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Boston playoff, crisi Suns

LeBron, show al Madison

I Celtics, trascinati da Kevin Garnett (31, record stagionale di punti), superano Detroit e si qualificano per la postseason. Quinta sconfitta nelle ultime 8 gare per Phoenix mentre i Rockets inanellano il sedicesimo successo di fila. James, 50 punti (+10 assist e 8 rimbalzi) al Madison che gli tributa una standing ovation

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Tutta la grinta di Kevin Garnett: 31 punti contro Detroit. Reuters

NEW YORK, 6 marzo 2008 - Boston guadagna l'accesso ai playoff, mentre gli Houston Rockets centrano la sedicesima vittoria di fila (nuovo record di franchigia), la quarta dall’infortunio di Yao Ming. I Suns cadono per la quinta volta nelle ultime 8 gare.

Boston Celtics-Detroit Pistons 90-78

Non c’era ancora Sam Cassell in campo con Boston, ma c’era forse il miglior Kevin Garnett della stagione (record stagionale di punti per lui). Con questo successo i Celtics hanno già aritmeticamente assicurato la loro presenza ai playoff, che non era mai stata in dubbio nemmeno durante la scorsa estate dopo che il “Big Three” si era formato. Per Paul Pierce e compagni è la seconda vittoria in tre partite su Detroit, che è la sua principale rivale a Est: “Siamo contenti per questo”, dice PP, “ma credo che ci ritroveremo nei playoff”. I Pistons, però, hanno dimostrato di esserci, rimontando con calma e con tanta pazienza fino al 69-69 dopo essere partiti addirittura in maniera disastrosa (17-3). Al pareggio degli ospiti ha risposto Garnett con 5 punti consecutivi. Non sono bastati perché con la tripla di Rasheed Wallace e il tiro di Richard Hamilton i Pistons si sono portati sul -1 (78-77 a 5’37 dalla fine). Ci ha pensato allora Paul Pierce: prima la tripla per esorcizzare il sorpasso di Detroit, poi altri due punti per il +8 (85-77 a 2’56), ma la gloria finale è per Rajon Rondo e Kendrick Perkins: suoi gli ultimi punti della gara, su assist di Garnett. Il giovane centro ha segnato il suo nuovo massimo in carriera nei rimbalzi. “Ogni volta che ci siamo affrontati c’è stata un’atmosfera da playoff”, commenta il playmaker dei Pistons, Chauncey Billups. “Sono state partite molto fisiche, come piace a noi”. Insomma, se volevate una rivalità credibile per questi Celtics, eccola.

Boston: Garnett 31 (13/22, 5/6 tl), Rondo 16, Pierce 15, Perkins 10. Rimbalzi: Perkins 20. Assist; Rondo, Allen e Pierce 5.

Detroit: Wallace 23 (7/14, 3/10), Billups 23 (3/8, 1/4, 14/15 tl), Hamiton 15. Rimbalzi: Prince 10. Assist: Billups 7.

Denver Nuggets-Phoenix Suns 126-113

I Suns non sono più i Suns ? Forse è presto per dirlo ma intanto nelle ultime 8 partite questa è la quinta sconfitta. Eppure con 36-24 e la coppia Anthony-Iverson al massimo splendore, i Nuggets a oggi sarebbero fuori dai playoff. “Non ho mai vissuto una situazione del genere in tutta la mia carriera”, dice a questo proposito coach George Karl. Denver se ne va sul finire del secondo quarto rispondendo con un 16-0 (con due triple in fila di J.R. Smith per chiuderlo) alla schiacciata di O’Neal per il momentaneo +7 Phoenix (40-33), andando fino al +14 (60-46) approfittando delle difficoltà dei Suns. La vera chicca? Le zero palle perse di Iverson.

Denver: Iverson 31 (12/25, 7/9 tl), Anthony 30, Smith 20, Martin 17, Carter 11. Rimbalzi: Anthony 13. Assist: Iverson 12.

Phoenix: Stoudemire 22 (8/11, 6/8 tl), Diaw 17, Barbosa 15, Hill 13, O'Neal e Nash 12, Bell e Giricek 11. Rimbalzi: O'Neal 18. Assist: Nash 13.

Houston Rockets-Indiana Pacers 117-99

Contate adesso a 16 le vittorie consecutive degli Houston Rockets (nuovo record di franchigia), la quarta dall’infortunio di Yao Ming. La dinamica positiva della squadra di Rick Adelman non accenna ad arrestarsi: avanti di 17 a metà gara (66-49), i Rockets hanno saputo reagire al tentativo di rimonta dei Pacers (-7, 83-76 con la tripla di Dunleavy con 3’01 nel 3q), con un parziale di 11-2 per chiudere il terzo quarto. Nell’ultimo non ci sarà più storia, anzi, ci sarà il massimo vantaggio texano (105-80 con 7’13 da giocare, schiacciata di Landry).

Houston: McGrady 25 (6/13, 4/9), Alston 21, Head 14, Scola e Landry 13. Rimbalzi: Hayes 11. Assist: Alston 7.

Indiana: Murphy 17 (6/11, 0/1, 5/7 tl), Granger 17 (4/14, 3/5), Murray 14, Dunleavy 13, Diener 11. Rimbalzi: Murphy 10. Assist: Dunleavy e Murphy 6.

New York Knicks-Cleveland Cavaliers 105-119

LeBron James si è regalato un Madison Square Garden che nell’ultimo minuto non ha smesso di intonare “MVP! MVP!” per la stella dei Cavs.

“Prendere una standing ovation nella più importante arena del mondo è come realizzare un grande sogno”, dice lui, che con un’altra partita da 50 punti (e molto altro…) ha battuto praticamente da solo New York, segnando 4 triple nell’ultimo periodo (chiuso dai Cavs con un parziale di 35-23). James è il primo giocatore a totalizzare almeno 50 punti, 10 assist e 8 rimbalzi in una partita dal 19 gennaio 1975. Allora ci riuscì Kareem Abdul-Jabbar.

New York: Crawford 25 (5/8, 4/8, 3/4 tl), Robinson 24, Curry 20, Lee 17, Chandler 11. Rimbalzi: Lee 8. Assist: Robinson 4.

Cleveland: James 50 (9/17, 7/13, 11/16 tl), Jones 15, Brown 14, West 10. Rimbalzi: Smith 11. Assist: James 10.

New Orleans Hornets-Atlanta Hawks 116-101

Chris Paul conferma di essere tra i primi tre playmaker della NBA in questo momento, snocciolando un altra doppia doppia (avvicinandosi al 20+20...) per punti e assist e permettendo ai suoi compagni di trovare tanti tiri con spazio. Così nasce la serata da 15 triple di squadra per New Orleans, che passeggiano malgrado l’assenza dell’infortunato David West e i 22 minuti in campo del rookie Julian Wright. Atlanta ha provato a rimanere attaccata (62-59 con Joe Johnson a 8’32 dalla fine del 3q) , ma le triple di Paul, Pargo, Peterson e Wright l’hanno ricacciata indietro.

New Orleans: Stojakovic 29 (3/8, 7/11, 2/2 tl), Paul 23, Pargo 22, Chandler 14, Wright 13. Rimbalzi: Chandler 16. Assist: Paul 18.

Atlanta: Johnson 24 (9/16, 2/4), Bibby 21, Smith e Childress 12, Williams 11. Rimbalzi: Horford 11. Assist: Bibby, Johnson e Horford 4.

Utah Jazz-Minnesota Timberwolves 105-76

Diciassettesima vittoria in casa consecutiva per i Jazz, ora gliene mancano due per pareggiare il record storico della franchigia. Dopo aver già controllato agevolmente la prima metà di gara (51-39), i ragazzi di Jerry Sloan se ne sono andati definitivamente con un parziale di 15-0 all’inizio del terzo quarto (tenendo Minnesota a secco per 4’05) e chiudendo il periodo con un eccellente 12/18 dal campo. C.J. Miles, in campo per sostituire l’infortunato Kirilenko, è stato l’unico del quintetto base dei Jazz a non andare in doppia cifra.

Utah: Williams 21 (9/13, 0/2, 3/6 tl), Boower e Brewer 16, Okur 15, Korver 12. Rimbalzi: Boozer 14. Assist: Williams 11.

Minnesota: Foye 18 (1/8, 4/7, 4/4 tl), Snyder 16, McCants 12, Jefferson e Smith 11. Rimbalzi: Jefferson 10. Assist: Telfair 3.

Washington Wizards-Orlando Magic 92-122

“È stata la nostra partita migliore da un bel po’ di tempo, su entrambi i lati del campo”, commenta a fine gara il coach Stan Van Gundy. C’è da crederci, anche se Washington potrebbe ricordarsi di questa gara in caso di accoppiamento ai playoff, e per allora Gilbert Arenas e Caron Butler saranno rientrati. Bella prova del collettivo Magic, comunque, con 13 punti di Lewis nel primo tempo e l’ottima regia di Jameer Nelson (+15 già a metà gara, 59-44). Il solito, dominante Dwight Howard ha fatto come al solito il vuoto in area.

Washington: Jamison 19 (5/13, 1/5, 6/8 tl), Stevenson 17, Young e Pecherov 15, Mason 14. Rimbalzi: Jamison e Blatche 6. Assist: Blatche 5.

Orlando: Howard 20 (7/12, 6/6 tl), Lewis, Evans e Bogans 17, Turkoglu 12, Arroyo 11. Rimbalzi: Howard 11. Assist: Nelson 10.

Charlotte Bobcats-Golden State Warriors 118-109

Possiamo dire che Jason Richardson sentiva la partita. L’ex stella dei Warriors – scambiato la scorsa estate per il rookie Brandan Wright – ha letteralmente devastato la difesa di coach Nelson, sfiorando addirittura il suo massimo in carriera. “La prima volta che li ho affrontati forse ero troppo carico”, dice J-Rich, che a Oakland chiuse con 2/9 al tiro e ripartì con un -31. La gara è stata un continuo botta e risposta a colpi di parziali (dal +16 Warriors al +10 Bobcats a 8’06 dalla fine, 103-93) e proprio su uno di questi Charlotte ha chiuso la partita (13-3 per chiudere con Richardson e Felton protagonisti).

Charlotte: Richardson 42 (10/20, 5/12, 7/7 tl), Felton 22, Okafor 16, Boykins 12, Dudley 10. Rimbalzi: Dudley 18. Assist: Felton 6.

Golden State: Ellis 32 (12/17, 8/12 tl), Davis 30, Jackson 21. Rimbalzi: Ellis 8. Assist: Ellis 5.

Milwaukee Bucks-Seattle SuperSonics 118-106

Dopo aver totalizzato un 2/15 al tiro nelle partite perse contro Indiana e San Antonio, Charlie Villanueva aveva qualcosa da dimostrare e si è abbattuto come una furia sui Sonics. Per lui il massimo bottino stagionale, raggiungendo l’intervallo già a quota 21 punti e sforando i 30 in soli tre quarti di gioco. È stato lui a regolare la pratica insieme al compagno “di reparto” Andrei Bogut, data l’assenza degli infortunati Mo Williams e Yi Jianlian. Seattle ha dimostrato ancora una volta tutta la sua tenerezza (69 incassati già nei primi due quarti).

Milwaukee: Villanueva 32 (9/20, 3/6, 5/5 tl), Bogut 21, Bell 17, Mason 16, Redd 15. Rimbalzi: Bogut 13. Assist: Bogut, Redd e Ivey 7.

Seattle: Durant 23 (9/17, 0/1, 5/6 tl), Watson e Wilkins 17, Petro 11, Green e Collison 10. Rimbalzi: Petro 15. Assist: Watson 8

Memphis Grizzlies-New Jersey Nets 100-93

Juan Carlos Navarro era stufo di perdere. Il coach Marc Iavaroni anche. E allora con l’aiuto di un eccellente Hakim Warrick (massimo stagionale per punti) è arrivata una vittoria che mancava da nove partite e dallo scorso 12 febbraio. Decisivo il 4/4 di Kyle Lowry dalla lunetta nel finale, così come la difesa a zona dei Grizzlies che ha obbligato i Nets a tirare con il 39% dal campo nella seconda metà di gara con 1/9 da 3 punti.

Memphis: Warrick 25 (9/15, 7/8 tl), Miller 22, Milicic 16, Lowry 15, Gay 13. Rimbalzi: Milicic 11. Assist: Lowry 7.

