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De Luca:Una Storia Simul-Vera


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CAPITOLO 4: "E' per caso interessata a..."

Come detto, i miei non interferivano nelle mie decisioni ciclistiche, ma visto che al momento, ciclista non lo ero più, mia madre stanca di vedermi a far da soprammobile dentro casa, mi fece una proposta di lavoro. Non è che avessi bisogno di soldi, anzi, di soldi da parte ne avevo parecchi perchè nonostante tutto prendevo un sacco di soldi dalla Quickstep, ed è per questo che mia madre appena saputa la notizia si incazzò! Ricordo ancora lo scandalo e il malumore nell'ambiente quando si seppe del mio contratto con la Quickstep, fu tutto merito di quel Campionato del Mondo! Fu una giornata magica, un fulmine a ciel sereno o, meglio, un raggio di luce in un cielo nuvoloso. Fino a quel giorno avevo vinto poco, qualche piazzamento qua e là nelle classiche e nei piccoli giri, già la convocazione sembrava un miracolo. Ed invece il miracolo fu doppio. Vinsi, una settimana dopo la Quick chiamò il mio procuratore, il risultato fu un contratto triplicato rispetto al precedente e lasciai così a malincuore, ma non troppo, la prima squadra che mi lanciò nel professionismo: l'Acqua & Sapone.

Non avevo bisogno di soldi, ma avevo voglia di sentirmi utile, così incominciai a reclicarmi nella vita di tutti i giorni. In fondo non era un mestiere difficile, solitamente lavoravo nei weekend e nei giorni di maggior flusso di gente nei supermercati e nei centro commerciali: v'era il responsabile di reparto che mi piazzava in centro corsia o in qualche angolo, lì marcavo il mio territorio e recitavo la mia cantilena a chiunque mi passasse davanti: "Buoongioorno signoraa!!!, è per caso interessata a..". E vendevo, o almeno, cercavo di vendere, un po' di tutto: un giorno mozzarelle, un giorno succhi di frutta, l'altro olive, o detersivi, o qualsiasi cosa che mi si chiedesse di promuovere.

C'è da dire una cosa del Ciclista: che seppur famoso, anche il ciclista più famoso non sarà mai famoso quanto il meno famoso dei calciatori. Nelle prime settimane di lavoro mai nessuno pareva avermi riconosciuto, forse per le insolite vesti, comunque nessuno mai mi chiese un autografo, una foto assieme, finché un giorno, chiamato a lavorare in un centro commerciale a Vimodrone, un signore sulla cinquantina, brizzolato mi si avvicinò. Lui non voleva una splendida mozzarella di bufala Campana 25€ al Kilo con in omaggio una meravigliosa pirofila: "Lei è De Luca, il ciclista!". Emozionatissimo, con un filo di voce, quasi vergognandomi di quello che in quel momento facevo risposi.."Si!" la più scontata delle sue domande fu chiedermi che ci facevo in quel posto ma..."Guarda mamma!" un ragazzotto che stava facendo la spesa con la madre indico nella mia direzione, sta a vedere che è il mio giorno fortunato, e oggi mi riconoscono tutti.."Mamma, mamma, quello è Beccalossi, quello che giocava nell'Inter!" Avete in mente Beccalossi, quello che fa le ospitate su Telelombardia, che ogni tanto passa in pubblicità dicendo scusate-se-insisto-mi-chiama-evaristo? Quel Beccalossi, era il signore brizzolato sulla cinquantina che m'aveva riconosciuto. Il Beccalossi si fermò a fare una foto con il ragazzo ed io ritornai a vendere mozzarelle.

