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Nba e dintorni...


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Stagione finita per Yao

Gli Houston Rockets, reduci da 12 vittorie consecutive, perdono il centro cinese a causa di una frattura da stress al piede sinistro. Ming stava viaggiando a 22 punti e quasi 11 rimbalzi di media

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Yao Ming è nato il 12 settembre 1980. Ansa

NEW YORK, 26 febbraio 2008 - Non poteva esserci una notizia peggiore per la squadra più calda della Nba. Gli Houston Rockets, reduci da ben 12 successi consecutivi, infatti, devono probabilmente dire addio ai loro sogni di gloria. Il loro leader e giocatore più dominante, Yao Ming, infatti, si è procurato una frattura da stress al piede sinistro e rimarrà fuori per tutto il resto della stagione. Davvero una mazzata per i Rockets che dopo una prima parte di stagione non trascendentale avevano cambiato marcia nelle ultime settimane, diventando una compagine da prendere con le molle per tutti nella Western Conference.

MERCATO - Proprio la produzione di Yao Ming sotto canestro (22 punti e 10.8 rimbalzi) stava facendo la differenza per la squadra allenata da Rick Adelman. Tutto cambia adesso per Houston, una squadra che in molti pensavano potesse addirittura competere per il titolo nella Western Conference. I Rockets con l’acquisto di Bobby Jackson dagli Hornets proprio in chiusura di mercato, erano convinti di aver rinforzato un gruppo comunque molto talentuoso. In più Houston sembrava una delle opzioni scelte dall’ex Spurs Brent Barry, ceduto da San Antonio a Seattle e poi tagliato dai Sonics. Senza Yao sembra assolutamente impossibile immaginare che Barry adesso possa scegliere proprio Houston, una squadra che oramai non solo non può più puntare al titolo, ma che dovrà faticare tantissimo solamente per strappare il biglietto per la postseason.

PIANO B - Denver attualmente al nono posto, infatti, ha solamente tre partite di ritardo rispetto a Houston. Rick Adelman dovrà inventarsi qualcosa per provare a tenere a galla la barca senza il suo giocatore più importante. Tracy McGrady dovrà caricarsi sulle spalle l’attacco dei Rockets e sotto canestro adesso anche un Dikembe Mutombo, praticamente dimenticato in questo campionato, tornerà utile alla causa. Una cosa è certa, i Rockets senza Yao Ming anche quest’anno non andranno lontani nei playoff, sempre che riusciranno ad arrivarci.

Gazzetta.it

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Treviso ci mette il cuore

Ma non basta: eliminata

Nel ritorno dei sedicesimi di Uleb Cup la Benetton perde 83-82 ed è eliminata, nonostante la prova di orgoglio. Bene soprattutto Mensah-Bonsu, contestato sabato dai tifosi biancoverdi dopo il tracollo con Milano

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Austin, Gaines e Gigli affranti: Treviso eliminata. Ciam-Cast

TREVISO, 26 febbraio 2008 - Finisce mestamente l’avventura europea della Benetton, ma con una partita vera dove per la prima volta nella stagione i veneti hanno dimostrato orgoglio e voglia di sputare sangue in campo. A condannare i biancoverdi nel ritorno dei sedicesimi di Uleb Cup contro la Stella Rossa, è il terrificante play americano Omar Cook, che decide di mettersi a giocare nei minuti che contano: due sue triple sul finire di gara seppelliscono i trevigiani (83-82 per gli ospiti il risultato finale) e ogni speranza di girare una stagione davvero disgraziata. All'andata i serbi avevano vinto di dieci.

AVVIO DISASTROSO - Al Palaverde si respira una strana atmosfera: il palazzetto è surriscaldato dopo il diverbio di sabato sera tra Mensah-Bonsu e alcuni tifosi, sfociato a causa del nervosismo del dopo-partita contro Milano (-25 per i veneti). Non è il clima più adatto ad una Benetton già in crisi profondissima, chiamata a riscattare il –10 di martedì scorso a Belgrado. All’inizio Treviso sembra ancora ipnotizzata dal ricordo del disastro contro Milano: la Stella Rossa fa quello che vuole e i biancoverdi in attacco si imbambolano nell’assistere alle forzature di Gaines, Chalmers e Austin. Dopo nemmeno quattro minuti Mahmuti è costretto a togliere l’inconcludente Chalmers e si affida al carisma di Mordente. Ma la stella dei serbi Dragicevic sembra infallibile: per lui 20 punti a metà gara, lasciato spesso colpevolmente libero dalla difesa trevigiana: Belgrado così allunga anche a +10.

GRANDE TERZO QUARTO - La partita cambia con l’ingresso di Pops Mensah-Bonsu: la sua reazione ai brutti fatti di sabato è da vero campione. Nonostante i fischi al suo indirizzo da parte della curva, Pops trascina la squadra a una rimonta che sembra incredibile: la grinta e le schiacciate dell’americano contagiano i compagni; mai vista quest’anno una Benetton mettere il cuore su tutti i palloni come stasera. Il capolavoro di Treviso pero è il terzo quarto, giocato dai biancoverdi ad un ritmo pazzesco: il parziale di 23-5 annichilisce i serbi, fino a qui praticamente perfetti. Il sorpasso arriva al 24’, con un tap-in schiacciato prepotentemente da Mensah-Bonsu. Ma non è l’unico dei biancoverdi a stupire: Gigli ipnotizza Dragicevic, che sembra la controfigura di quello del primo tempo; Lucas invece si rivela un cliente fastidiosissimo per il play dei serbi Omar Cook . È proprio il mini-americano a firmare il vero sorpasso Benetton e a condurre i suoi fino a +15. A Belgrado però non è notte profonda: i serbi rimangono a galla e approfittano delle incomprensibili forzature di Gaines, riportandosi a –10, cioè in parità. Allora ci pensa Cook a mettere le due triple che valgono gli ottavi: poi nel finale convulso, tra antisportivi, tecnici e l’espulsione (per proteste) di Mahmuti, i serbi finiscono anche per vincere di 1.

Benetton: Mensah-Bonsu 21, Lucas 19, Gaines 12, Soragna 8

Stella Rossa: Dragicevic 24, Cook 22, Markovic 12, Raicevic 7

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Golden State vince

ma Beli resta al palo

Contro Seattle i Warriors stentano a inizio gara, poi Croshere suona la carica e dilagano Ellis e Davis. Don Nelson fa giocare tutti tranne il bolognese, la cui frustrazione diventa sempre più pesante

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Un contrasto tra Davis dei Warriors e Ridnourn di Seattle. Ap

NEW YORK, 27 Febbraio 2008 - Questa volta un inizio di gara non particolarmente brillante non frena i Warriors. Golden State, infatti, rimette le cose a posto nel terzo quarto e, dopo aver incassato una bruttissima sconfitta casalinga contro gli Hawks venerdì scorso, riesce a superare i Sonics 105-99. Nulla di nuovo sul fronte Marco Belinelli. L’azzurro va a referto ma è l’unico elemento a disposizione di Don Nelson a non scendere sul parquet. Il coach di Golden State, infatti, mischia le carte facendo partire titolare il poco utilizzato Brandan Wright e regala minuti sia a Kelenna Azubuike che a CJ Watson, voltando le spalle però a un Marco Belinelli sempre più frustrato dalla difficile situazione. I Sonics, pur privi degli infortunati Earl Watson e Damien Wilkins partono con il piede giusto e mettono in difficoltà Baron Davis e compagni i quali, dopo aver ricevuto la notizia dell’infortunio di Yao Ming, non vogliono assolutamente perdere colpi per cercare di superare gli Houston Rockets in classifica. Golden State ritrova Stephen Jackson ma in attacco ci mette un po’ a carburare.

SEATTLE CI PROVA - Così Seattle ne approfitta e nel primo tempo gioca con grande personalità, mettendo in mostra un ottimo Kevin Durant. Il rookie di lusso dei Sonics però rallenta nel secondo tempo, anche a causa delle difesa molto più aggressiva dei Warriors. Don Nelson nel terzo quarto gioca la carta Austin Croshere e il lungo di Golden State fa la differenza suonando la carica. Croshere segna tutti i suoi 14 punti nella terza frazione e i padroni di casa serrano le maglie in difesa concedendo pochissimo agli ospiti. Monta Ellis e Baron Davis ritrovano brillantezza in attacco e Golden State fa esplodere la caldissima Oracle Arena tornando davanti grazie a un parziale di 11-0 nelle battute finali del terzo quarto. Una volta avanti i padroni di casa, che ricevono una produzione importante anche dal francese Mickael Pietrus, non si voltano più indietro e giocano con disinvoltura nell’ultimo quarto, andando a vincere in scioltezza.

