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[PCM 2012] E mica ci stanno solo i russi...


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Intervista esclusiva a Rinat Akhmetov: Io, lo Shaktar e i nuovi orizzonti.

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Abbiamo l'onore oggi di ospitare sulle frequenze di Radio Due uno degli uomini più ricchi d'Europa, il magnate Rinat Akhmetov, presidente della SCM Holdings e, soprattutto, patron di una delle realtà emergenti del calcio europeo, lo Shaktar Donetsk, che da anni sta dominando nel campionato ucraino, riuscendo però ad imporsi anche in campo internazionale, come ha confermato la vittoria nell'Europa League del 2009.

Signor Akhmetov, ci vuole raccontare come è nato il progetto Shaktar?

Beh, io ho rilevato la squadra nel 1996 e ci trovavamo di fronte ad una situazione particolare. In Ucraina a dominare c'era la Dinamo Kiyv, ma lo Shaktar stava lentamente crescendo, riuscendo a conquistare la Coppa di Lega. Ci trovavamo però di fronte ad una seria arretratezza delle strutture, sia per la squadra professionistica, ma soprattutto per le giovanili. E così, con il Consiglio di Amministrazione abbiamo avviato un'opera di modernizzazione, che ci ha permesso col tempo di poter portare dalla nostra parte atleti di altissimo livello, fino ad arrivare alla conquista del campionato nel 2001 - 2002. Da quel momento si è aperto un ciclo vincente che, lo dico con grande orgoglio, è tutt'ora aperto.

[... l'intevista continua per una mezz'oretta...]

Lo Shaktar Donetsk rappresenta un grande impegno, anche sotto il profilo economico. In questa fase di crisi non ha pensato di fare una riduzione delle spese?

Ti dirò che l'andamento della squadra negli ultimi anni, mi ha permesso di allentare un po' la presa. Gli introiti dei diritti tv, scaturiti dalle nostre partecipazioni alla Champions League, oltre al fatto che siamo riusciti a creare un solido blocco di giocatori che ci dà garanzie importanti, mi ha permesso di diminuire gli investimenti sulla squadra. Ora però, ti dò una piccola anticipazione, sto avventurandomi anche all'interno di un altro progetto sportivo.

Interessante! Vuole rivelare ai nostri ascoltatori di cosa si tratta?

Purtroppo non potrò essere molto chiaro. Sta di fatto che con altri imprenditori dell'est Europa, con l'appoggio delle Federazioni, stiamo tentando di lanciare un progetto di una squadra ciclistica. Anche questo è un movimento in crescita dalle parti nostre, basti pensare al successo che sta ottenendo il Giro di Polonia, e vorremmo cercare di aumentare l'interesse intorno a questo sport, creando una formazione in grado di rappresentare le nazioni dell'est, oltre la Russia che già ha diversi team di spicco. L'operazione è comunque ancora in fase di elaborazione, ma nei prossimi giorni sapremo dirvi di più.

Sarà sicuramente da seguire attentamente questo progetto, perchè se vi ci dedicherete come avete fatto con lo Shaktar, probabilmente nel giro di pochi anni assisteremo alla nascita di un altro squadrone. Bene, siamo giunti al termine, vogliamo ringraziare il signor Rinat Akhmetov di essere stato con noi e gli auguriamo tutta la fortuna possibile per il futuro.

Grazie a voi. Arrivederci.

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Nasce l'East European Cycling Team

"Con l'obiettivo di creare una realtà ciclistica che rappresenti le nostre terre e di affermarci come uno dei maggiori team del circuito mondiale, siamo lieti di presentarvi l'East European Cycling Team"

Sono queste le parole utilizzate da Rinat Akhmetov nella conferenza stampa tenuta ieri presso Kiyv, con la quale ha annunciato la nascita della della nuova formazione. Il magnate ucraino è poi sceso nei dettagli affermando che il team avrà una licenza professional, ma che, almeno per questo 2012, difficilmente sarà al via di prove World Tour (forse solamente al Giro di Polonia). Il finanziamento di base sarà posto da una cordata di imprenditori delle zone dell'est Europa, ma già dal prossimo anno si andrà alla ricerca di qualche sponsorizzazione importante. L'obiettivo, come ha affermato Akhmetov, sarà quello di creare una formazione concorrente al monopolio della Katusha.

Ovviamente la strada sarà lunga, ma le basi per un progetto importante ci sono.

Andiamo ora a scoprire il team...

GLI UNDER 20

Nikolay Monarev (UCRAINA) 18 anni - Il più giovane della squadra. Nelle categorie minori ha messo in mostra un discreto talento in salita. Gli osservatori lo ritengono promettente, anche se dovrà lavorare molto per raggiungere livelli importanti

Peter Palotai (UNGHERIA) 19 anni - Per la sua età dispone già di una muscolatura sviluppata. Molto alto, ha dimostrato di essere un discreto passista ma non sembra avere enormi margini di miglioramento.

Anton Storchous (UCRAINA) 19 anni - Altro scalatore di prospettiva. Da giovane si è distinto per il suo coraggio e la sua generosità, che non gli hanno impedito di conquistare risultati importanti. Non ha un grandissimo potenziale e questo potrebbe essere un problema per la sua carriera negli anni a venire.

LE PROMESSE

Oleg Berdos (MOLDAVIA) 24 anni - Sono ormai diversi anni che questo ragazzo è presente nel giro del ciclismo professionistico. Si difende bene sugli strappetti e con un buon allenamento può migliorare ulteriormente.

Sylwester Janizcewski (POLONIA) 23 anni - Occhi puntati su questo ragazzo, che forse è uno dei maggiori talenti del ciclismo polacco. Molto veloce e in grado di difendersi sugli strappetti, è dotato di un buon margine di miglioramento che potrebbe renderlo nel tempo un ottimo cacciatore di tappe.

