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Lory94ITA

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  1. Altra cosa. Se una salita da un versante è di 1a categoria, da un altro di 2a, come la gestiamo? Per usare il versante di 2a categoria dobbiamo comprarla o possiamo farlo liberamente?
  2. Più Giro o più Tour? Nel senso, una roba tipo il super trasferimento per l'ultima tappa a Parigi, è accettabile?
  3. Qui https://www.la-flamme-rouge.eu/maps/tours/view/7244
  4. È arrivato a 72, ma essendo la corsa un suo obiettivo, grazie a svariati +5 non ha mai corso con meno di 76
  5. Tour of the Alps Eccoci giunti ad uno degli appuntamenti più attesi della stagione, non tanto per lo sponsor, che non ha interessi in queste zone, quanto per la corsa in sè, ricca di salite vere e con una startlist di livello assoluto. L'allenamento intensivo dell'ultimo periodo sta dando i suoi frutti, e Carboni ha fatto registrare un netto miglioramento in salita. Il capitano sarà quindi lui, coadiuvato da Ciavatta, Di Genova, Fradelloni, Pacchiardo, Pirozzi e Rumac. Si parte con una cronosquadre, nella quale ci difendiamo egregiamente: primi a pari tempo con la Sky all'intermedio, ci disuniamo un po' nel finale, risultando comunque la migliore delle squadre non WT in 8° posizione, a 21" dalla corazzata britannica. La seconda tappa prevede l'arrivo in cima ad un vero e proprio muro, quello di Anras, dopo una tappa che sale costantemente in falsopiano. Centra la fuga per noi Ciavatta, ma la Sky fa buona guardia e va a riprendere gli attaccanti poco prima dell'erta finale. Sorprendentemente a spuntarla è Visconti (Bahrain), che lascia solo il suo capitano Nibali, staccato di 51". Per noi unico nel gruppo di testa a pari tempo con il vincitore è Carboni (15°). Alla terza tappa ecco la prima frazione di alta montagna, da affrontare le dure salite di Nove Ponente e Fai della Paganella prima dell'arrivo a Mezzolombardo. In fuga Di Genova, che sulla prima salita di giornata rimane con solo due compagni e fa bottino pieno al GPM. La Sky tiene un ritmo davvero alto e già su questa ascesa assottiglia il gruppo a meno di 40 unità. Si arriva ai piedi di Fai della Paganella con la fuga riassorbita e Carboni, Di Genova e Pacchiardo unici nostri rappresentanti nel gruppo di testa. Tra i migliori, a fare la differenza sono Landa (Sky) e Mollema (Trek). Per noi Carboni regge abbastanza bene fino a 2 Km dalla vetta, quando si stacca da un gruppo nel quale sono presenti i maggiori avversari in ottica maglia bianca: Meintjes (UAE) e Ciccone (Bardiani). Il duo di testa fa il vuoto ed arriva a giocarsi la tappa, con lo sprint che vede trionfare Landa. Il nostro capitano dà tutto in discesa per provare a limitare il distacco dai suoi avversari diretti, ed alla fine giunge in solitaria sul traguardo in 10° posizione, staccato di 2'42" dal vincitore e di 38" dal gruppo Meintjes-Ciccone. La quarta tappa prevede l'arrivo a Cles dopo aver affrontato la difficile Forcella di Brez. Ancora Di Genova in fuga, per provare a fare quei punti necessari a vestirsi della maglia di miglior scalatore. Purtroppo i compagni d'avventura sono troppo agguerriti, e la fuga del giorno precedenti si fa sentire: zero punti ai GPM per il nostro portacolori. Selezione pesante sulla Forcella di Brez, in gruppo non rimangono più di 25 atleti, compresi i nostri Carboni e Pacchiardo. Nel momento in cui, a fine discesa, viene riassorbita la fuga, ai -30 dall'arrivo, caduta in coda al gruppo che vede coinvolti, tra gli altri, Ciccone e Meintjes. I due ci mettono molto a rialzarsi, e nel frattempo noi mettiamo davanti a tutta Pacchiardo e Di Genova. Ai -7, con Meintjes e Ciccone a 50" ed i nostri gregari che hanno esaurito le loro energie, si mette a tirare in prima persona Carboni, che si produce in un forcing che allunga ed assottiglia sensibilmente il gruppo fino al traguardo: in un plotoncino di sole 11 unità, a spuntarla allo sprint è Kiryienka (Sky), con Carboni che chiude incredibilmente