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Milano-Sanremo


folgore

chi vincera' la "Primavera"?  

19 utenti hanno votato

  1. 1.

    • Tom Boonen
      5
    • Alessandro Petacchi
      5
    • Thor Hushovd
      0
    • Oscar Freire
      0
    • Erik Zabel
      0
    • Paolo Bettini
      4
    • Leonardo Bertagnolli
      0
    • Alejandro Valverde
      0
    • Igor Astarloa
      1
    • Altri
      4


Messaggi raccomandati

Siamo all'antivigilia della classicissima, esprimete un parere su secondo voi chi e' il piu' accreditato a tagliare per primo il traguardo di via Roma.

Aggiungo anche una voce altri, specificate chi pensate possa essere la sorpresa.

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petacchi 100%, peccato per bettini xchè se non fosse caduto alla tirreno-adriatico secondo me avrebbe vinto(la milano-sanremo)

sorpresa non lo so forse bertagnolli dopo il successo di tappa alla tirreno-adriatico

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io ho votato astarloa perke sono contro boonen nn voglio per scaramanzia votare peta perio tifo il mitiko igor ke e piu italiano ke spagnolo e poi e in forma stupenda

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Petacchi e Boonen sono in forma, ma bisogna vedere se si arriva in volata, Bettini & co. non si faranno mettere sotto i piedi di velocisti e tenteranno qualche scatto.

Tuttavia credo che le squadre dei velocisti riusciranno a tenere la corsa cucita fino allo sprint di Via Roma a San Remo.

Attenzione alla Quick Step, che potrebbe fare il doppio gioco: in caso di attacco di Bettini non si metterà a tirare per riprenderlo e dunque sarà la Milram a dover guidare il gruppo!!!

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Sanremo, confermato il forfeit di Ongarato (Milram)

MILANO, 16 marzo 2006 - Imperniata sui leader Alessandro Petacchi ed Erik Zabel, nel palmares cinque vittorie complessive alla Milano-Sanremo, la Milram ha ufficializzato la formazione per la Classicissima di sabato che non prevede al via Alberto Ongarato, uno dei cardini del treno di Petacchi per le volate. Il corridore padovano, che si è ritirato alla Tirreno-Adriatico per attacco influenzale, è stato sostituito dall'esperto olandese Maarten Den Bakker. L'organico Milram è completato da Cortinovis, Poitschke, Knees e dai collaudati Velo e Sacchi.

(gazzetta)

Dunque Petacchi perde un importante vagone del suo treno, vedremo se Den Bakker svolgerà lo stesso ruolo di Ongarato o il treno sarà ridotto a Sacchi, Velo e Zabel.

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I Favoriti

1.Alessandro Petacchi (Team Milram)

È il vincitore in carica, e questo lo pone come primo favorito (anche se il 2° favorito è lì che lo tallona): alla Tirreno ha inanellato un 2° posto a Civitanova Marche con errore, un 2° posto a Torricella Sicura inaspettato ed una bella vittoria, su cui non si discute, a San Benedetto del Tronto, quando qualcuno era già lì pronto ad additare i miglioramenti in salita come causa della volata non perfetta (sino ad allora) di AleJet. Alla Ruta del Sol ha battuto Boonen in 2 volate su 3: allunga le distanze o si fa rimontare? Dalla sua, l'ultimo vagone Zabel (4 Sanremo vinte), di contro, la squadra nuova in cui Cortinovis, Poitschke e Knees, con tutto il rispetto, non valgono Codol, Bruseghin e Tosatto.

2.Tom Boonen (Quick Step - Innergetic)

Prendete il discorso di Petacchi e rigiratelo. Parigi-Nizza da assoluto dominatore in volata, con la diavoleria di Rasteau che resterà ben impressa nella nostra memoria per molti anni a venire. Tosatto e Trenti, ex-gregari di Petacchi, sono ora in Quick Step, e personaggi come Nuyens e Pozzato (soprattutto se Bettini non sarà al top) potrebbero essere importanti pedine tattiche. E se il Campione del Mondo partisse sul Poggio...?