Golden State: Ellis 30 (14/22), Davis 20, Jackson 17. Rimbalzi: Barnes 8. Assist: Davis 10. Seattle: Green, Durant 21, Collison 20. Rimbalzi: Collison 13. Assist: Ridnour 15.

Gazzetta.it

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Lakers, ci pensa sempre Kobe

Shaq-Suns, lavori in corso

Los Angeles, con Bryant tonico soprattutto nell'ultimo quarto, piega Portland e si candida alla leadership nella West conference. Phoenix vince con Nash, ma anche con la prima doppia-doppia del nuovo acquisto O'Neal. Miami torna a vincere, colpo di Orlando in casa dei Nets

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Kobe Bryant al tiro libero ieri sera contro Portland. Afp

MILANO, 27 febbraio 2008 - Così la Nba nella notte scorsa.

Los Angeles Lakers-Portland Trail Blazers 96-83

I gialloviola ormai credono nella lotta per il primo posto a Ovest, e mantengono una gara di vantaggio sui San Antonio Spurs e i Phoenix Suns, con il loro record di 40-17. E dire che nella passata stagione avevano vinto solo due gare in più e Kobe non lesinava propositi bellicosi. Tutto passato, sembra, e il numero 24 ha messo 11 punti nell'ultimo quarto per chiudere i conti contro la formazione di McMillan, ben coadiuvato dal solito Gasol da doppia-doppia. Portland, senza l'infortunato Brandon Roy, ha fatto fatica in attacco come del resto nell'ultimo periodo di questa stagione: è arrivata la sesta gara sulle ultime sedici con meno del 40% nel tiro dal campo, anche se l'assenza del Rookie dell'anno 2007 e del tiratore James Jones (49.3% da fuori, 2° nella Lega) sono valide attenuanti. I Lakers erano partiti male e hanno però dovuto rimontare dal -15, andando in vantaggio nell'ultimo quarto con un 2+1 firmato Turiaf (67-65) e scappando via con un break di 14-2 chiuso dalla tripla di Jordan Farmar (81-71 a 5'54 dalla fine). Per il playmaker gialloviola è arrivato il personale career-high nei punti. McMillan, espulso per proteste a 3'05 dalla fine, deve pensare a come rimettere a posto le cose per i suoi Blazers, che dopo la serie di 17 vittorie in 18 gare hanno perso 15 delle ultime 22 e soprattutto 8 delle ultime 9 partite.

LA Lakers: Bryant 30 (10/21, 1/4, 7/8 tl), Farmar 21, Gasol 15, Vujacic 12. Rimbalzi: Odom 11. Assist: Bryant 7.

Portland: Aldrigde 24 (10/18, 0/1, 4/4 tl), Outlaw 18, Blake 17, Webster 12. Rimbalzi: Przybilla 16. Assist: Blake 15.

Miami Heat-Sacramento Kings 107-86

Decima vittoria stagionale per i campioni del 2006, che hanno messo un termine alla serie di 11 sconfitte consecutive, ma che con il successo sulla squadra di Reggie Theus hanno vinto due partite sulle ultime 28. "So quello che c'è da fare, ma non so da dove cominciare", ha detto Pat Riley a proposito di come poter invertire la tendenza. La svolta della gara è arrivata nel terzo quarto, quando i padroni di casa hanno costretto i Kings a tirare un misero 2/20 dal campo, stabilendo un record difensivo della franchigia. "È stato il miglior terzo quarto che abbiamo giocato in due anni", ha detto la stella Dwyane Wade, mentre Theus non ha trovato nulla da salvare della gara dei suoi. Curiosità: si è interrotta la serie di sold-out ai botteghini per Miami, dopo 125 partite.

Miami: Marion 24 (9/13, 1/1, 3/3 tl), Haslem 17, Wade 15, Blount 14, Barron e Davis 11, Williams 10. Rimbalzi: Blount 9. Assist: Wade e Williams 9.

Sacramento: Hawes 16 (7/10, 2/4 tl), Martin e Artest 14. Rimbalzi: Moore 9. Assist: Udrih 3.

New Jersey Nets-Orlando Magic 92-102

Importante vittoria per gli uomini di Stan Van Gundy, che si confermano la terza forza a Est. Malgrado un eccellente 10/16 di squadra nel tiro dalla lunga distanza, i Nets si sono dovuti arrendere al talento di Hedo Turkoglu: per l'ex stella dell'Efes Pilsen Istanbul 17 dei 25 punti totali sono arrivati nell'ultimo quarto. Giunto alla tredicesima gara stagionale con almeno 10 punti segnati nell'ultimo quarto, Turkoglu ne ha messi proprio 10 nel break che ha portato i Magic sul +7 a 2'55 dal termine (da 78-81 a 90-83), e a nulla sono serviti gli sforzi offensivi di Vince Carter e l'attività sotto canestro di Josh Boone contro Dwight Howard, che ha fatto registrare la cinquantesima doppia-doppia stagionale.

New Jersey: Carter 26 (8/17, 3/6, 1/2 tl), Jefferson 20, Boone 12, Nachbar 11, Williams 10. Rimbalzi: Boone 11. Assist: Williams 8. Orlando: Turkoglu 25 (5/9, 3/4, 7/8 tl), Lewis 25 (4/6, 3/4, 8/12 tl), Howard 17, Evans e Dooling 14. Rimbalzi: Howard 10. Assist: Nelson 5.

Milwaukee Bucks-Cleveland Cavaliers 105-102

Terza vittoria consecutiva per la squadra allenata da Larry Krystkowiak, dopo quelle ottenute su Detroit e Denver. Per farlo c'è voluta la tripla allo scadere di Michael Redd, l'unica della sua partita, che ha detto di aver segnato il primo buzzer-beater della sua carriera. Grande serata anche per Mo Williams, che ha messo a segno il suo high stagionale, mentre dall'altra parte LeBron James, impeccabile da un punto di vista individuale, fatica a trovare l'intesa con i nuovi compagni dopo il maxi-scambio con Chicago e Seattle. Proprio lui aveva segnato il 102 pari a 5.9 secondi dalla fine prima della prodezza di Redd. Sia lui che coach Mike Brown, però, hanno avuto da ridire sull'arbitraggio, riferendosi in particolare al -23 nei tiri liberi tentati (37-14 pro Bucks).

Milwaukee: Williams 37 (9/16, 3/6, 10/10 tl), Redd 25, Bogut 16, Mason 11, Villanueva 10. Rimbalzi: Mason 11. Assist: Williams 6.

Cleveland: James 35 (15/21, 1/3, 2/5 tl), Szczerbiak 13, Jones e Smith 12, Brown 10. Rimbalzi: Wallace 11. Assist: West 7.

Minnesota Timberwolves-Utah Jazz 111-100

Con una grande prova difensiva (24 palle perse provocate e 6/21 concesso al tiro nell'ultimo quarto, 39-28 il parziale) i giovanotti di Randy Wittman hanno fatto arrabbiare Jerry Sloan e sconfitto i suoi Jazz. "Quando perdi così tanti palloni significa che non sei concentrato sulla partita" ha detto Sloan. I Wolves stanno lavorando per far crescere la loro squadra sull'asse composto da Randy Foye e Al Jefferson, ma se quest'ultimo è quasi sempre immune da critiche, per la guardia c'è la necessità di dare maggiore continuità di rendimento. «Dobbiamo avere pazienza con lui, sappiamo che può ancora avere alti e bassi. Gli serve fiducia», ha detto coach Wittman, che ha visto la sua squadra segnare 28 tiri liberi su 39, entrambi dei season high.

Minnesota: Jefferson 22 (7/16, 0/1, 8/10 tl), McCants 22 (7/14, 1/3, 5/8 tl), Gomes e Foye 20, Telfair 12. Rimbalzi: Gomes 11. Assist: Telfair 4. Utah: Boozer 34 (9/16, 16/18 tl), Williams 18, Okur 11, Harpring 10. Rimbalzi: Okur 11. Assist: Williams 9.

