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Topic Ciclocross


Andrepg

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Notizia vecchia, ma molto rilevante, cito Spaziociclismo:

Ciclocross, Silvestri trionfa ai campionati nazionali

Grande prova di Elia Silvestri ai Campionati Italiani di Ciclocross. Il giovane atleta lecchese si è infatti imposto davanti ad un Marco Aurelio Fontana impotente davanti alla superiorità odierna del giovane rivale. Terzo posto per Marco Bianco, che conferma di essere un atleta sul quale poter fare affidamento. Classe 1990, Silvestri è ufficialmente campione U23, ed in gare di questa categoria, e sarà dunque Fontana ad indossare la maglia della categoria elite ma la vittoria odierna conferma tutto il talento del 21enne lombardo della Selle Italia - Guerciotti. Negli elite, con Bianco che si aggiudica l'argento, il bronzo va a Cristian Cominelli. L'argento ed il bronzo nella categoria U23 vanno, rispettivamente, a Daniele e Luca Braidot.

Poi alla fine l'UCI ha dato la vittoria del campionato e lite a Silvestri anche se sarà Fontana ad indossare la maglia, mentre Silvestri indosserà quella da U23.

Detto questo voglio dire che un U23 che vince su tutti gli Elite fa ben sperare per il futuro. La Selle - Guerciotti, come dimostrano i numerosi successi in campo giovanile, sta investendo bene sui giovani, magari grazie a loro fra qualche anno potremmo lottare per qualche medaglia mondiale.

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Coppa del Mondo

1. Kevin Pauwels 510

2. Sven Nys 490

3. Zdenek Stybar 455

4. Klaas Vantornout 385

5. Bart Aernouts 340

6. Tom Meeusen 325

7. Francis Mourey 321

8. Steve Chainel 282

9. Radomir Simunek 262

10. Thijs van Amerongen 250

Superprestige

1. Sven Nys 78

2. Kevin Pauwels 73

2. Zdenek Stybar 68

4. Bart Aernouts 65

5. Niels Albert 57

6. Klaas Vantornout 54

7. Tom Meeusen 50

8. Bart Wellens 50

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Ha pagato la stagione su strada che gli ha rubato molto tempo e probabilmente sarà questa la sua ultima stagione completa a meno di clamorose sorprese legate alla sua possibile vittoria del mondiale. Comunque nelle ultime gare sembra essersi ripreso, mentre Pauwels appare molto in calo.

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Ha pagato la stagione su strada che gli ha rubato molto tempo e probabilmente sarà questa la sua ultima stagione completa a meno di clamorose sorprese legate alla sua possibile vittoria del mondiale. Comunque nelle ultime gare sembra essersi ripreso, mentre Pauwels appare molto in calo.

l'esatto contrario rispetto l'anno passato.. :thumbup:

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Secondo me il più forte è Albert, presi in questo anno a parità di forma. Però devo dire che Nys nel fango è mostruosamente il migliore

Chiarimento, io non ho detto che Nys attualmente è il migliore :mrgreen: ho detto che lo è stato per molto tempo, attualmente per la mia poca conoscenza della disciplina non lo posso ancora dire, così come non ho alcun tifo. Mi sembra però uno tra Stybar e Albert.

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  • 2 weeks later...

Mondiali di ciclocross in Belgio

Ori a Van der Poel e Van der Haar

KOKSIJDE (Belgio) , 28 gennaio 2012

Dominio olandese nella prima giornata della passerella iridata di Koksijde, sul Mare del Nord. Per gli azzurri 13° posto di Bertolini negli juniores, mentre Silvestri è stato 19° negli under 23. Domani Mondiale elite

Lars Van der Haar vince così l'oro tra gli Under 23

Olanda batte Belgio 2 a 0. In Belgio, per giunta, dove il ciclocross è quella passione che muove migliaia di persone e assomiglia tanto a una religione. Per mano dell’Olanda, per giunta, l’eterna rivale, che tante volte aveva dovuto masticare amaro. E’ solo il primo round, quello riservato a juniores e under 23. Ma già basta per mettere paura all’armata di casa, che rischia seriamente di restare a mani vuote, visto che nella seconda giornata dei Mondiali, sulle dune sabbiose di Koksijde, Marianne Vos – olandese pure lei – ha già il quinto oro in tasca e il ceco Zdenek Stybar si divide con i padroni di casa Kevin Pauwels e Sven Nys i gradi di favorito nella gara Elite maschile.

