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emmea90

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il problema è che ci sono 80 km di cronometro tutti in pianura

xò il tappone a chrono viene dopo quelle salitone bestiali sulle alpi...kmq qst anno il Tour è disegnato meglio del Giro...C'è il trittico alpino che è da paura..non vedo l'ora di vederlo in tv o farlo con pcm2008....Agnello,Lombarde,Bonnet,Alpe D'Huez.... :D i pirenei non mi piacciono tanto e la tappa sul massiccio centrale non farà molta selezione.. se la giocheranno gli scattisti..

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Beh.... è stato tolto il cronoprologo però.

Mi sa che sto anno Cancellara il giallo se lo sogna.

Guarda, io non sarei così sicuro. Al Tour de Suisse Fabian ha già dimostrato di essere capace di scattare in faccia al gruppo, e di vincere in solitaria (azioni tipo Compiègne 2007, per intendersi). Le prime 2 tappe comunque forse sono un po' dure per lui, specialmente la prima, i cui favoriti secondo me sono i vari Valverde, Cunego, Riccò, Frank Schleck, Samuel Sanchez e compagnia.

Il percorso di quest'anno comunque è bellissimo a mio modo di vedere, originale come al Tour non accadeva da molti, troppi anni. La bellezza del percorso secondo me non sta tanto nelle tappe di montagna, quanto nelle numerose tappe di media montagna, o comunque mosse, che sono mancate negli anni scorsi.

Se ne facciamo un discorso solamente di tappe di alta montagna, più o meno siamo al livello del Tour 2007, anzi forse anche un po' meno. Nella tappa di Bagnères de Bigorre penso sia difficile assistere ad attacchi da parte dei migliori, vuoi perchè l'Aspin è facile, vuoi perchè dalla vetta mancano 26 km al traguardo. La differenza si potrebbe fare forse sul Peyresourde, ma anche in quel caso poi sarebbe difficile resistere sul pedalabilissimo Aspin. Molto più dura la tappa dell'Hautacam, anche se con sole due salite, e di soli 150 km. Se gli attacchi dovessero iniziare già sul Tourmalet (e non sarebbe da escludere, se davvero il giorno prima non accadesse nulla), potremmo assistere ad una tappa splendida, ma ad ogni modo, anche se così non fosse, la salita dell'Hautacam è sufficientemente dura da garantire spettacolo e distacchi, anche in caso di gruppo dei migliori compatto ai piedi della salita.

Le Alpi sono molto, molto dure. Si inizia con la tappa sicuramente più facile delle 3, quella di Pratonevoso. L'Agnello è troppo lontano dall'arrivo per fare grande selezione, e sulla salita finale non mi aspetto grandi distacchi. Ben diverso il discorso per la Cunego - Jausiers, tanto breve quanto dura. Il Colle della Lombarda sarà l'antipasto della Bonette, che coi suoi 25 km di salita e i suoi 2802 metri di quota sarà il piatto forte di giornata. Questa è una tappa da grandi distacchi, sperando ovviamente che ci sia battaglia, dato che le pendenze della Bonette non sono tali da permettere una selezione naturale. La tappa del giorno dopo, con arrivo all'Alpe d'Huez, non ha bisogno di presentazioni, è semplicemente la tappa regina. Se qualcuno vuole provare a ribaltare il Tour, qui ha terreno per farlo. Se anche così non fosse, l'Alpe è garanzia di spettacolo.

Fino a questo punto, siamo secondo me un gradino sotto il Tour 2007, se parliamo di difficoltà delle tappe di montagna. Le Alpi dell'anno scorso erano più dure di questi Pirenei (3 tappe dure ma non durissime, contro una durissima e una in cui, come detto, secondo me non accadrà nulla di particolare), e i Pirenei 2007 erano forse ancora più duri delle Alpi 2007 (tre tappe micidiali contro 2, più Pratonevoso, dove i migliori arriveranno in poche decine di secondi nella migliore delle ipotesi).

Questo Tour, però, ha l'enorme pregio di avere un numero consistente di tappe dall'esito incerto, in cui gli sviluppi della corsa possono essere molteplici. Penso alle prime due frazioni, molto mosse, e con il rischio di ventagli. All'arrivo in salita di Super-Besse, che potrebbe già fornire utili indicazioni per capire chi starà bene e chi no. Alla tappa di Aurillac, che potrebbe risolversi in un nulla di fatto (qualora nessuno attaccasse), in una bella battaglia tra i migliori (se ci dovesse essere qualche attacco importante sull'ultima salitella, che, a dispetto della categoria, è molto dura, con una pendenza media del 9,9% spalmata su 1 km e 700 metri) o anche in uno spettacolo oltre ogni più rosea aspettativa (in caso di attacchi già sul Pas de Peyrol, che ha un finale durissimo). Penso alla tappa di Foix, dove il Col de Portel potrebbe stimolare la fantasia di qualcuno, magari di chi non fosse andato fortissimo nelle due frazioni pirenaiche, e a quella di Saint Etienne, dove la Croix de Montvieux, essendo l'ultima vera salita del Tour, potrebbe anche riservare delle sorprese.