Memphis Grizzlies-Phoenix Suns 113-127

Continuano i lavori in corso in casa D'Antoni per inserire Shaquille O'Neal: l'ex Lakers non ha giocato l'ultimo quarto ma ha portato a casa la prima doppia-doppia da quando è in Arizona, così come Steve Nash ha fatto registrare la sua prima gara in doppia cifra per assist da quando c'è il numero 32 in area. "Avevamo bisogno di corsa, non aveva senso tenere Shaq in campo contro dei tiratori da 3", ha detto D'Antoni per motivare la scelta di tenerlo seduto negli ultimi 12'. "Dobbiamo sistemare molte cose per incorporarlo al meglio nel nostro sistema - dice Nash - e potremmo anche impiegarci tutte le restanti partite di regular season". I Grizzlies avevano rimontato dal -14 per passare avanti con la tripla di Rudy Gay a 10' dalla fine, ma un break di 19-8 per i Suns ha rimesso le cose a posto.

Memphis: Gay 36 (10/18, 4/9, 4/4 tl), Navarro 23, Warrick 16, Milicic e Conley 15. Rimbalzi: Warrick 11. Assist: Conley 11.

Phoenix: Stoudemire 25 (11/13, 3/4 tl), Nash 25 (5/6, 3/5, 6/6 tl), Hill 23, Barbosa 17, Diaw 15, O'Neal 13. Rimbalzi: O'Neal 11. Assist: Nash 13.

Houston Rockets-Washington Wizards 94-69

I texani hanno reagito all'infortunio di Yao Ming confezionando con la difesa la tredicesima vittoria consecutiva: gli uomini di Rick Adelman hanno concesso appena 23 punti nei primi due quarti agli ospiti (senza Butler e Arenas, va ricordato), chiudendo a +28 all'intervallo. I Rockets ora inseguono il record di franchigia nella striscia di vittorie (15, stabilito nella stagione 1992/93 e pareggiato in quella successiva) ma è chiaro che il 41enne Dikembe Mutombo o la sperimentale alternativa Carl Landry faranno fatica a compensare l'assenza dell'All-Star cinese da qui alla fine della stagione. "Perdere Yao è un colpo durissimo - dice Tracy McGrady - ma dobbiamo continuare a credere nella nostra forza e difendere duro".

Houston: Head 18 (4/7, 3/9, 1/2 tl), Scola 14, Alston 13, Landry 12, McGrady 11. Rimbalzi: Battier 9. Assist: Jackson 7.

Washington: Jamison 18 (6/11, 2/4), Young 16, Pecherov 11. Rimbalzi: Jamison e Haywood 9. Assist: Daniels 6.

Gazzetta.it

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Sedicesimi di Finale - Ritorno

Martedì 26 Febbraio, ore 17.00

H - Triumph vs. Artland Dragons 82-80 (And. 75-81)

J - Khimki vs. Köln 99ers 96-69 (And. 91-72)

Martedì 26 Febbraio 2008, ore 18.00

G - Turk Telekom vs. Unics Kazan 96-93 (And. 65-91)

D - PGE Turow vs. CEZ Nymburk 68-66 (And. 61-61)

Martedì 26 Febbraio, ore 18.15

A - Dynamo Moscow vs. Asco Slask 92-83 (And. 85-78)

Martedì 26 Febbraio 2008, ore 18.30

M - Besiktas C. Turka - Hapoel Jerusalem 73-53 (And. 73-88)

Martedì 26 Febbraio 2008, ore 18.40

B - BK Ventspils vs. Lukoil Academic 55-73 (And. 64-67)

Martedì 26 Febbraio 2008, ore 19.00

C - BC Kyiv vs. Telindus Oostende 68-60 (And. 65-61)

F - Buducnost vs. Hemofarm Stada 78-73 (And. 56-82)

K - Zadar vs. Azovmash Mariupol 77-60 (And. 80-82)

Martedì 26 Febbraio 2008, ore 20.00

I - DKV Joventut vs. Allianz Swans 77-56 (And. 89-59)

Martedì 26 Febbraio 2008, ore 20.15

O - Galatasaray C. Crown - Asvel 76-75 (And. 69-69) - La partita più bella del turno

Martedì 26 Febbraio 2008, ore 20.30

N - Benetton Tamoil vs. Red Star 82-83 (And. 71-81)

Martedì 26 Febbraio 2008, ore 20.45

E - Akasvayu Girona vs. Elan Chalon 78-57 (And. 83-95)

Martedì 26 Febbraio 2008, ore 21.30

P - Kalise Gran Canaria vs. KK Bosna 89-69 (And. 82-89)

Mercoledì 27 Febbraio 2008, ore 20.45

L - Pamesa vs. Panionios (And. 59-70)

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Benetton Tamoil vs. Red Star 82-83 (And. 71-81)

arbitraggio a dir poco scandaloso da parte della terna arbitrale che alla fine praticamente "regala" la vittoria ai serbi... comunque grande atteggiamento da parte dei biancoverdi che soffrono fino alla fine ma alla fine è stato vano...

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arbitraggio a dir poco scandaloso da parte della terna arbitrale che alla fine praticamente "regala" la vittoria ai serbi... comunque grande atteggiamento da parte dei biancoverdi che soffrono fino alla fine ma alla fine è stato vano...

Beh... comunque dovevate vincere di 11 per cui non è tanto la vittoria che conta.

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Top 16 - Terza Giornata

Mercoledì 27 Febbraio 2008, ore 20.45

Montepaschi Siena - Panathinaikos SKY Sport Extra

Olympiacos - Zalgiris Kaunas

Unicaja - CSKA Moscow

Giovedì 28 Febbraio 2008, ore 19.00

Fenerbahce Ulker - Lietuvos Rytas

Giovedì 28 Febbraio 2008, ore 19.50

Maccabi Elite Tel Aviv - Real Madrid

Giovedì 28 Febbraio 2008, ore 20.45

Partizan Igokea - Efes Pilsen

Aris TT Bank - Tau Ceramica

AXA FC Barcelona - Lottomatica Roma SKY Sport 3

E' la prova del 9 per Siena, vedremo dove potrà arrivare in Europa.

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"Il vero basket è in Europa"

Gallinari spara sugli Usa

La stella dell'Armani Jeans si confessa a "GQ": " A me l'Nba non piace così tanto. E' soltanto uno contro uno, non c’è intelligenza tattica. Non sopporto l’arroganza di un Paese che è convinto di essere il numero uno in tutti i settori". Poi parla di suo padre: "Lui era il Materazzi dell'epoca, io sono Kakà"

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Danilo Gallinari è nato l'8 agosto 1988. Ciam/Cast

MILANO, 27 febbraio 2008 - Nell'attesa di conoscere quale sarà il suo futuro, se rimanere a Milano oppure uscire dal contratto per tentare la strada della Nba, Danilo Gallinari si racconta in un'intervista in edicola sul numero di marzo di "GQ".

PADRE E FIGLIO - Suo padre Vittorio vinse tutto con la grande Milano anni '80, lui per ora nulla . "Lui era il Materazzi dell’epoca, io sono Kakà. Secondo lui loro erano più bravi di noi. Balle. Avremmo vinto a mani basse. Il livello generale del basket oggi s’è innalzato di molto. Lo ripeto, perché ne sono convinto: la pallacanestro s’è talmente evoluta che la mia Armani Jeans batterebbe la Tracer di vent’anni fa. Comunque a mio padre do poche chance per criticarmi. Finora il nome Gallinari non mi è mai pesato, ma è chiaro che in una carriera italiana o europea non potrei mai nemmeno avvicinarmi a quello che ha vinto mio padre. Quindi, l’unico modo per togliermi soddisfazioni che lui non ha potuto prendersi ed evitare confronti è andare giocare in America. Ai suoi tempi puntare all’Nba era addirittura inimmaginabile".

CENTRO DELL'ATTENZIONE - In poco tempo è diventato un personaggio: "Questo interesse che improvvisamente mi sta gravitando attorno l’interpreto solo come una conseguenza delle mie qualità e perciò per ora mi gratifica e basta. Testimonia che qualcosa di buono lo sto combinando. Se non riuscirò a reggere l’urto psicologico, vorrà dire che non ho l’adeguata forza morale e, allora, meriterò il fallimento. E' una sorta di selezione della specie".

