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MagliaRossa

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  1. Due vittorie ed un ottimo ed insperato terzo posto nella generale. Non c'è che dire, complimenti vivissimi ai ragazzi, specie ad Amets che si è tolto la prima soddisfazione personale in carriera ed al quale auguriamo molti altri trionfi!
  2. Siamo ovviamente soddisfatti di questo primo mese, dà un grande piacere essere già fra le prime squadre in così tante classifiche e speriamo che i ragazzi ci possano togliere altre soddisfazioni nei tempi a venire.
  3. Almeno medaglia d'argento... Comunque Pell ho sbagliato io a dirti? Perchè la San Benedetto dovrebbe essere italiana, non belga, comunque fa lo stesso...
  4. Assolutamente d'accordo. Quest'anno dobbiamo vincere noi
  5. Idem per Dehaes, prima che finisca in due squadre diverse e si debba attuare il giudizio di Salomone
  6. Bene Haussler, Deignan e Cornu, peccato che Nibali e LL Sanchez siano già stati presi... avrò assolutamente bisogno di un buon vallonaro...
  7. Hincapi e campione insieme? Povero computer, lasciategli vincere qualcosa
  8. Bella squadra finora, adesso mi aspetto qualche giovane interessante, vedi Boom, Bakelants e Vanmarcke alla Surrena... magari un Daniel Oss
  9. Mi sbaglierò ma io non credo, perchè nel primo capitolo dice "io non ho preso il C.E.R.A..." mentre Kohl ha ammesso di essersi dopato sin da quando aveva 19 anni, se non ricordo male...
  10. Disfatta al Mondiale, giocatori alla gogna Una gogna raffinata, una tortura psicologica che non ha avuto bisogno di staffe di legno o di collari in ferro di ispirazione medievale. Una sosta interminabile, lunga sei ore: i giocatori della nazionale nordcoreana reduci dal Mondiale, fermi, in piedi su un palco allestito al Palazzo della Cultura popolare. Davanti a loro quattrocento persone che li insultano rinfacciando le debacle sudafricana. La notizia è riferita da "Radio Free Asia", protagonista ancora il regime di Pyongyang. Il 2 luglio, riporta l'emittente, scena partorita dalla macchina del tempo in Corea del Nord. Dopo il confortante esordio con il Brasile (sconfitta onorevole per 2-1), troppo pesanti i ko con Costa d'Avorio (3-0) e soprattutto con il Portogallo, un 7-0 che tra parentesi ha avuto l'aggravante di essere trasmessa in diretta televisiva. Gli unici a salvarsi Jong Tae-se (la stella, chi non ricorda il pianto a dirotto durante l'inno) e An Yong-hak, rientrati direttamente in Giappone. Ancora peggio per il tecnico il ct Kim Jong-Hun, mandato a lavorare in un cantiere edile della capitale Pyongyang. Povero ct, in fondo alla Corea del Nord non si poteva certo chiedere di entrare nelle prime quattro. E per fortuna che in occidente i metodi sono più morbidi, caso contrario Marcello Lippi sarebbe stato fortunato a cavarsela con qualche impiego nell'agricoltura. Tornando all'oscura Nord Corea, eloquente il motivo della punizione. Aver tradito la fiducia del 'Caro leader' Kim Jong-Il, uno che non sembra avere grosso senso dell'umorismo. Non si rilassa con il calcio, ma nemmeno con l'atomica viste la continue sfide portate alla comunità internazionale. E l'epilogo del Mondiale è stato in linea con gli inizi. Già in partenza infatti tirava una brutta aria: i giocatori non potevano rilasciare interviste, allenamenti blindati almeno fino alla notizia sulla presunta fuga di quattro giocatori. Poi il cambio di rotta: tutti in campo davanti alla stampa con tanto di numerazione ufficiale, mentre funzionari non meglio identificati filmavano coloro ciò che girava intorno all'evento. Quindi la disfatta ed il ritorno in patria. In quei giorni il Chosun Sinbo, quotidiano stampato a Tokyo dalla comunità nordcoreana in Giappone, dava questa interpretazione dell'immediato rientro in patria dei nordcoreani: "I funzionari hanno confortato i giocatori dicendo di aver apprezzato il loro lavoro. Il commento dominante è stato sui giocatori che daranno risultati positivi in futuro se faranno leva su fiducia ed esperienza acquisita con la partecipazione alla Coppa del mondo sudafricana". La carota prima del bastone, ma del resto non poteva certo finire diversamente visto il precedente. La Corea del Nord infatti era alla seconda partecipazione, dopo quella del 1966. Allora Pak Do Ik spedì a casa gli azzurri (l'Italia solo quest'anno ha fatto peggio), gli asiatici entrarono nei quarti, si trovarono in vantaggio di tre reti sul Portogallo prima che un certo Eusebio ribaltasse la situazione rimandandoli a casa. Impresa eroica, sai che festa al rientro a Pyongyang? Macchè, neanche per sogno. I giocatori festeggiarono le loro gesta andando in un locale, alla maniera occidentale, ed al ritorno il 'premio' fu una deportazione nei campi di lavoro per curare l'atteggiamento da 'borghesi decadenti'. Si salvò solo l'autore del gol, Pak Do Ik, rimasto in albergo per un attacco di gastrite. Per la cronaca Kim Jong-Il non è responsabile dei fatti del '66, all'epoca era poco più di un bambino. I provvedimenti li prese Kim Il-Sung, suo padre. E' proprio il caso di dirlo, buon sangue non mente.
