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Karpets

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  1. Quoto per cambio pagina: La villa misteriosa I due cominciarono a camminare e camminare, attraversarono verticalmente tutta la spiaggia di Cofete, nella Playa di Jandìa, raggiunsero un piccolo negozio di souvenir e riuscirono a telefonare a Marsiglia, informando i grandi capi di come la situazione fosse precipitata, senza controllo. Roussel disse all'amico Pappas che il momento buono era giunto, di organizzarsi che, di li a poco, avrebbero preso il primo aereo per Fuerteventura, non certo per una vacanza però. I due atterrarono a Puerto del Rosario due ore e mezza dopo la partenza, noleggiarono un automobile e cercarono di mettersi in contatto con Laval e Lemoine, scesi a sud, verso Jandìa li trovarono, con il sole al tramonto decisero di andare a riposare in qualche ostello. L'oceano sullo sfondo era troppo bello per non essere ammirato, contemplato, amato almeno per qualche minuto; alle loro spalle un paesaggio surreale, fatto di roccia rossastra, sabbia, basse colline e il monte Tindaya, sullo sfondo, considerato sacro dai locali. In questo riappacificarsi con il mondo Roussel e Pappas videro il tramonto del passato e l'alba del futuro, con la possibilità di costruire qualche cosa di realmente importante per loro nel futuro. Poi il telefono squillò... "Ufficiale Roussel, sono Grigoux dal commissariato, la guardia costiera marocchina ha avvistato un sottomarino poco lontano da voi, al largo delle coste di Fuerteventura, longitudine e latitudine ci indicano la zona di Cofete come quella maggiormente interessata. Fonti tedesche ci hanno informato che li si trova un sito d'interesse particolarmente attivo durante la seconda guerra mondiale. Purtroppo non possiamo intervenire, gli spagnoli probabilmente sanno di questi movimenti da tempo ma tacciono, la guardia costiera marocchina non può sostare dove ha fatto l'avvistamento e, come se non bastasse, per farli parlare abbiamo dovuto ricoprirli d'oro! Ora tocca a voi..." La pace era terminata, i quattro, zaino in spalla, cominciarono a camminare, il GPS di Roussel scandiva tempi di percorrenza e via da seguire, l'imbrunire oramai era diventato buio e non si avanzava che con piccole torce, cercando di farsi largo tra le capre, onnipresenti. La luna piena favorì il compito degli agenti, i quali si avvicinarono sempre più all'obiettivo, fin quando tra loro e l'obiettivo stesso si parò una vasta recinzione con appesi ovunque divieti di entrata, in quanto zona militare, quella era la famosa Villa Winter... La Villa Winter rappresenta un misterioso aspetto della storia di Fuerteventura, nelle Isole Canarie (Spagna). Ciò che è misterioso di questa villa, chiamata Winter dal generale Gustav Winter che la occupò e che gli abitanti del posto chiamavano Don Gustavo, è che non si conosce esattamente la sua funzione. Si sà che un una base segreta tedesca e si sospetta che servì da punto di appoggio per i sottomarini tedeschi che si recavano in direzione dell'Antartide. A quanto pare, esistevano tunnels che connettevano la casa con caverne naturali sotterranee. Dovette trattarsi di una base importante, perchè nelle vicinanze vi erano permanentemente due aerei caccia tedeschi con i motori accesi per intercettatare ed abbattere qualsiasi aereo alleato che osasse avvicinarsi: bisognava mantenere la base un segreto. E vi riuscirono, perchè gli alleati scoprirono questa base segreta tedesca mesi dopo la fine della guerra. Sul suo misterioso organizzatore, generale e membro del servizio segreto tedesco, si può trovare di seguito una biografia. Dopo un breve viaggio dalla località di Cofete ci si imbatte nella villa. La supposta residenza di vacanza di un generale tedesco, come la si nomina in alcune guide turistiche, è massiccia e impressionante allo stesso tempo, con due piani costruiti in pendenza ed una torre a nordest, la cui funzione non è ancora oggi stata chiarita nonostante varie speculazioni. Secondo quanto viene raccontato, il generoso "Don Gustavo" assunse operai nativi per lavorare sotto il massimo segreto e dovevano ogni notte abbandonare nuovamente la zona. Tutta la penisola