In conclusione, a mio avviso, mai come quest'anno la frase "La corsa la fanno i corridori" è stata appropriata. Potremmo assistere ad uno spettacolo memorabile, come ad un Tour sottotono e deludente. Di certo, però, gli organizzatori il loro lavoro in merito alla tracciatura, ossia offrire un percorso equilibrato, lo hanno fatto, con il valore aggiunto di una certa originalità. Un po' meno lo hanno fatto lasciando a casa in modo ipocrita la Astana, escludendo 3 probabilissimi protagonisti, ma questo è un altro discorso.

Se questo percorso lo avessimo avuto al Tour de France 1998, o nell'edizione del centenario, del 2003, probabilmente sarebbe stato uno spettacolo impagabile. Purtroppo, quello che secondo me è il più bel percorso della storia recente del Tour (non ricordo, a memoria, un percorso con così tante tappe aperte a più soluzioni) capita proprio nell'anno dove il lotto partenti è forse il più modesto (e qui, forse, il discorso vale non solo per gli ultimi anni). Se Valverde sarà un po' meno succhiaruote, se Cunego avrà un po' di coraggio, e soprattutto se avrà la gamba, se Riccò sarà quello del Giro, se Piepoli avrà recuperato dall'infortunio, se Soler sarà quello del 2007, allora lo spettacolo sarà garantito. Troppi "se"? Forse, ma nessuno di questi è veramente impossibile.

La chance di assistere ad un grande Tour c'è, le possibilità che la rappresentativa italiana faccia bene anche, malgrado le assenze di pezzi da novanta come Bettini, Rebellin, Bennati, Napolitano e Di Luca. La grande speranza, però, mia e credo un po' di tutti, è che si possa avere un vincitore meritevole, o che comunque si è conquistato il successo sulla strada, e che possibilmente possa rimanere tale anche tra 10 anni, senza che arrivi nessuna sentenza a levargli la maglia gialla a posteriori. Di casi Landis e Rasmussen ne abbiamo già abbastanza, sarebbe ora che il protagonista, al Tour, tornasse ad essere il Tour.

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Guarda, io non sarei così sicuro. Al Tour de Suisse Fabian ha già dimostrato di essere capace di scattare in faccia al gruppo, e di vincere in solitaria (azioni tipo Compiègne 2007, per intendersi). Le prime 2 tappe comunque forse sono un po' dure per lui, specialmente la prima, i cui favoriti secondo me sono i vari Valverde, Cunego, Riccò, Frank Schleck, Samuel Sanchez e compagnia.

Il percorso di quest'anno comunque è bellissimo a mio modo di vedere, originale come al Tour non accadeva da molti, troppi anni. La bellezza del percorso secondo me non sta tanto nelle tappe di montagna, quanto nelle numerose tappe di media montagna, o comunque mosse, che sono mancate negli anni scorsi.

Se ne facciamo un discorso solamente di tappe di alta montagna, più o meno siamo al livello del Tour 2007, anzi forse anche un po' meno. Nella tappa di Bagnères de Bigorre penso sia difficile assistere ad attacchi da parte dei migliori, vuoi perchè l'Aspin è facile, vuoi perchè dalla vetta mancano 26 km al traguardo. La differenza si potrebbe fare forse sul Peyresourde, ma anche in quel caso poi sarebbe difficile resistere sul pedalabilissimo Aspin. Molto più dura la tappa dell'Hautacam, anche se con sole due salite, e di soli 150 km. Se gli attacchi dovessero iniziare già sul Tourmalet (e non sarebbe da escludere, se davvero il giorno prima non accadesse nulla), potremmo assistere ad una tappa splendida, ma ad ogni modo, anche se così non fosse, la salita dell'Hautacam è sufficientemente dura da garantire spettacolo e distacchi, anche in caso di gruppo dei migliori compatto ai piedi della salita.

