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young

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  1. e il pranzo con un'alimentazione "hompleta, giusta ed equilibrata"
  2. Una mia svista,. mi sono dimenticato di inserirlo ancora prima di cominciare il primo anno di carriera, me ne sono accorto quando ho fatto il campionato australiano e non mi andava di rifare tutto da capo (avevo già preso Schnider e Tombak)... ho provato pure a mettere a posto il salvataggio con l'hannes ma quando poi lo carico i nomi sono ancora sbagliati
  3. Causa disinstallazione per crash ho perso un pò di screen, fortunatamente ho fatto una copia del save alla fine della Tirreno, dovrei poter ricominciare a breve ma per molte gare ho solo i risultati senza le immagini Nel terzo anno di carriera (2008) ha 30 anni... spero che l'età di declino cominci tardi, adesso farà le classiche delle Ardenne, poi tornerà con il Delfinato e partirà per il Tour dato che il quasi impossibile obiettivo dello sponsor è entrare nei 10
  4. Il 9 marzo partì la Tirreno-Adriatico. La corsa che si svolgeva nel Centro Italia era l'unica a non aver cambiato il percorso rispetto all'anno precedente. Gli uomini Flaminia trovarono una startlist di livello mondiale, i leader non avevano disertato la corsa dei due mari; erano presenti leader per le classiche come Gerdemann, Brajkovic, Devolder, Pozzato, Ballan, O'Grady, Freire, ma anche corridori più da corse a tappe come gli anzianotti Leipheimer e Ullrich, più Lovkvist. Erano presenti anche due vecchi compagni Flaminia, Degasperi e Quagliarello. Subito, come da raccomandazione telefonica di Marconato (l'italoirlandese, non potendo stare in due posti diversi nello stesso momento, si arrangiava), Lastras si infilò nella prima fuga, assieme a Schreck, Galdos e Pradera, e conquistò l'unico Gpm di giornata. La fuga resistette fino quasi al traguardo, che era in leggera salita. Lastras salì con un ritmo regolare a cui resistette solo l'olandese Schreck, che tentò di saltarlo e giocarsela allo sprint, anche se ormai il gruppo era vicinissimo. Non ci fu nulla da fare per i due al comando. La vittoria andò al tedesco della Rabobank Heinrich Haussler. Bridge, dopo essere stato al coperto per quasi tutto il giorno, protetto egregiamente prima da Cappelle e poi da Tombak, fece lo sprint. Mossa perfetta, dato che per una spaccatura del gruppo furono assegnati 45" di vantaggio a quelli che stavano davanti. Intanto per il gruppo che correva la Parigi-Nizza c'era stata la cronometro di Gap. Vinse, anzi stravinse, Thomas Dekker, alla terza vittoria su cinque tappe, davnti a Gutierrez e Zabriskie. Bene De Kort, nono, e anche Gustov, che fece meglio di tanti più forti di lui (18° a 1'57") andando a recuperare 5 posizioni in classifica, ora era 21° con grosse possibilità di rimonta visto l'arrivo in salita.
  5. Nella quarta tappa, 224 km dove molti avrebbero rischiato di saltare, nel corso delle riunioni tecniche delle varie squadre, tutti i corridori capirono che la chiave della gara stava in quella dura salita ai 60 km dal traguardo. Chi si fosse staccato lì, avrebbe avuto vita dura fino al traguardo, perdendo molti minuti. Una volta in gara, un gruppo di corridori, tra cui Danielson, Piepoli e Lloret, attaccò da subito. Lloret cedette sulla seconda salita e rapidamente rimasero in tre: Danielson, Piepoli e un compagno di squadra del pugliese, Sanchez Prado. I due corridori della Liberty persero contatto da Danielson sull'ultima salita, e l'americano conquistò anche la maglia di miglior scalatore con 29 punti. In gruppo evidentemente non tutti erano in forma, dato che da un gruppo di 90 corridori si staccò esattamente metà di ciclisti. Nei 45 rimasti indietro, e sparpagliati in diversi gruppetti, c'erano Schumacher e Riccò, ma purtroppo per i colori Flaminia anche Bayarri e Facci. I fuggitivi furono ripresi prima della picchiata finale. La Caisse d'Epargne, con Efimkin e Rodriguez, tirava così forte che il primo a tentare la fortuna in volata, Hincapie, fu risucchiato. Il campione italiano Bernucci tentò di uscire in progressione, ma negli ultimi metri fu superato da Jerome Pineau che esultò solo dopo il traguardo. Prima vittoria francese in questa Parigi-Nizza, nella prima tappa senza pioggia. I corridori staccati arrivarono divisi in molti gruppetti, dai 2' ai 4' di ritardo. Ora i corridori impegnati in questa corsa erano attesi dalle due tappe decisive: la cronometro di Gap, dove Dekker avrebbe dovuto accumulare vantaggio, e l'arrivo in salita di Isola 2000.