di Jandía si convertì in zona militare chiusa, una sorta di regalo di Franco ai tedeschi, che lo aiutarono a combattere i comunisti in Spagna. Però non solo nativi ma anche aiutanti tedeschi furono portati probabilmente a Fuerteventura. Il misterioso cimitero che si trova nei pressi della spiaggia si presta in tal senso a numerose speculazioni. La torre della villa servì apparentemente come punto di segnalazione per i sottomarini e/o gli aerei tedeschi, che atterravano nel vicino aeroporto di Jandía. A cosa servì la costruzione di questa villa, che si trovava in mezzo a un deserto vulcanico ed in una delle spiagge più estese delle Isola Canarie? La roccia vulcanica del sito fa supporre che sotto la superficie si trovi un sistema di caverne. In modo che è possibile che villa Winter, che sarebbe potuta essere stata edificataa anche in qualsiasi altro luogo diverso rispetto a quello in cui sta, fu costruita sopra una grotta già esistente. Però si dovrebbe scartare una connessione sotterranea con il mare giacchè la costa nella zona di Cofete, dove si trova la villa, è piuttosto piana. Sotto la montagna che vi è nella parte posteriore della villa sembra che esista una specie di bunker naturale ed alcuni "forni di pietra calcare" (Kalksteinöfen in tedesco). Non vi è nulla di strano che esistano caverne vulcaniche in questo luogo se pensiamo che nell'isola vicina di Tenerife si trovi il maggior sistema di caverne (vulcaniche) sotterranee del mondo, le Cuevas del Viento. Nell'isola di Fuerteventura si trovano qui e lì piccole caverne, delle quali si sospetta che siano in relazione con le attività di Winter sull'isola (caverne di Ajuy). All'entrata della villa ci si può imbattere in un piccolo vagone ossidato di marca Krupp. Ancora oggi si scoprono binari nei pressi della villa, a 1200 metri a ovest, il cui tracciato conduce al monte. Tutto questo mostra che si realizzò una forte attività mineraria. Forse l'ampiamento/adattamento dei tunnels sotterrane che abbiamo menzionato? (articolo tratto da Isola Bianca) Cosa nascondesse ora quella villa non era dato a sapersi, i quattro si appostarono a poca distanza dall'edificio, notando subito un gran viavai, guardie ovunque e massima protezione. La "Grande Avventura" (uno dei soprannomi dell'isola) era appena cominciata...
  2. Grazie Andy... per ora sono a Fuerteventura Gensi ma chi lo sa come andrà a finire...
  3. ma quando arrivi smontano tutto...transenne, arco, striscioni!
  4. troppo buoni... Gran banchetto alle Canarie (Parte II) ...Solo il rumore delle onde dell'oceano a far da sfondo tra le parole urlate dei trafficanti, gridate in lingue diverse, dal tono forte e acceso, quasi come ognuno di loro sentisse il bisogno di mostrare una sorta di superiorità spiccata nei confronti degli altri. Aguilera prese la parola, Lemoine e Laval erano troppo lontani per capire ciò ci cui stessero parlando, pertanto cercarono di capire la mimica, la gestualità di ognuno di loro. Il colombiano era certamente una persona determinata, di bell'aspetto, probabilmente se non si fosse immischiato nella criminalità avrebbe potuto finire sulla copertina di qualche rivista patinata; i capelli neri medio-lunghi ricoperti di gel e portati con il pettine all'indietro, occhiali da sole neri a coprire il volto ed il tanto amato abito bianco con l'immancabile camicia nera aperta sul petto, da dove spuntava un crocifisso d'oro. Strano paradosso per un criminale pronto a tutto. Dall'altra parte gli scagnozzi vietnamiti mantenevano sempre lo sguardo alto e serio, mai un segno di cedimento, soltanto grande rispetto per il loro capo, tale Liao Jai, di madre cinese e padre vietnamita, entrambi persi nel conflitto in Vietnam. Ex generale dell'esercito a livello ufficiale, in realtà continuava in patria a gestire il potere delle forze armate, con una grossa influenza al Governo. Gli interessi in gioco erano davvero molto alti, un passo falso di qualcuno, uno sgarbo, un'offesa avrebbero causato non soltanto una guerra in mezzo all'oceano, ma un vero e proprio conflitto tra est asiatico e sudamerica, con le dovute proporzioni. Stettero a parlare per una ventina di minuti, intanto il sole era ormai sorto e i due agenti segreti