Le Alpi sono molto, molto dure. Si inizia con la tappa sicuramente più facile delle 3, quella di Pratonevoso. L'Agnello è troppo lontano dall'arrivo per fare grande selezione, e sulla salita finale non mi aspetto grandi distacchi. Ben diverso il discorso per la Cunego - Jausiers, tanto breve quanto dura. Il Colle della Lombarda sarà l'antipasto della Bonette, che coi suoi 25 km di salita e i suoi 2802 metri di quota sarà il piatto forte di giornata. Questa è una tappa da grandi distacchi, sperando ovviamente che ci sia battaglia, dato che le pendenze della Bonette non sono tali da permettere una selezione naturale. La tappa del giorno dopo, con arrivo all'Alpe d'Huez, non ha bisogno di presentazioni, è semplicemente la tappa regina. Se qualcuno vuole provare a ribaltare il Tour, qui ha terreno per farlo. Se anche così non fosse, l'Alpe è garanzia di spettacolo.

Fino a questo punto, siamo secondo me un gradino sotto il Tour 2007, se parliamo di difficoltà delle tappe di montagna. Le Alpi dell'anno scorso erano più dure di questi Pirenei (3 tappe dure ma non durissime, contro una durissima e una in cui, come detto, secondo me non accadrà nulla di particolare), e i Pirenei 2007 erano forse ancora più duri delle Alpi 2007 (tre tappe micidiali contro 2, più Pratonevoso, dove i migliori arriveranno in poche decine di secondi nella migliore delle ipotesi).

Questo Tour, però, ha l'enorme pregio di avere un numero consistente di tappe dall'esito incerto, in cui gli sviluppi della corsa possono essere molteplici. Penso alle prime due frazioni, molto mosse, e con il rischio di ventagli. All'arrivo in salita di Super-Besse, che potrebbe già fornire utili indicazioni per capire chi starà bene e chi no. Alla tappa di Aurillac, che potrebbe risolversi in un nulla di fatto (qualora nessuno attaccasse), in una bella battaglia tra i migliori (se ci dovesse essere qualche attacco importante sull'ultima salitella, che, a dispetto della categoria, è molto dura, con una pendenza media del 9,9% spalmata su 1 km e 700 metri) o anche in uno spettacolo oltre ogni più rosea aspettativa (in caso di attacchi già sul Pas de Peyrol, che ha un finale durissimo). Penso alla tappa di Foix, dove il Col de Portel potrebbe stimolare la fantasia di qualcuno, magari di chi non fosse andato fortissimo nelle due frazioni pirenaiche, e a quella di Saint Etienne, dove la Croix de Montvieux, essendo l'ultima vera salita del Tour, potrebbe anche riservare delle sorprese.

In conclusione, a mio avviso, mai come quest'anno la frase "La corsa la fanno i corridori" è stata appropriata. Potremmo assistere ad uno spettacolo memorabile, come ad un Tour sottotono e deludente. Di certo, però, gli organizzatori il loro lavoro in merito alla tracciatura, ossia offrire un percorso equilibrato, lo hanno fatto, con il valore aggiunto di una certa originalità. Un po' meno lo hanno fatto lasciando a casa in modo ipocrita la Astana, escludendo 3 probabilissimi protagonisti, ma questo è un altro discorso.

Se questo percorso lo avessimo avuto al Tour de France 1998, o nell'edizione del centenario, del 2003, probabilmente sarebbe stato uno spettacolo impagabile. Purtroppo, quello che secondo me è il più bel percorso della storia recente del Tour (non ricordo, a memoria, un percorso con così tante tappe aperte a più soluzioni) capita proprio nell'anno dove il lotto partenti è forse il più modesto (e qui, forse, il discorso vale non solo per gli ultimi anni). Se Valverde sarà un po' meno succhiaruote, se Cunego avrà un po' di coraggio, e soprattutto se avrà la gamba, se Riccò sarà quello del Giro, se Piepoli avrà recuperato dall'infortunio, se Soler sarà quello del 2007, allora lo spettacolo sarà garantito. Troppi "se"? Forse, ma nessuno di questi è veramente impossibile.

La chance di assistere ad un grande Tour c'è, le possibilità che la rappresentativa italiana faccia bene anche, malgrado le assenze di pezzi da novanta come Bettini, Rebellin, Bennati, Napolitano e Di Luca. La grande speranza, però, mia e credo un po' di tutti, è che si possa avere un vincitore meritevole, o che comunque si è conquistato il successo sulla strada, e che possibilmente possa rimanere tale anche tra 10 anni, senza che arrivi nessuna sentenza a levargli la maglia gialla a posteriori. Di casi Landis e Rasmussen ne abbiamo già abbastanza, sarebbe ora che il protagonista, al Tour, tornasse ad essere il Tour.

quotissimo tutto sperando nello spettacolo

comq sembra proprio n'articolo per invogliar a vedere il tour più che un semplice commento :mrgreen:

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