Non so se mi piacesse o no quella nuova occupazione, però mi riempiva le giornate, raramente avevo momenti di pausa, uscivo la mattina presto come un normale operaio, tornavo la sera per cena, stanco, come un qualsiasi operaio. E la domenica, anzichè fare un'uscita in bicicletta come un qualsiasi cicloamatore, restavo a casa o facevo un giro a piedi nel parco, ero diventato un cultore della vita pigra. Il ciclismo, le vittorie, tutto mi sembrava lontano, io non avevo più cercato nessuno, e per di più, dopo le quattro o cinque telefonate di quel lontano 15 ottobre, nessuno dell'ambiemente m'aveva più chiamato.

Arrivò il 28 novembre (data che difficilmente scorderò), ero stato chiamato in un Supermercato vicino Milano per fare una promozione piuttosto strana, di panettoni e avvicinandosi le feste, dovevo vestirmi da Babbo Natale. Ciò mi stimolava, era un diversivo alle solite giornate. La giornata iniziò come il solito comunque: avevo il mio spazietto con la montagna di panettoni a fianco, ed il mio compito era venderli tutti. Prima cercai di convincere qualche vecchietta, poi qualche madre di famiglia, poi arrivarono i bimbi piccoli ai quali dissi di fare i bravi e comprarsi un Paluani altrimenti a Natale niente regali, poi arrivò..."Bruno!"

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il 28 novembre Babbo Natale? :dubbio:

Prova entrare di questi tempi in un Centro Commerciale. :biggrin: Credo che dal 2 gennaio tu possa trovare già l'abbigliamento di carnevale.

Cmq lo so x esperienza indiretta, il promoter lo faccio veramente :biggrin: e domenica scorsa una poveretta s'è dovuta vestire da elfa x promuovere delle merendine :biggrin:

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Prova entrare di questi tempi in un Centro Commerciale. :biggrin: Credo che dal 2 gennaio tu possa trovare già l'abbigliamento di carnevale.

Cmq lo so x esperienza indiretta, il promoter lo faccio veramente :biggrin: e domenica scorsa una poveretta s'è dovuta vestire da elfa x promuovere delle merendine :biggrin:

:rotfl: EPIC FAIL

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CAPITOLO 5: Bruno!

"Bruno!". Bruno si avvicinò con fare sospettoso..."Lei, mi conosce?" Abbassai la barba finta, "Bruno, sono Danilo!" Con quel gesto mi riconobbe subito, ed ebbe una reazione di stupore mista a leggero imbarazzo e incomprensione. "Ma che ci fai qui? Così? Non dovresti essere ad allenarti?!" "Bruno ascolta, fra 5 minuti inizia la mia pausa pranzo, possiamo trovarci fuori al..mh..c'è un ristò, vicino all'entrata, quello con i tavolini verdi, ci possiamo trovare lì!"

Bruno era Bruno Cenghialta, il mio vecchio direttore sportivo all'Acqua & Sapone. Definirlo solo direttore sportivo è però troppo poco. Bruno era il mio maestro, la mia figura di riferimento, il mio confidente, era il mio scopritore! Devo a lui la mia entrata nel professionismo!

Cenghialta pare fosse venuto ad osservare per l'Acqua & Sapone in una piccola gara dalle mie parti, a Correzzana, un ucraino. Uno forte, uno che andava come in treno e quella stagione stava vincendo tutte le gare a cui partecipava ma che nessuno aveva visto negli anni prima, così si mormoravano le più svariate ipotesi: c'è chi ovviamente l'accusava di doping, chi addirittura sospettava che avesse già avuto esperienze nel professionismo e avesse cambiato nome. Io invece, ero alla quarta gara della mia vita, e le tre precedenti furono una vera odissea! Correvo per la squadra del mio paese, quindi correvo gare quasi esclusivamente in Brianza o nei dintorni. Alla prima scattai dopo una decina di chilometri dalla partenza, non feci la differenza, mi ripresero a metà corsa e non riuscii nemmeno a concludere la corsa. Alla seconda rimasi in gruppo fino a 20 km dal traguardo, mi preoccupai più di passar borracce ai miei compagni che della mia prestazione, poi mi staccai e mi ritirai stanco. La terza fu storica, si correva dalle parti di Sondrio, percorso duretto con due gpm e arrivo in cima ad un breve strappo. Anche quella volta scattai praticamente subito dopo la partenza, e quella volta non fui solo, m'accompagnò un ragazzo di Como, un bravissimo ragazzo che tirò per tutta la cosa, generosissimo. Arrivammo fino al rettilineo d'arrivo, ai lati della strada era pieno di gente, emozione unica, sentivamo già l'autoparlante dell'arrivo, il commentatore che citava le nostre pettorine, il nostro nome, il mio nome...il gruppo ci raggiunse, arrivai decimo.