3.Oscar Freire Gómez (Rabobank)

Si nasconde, Oscarito, sta facendo finta di essere stanco e chiude la Tirreno-Adriatico in calando. Che volpe, lo spagnolo, un maestro di pretattica scaltro come nessuno in classiche simili. Dopo esser spuntato dall'ombra di Zabel a 4 o 5 centimetri dall'arrivo, nel 2004, proverà a tirare uno scherzetto alla coppia dei favoriti. L'anno scorso arrivò con una condizione eccelsa e coi fari puntati, ma non andò oltre il 5° posto. È tornato alla vittoria a Paglieta, e scommettiamo ci abbia preso di nuovo gusto.

4.Thor Hushovd (Crédit Agricole)

Ha battuto Petacchi in volata; basta come biglietto da visita? Va bene l'errore dello spezzino che non ha considerato il vento, va bene Sabido della Barloworld che gli ha praticamente lanciato lo sprint ai 200 metri, ma il norvegese ha avuto il coraggio di mettersi sul binario parallelo di AleJet e di batterlo per una manciata di centimetri. Nel 2005 fu 3° a Sanremo senza aver brillato particolarmente alla Tirreno; nel 2006, con Boonen, è stato l'unico a battere in volata Petacchi (Bennati alla Valenciana e Bertagnolli alla Tirreno lo anticiparono). Se uno dei tre su citati sbaglierà qualcosa, Hushovd è pronto ad alzare le braccia.

5.Allan Davis (Liberty Seguros - Würth)

È cresciuto molto allo sprint, e la Parigi-Nizza l'ha dimostrato. Con Boonen, è l'unico velocista che ha partecipato alla corsa francese in luogo di quella italiana, e gli ultimi anni (fino a Tchmil) hanno dimostrato che non è stata una scelta azzeccatissima. Ha una squadra forte anche di Vinokourov (che però è in ritardo), Kashechkin (vittoria di tappa alla Nizza) e Jaksche (2° alla Tirreno, come Freire 2004 e Petacchi 2005... scaramantici?), che potrebbe sgravarlo da troppe responsabilità.

6.Igor Astarloa (Barloworld)

Ha disputato un'ottima Tirreno, e non è entrato in classifica causa alcune cadute, non sue, che gli hanno fatto perdere i treni decisivi a Frascati, soprattutto, e poi nella tappa conclusiva. La Milano-Torino ce lo ha restituito pimpante, la tappa di Paglieta ha dimostrato che non si trattava di un fuoco di paglia e la cronometro di Servigliano ci ha detto che la forma, insomma, c'è. Anche in caso di arrivo compatto, il capitano di Corti è in grado di ben figurare.

7.Philippe Gilbert (Française Des Jeux)

Chi fa bene all'Omloop Het Volk, classica d'apertura del circuito belga, frequentemente corre una buona Milano-Sanremo. Questo talentuoso ragazzo, già 6° lo scorso anno, l'Het Volk l'ha addirittura vinta, e da gran dominatore. Se Eisel starà bene, proverà a partire col gruppetto degli attaccanti, se l'austriaco non passerà Cipressa e Poggio, invece, il belga si accontenterà del piazzamento in volata. Troppo importante figurare per la sua squadra. Vedremo.

8.Alejandro Valverde (Caisse d'Epargne)

A.A.A. Cercasi Valverde! Buone prove alla Vuelta a Murcia, con tanto di vittoria di tappa; poi, il buio. L'anno scorso arrivò 2° alla Parigi-Nizza, ma quest'anno non si è presentato in Francia. "Correrà la Tirreno", abbiamo pensato; e invece niente. L'anno scorso fece 2° a Madrid dopo quasi 1 mese di inattività e un rientro blando. È capace di tutto, e sarà da tener d'occhio.

