1801 - Nasce il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda dall'unione dei due regni.

- 1863 - Stati Uniti - Abraham Lincoln proclama l'abolizione della schiavitù.

- 1948 - Nasce la Costituzione Italiana

2 Gennaio:

- 1492 - Caduta di Granada

- 1960 - La morte di Fausto Coppi

3 Gennaio:

- 1925 - Mussolini instaura la dittatura fascista.

- 1954 - La rivoluzione della TV

4 Gennaio:

- 1951 - Guerra di Corea: le truppe antirivoluzionarie raggiungono Seoul

5 Gennaio:

- 1895 - scoppia l'affare Dreyfus

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1 gennaio 1948, nasce la Costituzione

Dopo 18 mesi di lavoro, l'Assemblea Costituente approva il nuovo testo costituzionale con 453 sì e 62 no trasp.gif.

Il 1 gennaio 1948 entra in vigore la Costituzione italiana: 139 articoli che definiscono i principi e la struttura della forma di governo che gli italiani hanno preferito alla monarchia, la Repubblica. Con il referendum del 2 giugno 1946, infatti, la popolazione italiana, a suffragio universale, sceglie il sistema repubblicano ed elegge contestualmente l’Assemblea Costituente che dovrà dare al Paese una nuova Carta costituzionale. Con il voto si affermano tre grandi tendenze ideologiche - le 'anime' cattolica, marxista e liberaldemocratica - che saranno le principali protagoniste del lavoro costituzionale. Le forze più rappresentate nell'Assemblea Costituente, sulla base dell'esito delle urne, sono infatti la Democrazia cristiana (37,2% - 207 seggi), il Partito socialista - PSIUP (20,7% - 115 seggi) e il Partito comunista (18,7% - 104 seggi). Il resto va alle forze minori nessuna delle quali supera il 10%: l'Unione democratica nazionale (un cartello tra Pli e Democrazia del lavoro) raccoglie il 7,4% (41 seggi), il Fronte dell'uomo qualunque il 5,4% (30), il Partito repubblicano si ferma al 4,1% (23), il Blocco nazionale per la libertà ottiene il 2,9% (16) e il Partito d'azione il 1,3% (7). Il 2,3% va ad altre liste (13 seggi).L'Assemblea, composta da oltre 550 deputati, si riunisce per la prima volta il 25 giungo 1946. In quella data viene eletto presidente dell'Aula Giuseppe Saragat (Psiup) (sostituito nel febbraio del 1947 da Umberto Terracini del Pci). Al via dunque i lavori. Per la redazione della Costituzione viene istituita la cosiddetta 'Commissione dei 75' articolata in tre sottocommissioni incaricate ciascuna di preparare gli articoli sui diritti e i doveri dei cittadini, sull'organizzazione dello Stato, sui rapporti economici e sociali. Un comitato di redazione (il 'Comitato dei 18') ha il compito di coordinare ed armonizzare il lavoro prodotto dalle tre sottocommissioni. L'Aula comincia ad esaminare il progetto nel marzo del 1947 fino all'approvazione finale a scrutinio segreto, con 453 sì e 62 no (su 515 presenti), il 22 dicembre 1947. Tutta l'aula - si legge nel resoconto della seduta - accoglie in piedi l'esito della votazione con prolungati applausi e al grido 'Viva la Repubblica'.Cinque giorni più tardi il capo provvisorio dello Stato Enrico de Nicola appone la sua firma. La Carta costituzionale entra così in vigore il 1 gennaio 1948.Il testo Costituzionale si apre con i Principi Fondamentali che sanciscono, tra l'altro, che ''l'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro'' (art. 1). Viene poi stabilito il riconoscimento ''dei diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali'' (art. 2) e che ''tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali'' (art. 3). Nel complesso l'introduzione della Carta è un insieme di norme che gettano le basi dell'assetto civile, giuridico e politico dello Stato. Seguono due parti distinte. La Prima è dedicata ai diritti ed ai doveri dei cittadini, ne riconosce le libertà, i rapporti etico-sociali, economici e politici. La Seconda Parte stabilisce l'ordinamento dello Stato e delle sue istituzioni, le modalità di formazione delle leggi, il ruolo della magistratura, la ripartizione della Repubblica in Regioni, Province, Comuni. In chiusura le Norme Transitorie e Finali.

