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[UCI Historical Tour] - Parigi / Nizza


emmea90

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Contador testa e cuor Bis per Alberto, epilogo a Moinard

La tappa la conosciamo, il percorso è consolidato, ma ogni volta, ogni edizione, è una grande emozione assistere all'atto conclusivo della Parigi-Nizza. I 119 km disegnati intorno alla cittadina sulla Costa Azzurra sono splendidi, con il Col de Porte, La Turbie e il Col d'Èze (tre Gpm di prima categoria, col primo a 1068 metri s.l.m.) a rendere l'ultima frazione della corsa "verso il sole" una tappa in cui tutto può succedere. Ad Alberto Contador, leader della corsa, non serviva di certo una ricognizione del percorso per ricordarglielo, né un tecnico che gli dicesse come muoversi, visto che nel 2007 l'attacco dello spagnolo nei primissimi metri del Col d'Èze sfiancò Rebellin e regalò al madrileno il primo successo nella Parigi-Nizza.

Sì, il primo, perché se il secondo sigillo dello spagnolo è sfuggito lo scorso anno per via di un'imboscata di Luís León Sánchez (con la complicità della voglia di strafare di Contador, che aveva bisogno di respirare dopo l'arrivo di Bruyneel ed Armstrong all'Astana), quest'anno è arrivato in maniera puntuale. Che fosse il favorito della vigilia (più che uno dei favoriti) era ovvio, visto il palmarès che si porta appresso. Che a previsione corrisponda realtà, invece, è sempre un affare complicato, anche quando pare tutto così facile.

Si è detto tanto su Contador compagno&nemico di Lance Armstrong, e si è scritto tanto (troppo?) anche quest'inverno, quando il texano e il tm belga suo scudiero han fatto le valigie dal Kazakistan per tornare nei ranch degli Stati Uniti d'America. I due hanno praticamente smantellato mezza Astana (e su questo, invece, si è detto e scritto decisamente poco, soprattutto da Aigle), costringendo Vinokourov & co. a rivolgersi a Francia ed Italia (leggi Sanquer e Martinelli) per mettere in piedi una squadra che potesse convincere Contador (che aveva richieste di mercato praticamente da tutto il mondo, e non poteva essere altrimenti) a restar fedele ai colori dell'ex stato sovietico. Via Leipheimer, Klöden, Brajkovic, Vaitkus, Popovych, Rast ed altri, dentro Tiralongo, Stangelj, De la Fuente, Jufré, Grivko ed altri. Ci ha rimesso? Ci ha guadagnato? Sicuramente, viste queste prime corse del 2010, Contador è più tranquillo mentalmente, è più sicuro di avere un team coeso al suo fianco; accanto a lui per supportarlo, però, e non per aspettare il momento giusto per tendergli tranelli.

Che la tappa di oggi potesse far preoccupare Contador lo si è capito al km 18.5, al primo sprint intermedio: primo Sagan (leader della classifica a punti), secondo LL Sánchez; 2" d'abbuono per lo spagnolo, un uomo di classifica, non tanto lontano dal capitano dell'Astana. Al km 38 attacca Valverde, ma l'Astana non può lasciare fare. Poi, dopo vari attacchi (tra cui quello di Voigt, Peraud, Sylvain Chavanel e Petrov), sul Col de Porte i francesi Voeckler e Moinard danno vita all'azione che vedremo poi decisiva.

Coi due francesi davanti la situazione in gruppo si stabilizza fino ai famosi primi metri del Col d'Èze, affrontati a ritmo incredibile dal gruppo maglia gialla, tirato da una Française des Jeux (con Di Gregorio in versione mulo) evidentemente molto fiduciosa nelle qualità di Le Mével. A 18 km dall'arrivo, la prima notizia: Peter Sagan si stacca. Il ragazzo della Liquigas-Doimo, classe '90 e due tappe già vinte in questa Parigi-Nizza, arriverà al traguardo con 2'48": classifica finale saltata, ma è un "male" più che sopportabile per uno che ha saputo mettersi in luce nel modo in cui c'è riuscito lo slovacco.

500 metri dopo, Joaquím Rodríguez decide che è arrivato il momento di attaccare Contador, e la sua azione è seguita da Taaramäe e Peraud, che però salta subito. Altri 500 metri e Contador decide che è arrivato il momento di mettere realmente le mani sulla Parigi-Nizza, accelera bruscamente e si porta dietro Valverde e (dopo altri 500 metri) LL Sánchez. Staccati, seppur non in maniera irrimediabile, Kreuziger e Samuel Sánchez. Il distacco dei battistrada è di 1'15", e dietro Contador accelera di nuovo: JRO e Valverde resistono, LLS e Taaramäe si staccano. Evidentemente al madrileno non piaceva l'inferiorità numerica nei confronti dei Caisse d'Epargne. Sul Gpm, Moinard e Voeckler hanno 26" sui primi tre immediati inseguitori e 35" su LLS e l'estone. A fine discesa il ricompattamento tra i cinque inseguitori, ma il vantaggio dei battistrada rimane fisso a 15".