DANILO E GLI USA - "Non poso per aprirmi un futuro in America: a me la Nba non piace neanche poi così tanto. Ma sì, il basket vero si gioca in Europa. Là è soltanto uno contro uno, non c’è furbizia, non c’è intelligenza tattica, zero schemi. Se salti di più arrivi prima, se salti di meno arrivi dopo. E siccome io non salto un c..., non arriverò mai". Se le cose continuano ad andar bene è un’eventualità che merita di essere ponderata per bene. Però vado in controtendenza e, sebbene sia il sogno di praticamente tutti i giocatori, io non subisco il fascino del basket Usa. E neppure quello degli Stati Uniti in sé: non sopporto l’arroganza di un Paese che è convinto di essere il numero uno in tutti i settori, quando invece è lampante che spesso il meglio è altrove. Non posso comunque ignorare che se qui si guadagna uno, là si guadagna dieci. Né che si vive una volta sola e certe occasioni si deve acchiapparle al volo”.

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Finalmente qualcuno che la pensa come me sul basket USA!!! :shock2:

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Bargnani c'è, Ford anche

Toronto spazza Minnesota

I Raptors vincono 107-85 contro i Timberwolves con 12 punti e 5 rimbalzi in 24 minuti di Andrea. Il regista decisivo nel break, bene anche Bosh che chiude con 28 punti

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Chris Bosh, 23 anni, in entrata contro Ryan Gomes, 25. Reuters

NEW YORK, 28 febbraio 2008 - Minnesota, reduce dal sorprendente quanto meritato successo contro i Jazz, mette in difficoltà i Raptors nel primo quarto, poi la squadra canadese viene fuori alla distanza e i Timberwoves non riescono a tenere il ritmo. Toronto così gioca sul velluto nel secondo tempo e vince 107-85. Andrea Bargnani mostra sprazzi di ottimo basket ma ancora una volta non riesce a conquistare un minutaggio adeguato. Sam Mitchell lo lascia sul parquet solamente 24’, l’azzurro comunque gioca una buona pallacanestro anche se fatica a trovare ritmo dalla lunga distanza. Bargnani alla fine chiude con 12 punti (4/4 da due, 1/5 da tre e 1/1 dalla lunetta), cinque rimbalzi e due assist.

CHRIS & TJ SHOW - I T-Wolves, privi di Antoine Walker il quale secondo il suo allenatore Randy Wittman non accompagna la squadra a Toronto per “un problema con il suo passaporto”, escono dai blocchi a grandissima velocità e dopo pochi minuti sono già avanti di 10 punti. Randy Foye è immarcabile e Minnesota sembra in grado di fare lo sgambetto ai padroni di casa. Ma bastano pochi minuti e i Raptors tornano in carreggiata. Chris Bosh fa venire il mal di testa al lunghi di Minnesota e con un buon secondo quarto Toronto riprende in mano le redini del match. Lo spagnolo Josè Calderon fa la sua parte ma quando entra sul parquet TJ Ford cambia il ritmo alla squadra, dimostrando ancora una volta di essere sulla strada giusta per il pieno recupero.

FUGA PER LA VITTORIA - Toronto scappa via all’inizio del secondo tempo piazzando un parziale di 10-3 e una volta avanti di 15 punti i Raptors non si guardano più indietro, giocando in scioltezza e mantenendo sempre alto il livello di concentrazione. Minnesota così continua a faticare lontano da Minneapolis (2-24 il deludente record in trasferta per i Timberwolves) mentre la squadra canadese conquista il suo quinto successo nelle ultime sei gare. “Abbiamo giocato molto male all’inizio della gara – commenta un TJ Ford decisivo anche contro Minnesota – poi piano piano siamo riusciti a entrare nel match e nel secondo tempo abbiamo fatto ottime cose”.

Toronto: Bosh 28 (11/16, 1/1), Ford 16. Rimbalzi: Bosh, Moon 7. Assist: Calderon 7.

Minnesota: Jefferson 23 (9/12), McCants 19, Foye 18. Rimbalzi: Ratliff 6. Assist: Telfair 7.

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LeBron oltre quota 10.000

Ma contro Boston va k.o.

King James diventa il più giovane di sempre a superare la prestigiosa barriera di punti segnati, ma i Celtics controllano il match. New Orleans supera Phoenix nonostante un grande Stoudamire

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LeBron James, 23 anni, ostacolato da Ray Allen, 32. Afp

NEW YORK, 28 febbraio 2008 - Giornata speciale per LeBron James che diventa il più giovane giocatore di sempre ad avere superato il muro dei 10.000 punti segnati, ma non riesce a evitare la sconfitta di Cleveland a Boston.

Boston Celtics-Cleveland Cavaliers 92-87

Il solito, immenso LeBron James taglia un traguardo importantissimo ma riesce solo ad avvicinare i suoi Cavs alla squadra con il miglior record della Lega. Per “The King”, malgrado un infortunio nel primo tempo (leggera distorsione alla caviglia destra), sono arrivati i 10.000 punti in carriera, ed è ovviamente – con i suoi 23 anni – il giocatore più giovane della storia della NBA a raggiungere questo obiettivo: “Questo record è un tributo ai miei compagni, a me stesso e alla mia famiglia”, dice colui che è soprannominato “The Chosen One”, l’eletto. Il 38% complessivo dal campo, però, ha penalizzato i Cavs, che con questa mira non potevano pensare di fare più di così: “Quando la palla non entra come stasera è dura pensare di vincere – afferma James – specie contro la squadra più forte del campionato”. Boston, guidata dal talento e dalla consistenza dei suoi “Big Three” non ha fatto una piega e ha controllato la partita, specie nell’ultimo quarto dove – tranne che nell’ultimo minuto – non hanno mai avuto un vantaggio inferiore ai 10 punti di scarto. Conferma Ray Allen: “In difesa avevamo le mani piene contro LeBron James, ma penso che abbiamo fatto una buona gara e ci siamo portati a casa il risultato”.

Boston: Allen 22 (4/5, 3/5, 5/6 tl), Garnett 18, Powe 13, Pierce 12. Rimbalzi: Garnett 11. Assist: Rondo 8.

Cleveland: James 26 (6/18, 1/6, 11/15 tl), West 20, Szczerbiak 12. Rimbalzi: Ilgauskas 12. Assist: James 4.

New Orleans Hornets-Phoenix Suns 120-103

Passaggio di consegne? Calma, però la partita di Chris Paul contro Steve Nash va tenuta in grandissima considerazione, e il risultato finale conferma le difficoltà attuali della formazione allenata da Mike D’Antoni nell’inserire Shaquille O’Neal (2 vinte e 3 perse con l’ex Lakers). Gli Hornets hanno stoppato così una serie di tre sconfitte consecutive, e per David West il merito è tutto delle sue guardie: “Con Paul e gli altri abbiamo un vantaggio in rapidità e atletismo rispetto ai Suns, contro cui riusciamo ad accoppiarci molto bene”. E i numeri lo confermano, visto che Phoenix ha perso per quattro volte su quattro contro New Orleans in questa stagione. La fuga dei padroni di casa è avvenuta nel terzo quarto, quando i ragazzi di Byron Scott hanno tirato con il 70% dal campo chiudendo con 20 punti di margine all’ultimo intervallo (97-77). “Eravamo stufi di perdere – dice Paul – e stasera abbiamo giocato con la mentalità giusta. Solo che da ora in poi questa mentalità dobbiamo averla ogni sera, per tutte le partite”. Coach D’Antoni analizza così la sconfitta: “Non credo che sia stato Paul il fattore determinante, visto che gioca così contro tutti, ma a farci male sono stati soprattutto i comprimari. Il terzo quarto? O loro erano infallibili o noi non difendevamo”.

New Orleans: West 27 (11/22), Paul 25, Pargo 22, Stojakovic 17, Chandler 12, Peterson 11. Rimbalzi: Chandler 15. Assist: Paul 15.

Phoenix: Stoudemire 32 (10/18, 1/1, 9/10 tl), Barbosa 17, O’Neal 15, Bell 14, Hill 10. Rimbalzi: Stoudemire 14. Assist: Nash 13.

