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Paura per Bettini, cade e picchia la testa alla 6 giorni


LuckyLuke

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"Sto bene, riesco a pedalare senza problemi, posso disputare tutte le gare tranne l'americana - ha spiegato -. Mi sento bloccato sulla schiena"

Ora il "Grillo" ha deciso di correre anche l'americana. Indistruttibile.

(FONTE SPORTMEDIASET)

ma la corre o no questa americana? :mrgreen::mrgreen::mrgreen:

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Incredibile Bettini

Corre e vince l'americana

L'ex iridato, vittima di una spaventosa caduta martedì, stamattina è tornato in pista alla Sei Giorni di Milano e nel pomeriggio si è anche aggiudicato la gara, che lo aveva visto protagonista dello spaventoso capitombolo

Paolo Bettini, 34 anni, è tornato in pista alla Sei Giorni. Bettini

RHO (Milano), 6 novembre 2008 - Bettini, chi l’avrebbe mai detto? Ma sì, lui, il Grillo. Martedì era in ospedale, ieri era bloccato da tutori e medici, stamattina è entrato in pista faticando a salire sulla bici, stasera si gettava nella mischia dell’americana a 60 all’ora. E l’ultimo sprint, quello decisivo per conquistare la corsa più emozionante della sei Giorni di Milano, se l’è aggiudicata proprio la coppia formata dal due volte campione del mondo e dall’olimpionico spagnolo Llaneras. Paolo Bettini ha ritrovato il gusto del brivido, quello che solamente un karaoke a due ruote può regalare. "All’inizio ero timoroso. Non paura, ma prudenza. Poi, e neanche tanto piano perché qui si va sempre a tutta, mi sono sciolto. E ho cominciato a divertirmi. Sinceramente pensavo di disputare le prove meno pericolose, come lo sprint e i giri lanciati, poi di cominciare l’americana ma di concluderla prima. Invece mi sono sentito a mio agio, poi la voglia ha fatto il resto. E quando ti fai prendere dalla voglia, se non proprio di vincere, almeno di vedere come va a finire, sono rimasto dentro fino alla fine". In testa alla sei Giorni c’è sempre la collaudatissima coppia argentina Perez-Donadio. Fra gli sprinter, vittoria a sorpresa di Chiappa sul tre volte olimpionico a Pechino, lo scozzese Hoy.

gasport

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:nana::nana::nana:

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Incredibile Bettini

Corre e vince l'americana

L'ex iridato, vittima di una spaventosa caduta martedì, stamattina è tornato in pista alla Sei Giorni di Milano e nel pomeriggio si è anche aggiudicato la gara, che lo aveva visto protagonista dello spaventoso capitombolo

Paolo Bettini, 34 anni, è tornato in pista alla Sei Giorni. Bettini

RHO (Milano), 6 novembre 2008 - Bettini, chi l’avrebbe mai detto? Ma sì, lui, il Grillo. Martedì era in ospedale, ieri era bloccato da tutori e medici, stamattina è entrato in pista faticando a salire sulla bici, stasera si gettava nella mischia dell’americana a 60 all’ora. E l’ultimo sprint, quello decisivo per conquistare la corsa più emozionante della sei Giorni di Milano, se l’è aggiudicata proprio la coppia formata dal due volte campione del mondo e dall’olimpionico spagnolo Llaneras. Paolo Bettini ha ritrovato il gusto del brivido, quello che solamente un karaoke a due ruote può regalare. "All’inizio ero timoroso. Non paura, ma prudenza. Poi, e neanche tanto piano perché qui si va sempre a tutta, mi sono sciolto. E ho cominciato a divertirmi. Sinceramente pensavo di disputare le prove meno pericolose, come lo sprint e i giri lanciati, poi di cominciare l’americana ma di concluderla prima. Invece mi sono sentito a mio agio, poi la voglia ha fatto il resto. E quando ti fai prendere dalla voglia, se non proprio di vincere, almeno di vedere come va a finire, sono rimasto dentro fino alla fine". In testa alla sei Giorni c’è sempre la collaudatissima coppia argentina Perez-Donadio. Fra gli sprinter, vittoria a sorpresa di Chiappa sul tre volte olimpionico a Pechino, lo scozzese Hoy.

gasport

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:nana::nana::nana:

GRANDISSIMO PAOLO!!!!