Jiri Polnicky (REP.CECA) 22 anni - Altro uomo veloce per il team, chiamato principalmente a fare esperienza in questa annata. Ha dei buoni margini di miglioramento anche se, più che un capitano, potrebbe diventare un ottimo apripista.

I GREGARI

Dmytro Archynos (UCRAINA) 24 anni - Corridore completo, in grado di difendersi in maniera passabile su tutti i terreni. Sarà fondamentale nelle prime fasi della corsa, al fianco dei capitani.

Vitaliy Buts (UCRAINA) 25 anni - Era approdato in Europa, prima con la maglia della Liquigas e poi con quella della Lampre, con tante speranze al seguito, purtroppo mai mantenute. Dopo anni difficili, ha deciso di ripartire dal basso, mettendosi a disposizione di questa nuova squadra. Corridore abbastanza completo, potrebbe essere molto utile alla causa dei capitani.

Jakub Novak (SLOVACCHIA) 23 anni - Qualche anno fa vinceva a mani basse diverse corse minori, poi i problemi fisici ne hanno rallentato la crescita. Nonostante sia molto giovane, non sembra avere enormi margini di miglioramento, e quest'anno si metterà a disposizione della squadra.

I VELOCISTI

Krzysztof Szczawinski (POLONIA) 32 anni - L'uomo dal nome più odiato della storia del ciclismo, è uno degli uomini d'esperienza della formazione ucraina. Molto veloce ma bravissimo a difendersi anche sulle salite dure, potrebbe portare risultati importanti alla squadra.

Yuri Metlushenko (UCRAINA) 35 anni - Strappato all'Amore&Vita, è il più "anziano" della squadra. Nonostante questo ha ancora una gran voglia di lottare e di mettersi in gioco. La sua abilità in volata sarà fondamentale per portare piazzamenti nelle corse pianeggianti.

Questa è la prima parte della squadra, ora mancano i pezzi da novanta che vi presenteremo tra poco...

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Ed ecco l'attesissimo di scoprire le stelle della squadra, coloro che ci regaleranno le grandi soddisfazioni, insomma...

I CAPITANI

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Andrei Kunitski (BIELORUSSIA) 27 anni - Corridore versatile, molto bravo nelle cronometro ma in grado di difendersi alla grande nelle tappe di media montagna, sarà un'ottima arma per le brevi corse a tappe, quelle che non presentano un percorso durissimo.

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Marek Rutkiewicz (POLONIA) 30 anni - Uno dei pezzi forti del ciclismo polacco. Scalatore puro, cercherà di mettersi in mostra nelle tappe più impegnative, sfruttando la sua caparbietà e la grinta, che in passato gli hanno permesso di mettersi in mostra nel panorama ciclistico mondiale.

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Volodymir Zagorodny (UCRAINA) 30 anni - Altro buon passista che farà valere la sua esperienza in Europa. Da giovane aveva fatto vedere degli sprazzi di puro talento che speriamo possa ritirare fuori in questa avventura.

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Ruslan Pidgorniy (UCRAINA) 32 anni - Vecchia gloria del movimento ucraino e conoscenza del ciclismo italiano. Scalatore veloce, potrà togliersi delle belle soddisfazioni in questa stagione.

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Leopold Konig (REP.CECA) 23 anni - Ed ecco la vera stella della squadra. Strappato alla NetApp è senza ombra di dubbio il nome di spicco di questo ciclomercato. Scalatore di enormi prospettive, dopo aver lasciato intravedere belle cose nel 2011, è chiamato in questa stagione a dare conferma delle sue splendide doti.

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Gennaio 2012

La stagione dell'East European Cycling Team non inizia nel modo migliore, in quanto ci viene rifiutata la richiesta di partecipazione a molte corse. Nonostante questo non ci demoralizziamo e ci mettiamo a lavorare duramente con un camp di preparazione di 10 giorni nelle zone circostanti di Donetsk. La squadra sembra unita e questo non può essere di buon auspicio per il futuro...

Febbraio 2012

Arriva finalmente il momento della prima corsa...

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Una due giorni abbastanza impegnativa, che noi approcciamo senza particolari ambizioni ma con la voglia di portare a casa qualche risultato importante. I capitani designati sono Marek Rutkiewicz e Leopold Konig che per questa prima parte di stagione saranno chiamati a guidare la squadra.

Tappa 1: Draguignan - La Croix Valmer (media montagna)

Tentiamo subito di metterci in mostra entrando in una fuga da lontano con l'innominabile Krzystov Szczawinski per portare a casa punti per la maglia a pois. Purtroppo per lui il nostro atleta si trova di fronte un Thierry Hupond (Argos Shimano) che gli soffia i 3 Gpm di 2° categoria previsti quel giorno.

La fuga è stata poi ripresa ad una 15 di chilometri dal traguardo ed il gruppo, ridotto ad una trentina di unità, si è giocato la tappa in una volata atipica, essendo in salita. Ad avere la meglio è stato Jonathan Tiernan Locke (Endura Racing) che ha preceduto Anthony Roux (FDJ Big Mat). Tra i nostri il migliore è stato Marek Rutkiewicz, 14esimo.

Tappa 2: Frejus - Fayence (media montagna)

Vedendo che la condizione non ci permette di competere con i primi, tentiamo un serio assalto alla classifica degli scalatori, mandando in fuga Rutkiewicz. Riuscire ad avvantaggiarsi sul gruppo però non è stato facile, in quanto il polacco era molto vicino in classifica ma alla fine ce l'abbiamo fatta. La conquista per i punti della classifica degli scalatori è stata più complicata del previsto, vista la concorrenza di un brillante Mikhail Ignatiev (Katusha), ma alla fine il nostro è riuscito ad avere la meglio per soli 2 punti, grazie al fatto che è riuscito a transitare per primo sull'unico Gpm HC previsto.