francesi non potevano tenere la posizione, stavano rischiando davvero troppo. Per loro fortuna i motori degli scafi ripresero a risuonare, il tedesco con la sua adorabile compagna si misero in testa al gruppo, dietro tutti gli altri si mantenevano ordinati, proseguirono per qualche miglia, con il vento forte in faccia, poi si fermarono nuovamente. Aguilera, Liao Jai, Albert Von Staffenberg e la sua compagna Esmeralda Cruz (finalmente Roussel e Pappas li avevano individuati) scesero dai loro scafi, li legarono a quelli degli "scugnizzi" e si riunirono finchè... Un frastuono assordante, quasi come se il mare stesse per implodere, poi dall'acqua apparve un lungo sottomarino grigio scuro, da una piccola porta apparve una mano che li invitò a salire, i quattro lo fecero, poi il sottomarino si inabissò e soltanto una scia bianca rimase in superficie. Dove stavano andando??? Perchè tale segretezza??? Lemoine e Laval telefonarono a Pappas e Roussel che, da Marsiglia, li invitarono ad attraccare, mantenendo la segretezza più assoluta, senza farsi scoprire. Nemmeno il tempo di riattacare il telefono che i due vennero assaliti dai restanti malavitosi. Si erano avvicinati troppo all'obiettivo grosso, ora dovevano correre ai ripari, decine e decine di colpi d'arma da fuoco si stavano scagliando su di loro, presero l'attrezzatura da sub e si gettarono in acqua, poco prima che il motoscafo saltasse in aria, martoriato dai colpi dei trafficanti; i quali poi convintisi che i due fossero stati eliminati rientrarono a terra. Lemoine e Laval erano salvi per miracolo! Cominciarono a nuotare sott'acqua, tra speci marine straordinariamente affascinanti, poi vista terra, dopo quattro estenuanti ore a nuoto, si levarono l'attrezzatura e giunsero in un'affollata spiaggia Canarina di chissà dove. La gente li guardava attonita, poi si fermarono da un'avvenente turista, chiedendo lei dove fossero naufragati: "Esta es Fuerteventura, la Isla Tranquilla". Si sedettero sulla spiaggia, esausti, la copertura non era saltata completamente, ci sarebbe stato ancora del lavoro per loro, ma ritrovare quel sottomarino lanciato verso chissà quale direzione sarebbe stata un'impresa colossale...
  5. Gran banchetto alle Canarie (Parte I) L'indomani mattina, all'alba, la vecchia nave cargo rallentò la sua corsa e, da poppa, fuoriuscì un veloce motoscafo, guidato dal colombiano Johnny Aguilera che ad alta velocità si diresse a sud. Il luogo dell'incontro non doveva essere molto lontano pensarono Laval e Lemoine, i due detective nel bel mezzo della missione segreta e soprattutto nel bel mezzo dell'oceano; così seguirono Aguilera a debita distanza, a luci spente. D'un tratto il motore del motoscafo cessò di girare, Aguilera si mise il giubbotto anti-proiettile sotto la giacca bianca, baciò il grosso crocifisso d'oro che portava al petto, infilò la calibro 38 nei pantaloni e attese dodici minuti...il tempo di vedere sbucare dall'orizzonte cinque motoscafi farsi largo tra le onde. A capo del primo c'era il socio di Aguilera, tale Fernando Paez, suo autentico braccio destro. A tenerlo bene a mira altri quattro scafi: su tre di essi v'erano uomini armati dalla chiara fisionomia asiatica, sull'altro l'uomo accompagnato dalla splendida mora che, i servizi segreti, fotografarono al "Pedrito" di Las Palmas. In un attimo Laval e Lemoine mandarono via telefono le fotografie dell'incontro al commissariato: Roussel, che era rimasto a dormire nel suo studio, rispose e si mise a cercare nei faldoni: era chiaro che anche gli asiatici avrebbero dovuto far parte dell'inchiesta, dovevano avere un nesso con l'uccisione del contadino a Lao Cai e con la nave di Tijanjin. Poi, con un guizzo dei suoi capì che, al largo delle isole Canarie, c'era un gran banchetto, alquanto succulento, ma non di pesce fresco, bensì di denaro e affari. Era chiaro che cinesi-vietnamiti e colombiani stavano per spartirsi qualcosa di molto, molto grosso, e che il tedesco sarebbe stato l'intermediario più importante, che avrebbe fatto da ago della bilancia nella conclusione dell'affare. Ai 14° di longitudine e 29° di latitudine i pezzi del mosaico erano tutti riuniti, non restava che capire con quali colori dipingerlo...