P.S. Sara contento Bubba... :mrgreen:

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nessuno sa che ha vinto la sei giorni?

mitico paolino

.....e secondo te chi vuoi che abbia vinto??? :mrgreen:

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Bettini chiude alla grande

Vince anche la Sei Giorni

Il due volte campione del mondo vince l'Americana con Llaneras a Milano all'ultima gara in carriera. "Dopo 20 anni da zingaro, smettere all’improvviso mi farebbe ammalare. Mi mischierò al popolo del ciclismo, per respirare l’aria delle corse"

Bettini in trionfo, salutato dal pubblico e dai colleghi. Bettini

RHO (Milano), 9 novembre 2008 - E il settimo giorno si riposò. Il lungo addio di Paolo Bettini è durato sei giorni alla Sei Giorni, quattro e mezzo - a essere pignoli - perché uno e mezzo li ha passati all’ospedale. A 60 all’ora o immobilizzato a letto, perché Bettini non conosce mezze misure. Sprint e Tac, eliminazioni e raggi X, Queen e Amy Winehouse, prove dietro motori e trasferimenti in ambulanza, americane e volate, colpi di pistola e mazzi di fiori, scie e codate, zeriba e parterre, miss e lanci, giri lanciati e luci psichedeliche, Frank Sinatra e Sandro Brambilla che di questo carosello, con Stefano Bertolotti, è "the voice". Sei giorni con il conto alla rovescia, e l’ultimo giorno, forse per allungarlo, con il conto alla rovescia delle ore.

LE CORSE COME LE DONNE - E se in pista si pedala in senso antiorario, prima dell’ultimo pomeriggio di gare Bettini ha viaggiato in senso antiorario con il pubblico del Salone del ciclo. La prima corsa: "Ventisette anni fa, fra i giovanissimi, a casa, a Marina di Bibiona, vinsi perché ero l’unico della mia categoria". Le corse come le donne, ciascuna con il suo fascino: "La più seducente, la Liego. La più infedele, il Fiandre. La più dolce, la tappa di Tropea al Giro in maglia rosa. La più affettuosa, il Costa degli Etruschi. La più lunga, la Sanremo. La più pazza, la Roubaix per sentito dire, l’Eroica per averla fatta".

IN PANTOFOLE - Nessuno crede ancora a Bettini in pantofole, qualcuno scommette sul suo ritorno, tutti ci sperano, e lui: "Dopo 20 anni da zingaro, smettere all’improvviso mi farebbe ammalare. Mi mischierò al popolo del ciclismo, per respirare l’aria delle corse, per salutare compagni e avversari, per stare fra amici e appassionati. E poi ho già in mente una serie di paracarri su cui sedermi e aspettare i corridori e poi godermi la sofferenza delle loro facce. Magari sullo Zoncolan, in un giorno di nevischio". Il bello del ciclismo, giura Bettini, "è la gente". Il bello di Bettini, giura la gente, "è Bettini", cioè "la sua spontaneità". Bettini fra la gente del suo ultimo giorno ufficiale in braghe corte si confessa un tipo "più da doccia che da bagno, ma solo perché vado sempre di fretta"; "più da Nutella che da marmellata"; "più da more che da bionde", anche se si affretta a spiegare che "mia moglie è mora" e ad aggiungere che "le bionde vanno sempre benissimo". Lui che "se fossi ministro dell’Istruzioni, a scuola introdurrei tutti i giorni sport obbligatorio, e niente giustificazioni". Lui che "se fossi direttore della "Gazzetta dello Sport", metterei 18 pagine di ciclismo e mezza di calcio e poi vorrei vedere l’effetto che fa". Lui che dalle strade "toglierei le macchine e aggiungerei spazi verdi, pedonabili e pedalabili". Lui che "se fossi chiamato a dare il calcio d’inizio a una partita, meglio il rugby che il calcio, perché a rugby nel primo tempo si combatte corpo a corpo, nel secondo tempo pure, nel terzo ci si ritrova in giacca e cravatta a mangiarci e berci su". Lui che "a un bambino, e anche a un neoprofessionista, insegnerei che si può vincere divertendosi". Lui che, "tra Parlamento e bar dello sport, nessun dubbio: bar dello sport". Eccolo Bettini il Grillo, Bettini l’inesauribile, Bettini lo sprecone, Bettini il due volte campione del mondo, Bettini l’olimpionico, Bettini il seigiornista, Bettini il vincitore della Sei Giorni, Bettini che il settimo giorno - domani - finalmente si riposò.

dal nostro inviato

Marco Pastonesi

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