Elia Silvestri in azione tra gli Under 23

FIGLIO D'ARTE — A inaugurare la festa olandese è stato il figlio e nipote d’arte Mathieu Van der Poel, imbattuto da 18 gare, che a distanza di 16 anni (lui allora aveva appena festeggiato il primo compleanno) si è messo al collo la medaglia d’oro proprio come papà Adri – grande cacciatore di classiche, oltre che fortissimo nel fango - seppe fare tra i professionisti. Il figlio campione del mondo come il padre: è la prima volta che succede nel cross, anche se in categorie diverse. Per inciso: il nonno di Mathieu è Raymond Poulidor, uno dei più grandi stradisti francesi. Al primo anno nella categoria, già campione europeo a Lucca, e vincitore della Coppa del Mondo, Van der Poel jr ha battuto di 8” il belga Wout Van Aert e di 21” il francese Quentin Jauregui, al termine di una gara avvincente, in cui il primo azzurro, il tricolore Gioele Bertolini, ha chiuso 13° dopo una prestazione generosa.

Matthieu Van der Poel vince l'oro tra gli juniores

VOLATA — Epilogo in volata invece tra gli under 23 e conferma dell’oro 2011 per Lars Van der Haar, classe 1991, anche lui dominatore della stagione (come Van der Poel ha vinto Europeo e Coppa) che ha avuto ragione del beniamino di casa Wietse Bosmans e del connazionale Michiel Van der Heijden: è il quarto della storia, dopo Wellens, Nys e Stybar, a fare il bis iridato nella categoria. Niente da fare invece per l’atteso campione italiano Elia Silvestri, solo 19° su un terreno però a lui (e a tutti gli azzurri) indigesto.

DOMANI GRAN FINALE — Ovvio, la gara più più attesa è quella di domani degli Elite, che chiama l’armata belga alla resa dei conti soprattutto con sua maestà Zdenek Stybar, il ceco iridato a Tabor 2010 e St. Wendel 2011, in entrambe le occasioni con irridente e disarmante facilità. Quest’anno il talento dell’Omega-Quick Step, che strizza l’occhio a un futuro solo su strada, ha giocato un po’ a nascondino, lasciando che a scannarsi fossero i due fiamminghi Kevin Pauwels e Sven Nys, primo e secondo in Coppa del Mondo. Ma c’è da scommettere che davanti sarà ancora lui, impavido come da par suo, a menare la danza. Il tris consecutivo non si verifica dai tempi del mito belga Roland Liboton: era il triennio 1982-1984, un'eternità, un altro ciclocross. Il problema per i padroni di casa è quello di sempre: troppi galli nello stesso pollaio, incapacità di individuare l’uomo - o al massimo una coppia di uomini - su cui puntare tutto e farvi ruotare attorno un gioco di squadra che stritolerebbe chiunque. E questo potrebbe favorire Stybar, che ha nelle gambe più d'una soluzione e una forza granitica.

Zdenek Stybar, 7 medaglie mondiali. Afp

AMBIZIONI AZZURRE — Saranno gare durissime, perché la sabbia - inzuppata anche dagli scrosci di pioggia degli ultimi giorni - costringerà tutti ad esercizi podistici più lunghi e dispendiosi del solito, inusuali per una disciplina che ormai ha perso molte delle sue caratteristiche iniziali. E forse proprio per questo il 35enne Nys - il despota dell’ultima generazione con 46 trionfi in Coppa del Mondo e 53 nel Superprestige, oltre a 5 medaglie mondiali, di cui però una sola d’oro - si fa preferire nel ristretto elenco dei favoriti. L’Italia - orfana del migliore esponente degli ultimi anni, Marco Aurelio Fontana, già concentrato sulla mountain bike olimpica - dovrà badare soprattutto a difendersi, anche se è proprio la gara degli Elite quella che potrebbe regalarci il migliore risultato. A patto che, una volta tanto, la sfortuna lasci un po’ in pace l’ex enfant prodige Enrico Franzoi. Il ricordo del bronzo 2007 è ormai sbiadito, ma su un percorso del genere il veneto della Selle Italia-Guerciotti ha qualche buona chance di non finire troppo lontano dalla lotta per le medaglie.

I RISULTATI — JUNIORES: 1. Mathieu Van der Poel (Olanda) 43’36”; 2. Wout Van Aert (Belgio) a 8”; 3. Quentin Jauregui (Francia) a 21”; 13. Gioele Bertolini a 2’40”; 36. Nadir Colledani a 5’59”; 43. Luca De Nicola a 7’10”; 47. Riccardo Redaelli a 1 giro; 54. Francesco Pedante a 2 giri.