9.Robbie McEwen (Davitamon - Lotto)

È malconcio il canguro, è caduto in una delle prove delle "Classiche di Museeuw", una rassegna di tre classiche che determinano una classifica generale finale. Si è scontrato proprio nell'ultima corsa, in volata, con Matti Breschel (ha avuto la peggio il danese, ahilui). Sta correndo con una costola rotta, pare, ciononostante ha fatto 2° a San Benedetto del Tronto. Tutto da verificare, e Leukemans e Van Bon sono pronti a raccoglierne il testimone.

10.Miguel Ángel Martín Perdiguero (Phonak Hearing Systems)

Oltre la Challenge Mallorca di inizio febbraio ha corso pochissimo. Niente Parigi-Nizza, niente Tirreno-Adriatico, né corse precedenti in Spagna. Crediamo sia in ritardo di condizione, quindi, ma la Phonak - oltre allo spagnolo già 9° nel 2004 - può contare anche su altre ruote discretamente veloci come Hunter, Elmiger, Murn e Rast. Cinque corridori: per la legge dei grandi numeri, uno lo vediamo tra i piazzati.

(cicloweb)

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Pozzato, sei bellissimo

Filippo vince una grande Sanremo

Finora la cosa più famosa di Filippo Pozzato era la curatissima capigliatura: i più cattivelli del gruppo dicevano che non scattava mai se c'era vento, perché non lo si vedesse in primo piano con la chioma spettinata. E poi Pozzato a qualcuno non stava tanto simpatico: troppo bello, troppo vanitoso, troppo arrogante (fu tra i protagonisti del mobbing ai danni di Simeoni al Tour 2004).

Troppo predestinato, pure: se ne parla da un secolo come di un possibile vincente, anzi stravincente, perché è dotatissimo; cresciuto nel vivaio Mapei, è da sempre circondato da un'attesa che qualche grattacapo (leggi: pressione) gliel'ha dato. Pozzato ha ancora l'invidiabile età di 24 anni, addirittura uno in meno di quel fenomeno di Boonen. E all'attivo ha una tappa vinta al Tour, un paio di Trofei Laigueglia, la Tirreno-Adriatico 2003, e - vinti nell'arco di una settimana l'anno scorso - una Classica di Amburgo e un Giro del Lazio.

Tutto questo fino a ieri. Perché oggi Pozzato impareranno a conoscerlo tutti, proprio tutti: infatti Filippo, vicentino di Sandrigo, ha vinto nientemeno che la Milano-Sanremo. Una Milano-Sanremo bellissima, entusiasmante, incerta fino all'ultimo metro; una Milano-Sanremo che, dopo due volatoni consecutivi (Freire 2004 e Petacchi 2005) torna a sorridere ad un finisseur: e questo significa che forse il tanto sospirato cambiamento (indurimento) di percorso tarderà ancora a venire.

Pozzato si è mosso in cima al Poggio, andando dietro ad un Ballan letteralmente scatenato, partito fortissimo e capace di scavare 10" tra sé e il gruppo (e tutti sanno quanto sia arduo, al giorno d'oggi, fare il vuoto sul Poggio). Pozzato, perfetto ingranaggio di una macchina altrettanto perfetta (la Quick Step), ha svolto molto bene il compito che gli spettava: ha preso la ruota del collega e non ha collaborato minimamente alla fuga perché nel plotone aveva Boonen, favorito (con Petacchi) in caso di arrivo in volata.

Il peso dell'azione è rimasto per intero sulle spalle di un Ballan potentissimo; sui due, dopo qualche pedalata, è riuscito a riportarsi Astarloa, poi in discesa sono arrivati anche Schleck (che era davanti ed era stato superato lungo la salita), Nocentini e Sánchez González. 6 uomini in testa all'entrata di Sanremo, una situazione pro-attaccanti come da tempo non se ne vedevano.

E dietro la Milram (squadra di Petacchi) a tirare disperatamente per ricucire un margine di 10" che ha iniziato a calare quando davanti è venuta a mancare la spinta propulsiva di Ballan, e gli altri non hanno trovato un accordo: Pozzato era troppo veloce perché i vari Astarloa e Nocentini scegliessero di portarlo in carrozza al traguardo, dove li avrebbe battuti con una gamba sola.