stremato in 3° posizione. Ma ciò che più conta è il distacco al traguardo del duo Meintjes-Ciccone, rimasti soli ad inseguire nel finale: 3'01" e maglia bianca in cassaforte! Si arriva quindi all'ultima difficile frazione con Carboni che può limitarsi a controllare per portare a casa la tanto inseguita maglia bianca. Passo Pennes, Passo delle Erbe ed arrivo a Plan de Corones aspettano i corridori in una giornata resa ancora più dura da un clima poco clemente. In fuga Pacchiardo, che fa il pieno di punti su Pennes ed Erbe. Quando ai piedi dell'ascesa finale si sbarazza della compagnia e si invola da solo verso il traguardo con ancora 4' di vantaggio sul gruppo da gestire sembra fatta per lui, ma ecco che superato il Passo Furcia ed entrato nello sterrato le energie vengono a mancare, ed a soli 1500 metri dal traguardo, l'aggancio da parte di ciò che resta del gruppo. Con un forcing nell'ultimo Km, a trionfare è ancora Landa davanti a Mollema, mentre Carboni fa buona guardia, chiude in 6° posizione e si porta a casa la maglia bianca. Landa vince il Tour of the Alps davanti a Mollema ed Aru (Astana), con Carboni che chiude in 7° posizione a 4'04". Landa che fa il pieno di maglie, posizionandosi primo anche nella classifica a punti ed in quella degli scalatori, mentre come già detto è il nostro capitano a vincere la classifica di miglior giovane. Ad una dominante Sky la classifica a squadre @DanielFireboy @losqualo90 @MattHorse @italyswiss @superalex @PACHO @Scalatorepuro87
  6. @DanielFireboy @losqualo90 @MattHorse @italyswiss @superalex @PACHO @Scalatorepuro87 state sintonizzati, nel pomeriggio arriva la cronaca del Tour of Alps!
  7. Usciti vittoriosi dalla Coppi & Bartali, ci apprestiamo ad affrontare una delle classiche italiane con maggiore storia, il Giro dell'Appennino. Vista la buona forma palesata di recente, confermiamo nel roster Carboni, Fradelloni e Pacchiardo, mentre si aggiungono Basic, Ciavatta, finalmente alla prima corsa da leader, Di Genova e Pirozzi. Pronti via, e si forma subito una fuga estremamente interessante, composta da 9 atleti e con nomi di tutto rispetto quali Kozhatayev (Astana), Politt (Katusha) e Tuft (Orica). Per noi, riescono a centrarla sia Fradelloni che Pirozzi. Il vantaggio massimo tocca i 4', ma ai piedi del Passo della Bocchetta si riduce a solo 1'30", quindi Kozhatayev decide di salutare la compagnia ed andarsene da solo. Riassorbiti tutti gli altri da un gruppo sempre più assottigliato, messo in fila indiana dal ritmo della Trek, sul Passo della Castagnola non riesce a tenere le ruote dei migliori il nostro leader Ciavatta, che paga forse i pochissimi giorni di corsa avuti fino a qui. Sentito delle difficoltà del suo capitano, ha via libera Carboni, che allo scollinamento del successivo Passo dei Giovi si lancia tutto solo all'inseguimento del kazako dell'Astana, ancora al comando. Ai -15 il ricongiungimento, con il gruppo che dista più di 1', complice anche un rallentamento che ha permesso a Ciavatta, tra gli altri, di rientrare. Carboni si piazza subito davanti a tutta e non riceve nessun cambio dal kazako, ma nemmeno glieli chiede, conscio del fatto che è stato in fuga tutto il giorno. Nonostante tutta la buona volontà, però, il gruppo guidato da un incredibile Brandle, a tirare dal Km 0, rientra sui due attaccanti poco dopo i -10, e ci si prepara così ad una volata di un drappello ben nutrito, che comprende poco meno di 60 atleti e nel quale sicuramente avrà resistito qualche uomo dotato di discreto spunto veloce. Ci si accorge che è così quando a prendere in mano le operazioni sono Orica e Bahrain-Merida, per lanciare lo sprint rispettivamente di Cort Nielsen e Bonifazio. Nonostante due treni ben organizzati, però, a spuntarla è Marco Marcato (UAE), grazie ad un'ultima curva affrontata in maniera magistrale. Battuti il danese dell'Orica e Felline (Trek), mentre per noi ottimi piazzamenti di Pacchiardo (7°) e Ciavatta (8°), bravo a recuperare energie dopo il momento di difficoltà avuto in salita.