UNDER 23: 1. Lars Van der Haar (Olanda) 49’20”; 2. Wietse Bosmans (Belgio) a 1”; 3. Michiel Van der Heijden (Olanda) a 4”; 4. Arnaud Jouffroy (Francia) a 5”; 5. Laurens Sweeck (Belgio) a 50”; 19. Elia Silvestri a 2’49”; 21. Bryan Falaschi a 3’18”; 27. Igor Smarzaro a 4’07”; 34. Daniele Braidot a 5’44”; 36. Luca Braidot a 1 giro.

Il programma di domani - Ore 11 Elite donne (azzurre in gara: Alice Maria Arzuffi, Valentina Scandolara). Ore 15 Elite uomini (azzurri in gara: Enrico Franzoi, Cristian Cominelli, Mirko Tabacchi, Marco Ponta)

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MONDIALE CROSS WE: Marianne Vos, nessuna come lei - Fa suo il quinto titolo iridato davanti a Van den Brand e Cant

CAMPIONATO DEL MONDO CICLOCROSS WE 2012 Alice Maria Arzuffi Daphny Van den Brand Helen Wyman Katerina Nash Katherine Compton Marianne Vos Sanne Cant Sanne Van Paassen Sophie De Boer Valentina Scandolara Ciclismo femminile Ciclocross

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Da domani Meeuwen, dove Marianne Vos è nata ed il Ciclocross è un culto pagano, avrà un'altra panchina dedicata alla sua Campionessa. Non dista troppo, questa cittadina dell'Aalburg, da Koksijde, dove stamane la Vos ha conquistato il suo quinto Mondiale di Ciclocross, che va ad aggiungersi ai due su pista e ad uno su strada.

Molti si domanderanno: «Che c'entrano con questo Mondiale le panchine di Meeuwen?». C'entrano eccome. Siccome là in Olanda i talenti sanno valorizzarli bene, il sindaco di Meeuwen ha deciso di costruire una pista ciclabile dedicata a Marianne Vos, dove lei stessa è solita allenarsi.

Lungo questo percorso si trovano sette panchine, una per ogni Mondiale vinto. Immaginiamo il povero sindaco di Meeuwen a dover trovare spazi, liquidi e legname a sufficienza per costruire ogni inverno una panchina dedicata alle vittorie nel Mondiale di Ciclocross, sudando poi freddo sul finir dell'estate, quando la Vos si cimenta nel Mondiale su strada. Per ogni panchina una targa ricorda la vittoria a cui è collegata. Ad esempio: «Marianne Vos, Campionessa del Mondo di Ciclocross 2012. Marianne è cresciuta in questi luoghi». Una sorta di dolcissima e piacevole via crucis, insomma.

Koksijde, al contrario di Meeuwen, vede il mare. E la sabbia, e le dune, e la pianura. Di qui la Vos ricominciò con l'attività crossistica avendo un paio di settimane d'allenamento nelle gambe. Era il 26 novembre, gara di Coppa: fece seconda dietro ad una Van den Brand che da lì prese la testa della classifica di Coppa. La Vos invece prese a vincere e dopo quel secondo posto si registrano sedici vittorie consecutive, comprendendo quella di oggi.

Un viaggio più che una stagione di ciclocross: Koksijde, quindici vittorie, ancora Koksijde. E se il vero viaggio è il ritorno la Vos lo compie magnificamente. Partiva da favorita, o almeno con le statistiche ampiamente dalla sua. E però la Van den Brand era, insieme alla Compton, un pericolo più che ipotetico su un tracciato che richiede forza, forza e ancora forza. E pure fortuna, a dirla tutta.

Si parte a mille, non è una notizia. Marianne gioca con la sabbia, resta in seconda o terza posizione insieme alle altre olandesi (Van den Brand, una rediviva Van Paassen e Sophie De Boer), mentre davanti la britannica Wyman mena per mezzo giro. Poi la Vos sale in cattedra senza strafare. Ritmo non elevatissimo, ma sta di fatto che Marianne si porta dietro Van den Brand, Van Paassen e De Boer. Le altre pochi sono secondi più indietro.

La Van den Brand affronta la prima duna con il piglio giusto, di quella che vuol fare la corsa, magari vincerla. Vos accusa, le altre sprofondano in queste sabbie mobili. Termina la duna, alla prima salitella Van den Brand ha la sfortuna di dover mettere un piede a terra. Non aspettava altro, la Vos, che dà una sgasata delle sue e se ne va.