Ma la Milram aveva già perso quasi tutti i suoi gregari in precedenza, per ricucire sulla prima fuga di giornata (otto uomini: Allegrini, Matveyev, Cheula, Contrini, Carlström, Etxebarria, Auger e Scheirlinckx, partiti al km 27 e ripresi al 260, dopo aver avuto fino a 11' sul gruppo), e poi su un'intensa azione del già citato Schleck e di Reynés, Moerenhout e Trenti, che ha preso le mosse dopo la Cipressa (a meno 16 dal traguardo). Eccola, proprio questa è l'azione chiave della giornata: il caso (il caso?) vuole infatti che Trenti sia un uomo della Quick Step, l'ennesimo uomo pericoloso (perché veloce) di cui lo squadrone belga pullula letteralmente.

E così Boonen, Bettini, Pozzato e il resto del team a star caldi in mezzo al gruppo, e Milram a tirare chilometri e chilometri (aiutata nell'occasione dalla Rabobank, sul Poggio). Errore grave di Stanga: Zabel doveva entrare in quell'azione, lui o chiunque altro (anche Velo, o Sacchi, perché no?), a maggior ragione visto che la squadra aveva già perso qualche pezzo per strada: la Cipressa (su cui è successo poco: un forcing della Lampre, un bell'affondo di Garzelli, durato troppo poco, un contropiede di Moletta, stop. Niente Bettini, ma il Grillo non ci ha provato nemmeno dopo).

Insomma, la Milram era messa talmente male che è stato addirittura Zabel a doversi sobbarcare una lunghissima trenata, dai meno 2 ai meno 1, per riportare il gruppo sui fuggitivi.

Ma il plotone ci è arrivato col fiatone, sugli attaccanti; e nulla ha potuto quando, nel momento esatto del ricongiungimento, Nocentini è partito in contropiede, e Pozzato gli è andato appresso. Rinaldo, encomiabile, ha finito subito la benzina; il vicentino, invece, ne aveva ancora, essendosi fin lì risparmiato; e allora è volato da solo verso il traguardo, 400 metri di straordinaria bellezza emotiva, col gruppo che rombava alle sue spalle e lui che non s'è voltato neanche una volta, inseguendo la sua stella polare, quel traguardo da sempre sognato, una chimera diventata per una volta realtà.

Appena 10 metri alla fine hanno separato il vincitore dal gruppo in cui un Petacchi superbo, senza ormai compagni di squadra a lanciarlo (ha le qualità per vincere anche senza treno, sì che le ha), è partito lunghissimo perché vedeva Pozzato ormai quasi irraggiungibile; e infatti non è riuscito a chiudere il buco, ma una cosa l'ha fatta: ha stracciato tutti i rivali, Boonen in primis. Ha dimostrato che se avesse avuto una squadra più forte, gliel'avrebbe fatta vedere, al Campione del Mondo. Può sembrare una magra consolazione, ma non lo è, e Petacchi qualche sassolino dalla scarpa (di quelli madrileni) potrà pure toglierselo.

Poi Paolini (altro terzo posto dopo quello del 2003), poi Napolitano, tenace quanto basta per rientrare dopo essersi staccato sulla Cipressa e poi bravo nella volata (avrà tempo per migliorare), poi Freire (di più evidentemente non poteva) e anche Garzelli, che si è cimentato nello sprint con risultati lusinghieri.

Poi gli altri, sconfitti, delusi, soddisfatti comunque, sarà per un'altra volta, per un'altra Sanremo; questa, di Sanremo, è tutta di Filippo Pozzato.

(cicloweb)

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Le pagelle della Sanremo

Pozzato - 9,5

È stato davanti sin dalla Cipressa, andando a fare l'andatura con Boonen a ruota e Bettini al fianco; è stato il solo, pronto, a replicare allo scatto al fulmicotone del fortissimo Ballan. Poi, una volta in testa - con Boonen dietro a marcare Petacchi - non ha collaborato perché alla Quick Step andava bene sia arrivare col gruppetto (Pozzato è veloce e se la sarebbe giocata con Astarloa) che arrivare in volata (con il duello TornadoTom-AleJet). Ultima curva ad "S", Milram che rintuzza l'attacco, Nocentini che prova a partire, e Pozzato - gamba stratosferica - che lo marca. Il toscano si sposta, gli fa quasi il buco, il treno di Petacchi è stanco, e ai 250 metri Pozzato ha 30 metri di vantaggio sullo spezzino, ci crede e non li perde. Alza le braccia con due bici di vantaggio. Bravo Pippo!!

