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72a Dwars door Vlaanderen


emmea90

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1 hour ago, emmea90 said:

Si è sbloccata la Quickstep e credo sia la notizia del giorno. Vanmarcke invece è sempre più deludente

ma Vanmarcke era acciaccato, quanto alla Quick Step, beh, parlare di squadra "sbloccata" mi pare eccessivo: è una delle squadre che in generale ha vinto di più nel 2017, e sulle pietre prima di oggi si erano corse solamente due corse veramente importanti. Però è vero che venivano da una serie di campagne del nord deludenti.

Cmq ben contento che siano finalmente iniziate le

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17 ore fa, smec-easyjet dice:

ma Vanmarcke era acciaccato

A parte, poi comunque non è che smette di essere deludente se vince la Dwars Door Vlaanderen. Il problema vero è che a 24-25 sfiorava vittorie di primissimo piano più di oggi, ciò che è deludente di lui è appunto che non abbia ancora nel carniere una Ronde, ad esempio, alla luce delle premesse.

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3 minutes ago, ian said:

A parte, poi comunque non è che smette di essere deludente se vince la Dwars Door Vlaanderen. Il problema vero è che a 24-25 sfiorava vittorie di primissimo piano più di oggi, ciò che è deludente di lui è appunto che non abbia ancora nel carniere una Ronde, ad esempio, alla luce delle premesse.

e comunque - e la cosa vale in generale ma a maggior ragione per questo tipo di gare - quando un corridore tende spesso a cadere, a forare, a rimanere nei ventagli o cmq a capitargli qualcosa di storto, non è solo sfortuna come direbbe Pancani, ma un evidente limite del corridore stesso. Perché non basta andar forte sulle pietre per vincere al nord: bisogna anche quantomeno saper limare e saper leggere i momenti chiave di corse che spesso si decidono lontano dall'arrivo, e non necessariamente in corrispondenza di un muro o di un settore in pavé. Un altro che negli anni ha denotato gli stessi limiti di Vanmarke, se non peggio, è Boom, anche a dimostrazione di quanto sia diverso il ciclocross da questo tipo di gare: di ciclocross so poco, ma immagino che siano corse di molto più facile lettura tatticamente, perché si tratta di andare forte dall'inizio alla fine, e nelle quali variabili come il vento contano molto meno se non assolutamente niente. Giusto?

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Sicuramente questo, ma comunque non è che le cadute siano elementi determinanti della storia di Vanmarcke, mi sembra invece che a 360° non abbia (ancora?) fatto quel salto di qualità che era legittimo attendersi.

Per Boom il discorso mi pare assai più applicabile, poi non so se dipenda dal fatto che fa un altro sport. E qui mi viene in mente uno come Franzoi, che la doppia attività l'ha provata, è anche arrivato nei 10 in una Roubaix (ok, la più strana che abbia mai visto), ma a conti fatti non è mai riuscito ad ottenere grandi risultati (relativamente alle speranze che erano state alimentate perché poi, se vogliamo, arrivare ottavo alla Roubaix non è affatto male)

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