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1 gennaio 1801, Nasce il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda dall'unione dei due regni.

Il Regno Unito di Gran Bretagna ed Irlanda (ing.: United Kingdom of Great Britain and Ireland) è stato uno stato sovrano esistito dal 1801, anno in cui fu promulgato l'Atto d'Unione che annetteva l'Irlanda al preesistente Regno di Gran Bretagna, al 1922, anno in cui cessò la Guerra d'indipendenza irlandese.Fu firmato il Trattato Anglo-Irlandese che costituiva lo Stato Libero d'Irlanda, lasciando solo la porzione nord-orientale dell'isola, l'attuale Irlanda del Nord, alla Corona britannica, rendendo i resti del vecchio regno, l'attuale Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, sebbene questo nome fu adottato ufficialmente solo nel 1927.

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1 Gennaio: Stati Uniti - Abraham Lincoln proclama l'abolizione della schiavitù.

Lincoln è spesso accreditato come colui che liberò gli schiavi afro-americani con la Proclamazione dell'emancipazione, anche se questo liberò solo gli schiavi nelle aree della Confederazione non ancora controllate dall'Unione; nei territori occupati e del nord, gli schiavi non vennero liberati. In ogni caso, la proclamazione abolì la schiavitù negli stati ribelli, uno degli obiettivi della guerra, e divenne l'input per la modifica del tredicesimo e del quattordicesimo emendamento della costituzione americana che rispettivamente abolivano la schiavitù e stabilivano i diritti civili federali. Nonostante le conseguenze che ebbe la sua azione determinante nella lotta alla schiavitù, le sue posizioni su tale fenomeno non erano poi così all'avanguardia. A dimostrazione di ciò è chiarificante una sua dichiarazione del 1858:

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1° Gennaio 1972: Nasce Lilian Thuram :lol:

A parte gli scherzi, da quando per la prima volta vidi sull'album delle figurine che Thuram era nato il primo gennaio pensai: "Ma questo come festeggia il compleanno?" :lol: Ed è così che la data del suo compleanno è l'unica che mi ricordo per quanto riguarda i calciatori :lol:

Auguri Lilian :lol:

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2 Gennaio 1492 - Caduta di Granada

Con l'espugnazione dell'Alhambra di Granada, avvenuta il 2 gennaio 1492, gli eserciti di Ferdinando II d'Aragona e di Isabella di Castiglia, guidati da Consalvo di Cordova, liberano l'ultimo lembo di Spagna ancora in mano agli Arabi, insediatisi nella penisola iberica fin dal 711. Boardil, l'ultimo califfo, ripara con i resti delle sue truppe in Marocco.

Nei primi anni dopo la conquista cristiana di Granada ci fu un grande rispetto verso la quantità di arabi che viveva nella città così come per i loro usi e costumi. Ma cambiò del tutto nel 1499 quando il cardinale Cisneros volle che tutti i mori venissero battezzati. Più tardi la popolazione araba venne castigata con il pagamento di elevate tasse e venne proibito loro indossare abiti arabi o parlare un’altra lingua che non fosse spagnolo. Nel 1568 a causa di tutte queste pressioni i mori che ancora vivevano a Granada si ribellarono contro i castigliani ma furono sconfitti e i ribelli espulsi da Granada. L’università di Granada, che oggi fa parte dell’importante storia più recente di Granada, fu fondata proprio in questo periodo (1531) da Carlo V.