New Jersey: Jefferson 22 (10/15, 0/3, 2/2 tl), Harris 20, Krstic 16, Carter 12, Williams 11. Rimbalzi: Krstic 9. Assist: Harris e Williams 8.

Los Angeles Clippers-Sacramento Kings 116-109 2ts

Per i Kings continua la serie nera contro le squadre della Pacific: la squadra di Reggie Theus non ha ancora vinto una sola partita delle 9 giocate contro una squadra della propria Division! Nemmeno contro i derelitti Clippers, malgrado un vantaggio di 17 lunghezze dopo nemmeno 3’ di terzo quarto (60-43 con Mikki Moore). Anzi, Sacramento ha subito la legge del rookie Al Thornton: 7 punti per chiudere i regolamentari (compresi i 2 del pareggio a 91), poi 13 punti nei due tempi supplementari, decisivi per far pendere la bilancia in favore dei rossoblu.

LA Clippers: Thornton 27 (8/18, 2/3, 5/10 tl), Maggette 25, Dickau 20, Kaman 17, Powell e Knight 10. Rimbalzi: Powell e Kaman 11. Assist: Maggette 8.

Sacramento: Udrih 25 (11/19, 3/4 tl), Moore 20, Douby 14, Salmons 13, Garcia 12. Hawes 10. Rimbalzi: Hawes 8. Assist: Garcia e Miller 5.

Gazzetta.it

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Che paura per Bargnani!

Una gomitata lo mette k.o.

Facile successo di Toronto a Miami, ma i Raptors vivono attimi di terrore quando Johnson stende l'azzurro con un colpo proditorio al viso: Andrea resta a lungo sul parquet. Tre denti danneggiati, escluse fratture: "Non ricordo nulla dello scontro, ma ora sono più tranquillo"

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Bargnani conclude da sotto sovrastando Johnson e Blount.

NEW YORK (Usa), 6 marzo 2008 - L’assenza di Chris Bosh questa volta non limita Toronto, che a Miami vince al termine di un match dominato dall’inizio alla fine. I Raptors si impongono 108-83 ma Andrea Bargnani spaventa non poco i tifosi della squadra canadese. L’azzurro, infatti, fa trattenere il fiato un po’ a tutti all’American Airlines Arena rimanendo per diversi minuti steso sul parquet dopo un brutto scontro con Alexander Johnson.

Succede tutto all’inizio del secondo tempo. Toronto, anche grazie alla buona vena del giocatore italiano, è avanti 55-44, quando l’azzurro attacca il canestro. Alexander Johnson non trova di meglio da fare che rifilare una gomitata in pieno volto all’ex cestista della Benetton. Bargnani crolla sul parquet e rimane a terra. Si capisce subito che si tratta di qualcosa di serio. Gli arbitri fischiano l’antisportivo a Johnson ma l’azzurro non si rialza. Ci vogliono diversi minuti prima che Bargnani, in chiaro stato confusionale, si rimetta in piedi e torni negli spogliatoi, non prima di aver realizzato entrambi i liberi. I segni della gomitata di Johnson sono subito evidenti sul viso di Bargnani, che va direttamente in sala raggi X. Si teme la frattura dello zigomo ma dopo diversi minuti arriva la buona notizia. Le radiografie escludono fratture, Bargnani e tutti i tifosi di Toronto possono così tirare un sospiro di sollievo.

A fine partita Andrea riesce anche a parlare con i giornalisti. "Sinceramente non ricordo l’impatto – dice l’ex prima scelta assoluta – ho avuto la vista annebbiata per qualche secondo, adesso sto meglio e sono più tranquillo". La bravata di Johnson lascia comunque Bargnani con tre denti danneggiati, un fortissimo mal di testa e diversi lividi sul volto. Ma per via della dinamica del contatto poteva sicuramente andare molto peggio. La squalifica del giocatore di Miami, adesso, sembra scontata.

Toronto, comunque, al di là dello spavento, gioca una signora partita, indirizzando subito il match nella direzione sperata grazie a un parziale di 16-0 nel primo quarto. Bargnani si fa rispettare sia in attacco che in difesa e alla fine chiude con 12 punti (2/7 da due, 2/3 da tre e 2/2 ai liberi), due assist e un recupero in 21’ di gioco. I Raptors, guidati da un eccellente Rasho Nesterovic, dopo un buon primo tempo scappano via nel terzo quarto, approfittando della scarsa intensità difensiva di Miami.

Gli Heat anche in attacco fanno grande confusione e si arrendono senza nemmeno combattere. Alla fine, così, Pat Riley non le manda a dire ai propri giocatori. "Non si può giocare in questa maniera – commenta l'arrabbiatissimo coach al termine della gara - purtroppo c’e’ qualcuno che non ha nemmeno un minimo d’orgoglio. Mi sono stancato degli alibi, adesso chi non ha voglia di giocare rimarrà in panchina fino al termine della stagione".

I Raptors, invece, tornano in Canada con un Bargnani mal ridotto, ma l’azzurro, dopo aver fatto spaventare un po’ tutti, incluso se stesso, sembra convinto di poter scendere in campo già venerdì contro i Wizards.

Miami: Banks 21 (4/5, 3/6), Davis, Wade 16. Rimbalzi: Marion 14. Assist: Banks, Wade 4.

Toronto: Nesterovic 16 (8/11, 0/1). Rimbalzi: Nesterovic 10. Assist: Calderon 13

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Messina verso Barcellona

Il tecnico del Cska, stasera contro Roma, è il più desiderato in Europa: "Cerco il cambiamento, ma so che nessuno mi può offrire quanto Mosca. L'Nba? Mi farebbero offerte da assistente e non mi ci vedo"

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Ettore Messina, 48 anni, terza stagione al Cska Mosca. Afp

MILANO, 6 marzo 2008 - Ettore Messina torna in Italia stasera, col Cska, dopo settimane nelle quali in Europa si è parlato molto del suo più che possibile approdo al Barcellona, se si qualificherà per l’Eurolega 2009, magari con Maurizio Gherardini g.m., e dei milioni di dollari che Mosca gli avrebbe offerto per trattenerlo. "E’ un momento delicato — ammette —, dobbiamo decidere cosa fare qui. Ci saranno di sicuro dei cambiamenti e bisogna capire se sono funzionale al nuovo progetto o se è meglio per tutti provare a prendere delle strade differenti. Voglio però rispettare i giocatori, non essere un motivo di disturbo. Non perché potrei andarmene, siamo tutti professionisti e vaccinati, ma perché quello che accadrà nel mio futuro non deve intralciare gli obbiettivi immediati".

- Cosa cerca?

"Il cambiamento, le novità sapendo che quello che ho a Mosca, a livello di budget e organizzazione, non lo potrò avere altrove. Cerco nuove persone con le quali confrontarmi. Ai vertici continentali, le personalità dei giocatori sono tali che generano rapporti intensi che bruciano molte energie nervose. Oggi io e la squadra corriamo il rischio di saper già quello che succederà tra noi prima che accada. Il risultato che riusciremo ad ottenere dipende anche da quanto sapremo ancora stupirci".

- Il mercato dei top coach europei è in subbuglio. Riuscite a lasciare un segno in questo basket?

"Lo spero. Non si tratta solo di vittorie, ma di un modo di giocare che ti rappresenta. Anche fuori campo. Mi hanno colpito le parole di Gilberto Benetton che ha ricordato come io avessi spinto il gruppo a puntare sempre al massimo, fungendo da stimolo continuo. So anche che la differenza tra uno stimolo e un lassativo è molto sottile".

- Nuovi stimoli vogliono dire anche nuovo gioco?

"Più un adeguamento della tua filosofia ai giocatori che hai a disposizione e al regolamento che cambia. Sono molto curioso di allenare con le nuove regole, oggi allo studio dalla Fiba, come l’allargamento dell’area e il tiro da tre punti più lontano, a 6.75".

- È d’accordo che l’Eurolega sia un po’ in stanca?

"Sì. Le squadre più forti sono entrate nelle Top 16 cloroformizzate da una prima fase senza stimoli. Credo che non si possa che rafforzare la stabilità insistendo su contratti pluriennali per i club più competitivi".

- Avete preso Khryapa dai Bulls. Cominciano i ritorni.

"Ce ne saranno sempre più. Khryapa è forte ma non riesce a esprimere una concentrazione massima su ogni dettaglio. Quello che quelli come lui non imparano nella Nba è la selezione delle priorità sotto pressione. Non c’è ancora paragone con uno Smodis".

- Sports Illustrated ha ribadito il suo possibile approdo nella Nba.

"Forse per la prima volta ascolterei con reale interesse delle offerte. Ma sarebbero da assistente. Se mi ci vedo? No".

- Cosa pensa dell’annuncio di 5 franchigie Nba in Europa?

"Un tentativo di Stern di spaventarci".

- Se ne andò dall’Italia perché stanco del clima anche nei suoi confronti. Come ci vede oggi?

"Siena l’ho sempre vista benissimo, con Roma abbiamo vinto all’ultimo secondo dopo una rimonta impossibile e non posso che considerarla molto. E credo che mi farà bene stare lontano dall’Italia ancora per un po’...".

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Licenziare il coach Nba?

Il super fan ci prova col web

L'allenatore di Denver è nel mirino di Andrew Feinstein, un vignettista che ha creato il sito "Cacciate George Karl": "Non ho niente contro di lui ma guadagna 3 milioni di dollari e non ha dato gioco a una squadra di talento"

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George Karl ha esordito nel 1984 a Cleveland. Reuters

MILANO, 6 marzo 2008 - Una crociata per salvare il resto della stagione dei Denver Nuggets. Il tutto chiedendo la testa dell'allenatore della squadra del Colorado, George Karl. L'idea è, ovviamente, di un tifoso, che per esternare il suo disagio non si è né incatenato né ha tirato oggetti sul parquet. Ha solo creato un sito Internet, particolare come la professione che esercita: il vignettista.

SUPER TIFOSO - Il sito si chiama firegeorgekarl.com, ovvero "licenziate George Karl". L'autore è Andrew Feinstein, disegnatore della serie "Girls & Sports", pubblicata su 125 quotidiani statunitensi. Feinstein, 32 anni, "tifoso dei Nuggets fin da quando era nel grembo di sua madre", dopo le due sconfitte subite da Denver contro Chicago e Milwaukee, non ci ha visto più, e ha affidato alla rete il proprio malcontento. Da domenica, giorno in cui è nato il sito, ad oggi, "Fire George Karl" ha già avuto diecimila contatti.

CI VUOLE LA MASCOTTE - "Non ho nulla contro Karl, grande allenatore e grande uomo - si legge nella home page, a firma Andrew Feinstein - però lui, pur guadagnando tre milioni di dollari a stagione, non è riuscito a dare un gioco alla squadra con più talento nella Nba. Perdiamo contro formazioni che hanno un record di vittorie sotto il 50% e rischiamo di essere esclusi dai playoff. Basta con la difesa porosa e l'improvvisazione negli schemi d'attacco". Il vignettista, quindi, chiede che l'allenatore dei Nuggets venga cacciato o che dia le dimissioni. Per questo motivo ha anche lanciato due sondaggi: "Chi al posto di Karl?" e "Che cosa dovrebbe fare Karl?". Le risposte, al momento, sono, rispettivamente: "Rocky, il leone mascotte dei Nuggets o Larry Brown in panchina", e "La società deve licenziare Karl".

SERGENTE DI FERRO - Va detto che Feinstein si è scelto un osso duro come avversario. Il tecnico di Denver, infatti, è quasi unanimemente riconosciuto come un sergente di ferro nel mondo della pallacanestro Usa. Da sempre, i pareri nei suoi confronti non contemplano le mezze misure: o lo si ama, o lo si odia. I risultati, pur altalenanti, gli hanno quasi sempre dato ragione. A Seattle ricordano bene la finale Nba raggiunta nel 1996 (persa 4-2 con la grande Chicago di Jordan e Pippen); mentre a Milwaukee ancora si mangiano le mani pensando a quella Gara 7 di finale della Eastern Conference del 2001, in cui Allen Iverson (attuale stella proprio dei Nuggets) batté praticamente da solo i Bucks. Certo, da quando è a Denver Karl non ha ancora superato un turno di playoff; ma quando ha saputo dell'esistenza del blog contro di lui ha detto: "Non credo sia importante dargli molta attenzione. Preferisco spendere le mie energie in altre faccende". Caro Feinstein, tanti auguri.