Dietro però il gruppo non lasciava spazio e le nostre speranze erano riposte in Konig, l'unico in grado di tenere ieri le ruote dei primi oltre a Rutkiewicz che però aveva speso molto in fuga. Il giovane ceco però, non in grande giornata, ha sofferto le alte andature e quando la corsa è entrata nel vivo si è sfilato.

La tappa si è decisa sulle rampe finali verso Fayence, dove l'eterno Pablo Lastras (Movistar) ha tolto tutti dalla sua ruota andando a vincere la tappa e la classifica generale del Tour du Haut Var.

Classifica finale

1. Pablo Lastras (Movistar)

2. Anthony Roux (FDJ Big Mat) a 23"

3. Simon Spilak (Katusha) a 39"

4. Jonathan Tiernan Locke (Endura Racing) a 44"

5. Jonathan Hivert (Saur Sojasun) a 56"

23. Leopold Konig (East European Cycling Team) a 2' 05"

Miglior Scalatore: MAREK RUTKIEWICZ

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Il secondo appuntamento stagionale è in Malesia, in occasione del Tour de Langkawi. Confermata la squadra all'opera all'Haut Var, con Konig e Rutkiewicz capitani, l'obiettivo è quello di centrare il primo risultato importante.

La cronometro di apertura ha subito reso difficile la vita dei nostri ragazzi che si sono trovati subito indietro di oltre un minuto dal vincitore, Vladimir Karpets (Movistar). Le tappe successive hanno visto spadroneggiare i velocisti con la grande rivelazione di questo inizio di stagione, Adrien Petit (Cofidis), capace di rendere la vita difficile anche ad atleti di livello come Joaquim Rojas (Movistar) e Ben Swift (Sky).

La corsa si sarebbe decisa in occasione della sesta tappa, in cima alle Genting Highlands, una lunga salita dalle pendenze comunque non eccessivamente impegnative. Ed è proprio su queste rampe che è arrivata la prima vittoria della East European Cycling Team, ad opera di Leopold Konig. Questi, sfruttando l'ottimo lavoro di Rutkiewicz (5° al traguardo), si è lanciato in una fuga solitaria ai 5 km dal traguardo. La sua sembrava una vittoria facile facile, ma da dietro è rinvenuto il russo Karpets che ha fatto rimanere con il fiato sospeso tutti. L'atleta della Movistar, che con questa azione ha di fatto sancito la sua vittoria finale, ha lasciato la vittoria a Konig che ha potuto così regalare la prima grande gioia alla squadra.

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Le ultime tappe non hanno poi regalato grosse novità, con la classifica che è rimasta invariata rispetto a quella vista al termine del tappone di Genting Highlands...

Classifica finale

1. Vladimir Karpets (Movistar) in 31h 34' 52"

2. Leopold Konig (East European Cycling) a 1' 06"

3. Pablo Lastras (Movistar) a 1' 26"

4. Simon Spilak (Katusha) a 1' 34"

5. Lars Peter Nordhaug (Sky) a 3' 00"

6. Josè Herrada Lopez (Movistar) a 3' 19"

7. Cameron Meyer (Orica GreenEDgE) a 3' 23"

8. Marek Rutkiewicz (East European Cycling) a 3' 42"

9. Javier Moreno Bazan (Movistar) a 3' 53"

10. Carlos Ochoa (Androni Venezuela) a 4' 02"

Portiamo a casa, oltre al successo di tappa, anche il secondo posto finale di Konig, con tanto di maglia di miglior giovane. Un risultato dunque importante, vista anche la qualità degli avversari, al quale si aggiunge l'ottavo posto di Marek Rutkiewicz.

Il mese di Febbraio, nonostante poche corse, è stato comunque positivo, in vista degli appuntamenti più importanti nel mese successivo con il Criterium International e la Vuelta a Castilla y Leon dove i nostri avrebbero potuto ben figurare...

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Marzo 2012

Dopo un soddisfacente Tour de Langkawi (vittoria di tappa, podio finale e maglia bianca) ci aspetta un periodo di pausa in quanto mancano gli inviti alle corse. Torniamo in strada alla Dwars Door Vlaandren, uno dei primi appuntamenti sul pavè nel quale non abbiamo potuto far altro che tentare una fuga da lontano senza speranza con Jakub Novak e poi assistere impotenti al trionfo di Staf Scheirlinkcx (Accent Jobs), visto che le caratteristiche dei nostri atleti non ci permettevano di fare altro. Il miglior piazzamento per noi è arrivato da Sylwester Janizcewski, 57esimo a 3' 57" dal vincitore.

Ben altre ambizioni per noi invece in vista di una delle corse più prestigiose a cui avremmo preso parte il...

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Per la corsa in Corsica, ci affidiamo di nuovo al duo Leopold Konig e Marek Rutkiewicz in ottime condizioni di forma, con l'obiettivo di cogliere un risultato importante sul Col de l'Opsedale. La concorrenza però è di altissimo livello con Rui Costa (Movistar), Thibaut Pinot (FDJ Big Mat), Pierre Rolland (Europcar) e tanti atleti di primo livello.

Tappa 1 - Porto Vecchio - Porto Vecchio 72,5 km

La prima tappa è una sorta di passerella sulle strade della nota località corsa. Il gruppo comunque, dopo una trentina di chilometri di tranquillità, inizia a fare sul serio per preparare la volata. La vittoria è andata a Sebastien Chavanel (Europcar) che ha beffato il giovane Geoffrey Soupe (FDJ Big Mat) e la coppia Garmin dei fratelli Raymond e Michel Kreder.