Philadelphia 76ers-Orlando Magic 101-89

La difesa degli esterni è sul banco degli imputati per spiegare la sconfitta di Orlando al Wachovia Center. Philadelphia aveva già messo in ghiaccio il risultato nella prima metà di gara (61-42), quando Andre Miller aveva già raggiunto quota 22 punti segnati con 9/10 al tiro e Willie Green – a fine gara – farà registrare il suo season-high. Coach Van Gundy, però, ha una lettura diversa: “Penso che i problemi maggiori li abbiamo avuti in attacco, perché non abbiamo mai trovato il nostro ritmo e quindi ne abbiamo pagato le conseguenze anche dietro”.

Philadelphia: Miller 26 (11/16), Green 26 (10/15, 1/3), Iguodala 24. Rimbalzi: Dalembert 12. Assist: Miller 9.

Orlando: Turkoglu 20 (4/10, 1/2, 9/10 tl), Lewis 19, Howard 14, Bogans 13, Redick 10. Rimbalzi: Howard 16. Assist: Nelson 7.

Atlanta Hawks-Sacramento Kings 123-117

Doppia-doppia e vittoria per il debutto casalingo di Mike Bibby, proprio contro i suoi ex compagni della California, che come ha sottolineato coach Theus si sono dimenticati completamente di difendere: “Abbiamo concesso 123 punti a una squadra che di solito viaggia sui 90, prendendo 40 punti nel primo quarto e 34 nell’ultimo”. Josh Childress è stato un gran protagonista per gli Hawks, segnando 22 punti nel secondo tempo e contribuendo a respingere gli assalti guidati da Artest (suo il -4 a 3’55 dalla fine, 106-110).

Atlanta: Johnson 26 (3/10, 5/7, 5/5 tl), Childress 25, Bibby 24, Horford 16, Smith 14. Rimbalzi: Horford 14. Assist: Bibby 12.

Sacramento: Miller 25 (6/11, 3/5, 4/6 tl), Udrih 25 (11/16, 0/3), Artest 23, Garcia 14, Moore 10. Rimbalzi: Miller 13. Assist: Udrih 8.

Indiana Pacers-Chicago Bulls 107-113

Continua la serie positiva di Chicago, che da dopo gli scambi effettuati con Cleveland e Seattle ha vinto tre gare su tre. Decisivi, in questa, proprio due dei nuovi arrivati, Larry Hughes e Drew Gooden. L’ex esterno di Philadelphia e Cleveland è stato determinante sia nel terzo quarto per tenere i Bulls a contatto (10 punti in quel frangente) sia nel finale di gara, quando i Pacers si sono riavvicinati sul 94-97 e lui ha messo una tripla fondamentale per riportarli indietro dando 9 lunghezze di vantaggio a Chicago. Di Hughes ha parlato molto bene a fine gara Travis Diener (il fratello del senese Drake): “È un grande giocatore e non mi sorprende, c’è una ragione se guadagna un sacco di soldi”.

Indiana: Dunleavy 25 (3/6, 2/6, 13/16 tl), Diener 22, Murphy 19, Granger 17. Rimbalzi: Foster 15. Assist: Diener 9.

Chicago: Hughes 29 (7/13, 3/6, 6/10 tl), Deng 16, Gordon 15, Noah e Nocioni 11, Gooden 10. Rimbalzi: Gooden 15. Assist: Gordon e Hughes 6.

New York Knicks-Charlotte Bobcats 113-89

Tutto facile per New York, ed è proprio questa la notizia per una squadra abituata di solito ad essere quella che incassa sconfitte con margini molto ampi. Anche Zach Randolph ne è rimasto sorpreso: “Sinceramente non ricordo l’ultima volta che abbiamo vinto una partita così (il 13 gennaio scorso, 89-65 su Detroit, ndr), ma devo dire che è proprio una bella sensazione”. Decisiva la parte centrale della gara: i parziali combinati del secondo e terzo quarto, infatti, dicono 63-37 per New York, e confermano il momentaccio di Charlotte, che ha perso 11 delle ultime 12 gare (di cui 10 con doppia cifra di scarto).

New York: Robinson 22 (7/14, 2/4), Crawford 20, Randolph 18, Richardson 17, Jones 12. Rimbalzi: Lee 14. Assist: Robinson 6.

Charlotte: Carroll 19 (5/7, 3/4), Okafor 18, Felton 14, Mohammed 10. Rimbalzi: Okafor 14. Assist: Felton 5.

Utah Jazz-Detroit Pistons 103-95

I Pistons buttano via una bella occasione a Salt Lake City, dopo essere stati avanti di 15 lunghezze a 5’19 dalla fine del terzo quarto (67-52). È stato Paul Millsap a guidare la riscossa dei Jazz, segnando 16 punti nel secondo tempo e meritandosi i complimenti del più titolato compagno Carlos Boozer: “Stasera è stato grandissimo, è stato lui a rimetterci in partita e poi è stato bravo Okur a chiudere i conti”. Il turco, infatti, ha messo un paio di triple determinanti negli ultimi due minuti, in particolare la seconda per il +5 dopo due tiri liberi di Deron Williams. “Mehmet era caldissimo, da tre ci hanno fatto male”, ha detto il playmaker dei Pistons Chauncey Billups.

Utah: Okur 24 (6/10, 4/:shock2:, Millsap 19, Boozer 18, Williams 14, Brewer 13. Rimbalzi: Boozer 15. Assist: Williams 14.

Detroit: Hamilton 22 (8/16, 1/3), Billups 21, Prince 13, Wallace e Maxiell 11. Rimbalzi: McDyess 10. Assist: Prince e Billups 4.

Seattle SuperSonics-Denver Nuggets 96-138

Serata di gala per Iverson, Anthony e compagni, che con il 67% complessivo di fine partita hanno stabilito il record di franchigia nei tiri dal campo su singola partita. “È stato divertente assistere a questa partita e vedere tutti i ragazzi giocare bene”, ha detto a fine gara un evidentemente soddisfatto George Karl. I Nuggets interrompono così una serie di tre sconfitte, stabilendo record stagionale della lega per quanto riguarda i punti segnati su singola partita grazie a un numero incredibile di canestri e schiacciate senza trovare opposizione da parte dei Sonics.

Seattle: Durant 16 (4/17, 8/9 tl), Gelabale 16 (5/11, 2/2), Green e Petro 15. Rimbalzi: Petro 8. Assist: Gelabale 4.

Denver: Iverson 31 (10/13, 3/5), Martin 23, Anthony 16, Kleiza e Smith 15, Camby e Carter 12. Rimbalzi: Camby 14. Assist: Carter 12.

Los Angeles Clippers-Portland Trail Blazers 80-82

Jarrett Jack eroe della serata per Portland (ancora senza Roy), con i suoi 13 punti nell’ultimo quarto, ma nel finale punto a punto Corey Maggette ha avuto la possibilità di far vincere i Clippers, sbagliando però dalla media distanza a 8 secondi dalla sirena sul -1. Von Wafer, per i Blazers, ha poi chiuso la partita con un 1/2 ai liberi e di nuovo Maggette non riusciva a mettere dentro il tiro della disperazione sulla sirena. Per Portland si tratta della prima vittoria in casa dei Clippers dal 18 dicembre del 2002.

L.A. Clippers: Maggette 32 (7/16, 1/5, 15/18 tl), Thomas 21, Thornton 11. Rimbalzi: Thomas 11. Assist: Dickau 5.

Portland: Jack 21 (8/12, 1/1), Webster 15, Frye 12, Von Wafer 11, Outlaw 10. Rimbalzi: Przybilla 9. Assist: Blake 6.

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Superman Howard vola alto

La sfida ai Celtics è lanciata

Intervista al lungo degli Orlando Magic, uno degli astri nascenti del campionato Nba. Il messaggio ai rivali biancoverdi è chiaro "Per dire la nostra nei playoff dobbiamo migliorare, ma siamo consapevoli delle nostre potenzialità e loro lo sanno benissimo"

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Dwight Howard è nato ad Atlanta l'8 dicembre 1985. Ansa

NEW YORK, 27 febbraio 2008 - Dwight David Howard, classe 1985, è uno degli astri nascenti del pianeta Nba. Da molti è considerato come il candidato principe per il titolo di giocatore più migliorato della stagione e la sua vittoria nella gara delle schiacciate lall'All Star Game di New Orleans lo ha reso uno dei giocatori più popolari del campionato.

Dwight Howard Superman si nasce o si diventa?