Gazzetta.it

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  • Amministratori

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Top 16 - Quarta Giornata

Mercoledì 5 Marzo 2008, ore 18.45

Partizan Igokea - Montepaschi Siena 78-75

Mercoledì 5 Marzo 2008, ore 19.15

Fenerbahce Ulker - Aris TT Bank 59-60

Mercoledì 5 Marzo 2008, ore 20.30

Tau Ceramica - Lietuvos Rytas 87-84

Mercoledì 5 Marzo 2008, ore 20.45

Unicaja - AXA FC Barcelona 62-61

Giovedì 6 Marzo 2008, ore 19.15

Zalgiris Kaunas - Real Madrid 69-83

Giovedì 6 Marzo 2008, ore 19.50

Maccabi Elite Tel Aviv - Olympiacos 82-87

Giovedì 6 Marzo 2008, ore 20.30

Lottomatica Roma - CSKA Moscow 54-82

Giovedì 6 Marzo 2008, ore 20.45

Panathinaikos - Efes Pilsen 78-75

Gruppo D

Montepaschi Siena 6

Partizan Igokea 4

Panathinaikos 4

Efes Pilsen 2

Gruppo E

Tau Ceramica 8

Fenerbahce Ulker 4

Lietuvos Rytas 2

Aris TT Bank 2

Gruppo F

Real Madrid 6

Maccabi Elite Tel Aviv 4

Olympiacos 4

Zalgiris Kaunas 2

Gruppo G

CSKA Moscow 6

AXA FC Barcelona 4

Unicaja 4

Lottomatica Roma 2

Playoff virtuali

Montepaschi Siena - Fenerbahçe Ulker

Real Madrid - Barcelona

Tau Ceramica - Partizan Belgrado

CSKA Mosca - Maccabi Tel-Aviv

(Fermate tutto!!! Il 2° e il 4° mi piacciono...)

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Il Cska demolisce Roma

La Lottomatica, all'andata beffata sulla sirena, viene travolta in casa nel ritorno di Eurolega da Mosca, allenata da Messina, che vince 82-54. Nel girone G i romani sono ultimi a due punti: qualificazione ora molto complicata

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Ettore Messina dà indicazione ai giocatori del Cska Mosca. Ciam/Cast

ROMA, 6 marzo 2008 - Demoralizzante. Per comprendere le dimensioni della lezione di basket che Messina assesta a Repesa, 82-54 alla fine, basti pensare che nei primi otto minuti di gara Mosca vola sul 21-3 senza lasciare un solo canestro dal campo alla Lottomatica Roma. I giocatori della Virtus, letteralmente incapaci di reagire e di trovare un solo spiraglio nel muro che si ritrovano davanti, vivono tutto il primo tempo assolutamente smarriti. Nella prima frazione, per Roma alla fine i canestri saranno due: quello di Gabini dopo 8 minuti e 24 secondi e quello all’ultimo secondo di gioco di Rodrigo De La Fuente. Pazzesco. Un incubo che ammutolisce l’intero Palalottomatica, incapace di reagire, al pari dei giocatori in campo, che chiudono sotto di 18 (28-10). E il bello è che Messina, coach del Cska, di fronte ad una tale maestosa rappresentazione, trova il modo di agitarsi alla ricerca di una perfezione che probabilmente nemmeno l’NBA conosce.

BATOSTA - Si torna in campo per i secondi dieci minuti e lo spartito è sempre lo stesso. Repesa a bordo campo è fermo a braccia conserte mentre Siskausklas fa saltare a vuoto Lorbek, o quando a velocità assolutamente ancestrale Holden taglia tutta la difesa, decide di non segnare ma di lanciare a canestro la sua armata. E quando a metà frazione Mosca è sul 40-19 e sul cubo dei cambi Smodis e Papaloukas sono pronti ad entrare, tutti cercano un nascondiglio nel quale rifugiarsi. E invece si intravede una sottile luce in fondo al tunnel che porta il nome di Ibrahim Jaaber: il folletto di New York guida un tenue 6-2 con Repesa che decide però di toglierlo dal campo per un Ukic che nella rimessa seguente regala palla a Holden per il 46-25 di Smodis. Alla pausa lunga 48-25 per Mosca. Terza frazione: dopo nemmeno due minuti Siskauskas infilza la preda. Segna due triple di fila in pochi secondi scrivendo imperiosamente la parola fine alla disputa: quella che segue è pura accademia.

MESSINA SHOW - Quello che segue è lo show sopraffino di una squadra, il Cska, allenata da un allenatore italiano, Ettore Messina, che in vantaggio per 67-40, a causa di un errore al tiro di Papaloukas, quasi entra in campo per la rabbia: "Assolutamente non voglio passare per perfezionista – spiega lo stesso Messina a fine gara - ma semplicemente cerco di trarre il meglio da qualsiasi situazione. Roma è squadra rispettabile, non dimentichiamo cosa aveva fatto a Mosca". E se alla fine si chiude solamente sotto di 30, parte del merito è tutta di Ibrahim Jaaber, l’unico ad alzare la testa nel mezzo della tormenta che si abbatte su Roma. Alla fine, tutto il Palalottomatica si alza in piedi ed applaude la meravigliosa partita dei russi: doveroso. E solo a quel punto, a coach Messina, scappa un leggero sorriso.

Lottomatica Roma: Jaaber 18, Lorbek 14, Ukic 8.

Cska Mosca: Siskauskas 25, Langdon 14, Holden 11.

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Houston, 17 porta fortuna

I Rockets dominano il derby texano con Dallas e conquistano la 17ª vittoria consecutiva, settima striscia di sempre nella Nba. Ginobili trascina San Antonio nella Noche Latina ("Los Spurs" sulle maglie), James ne fa "solo" 39 e Cleveland si arrende a Chicago

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Manu Ginobili, con la maglia special edtion "Los Spurs", va a canestro contro Granger. Ap

NEW YORK, 7 marzo 2008 - Diciassettesima vittoria consecutiva per Houston, che pareggia la settima serie più lunga di sempre nella storia della NBA. Chicago ferma Cleveland malgrado i 39 di LeBron James, mentre San Antonio con super Ginobili regola i Pacers e rimane in vetta a Ovest.

Dallas Mavericks-Houston Rockets 98-113

Il derby texano tra due delle principali sfidanti dei San Antonio Spurs si è giocato in un certo senso ad armi pari. Se a Houston mancava Yao Ming, Dallas non ha potuto schierare Dirk Nowitzki, squalificato dopo il durissimo fallo commesso l’altra sera su Andrei Kirilenko. I Rockets continuano la loro marcia da schiacciasassi, arrivano alla vittoria consecutiva numero 17 (allungando il record della franchigia) e forse mai come ieri sera hanno dato la dimostrazione di essere forti, fortissimi. "Noi ci crediamo - dice McGrady - Non sono sorpreso di come stiamo giocando: abbiamo una squadra piena di talento e tra di noi c’è una grossa intesa, per questo giochiamo duro ogni sera". T-Mac è stato il migliore dei suoi insieme a Rafer Alston, autore della sua miglior prestazione offensiva stagionale. Dopo due quarti di sostanziale equilibrio, ma sempre con i Rockets a condurre il gioco: +7 con 4 punti in fila di Landry, 35-28 a 9’18 dall’intervallo, +8 con Scola a 3’01 sul 47-39 poi rimonta di Dallas fino al -2, 52-50. Poi, nel terzo quarto, la fuga: ancora +7 con la tripla di Battier con 7’50 nel 3° quarto, poi si scatena Alston con 11 punti in 3’ (79-66 a 4’05 dall’ultima pausa), e infine McGrady in chiusura di quarto firma il +17 (87-70). Nell’ultimo quarto Dallas non reagisce, anzi, Bobby Jackson regala il +21 a Houston (102-81 a 6’47 dalla fine). "Ci hanno letteralmente dominati, in ogni parte del campo - riconosce Jason Terry - Però è una cosa che non possiamo concedere a nessuno. Non esiste una squadra che non possiamo battere", ammonisce però l’ex Atlanta.

Dallas: Howard 21 (7/17, 1/2, 4/6 tl), Terry 17, Stackhouse 11. Rimbalzi: Dampier 8. Assist: Kidd 6.

Houston: McGrady 31 (12/20, 1/3, 4/5 tl), Alston 24, Landry 17, Scola 12, Jackson 10. Rimbalzi: Scola 9. Assist: McGrady 9.

Chicago Bulls-Cleveland Cavaliers 107-96

Se così si può dire, LeBron James offre una prestazione di tono "minore" (rispetto alla fantascienza messa in mostra a New York) e i Bulls guidati da Deng, Gordon e una prestazione mostruosa del rookie Noah (nella serata del ritorno a Chicago di Ben Wallace dopo lo scambio) colgono una vittoria se non altro di prestigio, in questo momento della stagione. "The King" ha tenuto in piedi i Cavs come sempre, ma la sua squadra ha pagato il suo 3/12 dal campo nella seconda metà di gara. Il coach Mike Brown non l’ha presa benissimo: "Dobbiamo capire chi vogliamo essere. Una squadra che segna in trasferta 110 punti e vince qualche partita o una squadra da playoff che sa essere anche dura quando serve per vincere le partite importanti?". I Bulls hanno messo la partita sui binari giusti nel terzo quarto, quando hanno costruito un parziale di 17-0 in 5’ (66-53 a 4’01 dalla fine del 3q) con 7 punti di Deng, e poi con 9 punti consecutivi di Gordon per il +17 (80-63 con 1’ da giocare nel 3q).

Chicago: Deng 23 (8/18, 7/11 tl), Gordon 23 (5/11, 4/5), Noah 13, Gooden e Hughes 12, Nocioni 11. Rimbalzi: Noah 20. Assist: Hinrich 7.

Cleveland: James 39 (11/19, 2/8, 11/12 tl), Brown 15, Szczerbiak 14. Rimbalzi: Wallace e Varejao 10. Assist: Brown 4.

San Antonio Spurs-Indiana Pacers 108-97

Malgrado l’espulsione di coach Gregg Popovich e una rara brutta partita offensiva di Duncan (6 punti con 3/11), i campioni in carica hanno ottenuto la loro undicesima vittoria consecutiva mantenendosi al top della Western Conference. Ancora senza gli infortunati Tinsley e O’Neal, Indiana ha resistito per mezza partita (50-48), poi gli Spurs iniziano il terzo quarto con un parziale di 14-4 chiuso dalla tripla di Tony Parker (64-52 con 8’02 nel 3q), e quando anche Bruce Bowen si iscrive alla partita in termini offensivi non c’è più storia (due triple consecutive, 74-59 a 3’48 dall’ultimo intervallo). Una curiosità: per festeggiare la "Noche Latina", i padroni di casa avevano scritto sulle canotte "Los Spurs" anziché semplicemente il nome della squadra.

San Antonio: Ginobili 28 (10/12, 0/1, 8/9 tl), Parker 19, Bonner 15, Finley 12. Rimbalzi: Duncan 12. Assist: Parker 5.

Indiana: Granger 22 (9/17, 0/6, 4/4), Dunleavy e Murphy 13, Diener e Murray 11. Rimbalzi: Foster, Murphy e Granger 6. Assist: Diener 3.

Gazzetta.it

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Johnson dai Suns a sindaco

"Il 3 giugno votate per me"

L'ex-guardia di Phoenix, tre volte All Star, si è candidato a primo cittadino di Sacramento. "Serve un cambiamento e serve ora". La sua vita dopo il ritiro nel 2000 e i precedenti simili

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Kevin Johnson, 42 anni, ex-guardia di Phoenix. Hoopedia

SACRAMENTO (Usa), 7 marzo 2008 - Due giorni fa Kevin Johnson è salito sul palco del vecchio Guild Theater, a Sacramento, nel quartiere di Old Park, dove è nato e cresciuto. Davanti alla folla che lo acclamava, l'ex guardia dei Phoenix Suns, tre volte All Star, ha annunciato: "Sì, mi candido a sindaco. Votate per me il prossimo 3 giugno".

KJ VS FARGO - Non sarà una corsa facile quella del 42enne Johnson alla poltrona di primo cittadino della capitale della California. Dovrà sfidare Heather Fargo, sindaco in carica che punta al terzo mandato. Ma KJ non molla: "Abbiamo bisogno di un cambiamento, e ne abbiamo bisogno ora - ha detto nel suo discorso al Guild Theater -. Ho parlato con molta gente il mese scorso, chiedendo quali siano i problemi principali che si avvertono a Sacramento: troppa burocrazia, inefficienza e una certa stanchezza da parte del governo cittadino. Credo di poterli risolvere".