In quella corsa a Correzzana il russo non si presentò, avevo intravisto il suo direttore sportivo parlare con gli organizzatori, probabilmente s'era ammalato, erano giorni umidi quelli. Io, come in un copione già scritto, scattai dopo pochi chilometri. Amavo in fuga perchè amavo la solitudine, ma andavo in fuga soprattutto perché avevo una paura marcia quando pedalavo manubrio contro manubrio, ruota contro ruota, in gruppo. Quel giorno nessuno mi segui, e la tappa era duretta. Correzzana, Brugora, Montesiro, Casaglia... paese dopo paese non vedevo arrivare nessuno alle mie spalle, il mio direttore sportivo non m'aveva nemmeno seguito perché non credeva tanto nella mia azione, l'azione di un uomo solo. Era un circuito di 6 giri, tagliai il traguardo solo, per 5 volte. Mi sentivo bene, la mia pedalata era sciolta, ero concentrato, non faceva caldo, la gente non era molta, alcuni pezzi del percorso li conoscevo bene perchè li avevo fatti in allenamento decine di volte.

Tagliai il traguardo solo per 5 volte. Soltanto quando mancavano 5 km all'arrivo mi raggiunse il mio direttore sportivo. "Danilo, vai! Vai, Danilo, spingi! Hai ancora 2 minuti di vantaggio, ce la puoi fare!". Salita di Canonica, 2 km all'arrivo, al bivio del Fossati giro a sinistra, come copione, primi 50 metri al 10%, li conoscevo a memoria, alla fine di quella salita, primo incrocio a destra, via Bonarroti, abitava la mia ragazzina d'infanzia. Fine della salita. Meno 1,5. "Vai Danilo, vai, un minuto, un minuto, spingi!" Incrocio con via Bonarroti, improvvisamente spunta un auto, una Golf scura. Niente transenne, nessun vigile, la Golf si accorge un po' tardi e frena oltre il segnale di Stop. Un gesto istintivo e mi butto tutto a sinistra, e cado nel campo a fianco. Salvo. Salvo ma sconfitto. Al volante della Golf, c'era proprio lei. Si si, Lei. Ovviamente non l'aveva fatto apposta, anzi, credo avesse appena fatto la patente perchè sul vetro posteriore aveva fissato la P. P di pirla! Avevo perso l'occasione della vita.

Invece avevo guadagnato l'occasione della vita. Ero davvero incavolatissimo, il mio ds mi fece salire in auto, mi rincuorò, mio portò al traguardo ma lì. appena vidi i miei genitori, che mi aspettavo, scoppiai in un pianto isterico.

Intanto il mio d.s. era stato avvicinato da un uomo con occhiali scuri. Li guardavo da lontano: incominciarono a parlare. ogni tanto si facevano dei cenni, ogni tanto quell'uomo, parlando con il mio d.s. mi dava un'occhiata. "Danilo, quell'uomo è un direttore sportivo di una squadra professionista, e oggi t'ha seguito in tutta la corsa, ha detto che gli sei piaciuto, che hai buoni numeri, insomma, l'hai impressionato! Gli piacerebbe sapere se tu sei interessato ad ascoltare una sua proposta che ti vuol fare. Anzi, vieni..vieni..! Così ci parli anche tu, anche i tuoi, se vogliono sentire..."