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La morte di Fausto Coppi

Alle 8.45, sei rantoli sordi e poi il nulla. Era il 2 gennaio 1960. Quei rantoli erano stati l'ultimo messaggio terreno di Fausto Coppi, morto di malaria, aldilà dei dubbi che qualcuno sollevò qualche anno dopo. A confermarlo, inequivocabilmente, quel bacillo che fu isolato e dimostrato nei vetrini. Quel che è duro accettare, è il motivo sul quale ancora oggi e per sempre rimarrà perenne rammarico, è come dei medici, alcuni pure famosi, non siano stati capaci di capire nei tempi utili quella malaria. Coppi l'aveva già avuta durante la guerra, quando era sul fronte africano e lì, privi di macchinari e grandi dottori, gliela curarono col chinino senza soverchi problemi.

Fausto tornò il 18 dicembre dall'Alto Volta, dove aveva corso un criterium per festeggiare il primo anniversario dell'indipendenza di quel paese africano. Assieme a lui tanti altri campioni come Anquetil, Riviere, Anglade, Geminiani. Fu proprio Raphael, verace romagnolo trapiantato in Francia, che di Coppi era amicissimo, a dormire con lui nel misero albergo dove alloggiarono nei giorni di permanenza in quello stato.

"Fummo presi d'assalto dai Moustiques - dirà Geminiani - i letti non avevano le zanzariere. Fummo martoriati. Appena dopo Natale ci telefonammo. Fausto voleva gli combinassi una squadra di corridori francesi per la sua bici, la bici Coppi. Gli dissi che stavo male, che avevo una strana febbre. Mi rispose che anche lui si sentiva addosso l'influenza e che si sarebbe messo a letto".

La sera del 27 dicembre Fausto Coppi, esausto e giallo come un limone, si infilò sotto le coperte: aveva 40 di febbre. Chiamarono Ettore Allegri, il suo medico. Diagnosi: influenza asiatica. Antibiotici. In Francia Raphael Geminiani andò in coma. Il suo sangue fu portato all'Istituto Pasteur. Responso: malaria perniciosa plasmodium falciparum. Lo bombardarono col chinino e lo salvarono. La moglie di Raphael allora telefonò a Villa Carla (casa Coppi) e disse che il marito aveva la malaria e che anche Fausto, nel frattempo fortemente peggiorato, era sicuramente malato della stessa. Un medico le disse che non si impicciasse e che Coppi l'avrebbero curato loro.

Ed infatti al capezzale del Campionissimo arrivarono diversi dottori che formularono un'altra diagnosi: broncopolmonite emorragica da virus. Agli antibiotici venne aggiunto il cortisone che per la malaria era come concime. Il fratello di Geminiani telefonò per sincerarsi delle condizioni di Fausto e ribadì di andare dritti sul chinino. Niente da fare, i medici non ne volevano sapere. Comunque il 31 dicembre, anche il chinino, sul suo fisico bombardato di antibiotici e cortisone, non avrebbe potuto evitargli la morte. Il primo gennaio i medici si decisero a ricoverarlo in ospedale. Arrivarono i barellieri e Fausto, raccogliendo le ultime forze, quasi a presagire la morte imminente, volle per la prima volta che il figlio Faustino lo vedesse in quello stato. Lo chiamò vicino alla barella e gli disse: "Fai il bravo, Papo!". Fausto Coppi fu ricoverato a Tortona dove nel frattempo erano arrivati gli esiti degli esami: era malaria. Troppo tardi per evitare che l'Airone chiudesse per sempre le ali. Il due gennaio 1960, alle 8,45, il suo volo solitario, in mezzo alle nebbie e alla polvere, sullo sfondo della sua leggenda, iniziò una nuova dimensione nei cuori e nelle menti.

Era doveroso inserirlo icon_cry.gif

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3 Gennaio 1925 - Mussolini instaura la dittatura fascista.