FILANTROPO - Da quando si è ritirato, nel 2000, dopo dodici anni di Nba, Kevin Johnson ha dedicato quasi tutto il tempo a disposizione alla sua città natale; in particolare attraverso la Saint Hope, un'associazione di beneficienza da lui fondata e diretta che ha anche ristrutturato il Guild Theater. Attualmente i sondaggi non danno indicazioni molto chiare: il 29% voterebbe l'ex guardia dei Suns, il 28% la Fargo, ma tutti gli altri sono ancora indecisi. Tra gli interpellati, il 36% ritiene che l'attuale sindaco abbia governato bene, mentre il 35% giudica negativamente il secondo mandato della signora Heather.

CARI COLLEGHI - Un giocatore di basket in politica? Johnson non sarebbe il primo. Basti pensare a Bill Bradley, ex stella, tra l'altro, dell'Olimpia Milano, che dal parquet è addirittura arrivato al Congresso degli Stati Uniti. Senza dimenticare Barack Obama, attuale concorrente alle primarie del Partito Democratico, il quale ai tempi del college aveva "assaggiato" la palla a spicchi. In pochi, forse, sanno di un altro ex della Nba, Terry Dehere: l'ex prima scelta dei Clippers, oggi è membro, oltre che del Partito Democratico, dell'ufficio educazione di Jersey City.

PRECEDENTI - Ma di sportivi, in generale, entrati in politica è pieno il mondo. In Italia basti pensare a Pietro Mennea e Gianni Rivera: oppure, all'estero, a Sebastian Coe (l'ex primatista degli 800 metri, parlamentare in Inghilterra dal 1992 al 1997) o a Gregorz Lato (attaccante della nazionale polacca, senatore nel suo Paese dal 2001 al 2005), fino al caso di George Weah, candidato, senza successo, alla presidenza della Liberia tre anni fa. Ora tocca a Kevin Johnson che, vincendo, potrebbe andare a formare un ticket tutto particolare con il governatore della California, Arnold Schwarzenegger: anche lui, ex sportivo. La rincorsa, da Old Park, è partita.

Gazzetta.it

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Bargnani fa il Mago

ma a Toronto non basta

Migliore in campo, mette a referto 27 punti, cinque rimbalzi e un assist, ma i Raptors si devono arrendere in casa a Washington che vince 110-106 al supplementare

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Un testa a testa fra Andrea Bargnani (a destra) e Darius Songalia. Ap

NEW YORK, 8 Marzo 2008 - Niente da fare per i Raptors che, sempre privi dell’infortunato Chris Bosh, si devono inchinare davanti ai Wizards. Toronto inizia nel peggiore dei modi, poi torna in partita grazie a un buon terzo quarto. ma alla fine si fa superare 110-106 al supplementare. Ancora una volta Andrea Bargnani gioca un’ottima partita tra le mura amiche.

TRASCINATORE - L’azzurro, regolarmente in campo nonostante il brutto fallo subito mercoledì a Miami, tiene in partita i padroni di casa nel loro momento peggiore, il primo quarto, trascina il match al supplementare realizzando due liberi nel finale e alla fine chiude con 27 punti (4/9 da due, 5/9 da tre, 4/6 ai liberi) cinque rimbalzi e un assist in 48’ di gioco. Toronto nel primo quarto fa tantissima fatica in attacco. Bargnani realizza tutti i primi otto punti messi a referto dalla squadra di casa che va sotto anche di 11 lunghezze non riuscendo a contenere Antawn Jamison e un sorprendente Darius Songaila.

WIZARD PELLE DURA - I Raptors nel primo quarto segnano 20 punti (10 firmati dal giocatore italiano) e possono considerarsi fortunati se devono inseguire solamente di nove lunghezze. Nel secondo periodo sale in cattedra Carlos Delfino, Bargnani firma un paio di triple pensati e Toronto prova ad accorciare lo svantaggio, ma i Wizards in attacco continuano a farsi rispettare e vanno al riposo avanti 53-45. Nel terzo quarto però si scalda Jose Calderon. Lo spagnolo inizia a trovare confidenza con il canestro e Washington, sempre priva del solito Gilbert Arenas (il cui rientro però sembra vicino) e di Caron Butler, va in affanno. Toronto piazza un parziale da ko (16-0) e prende in mano le redini del match. I Wizards però traballano ma non vanno al tappeto e rispondono al break dei padroni di casa giocando alla grande nell’ultima frazione.

MINUTI FATALI - La gara si decide negli ultimi minuti. Un canestro di DeShawn Stevenson porta gli ospiti al +2 ma Andrea Bargnani, mandato in lunetta dal fallo di Jamison, realizza due liberi a 13’’ dalla sirena, trascinando il match al supplementare. Nell’overtime Andray Blatche e Jamison trovano canestri pesanti e i Wizards così riescono a violare il parquet dell’Air Canada Center. “L’assenza di Bosh ci penalizza molto – commenta Anthony Parker – ma non dobbiamo cercare alibi. La verità è che non siamo riusciti a produrre nei momenti importanti del match”.

Toronto: Bargnani 27 (4/9, 5/9), Calderon 20, Delfino 17, Parker 15. Rimbalzi: Nesterovic 12. Assist: Calderon 9.

Washington: Jamison 25 (8/18, ¼), Mason 18. Rimbalzi: Jamison 16. Assist: Stevenson 7.

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Denver ferma San Antonio

Sesto tonfo per O'Neal

Ginobili non basta: Iverson fa la differenza e con un dito dolorante trascina i Nuggets. Phoenix cade in casa contro Utah: per Shaquille ancora k.o. Tutto facile per Golden State (senza Belinelli) a Miami

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Allen Iverson fa la differenza contro San Antonio. Reuters

NEW YORK, 8 maqrzo 2008 - Sesta sconfitta in nove gare per Shaquille O'Neal con la maglia di Phoenix, Denver interrompe la striscia vincente di San Antonio e i Lakers agguantano i campioni in vetta alla Western Conference. Vincono anche Boston e Detroit, tutto facile per Golden State (senza Belinelli) a Miami.

Phoenix Suns-Utah Jazz 118-126

Adesso lo possiamo dire: Phoenix è ufficialmente una squadra in crisi. Dall’arrivo di Shaquille O’Neal i Suns hanno vinto 3 partite perdendone 6, crollando nell’ultimo quarto contro la squadra di Jerry Sloan. Phoenix è stata avanti per tutta la partita, arrivando a +11 a 39.9 secondi dalla fine del terzo quarto con due tiri liberi di Raja Bell (94-83). Carlos Boozer ha segnato 17 punti nel secondo tempo, addirittura Kyle Korver ha messo tutti i suoi 14 nell’ultimo quarto, iniziato con un 12-2 per andare in vantaggio con Deron Williams (97-96 a 8’42 dalla fine) e chiuso dai Jazz con un parziale devastante di 41-24. Sono stati proprio Korver e Boozer a spezzare l’equilibrio nel finale, con un 6-0 chiuso dall’ex Duke a 1’18 dalla fine (120-114) che ha dato la partita tatticamente in mano agli ospiti. “Siamo stati molto aggressivi nel secondo tempo”, dice Carlos Boozer, “riuscendo bene ad alzare il ritmo e conquistandoci molti tiri liberi”. “Penso che loro si stiano adattando a Shaq”, analizza Deron Williams. “Con lui in area non possono correre come facevano con Marion, devono capire quando possono spingere e quando invece devono ragionare”.

Phoenix: Stoudemire 37 (12/14, 0/2, 13/18 tl), O'Neal 20, Bell 19, Nash 17. Rimbalzi: Stoudemire 8. Assist: Nash 15.

Utah: Okur 25 (5/12, 4/6, 3/3 tl), Williams 25 (11/17, 0/1, 3/5 tl), Boozer 23, Korver 14, Harpring 12, Millsap 11, Brewer 10. Rimbalzi: Okur 14. Assist: Williams 15.

Los Angeles Lakers-Los Angeles Clippers 119-82

Con il 61% delle triple a segno è stata una serata assolutamente facile per i gialloviola nel derby di Los Angeles. “Li abbiamo messi sotto pressione, obbligandoli a fare cose per loro inusuali”, ha commentato alla fine Kobe Bryant. Nella seconda metà di gara i Lakers hanno tirato un incredibile 12/17 da fuori, spiegando meglio il parziale di +29 ottenuto nel terzo e ultimo quarto. I Clippers, a oggi, non sono una sfida per una squadra capace di vincere 13 delle ultime 14 partite e di lottare per il vertice della Western.

LA Lakers: Fisher 17 (4/7, 3/4), Bryant 16, Odom 15, Turiaf 13, Radmanovic, Gasol e Farmar 10. Rimbalzi: Gasol 11. Assist: Gasol e Turiaf 5.

LA Clippers: Maggette 22 (7/15, 1/3, 5/6 tl), Kaman 14, Mobley 13, Powell 12. Rimbalzi: Kaman 11. Assist: Maggette 4.

Denver Nuggets-San Antonio Spurs 109-96

Termina qui la serie di 11 vittorie dei campioni in carica, che vengono raggiunti dai Lakers in vetta all’equilibratissima Western Conference. Iverson ha giocato una grande partita malgrado un infortunio a un dito nel primo tempo, ma è stato vitale il contributo di Smith e Najera dalla panchina (34 punti con 14/20 dal campo per loro). Decisiva la grande difesa dei Nuggets nel terzo quarto (34-19 il parziale), iniziato con gli Spurs a +8, per ribaltare l’inerzia della gara, che Denver non mollerà più. Anzi, a 6 minuti dalla fine arriverà il +15 con la tripla di Smith.

Denver: Iverson 29 (8/13, 2/3, 7/10 tl), Anthony 25, Najera 19, Smith 15. Rimbalzi: Camby 13. Assist: Iverson 9.

San Antonio: Ginobili 24 (7/12, 2/5, 4/4 tl), Duncan 23, Bowen 11. Rimbalzi: Duncan 9. Assist: Parker 6.

Boston Celtics-Chicago Bulls 116-93

Ancora niente Sam Cassell, ma ha esordito PJ Brown per i Celtics, a partita abbondantemente chiusa. È arrivata la settima vittoria consecutiva per il Big Three e compagni, con sei uomini in doppia cifra e 20 punti di vantaggio da gestire dopo appena due quarti (63-43). Rivers ha potuto far riposare tutto il suo quintetto base nell’ultimo quarto, dando ampio spazio anche a Scalabrine, House, Tony Allen e Posey. “Sembrava veramente che non potessimo opporre nulla al loro gioco”, ha detto a fine partita il coach dei Bulls Jim Boylan.

Boston: Pierce 22 (4/8, 2/4, 8/8 tl), Garnett e Rondo 16, Perkins 14, R. Allen 11, Powe 10. Rimbalzi: Perkins 11. Assist: Pierce e House 5.

Chicago: Gordon 20 (3/8, 3/8, 5/5 tl), Hughes 16, Deng 13, Duhon 11, Noah 10. Rimbalzi: Gray 8. Assist: Gordon 4.

New York Knicks-Detroit Pistons 97-101

Rasheed Wallace e Richard Hamilton sono rimasti seduti per più di mezza partita, e allora i panni del leader li ha vestiti Tayshaun Prince. Per lui anche il canestro decisivo del 99-95 a 9.9 secondi dalla fine. I Knicks erano riusciti a rimontare dal -13 nel secondo quarto pareggiando a 53 all’intervallo con 2 punti di Nate Robinson, poi sono rimasti in gara: niente lieto fine, però, come accade troppo spesso. “La differenza tra noi e una squadra da titolo”, dice Jamal Crawford, “è che loro sanno sempre dove andare e cosa fare nei momenti importanti”.

New York: Curry 23 (8/13, 7/9 tl), Crawford 17, Jones 16, Robinson 14, Lee 12. Rimbalzi: Lee 15. Assist: Crawford 6.

Detroit: Prince 28 (8/13, 1/4, 9/9 tl), Stuckey 13, Billups e Maxiell 12. Rimbalzi: Prince 7. Assist: Billups 5.