La Caisse non riesce a dare armonicità all'azione dei cinque, e gli scatti e i controscatti si susseguono. Quello che pare buono è di JRO ai meno 8.5 km, proprio mentre il gruppo di Kreuziger e SSG - forte di una decina d'unità - si riporta su Contador e gli altri. A 7500 metri dall'arrivo di Nizza, Voeckler e Moinard hanno ancora 15" sui quindici corridori che nel frattempo si sono ricompattati.

Ci prova Kreuziger, ci prova SSG (con Le Mével a ruota, che lo tampona e cade ai meno 5.5 km), poi ci prova - e ci riesce - Brajkovic, che per circa 5 km rimane a bagnomaria tra testa della corsa e maglia gialla. I due davanti non si scompongono, visto che Moinard ha già ottenuto tanto dalla fuga (la maglia a pois definitiva) e Voeckler sa di essere più veloce del connazionale.

LLS riprende Brajkovic ai meno 2 km, ma i due francesi hanno ancora 13" da amministrare. Sotto lo striscione dell'ultimo chilometro i due contrattaccanti vengono ringlobati e i due attaccanti, 500 metri più avanti, mettono da parte tatticisimi e surplace e si lanciano a tutta velocità verso gli ultimi 200 metri.

Voeckler parte lungo, sulle transenne, Moinard perde qualche metro all'inizio, ma poi il rapporto lungo inizia a girare e negli ultimi metri affianca e passa l'ex campione di Francia e maglia gialla al Tour de France. Dietro Valverde vince facile lo sprint dei battuti (a 3" dai due) su Roche ed uno strepitoso Taaramäe, con Contador - poco più dietro - dritto sulla bici ad esultare.

Lo spagnolo vince la Parigi-Nizza con 11" su Valverde e 25" su LLS. Kreuziger al 4° posto rende ancora più buona la corsa della Liquigas, mentre la Francia può esultare anche per i piazzamenti di Taaramäe (estone, ma praticamente adottato dai transalpini), Peraud, Coppel e Roche (irlandese, ma portacolori dell'AG2R, tra l'altro protagonista di un enigmatico abbraccio con Moinard - corridore della Cofidis - dopo l'arrivo) tra l'8° e l'11esimo. Le preoccupazioni potrebbero arrivare da Frank Schleck (16esimo) e Leipheimer (23esimo), arrivati in Francia con qualche velleità - non troppo sbandierata, in verità - di classifica, mentre per Cunego (48esimo), Vande Velde (78esimo) ed altri (tra cui Hoogerland) si potrebbe semplicemente trattare di una preparazione più ritardata rispetto agli avversari.

In vista della Milano-Sanremo, invece, passo indietro per Greipel ed Haussler, mentre Lorenzetto è il corridore che più s'è messo in mostra tra i passisti veloci. In realtà ci sarebbe anche Sagan, ma la Liquigas ha deciso di non portarlo alla Classicissima; e, visto oggi, non è detto che la decisione del team italiano non sia quella giusta.

(cicloweb)

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Quello che dice Leo è giustissimo, però quello su cui si voleva insistere, o meglio su cui io volevo insistere (non parlo a nome degli altri) è il fatto che dall'anno scorso Contador, ogni volta che decide di fare la differenza, la fa. Non è tanto il distacco, di per sé non particolarmente significativo (anche se i 10'' sono stati acquisiti in 1800 metri, visto che Contador non è partito ad inizio salita), è il fatto che quando lo spagnolo parte, regolarmente nessuno riesce a seguirlo. Se ne va quasi con facilità, sembra che alzarsi sui pedali e andarsene da soli sia la cosa più naturale del mondo in salita, quando poi invece gli atleti che staccano tutti in montagna sono merce rarissima.

x London: la storia che se l'avesse fatto Cunego o Basso si sarebbe parlato di fortuna è una tua supposizione. A parte il fatto che Cunego e Basso non se ne vanno via secchi a quella maniera da rispettivamente sei e quattro anni, se lo avessero fatto credo che nessuno avrebbe avuto il coraggio di parlare di buona sorte. Quando uno scatta in salita, è il favorito e tutti si aspettano che da un momento all'altro cambi passo, la fortuna non c'entra assolutamente nulla.

concordo con tutto tranne che su una cosa.....

ma il "cuneghino" non ha salutato valverde, evans, sanchez e soci nel tappone di sierra de la pandera all'ultima vuelta, quando era ancora in classifica, e se n'e andato a vincere in solitudine? ...mi sembra sia passato un po' meno di sei anni... :rolleyes:

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concordo con tutto tranne che su una cosa.....

ma il "cuneghino" non ha salutato valverde, evans, sanchez e soci nel tappone di sierra de la pandera all'ultima vuelta, quando era ancora in classifica, e se n'e andato a vincere in solitudine? ...mi sembra sia passato un po' meno di sei anni... :rolleyes:

senza nulla togliere all'azione di cunego.. bisogna dire che era fuori classifica e nond ava fastidio a nessuno... guadagnare 2 minuti quando sei il più curato e guadagnare 2 minuti quando sei fuori classifica cambia

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