“Si diventa e posso dirvi che si tratta di un divertimento unico. Dopo l’esperienza dello scorso anno in cui non sono riuscito a dare un’ottima idea delle mie schiacciate, sapevo che dovevo partite subito forte e subito aggressivo e alla fine ci sono riuscito”.

Come le è venuta in mente l’idea di mascherarsi da supereroe?

“L’ho decisa assieme ai miei compagni di squadra. Mi aspettavo da parte di Gerald Green e gli altri concorrenti in gara qualcosa di speciale, così abbiamo cercato di essere originali e allo stesso tempo spettacolari con appena due salti”.

Quando Howard scende in campo è una sorta di supereroe per questi Magic?

“Io voglio essere un leader, un uomo di riferimento per la mia squadra. Come io posso contare su di loro, così a me piace pensare che loro si fidino del sottoscritto nei momenti decisivi e anche se ci sono parecchie cose da migliorare, penso che siamo sulla strada giusta”.

Coach Van Gundy ha detto: “Dwight deve stare concentrato sui rimbalzi difensivi”. E’ questa la chiave del successo?

“E’ qualcosa che ci offre stabilità, crea equilibrio nel nostro gioco e ci permette di giocare come sappiamo fare. Il coach ha ragione, completamente ragione, anche perché lasciarsi andare adesso ed esaltarsi in questa seconda parte della stagione, non ha alcun senso. Per dire la nostra nei i playoff dobbiamo sicuramente migliorare il nostro gioco e aumentare l’identità di squadra”.

Perché Boston fa fatica contro Orlando?

“Bisognerebbe chiederlo a loro. Noi cerchiamo solo di fare la nostra parte. E’ vero che siamo una squadra giovane, ma allo stesso tempo siamo consapevoli delle nostre potenzialità e loro lo sanno benissimo. Penso che uno dei segreti dei playoff sia proprio quello di arrivare pronti e carichi quando le cose si fanno serie”.

Qualcuno ha detto che Shaq è stato un uomo che ha “cambiato le regole” ma Howard a modo suo, con schiacciate, rimbalzi e intensità offensiva sta facendo lo stesso. Come se lo spiega?

“Cerco di dare il massimo, di giocare per la mia squadra in modo da poter vincere il maggior numero di partite e questi sono i risultati. Penso che nella lega ci siano diversi giocatori con queste caratteristiche e a me interessa solo portare il mio contributo per il mio team”.

A livello di intensità fisica e tattica quanto fatica si fa a completare una partita con una media di venti, forse anche trenta salti del suo livello?

“Non è una questione di fatica, solo di puro divertimento. Io appena posso voglio schiacciare e mettere palla e mani dentro il canestro perché questo é quello che mi diverte e soddisfa di più quando gioco a pallacanestro. Forse si tratta di un tiro più difficile di tanti altri ma per me è una cosa normale”.

A ovest tutti si sono rinforzati mentre a est si è mosso solo qualcosa: secondo lei dove finisce il titolo?

“E’ una bella lotta, ci sono molte squadre che hanno le carte in regola per farcela e penso che fino all’ultimo non saremo in grado di capire molte cose. Ma forse questo è il bello dei playoff”.

Orlando lo scorso anno era a malapena nei playoff mentre quest’anno fa paura ai più. Cosa è cambiato e qual è il tuo impatto sul gioco?

“Come ogni squadra giovane abbiamo bisogno di esperienza e di un certo grado di maturità. Rispetto allo scorso anno abbiamo cambiato qualcosa e ci conosciamo meglio. Quanto al sottoscritto, io cerco solo di dare il massimo senza guardare in faccia nessuno. Sicuramente questo paga”.

Ultima domanda e Team Usa. In Cina sarà l’anno giusto dopo qualche delusione di troppo a livello internazionale?

“Siamo una squadra competitive: ci sono Kobe, Lebron James e molti altri campioni di prima fascia e tutti, dal primo all’ultimo, vogliono l’oro. Le motivazioni di certo non ci mancano”.

Gazzetta.it

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Siena, serata da regina

Il Montepaschi supera i campioni d'Europa del Panathinaikos 84-75 e resta imbattuta nelle Top 16. Thornton mattatore con 23 punti, ma è Stonerook a "spaccare la gara"

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Shaun Stonerook ha segnato triple decisive. LaPresse

SIENA, 27 febbraio 2008 - Siena capitale d'Europa per una sera. Abbattuto con spietata autorità (84-75) il Panathinaikos campione continentale, la Montepaschi resta prima imbattuta a metà del cammino delle Top 16. Ci riesce facendo la partita contro i numeri uno d'Europa, forse appannati, ma certo sulla carta inarrivabili nella classe di gente come Jasikevicius e Diamantidis. Una squadra del genere Siena ha saputo superarla con indiscutibile merito per l'interpretazione tattica e agonistica di una partita che avrebbe dovuto risvegliare i greci e che invece ha tirato fuori il meglio di questa Montepaschi con cui l'Italia torna protagonista in Europa.

Permettendosi di partire con Jasikevicius in panchina, privo di Tsartsaris, Obradovic si gioca da subito giocoforza la carta dei quattro piccoli, dapprima con Winston in "4" e qui, tra mismatch ora a favore dell'una e ora dell'altra squadra, si giocheranno gran parte dei motivi tecnici del match. L'assetto leggero greco prima vale il 3-9 nei primi 3', poi quando Siena si adatta sistemando gli aiuti difensivi piazza in 2' il 10-0 che la fa entrare in partita. Il suo profeta è da subito Bootsy Thornton, aggressivo su entrambi i lati del campo, abusando di Hatzivrettas: la circolazione senese contro le scelte difensive greche frutta i tiri aperti per toccare il 22-15 all'8'30” con una tripla dall'angolo di Diener.

Ma il Panathinaikos c'è, non solo nei colpi di Batiste visti in avvio sugli spazi creati del gioco degli esterni: approfittando del bonus esaurito da Siena già nei primi 90” del secondo quarto, piazza l'8-0 che al 12' le fa già rimettere la testa avanti 22-23. E' da qui in poi un punto a punto avvincente in cui al 17' Pianigiani ha già ruotato 11 uomini, contro i pochi centurioni a cui si affida Obradovic, e in cui le scelte che fanno collassare la difesa greca invitano al tiro da fuori Siena, che infatti alla fine quasi pareggerà tentativi da tre e da due. E non è dunque un caso che la Montepaschi prenda il largo quando le triple entrano, costruite dal sistema o create dal talento di McIntyre (suo il 39-32 al 18').

E' però al ritorno dall'intervallo che Siena prende il largo, galvanizzata dall'aggressività di un Thornton ancora indemoniato (20 punti in 20' giocati fin lì), fino a conquistare l'antisportivo di Winston che lancia la Montepaschi sul 53-42 del 23', per l'appunto con una tripla di McIntyre. Jasikevicius fa male, Batiste torna a trovare spazi in area e quando Diamantidis apre l'ultimo periodo con una tripla, il Panathinaikos si rifà sotto temibile sul 65-62 al 31'. Sembrerebbe di ripartire da capo, se non ci fosse la tripla della ripartenza proprio di Thornton, anche se nel momento della secca sono due bombe di Stonerook a spaccare la gara: prima allo scadere dei 24”, poi su circolazione di palla, il capitano segna il 78-68 al 35' che diventa irrecuperabile per il Panathinaikos quando anche Lavrinovic si mette a fare giocate difensive importanti e Spanoulis scade in eresie cestistiche, non fosse lui a farle. Abbattuti i campioni d'Europa, Siena resta imbattuta.

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Di Bella dalla Virtus a Milano Incidente per Mensah-Bonsu

Il play di Pavia firma con l'Olimpia fino a fine stagione. Il centro della Benetton Treviso, tamponato in mattinata, è ricoverato in ospedale con un colpo di frusta e trauma cranico non commotivo

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L'inglese Pops Mensah-Bonsu, 24 anni, in azione contro Milano. LaPresse

MILANO, 28 febbraio 2008 - Fabio Di Bella passa dalla Virtus Bologna a Milano. Il 29enne play di Pavia ha firmato fino al termine della stagione. Quest'anno Di Bella ha disputato venti partite con una media di 19,9 minuti in campo (6,3 punti, 59,1 nel tiro da due, 25,9% da tre, 72,4% dalla lunetta, 2,3 rimbalzi, 1,6 assist).