New Orleans Hornets-New Jersey Nets 107-96

C’è sempre il favoloso Chris Paul a menare le danze, c’è anche la miglior prestazione (8/9 al tiro) nella giovane carriera del rookie Julian Wright, ottimo nei 30 minuti in campo (ancora per via dell’infortunio di David West). Gli Hornets hanno iniziato a comandare la partita nel terzo quarto, aperto con un parziale di 16-2 (59-48), poi 9 punti in un amen di Wright hanno dato il +18 Hornets nell’ultimo quarto (89-71). “Bla, Bla, Bla. Le solite banalità. Non abbiamo dato il 100%, non abbiamo giocato di squadra, non abbiamo dato tutto ecc. ecc.”: la frustrazione dei Nets nel commento di Richard Jefferson.

New Orleans: Paul 25 (7/11, 0/3, 11/11 tl), Wright 20, Chandler 19, Stojakovic 15. Rimbalzi: Chandler 10. Assist: Paul 16.

New Jersey: Jefferson 27 (11/19, 1/3), Carter 19, Harris 17, Krstic 14, Williams 10. Rimbalzi: Krstic 11. Assist: Carter 10.

Miami Heat-Golden State Warriors 99-134

Tutto molto, troppo facile per la squadra di Don Nelson, che non ha portato neanche nei 12 il nostro Marco Belinelli. Miami era in condizioni disastrose, con appena sette giocatori abili e senza la loro stella Dwyane Wade, out per un problema al ginocchio. Addirittura gli ultimi quattro minuti e mezzo con un solo cambio, perché anche Udonis Haslem si è fatto male alla caviglia. E sabato bisognerà recuperare quei 51.9 secondi ad Atlanta, in virtù del famoso errore nella segnalazione del tavolo degli ufficiali di gara che portò a sospendere il risultato della gara del 19 dicembre.

Miami: Banks 20 (9/13, 0/4), Quinn 20 (4/6, 4/;), Marion e Haslem 17, Davis e Williams 10. Rimbalzi: Davis 12. Assist: Davis e Banks 4.

Golden State: Jackson 22 (3/7, 5/;), Harrington 17, Ellis 16, Pietrus e Davis 15, Azubuike 12. Rimbalzi: Pietrus 9. Assist: Davis 10.

Philadelphia 76ers-Seattle SuperSonics 117-83

“Vincere è la cosa principale, ma ogni tanto è bello anche divertirsi”. Il pensiero è di Samuel Dalembert, che ha ottenuto l’una e l’altra cosa con una eccellente prestazione individuale sotto canestro. Per Philadelphia è l’ottava vittoria casalinga consecutiva, e il traguardo dei playoff si fa sempre più concreto. Iguodala e compagni non hanno concesso scampo ai Sonics nella seconda metà di gara (56-31 il parziale). “Siamo stati pessimi: i giocatori, lo staff tecnico, tutti quanti”, commenta un amaro PJ Carlesimo.

Philadelphia: Dalembert 22 (10/11), Iguodala e Young 188, Evans, Green, Miller e Smith 10. Rimbalzi: Dalembert 13. Assist: Iguodala 7.

Seattle: Wilcox 20 (9/13), Durant 14, Green 12. Rimbalzi: Petro e Collison 5. Assist: Watson 5.

Milwaukee Bucks-Portland Trail Blazers 101-103

Decisivo LaMarcus Aldridge a 2.4 secondi dalla fine, con il suo tiro dalla media che ha consegnato la vittoria agli ospiti, trovato molto bene sulla linea di fondo da Brandon Roy che aveva attirato l’aiuto di Bogut. I Bucks erano riusciti ad andare anche a +8 nell’ultimo quarto (89-81 a 7’30 dalla fine con 2 punti di Ivey, titolare per una sera al posto di Mo Williams), ma i Blazers avevano risposto con un 16-2 sempre con Aldridge protagonista (6 punti nel parziale). I 9 punti nel finale di Michael Redd sono bastati fino al 101 pari, prima della prodezza di Aldridge.

Milwaukee: Redd 25 (9/16, 1/4, 4/5 tl), Villanueva 16, Mason e Bell 15, Bogut e Ivey 12.

Portland: Aldridge 29 (14/20), Blake 21, Roy 20, Webster 17. Rimbalzi: Przybilla 15. Assist: Roy 10.

Charlotte Bobcats-Atlanta Hawks 108-93

Malgrado l’assenza di Gerald Wallace, un eccellente Raymond Felton e ancora una buonissima partita del rookie Jared Dudley sono alla base del quarto successo consecutivo (record di squadra) di Charlotte, mentre per Atlanta è la terza sconfitta di fila con oltre 100 punti subiti. “Finché non capiremo che bisogna difendere non andremo da nessuna parte”, commenta Mike Woodson, il coach degli Hawks. Matt Carroll (5/6 da 3) ha indirizzato la gara con 8 punti a cavallo tra terzo e ultimo quarto per il +11 (83-72).

Charlotte: Felton 23 (6/11, 2/2, 5/8 tl), Carroll 21, Okafor 16, Richardson e Dudley 13. Rimbalzi: Okafor 15. Assist: Felton 11.

Atlanta: Johnson 20 (5/12, 1/4, 7/10 tl), Horford 18, Williams 17, Bibby 11. Rimbalzi: Horford 11. Assist: Bibby 10.

Sacramento Kings-Minnesota Timberwolves 103-111

Non è bastato un clamoroso Kevin Martin (miglior prestazione in carriera) per permettere ai Kings di battere una delle peggiori formazioni della Lega. I Timberwolves hanno giocato molto bene di squadra (25 assist e 11 palle perse), riuscendo a gestire molto bene il vantaggio accumulato nei primi due quarti (57-44) e godendosi una grande partita di Craig Smith dalla panchina. “È stata la nostra miglior partita in trasferta in tutta la stagione, abbiamo mosso molto bene la palla”, ha detto Randy Foye a fine gara.

Sacramento: Martin 48 (10/18, 2/5, 22/24 tl), Salmons 15, Udrih 13. Rimbalzi: Miller 8. Assist: Udrih 7.

Minnesota: McCants 22 (3/7, 3/4, 7/7 tl), Jefferson 21, Smith 18, Gomes 17. Rimbalzi: Jefferson 13. Assist: Foye e Brewer 5.

Gazzetta.it

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Pesaro torna a splendere

La Scavolini, reduce da 5 sconfitte in 7 gare, batte con un perentorio 95-80 l'Eldo Napoli che aveva vinto 5 delle ultime 6 partite. Alle 21 si gioca Treviso-Udine

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Brokenborough, 30 anni, a canestro contro Malaventura. Ciam/Cast

MILANO, 8 marzo 2008 - Con il 26° turno il campionato di serie A inaugura l'anticipo televisivo del sabato alle 14.30 in aggiunta a quello serale delle 21.

Scavolini Pesaro-Eldo Napoli 95-80

Sfida in chiave playoff a inaugurare il nuovo primo pomeriggio di Sky Sport, con la Scavolini (di nuovo quinta) che domaNapoli sfiancandola da subito. Per gli uomini di Bucchi un leggero calo in un periodo di grazia può anche starci, seppur per la classifica sia deleterio. Lungo applauso per Ario Costa, ex di turno assieme a Malaventura e Flamini. Sacripanti riesce a non lasciare tiri pesanti alla Eldo (0/7 nel primo quarto), ma viene punito da sotto. Rocca è devastante e i rimbalzi offensivi azzurri (9 in 10’) sono una croce. Slay è travolgente e Fultz detta splendidamente i ritmi nonostante molti giorni di influenza. 33-21 al 14', 46-27 al 18'. La Vuelle si allontana con il tiro da tre e con il contributo di tutti. Fioccano i contropiedi e anche dopo l’intervallo lungo la Scavolini mostra il suo lato migliore. Nuovo allungo sul 59-35, poi Jumaine Jones decide di farsi vedere e piazza un paio di canestri, imitato da Thomas: 59-42, ma è solo un sussuslto. Pesaro rimette la quinta e vola a quota 72 punti (contro 47) dopo appena 27 minuti di gioco. I ritmi sono vertiginosi, il break successivo è dei partenopei, che si riportano a -15 al terzo gong. Sacripanti va col quintetto “difensivo”, ma il protagonista diventa Monroe. Pesaro non chiude mai il match e gli ospiti ci credono: 74-64 in apertura di quarto periodo. L’affanno è comune a entrambe le squadre, ma i locali hanno dalla loro un buon margine accumulato. E sanno mantenerlo

Pesaro: Slay 19, Hicks 16, Pasco 13

Napoli: Monroe 27, Jones 17, Blums 10, Rocca 10

Gazzetta.it

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Il paragone è un po' azzardato perchè oltre alla differenza attualmente abissale che c'è tra arenas e belinelli un po' in tutte le componenti del gioco, arenas comunque il campo lo vedeva, anche il primo anno, anche se era indubbiamente molto sottovalutato...

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Benetton Treviso-Snaidero Udine 83-68

Due punti importanti per la Benetton Treviso, che vince il derby del Triveneto contro la Snaidero nell’anticipo della nona giornata di ritorno e si allontana dalla zona retrocessione. Buona la partita del quintetto di coach Mahmuti, che trova in Reece Gaines un incredibile ispiratore: l’ex Biella entra bene in partita e stende i friulani già nei primi due quarti (14 punti con 4/6 da tre per lui all’intervallo lungo), chiusi dai biancoverdi già sopra di 18 punti. Complice anche un approccio alla gara decisamente morbido della Snaidero, che patisce la giornata no di Jerome Allen e Penberthy, e fatica a trovare spazi nella difesa trevigiana con il pacchetto lunghi in evidente impaccio (anche contro l’ottimo baby Andrea Renzi). Nel secondo tempo i ragazzi di coach Pancotto provano il tutto per tutto, ma la reazione dura qualche manciata di minuti e non ha i risultati sperati (Udine arriva al massimo fino a –11). Poi Treviso spinge di nuovo sull’acceleratore, trascinata ora da Mario Austin. L’americano riconquista l’affetto dei tifosi grazie ad una gara a tutto tondo: per lui punti (24), difesa e rimbalzi (9).

Treviso: Austin 24, Gaines 17, Mordente 13, Chalmers 11

Udine: Penberthy 14, Antonutti 12, Allen 11, Schultze 10

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Atlanta vince due volte

Houston fa 18 di fila

Gli Hawks vincono due partite in una sola sera recuperando anche i 51,9 secondi rimasti in sospeso con Miami dal 19 dicembre. I Rockets non si fermano più e si avvicinano alla vetta della Western Conference. Nowitzki diventa il miglior marcatore di tutti i tempi di Dallas

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Atlanta si difende sotto cabnestro. Afp

NEW YORK, 9 marzo 2008 - Curioso ad Atlanta, dove gli Hawks vincono due partite in una sola sera recuperando i 51.9 secondi rimasti in sospeso con Miami dal 19 dicembre. Vittoria consecutiva numero 18 per Houston che si avvicina alla vetta della Western Conference. Nowitzki diventa il miglior marcatore di tutti i tempi di Dallas. Bene Boston a Memphis, Cleveland vince ancora con super LeBron.

Atlanta Hawks-Miami Heat 97-94

Doppietta in una sera per gli Atlanta Hawks, che si ripiazzano per l’ottavo posto nei playoff (26-36 il record): la serata è iniziata con il recupero dei 51.9 secondi relativi alla gara del 19 dicembre dal risultato sospeso sul 114-111, in virtù delle proteste di Miami per un sesto fallo di Shaquille O’Neal erroneamente segnalato dal tavolo. Il punteggio è rimasto identico e quindi gli Hawks hanno festeggiato la prima vittoria della serata, prima di giocare dopo un quarto d’ora di pausa la partita regolarmente programmata in calendario. “È stata una cosa stranissima giocare 51 secondi prima di un’altra partita”, ha commentato Wade, “ma è stato divertente”. Anche l’arbitro Scott Foster non si è risparmiato una battuta: “I 51 secondi? Il miglior arbitraggio della mia carriera, nemmeno un errore!”, ha detto divertito. E con un Joe Johnson favoloso gli uomini di Mike Woodson hanno fatto due su due. La gara l’avevano iniziata meglio gli ospiti (26-33 dopo il primo quarto), rientrati però offensivamente nei ranghi con il passare dei minuti. Atlanta ha rimontato e toccato anche 9 punti di vantaggio nel terzo quarto (tripla di Bibby e schiacciata di Childress per il 76-67), mentre Miami non è riuscita a concretizzare il suo tentativo di rimonta nell’ultimo minuto, quando Wade e Davis hanno sbagliato da fuori.

Atlanta: Johnson 39 (10/17, 5/10, 4/4 tl), Smith 13. Rimbalzi: Smith 8. Assist: Johnson 8.