  6. VI AMMAZZO!!! Io il preparatore lo faccio di lavoro... Se posso consigliarti come qualcuno ha già fatto devi innanzitutto capire cosa vuoi ottenere dal ciclismo: semplice passatempo? vuoi arrivare a gareggiare a livello amatoriale? un mezzo per vedere paesaggi nuovi? Devi capire quanto tempo vuoi investire poi... Se lo fai soltanto per staccare dal mondo quelle due ore e non ti interessano miglioramenti personali allora puoi farlo liberamente, senza pensare a tabelle, soglia ecc...ma se la tua intenzione è quella di misurarti con te stesso sappi che allenandoti a caso rischi solo di far danno e poi magari, come succede a molti, ti passa la voglia e molli tutto...
  7. grazie Cipo...stasera si continua con la storia...
  8. alza il livello Bubba!!! hahaha scherzo, per me potresti giocare anche a facile, non è il livello che racconta una storia...
  9. non ti piace pappas?!?! Young, stavolta niente irlandesi...
  10. Il Commissario Pappas fece frettolosamente la valigia, qualche abito d'ordinanza, scorta di biancheria intima, lo spazzolino da denti e l'immancabile pettine per i baffi. Già, i baffi, ne portava un paio neri che non potevano non colpire chiunque avesse a che fare con lui; alto, magro, capelli corti neri nascosti dentro il cappello che era solito portarsi a presso. Accese la sua vecchia Citroen ZX e si recò all'aeroporto, dove prese il volo verso Marsiglia, ove ad attenderlo ci sarebbe stato l'amico Roussel. Sceso dall'aero ritirò la valigia e abbracciò l'amico mai scordato, quindi si recarono al porto di Marsiglia, Pappas non capì inizialmente, poi... Una soffiata da una fonte attendibile era giunta negli uffici dell'Ufficiale Capo Roussel, al porto era stato avvistato uno dei loschi trafficanti visti a Medellin dalla spia dei servizi segreti, tale Johnny Aguilera, quarantenne colombiano di Bogotà, ricercato per diversi crimini ai danni dello Stato, e non solo. I due poliziotti si nascosero dietro ad un grosso container, attendendo il passo falso di Aguilera. Il colombiano, in abito bianco, salì su di un'altra nave cargo e salpò con essa verso chissà dove... Roussel si mise in contatto con il commissariato e decise di prendere di petto la situazione, inviando un'imbarcazione a motore, non soggetta ai radar, al seguito della nave cargo. Vangelis Pappas era appena arrivato a Marsiglia e non avrebbe potuto capire nulla di tutto ciò senza una spiegazione, che tra l'altro non avvenne da parte dell'amico, almeno fino a che non giunsero al commissariato: "Caro Vangelis, amico fidato...Come saprai non me la passo nemmeno io alla grande, ho fatto cilecca in tre casi su quattro ultimamente, non è da me, pertanto sento la necessità di riuscire a rilanciare non solo la mia carriera, ma me stesso. Per farlo ho assoluto bisogno di te! Un anno fa i servizi segreti si misero in contatto con me in virtù dei buoni trascorsi passati assieme e perchè sul territorio Francese, così come in altre nazioni, stava nascendo un commercio illecito di grossissime proporzioni. Nel giro di qualche mese ho ricevuto decine e decine di segnalazioni, fascicoli e identikit di ogni forma di vita presente in ognuno degli incontri sospetti osservati dai miei uomini di fiducia, ma ancora non solo siamo lontani da una conclusione, bensì non si sa ancora di cosa si tratti. I miei sospetti all'inizio mi portarono a pensare che ci fosse un giro d'armi o droga, o forse tutte e due assieme ...poi però ho capito che qualcosa di nuovo stava per avanzare sul mercato. E' come se si trattasse di un vulcano: in questo momento la terra si sta scaldando, si scalda, si scalda...non si sa quando potrà eruttare lava. Ho osservatori sparsi ovunque, che giornalmente mi aggiornano sulla situazione, mi parlano chi di un qualcosa contenuto in celle frigorifere, chi di scienziati, chi di chissà che altro...mancano appena gli alieni a completare il quadro...Sei con me?" Il Commissario Pappas rimase senza parole, stava per accettare un incarico segreto senza sapere nemmeno di cosa si trattasse, si stava mettendo nelle mani di Roussel, che a sua volta non aveva le idee chiare sul caso. Un gran bel guaio pensò, ma decise di rimanere a Marsiglia ancora qualche giorno per pensare...