Tappa 2 - Porto Vecchio (CRI) 9 km

La giornata si è chiusa poi nel pomeriggio con una cronometro individuale, fondamentale per assestare la classifica in vista del tappone di domani. A vincere è stato Dimitri Champion (Bretagne Schuller), ma in chiave classifica generale i più bravi sono stati Benat Intxausti (Movistar) e Thomas Voeckler (Europcar), che hanno chiuso rispettivamente in 5° e 7° posizione. Discreta difesa di Leopold Konig che ha chiuso in 45esima posizione a 24 secondi dal vincitore, contenendosi in un distacco assolutamente colmabile nella giornata di domani.

Alla vigilia della tappa decisiva, che seguiremo passo per passo qui su queste pagine, la situazione è la seguente

1. S.Chavanel (Europcar)

2. D.Champion (Bretagne Schuller) a 1"

3. R.Navardauskas (Garmin Sharp) a 2"

4. J.Bauer (Garmin Sharp) a 4"

5. L.Bodrogi (Team Type 1) a 5"

6. M.Maaskant (Garmin Sharp) a 7"

7. B.Intxausti (Movistar) st

8. G.Gazvoda (Ag2r La Mondiale) a 9"

9. T.Voeckler (Europcar) a 11"

10. G.Soupe (FDJ Big Mat) a 13"

15. J.Peraud (Ag2r La Mondiale) a 15"

19. F.Duarte (Colombia Coldeportes) a 17"

20. R.Taaramae (Cofidis) st

49. L.Konig (East European Cycling) a 25"

50. P.Rolland (Europcar) st

51. T.Pinot (FDJ Big Mat) st

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In questa fase noterete che i miei corridori viaggiano senza ruote :P è un problema che ho risolto strada facendo :D

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Tappa 3 Porto Vecchio - Col de l'Ospedale 176 km

Siamo giunti al giorno decisivo per l'edizione 2012 del Criterium International. Sulle rampe del Col de l'Ospedale si deciderà una corsa che, al momento, appare incertissima, soprattutto in seguito agli scarsi distacchi fatti dalla cronometro di ieri.

Oggi distacchi ce ne saranno, e anche di importanti, visto che, oltre alla salita finale, i corridori incontreranno un terreno ricco di sali e scendi che si farà sentire certamente nel finale. Vediamo l'altimetria della tappa odierna.

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Le prime fasi della corsa, sono state caratterizzate da un tentativo da parte di sei uomini, tra i quali spiccavano i nomi di Francis Mourey (FDJ Big Mat) e Javier Ramirez (Andalucia). Oltre a loro sono andati all'attacco anche Julien Demaret (Cofidis), Dirk Bellemakers (Landbouwkredit), Rodriguez e Zimalrne.

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Per loro, il vantaggio massimo è stato di 4' 27", raggiunto dopo 56 chilometri di corsa. Tutto questo è stato segno evidente della volontà del gruppo di non voler lasciare troppo spazio alla fuga. A controllare la situazione è stata quasi sempre la Europcar che dalla sua ha il leader della corsa, Sebastien Chavanel, ma soprattutto Pierre Rolland e Thomas Voeckler, grandi favoriti per la frazione odierna.

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Ci troviamo ora sull'ultimo colle di terza categoria 47 km e il gruppo, guidato da un'instancabile Cyril Gautier, che ha trovato da qualche minuto anche la collaborazione di Sylwester Janizcewski e Vitaly Buts della East European Cycling, è ormai in procinto di riprendere i battistrada, rimasti solo in tre: Mourey, Demaret e Ramirez.

L'andatura è molto elevata e lentamente gli atleti stanno perdendo contatto, secondo il principio della classica selezione da dietro. Siamo ormai a 1 km dal Gpm ed ecco che si muove qualcosa in gruppo, con l'attacco di 3 atleti. Si tratta di Hubert Dupont e Nicholas Roche (Ag2r La Mondiale), insieme ad Alberto Rui Costa (Movistar).

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Tentativo importante da parte di uomini potenzialmente pericolosi in ottica vittoria finale. Vediamo però che dietro il gruppo non ha intenzione di lasciare spazio, ed è addirittura Pierre Rolland a guidare l'inseguimento. Il ritmo del padrone dell'Alpe d'Huez 2011 è di quelli che fanno male, e i contrattaccanti vengono ripresi proprio ad inizio della discesa.

Il plotone, praticamente compatto, visto che ai battistrada rimangono veramente poche centinaia di metri di vantaggio, è allungatissimo lungo la sede stradale e contiamo solamente un'ottantina di unità.

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E attenzione perchè proprio al termine del tratto in discesa, c'è ancora un attacco di Hubert Dupont (Ag2r La Mondiale), seguito da un attento Kristof Sczwaczwinski (perchè ho fatto muovere lui :banghead: ).

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I due sembrano aver trovato da subito un buon accordo riuscendo a guadagnare subito 20 secondi nei confronti del gruppo, tirato ancora una volta dall'incredibile Gautier che è in testa praticamente dai - 60 (ed ora siamo ai -17). Lo sforzo però è tanto e difficilmente potranno tenere una volta iniziata la salita.

Infatti, proprio quando si vede a bordo strada il cartello che segnala l'inizio dell'ascesa, i due attaccanti si rialzano, facendosi riassorbire dal gruppo.

La tranquillità dura poco però, perchè dopo soli 2 km di ascesa, arriva l'attacco di uno degli uomini più attesi, Thibaut Pinot (FDJ Big Mat), seguito da Julien El Fares (Team Type 1).

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Anche questo tentativo però è destinato a durare poco, perchè dietro in gruppo la situazione è cambiata, con la Movistar che si è messa a scandire il ritmo. Nel giro di due chilometri il gruppo dunque si ricompatta, forte però solo di 30 unità.