  11. Vizzoni d'argento, Lemaitre freccia bianca Il martellista toscano, dieci anni dopo Sydney, trova un podio meritato quanto inatteso agli Europei di Barcellona. Svolta nella velocità, con l'emergente francese che mette in riga i colossi neri BARCELLONA - Con la misura di 79,12 metri, l'azzurro Nicola Vizzoni ha conquistato la medaglia d'argento nella finale del lancio del martello maschile agli Europei di Barcellona. Un grande ritorno su un podio a 10 anni dall'argento di Sydney alle Olimpiadi 2000. "E' bello essere ancora competitivi a dieci anni da Sydney - ha detto il 37enne finanziere toscano - ma già lo scorso anno sono andato bene, anche se ho dovuto fare i conti con gli infortuni. E' un'emozione particolare, c'era anche mia madre, non mio padre e mio fratello: dedico questa medaglia al mio tecnico Ceccarini, che da un po' mi diceva che sarei salito sul podio, e alle mie due famiglie, quella naturale e le Fiamme Gialle, che mi hanno sempre sostenuto quando sono caduto dalle stelle alle stalle per i tanti infortuni". Il martellista azzurro si toglie qualche sassolino dalle scarpe: "C'era gente che mi dava del vecchio, che pensava non ce la facessi... Ho trovato delle difficoltà nelle qualificazioni, anche se si dice che chi invecchia dorme poco è un problema svegliarsi alle sei. E' stato sicuramente meglio per me gareggiare in serata" FRECCIA BIANCA LEMAITRE - Svolta nella velocità. Dopo 28 anni un bianco torna a vincere un oro europeo sui 100 piani. C'è riuscito il francese Christophe Lemaitre con il tempo di 10"11. Argento all'inglese Mark Lewis Francise, cronzo all'altro francese Mdandjock. Solo quinto Dwain Chambers, uno dei favoriti della gara e grande rivale del giovane asso francese. Emanuele Di Gregorio è giunto settimo mentre Simone Collio, per un problema fisico, è arrivato sul traguardo quasi camminando. SORPRESA NEL LUNGO - La lettone Ineta Radevica ha vinto a sorpresa nel lungo donne. Con 6,92 metri, la Radevica - che a 29 anni è al primo importante successo della carriera - ha preceduto la portoghese Naide Gomes che ha realizzato la stessa misura ma che ha avuto solo l'argento per il computo dei secondi migliori salti (6,68 contro 6,87). Il bronzo è andato alla russa Olga Kucherenko 10.000 DONNE SECONDO PRONOSTICO - Secondo pronostico invece la gara dei 10.000 donne. Oro alla turca Elvan Abeylegesse con il tempo di 31'10"23, argento ha superato la russa Inga Abitova (31'22"82), bronzo alla portoghese Jessica Augusto (31'25"77). Non ha concluso la gara l'azzurra Federica Dal Ri. GRENOT E MILANI OK - Agli Europei di Barcellona, grande risultato per le azzurre Libania Grenot e Marta Milani, entrambe qualificate per la finale dei 400 femminili. La Grenot centra il secondo tempo di accesso (51"03), alle spalle della sola russa Kseniya Ustalova (50"96), mentre la debuttante Milani è stata ripescata con l'ottavo crono (52"36). E' la prima volta nella storia degli Europei che due azzurre disputeranno la finale dei 400. NIENTE DA FARE NEI 400 UOMINI - Andrea Barberi e Marco Vistalli non hanno emulato le colleghe, esclusi dalla finale dei 400 metri maschili. Barberi ha chiuso quinto la sua semifinale con la sua miglior prestazione stagionale (45"63), mentre Vistalli ha chiuso quarto in 45"38, firmando il suo record personale e risultando il primo degli esclusi. ESCE LA GENTILI, AVANZA OBRIST - Manuela Gentili non si è qualificata per la finale dei 400 ostacoli femminili, settima nella seconda semifinale con il tempo di 56"56. Bene invece Christian Obrist, qualificato per la finale dei 1500 metri: l'azzurro si è piazzato quinto nella sua semifinale con il tempo di 3'42"02 ed è stato poi ripescato. SALIS IN FINALE - Nelle qualificazioni del mattino Silvia Salis centra il passaggio alla finale del lancio del martello. All'atleta italiana è bastato