Miami: Davis 27 (6/9, 5/7), Wade 24, Marion 14, Blount 13. Rimbalzi: Marion 13. Assist: Wade 8.

Houston Rockets-New Orleans Hornets 106-96

Diciotto. Sono tante le vittorie consecutive dei Rockets, che agganciano New Orleans al terzo posto della Western Conference e sembrano non sentire ancora gli effetti dell’infortunio di Yao Ming (e non c’era nemmeno Landry). “Ma noi non pensiamo ai record, ci stiamo preparando ai playoff”, assicura McGrady, “perché in passato abbiamo avuto altri momenti positivi in regular season. Ora vogliamo essere concreti anche dopo”. T-Mac ha indicato la via ai compagni con la sua quarta gara stagionale con oltre 40 punti a segno. Houston ha preso in mano la gara con un 14-0 nel secondo quarto (con 8 di McGrady, 40-28 a 5’54 dall’intervallo) e ha chiuso la partita con un 10-2 per iniziare l’ultimo quarto, con le triple di Head e Battier per rispondere al solito immenso Chris Paul (91-74 a 9’55 dalla fine). Per i Rockets è stata la dodicesima vittoria in casa, la serie più lunga dalla stagione 1993-94, che i texani terminarono vincendo il titolo.

Houston: McGrady 41 (14/19, 3/8, 4/4 tl), Alston 20, Battier 10. Rimbalzi: Hayes 9. Assist: McGrady 9.

New Orleans: Paul 37 (12/21, 3/5, 4/4 tl), Chandler 15, Stojakovic 13, Peterson 12. Rimbalzi: Chandler 16. Assist: Paul 11.

Utah Jazz-Denver Nuggets 132-105

Un festival offensivo di Mehmet Okur ha lanciato i Jazz in un secondo quarto da record (43-28): il centro turco ha messo quattro delle sue sei triple (record in carriera) in questa frazione della gara, e Utah ha chiuso avanti all’intervallo addirittura per 77-54. Impotenti i Nuggets, che hanno dimostrato una volta di più la loro fragilità difensiva. Per i Jazz è la diciottesima vittoria consecutiva in casa, ne manca una sola per pareggiare il record della franchigia, ma soprattutto hanno messo quattro partite di distanza su Denver per la leadership della Northwest Division.

Utah: Okur 27 (3/4, 6/7, 3/4 tl), Boozer 23, Millsap 16, Williams 14, Miles 13, Korver 12, Harpring 10. Rimbalzi: Boozer e Okur 11. Assist: Williams 16.

Denver: Iverson 28 (9/14, 1/3, 7/10 tl), Anthony 24, Smith 16, Kleiza 14. Rimbalzi: Camby 9. Assist: Iverson e Carter 4.

Dallas Mavericks-New Jersey Nets 111-91

Jason Kidd affrontava per la prima volta la sua ex squadra, e i Mavs hanno interrotto una pericolosa serie di tre sconfitte regolandoli già nella prima metà di gara (52-34). Bella serata per Brandon Bass, al suo massimo in carriera, ma soprattutto per Dirk Nowitzki, che ha superato di un punto Rolando Blackman nella classifica dei migliori realizzatori di sempre dei Mavericks (16.644 punti per il tedesco). Blackman lo ha incoronato: “È bellissimo vedere qualcuno come lui diventare una grande star. Sono felice che sia stato Dirk a battere il mio record”. Nowitzki si sta ritagliando uno spazio come futura leggenda della NBA: da quando è entrato nella NBA (stagione 1998-99) solo Kobe Bryant e Allen Iverson hanno segnato più punti di lui.

Dallas: Nowitzki 34 (8/15, 2/3, 12/12 tl), Stackhouse 20, Bass 19. Rimbalzi: Nowitzki e Allen 9. Assist: Kidd 13.

New Jersey: Jefferson 22 (7/17, 8/10 tl), Williams 15, Carter e Nachbar 13. Rimbalzi: Nachbar 9. Assist: Carter 3.

Orlando Magic-Golden State Warriors 95-104

Per una volta, Baron Davis e compagni hanno vinto con la difesa. Dopo un bell’inizio degli Orlando Magic (34-22 a 1’39 dalla fine del 1q con la tripla di Bogans), i Warriors hanno letteralmente messo il lucchetto al proprio canestro, concedendo appena 59 punti con il 36% dal campo ai padroni di casa negli ultimi tre quarti, malgrado l’inevitabile doppia-doppia di Dwight Howard. Golden State ha vinto la partita sul piano dell’aggressività: 27-7 nei punti in contropiede, 12-2 sui secondi tiri, 33-16 il parziale di un favoloso terzo quarto iniziato sul -8. “Non ci sono scuse. Ci hanno battuti sul piano dell’energia”, conferma il coach dei Magic, Stan Van Gundy.

Orlando: Howard 26 (8/14, 10/14 tl), Turkoglu 23, Lewis 21, Nelson 10. Rimbalzi: Howard 12. Assist: Nelson 5.

Golden State: Davis 33 (12/23, 1/4, 6/8 tl), Jackson 20, Ellis 16, Harrington 14. Rimbalzi: Pietrus 11. Assist: Harrington 4.

Memphis Grizzlies-Boston Celtics 89-119

Ottava vittoria consecutiva per i Celtics, che avevano già chiuso la pratica nel primo quarto (37-20 con il 74% dal campo) contro una squadra che sta già sfogliando la margherita per capire qual’è il giocatore dei sogni da scegliere al Draft. “Abbiamo mosso molto bene la palla e siamo stati subito aggressivi, è stato ottimo iniziare la gara così”, ha detto Ray Allen. Nel 4/15 dal campo di Rudy Gay ci sono tutte le difficoltà attuali di Memphis, che dalla partenza di Gasol hanno capito di non aver nulla da chiedere a questa stagione.

Memphis: Warrick 15 (4/9, 7/9 tl), Gay 13, Conley 11, Milicic 10. Rimbalzi: Warrick 5. Assist: Lowry 4.

Boston: Allen 23 (4/5, 5/:lol:, Pierce 19, Garnett 17, Posey 15, Perkins 13. Rimbalzi: Perkins 11. Assist: Rondo 9.

Cleveland Cavaliers-Indiana Pacers 103-95

La città di Cleveland è stata letteralmente sommersa dalla neve, ma ci ha pensato LeBron James a riscaldare i tifosi presenti alla Quicken Loans Arena. Un’altra prova superlativa in attacco, praticamente – e nuovamente – il 40% della produzione per coach Brown. “Come attaccante non ha eguali nel mondo”, ha detto di lui il coach dei Pacers Jim O’Brien. I Cavs hanno dominato il primo tempo (34-17 dopo 12’) anche con un grande Varejao (12 punti e 12 rimbalzi all’intervallo), poi hanno subito il progressivo rientro degli ospiti fino al -4 con le triple di Daniels e Granger (97-93), ma la quinta tripla di LeBron ha rimesso a posto le cose (+7 a 1’21 dalla fine), lasciando ai tiri liberi di Delonte West e Varejao il compito di finire il lavoro.

Cleveland: James 38 (6/16, 5/8, 11/12 tl), Varejao 15, West 14, Smith 12, Szczerbiak 11. Rimbalzi: Varejao 16. Assist: Varejao e West 6.

Indiana: Granger 19 (5/6, 3/6) Murphy e Daniels 17, Murray 13, Dunleavy 11. Rimbalzi: Murphy e Foster 7. Assist: Diener 7.

New York Knicks-Portland Trail Blazers 114-120 dts

Il piccolo grande uomo Nate Robinson ha giocato la miglior partita della sua carriera, ma è riuscito solamente ad allungare la partita anzichè vincerla. “Ha giocato una grande partita, è sempre bello giocare contro di lui”, ha detto la star di Portland Brandon Roy, originario di Seattle come Robinson. I Blazers avevano iniziato benissimo (36-24 nel 1q), ma hanno dovuto subire la rimonta di New York concretizzatasi nei 22 punti di Robinson nell’ultimo quarto, compreso il canestro del pareggio alla fine dei regolamentari (108-108). Poi un 8-1 Blazers per iniziare il supplementare (4 a testa di Roy e Aldridge) ha deciso la contesa.

New York: Robinson 45 (14/22, 2/6, 11/13 tl), Richardson 20, Jones 17, Lee 14. Rimbalzi: Lee 14. Assist: Robinson 6.

Portland: Roy 27 (11/19, 1/3, 2/2 tl), Aldridge 22, Webster e Blake 15, Jack 13. Rimbalzi: Przybilla 11. Assist: Blake 10.

Washington Wizards-Charlotte Bobcats 97-100

Quinta vittoria consecutiva per i Bobcats, che allungano la miglior serie vincente della propria storia. “Questo significa molto per noi, è la dimostrazione che se giochiamo al meglio possiamo essere competitivi”, ha detto Jason Richardson, che ha segnato 16 dei 35 punti della sua squadra nel primo quarto (chiuso a +14). Nel finale Washington (che era 3-0 sui Bobcats nella stagione) si è riavvicinata con le triple di Roger Mason Jr. e Jamison, poi fino al -1 ancora con Mason (96-97 a 10 secondi dalla fine). Richardson ha replicato con due tiri liberi, e poi Stevenson, sempre dalla lunetta, ha messo il primo per il -2 (97-99) e sbagliato intenzionalmente il secondo per tentare il rimbalzo d’attacco, ma gli è andata male.

Washington: Jamison 30 (5/10, 4/8, 8/12 tl), Mason 15, Daniels 14, Stevenson e Young 11. Rimbalzi: Jamison 10. Assist: Stevenson 6.

Charlotte: Richardson 34 (8/11, 5/9, 3/4 tl), Carroll 23, Felton 14, Boykins 10. Rimbalzi: Okafor 9. Assist: Felton 12.

LA Clippers-Minnesota Timberwolves 96-99

Un eccellente Al Jefferson e un Randy Foye capace di pareggiare la sua miglior prestazione offensiva in carriera hanno condotto la rimonta dei ‘Wolves dal -13 (76-63 Clippers con la tripla di Barrett con 2’51 nel 3q). L’ex ala-centro di Boston ha messo 8 punti nel parziale di 14-4 che ha portato Minnesota in vantaggio 91-89 a 3’16 dalla fine, poi Foye ha messo gli ultimi sei punti per i suoi rispondendo alla tripla di Mobley e a Maggette. “Il coach mi ha dato la responsabilità di attaccare e di essere aggressivo, ed è ciò che ho fatto”, ha commentato la guardia di Minnesota.

LA Clippers: Maggette 29 (5/10, 3/6, 10/10 tl), Thornton 18, Kaman 16, Mobley 13. Rimbalzi: Kaman 13. Assist: Dickau e Mobley 5.

Minnesota: Jefferson 30, Foye 26, Gomes 17, Smith 11. Rimbalzi: Jefferson 12. Assist: Foye 6.

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Roma espugna Avellino

Per ora la damigella è lei

La Lottomatica si impone per 72-64, confermando così al secondo posto in classifica alle spalle della capolista Montepaschi Siena. Erazem Lorbek protagonista con 17 punti

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Erazem Lorbek protagonista con 17 punti. LaPresse

MILANO, 9 marzo 2008 - Il 26° turno di A, dopo le vittorie di Pesaro e Treviso negli anticipi, sanisce il successo di Roma. le altre gare alle 18.15, il posticipo Siena-Virtus Bologna alle 21.