1919 - 3 Gennaio 1925: in meno di sei anni si decide il destino del nostro Paese: la vittoria 'mutilata'; i reduci che al ritorno dalle trincee non trovavano lavoro; il sogno di una rivoluzione che, come quella d'Ottobre, avrebbe dovuto nei sogni di molti portare al potere i Soviet degli operai e contadini; una violenza appresa o in trincea o, per sentito dire, dai bolscevichi che avevano rovesciato lo zar... Il governo? imbelle e sbalottato da una parte e dall'altra. Vittorio Emanuele III? preoccupato di una sola cosa, conservare la corona. L'esercito? chiuso nelle caserme.

Il potere era lì, a portata di mano di chi non avesse scrupoli e, soprattutto, fosse deciso a tutto. Ora Benito Mussolini tutte queste caratteristiche le aveva, e di lui si può dire qualsiasi cosa tranne che non fosse un animale politico di prim'ordine. Sappiamo come è andata a finire: una marcia-farsa su Roma con un esercito che per disposizione del re sta a guardare, quindi l'investitura e il Parlamento definito "un'aula sorda e grigia", poi il potere...

L'opposizione non sa cosa fare: è divisa e incerta, si illude di poter 'gestire' Mussolini. Quando Dumini e la sua banda uccidono Matteotti, non trova politica migliore che ritirarsi sull'Aventino, mentre il re se ne sta alla finestra. Mussolini traballa, gli stessi suoi seguaci cominciano a prenderne le distanze, ma nessuno sferra il colpo decisivo, e allora il 3 Gennaio 1925 con un discorso esplosivo e memorabile liquidò le garanzie costituzionali. Cominciava il regime e il fascismo da movimento diventava dittatura e un maestro di provincia diventava "Duce degli italiani".

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Cinquant’anni fa, la rivoluzione della tv

Il 3 gennaio 1954, quando iniziarono le trasmissioni televisive ufficiali della RAI, in Italia esistevano 15 mila televisori, concentrati soprattutto a Torino e Milano. Il prezzo di un apparecchio oscillava tra 160 mila lire (il costo di una moto) e 1 milione e 300 mila lire, in un Paese in cui il reddito medio pro capite annuo era di 258 mila lire. Il primo canone di abbonamento venne fissato a 12.550 lire, ed era allora il più alto d’Europa. Le previsioni di sviluppo di questo mezzo, secondo il parere di quasi tutti gli esperti, erano molto scarse.

Cinque anni dopo, nel 1959, la tv era seguita stabilmente da oltre 20 milioni di persone, tra case private (circa un milione di apparecchi) e locali pubblici. Il resto è storia che ben conosciamo. In questi 50 anni la Rai ha trainato lo sviluppo del sistema televisivo del nostro Paese, sia dal punto di vista tecnologico (dall’avvento del colore fino ai primi studi mondiali sulla tv digitale, realizzati proprio nel Centro Ricerche Rai di Torino), sia dal punto di vista culturale e sociale, ridisegnando la mappa dell’informazione, della cultura, dell’intrattenimento degli italiani. E – quel che forse più conta – la Rai, in quanto servizio pubblico, ha fatto sì che questo sviluppo toccasse progressivamente tutte le fasce della popolazione e tutte le zone dell’Italia, non soltanto quelle più ricche e redditizie cui naturalmente si rivolgono, in ogni Paese, gli operatori commerciali.

La storia della “prima generazione” televisiva – quella della tv analogica, che ci ha accompagnato per tutto questo mezzo secolo – può illuminare le sfide che ci attendono ora con lo sviluppo della “seconda generazione” televisiva: quella della tv digitale. Dove ritroviamo le stesse incertezze e gli stessi scetticismi, ma anche gli stessi obiettivi fondamentali di modernizzazione del Sistema Paese, pur in uno scenario che, cinquant’anni fa, sarebbe apparso “fantascientifico”.