  11. Ci si prova Bubba!!! Si sarà stile romanzo per questo ho cominciato prima... E' un onore gensi Grazie mille, adesso si continua...
  12. Grazie ragazzi, continuo...ah, Fabian...senza la "n" INTRODUZIONE (Parte II) Marsiglia, 27 Luglio 2010. Fabrice Roussel si sedette alla sua scrivania e, letti i resoconti con fotografie allegate, rimase perplesso e muto. Prese il suo amato sigaro, lo accese senza perdere la calma, centellinando ogni grammo di tabacco, ricominciò a sfogliare i protocolli che gli erano stati messi davanti dalla signora Sophie Lemoine e si mise a pensare... Strano personaggio Fabrice Roussel, o meglio, l'Ufficiale Capo Roussel, a lungo a capo della "Gendarmerie" accettò, nel 2006, l'incarico alla "Police National" divenendo uno dei pezzi grossi di Francia e non solo, instaurando rapporti di collaborazione con importanti servizi segreti internazionali. Roussel sembrava vivere in un mondo tutto suo, fatto di lunghi tempi morti, di pause eterne, intervallati da autentici sprazzi di ingegno che spesso lo portavano a risolvere anche i casi più spinosi. In patria godeva di un'altissima considerazione e di questo si compiaceva parecchio, cercando di sfruttare la propria popolarità specie con le donne, sulle quali però, a causa della poca bonarietà di madre natura, aveva ben poca presa. Ultimamente però i colpi d'ingegno erano sempre meno, mentre crescevano i buchi nell'acqua dell'Ufficiale, questa situazione non sembrava piacere per nulla alle alte sfere, pertanto Fabrice si trovava sempre più sotto pressione e, i continui tic nervosi, non facevano altro che confermare questo stato di malessere. C'era però un lavoro da portare a termine, un'inchiesta di misure colossali da fascicolare e chiudere il più brevemente possibile: Lao Cai, Tijanjin, Las Palmas, Medellin...quali collegamenti potevano esserci tra loro?!?!? I servizi segreti erano sulle tracce di più organizzazioni malavitose da qualche mese, ma ancora non riuscivano a capire quale collegamento poteva esserci tra loro, se si trattava di commercio di droga o che altro...insomma, il quadro era ancora lontano dall'essere completato. Roussel non sapeva da che parte cominciare, così senza remore pensò bene di chiamare un vecchio amico, tale Vangelis Pappas, più rispettosamente il Commissario Pappas, nato ad Atene quarantasette anni fa, che conobbe il francese durante un corso di approfondimento a Parigi. I due divennero amici immediatamente e iniziarono un rapporto di collaborazione stretto, tant'è che per qualche anno il Commissario Pappas esercitò la professione anche a Marsiglia, assieme a Roussel, poi fece ritorno ad Atene, non sopportava di stare lontano dalla sua amata Grecia. Al contrario dell'amico però la carriera di Pappas non decollò mai, a causa di una copertura saltata a pochi passi dalla chiusura di un grosso caso, così, colui che spesso e volentieri svolgeva operazioni in veste di infiltrato si mise in disparte e scelse di comandare un piccolo distretto di Polizia a dire il vero nemmeno ad Atene, seppur poco lontano. I due parlarono al telefono per quaranta minuti, poi si diedero appuntamento a Marsiglia il giorno 29 del mese stesso, avevano tanto di cui disquisire, entrambi determinati a rilanciare le proprie carriere e a ritrovarsi dopo tanto, troppo tempo...