Gara terminata, si lotta per il secondo posto. Il primo giro, percorso dalla Vos in 8' netti, la vede davanti a Van den Brand di 11" mentre all'inseguimentro troviamo Van Paassen e Nash. De Boer e una Cant in forte ripresa tornano sotto. Caduta invece la Compton che perde diverso tempo prezioso per rialzarsi e lì dice addio ai sogni di gloria (nel 2011 era durata fino all'ultimo giro, ma era appunto un anno fa). Davanti ce n'è solo una, la solita da sedici gare a questa parte. Dietro invece se le suonano.

«Mettete dei tulipani nei vostri cannoni». Pare che a questo grido l'olandese Sanne Van Paassen sia spinta a raggiungere la Van den Brand, ormai moralmente a terra. Con le due olandesi un'altra Sanne, di cognome Cant, nazionalità belga. La ragazza di casa si riporta sotto insieme ad una Compton che, durante un collegamento con i box, scopriamo essere allenata da un novello John Wayne (per approfondimenti si veda lo Stetson del coach).

Dopo la caduta la ragazza di Chattanooga dimostra grinta (è anche logico, quando il tuo coach pare Il Grinta stesso) e tra il secondo ed il terzo giro resta sola con Cant e Van den Brand (34" le separano dalla Vos). Van Paassen arranca ed arrancherà fino alla fine (chiuderà comunque quarta davanti alla Compton).

All'ultimo giro il gruppo inseguitore della Vos è composto da Van den Brand, Cant, Compton e Van Paassen, tutte a 54". La selezione avviene sulla sabbia e quel che non fanno le dune lo fa l'acido lattico. Nel finale Van den Brand e Cant se ne vanno nuovamente, Van Paassen cede e la Compton ha già alzato bandiera bianca.

Dietro ad una Vos esultante la volata tra Cant e Van den Brand premia quest'ultima, che colleziona così il 21esimo secondo posto stagionale. Se non è una novella Emma Johansson poco ci manca. Dopo la quinta, Katie Compton, giunta a 53", i distacchi sforano ampiamente sopra il minuto.

Le italiane in gara erano due, Alice Maria Arzuffi e Valentina Scandolara. Due fisichini troppo esili per queste sabbie mobili. E mentre la talentuosa veronese non ha portato a termine la prova, la Arzuffi, atleta più giovane di tutte in gara (classe '94) chiude in 31esima posizione. Un buon mattoncino in vista di una grande carriera.

Marianne Vos fa cinquina, come i Mondiali di Cross da lei vinti come élite (gli utlimi quattro sono consecutivi), porta a 16 le vittorie in stagione - tutte l'una in fila all'altra. Ma soprattutto rischia di ammazzare uno sport, come le fa notare Enrico Carpani, portavoce dell'UCI, con una domanda molto acuta: «Non penso di uccidere questo sport. Mi alleno duramente, giorno dopo giorno, cercando di dare sempre il massimo, tutto qui. Il circuito oggi era difficile ma molto affascinante. C'era tanto nervosismo tra le atlete, d'altronde siamo ad un Mondiale. Sapevo di dovermi guardare dalla Van den Brand oltre che da altre come Cant, Van Paassen, Compton... Ce l'ho fatta ed è fantastico».

Una vittoria che forse era attesa dalla Vos da quel 24 settembre 2011, quando fu trafitta in una volata nata male e finita peggio dalla nostra Bronzini - erano sempre Mondiali ma su strada. Una vittoria iridata che la porta là dove merita, nella Storia passando per l'Olimpo delle grandi.

Mai nessuna ragazza aveva vinto cinque Mondiali di Ciclocross (proprio la Vos deteneva il record di 4 insieme alla Kupfernagel, oggi non presente). E chi pensa che le motivazioni della più forte ciclista al Mondo potrebbero svanire è presto servito: «Il 2012 sarà molto importante per me: Olimpiadi in estate, Mondiali di Valkenburg a settembre, gli obiettivi non mi mancano. Il primo però era questo Mondiale e l'ho conquistato».

Da domani tornerà ad allenarsi sul percorso dedicato a lei, in quel di Meeuwen. Sapendo che, se e quando sarà stanca, potrà sedersi a rifiatare su una panchina in più, ammirando la campagna spesso nebulosa del Brabante Settentrionale, per poi riprendere a volare. Del resto Meeuwen in olandese significa 'gabbiani', non sarà mica una coincidenza.

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