L'uomo in occhiali scuri era Cenghialta, fu il giorno in cui diventai un corridore professionista.

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Non trovo grande riscontro.. se non vi piace, non v'appassiona, o c'è qualcosa che posso migliorare ditemi pure :D

succede in tutte le story "minori" anche nella mia è così, ma non ti scoraggiate e anche se commenti solo tu (non te lo auguro :lol:) vai avanti :wink:...

Bravo fino ad ora... comunque! :mrgreen:

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Non trovo grande riscontro.. se non vi piace, non v'appassiona, o c'è qualcosa che posso migliorare ditemi pure :D

No, no è molto appassionante :D . Solo che molti preferiscono non postare ad ogni novità :wink: .

succede in tutte le story "minori" anche nella mia è così, ma non ti scoraggiate e anche se commenti solo tu (non te lo auguro :lol:) vai avanti :wink:...

Bravo fino ad ora... comunque! :mrgreen:

Secondo me non esistono story minori...tutte quelle che vengono portate avanti meritano molto e tranne le story a concorsi sono tutte così. Tu però sei un caso a parte perchè la metà dei post della tua story sono tuoi che scrivi "commentate". :lol:

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CAPITOLO 6: Bruno! /2

Bruno era lì dove avevamo accordato di incontrarci, e nell'attesa stava sfogliando una rivista. "Bruno?" "Oh, ciao Danilo!" Poggiando la rivista "Ma mi spieghi cosa ci fai qui?"

A Bruno dissi la verità, nient'altro che la verità: non avevo più stimoli.

Lui s'accigliò alla notizia, anzi, ci rimase veramente male. "Danilo perchè? Ma sei uscito tutto matto? Puoi vincere ancora molto Danilo! Diamine Danilo, tu sei il ciclista che avrei voluto essere, hai un talento cristallino, sei il mio successo tu, non deludermi così..." "Bruno mi spiace, ma io..." "Non hai ricevuto offerte d'altre squadre, la Lampre? Conosco qualcuno in Lampre, se vuoi chiamo e ci metto una buona parola, come se necessario una mia raccomandazione poi per trovarti squadra..." e già stava allungando la mano nella giacca per prendere il telefono. "La Lampre m'ha contattato Bruno.." lo bloccai.." E non mi interessa, credimi, ora sto meglio così." Mi squadrò da testa e piedi, forse, con un vestito rosso e piumino bianco non mi prendeva tanto sul serio. "Che testa di..""E tu Bruno sei ancora all'Acqua & Sapone"? Come un calciatore lancia palla in orizzontale per cambiar fascia, così cambiai discorso. Bruno non era più direttore sportivo dell'Acqua & Sapone, non era più direttore sportivo di nessuna squadra. Il suo contratto era scaduto alla fine della scorsa stagione, e non trovò altra squadra. Così anche lui dovette reciclarsi nella vita di tutti giorni: faceva il rappresentante per conto di un negozio di un biciclette di un suo amico, a Milano. Lui però non era per niente soddisfatto della sua nuova vita. Tutt'altro, si sentiva un mezzo fallito, ed era abbastanza sconsolato. Sognava di togliersi da direttore sportivo quelle soddisfazioni che non aveva avuto da ciclista, di poter salire sul podio con uno dei suoi ragazzi, sul gradino più alto del podio del Giro d'Italia, e che nella sua carriera soltanto una volta aveva sfiorato la possibilità di poter vivere questa emozione. "Danilo, con te, con te! Chi altri, Stefano (Garzelli n.d.r.) ? Stefano aveva tanta grinta, tanto cuore, ma non aveva l'età per farlo, o Francesco (Masciarelli)? Quello non è un ciclista completo, e non ha il tuo motore, Danilo. Ah Danilo che spreco.." e tornava sconsolato ad imprecare sulla brutta notizia che gli avevo dato, quasi fosse colpa sua il mio ritiro. E mi commuoveva, Bruno mi voleva bene come un padre, lui mi sapeva sempre dare le giuste motivazioni, non mi lasciava solo mai.