Quick Step-Innergetic - 10

- L'abbraccio di Bramati a Pozzato in fondo a Via Roma, una volta terminata la corsa, è già da 7,5: ma la chiave di volta è Guido Trenti, carta impensabile che disorienta tutti, la Milram in primis. Nuyens che lavora da lontano, Bettini che è davanti ma non troppo (ha solo seguito Carrara lungo la discesa della Cipressa), un Pozzato maiuscolo ed un Boonen che sa essere faro e specchio per le allodole allo stesso tempo: fece così all'Het Volk (Pozzato 4°), fece così a Kuurne (Nuyens 1°); Bettini spera che si ripeta al Fiandre...

Ballan 10

Ci perdonerà Pozzato, ed anche se non avrà la compiacenza di farlo, beh... Alessandro Ballan è il vincitore morale di questa Milano-Sanremo (il che, all'atto pratico, significa poco più di un "Premio Combattività"). Una selezione impensabile sul Poggio, una sparata da applausi e che ci ha fatto sobbalzare di gioia e stupore: ha avuto la sfortuna di trovarsi un Pozzato in versione Lupin, compresa la poca collaborazione di Astarloa, Nocentini, Frank Schleck (altro bellissimo corridore) e Samuel Sánchez. Ciononostante, 8° all'arrivo. Bravo Alessandro, bravo davvero.

Boonen - 8,5

Ha un carisma unico. In casa Quick Step fa le pentole ed i coperchi: dispone di una squadra strepitosa e questo forse già si sapeva, ma di questi tempi un capitano - un Campione del Mondo - che corre una Milano-Sanremo in questo modo è soltanto da ammirare. Ha forse capito che non avrebbe mai battuto Petacchi, e forse l'ha capito mentre tirava Pozzato, sulla Cipressa, quando il belga s'è lasciato andare ad una linguaccia più di sofferenza che guascona. Sarà un bravissimo direttore sportivo, tra più di dieci anni, quando smetterà dopo aver vinto - e fatto vincere - parecchie altre corse.

Lampre-Fondital - 8,5

A una giornata così, manca solo la vittoria. Anzi, manca la vittoria individuale, perché crediamo che il 5° posto di Napolitano (all'esordio, bravissimo Napodany!), l'8° di Ballan ed il 10° di Carrara valgano al team di Martinelli quantomeno il prestigioso titolo di team più bravo nella Classicissima. Gli attacchi (anche se il primo è stato più un timido allungo) di Carrara prima e di Ballan poi dimostrano come la condizione sia buona e come la voglia di non fare le comparse era tanta. Onore al merito.

Petacchi - 8,5

Che volata, Alessandro: che volata! Peccato per lo spezzino che la Milram si sia sfaldata un po' troppo presto, ma del resto questa era un'eventualità che già da qualche giorno serpeggiava nelle nostre pagine. Doveva essere un po' più coraggioso Stanga, e mandare qualche uomo in fuga sin dalle prime battute per sgravare la sua squadra dall'inseguimento. Insomma, come ha fatto la Quick Step. AleJet disputa una volata forse ancora più poderosa del 2005, ma non c'è verso. E probabilmente è giusto così: ogni tanto, per vincere, si deve rischiare di perdere.

