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Jacksche vuota il sacco


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Jaksche vuota il sacco

Il tedesco della Tinkoff confessa al settimanale "Der Spiegel" un'intera carriera da dopato. Pesanti accuse al tecnico italiano Stanga, alla Telekom e a tutto il movimento

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MILANO, 1 luglio 2007 - "Stanga disse che voleva cominciare con il trattamento. Voleva vedere cosa funzionasse meglio per me". È un passaggio dell'intervista choc di Joerg Jaksche, che al settimanale Der Spiegel racconta i dettagli di una carriera legata a doppio filo al doping. Il corridore tedesco, sospeso a maggio dalla Tinkoff, parte dal 1997, l'anno del suo esordio tra i professionisti. Jaksche chiama in causa Gian-Luigi Stanga, all'epoca team manager della Polti. "Voleva vedere cosa andasse bene per me", dice Jaksche. Parole che Stanga, attuale direttore sportivo della Milram, ha giá bollato come assurde: "L'accusa - dice il tecnico italiano - che mi muove, oltrechè falsa e gravissima, ondeggia sulla soglia dell'inverosimile. Chi mi conosce sa perfettamente che non è mio costume interferire, per nessuna ragione, nelle questioni di ordine medico. E non è una scelta di principio, ma una necessità effettiva, visto che la mia preparazione, in campo farmaceutico, è ovviamente nulla".

BELLA - La carriera di Jaksche, dopo i primi 2 anni con la Polti, è proseguita con le maglie di Telekom, Once, Csc e Liberty Seguros fino al 2006. Sette vittorie da professionista, comprese le 2 ottenute quest'anno con la Tinkoff, in 10 stagioni caratterizzate da un denominatore comune: il doping. Dal 2005, in particolare, Jaksche si affida al dottor Eufemiano Fuentes, il medico spagnolo al centro dell'inchiesta Operacion Puerto. "Sono io 'Bella' - dice riferendosi a uno degli pseudonimi invididuati nell'indagine spagnola. Fuentes non è un macellaio spagnolo, in un certo senso è geniale anche se in qualche caso si spinge troppo in là. È come una persona che attraversa un incrocio con il semaforo rosso per vedere cosa succede", dice il corridore, che si è rivolto a Fuentes per sottoporsi a pratiche illecite.

TELEKOM - Jaksche, "sorpreso" per le mancate ammissioni di altri atleti coinvolti, non fa riferimento esplicito ad altri colleghi. Dice, però, che "nella lista resa nota mancano alcuni nomi. C'è stata una selezione". Il sodalizio con Fuentes è solo l'apice di un percorso. Jaksche, sospeso dalla Tinkoff a maggio, spara a zero contro la Telekom, con cui ha militato nel 1999 e nel 2000: "La dirigenza sapeva tutto, era un meccanismo collaudato". Solo prima del Tour '99, per paura dei controlli, Jaksche avrebbe rispettato le regole: "Niente da fare, non riuscivo a tenere il passo di nessuno e rimanevo sempre indietro. Mi sentivo completamente inutile".

UCI E WADA - Il doping sarebbe tornato ad essere una costante con il passaggio ad altre squadre. "È tutto un sistema perverso, ma esiste per il solo fatto che tutti si dopano. Il ciclismo professionistico sarebbe corretto solo se tutti smettessero di doparsi". Jaksche è intenzionato a collaborare con l'Unione ciclistica internazionale e con l'Agenzia mondiale antidoping. L'obiettivo è ottenere uno sconto sulla squalifica di due anni che al momento appare inevitabile. "Se non fossi finito sulla lista di Fuentes? Probabilmente avrei continuato a doparmi".

gazzetta.it

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Spero che nel giro di poco tempo tutti vuotino il sacco come ha fatto Jacske.

Tutto per merito di Basso se la gente inizia a parlare, almeno questo gli deve essere riconosciuo al corridore varesino

Basso ha vuotato il sacco dopo circa un anno,perchè nn l'ha fatto prima?Poi nn ci credo ke Basso nn conosca i nomi dei ciclisti che andavano da Fuentes........

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  • Amministratori

L'unico che può dire qualcosa è Fuentes.

Se spara fuori i nomi dei suoi clienti succede un casino. Per me sono le stesse società che lo tengono nascosto e lo pagano per stare zitto. Non mi stupirei se pagassero qualcuno per farlo fuori.