  8. Esatto, difficoltà estremo. Piuttosto tu, mi sembra proprio che giochi in modalità losqualo90
  9. Io direi che due indizi fanno una prova, è chiaro che ci troviamo in un qualche universo parallelo Grazie per la maglia, i meriti sono tutti di @italyswiss
  10. Questi giudici corrotti Comunque due norvegesi in top 4 è un buonissimo risultato
  11. Mi ero perso l'inizio di questa story, ottimo lavoro
  12. La corsa dei campioni (parte 3) Si arriva alla 4a frazione, la tappa della verità, la più dura per Zhupa, quella in cui dovrà lottare fino alla fine per conservare il simbolo del primato. Alla partenza c'è pioggia, come d'altronde quasi sempre fin qui, non si preannuncia una giornata facile per i corridori, ma abbiamo già visto che Zhupa in queste condizioni riesce a tirare fuori il meglio di sè. Con la paura di perdere il primo posto in classifica generale, proviamo almeno a salvare quello nella classifica a punti. Per cui sin dalla partenza ci schieriamo in testa a fare buona guardia e non lasciare partire nessuno, con l'intenzione di permettere ad Eugert di giocarsi i due traguardi volanti di metà tappa. Vanno via in 6, e riusciamo a tenerli anche abbastanza a bada, fino a quando a 10 Km dal primo TV, l'ennesima caduta di questa Settimana Coppi&Bartali vede coinvolti Carboni e Pacchiardo. Ci vediamo quindi costretti a mollare il tiro ed aspettare il rientro di quelle che sono le migliori alternative per la nostra classifica generale: morale della favola, la fuga si gioca entrambi i traguardi volanti e noi rimaniamo con un pugno di mosche. Lungo la prima salita di giornata, a 35 Km dall'arrivo, partono dal gruppo Simon (Soul Brasil) e Brutt (Gazprom). Non sono pericolosissimi per la classifica, ma meglio tenerli d'occhio. In gruppo a fare ritmo ci sono rimasti i soli Lizde e Groselj, che impongono un'andatura regolare per evitare di affaticare Zhupa. Rintuzzati i pericolosi attacchi di Zoidl (Ferbelmayr) e Ciccone (Bardiani) nei pressi del GPM, rimane solo Groselj a disegnare le traiettorie in discesa. Nel frattempo davanti Simon e Brutt hanno raggiunto i fuggitivi della prima ora, e proprio il russo tira dritto lungo la discesa acquisendo un lieve vantaggio sugli altri. Iniziata l'ascesa finale verso Piane di Mocogno, Bardiani e Ferbelmayr non esitano ad aumentare subito il ritmo, e la cosa manda subito in difficoltà Zhupa, che però non cede e decide invece di salire regolare scortato da Groselj. Chi invece cede è Carboni, che probabilmente risente della caduta di inizio tappa, mentre Pacchiardo fa buona guardia e rimane nel gruppo dei migliori. La vittoria di tappa va a Brutt, che ha tratto vantaggio da una discesa fatta a tutta per poi resistere al ritorno di Simon lungo l'ascesa finale. Ad oltre un minuto dal russo, la lotta tra i favoriti si conclude con uno sprint di un gruppo ridotto a 15 unità, regolato in terza posizione da Ciccone e comprendente anche Pacchiardo, che conclude 16° di tappa. Ma ciò che più conta è vedere il distacco accumulato da Zhupa. L'albanese taglia il traguardo alle spalle del fido Groselj, che gli ha tirato tutta la salita, permettendogli di accumulare un ritardo dal vincitore di tappa di 2'10". Con Thalmann (Roth) che conclude staccato alle sue spalle, questo può significare una sola cosa: la maglia è salva! Dopo l'incredibile prestazione di Piane di Mocogno, la cronometro finale diventa solo una passerella per Zhupa, che si trova a dover amministrare un vantaggio di 1'10" su Thalmann (Roth) e di 1'59" sul vincitore della tappa precedente, Brutt (Gazprom). Fuori dal podio, in 4° posizione, a 2'34" dal leader, un ottimo Pacchiardo. Tra i primi a partire, il nostro Fradelloni si rende autore di un'ottima prova, che gli permetterà di centrare l'8° posto di tappa. La vittoria, per il secondo giorno di fila abbastanza a sorpresa, va a Brutt, che consolida così il terzo posto e la maglia di leader della classifica a punti. Zhupa si rende autore di un'altra prova sopre le righe, andando a chiudere 18° a 19" dal russo. Bene per noi anche Pacchiardo (13° a 14") e Carboni (15° a 16"). Contro ogni pronostico, quindi, Eugert può alzare le braccia al cielo: la Settimana Internazionale Coppi & Bartali è sua! Che fenomeno! Per lui anche il primo posto nella classifica degli scalatori, ottenuto grazie alla vittoriosa fuga della prima tappa. Classifica a punti che come già detto va a Brutt, mentre il miglior giovane risulta essere Thalmann, secondo in generale. Per l'Hadriaticum Cycling Project, la soddisfazione anche del primato nella classifica a squadre. @DanielFireboy @losqualo90 @MattHorse @italyswiss @superalex @PACHO