Le trasmissioni ufficiali della Rai iniziano alle ore 11 di domenica 3 gennaio 1954. Si inaugurano i centri di trasmissione di Milano, di Torino e di Roma e la prima edizione del telegiornale è interamente dedicata a questo evento. Il telegiornale viene letto dagli studi di Milano da Furio Caccia e dagli studi di Roma da Riccardo Paladini.

I primi esperimenti di trasmissione delle immagini erano stati avviati dall'EIAR nel 1929, ma la vera attività di sperimentazione tecnica iniziò presso la Rai di Torino nel 1949. Ci furono circa due anni di trasmissioni sperimentali quotidiane, dal settembre del 1952 fino al fatidico 3 gennaio 1954.

Nel 1954 il presidente della RAI era Cristiano Ridomi. L'annuncio dell'inizio delle trasmissioni da Milano è di Fulvia Colombo e il primo annuncio da Roma di Nicoletta Orsomando. Il primo programma va in onda alle 14,30 ed è "Arrivi e partenze", condotto da Mike Bongiorno, regia di Antonello Falqui.

Segue l'intrattenimento de l'"Orchestra delle 15" con Febo Conti, e in serata la prosa, l'"Osteria della posta" di Goldoni, regia di Franco Enriquez, con Isa Barzizza.

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Martin Lutero viene scomunicato

Il 3 gennaio 1521 con la bolla Decet Romanum Pontificem, Leone X scomunicava Martin Lutero, l'accusa era di eresia hussita. Il principe Federico ottenne che a Lutero non fosse fatto alcun male a Worms e che gli si consentisse di esporre le sue ragioni. Lutero aveva già spregiativamente bruciato in pubblico la bolla papale Exurge Domine (15 giugno 1520) con la quale era stato minacciato di scomunica se non avesse desistito dal proprio intento (in suo pravo et damnato proposito obstinatum).

Fonte Wikipedia :lol:

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Guerra di Corea; le forze di resistenza antiamericana raggiungono Seul.

Alla fine del conflitto mondiale, la nazione coreana (che già era stata un protettorato del Giappone per oltre trenta anni) venne dichiarata libera. Nei fatti, però, si trovava divisa in due zone di influenza, una sovietica ed una americana: in entrambe le zone permanevano truppe d'occupazione delle due superpotenze.

La finzione fu superata nell’estate del 1947, quando le due zone divennero ufficialmente due Stati distinti, divisi lungo la linea del 38° parallelo.

Fu su questo nuovo confine che si giocò la partita tra Nord e Sud e, di rimando, traUnione Sovietica e Stati Uniti, con il paese comunista allineato ai nord-coreani e gli americani legati agli affari della Corea del Sud.

Il 15 agosto veniva eletto il presidente della nuova Repubblica di Corea (nel Sud). Si trattava di Syngman Rhee, presto artefice di una politica ultra nazionalista e coinvolto in gravi episodi di corruzione.

Il 9 settembre nasceva invece nel Nord la Repubblica Popolare Democratica di Corea, con capitale Pyongyang. A guidarla c’era il presidente Kim Il Sung, fautore di un rigido regime comunista.

Tra il 1949 ed il 1950 le tensioni tra i due paesi erano diventate sempre più dure, con i governi di entrambi che avrebbero voluto guidare la riunificazione della nazione coreana. Dopo alcuni episodi minori lungo il confine, il confronto divenne presto infuocato, con gli eserciti dell’URSS e degli Stati Uniti pronti a rientrare nel paese che avevano abbandonato solo all’inizio del 1949…

L’antefatto di tutto fu l’invasione del confine sud-coreano da parte di cinque divisioni dell’esercito del Nord, organizzato ed attrezzato dall’URSS e forte di quasi ottantamila uomini. Era il 25 giugno 1950.

L’esercito sud-coreano, mal addestrato ed equipaggiato, venne rapidamente sconfitto e la stessa capitale, Seoul, fu preda dei nord-coreani.