INCIDENTE PER MENSAH-BONSU - La Benetton Treviso perde il pivot anglo-ghanese Pops Mensah-Bonsu per un incidente stradale. Fermo a un semaforo, il centro è stato tamponato violentemente questa mattina a Treviso. Il colpo ha provocato un colpo di frusta e trauma cranico non commotivo. È stato ricoverato in osservazione all'Ospedale Cà Foncello di Treviso in medicina d'urgenza dove trascorrerà la notte. Domani verranno valutate le sue condizioni e i medici decideranno se dimetterlo o meno. Di sicuro non giocherà domenica a Roma, mentre per stabilire i tempi di recupero lo staff medico della Benetton dovrà attendere nei prossimi giorni l'evolversi della situazione.

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Eurolega, brutta Roma

Il Barcellona passeggia

La Lottomatica perde per 86-57 nella terza giornata delle Top 16, subendo troppo passivamente già dal primo quarto (-19). Inutile la reazione di Hawkins, disastroso Ray

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Allan Ray contro Gianluca Basile: l'italiano del Barcellona ha dominato il confronto diretto. Afp

MILANO, 28 febbraio 2008 - Ci si aspettava molto, ma molto di più dalla Lottomatica Roma: vero che era reduce dalla poco promettente sconfitta di Rieti in campionato, ma le ultime prove in Eurolega contro Mosca e Malaga e il fortunato precedente del Palau Blaugrana dello scorso 23 gennaio (vittoria romana 77-75 con 22 di Hawkins) autorizzavano a sperare nell’impresa. E invece la prova dei capitolini è stata imbarazzante per larghi tratti, fatto salvo 6' a cavallo tra secondo e terzo quarto.

INCUBO PRIMO TEMPO - Torna Repesa in panchina dopo le ultime due gare saltate per l’influenza, e il coach croato propone Crosariol per la prima volta in quintetto. La partita vera, in buona sostanza, dura 7': l’inizio di Roko Ukic sembra promettere bene, con 5 punti in un minuto e mezzo per il 5-4 romano, le due squadre sembrano abbastanza sciolte con i catalani in netto vantaggio di aggressività: Roma sbaglia diversi buoni tiri malgrado una discreta circolazione, il Barcellona no, e si va così fino al 16-11 firmato da Lorbek, appena entrato, con 3’03" da giocare per finire il primo quarto. Da qui in poi, la Lottomatica sparisce dal campo. Il primo quarto termina 30-11 con un parziale concluso da Gianluca Basile e dalla sua tripla allo scadere (30-11): il pugliese ha già 11 punti a referto, mentre il suo Barça tira in maniera straordinaria (9/11 dal campo, 10/11 ai liberi). Il canestro successivo della formazione allenata da Ripesa lo segna Tonolli in contropiede, quando però mancano 3’48 all’intervallo e il tabellone recita uno sconcertante 39-13 in favore dei blaugrana. A questo punto della gara Roma ha tirato un 5/20 da due e un 1/10 da tre che si commentano da soli.

REAZIONE SPORADICA - Qui Roma ha l’unica reazione della sua partita: si tenta la carta della zona press 2-2-1 e funziona. Hawkins e Lorbek producono da soli un parziale di 14-0 per chiudere il primo tempo a -16 (41-25), il che tutto sommato in queste condizioni è un affarone, Al ritorno dagli spogliatoi il trend positivo sembra continuare: la difesa allungata produce ancora recuperi, Hawkins continua a martellare con altri sei punti in fila e a 7’50 sul cronometro del terzo quarto la Lottomatica è a -10 (41-31) e sembra crederci. Sembra, perché la premiata ditta Basile-Sanchez-Acker produce un 9-0 a suon di triple e riporta la gara sui binari dei blaugrana (52-33 con 5’17 nel 3° quarto). Finiti i sogni di gloria, perché non solo Roma non rientra in partita ma addirittura sbraca nel finale, moltiplicando i falli antisportivi tre di cui due a Fucka, entrambi discutibili), e Vazquez schiaccia il +30 a 42” dalla fine. I playoff di Eurolega sono ancora possibili, ma la differenza canestri ora rischia di essere un handicap decisivo e soprattutto bisognerà che Ukic e Ray (0 punti e 0/7 in 24’ per lui) giochino le partite invece di guardarle.

Barcellona: Basile 19, Lakovic 17, Vazquez e Acker 9.

Roma: Hawkins 18, Lorbek 12, Ukic 11.

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San Antonio, settimo sigillo

Gli Spurs battono Dallas cogliendo la vittoria consecutiva n. 7, seconda affermazione in tre sfide su Nowitzki e compagni. Nessun problema per i Lakers contro Miami, esordio vincente di Devin Harris con New Jersey

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Manu Ginobili, numero 20 of dei San Antonio Spurs. Afp

NEW YORK, 29 febbraio 2008 - Duncan trascina San Antonio alla settima vittoria consecutiva, dopo un match per lunghi tratti equilibrato contro Dallas, per i Lakers strada in discesa contro Miami, Milwaukee incappa nella venticinquesima sconfitta su 31 trasferte.

San Antonio Spurs-Dallas Mavericks 97-94

Avviso ai naviganti: questa potrebbe essere stata solo un’anticipazione di una sfida da playoff e di quelle memorabili anche. I campioni Nba in carica vincono la loro settima partita consecutiva, affidandosi a un Duncan in versione Mvp ("Tutto gira intorno a lui, è davvero speciale", dixit Popovich), e per i nero-argento è la seconda affermazione in tre sfide su Nowitzki e compagni.

Gara equilibratissima nella prima metà (47-47) con le due formazioni a ribattersi colpo su colpo, mentre nel terzo quarto sono gli uomini di Avery Johnson a tentare la fuga: un 16-4 di parziale, concluso da una tripla di Nowitzki e un’interferenza sanzionata a Robert Horry su Jason Terry, porta Dallas a +10 (67-57) con 3’44" da giocare nel terzo quarto, ma gli Spurs sono una squadra di razza e reagiscono anche con i comprimari. Arriva così il controparziale immediato di 13-1 , con 9 punti dell’ex Michael Finley, per ribaltare la situazione con 1’20" prima dell’ultimo intervallo (70-68), poi Ime Udoka firma la tripla del 73-72 proprio sul finire del quarto. L’ultimo periodo, com’era logico attendersi, è stato equilibratissimo dall’inizio alla fine. Il finale: Dampier manda in lunetta Duncan che fa 2/2 per il 96-94 a 34"5 dalla fine, poi Dallas ha addirittura tre possibilità. Due le sbaglia Nowitzki, la terza se la prende Terry che viene stoppato da Bowen a 3"9 dalla sirena finale. Dampier commette ancora fallo, su Finley, ma con 0"4 sul cronometro l’1/2 della guardia è più che sufficiente ad assicurare la vittoria a San Antonio. Ma attenzione: "Stasera non contava niente, ci rivedremo". Parole di Jason Terry, la sfida è lanciata.

San Antonio: Duncan 31 (12/20, 7/10 tl), Ginobili 17, Finley 16, Bowen 14, Parker 10. Rimbalzi: Duncan 15. Assist: Ginobili 5.

Dallas: Nowitzki 28 (4/13, 1/2, 17/21 tl), Howard e Bass 16. Rimbalzi: Dampier e Howard 8. Assist: Kidd 10.

Los Angeles Lakers-Miami Heat 106-88

Jordan Farmar aggiorna il suo career-high contro la derelitta formazione allenata da Pat Riley, e non c’è nemmeno bisogno che Kobe faccia gli straordinari, anche se il numero 24 si è concesso lo sfizio di mostrare il ditone alla Mutombo dopo una stoppata (12 "blocks" di squadra per i Lakers) su Shawn Marion.

Gara sostanzialmente chiusa nel primo tempo (53-41), viste le attuali risorse tecniche e caratteriali degli Heat), che dopo aver toccato il -17 (tripla di Farmar, 81-64 a 9'06" dalla fine) sono rientrati a -9 con un gioco da 4 punti di Dwyane Wade (95-86 con 2'39" sul cronometro) ma non hanno mai dato l’impressione di poter inquietare i padroni di casa, che hanno dominato anche fisicamente (55-40 a rimbalzo con 4 uomini oltre i 10 catturati).