"Danilo ti ricordi al Melinda, il primo anno? Eh che gara..Garzelli si ritira, Vande, quel povero ragazzo, Vande è un po' stanco, mi si avvicina in ammiraglia e mi dice che stava facendo fatica, io allora gli consegno una borraccia, gli dico di darla a te, quello era il tuo giorno" Quella giornata fu fantastica, arrivai con il primo gruppo, 5°E a Varese, chi c'era dietro a te, ad incitarti, a seguirti? ""Già tu Bruno!" Ero legato talmente tanto a lui che per la cronometro del mondiale chiesi se poteva esserci lui sull'ammiraglia che mi seguiva. "Io speravo che lasciando la nostra squadra, alla Quickstep, potessi intraprendere una luminosa carriera..ma ormai...sei un ciclista Danilo, chi si ricorderà di te fra un anno? Forse già ora..! Sono seduto con un campione del mondo!" alzò la voce ironicamente "Shh..che mi conoscono!" "Come Babbo Natale forse!"

Bruno m'aveva punto nell'orgoglio, mi stava convincendo, stavo cambiando idea.

"Va bene Bruno, allora torno, torno a correre". Così dissi secco, deciso. Una frase tutta d'un fiato, sarebbe bastato un secondo di ragionamento e probabilmente non l'avrei detta. Come quando decisi di ritirarmi, lo feci senza pensarci due volte, così ora. Ogni tanto i miei, e gli amici più cari, mi rimproverano d'esser un'indeciso nella vita, di non saper mai quello che voglio, di non esser in grado di programmarmi per questo neanche una giornata del mio futuro. Il problema non è che io sia una persona indecisa, forse in qualche frangente lo sono, ma in verità, sono una persona istintiva, molto, e applico esattamente all'opposto quella regola elementare insegnatami da piccolo: pensa due volte prima di parlare. Io parlo due volte e dopo penso.

"Lo sapevo, lo sapevo che avresti cambiato idea!" In un istante un sorriso intergalattico gli si incollò in volto. "Ora chiamo in Lampre e chiedo..." Sta nuovamente per mettere mano al telefono "No Bruno! No! Ma quale Lampre! Io torno a correre, ma lo faccio con te!" "Con me? E come? Dimentichi che io non ho più una squadra, come te. E non mi vogliono da nessuna parte, nemmeno in Lampre, non come te" "La facciamo noi la squadra!" "Ahah la fai facile tu" incominciò a credere che la mia fosse una boutade "Ci vuole uno sponsor, tanti sponsor, tanti soldi, ciclisti, permessi, chi investe più nel ciclismo oggi?" "Bruno, lo trovo io lo sponsor, lo trovo io, te l'assicuro. E abbastanza per coprire il tuo stipendio e quello di altri ragazzi, e acquistare tutto quello che serve, io correrò gratis. E sui permessi, sulle questioni burocratiche, Bruno tu sei un eccellente ds, sai benissimo come muoverti e cosa fare" "Se trovassi uno sponsor..."Bruno tentennava..."Con un budget ed uno sponsor 3/4 dei problemi son risolti no? M'aiuteresti vero?""Danilo, mi sorprendi, io non pensavo a questa eventualità, però, se troverai uno sponsor, vedremo di provare a tirar su una squadra". Convinto! Colpito. De Luca tornava a correre.

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Questo è il mio alter-ego vero, quasi tutti valori depotenziati, in montagna dovrei avere 82...lo "giustifico" col riposo prolunago.

http://www.clecorda.com/UnaVitaInSella/sin...asp?nick=Stylus

Del resto se tutti mi cercano un motivo ci sarà se tutti mi vogliono :sleep:

Se mi invitassero altroché cercherò di vincere il Giro! :wub: E' quello che sogno da 6 stagioni ma non me l'han mai fatto correre :angry:

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