Paolini - 7,5

Sì, lo ammettiamo: avevamo dubitato un po' di lui. Vero, verissimo, è inizio stagione e la forma non era ancora delle migliori. Ci cospargiamo il capo di cenere e lo ammettiamo senza problemi. Bello l'attacco di Garzelli sulla Cipressa, bravissimo il comasco a rimaner coperto fino alla fine e poi piazzare la zampata che lo porta sul gradino più basso del podio davanti a Boonen, già esultante per il compagno di squadra. Era commosso sul podio, magari ha perso il "treno-Ballan" e l'ha vissuta per un attimo come un'occasione persa. Ma non lo è. Lo rivedremo.

Allegrini - 7

Il voto è ovviamente da estendere a Contrini, Scherilinkx, Cheula, Matveyev, Unai Etxebarria, Auger e Carlström, fuggitivi della prima ora. Però Mirko ci ha anche riprovato, con l'acqua alla gola, al momento del ricongiungimento col plotone, e poi è un nostro forumista, e non possiamo esimerci dall'applaudirlo con vigore.

Massimiliano Mori - 6

Col fratello minore Manuele, 10° l'anno scorso, a casa per via di uno scafoide rotto e di una gastrite, il toscano della Naturino ci ha fatto prendere il più grosso spavento di giornata: ad Imperia, in una rotonda, è andato dritto ed ha picchiato il volto tra strada e marciapiede, rimanendo fermo steso per un po'. Poi si è rialzato, cosciente, con una ferita prettamente da pugile: con lo zigomo squarciato. Un incoraggiamento anche al team di Santoni: con lo spavento preso con Agnoli e poi il "guaio" occorso a Simeoni, sarebbe ora che la sfortuna lasciasse un po' in pace la compagine marchigiana. E magari si dimenticasse un po' del ciclismo.

Hushovd - 5

Era atteso come grande protagonista, con Boonen era stato l'unico in grado di battere Petacchi in volata, stava bene e la Tirreno l'aveva dimostrato. Anche su Cipressa e Poggio era parso brillante e pimpante, stando costantemente a ruota dei Quick Step e dei Milram. Addirittura un suo compagno di squadra si è adoperato negli ultimi chilometri nel collaborare con Zabel e Sacchi nelle ultime pedalate. All'arrivo, però, completamente assente. E anche se aveva capito che Pozzato era irraggiungibile, la solfa non cambia. Peccato, ma lo rivedremo al Nord.

Astarloa - 4,5

Perché, Igor? Perché Pozzato non collaborava, forse? Sì, vabbè, ma perché arrivare fuori da 10 quando puoi arrivare sul podio di una corsa come la Sanremo? Non la meritava, dici? Ma l'ha vinta uguale! Ci risiamo: la scarsa collaborazione alla fine del Poggio, sull'Aurelia, è sempre stato il capolinea di molti coraggiosi attaccanti. Evidentemente ad Astarloa è mancato parecchio coraggio.

Milram - 4

Knees, Poitschke, Den Bakker e Cortinovis son diversi da Tosatto, Bruseghin, Gustov e Codol, non c'è niente da fare. C'è da dire che la Milram al box ha anche lasciato tre ragazzi come Rigotto, Grivko e Visconti ed un bel vagone come Cadamuro. C'era bisogno di qualcuno che lavorasse da lontano, è vero, ma la Quick Step ha dimostrato come gli uomini in fuga siano importanti nell'economia di una squadra. Magari non tutti e quattro, ma anche la metà (azzardiamo Rigotto e Grivko, molto attivi alla Parigi-Nizza) sarebbero bastati a rendere tutto meno amaro.

Operatori Rai - 2

No, non siamo troppo cattivi, ma semplicemente giochiamo un po' sulle volte che gli uomini della Caisse d'Epargne di Echavarri si sono adoperati per mandare in un paese diverso da quello delle meraviglie la moto dell'operatore Rai che - a loro dire, e neanche troppo a torto - stava facendo un po' troppo da scia agli uomini Milram che inseguivano il gruppetto che comprendeva il loro compagno Reynés, 11° l'anno scorso, e sicuramente il più veloce - con Trenti - tra Moerenhout e Frank Schleck. Storcemmo il naso durante la scorsa Gand, bacchettiamo con decisione ora. Accanto, ragazzi, accanto: non davanti. Ok?

(cicloweb)

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