  13. Intro doveroso: QUESTA STORIA SI ISPIRA A PERSONE VERE RACCONTANDO FATTI TALVOLTA IN MANIERA FANTASIOSA. ALTRI FATTI SONO INVECE REALMENTE ACCADUTI E RIPORTATI FEDELMENTE. P.S. Comincio a raccontare questa storia, ancor prima che "carriera", in quanto per cominciare attendo un pack come si deve e la patch definitiva. Nel frattempo, essendo ispirato comincerò a raccontare...sperando di farvi cosa gradita.
  14. ANGELI E DEMONI ______________L'eterna lotta tra il bene e il male_____________ INTRODUZIONE Medellin, Colombia. 29 Giugno 2010; ore 4:30 del mattino. La Bentley Continental bianco perla si fermò a pochi passi dall'uomo in gessato nero, il quale con un cenno del capo annuì a chissà quale richiesta, prima di salire sulla sua Corvette nera e ripartire sgommando ad alta velocità. Le due automobili affrontarono il tragitto con l'acceleratore a tavoletta prima di raggiungere Barranquilla, laddove altri uomini li avrebbero attesi per chissà quale losco affare. Si radunarono in una piazza scura, decine di vetture blindate disposte a cerchio e, nel bel mezzo, loro, armati fino ai denti a discutere animatamente di chissà che cosa... Las Palmas, Spagna. 5 Luglio 2010; ore 9:00 del mattino. La spiaggia era affollata già da qualche ora, il tizio con gli occhiali scuri e due grossi tatuaggi sulle braccia si sedette al tavolo del "Pedrito", a poche centinaia di metri dall'oceano scintillante e dalle mille tonalità di blu. Prese il cocktail che il barista gli portò su di un vassoio con bordi argento, senza averlo ordinato, quando alle sue spalle lo raggiunse un uomo sulla cinquantina, accompagnato da una ragazza poco più che maggiorenne, da "sballo". Tacchi alti, gambe lunghe, capelli scuri e occhiali a coprire un viso che appariva comunque paradisiaco. Si misero a parlare per quindici minuti esatti, finirono il cocktail e se ne andarono lasciando al barman cento euro di mancia. Lao Cai, Vietnam. 16 Luglio 2010, ore 18:10 del pomeriggio. Il vecchio contadino aveva il fegato spappolato a causa dei calci tirati dai cinque vestiti con le divise dell'esercito nazionale, qualche costa rotta e nessuna voglia di parlare, figurarsi di abbassare lo sguardo dinanzi a ciò che più odiava al mondo. All'ennesimo rifiuto di collaborazione il più anziano dei cinque imbracciò il mitra e lo crivellò di colpi, ridendo come un pazzo. Era chiaro che qualcuno molto in alto aveva interessi economici molto importanti e che avrebbe spazzato via chiunque si fosse posto dinanzi all'obiettivo. Tianjin, Cina. 22 Luglio 2010, ore 12:30 Fu chiaro fin da subito al capitano della nave cargo che, all'interno di quei container, si trovava qualcosa di illecito, ma quando l'uomo con il cappello gli infilò una busta nel taschino della camicia, annuì con il capo e levò gli ormeggi allontanandosi con la nave verso chissà dove, forse l'Europa?
  15. azz...pensavo prima! ma capisco i tempi... troppa voglia di cominciare!
  16. Ragazzi...più o meno quando sarà pronto? intendo a grandi linee, vorrei cominciare la carriera e vorrei farlo col vostro pack!
  17. Karpets

    Topic Doping

    no non è cominelli, ramon bianchi (fonte solobike)
  18. Anto...sul mio avrò la ati sapphire 5570 hd 1 gb ddr3, cosa dici? vale?
  19. Per curiosità a quanto l'hai messa la risoluzione?
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