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Amstel Gold Race 2005


sateo

Chi vincerà l'Amstel Gold Race?  

15 utenti hanno votato

  1. 1.

    • Danilo Di Luca
      8
    • Davide Rebellin
      3
    • Michael Boogerd
      0
    • Oscar Freire
      1
    • Paolo Bettini
      2
    • Franco Pellizzotti
      1
    • Alejandro Valverde
      0


Messaggi raccomandati

anche su rai 3 dicevano che lo facevano vedere ma nn lo hanno fatto........

Come no, dopo il film di Bud Spencer :roll: hanno fatto una dirette di circa 20 miniti ed hanno fatto vedere l'arrivo sul Cauberg (ultimi 700m con telecamere fisse).

Non ho ben capito ma la TV olandese ha delle colpe :lol: ho non ci si poteva fare niente :lol:

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L'abruzzese si consacra all'Amstel

Una nebbia da tagliare col coltello, una corsa appannata, ovattata, in un certo senso neutralizzata dal perfido agente atmosferico che ha oscurato lo spettacolo a milioni di appassionati. Un peccato per Danilo Di Luca, che ha potuto mostrare poco della sua vittoria.

Poco ma buono, verrebbe da dire. E in effetti è così. È anche vero che, per stessa ammissione dell'abruzzese, la corsa non ha offerto, nel nebbione, grandi spunti: i migliori sono arrivati tutti insieme ai piedi del Cauberg, c'è stata pochissima selezione. Partita al mattino la fuga dei quattro (Thijs, Moreau, Grivko, Van Katwijk, poi ridotti a due con la defezione di questi ultimi), il gruppo ha lasciato ampio spazio. Fino al chilometro 200 non è successo granché di rilevante. Ma anche dopo, quelli che si sono mossi con più decisione sono state delle seconde linee, ovvero corridori non presenti nella griglia dei favoriti.

Wesemann e Van Bon, uomini che ti aspetteresti più su strade lastricate di pavè, hanno preso invece coraggio sulle basse côtes olandesi, e provato ad anticipare il gruppo. Raggiunti e staccati Thijs e Moreau, i due sono rimasti per qualche chilometro in avanscoperta; alle loro spalle c'era un po' di tira e molla, ma nessuno è stato in grado di scavare solchi, e all'appuntamento col Cauberg erano tutti lì, i migliori, a lanciarsi sulla breve salita che avrebbe premiato uno solo di loro.

La Rabobank a fare la voce grossa, naturalmente: giocava in casa, voleva dimostrare di poter fare e disfare a piacimento. Quattro uomini in testa, Erik Dekker, Kroon, Boogerd, Freire. I primi due si sono messi al servizio degli altri due. Ritmo alto, sfiancante, sulle prime rampe del Cauberg, quelle meno taglienti. Ritmo tenuto alto per impedire che a qualcuno venisse l'idea di piazzare lo scatto-sorpresa.

Ma accanto ai Rabobank, ecco Di Luca coi suoi. Ai 400 metri Boogerd si trovava in testa, davanti a tutti. Murn ha provato a far saltare il banco, ma il suo destino era quello di partire forte per piantarsi in fretta. Con Freire poco in palla su un traguardo che evidentemente ancora un po' lo respinge (troppo ripido nel finale), Boogerd si è buttato con tutto se stesso sulla volata. Partito troppo presto? No, semplicemente carente di quel quid che, se l'avesse avuto, sarebbe risultato uno dei più vincenti del decennio. Non potendo contare sulla brillantezza dell'uomo veloce, Boogerd si è visto affiancare da Di Luca e superare a meno di 100 metri dal traguardo. E con questo, sono 4 i secondi posti che l'olandese ha inanellato nella corsa di casa. Roba da crisi di nervi.

Dietro a loro, Celestino e Rebellin hanno completato un ordine d'arrivo molto tricolore, e pensare che il miglior Bettini è di là da venire, e che nelle prossime due tappe del trittico delle Ardenne avremo da giocarci anche la non secondaria carta Cunego.

Di Luca, però, merita tutto il proscenio. Ragazzino terribile, poi sicura promessa, poi quasi certezza, poi retrocessione a eterna promessa, quindi squalifica a promessa mancata, con in più l'aggravante di un'inchiesta doping a suo carico che non ha acclarato un bel niente; la trafila a cui il biondo di Spoltore è stato sottoposto è stata di una sfiancante schizofrenia. L'ultimo anno, in particolare, coi risultati che non arrivavano più, e con l'ostracismo da parte di alcuni (leggi: Leblanc. Probabile che i due fonemi - Ostracismo e Leblanc - siano accoppiati, in qualche voce enciclopedica), e in più con un rapporto con la squadra che andava sfilacciandosi, è stato da dimenticare.