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ma tanto la prendano tutti :wink2::wink2: ma siete fissati bettini di qua bettini di la uno che vince un mondiale e ne capisce di ciclismo sa che pulito non era ..

io sono per la liberalizazione del doping .. gli direi vi volete ammazzare ammazzatevi ..

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  • Amministratori

Stanga replica duramente a Jaksche

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Milano, 1 luglio - Gianluigi Stanga, team manager della Milram, non ci sta. Dopo l`intervista di Joerg Jaksche al Der Spiegel vuole chiarezza. Il dirigente della squadra di Alessandro Petacchi ha pertanto scritto una lettera in cui racconta la sua verita, rispondendo a Jaksche, che aveva ammesso di avere fatto uso di Epo ai tempi della Telekom, quando nella squadra tedesca lavorava anche Stanga.

`Ho letto, con amarezza ed incredulita`, le gravi affermazioni di Joerg Jaksche e il dover replicare a questi attacchi calunniosi, figli di un disegno perverso che ancora oggi mi sfugge, mi ferisce come uomo prima ancora che come team manager. Jaksche e` stato un mio corridore circa dieci anni fa, ma il ricordo di lui, nella mia mente, e` tutt`altro che nitido. Era un neo-professionista che aveva buone credenziali, ma che – almeno nella mia squadra - mai mantenne realmente le promesse. I miei rapporti con lui sono sempre stati sporadici`.

Prosegue Stanga: `L`accusa che mi muove, oltreche` falsa e gravissima, ondeggia sulla soglia dell`inverosimile. Chi mi conosce - e mi riferisco a quelle centinaia di corridori che, nel corso della mia lunga carriera, ho avuto alle mie dipendenze- sa perfettamente che non e` mio costume interferire, per nessuna ragione, nelle questioni di ordine medico. E non e` una scelta di principio, ma una necessita` effettiva, visto che la mia preparazione, in campo farmaceutico, e` ovviamente nulla. Anche se dovessi soltanto valutare l`uso di qualche medicinale (chiaramente legale), per un mio atleta, il mio interlocutore naturale sarebbe sempre e comunque il medico della squadra, non certo il corridore`.

Stanga conclude: `Non so davvero per quale ragione Jaksche, dieci anni dopo, tiri fuori queste menzogne. Temo sia la strategia disperata del corridore che non ha piu` nulla da perdere e che, per alleggerire la sua grave posizione giudiziaria, punta a coinvolgere il maggior numero di persone, sdoganando la logica del `cosi` fan tutti` e scegliendo proditoriamente di gettare fango su personaggi noti, per togliersi di dosso la gogna pubblica e far virare l`attenzione dei media verso bersagli piu` appetibili. E` un gioco al massacro, che non produce ne` vinti ne` vincitori, un pugno di sabbia lanciato negli occhi di chi ha il dovere di giudicare fatti e circostanze provate e che, invece, si trova depistato da tesi fantasiose e destituite di ogni fondamento. A supporto delle deliranti farneticazioni del signor Jaksche, guarda caso, non c`e` uno straccio di prova ne` un testimone credibile. Eppure oggi mi trovo nella deprimente condizione di dovermi difendere`.

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ma tanto la prendano tutti :wink2::wink2: ma siete fissati bettini di qua bettini di la uno che vince un mondiale e ne capisce di ciclismo sa che pulito non era ..

io sono per la liberalizazione del doping .. gli direi vi volete ammazzare ammazzatevi ..

grande incappi!!!!

così si fa: liberalizziamo questo benedetto doping così sono tutti allo stesso livello: dopati marci.... se poi muoiono a 40 son c***i loro!!!!!

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Solo prima del Tour '99, per paura dei controlli, Jaksche avrebbe rispettato le regole: "Niente da fare, non riuscivo a tenere il passo di nessuno e rimanevo sempre indietro. Mi sentivo completamente inutile".

Questa frase è particolarmente significativa.....

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raga speriamo che con questo putiferio ...le cosi migliorino per quanto mi riguarda non mi stupirei se .. il tour quest'anno lo lotteranno per vincere io - fresco -tasso o ciclo .. ovvio chiameranno noi visto che se il tour non modifica le regole quest'anno partono in ..15 forse nemmeno in 15 :wink2:

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  • 4 weeks later...

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