E ancora una volta a rompere gli indugi è un inesauribile Hubert Dupont, al terzo attacco di giornata. A differenza dei precedenti, questa volta lo scatto del francese è secco e nessuno sembra in grado di andargli dietro. Vediamo che ora a muoversi al suo inseguimento, sono due uomini della East European Cycling, ovvero Marek Rutkiewicz e Leopold Konig!

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A 9 km dal traguardo la situazione vede:

Testa della Corsa: H.Dupont

Inseguitori: M.Rutkiewicz - L.Konig a 32"

Gruppo a 56"

Si sta delineando una situazione interessante, anche se su questa salita, davvero lunga, tutto ancora può succedere.

Piccola pausa e poi si riparte per il gran finale

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La coppia East European Cycling non sembra riuscire a riportarsi su Dupont che va su veramente come una moto. Ora però vediamo che Marek Rutkiewicz si è messo a totale disposizione di Konig, tirando per lui. Mancano 7 km al traguardo.

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Il lavoro dell'ex-campione polacco però non è sufficiente per riavvicinarsi a Dupont, che continua a guadagnare nei confronti degli immediati inseguitori, e anche verso il gruppo dal quale per il momento non esce nessuno.

Finito il lavoro di Rutkiewicz, ora è il solo Konig all'inseguimento del battistrada, il cui vantaggio è però salito sopra il minuto a 3 km dal traguardo. Vediamo finalmente che dietro si muovono Brice Feillu (Saur Sojasun) e Benat Intxausti (Movistar).

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La reazione è però tardiva e ormai il ritardo è incolmabile. Hubert Dupont va a vincere per distacco la 3° e ultima tappa del Criterium International, portandosi a casa anche la classifica generale.

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Secondo, con un ritardo di 1' 18", il bravissimo Leopold Konig che conferma il buono stato di forma fatto vedere al Tour de Langkawi, regalando alla sua squadra un risultato importante in una corsa di prestigio. Tutti gli altri uomini di classifica sono poi giunti al traguardo con un ritardo superiore ai 2 minuti. L'attendismo non ha pagato, anche se forse è stata la mancanza di energie a fare la differenza. Di seguito le classifiche di giornata e di tappa

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Arriva anche un'altra maglia, dopo quella a pois conquistata all'Haut Var e la bianca del Langkawi. Con il secondo posto finale infatti Konig si prende il titolo di miglior giovane.

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Aprile 2012

Il piazzamento al Criterium International ha reso contenti, e non poco, gli sponsor tanto che sembravano intenzionati a concederci un aumento del budget in vista della prossima stagione. Ma questo è un altro capitolo della nostra storia...

Tornando alle corse, l'inizio del mese di Aprile è stato tutt'altro esaltante soprattutto a causa delle tipologie di corse a cui siamo stati costretti a prendere il via. Tre Giorni di La Panne, Fleche Ermenaude, Parigi - Camembert e Freccia del Brabante sono state per noi prove anonime, condite da qualche sporadico tentativo di fuga da parte di Dimitri Archynos e Kristofz Sczwaczinski.

La luce dei piazzamenti l'abbiamo rivista in Spagna, alla Vuelta a Castilla y Leon, una delle corse vittime della crisi economica, che ha visto ridursi a 3 le tappe. Con i soliti Marek Rutkiewicz e Leopold Konig (vicinissimi al picco di forma) l'inizio è stato promettente: nella prima tappa i due si sono prodigati in diversi attacchi purtroppo però vanificati nel finale da parte della Farnese Selle Italia, che ha portato in carrozza Elia Favilli alla conquista della tappa. Il problema è arrivato nella seconda tappa, che sono stato costretto a simulare al terzo crash, dove i nostri sono usciti di classifica definitivamente. Così l'ultimo giorno, nella tappa regina, abbiamo adottato una tattica aggressiva lanciando il nostro Rutkiewicz in fuga dopo 30 km. L'azione del polacco ha fruttato subito la conquista dei punti necessari per vincere un'altra maglia degli scalatori e, soprattutto, ha spianato la strada per l'attacco finale di Leopold Konig che, insieme ad uno scatenato Benat Intxausti (Movistar) ha staccato tutti, finendo però poi per farsi staccare anche dal basco che si è involato verso la vittoria di tappa e della classifica finale. Per il nostro ceco arriva comunque un piazzamento, 2° posto, che ci vede tornare nella top 10 di una corsa dopo un lungo periodo di astinenza.

Alla fine del mese di Aprile, arriva però l'appuntamento centrale della nostra prima metà di stagione...

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LA CORSA VERRA' SEGUITA LIVE SU QUESTE PAGINE

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Sono ben 25 le squadre al via dell'edizione 2012 del Giro del Trentino. E' una corsa che, coma da tradizione, si presenta molto dura con ben 3 arrivi in salita su 4 tappe. La tappa più temuta è quella con l'arrivo su Punta Veleno, una salita inedita che in molti ritengono possa essere più dura dello Zoncolan. Attenzione però anche agli arrivi di Sant'Orsola Terme e del Passo Pordoi che possono regalare grandi emozioni.

I grandi favoriti vengono dall'estero, e rispondono ai nomi di Thomas De Gendt (Vacansoleil DCM) e Roman Kreuziger (Astana). Per entrambi questa corsa rappresenta il passaggio chiave verso il Giro d'Italia che inizierà tra qualche settimana. La concorrenza sarà però spietata, perchè dovranno vedersela con Michele Scarponi (Lampre ISD), Domenico Pozzovivo (Colnago CSF), Josè Rujano (Androni Venezuela), Denis Menchov (Katusha), il giovane Darwin Atapuma (Colombia Coldeportes), che ha fatto vedere belle corse in questo scorcio di stagione alla Settimana Coppi & Bartali.