Air Avellino-Lottomatica Roma 64-72

Roma riscatta la dèbacle di tre giorni fa aggiudicandosi l’atteso spareggio per il secondo posto. Gli uomini di Repesa sbancano il Del Mauro sfruttando i tradizionali marchi di fabbrica: difesa, palle recuperate e piglio della grande squadra. I giallorossi trovano in Ukic e Lorbek pilastri importanti e, in De La Fuente, il protagonista silente che non ti aspetti. Avellino lucida ed essenziale per 19’ minuti si coccola un Radulovic in gran spolvero, ma paga la prova incolore di Green e un’intensità che è andata scemando. Prova di ciò l’ennesimo saldo negativo tra palle recuperate e perse. L’avvio è equilibrato con buona circolazione di palla e difese agguerrite su entrambi i fronti. A farne le spese sono Williams e Hawkins immediatamente gravati di due falli. Avellino prova a scappar via al 6’ con un parziale di 11-0 firmato dai lunghi di casa (13-5). Radulovic e Williams mettono a ferro e fuoco l’area capitolina e, il time-out richiesto da coach Repesa, sortisce qualche effetto solo dopo una tripla dell’ex Righetti (16-5). E' Lorbek ad avvantaggiarsi dell’uscita di Williams per rompere un digiuno lungo quattro minuti. I primi canestri dal campo di Smith e Green traghettano l’Air al +6 (21-15 al 10’). Senza Ray e con Hawkins limitato dai falli, Roma trova punti dalla distanza con Stefansson. L’Air, dopo le ultime uscite, ritrova il tiro pesante (6/12 nel primo tempo). Sono gli italiani di casa Scandone a menare le danze: Radulovic riporta il vantaggio interno in doppia cifra (34-22 al 16’). Gabini non è quello dell'andata e la Lottomatica ha poco o nulla dai suoi lunghi a eccezione di Lorbek. Lo sloveno costringe Radulovic al terzo fallo dopo che l’ex azzurro ha messo il suo diciassettesimo punto. La staffetta con Burlacu è produttiva, il romeno piazza un break di 5-0 (43-30 al 19’). I giallorossi non ci stanno e chiudono il primo tempo con un parziale di 8-0 (43-38 al 20’). L’onda lunga di Roma continua in avvio di ripresa e il 9-2 di De La Fuente e soci riporta in testa gli ospiti (45-46 al 23’). Hawkins imperversa nonostante la zona ordinata da Boniciolli. Una magistrale azione chiusa da una tripla di Ukic e un sottomano in contropiede dell’ottimo De La Fuente lanciano in fuga i capitolini (48-55 al 27’). L’Air ha un sussulto trascinata dal suo uomo più in forma, Radulovic (55-57 al 19’), costringendo Repesa al time-out. Il nuovo sorpasso biancoverde in avvio di ultima frazione firmato da Williams coincide con il quinto fallo di Tonolli. Avellino non dà seguito al momento favorevole fallendo due triple con Righetti. Gli ospiti riallungano sul +6 (60-66 al 34’): è Hawkins a ricevere il pallino del comando da Ukic e a creare scompiglio mentre la difesa di Roma irretisce gli irpini che smarriscono la via del canestro. Stefansson e Fucka allargano la forbice fino alla doppia cifra (60-70 al 38’) ponendo la parola fine alla contesa.

Avellino: Radulovic 20, Williams 13, Smith 12

Roma: Lorbek 17, Ukic 13, Stefansson e De La Fuente 11

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Cimberio Varese-Armani Jeans Milano 85-90

Le cifre di Holland sono stellari: raggiunge il record stagionale a quota 50 realizzando 18 canestri dal campo con 10 triple e 7 rimbalzi per un eloquente 46 di valutazione. L'ultimo giocatore a segnare di più in una partita di serie fu Komazec con la Virtus Bologna che nel dicembre 1995 arrivò a quota 51. Eppure, la superprestazione dell’ala statunitense (23 punti nel solo terzo quarto) non basta a una Cimberio orgogliosa per evitare l’ennesima sconfitta interna di una stagione maledetta. Gran merito comunque è dell’Armani Jeans con Caja che vede cinque suoi giocatori andare in doppia cifra: dai 20 di un Gallinari capace di tirare con il 56% ai 10 della coppia di regia Booker-Di Bella. Una distribuzione dei punti sullo scout frutto di un attacco capace di una circolazione di palla piuttosto fluida ed efficace. Per tre quarti di match Varese è stata capace di inseguire raggiungendo più volte la parità sul tabellone (l’ultima al 26’ sul 59-59), ma mai ha trovato lo spunto per il sorpasso. Milano invece ha avuto grande lucidità da Vukcevic e Sesay (8/14 insieme da oltre l’arco dei m. 6,25). In un derby comunque giocato con intensità da entrambi i quintetti, nel permettere a Milano di allungare a tre la striscia di vittorie consecutive ha pesato anche il predominio sotto a rimbalzo (38-31) con Watson (16) vincitore del duello con un Lloreda (:lol:, penalizzato da un minutaggio (25’) inferiore al consueto anche a causa di un leggero malore nel pre-partita.

Varese: Holland 50, Galanda 11, Brown 10

Milano: Gallinari 20, Vukcevic 19, Sesay 16

Upim Bologna-Angelico Biella 97-104

Per la Fortitudo continua la maledizione del Paladozza, un tempo fortino inespugnabile. Biella è la settima squadra a vincere in casa Upim, trascinata dall'ottimo esordio di Langford (5/6 da 2 e 3/3 da 3 con 6 rimbalzi), dalla sostanza di Hunter, daii guizzi di Spinelli e Cinciarini e dai regali difensivi di una Fortitudo che cancella dalla mente questo fondamentale. Per la banda di Sakota si interrompe il ciclo di 4 vittorie consecutive. Il +9 (18-9) Upim, ispirato da Mancinelli, scricchiola immediatamente. Troppi errori al tiro, troppe palle perse figlie della confusa regia di Jenkins e Lamma. Così Biella, trascinata da Hunter e Langford, piazza l'accelerata (18-6 il parziale) che ribalta il match. Sembra l'Angelico dei tempi migliori: gran difesa e il 69% al tiro in 20', che vale anche il +7 (41-48). Ma lo show del duo Langford-Hunter non finisce qui: altro colpo di reni a inizio terzo quarto e Biella vola a +12 (62-50), consolidato da una difesa che non concede mai tiri puliti agli avversari. Jenkins, dopo tre tempi inguardabili, riapre la gara nell'ultimo: 11 punti a colpi di triple e Upim che torna a -1 (82-83) al 35'. Ma Biella non molla l'osso: un trepunti di Cotani e le penetrazioni di un ottimo Spinelli scavano il nuovo, decisivo, divario.

Bologna: Jenkins 18, Mancinelli 15, Forte 13

Biella: Langford 20, Hunter 19, Spinelli 19

Premiata Montegranaro-Tisettanta Cantù 90-80

Dopo due battute d’arresto riprende il cammino della Premiata. Batte Cantù con una facilità disarmante, in cinque finiscono in doppia cifra e il successo è servito. La Tisettanta gioca solo a sprazzi, mostra un gran Toure, si regge su Brown e Wood, ma nel complesso la prestazione è da bocciare. Perfetto l’inizio della Premiata. La truppa di Finelli sbaglia pochissimo, trova canestri facili e difende a meraviglia. Al 5’ il divario è di 12 punti (17-5), con Thomas a ergersi protagonista. Lo yankee buca la retina da ogni angolo: al 7’ è già in doppia cifra con il al tiro 100% (4/4, 1/1). Dalmonte alza il quintetto, Toure centra due conclusioni dai 6.25 e la Tisettanta respira. Ma è un fuoco di paglia. A Garris viene fischiato antisportivo sul 19-9, però la Premiata non si scompone: +11 alla prima sirena (27-16). Nel secondo periodo Cantù tenta la carta della difesa a zona, senza esito. Cinciarini, Vitali e Lechthaler danno minuti di qualità, Montegranaro è straripante. Quando Amoroso sigla il +17 (40-23 al 14’50”) si capisce che per gli ospiti non è serata. Mazzarino e Cukinas ci provano a non arrendersi, pian piano però Cantù si spegne. A metà gara il tabellone segna 51-37; senza alcune disattenzioni dei locali il divario avrebbe potuto essere più pesante. Nel terzo periodo va in scena anche lo spettacolo: Ford schiaccia e stoppa a ripetizione, Vitali serve assist millimetrici, la difesa è impenetrabile. Al 27’ il solco è incolmabile: 66-45. Gap che lievita a +24 (75-51) con Minard, non al meglio, che si fa mezzo parquet in solitudine per la schiacciata finale. Nell’ultimo periodo la Premiata mette insieme la miseria di 10 punti e si disunisce, consentendo a Cantù di recuperare (88-77 al 37’50”). Ma la vittoria non è in discussione.

Montegranaro: Amoroso 18, Ford 18, Thomas 16

Cantù: Touré 22, Brown 13, Wood 13

Solsonica Rieti-Legea Scafati 85-67

La Solsonica chiude la porta della salvezza a Scafati e stacca un biglietto per salire in corsa sul treno che porta dritto ai playoff. L’aveva definita la gara più importante della stagione Lino Lardo. Quella per fare il grande salto, la stessa che per la Legea poteva tenere ancora accese le speranze di permanenza in Serie A. La vittoria Rieti la costruisce nel primo quarto esibendo in dieci minuti tutto il repertorio difensivo che toglie riferimenti al quintetto di Calvani. Il resto lo fanno i tiratori e il 6/7 dall’arco della Sebastiani al 10’ basta per costruire il primo vantaggio importante allo scadere (30-16). Nel secondo periodo, c’è solo Hatten per Scafati a tenere il passo e il vantaggio reatino tocca quota massima sul + 23 (50-27). Nel terzo periodo, però, la Legea sembra un’altra squadra: un parzialone di 15-3 riapre la gara (53-43). Poi Finley inventa un canestro che interrompe la striscia positiva di Scafati. La Solsonica limita i danni e chiude la ripresa sul +18 (63-45). Con cinque uomini in doppia cifra, l’attacco reatino riprende a martellare e per la Legea non c’è più scampo.

Rieti: Prato 21, Finley 17, Videnov 14

Scafati: Hatten 29, Wilson 13, Salvi 9

Siviglia Teramo-Pierrel Capo d'Orlando 91-97

La Pierrel sbanca il PalaScapriano con una prova autorevole e di sostanza. L'inizio è mozzafiato: in soli 2’ i siciliani scappano via 11-4 senza sbagliare un tiro. Pian piano la Siviglia si assesta in difesa, prova a giocare in velocità, spinta da Poeta, stimolato dal confronto con Pozzecco. Beck sale subito in cattedra per i siciliani, mentre Powell e Poeta concludono gli attacchi in velocità dei teramani. Si procede in equilibrio per tutto il quarto che si chiude sul 25-24. Nella seconda frazione la Pierrel sfruttando 3 tiri consecutivi da 3, di Wallace, Pozzecco e Mejia, agevolata da una zona che manda momentaneamente in tilt i tiratori teramani, scava il primo break importante: 34-44 a 5’31 dalla pausa. La squadra di Sacchetti continua ad alternare le difese e la Siviglia non ritrova il filo del gioco e si arriva al riposo sul 45-54. Dopo la pausa la Pierrel riprende dove aveva iniziato: con un 6-0, scappa al massimo vantaggio sul 45-60, ma Powell non ci sta: ricuce lo strappo da solo e prova a tenere la Siviglia a contatto sul 63-73 alla fine del terzo quarto. Torna Green e con 9 punti consecutivi riporta Teramo a contatto; altri 3 punti di Poeta e la Siviglia passa in vantaggio 78-76. Si accendono Migliori e Tskitishvili, Teramo prova a scappare (83-78), ma il Pozz non ci sta e con 5 punti consecutivi, sfruttando il tecnico a Skita, riporta i siciliani avanti. Si procede punto a punto: la Pierrel in attacco fa le scelte giuste, la Siviglia invece quelle sbagliate e Capo d’Orlando porta a casa con merito i due punti.

Teramo: Poeta 25, Powell 16, Green 15

Capo d'Orlando: Pozzeco 23, Beck 20, Mejia 17, Wallace 17

Montepaschi Siena-La Fortezza Bologna 81-67

Siena porta a casa l’ultima delle quattro riedizioni stagionali della scorsa finale scudetto contro una Virtus oggi terzultima ma già soddisfatta prima di scendere in campo per i risultati delle sue attuali concorrenti. Durano metà partita i bolognesi, pure privi di Giovannoni, contro una Montepaschi frenata per un po’ dall’imprecisione al tiro ma soprattutto preoccupata per la caviglia di McIntyre. Orfana di un riferimento certo in regia come l’mvp del campionato, l’inizio poco lucido di Siena è il terreno fertile per l’avvio volenteroso della Virtus. Scappata 2-9 dopo 5’, la Montepaschi rientra quando Diener porta equilibrio e tranquillità al quintetto, oltre ai 10 punti in 4’ con cui Siena impatta a quota 17 in apertura di secondo quarto. La palla ospite gira abbastanza bene da creare i buoni tiri con cui la Virtus continua a condurre le danze (21-27 al 13’) ma è Siena che, tenutasi su coi falli conquistati da Ilievski e Lavrinovic, ribalta i giochi nei quattro minuti a cavallo del riposo in cui tiene a digiuno la Virtus: con Stonerook la Montepaschi va meglio che coi quattro piccoli contro l’assetto forzatamente leggero ospite ed è la pressione difensiva del capitano a propiziare il 12-0 senese che vale il 45-38 al 23’. E’ qui che si spegne la Virtus, che in tutto il terzo quarto segna solo un canestro dal campo (1/11) e 9 punti, rendendo così indolore anche il 4/19 toscano da tre nei primi 35’. Ed è così finchè a 5’ dalla fine due triple di Carraretto non sbloccano anche quella situazione (68-53 al 36’).