il primo turno di lancio a disposizione: 70,33, un metro abbondante oltre il limite richiesto. Avanza senza problemi anche la primatista del mondo, la polacca Wlodarcczyk, con 71,17. FUORI LEVORATO E SCARPELLINI - Manuela Levorato esce di scena nei 100 metri; il suo 11''80 in batteria non ha lasciato spazio alle recriminazioni. Buona la fase di avvio, ma poi a livello di frequenze, elasticità e dinamismo generale ben poco per contrastare le avversarie. Altra azzurra out nell'asta. Elena Scarpellini chiude con un 4,05, ben 20 cm al di sotto della quota valida per la promozione. BENE GLI UOMINI - Per quanto riguarda gli uomini, buone notizie dagli 800 metri. Tre azzurri in semifinale. Mario Scapini apre le danze nella prima batteria al sesto posto, ma con un tempo (1'49"67) che gli vale il ripescaggio. Giordano Benedetti arriva secondo alle spalle dello spagnolo Luis Alberto nella terza batteria chiudendo in 1'50''00. La tripletta italiana si chiude con Lukas Rifesser, terzo nella quarta batteria (1'50"40). Con la qualificazione di Giacomo Panizza nei 400 ostacoli si chiude la mattinata; il lombardo parte malissimo, poi recupera grazie a una buona seconda curva e chiude al quarto posto in 51''11. MARCIA, TRIPLETTA RUSSA - Nei 20 km di marcia tripletta delle russe, con Olga Kaniskina che chiude in prima posizione. La campionessa olimpica ha conquistato la medaglia d'oro in 1h 27'44" davanti alle connazionali Kirdyapkina e Sokolova. Niente da fare per l'azzurra Sibilla Di Vincenzo, out dopo poco più di mezzora. La marciatrice azzurra non nasconde la delusione: "Non siamo partite troppo forte poi il ritmo è subito cambiato. Non me l'aspettavo di mollare così presto. E' una sensazione tremenda quella che sto vivendo in questo momento". DISCO DONNE, ORO ALLA CROAZIA - Nel disco femminile oro alla croata Sandra Perkovic. La 20enne si è imposta con la misura di 64,67 metri, precedendo la rumena Nicoleta Grasu (argento con 63,48) e la polacca Joanna Wisniewska (bronzo con 62,37). repubblica.it
  12. Un tipo (molto) balbuziente incontra un amico. "Allora, Franco, come va?" "No-no-non mi lamen-men-mento, anche se mi se-se-sento un po' so-so-solo" "Che problema c'è? Comprati un cane" "No, sa-sa-sai, io vorrei qua-qua-qualcuno con cu-cu-cui pa-pa-parlare" "Beh, ci sono persone che potrebbero farti compagnia, o potresti cercarti una fidanzata..." "La-la-la fai fa-fa-facile tu..." "Allora, potresti prendere un pappagallo..." "Lo sai che non è una ca-ca-cattiva idea?" Così il balbuziente va in un negozio di animali e spiega la questione al commesso, che gli mostra una serie di pappagalli: "Dunque, questo è un pappagallo meraviglioso, molto giovane, appena arrivato dal Brasile" "Ma-ma-ma parla?" "Certamente, conosce più di 4000 vocaboli, parla fluentemente l'italiano ed il portoghese e se la cava con lo spagnolo. Costa 10000 euro" "E' un be-be-bel pappagallo, pe-pe-però 10000 euro è un po-po-po' tantino..." "Allora abbiamo questo, abbastanza giovane, dal piumaggio molto colorato ed allegro" "Ma-ma-ma parla?" "Sì, conosce circa 2000 vocaboli e parla in modo fluente l'italiano. Costa 5000 euro" "E' un be-be-bel pappagallo, pe-pe-però 5000 euro è un po-po-po' tantino..." "Beh, c'è anche questo, non proprio giovanissimo ma simpatico ed allegro" "Ma-ma-ma parla?" "Abbastanza bene, conosce poco meno di 1000 vocaboli e parla, anche se un po' stentatamente a tratti, l'italiano. Costa 1000 euro" "E' un be-be-bel pappagallo, pe-pe-però anche 1000 euro è un po-po-po' tantino..." A questo punto il commesso tira una tenda. Dietro è nascosto un pappagallo molto vecchio, brutto e raggrinzito: "Guardi, se vuole questo, glielo regalo. E' molto vecchio, ce l'abbiamo ormai da anni..." "Ma-ma-ma parla?" E il pappagallo: "Meglio di te, pirla"
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