Da non sottovalutare neanche il pericolo proveniente dall'est, con la East European Cycling, formazione che non sarà al via del Giro d'Italia, che punta molto su questo appuntamento con il giovane Leopold Konig. Lo scalatore ceco viene da alcuni risultati importanti, tra i quali la vittoria nella tappa più dura del Tour de Langkawi e il secondo posto al Criterium International. Potrebbe essere uno dei clienti scomodi in questa corsa, soprattutto se confermerà l'ottimo affiatamento con Marek Rutkiewicz, anch'egli molto bravo nelle ultime corse.

Insomma, un Giro del Trentino che si preannuncia appassionante e che potrebbe regalarci grandi emozioni.

Tappa 1 - Riva del Garda - Arco 15,1 km (CRS)

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Come da tradizione, la corsa trentina si apre con una cronometro a squadre, breve, ma sufficiente a creare i primi distacchi in classifica generale. I più bravi sono stati gli uomini della Katusha che, guidati da un ottimo Denis Menchov, sono riusciti a fermare il cronometro dopo 16' 43", facendo segnare la migliore prestazione. Il primo a tagliare il traguardo è stato però lo spagnolo Angel Vicioso, che si prende così la prima maglia rosa.

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Solo seconda la grande favorita della vigilia, la BMC Racing di Marco Pinotti e Taylor Phinney, che ha fatto segnare lo stesso tempo della sorprendente NetApp. Tra gli uomini di classifica, si difende molto bene Thomas De Gendt con la sua Vacansoleil che ha chiuso a 14 secondi dai vincitori, mentre paga qualcosa in più l'Astana di Roman Kreuziger, a 31 secondi.

Complessivamente bene i nostri corridori dell'East European Cycling che, nonostante fosse la prima cronometro a squadre della storia della squadra, sono riusciti a contenere il ritardo nell'ordine dei 50 secondi.

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LA CLASSIFICA DEI BIG

1. Angel Vicioso (Katusha)

2. Denis Menchov (Katusha) st

3. Marco Pinotti (BMC Racing) a 8"

4. Thomas De Gendt (Vacansoleil DCM) a 14"

5. Roman Kreuziger (Astana) a 31"

6. Alexandre Vinokourov (Astana) st

7. Darwin Atapuma (Colombia Coldeportes) a 38"

8. Josè Rujano (Androni Venezuela) st

9. Peter Stetina (Garmin Sharp) a 51"

10. Dario Cataldo (Omega Pharma Quick Step) st

11. Leopold Konig (East European Cycling) a 56"

12. Michele Scarponi (Lampre ISD) a 1' 03"

13. John Gadret (Ag2r La Mondiale) a 1' 21"

14. Hubert Dupont (Ag2r La Mondiale) st

15. Domenico Pozzovivo (Colnago CSF) a 1' 47"

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Io i miei per questo li piazzo davanti dal chilometro zero, pure se spendo qualcosa di più almeno sto tranquillo :D

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Tappa 2 Mori - Sant'Orsola Terme 151 km

Terminato il discorso cronometro, arrivano le tappe in linea e, quindi, le montagne sulle strade del Giro del Trentino. L'arrivo in salita odierno è forse il più facile dei tre, ma bisognerà fare i conti con le salite di Palù del Fersina e del Passo Redebus, poste entrambe negli ultimi 50 km, che potrebbero far male. Una tappa dunque tutta da seguire che potrà regalare delle sorprese.

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Si parte subito a tutta: nei primi 30 km si susseguono numerosi tentativi di fuga e alla fine, solamente dopo il traguardo volante di Trento, riesce a prendere il largo un drappello, composto da corridori molto interessanti: Dario Cataldo (Omega Pharma Quick Step), Georg Preidler (Team Type 1), Thomas Peterson (Garmin Sharp), Andrea Masciarelli (Acqua e Sapone), Jeffrey Louder (Unitedhealthcare), Klaas Howelynck (Landbouwkredit), Giairo Ermeti (Androni Venezuela) e Paolo Longo Borghini (Liquigas Cannondale).

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Dietro però il gruppo non ha praticamente lasciato mai troppo spazio, e i battistrada hanno guadagnato un massimo di 3 minuti. Il grosso del lavoro è stato svolto della Katusha, che ha fatto sì che ai piedi della salita di Palù del Fersina il ritmo fosse elevatissimo.

Sulle rampe della prima ascesa di giornata è esplosa la corsa sia davanti, con Cataldo che ha tentato un'accelerazione scremando il gruppo dei battistrada, e anche dietro, con il belga Jan Bakelants (Radioshack Nissan), che ha sorpreso tutti con un'accelerazione bruciante, alla quale sono riusciti a rispondere i soli John Gadret (Ag2r La Mondiale), Leonardo Bertagnolli (Lampre ISD) e Davide Rebellin (Miche).

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Il gruppo non ha reagito immediatamente al contrattacco dei 4, sui quali si sono riportati poi i colombiani Darwin Atapuma e Fabio Duarte (Coldeportes), conscio del fatto che al traguardo mancava ancora molto.

Il vantaggio dei contrattaccanti, in vista del Gpm di Palù del Fersina era di 1 minuto nei confronti del gruppo mentre il gruppetto dei battistrada, ridotto a 5 unità, viaggiava ancora con 1' 15" sugli immediati inseguitori.

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La situazione è cambiata sulla breve ma insidiosa ascesa successiva, quella del Passo Redebus, quando è stata l'Astana, con Alexandre Vinokourov e Andrei Zeits, a scandire il passo. Nei tre chilometri di salita, il gruppo è esploso e il vantaggio degli attaccanti è sceso in maniera drastica, fino al ricongiungimento nel tratto di discesa.