In breve tempo, rimaneva libera la sola zona intorno al porto di Pusan.

Gli Stati Uniti videro in quella prova di forza la chiara volontà sovietica di espandersi, attraverso una Corea riunificata, in tutto l’Est asiatico... Ed in effetti l’URSS avrebbe gradito non poco l’idea di poter occupare quel vuoto di potere lasciato nell’area dal crollo dell’impero nipponico.

La tensione, alla fine degli anni ’40, era di nuovo fortissima, con le due superpotenze che stavano velocemente arroccandosi su posizioni opposte, nel gioco micidiale dellaGuerra Fredda.

A complicare le cose, la neonata Cina comunista di Mao Tse Tung.

Con la copertura dell’ONU, cui era subito ricorsa la Corea del Sud, sbarcarono in Corea i primi contingenti (formati per la maggior parti da militari americani), alla guida del generale Douglas MacArthur.

L’operazione era stata approvata durante la momentanea assenza della stessa Unione Sovietica dal Consiglio delle Nazioni Unite. L’assenza rappresentava la protesta di Mosca contro la decisione dell’ONU di assegnare il seggio permanente nel suo Consiglio al governo di Taiwan e non alla Repubblica popolare cinese.

Ad appoggiare attivamente la risoluzione c’erano circa venti paesi, tra cui la Gran Bretagna e la Turchia.

Il mondo arabo si schierò nel suo complesso su posizioni sostanzialmente neutre.

L’esercito guidato dagli statunitensi, arrivato già in agosto nel Sud, si mosse verso nord in settembre, con lo sbarco ad Inchön, direttamente dietro le linee del nord-coreani.

In poco tempo le truppe occidentali respinsero l’invasore, tagliandogli i rifornimenti e risalendo velocemente lungo il confine.

A questo punto, con una decisione che determinerà in maniera fondamentale lo sviluppo del conflitto, MacArthur decise di invadere a sua volta lo stato del Nord, superando il 38° parallelo…

L’invasione fu autorizzata dall'Assemblea generale dell'ONU il 7 ottobre 1950.

A novembre le truppe di MacArthur si erano spinte, per volontà del generale e contro le disposizioni dello stesso governo statunitense, fino a pochi chilometri dal confine con la Cina.

Fu allora che intervenne anche il governo cinese: a novembre oltre centomila uomini furono inviati in Corea.

Con l’appoggio del pese di Mao, il Nord riuscì di nuovo a superare i confini con il Sud.

Il presidente americano Harry Truman decise a questo punto di discostarsi dalle scelte del generale MacArthur, che aveva preso in considerazione più volte (e minacciato) il ricorso alla bomba atomica

Dopo aver sostituito il militare, nell'aprile del 1951, con il comandante Matthew Bunker Ridgway, Truman aprì finalmente le trattative con la Corea del Nord, spaventato anche dai proclami cinesi: la Cina neocomunista sembrava infatti intenzionata ad intervenire ancor più massicciamente nel conflitto.

Oltre a ciò, diventavano sempre più forti le pressioni internazionali e dell'opinione pubblica per una soluzione pacifica della questione; nello stesso tempo si faceva preoccupante la situazione di totale stallo tra i due eserciti, ormai nuovamente collocati lungo il 38° parallelo.

La guerra tra i due stai confinanti aveva a quel punto già fatto circa tre milioni di morti, tra i militari e, soprattutto, tra la popolazione civile.

Il 10 luglio iniziarono i colloqui per la pace.

Due anni dopo l’inizio delle trattative, il 27 luglio del 1953, a Panmunjeom, la fine dei negoziati sancirà il ritorno alla situazione precedente alla guerra, con il confine stabilito sul 38° parallelo.