LA Lakers: Farmar 24 (5/6, 4/:P, Bryant 21, Odom e Gasol 13, Vujacic 12. Rimbalzi: Turiaf 12. Assist: Bryant 8.

Miami: Wade 18 (4/14, 2/3, 4/7 tl), Davis 14, Marion e Banks 13, Blount 12. Rimbalzi: Marion 11. Assist: Davis 9.

New Jersey Nets-Milwaukee Bucks 120-106

Il principale motivo di interesse per questa partita era il debutto casalingo di Devin Harris con la sua nuova squadra, e l’ex Dallas ha portato a casa cifre di riguardo, vittoria e addirittura i cori per lui da parte dei tifosi di East Rutherford. "Non sentivo il pubblico urlare il mio nome dai tempi del college, a Wisconsin", dice lui, “sono felice di aver iniziato così bene”.

Infatti Harris ha segnato 16 punti nel primo tempo, che ha chiaramente indirizzato la gara a favore della squadra allenata da Lawrence Frank, che ha bucato la difesa dei Bucks come del burro fuso (68-55 a metà gara). Dopo una parziale rimonta ospite, ci ha poi pensato l’ex trevigiano Nachbar (13 punti tutti nell’ultimo quarto) a mettere le cose a posto (3 triple in fila per il 114-97). Per Milwaukee è la sconfitta numero 25 su 31 trasferte.

New Jersey: Harris 21 (4/7, 3/6, 4/5 tl, 21’), Jefferson e Carter 19, Boone 14, Nachbar 13, Ma. Williams 11. Rimbalzi: Boone e Swift 7. Assist: Ma. Williams 8.

Milwaukee: Redd 33 (9/16, 2/5, 9/13 tl), Mo Williams 24, Bogut 22, Mason 10. Rimbalzi: Bogut 15. Assist: Mo Williams 7.

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D'Antoni e Colangelo

salvatori di New York?

Il coach lascerebbe Phoenix a fine stagione: Stern spinge per la rinascita dei Knicks, da affidare al 68enne Jerry

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Colangelo, Steve Nash e Mike D'Antoni, 56 anni, alla 5ª stagione con Phoenix

MILANO, 29 febbraio 2008 - Mike D’Antoni nuovo allenatore dei New York Knicks, con Jerry Colangelo presidente? Non è fantabasket, anche se siamo ancora solo ai preliminari. Un’ipotesi affascinante, la cui messa in pratica richiede una serie di ingredienti che al momento paiono però essere già in pentola.

ROTTURA MIKE-SUNS - L’ex play di Milano pare essere al capolinea dell’avventura con Phoenix. Quando è arrivato in Arizona, a stagione 2003-04 in corso, l’impatto sui Suns e sull’intera lega è stato immediato. Il suo stile di gioco innovativo e divertente ha conquistato tutti. Ma non è mai riuscito a vincere nei playoff, quando si corre di meno e si difende molto di più. Non è andato oltre due finali di conference, perse con San Antonio e Dallas. Il cambio di proprietà, con il club che nell’estate 2004 passava dalle mani di Jerry Colangelo a quelle dell’eccentrico Robert Sarver, ha, con il passare degli anni, costantemente minato l’autonomia decisionale di D’Antoni. Con la partenza del presidente e gm Bryan Colangelo per Toronto, Mike si è trovato solo. L’arrivo di Steve Kerr, nuovo general manager, è stato poi l’inizio della fine, quanto mai evidente con l’acquisizione di Shaquille O’Neal, che in pratica ha sconfessato in pieno il basket d’Antoniano.

LA VOGLIA DI COLANGELO - Il 68enne Jerry non è tipo da starsene con le mani in mano. Il ruolo di grande boss di Usa Basketball (a lui è stata affidata la rinascita dell’ex Dream Team), non gli basta. Ha ancora tanta voglia di essere coinvolto quotidianamente nello sport che ama.

STERN E DOLAN - I Knicks sono ormai la barzelletta della lega, e David Stern, commissioner Nba, ha bisogno che una piazza come New York sia competitiva ad alti livelli (gli ascolti delle ultime finali con piazze mediaticamente inesistenti come San Antonio e Cleveland sono stati pessimi). E infatti pare stia spingendo perché l’amico Colangelo subentri al disastroso attuale proprietario, James Dolan, che però non vuole saperne di mollare. "E’ una sfida molto difficile — ha dichiarato recentemente Colangelo al New York Post —, certo anche molto affascinante. Ma a qualcuno queste sfide piacciono... Se dovessero chiamarmi, starei ad ascoltarli".

FATTIBILITA’ - D’Antoni resterà a Phoenix solo in caso di vittoria del titolo, e la cosa al momento pare molto difficile. La squadra si è snaturata con l’arrivo di Shaq, e le 3 sconfitte in 5 partite con il Diesel sono un brutto segnale. E uscire dalla giungla dell’Ovest è diventato sempre più difficile dopo gli arrivi di Gasol ai Lakers e Kidd a Dallas. L’ostacolo maggiore resta Dolan. Si potrebbe forse arrivare a un compromesso con Colangelo che entra nei Knicks solo come gm. Ma è scontato che chiederebbe a Dolan carta bianca. E la prima mossa sarebbe quella di cacciare il letale Isiah Thomas dalla panchina. Per far posto a D’Antoni. Se l’operazione non dovesse andare in porto, l’attuale proprietà sta comunque muovendosi, anche se non si capisce bene in quale direzione. Gira infatti il nome di Kiki Vandeweghe, come nuovo gm, ruolo che già ricoprì ai Denver Nuggets, dove è famoso per aver scelto con il numero 5 assoluto Nikoz Tskitishvili (ora a Teramo) al draft 2002...

Gazzetta.it

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Top 16 - Terza Giornata

Mercoledì 27 Febbraio 2008, ore 20.45

Montepaschi Siena - Panathinaikos 84-75

Olympiacos - Zalgiris Kaunas 86-84

Unicaja - CSKA Moscow 72-67

Giovedì 28 Febbraio 2008, ore 19.00

Fenerbahce Ulker - Lietuvos Rytas 95-91

Giovedì 28 Febbraio 2008, ore 19.50

Maccabi Elite Tel Aviv - Real Madrid 94-75

Giovedì 28 Febbraio 2008, ore 20.45

Partizan Igokea - Efes Pilsen 78-65

Aris TT Bank - Tau Ceramica 69-87

AXA FC Barcelona - Lottomatica Roma 86-57

Vittoria importantissima per Siena, vicinissima alla vittoria del Gruppo e unica squadra a pieni punti insieme al Tau. Nel gruppo B serve il miracolo all'Aris, a quota 0 e con 2 gare da giocare fuori casa!

Gruppo D

Montepaschi Siena 6

Efes Pilsen 2

Partizan Igokea 2

Panathinaikos 2

Gruppo E

Tau Ceramica 6

Fenerbahce Ulker 4

Lietuvos Rytas 2

Aris TT Bank 0

Gruppo F

Maccabi Elite Tel Aviv 4

Real Madrid 4

Zalgiris Kaunas 2

Olympiacos 2

Gruppo G

AXA FC Barcelona 4

CSKA Moscow 4

Unicaja 2

Lottomatica Roma 2

Play-off (come sarebbero ora)

Montepaschi - Fenerbahçe

Maccabi - CSKA Mosca

Tau - Efes Pilsen

Barcelona - Real Madrid

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25° Giornata

Sabato 1° Marzo 2008, ore 18.00

Armani Jeans Milano - Premiata Montegranaro

Sabato 1° Marzo 2008, ore 21.00

Eldo Napoli - Cimberio Varese 1157973895b_sky-sport-2.gif

Domenica 2 Marzo 2008, ore 12.00

La Fortezza Bologna - Upim Bologna 1157973895b_sky-sport-2.gif

Domenica 2 Marzo 2008, ore 18.15

Angelico Biella - Montepaschi Siena

Lottomatica Roma - Benetton Treviso

Pierrel Capo d'Orlando - Air Avellino

Snaidero Udine - Solsonica Rieti

Tisettanta Cantù - Scavolini Spar Pesaro

Domenica 2 Marzo 2008, ore 21.00

Legea Scafati - Siviglia Wear Teramo 1157973895b_sky-sport-2.gif

Da non perdere Domenica il derby di Bologna!

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