Fino all'approccio della salita finale verso Sant'Orsola Terme, non ci sono stati allunghi e il gruppo, forte di 50 unità (tra i quali i nostri Leopold Konig e Marek Rutkiewicz), si è presentato compatto a meno di 7 km dal traguardo.

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Le prime fasi della salita vengono percorse ad andatura incredibilmente turistica. La Katusha non sembra intenzionata a prendere in mano la situazione e le altre squadre stanno lì a guardare.

Nei primi due chilometri non succede nulla, anche se i brutti segnali non mancano: il nostro Marek Rutkiewicz fa un cenno al compagno Leopold Konig, facendogli intendere che oggi non è giornata e al primo cambio di ritmo si staccherà. Il ceco dovrà quindi fare tutto da solo: fortunatamente la sua gamba sembra buona.

A poco più di 4 km dal traguardo, si muovono finalmente le acque con Thomas De Gendt (Vacansoleil DCM), che scatta, seguito da Darwin Atapuma (Colombia Coldeportes) e dal vincitore del Criterium Internationa, Hubert Dupont (Ag2r La Mondiale).

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E' un bello scatto che però apre alla reazione del gruppo, con Robert Kiserlovski (Astana) che si mette in testa a tirare, per annullare il tentativo del belga.

Questi però sembra stare davvero bene e così, poche centinaia di metri dopo, tenta un nuovo scatto, seguito dal solito Atapuma e da Leopold Konig, bravissimo a non farsi sorprendere.

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Anche questa azione però non sortisce gli effetti sperati, con gli Astana che vanno a richiudere quasi immediatamente. Questi tentativi, nonostante il nulla di fatto finale, hanno scremato il gruppo, ridottosi a meno di 20 unità.

La regia ora si sofferma su due nomi importanti rimasti indietro, Denis Menchov (Katusha) e soprattutto Domenico Pozzovivo (Colnago CSF), visto da molti come grande favorito per la vittoria finale.

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Il gruppetto dei migliori, privo della maglia rosa di Angel Vicioso, rimasto come prevedibile attardato, si è diretto così verso il traguardo e, proprio sotto lo striscione dell'ultimo km, è partito il terzo attacco di Thomas De Gendt. Questa volta l'azione del belga è apparsa subito più convinta e solamente Roman Kreuziger (Astana) e un sorprendente Marco Pinotti (BMC Racing), hanno tentato di tenere la ruota dell'atleta della Vacansoleil che però è stato troppo forte anche per loro!

E così De Gendt è giunto tutto solo sul traguardo di Sant'Orsola Terme, andandosi a prendere la prima vittoria in linea di questo Giro del Trentino, e anche la maglia rosa di leader della generale!

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Il gruppo dei migliori, regolato da Kreuziger, ha tagliato il traguardo dopo 17 secondi. Tra questi c'era anche il nostro Lepold Konig che, disputando la volata, ha portato a casa un buon 6° posto. Vanno alla deriva invece Pozzovivo e Menchov, che arrivano dopo 1' 27". In vista del tappone di Punta Veleno, questo non è un segnale confortante.

Ecco le classifiche di giornata

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Tappa 3 Pergine - Punta Veleno 157 km

E siamo giunti alla terza tappa del Giro del Trentino. E' la frazione più temuta, quella con l'arrivo in cima a Punta Veleno. E' un'ascesa inedita ma che, solo dal nome, può dare l'idea di un qualcosa di davvero impegnativo. 8,5 km con una pendenza media del 15% possono davvero far male ai corridori, e solo gli scalatori più forti potranno giocarsi il successo. Non sarà però questa l'unica ascesa perchè a 45 km dal traguardo ci sarà il Gpm di 2° categoria dei Lumini, che servirà a scaldare le gambe dei protagonisti

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Fin dai primi chilometri, la tappa è stata caratterizzata da una fuga di sei uomini, tra i quali spiccavano i nomi di Jerome Pineau (Omega Pharma Quick Step) e Patxi Vila (Utensilnord Named). Il tentativo, tenuto sempre sotto controllo dal gruppo tirato dagli uomini della Vacansoleil, non ha mai preso realmente il largo, tenendo un vantaggio massimo di 3' 25".

Dietro la corsa si è animata fin da subito, perchè sulla salita dei Lumini è arrivato lo scatto del grande sconfitto della giornata di ieri, Domenico Pozzovivo (Colnago CSF), seguito da John Gadret (Ag2r La Mondiale).

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I due, lontani in classifica, non hanno spaventato gli uomini della Vacansoleil che hanno continuato a salire regolari, permettendo ai contrattaccanti di guadagnare subito, al Gpm, 45".

Proprio qui, un altro uomo, Jens Voigt (Radioshack Nissan) vedendo l'immobilità del gruppo ha deciso di lanciarsi all'attacco, seguito da un attento Riccardo Chiarini (Androni Venezuela).

Sfruttando l'abilità di Gadret in discesa, questi corridori sono riusciti a riportarsi sul drappello al comando. A 34 km dal traguardo la situazione che andava delineandosi è apparsa subito interessante, con Pozzovivo e Gadret che avevano un vantaggio di 2' 49" nei confronti del gruppo.

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Qui la situazione però, al termine della discesa, è cambiata. Di fronte alla passività della Vacansoleil, sono stati gli uomini della East European Cycling a prendere in mano la situazione, mettendo tutti i gregari (Kunitski, Sczwaczinski, Janiczewski, Novak e Archynos) a tirare a tutta il gruppo.

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Grazie allo splendido lavoro dei ragazzi della formazione ucraina, il vantaggio della fuga ai piedi della salita finale si era ridotto a 1' 03".