  6. Il secondo tempo sembrava Barcellona-Inter di Champions solo che il Barcellona era riuscito lo stesso a segnare un gol, e non contro i campioni d'Oceania ma contro la squadra europea più forte
  7. Le ultime quattro edizioni si sono svolte a ottobre, ma quando c'era la coppa si gareggiava a fine agosto, dopo San Sebastian
  8. La terza tappa si rivelò un'altra giornata di acquazzone. La gara era per velocisti, anche se c'erano quattro salite nella prima parte della tappa. L'ideale per guadagnare la maglia a pois senza andare fuori giri. E così due dei grandi sconfitti del giorno prima, Angel Vicioso e Yaroslav Popovych, attaccarono al terzo chilometro assieme allo spagnolo Martinez, della Lampre, e a White della Discovery. Vicioso vinse i primi tre GPM della giornata e arrivò secondo sull'ultimo, per un totale di 23 punti. I fuggitivi vennero ripresi e non successe più nulla fino a quando il velocista della Cofidis Leonardo Duque non pensò di anticipare il resto del gruppo. L'unico dei velocisti a intuire il pericolo e cercare di riportarsi sul colombiano fu Steegmans. Sul traguardo il belga della Lotto riuscì per pochissimo a contenere la furiosa rimonta di Boonen, partito molto indietro. Duque si piazzò 3°. La classifica generale fu invariata, con Dekker leader. Cambiò, e di molto, la classifica scalatori, visto che il leader Trentin, che si era fermato a quota 10 punti, perse tre posizioni. Maglia all'alfiere Flaminia, Angel Vicioso. Molti leader di classifica avevano fatto la volata, piazzandosi davanti ai velocisti (Hushovd 10°, Szczawinski 17°). Il giorno dopo i corridori erano attesi da una tappa collinare, e le squadre si sarebbero "sdoppiate" per l'inizio della Tirreno-Adriatico.
  9. I primi 10 prendevano rispettivamente 100, 70, 50, 45, 36, 32, 28, 24, 20 e 16 punti, dall'undicesimo al venticinquesimo si scalava da 15 a 1... come decima gara potrebbero andare bene Plouay o anche la Tre Valli visto che si corrono ad agosto come Zurigo
  10. Era la prima tappa vera. Una tappa collinare in cui era vietato sbagliare, e in cui l'unico obiettivo era difendersi. La corsa, sebbene molti corridori fuori fase avessero già 1' e più di ritardo, non poteva essere decisa da un cronoprologo. Marconato odiava i cronoprologhi fin dagli anni 90, figuriamoci poi con l'avvento dell'inglese Boardman. In quella mattina del 6 marzo 2008 il d.s. della Flaminia fece un bel discorso ai suoi corridori, spiegando che per quel giorno di "doccia gratis" (c'erano infatti 5 gradi, monto vento, e pioveva all'inverosimile) l'obiettivo era perdere meno di due minuti dai big. La corsa cominciò e ci fu subito una fuga a 3, con Lloret, Trentin e Piepoli, che non fu l'unica dato che molti corridori come Ghisalberti, Fedrigo e Rubiera cercarono la fortuna. Fedrigo riuscì a raggiungere i tre e a staccarli, l'ultimo a cedere fu Trentin, ma sull'ultima salita si scombussolò tutto. Mentre corridori come Basso, Celestino, Sanchez e il secondo classificato Cancellara si staccavano, scattarono quasi tutti i big. Di Luca, Vinokourov, Valverde, Dekker furono gli unici a evadere dal gruppone. Thomas Dekker sembrò irraggiungibile. Dopo la vittoria nel prologo l'olandese staccò tutti anche in salita, mentre i pochi temerari che cercavano di stargli dietro dovevano limitarsi a perdere meno possibile. Anche per il leader della Rabobank si fece sentire la stanchezza. Valverde per pochissimo non riuscì a togliergli la vittoria, Di Luca riuscì per pochissimo a neutralizzare il distacco, e anche Vinokourov venne dato con lo stesso tempo di Dekker. E gli altri? Il gruppo dei big come Bernucci, Schleck e Rodriguez arrivò a 47", mentre il duo Flaminia Bayarri-Gustov riuscì a limitare i danni chiudendo a 1'47". Basso e Cancellara a 4', Celestino ancora più indietro, giornata no per Angel Vicioso che concluse a quasi 10'. Dekker ancora leader della generale davanti a Vinokourov.