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Bargnani esce alla distanza

Toronto rimonta Seattle

I Raptors faticano per un tempo, con l'azzurro impreciso (2/11 dal campo). Poi insieme ad Andrea cresce la squadra e arriva il successo (114-106). Per Bargnani 47 minuti, con 16 punti e 7 rimbalzi

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Kris Humpries difende palla contro Petro. Reuters

NEW YORK, 9 marzo 2008 - Reduce dalla sconfitta casalinga contro Washington, Toronto non si fa condizionare da un brutto inizio di gara, produce un’ottima pallacanestro nella ripresa e supera Seattle 114-106.

I Sonics giocano come una squadra che non ha nulla da chiedere alla classifica e nel primo quarto fanno venire il mal di testa ai Raptors. L’assenza di Chris Bosh si fa sentire soprattutto in difesa. Chris Wilcox, infatti, domina l’area e Seattle prova a scappare via a metà della prima frazione piazzando un parziale di 14-2. Rasho Nesterovic e Jamario Moon si muovono tantissimo in attacco, riuscendo anche a trovare qualche canestro inaspettato, ma manca la fluidità di manovra. Non riesce a risolvere i problemi offensivi della squadra canadese nemmeno Andrea Bargnani. Il giocatore romano, infatti, litiga con il canestro e non riesce a trovare la retina anche con conclusioni per lui abbastanza agevoli. L’azzurro chiude un primo quarto deludente con 1/7 dal campo.

Seattle non si raffredda nemmeno nella seconda frazione e continua a tirare con percentuali eccellenti. Toronto però trova punti fondamentali dalla panchina. Kris Humphries, Jason Kapono e soprattutto un eccellente Carlos Delfino riportano la squadra canadese in partita. La truppa di Sam Mitchell così va negli spogliatoio sotto 58-54 (nonostante Seattle chiuda con un eccellente 65% al tiro) ma con l’inerzia di un match iniziato nel peggiore dei modi nelle proprie mani. Primo tempo decisamente sottotono, invece, per Andrea Bargnani (2/11 dal campo per quattro punti). I padroni di casa rientrano sul parquet con un’altra intensità e tornano davanti segnando i primi sei punti del secondo tempo. Anthony Parker si infiamma nel terzo quarto e prende per mano Toronto. I Raptors giocano decisamente meglio in attacco e a metà della frazione piazzano un parziale di 8-0 che fa traballare Seattle. Bargnani, com’e’ giusto che sia, non si fa condizionare dalle sue percentuali e continua a tirare, trovando un paio di ottimi canestri dal perimetro. Non si raffredda Nesterovic, che continua a produrre dalla zona pitturata, così Toronto chiude un eccellente terzo quarto (35 punti per i canadesi nella frazione) avanti 89-79. Una volta davanti Toronto mantiene alta la concentrazione e nell’ultimo quarto protegge senza grossi problemi il vantaggio, andando a vincere in scioltezza.

Andrea Bargnani chiude con 16 punti (6/14 da due, 0/7 da tre e 4/4 ai liberi) sette rimbalzi e due assist in ben 47’ di gioco.

Toronto: Parker 23 (6/11, 2/3), Nesterovic 17, Bargnani 16, Delfino 15. Rimbalzi: Bargnani 7. Assist: Nesterovic 6.

Seattle: Wilcox 28 (10/16, 0/1), Durant 20. Rimbalzi: Wilcox 10. Assist: Ridnour 9.

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Shaq c'è, Phoenix risorge

Trascinati da O'Neal e Nash i Suns battono i campioni di San Antonio davanti agli occhi di Muhammad Alì e McCain. Bryant bloccato, Lakers beffati da Sacramento. Detroit già ai playoff, Philadelphia non si ferma più

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Shaquille O'Neal, 36 anni: per lui 14 punti e 16 rimbalzi. Reuters

NEW YORK, 10 marzo 2008 - I Suns fermano i campioni NBA e fanno capire che tipo di influenza potrebbe avere questo Shaq nel loro gioco. I Lakers vengono battuti in casa da Sacramento, Detroit qualificata matematicamente per i playoff. Philadelphia alla vittoria numero 12 nelle ultime 15 partite.

Phoenix Suns-San Antonio Spurs 94-87

Fresco di 36esimo compleanno, Shaquille O’Neal ha regalato la sua miglior prestazione da quando è a Phoenix, ed è stato decisivo insieme a Steve Nash nel dare l’inerzia ai padroni di casa, costringendo i campioni Nba al secondo stop consecutivo. La partita è stata stupenda, in termini di intensità, e la Phoenix che non ti aspetti ha giocato una difesa super costringendo San Antonio a un misero 34.9% nel tiro dal campo. Gli Spurs, malgrado tutto, sembravano poter far propria la gara, quando Kurt Thomas aveva colpito dalla media distanza per il +5 (85-80) a 5’12" dalla fine. “Normalmente in quelle situazioni riusciamo a portare a casa la vittoria”, ha detto Tim Duncan, che ha sofferto contro la presenza in post basso di O’Neal. Lì invece è partito il parziale decisivo di 14-2 dei Suns: Steve Nash con la tripla del -2, poi 5 punti in fila di Stoudemire per il vantaggio Phoenix (88-85). La risposta è di Ginobili per il -1, Grant Hill infila dalla linea di fondo il nuovo +3 (90-87 a 1’15 dalla fine) e l’argentino degli Spurs sbaglia per due volte la replica, commettendo poi fallo su Bell. La guardia di coach D’Antoni, insieme a Nash, assicura la vittoria ai suoi compagni dalla lunetta. “Questa vittoria non significa che abbiamo risolto tutti i problemi - dice Steve Nash -, ma credo che siamo sulla strada giusta per arrivare ai playoff in una buona condizione”. Davanti alle illustri presenze di Muhammad Alì e del candidato repubblicano alle presidenziali, John McCain, Shaq (con 2 stoppate nel tabellino) è diventato il terzo giocatore della storia con almeno 26.000 punti, 11.500 rimbalzi e 2.500 stoppate, dopo Kareem Abdul-Jabbar e Hakeem Olajuwon.

Phoenix: Nash 19 (5/10, 2/2, 3/3 tl), Hill 18, Stoudemire 16, O'Neal 14, Bell 11, Barbosa 10. Rimbalzi: O'Neal 16. Assist: Nash 14.

San Antonio: Ginobili 22 (3/13, 4/6, 4/5 tl), Parker 21, Duncan 17, Thomas 11. Rimbalzi: Duncan 10. Assist: Parker 5.

LA Lakers-Sacramento Kings 113-114

I Lakers non approfittano del ko di San Antonio per passare al comando da soli nella Western, anzi, vengono puniti da due tiri liberi di Beno Udrih a 4"6 secondi dalla fine. La risposta di Kobe Bryant, per una volta, si è spenta sul ferro. Sotto accusa la difesa dei padroni di casa, che ha concesso ben 71 punti in un primo tempo irreale (+11 Kings). Sacramento aveva sempre un vantaggio in doppia cifra a metà del terzo quarto (86-75), poi però i Lakers sono riusciti a tornare in partita pareggiando a quota 100 con Gasol a 5’56" dalla sirena, dopo la tripla importante di Vujacic. Sempre lo spagnolo darà il vantaggio ai padroni di casa a 15” dalla fine (su assist di Fisher), ma non basterà. “Faremo gli aggiustamenti necessari”, dice Bryant, spesso raddoppiato e autore di un inusuale 1/7 nel secondo tempo.

LA Lakers: Bryant 26 (7/15, 0/3, 12/15 tl), Gasol 25, Odom 16, Vujacic 15, Fisher 13. Rimbalzi: Odom 10. Assist: Gasol 9.

Sacramento: Udrih 25 (8/13, 1/3, 6/6 tl), Martin 21, Artest 17, Garcia 15, Moore e Hawes 14. Rimbalzi: Moore 9. Assist: Udrih 10.

Detroit Pistons-Chicago Bulls 116-109

I Pistons si assicurano matematicamente i playoff vincendo con un gran finale di Tayshaun Prince, che sembrava fuori dalla partita nel terzo quarto dopo un fallo di Larry Hughes. L’ala dei Pistons è rimasta a terra svariati minuti con una mano dolorante prima di rialzarsi e mettere due tiri liberi. “Lui è così, è un soldato. Riesce a giocare malgrado tutto”, dice Chauncey Billups. Proprio il playmaker è stato l’anima di Detroit (senza Rasheed Wallace, per Chicago non c’era Duhon) nel primo tempo (20 punti personali) chiuso a +11 (53-42) grazie a un parziale di 13-2, ma gli ospiti sono riusciti a restare attaccati alla partita. Poi ci ha pensato Prince: 15 punti negli ultimi 17 minuti. Suo il tiro del 93-90, poi un nuovo parziale (9-2) chiuso da Theo Ratliff ha dato un vantaggio confortevole alla squadra di Flip Saunders (102-94 a 4’31 dalla fine).

Chicago: Billups 34 (6/8, 3/4, 13/14 tl), Hamilton 23, Prince 21, Ratliff 10. Rimbalzi: McDyess 10. Assist: Hamilton 7.

Detroit: Gordon 27 (7/8, 3/4, 4/4 tl), Deng 21, Noah 15, Hughes 13, Gooden 11, Nocioni 10. Rimbalzi: Gooden 8. Assist: Hughes 5.

Milwaukee Bucks-Philadelphia 76ers 97-119

Vittoria preziosa per Phila, la dodicesima nelle ultime quindici gare. L’MVP? Il rookie Thaddeus Young, miglior marcatore senza fare rumore: “Ha segnato più di 20 punti e non abbiamo chiamato un solo gioco per lui. Ecco che giocatore è, tremendamente efficace”, dice il coach Mo Cheeks, che ha elogiato particolarmente la difesa dei suoi 76ers. Senza gli infortunati Mo Williams e Yi Jianlian, i Bucks hanno pagato carissimo anche l’inesistente apporto del pivot Andrei Bogut (1 punto e 2 rimbalzi), ed erano sotto di 22 già all’intervallo lungo (43-65). Per i 76ers era la prima di cinque partite in sette giorni: dopo questa serie di impegni capiremo a quale posto potranno ambire in sede di playoff.

Milwaukee: Villanueva 25 (10/18, 1/2), Redd 19, Bell 15, Mason 12. Rimbalzi: Villanueva 8. Assist: Bogut 7.

Philadelphia: Young 22 (8/11, 6/6 tl), Dalembert 18, Miller 16, Iguodala 15, Williams 13, Evans 11, Green 10. Rimbalzi: Dalembert 10. Assist: Miller 9.

Gazzetta.it

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Sabato 8 Marzo 2008, ore 21.00

Benetton Treviso - Snaidero Udine 83-68 1157973895b_sky-sport-2.gif

Domenica 9 Marzo 2008, ore 12.00

Air Avellino - Lottomatica Roma 64-72 1157973895b_sky-sport-2.gif

Domenica 9 Marzo 2008, ore 18.15

Cimberio Varese - Armani Jeans Milano 85-90

Upim Bologna - Angelico Biella 97-104

Premiata Montegranaro - Tisettanta Cantù 90-80

Solsonica Rieti - Legea Scafati 85-67

Siviglia Wear Teramo - Pierrel Capo d'Orlando 91-97

Domenica 9 Marzo 2008, ore 21.00

Montepaschi Siena - La Fortezza Bologna 81-67 1157973895b_sky-sport-2.gif

Classifica

Montepaschi Siena 48

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Snaidero Udine 22

La Fortezza Bologna 20

Legea Scafati 14

Cimberio Varese 10

ZONA PLAY-OFF

Vittoria importantissima di Roma. Milano recupera 2 punti su Avellino e stacca le altre. Il 4° posto (Fattore campo nei quarti di finale, importantissimo poichè in Eurolega dovrebbero andare le semifinaliste) è molto vicino.

ZONA RETROCESSIONE

Scafati e Varese stanno prendendo contatti per iscriversi alla prossima LEGADUE.

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ormai mi sembra scontato

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