Appena iniziata l'ascesa, davanti è stato Jens Voigt a prendere in mano la situazione, guadagnando una cinquantina di metri nei confronti degli ex-compagni di fuga.

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Le rampe di questa salita sono veramente micidiali, e solo dopo 500 metri la corsa è esplosa: davanti sono saltati tutti gli attaccanti della prima ora, e anche Chiarini, mentre dietro il gruppo, forte inizialmente di 70 unità, si è frazionato e possiamo vedere come due uomini che al mattino erano messi bene in classifica, come Jan Bakelants (Radioshack Nissan) e Hubert Dupont (Ag2r La Mondiale), andare subito in difficoltà

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Davanti intanto Domenico Pozzovivo è riuscito a scrollarsi di dosso John Gadret e a riportarsi sulla ruota di uno Jens Voigt che sembra piuttosto provato dopo lo sforzo iniziale. Si vede che lo scalatore lucano aveva studiato questa salita, a differenza dell'esperto passista tedesco che, sicuramente, sta pagando anche il suo peso.

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A 7 km dal traguardo, si muovono anche le acque in gruppo, stavolta con Roman Kreuziger (Astana), intenzionato a far saltare il banco. Alla ruota del ceco si riportano due atleti che non ti aspetti, Josè Serpa (Androni Venezuela) e Leopold Konig (East European Cycling).

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Dietro però il leader Thomas De Gendt (Vacansoleil DCM) non si scompone e, aiutato dai suoi splendidi compagni di squadra Rob Ruijgh e Sergey Lagutin, sale regolare tenendo sotto controllo la fuga.

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A 6 km dalla fine e a 3 dal Gpm di Punta Veleno, la situazione vede il gruppetto di Kreuziger, Serpa e Konig con un vantaggio di 30 secondi nei confronti di De Gendt. E' uno scenario interessante anche se tutto può cambiare nei chilometri finali.

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2 km al Gpm di Punta Veleno, ed è uno scatenato Domenico Pozzovivo (Colnago CSF) a prendere il comando della corsa. Dopo aver ripreso Jens Voigt (Radioshack), lo scalatore lucano ha proseguito nel suo forcing, mentre il tedesco ha pagato lo sforzo iniziale ed ora è letteralmente alla deriva. Sulla sua ruota si è riportato anche John Gadret (Ag2r La Mondiale), che sembra avere tutt'altra pedalata.

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Poco più indietro, il terzetto formato da Roman Kreuziger (Astana), Josè Serpa (Androni Venezuela) e Leopold Konig (East European Cycling) sale molto forte, guadagnando nei confronti del gruppo del leader Thomas De Gendt (Vacansoleil DCM), che sembra patire queste pendenze così elevate.

Vediamo però che ora, sotto i colpi di Serpa, anche il ceco Konig sembra fare fatica a tenere le ruote dei contrattaccanti. Il nostro capitano però deve tenere duro, perchè al Gpm manca veramente poco. Ricordiamo che gli ultimi 3 km sono in discesa.

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Ed eccolo Domenico Pozzovivo, che transita per primo sotto lo striscione del Gpm di Punta Veleno. L'atleta della Colnago ha un vantaggio rassicurante di quasi 50 secondi nei confronti del suo immediato inseguitore, John Gadret che, nonostante sia un ottimo discesista, difficilmente potrà riportarsi sul suo avversario.

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E infatti non cambia nulla! Giunge sul traguardo in solitario Domenico Pozzovivo, che riscatta così il passaggio a vuoto di Sant'Orsola Terme con una splendida vittoria al termine di una fuga partita addirittura a 50 km dal traguardo.

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Per l'atleta della Colnago CSF oggi ci sarà la possibilità anche di rientrare in classifica, perchè è riuscito a guadagnare molto nei confronti dei big. Arriva dopo 42 secondi un ottimo John Gadret, mentre vediamo sopraggiungere un terzetto composto da Roman Kreuziger, Josè Serpa e il bravissimo Lepold Konig, che era transitato al Gpm con un ritardo di pochissimi secondi ed è rientrato in discesa. Il ritardo di questi tre atleti è di 1' 36" nei confronti del vincitore, con Kreuziger terzo, che si prende anche 8 secondi di abbuono.

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Arriva ora un terzo gruppetto, con un ritardo di 2' 28" dal vincitore. Tra questi c'è anche la maglia rosa di Thomas De Gendt (Vacansoleil DCM), che è riuscito a limitare bene i danni, ma perderà comunque la leadership in favore di Roman Kreuziger. Da segnalare anche la presenza del polacco Marek Rutkiewicz (East European Cycling) in questo gruppo.

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Ed ecco l'ordine di arrivo completo. Da notare come il 20°, Tom Danielson (Garmin Sharp), sia arrivato con ben 6 minuti di ritardo dal vincitore. Molto bene anche i nostri due capitani, Konig e Rutkiewicz, rispettivamente 5° e 7°.

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Cambia dunque la classifica, con Roman Kreuziger che si pone al comando anche se i distacchi sono veramente ridotti e domani, sul Passo Pordoi, tutto ancora può cambiare.

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Molto serrata anche la lotta per la maglia bianca, conquistata oggi dal nostro Lepold Konig. L'atleta ceco dovrà però guardarsi le spalle, perchè Peter Stetina (Garmin Sharp) e Darwin Atapuma (Colombia Coldeportes) sono molto vicini e nella tappa di domani questi distacchi si possono annullare in men che non si dica.

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Si preannuncia dunque una lotta serrata fino all'ultimo chilometro, per decidere chi sarà il nuovo vincitore del Giro del Trentino. Appuntamento a domani per l'ultima sfida sul Passo Pordoi.

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