  11. I campionati europei "tradizionali" sono dal 26 luglio al 1° agosto
  12. A Chiasso, al Var, e anche a Laigueglia se lo vogliamo considerare collinare, non c'era un grandissimo roster... adesso non mi ricordo chi ha vinto ma in collina non avevano grandi valori, questa è stata la prima gara con molti 76-77 in collina La startlist della Parigi-Nizza. Si nota la presenza di alcuni leader di classifica che puntavano al Tour (Basso, Vinokourov e Samuel Sanchez su tutti) mentre i corridori da classiche, sia del pavè sia delle Ardenne, si sono divisi tra Nizza e Tirreno. Tra gli assenti Pozzato, Gilbert, Freire, Gusev e Nuyens. La Flaminia adottò lo stesso sistema delle altre squadre, dividendo i corridori e portando quelli a cui serviva migliorare la condizione, come Vicioso e Gustov, alla Parigi-Nizza, per destinare alla Tirreno altri come Bridge e Markov. La prima tappa era un cronoprologo di 7.5 km, che andò a Thomas Dekker su Cancellara e Luis Leon Sanchez. Buona prestazione di De Kort che arrivò 11°, si difese bene anche Gustov a 40" di ritardo.
  13. Il resto del mese di febbraio trascorse con alcuni piazzamenti da parte dei corridori Flaminia come un secondo e un terzo posto di Markov al Giro di California dietro a un incredibile Rigotto (80 in volata) al quale bastava partire dalla prima piazza per vincere le volate. Al Gp di Lugano, prima "vera" gara collinare della stagione con un roster buono (Pineau, Fothen, Rast, Bertagnolli, Fedrigo alcuni dei nomi) Bridge terminò 4°, secondo del gruppo, facendo felice lo sponsor. La vittoria andò a Fothen, ora Marconato & friends erano attesi dalla prima gara della stagione Pro Tour, la prima gara in cui avrebbero dovuto dare il 120% per rimanere nella massima divisione ciclistica.
  14. Al posto loro ci dovevano essere gli "hibernians" del Trap... goduria a mille
  15. Nell'ultima tappa non c'erano grosse possibilità di recuperare. Partì una fuga con protagonisti Voigt, nel frattempo passato alla Phonak, e Pecharroman, che non contento della vittoria del giorno prima voleva anche la maglia rossa di miglior scalatore. Riuscì nel suo intento, ma non riuscì a rispondere allo scatto del tedesco avvenuto ai 37 dal termine. La Flaminia non riuscì a imporre la propria tattica, dal momento che il Bridge odierno non era quello di ieri. A tentare ugualmente la pazzia, conscio che sarebbe stato impossibile riprendere Voigt, forse anche Pecharroman, e guadagnare secondi, fu l'ucraino Volodimir Gustov. Per la vittoria di tappa non ci furono problemi per Jens Voigt, alla prima vittoria stagionale, sempre in attacco anche a 37 anni. Gustov terminò terzo, riuscì a riprendere Pecharroman, ma senza guadagnare secondi sul gruppo, e con l'abbuono tolse l'undicesima piazza a Bridge. Dopo l'ottavo posto di Andrea Pagoto al Laigueglia la Ceramica Flaminia partì, per la prima volta nella storia della squadra, verso il continente americano, destinazione Giro di California.
  16. Nella quarta tappa del Challenge Marconato ricevette segnali molto positivi dalla squadra. Facci e Gustov si stavano rivelando acquisti giusti, almeno per quanto riguarda le gare collinari, nonostante Facci fosse debole in pianura. All'inizio della gara partì la classica fuga di 12 ciclisti tra cui Pecharroman, Glomser, Beltran. Sull'ultima salita rimasero in 4: Pecharroman della Valenciana, Mazur della Saunier Duval, Glomser della Vorarlberg e il bulgaro Petrov della Milaneza. La salita terminava a 17 km dalla fine, ed era seguita da una discesa di 14 km. Ai -12 attaccò il campione australiano Bridge. Il gruppo, pur tirato a tutta velocità da Rabobank ed Euskaltel, non riuscì a riprendere i fuggitivi. In volata a spuntarla fu lo spagnolo Pecharroman davanti a Petrov, solo terzo Glomser, che sulla carta era il più veloce del gruppetto. Bridge riuscì ad anticipare il gruppo della maglia gialla Mayo, seppure di pochi secondi. Riuscì a guadagnare 19''. Bridge superò in classifica Hincapie e Mancebo, portandosi all'11°posto, nell'ultima tappa sarebbe stato molto difficile guadagnare altre posizioni, anche perchè l'ultima salita era molto più leggera di quella della quarta tappa, e anche la discesa non superava mai il 4%. Il rischio era quello di saltare, anche se il Bridge di oggi avrebbe potuto guadagnare altri 30".
  17. spero che, ovviamente assieme all'Italia, passino i tuttibianchi
  18. in pratica ci basta battere una delle due e pareggiare con l'altra, grandi All Whites
  19. Oltretutto i deputati leghisti, come tutti gli altri, sono pagati dall'Italia
  20. Un girone contro Shakhtar, Bursaspor e Anderlecht sarebbe l'ideale
  21. Diciamo che la mia maglia è un pò una fusione di tutte le maglie Discovery, dato che è nera, con il logo Discovery orizzontale, fasce azzurre sui lati e un'aggiunta mia, ossia il logo della Us Postal sui calzoncini
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