Dopo un anno di conflitto cruento e due di stallo, di paralisi sul confine, la guerra di Corea finiva senza vincitori ne vinti. Le forze che la condussero agirono in funzione dello scontro tra blocchi, tra Est ed Ovest, mentre il luogo che la ospitò, e che ancora oggi paga le divisioni sovrastali imposte da URSS e Stati Uniti, rimase un semplice teatro, dove gli attori protagonisti fecero le prove generali, se così si può dire, di quel che sarebbe stato il massacro, ancor più inutile di quello coreano, del decennio successivo: la Guerra del Vietnam.

La guerra di Corea e le divisioni che ne derivarono furono strategicamente utilizzati dagli Stati Uniti nella loro propaganda anti-comunista e soprattutto come trampolino economico per un’espansione commerciale (e politico-militare) attraverso i nuovi alleati asiatici.

Di contro, nel Nord si formò una cultura che faceva (e fa) dell’Occidente, e particolarmente degli Stati Uniti, il principale nemico, il simbolo da abbattere: i nord-coreani pagarono forse più di tutti il conflitto, sia in numero di morti che di effetti a lungo termine, ancora oggi costretti in uno stato politicamente fuori dal tempo.

Dopo l'armistizio si tentò di organizzare una conferenza internazionale per risolvere definitivamente la questione coreana. Ma il tentativo si rivelò un fallimento completo.

I lavori della conferenza si fermarono già al secondo giorno…

Era la primavera del 1954, e da allora, sul 38° parallelo, nulla è cambiato.

Ancora oggi permane uno dei simboli geografici più insanguinati della Guerra Fredda.

Ad oltre cinquanta anni di distanza, persistenti le divisioni politiche e le tensioni tra i due paesi, la Corea può però ancora, per certi aspetti, essere considerata come un paese singolo: la popolazione, al Nord come al Sud, si considera, legittimamente,coreana, mentre la lingua parlata è in entrambi gli stati la lingua coreana (o Hangul).

Piccoli elementi, purtroppo, certamente troppo pochi per impostare un serio progetto di futura riunificazione, che ancora oggi appare lontanissima seppure il contesto internazionale è radicalmente cambiato.

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5 Gennaio 1895 - scoppia l'Affare Dreyfus

Alcuni elementi avevano dato vita a teorie di razze superiori e inferiori, primo fra tutti la posizione egemonica che l’Europa aveva assunto nella storia degli ultimi secoli.

I primi autori che si espressero con queste opinioni furono Arthur de Gobineau (“Sull’ineguaglianza delle razze”) e H.S. Chamberlain (“Fondamenti del XIX secolo”).

Chamberlain stesso poi identificava la razza germanica come migliore dei suoi tempi, destinata ad espandersi nel corso del Novecento.

C’era però anche chi andava contro queste tesi, come Friedrich Meinecke, che scrisse un’opera liberale, “Cosmopolitismo e stato nazionale”.

Nel frattempo nel mondo la conflittualità tra le potenze europee stava prendendo il potere ed il lungo periodo di pace era destinato ad essere interrotto.

Infatti sia a causa delle rivolte socialiste sedate nel sangue, sia per le guerre coloniali, le teorie razziste non erano altro che una manifestazione del disagio crescente europeo, un disagio che avrebbe portato gravi conseguenze.

Nel 1894 la Francia fu colpita da una grave crisi politica denominata “affare Dreyfus”. Alfred Dreyfus era un capitano dell’esercito di origine ebraica che fu accusato di spionaggio senza reali prove a suo carico. Scoperta più tardi la frettolosità con cui era stato trattato l’affare, l’esercito e l’opinione pubblica nazionalista, supportati dal clero francese, si opposero ad una revisione del processo, per non danneggiare le istituzioni.

Contro di essi si scagliò il romanziere Emile Zola, con il suo celebre articolo “J’accuse”, nel quale condannava tutte le più alte cariche militari di voler trattenere in carcere un innocente e soprattutto di voler attentare ai principi della legalità.

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