Per sua fortuna, Di Luca qualche riserva di credito l'aveva seminata; e così non gli è stato difficile trovare un nuovo team che credesse e scommettesse in lui, e che gli desse gradi e responsabilità. L'abruzzese si è sdebitato vincendo il Giro dei Paesi Baschi e ora l'Amstel, due prove del Pro Tour, esattamente come Boonen (sì, quelle del belga erano due classiche monumento e le vittorie di Danilo sono appena meno prestigiose, ma queste cose Verbruggen non le sa, non le capisce).

Ora che i successi tornano a sommarsi ai successi, Di Luca potrà finalmente stare più tranquillo. Gli piacerebbe vincere la Liegi, adesso (e a chi non piacerebbe?), ma se anche non riuscisse a centrare il colpo grosso non avrà troppo da recriminare, e potrà spostare più avanti, al Giro per esempio, il bersaglio delle sue prossime sparate.

da www.cicloweb.it

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Le pagelle dell'Amstel Gold Race 2005

Di Luca - 9

Grandissimo merito, quello di farsi trovare al posto giusto al momento giusto. Con la gamba che si ritrova in questo periodo, e con il percorso a lui più che congeniale, era il faro naturale della corsa. Gli bastava controllare Rebellin, perché tutti gli altri (dato per assunto che Freire non avrebbe entusiasmato sul Cauberg) se li metteva tranquillamente nel taschino sulle ultime rampe. È andata puntualmente così, complimenti, appuntamento alla prossima classica.

Rebellin - 7

Pensare di poter ripetere il clamoroso filotto del 2004 era quasi da camicia di forza (tantopiù che, in questo caso, se avesse ben cominciato non sarebbe stato che a un terzo dell'opera, e non a metà). Però il veneto non si è tirato indietro, ha guardato da vicino ogni sviluppo della gara, e ha condiviso con gli altri favoriti la volata decisiva. Ne aveva di meno rispetto all'anno scorso, ma va anche detto che la corsa non è stata troppo dura, perché se lo fosse stata lui se ne sarebbe certamente giovato.

Celestino - 7

Un terzo posto di tutto rispetto, che lo conferma come uomo capace di lottare ad armi pari con i mostri sacri del plotone. Ben nascosto fino alla fine, ha saputo trovare la forza di emergere quando contava. Certo, gli è mancato qualcosa rispetto ai primi due, ma il suo risultato è comunque eccellente.

Boogerd - 7

Non vorremmo essere suoi tifosi. È incredibile come perda continuamente corse di grande importanza. D'accordo, lui è quasi sempre lì a giocarsele, ma ogni volta c'è qualcosa che lo frega. Che poi questo qualcosa è identificabile sempre con una soverchia lentezza in volata. Ma saputo questo, benedetto ragazzo, possibile che non provi mai a estrarre dal cilindro un finale a sorpresa? Possibile che l'unica soluzione sul Cauberg fosse quella di aspettare gli ultimi 400 metri?

David Etxebarria - 6.5

Prova l'evasione prima del Keutenberg, l'azione non va in meta, ma lui non si scoraggia e sforna una comunque ottima prestazione sul Cauberg (premiata dall'ottavo posto finale).

Zaballa - 6.5

Costante, sia che si tratti di pavè, sia che si tratti di côtes. Sedicesimo a Valkenburg, e sempre nel gruppo che conta.

Freire - 6

Presente nelle primissime posizioni sul Cauberg, poi si ammoscia e non riesce a sprintare. Il suo decimo posto è più deludente che incoraggiante.

Wesemann - 6

Si accoda a Van Bon a 50 km dal traguardo. Ma l'azione dei due non è di quelle che si imprimono nella memoria.

Moreau - 6

Trova ampio spazio, insieme a Thijs (e prima anche con Grivko e Van Katwijk), ma è il gruppo che lascia fare, andando avanti regolare e senza affannarsi troppo. Comunque, bravi tutti per il tentativo.

Grivko - 6

Menzione a parte per la sfortuna che lo fa forare e perdere contatto dai fuggitivi al km 145.

Valverde - 5

L'uragano di Murcia tarda a mettersi in azione. Fuori dalla Spagna non ruggisce come in casa, e dire che l'Amstel sarebbe anche particolarmente adatta a lui. Ma ha la scusante di aver corso poche classiche, e di dover quindi ancora fare parecchia esperienza.

da www.cicloweb.it

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