  13. Ma questa Discovery Channel? Un recap sulle squadre potevi farlo visto che hai iniziato dal 2018
  14. La corsa dei campioni (parte 2) È il giorno della cronometro a squadre. Sicuramente riusciremo a preservare la maglia, il vantaggio è grande e la distanza è breve, ma è la prima volta che ci cimentiamo in una prova del genere, quindi c'è molta curiosità per vedere cosa riusciremo a fare Trascinati da uno straripante Zhupa, galvanizzato dalla maglia di leader, chiudiamo 4° a soli 6" dai vincitori di giornata della Gazprom - RusVelo. Oltre al già citato leader della classifica generale, chiudono nei 5 Petelin, Groselj, Carboni e Pacchiardo., mentre si sono staccati Fradelloni, Mesojedec e Lizde. Da sottolineare le prove di Kuwait - Cartucho.es e Sporting/Tavira, le squadre dei favoriti alla vittoria finale Rebellin e Nocentini: nessuno dei due è riuscito a rimanere attaccato al quintetto che ha tagliato il traguardo, ma se per il capitano della squadra portoghese si tratta di aver perso solo 8" dai compagni, chiudendo a 35" dai vincitori di tappa, per l'ottuagenario leader della compagine araba è stata una vera e propria disfatta, avendo chiuso ultimo di tappa a 1'20". La terza tappa è molto più impegnativa delle precedenti e prevede l'ascesa a Ville di Montetiffi da ripetere 4 volte prima dell'arrivo a Sogliano al Rubicone. Si prospetta una difesa difficile per Zhupa Pronti via e parte la fuga buona, si tratta di quattro atleti che fanno relativamente poca paura, quindi lasciamo fare limitandoci a controllare la situazione. Che sarà una giornata dura, anche per via delle condizioni meteo avverse, lo si capisce ai -100, quando un'allucinante serie di cadute taglia subito fuori dai giochi Viel (Unieuro), terzo in classifica generale fino a quel momento. Purtroppo per noi rimangono coinvolti anche Zhupa e Pacchiardo. I due, scortati dai compagni, rientrano non senza difficoltà dopo parecchi chilometri di inseguimento, ma senza nessuno a tirare in testa al gruppo, la fuga prende il largo ed ora la maglia è a rischio. In un gruppo che ormai conta meno di 50 unità, Lizde fa un egregio lavoro, riportando il distacco dalla fuga entro termini più che accettabili, quando ai -20 ecco che succede il patatrac: altra caduta, ancora coinvolto Pacchiardo, insieme a Groselj e Rebellin (Kuwait) tra gli altri. Lizde rallenta il ritmo in testa al gruppo, pur senza smettere di tirare, Zhupa è alla sua ruota, Carboni si ferma ad aspettare il capitano. Staccatosi Groselj dopo un lavoro immenso, Carboni riesce quindi a riportare sotto Pacchiardo ai -10, ma ormai la fuga è andata e l'unica cosa da fare è cercare di limitare il ritardo. Con un attacco nelle fasi finali di corsa, la vittoria va a Thalmann (Roth). Gli altri fuggitivi arrivano inframezzati tra lui ed il gruppo, che chiude a 3'18" e nel quale Lizde e Pacchiardo sprintano cogliendo rispettivamente la 7° e la 9° posizione di tappa: la maglia è salva, ma Thalmann si avvicina sensibilmente alla vetta, distante 57" da Zhupa, che ora dovrà lottare con le unghie e con i denti nella tappa di alta montagna che aspetta i corridori. Più lontani tutti gli altri, oltre i 3', con Pacchiardo e Carboni a 3'38"
  15. Non ci sono più le squadre di bidoni di una volta
  16. La corsa dei campioni (parte 1) Arriviamo a quello che è uno degli appuntamenti più importanti della stagione, la Settimana Internazionale Coppi&Bartali. Per lo sponsor, sarà importante cercare di vincere una tappa, a noi interesserebbe anche piazzarci nei 10 della classifica finale. Con questi obiettivi ben chiari in mente, portiamo Pacchiardo per la classifica, Groselj e Lizde per le tappe, Carboni, Fradelloni, Petelin, Mesojedec e Zhupa a supporto. Alla partenza della prima tappa il sole risplende, ma le previsioni portano pioggia per il finale, e le nuvole al'orizzonte sono effettivamente minacciose. Leccandosi i baffi al solo pensiero di queste condizioni climatiche, Zhupa cerca in tutti i modi di entrare in fuga, e dopo qualche tentativo riesce a prendere il largo insieme a Correale (d'Amico-Bottecchia), Silva (Soul Brasil) e Viel (Unieuro). Quattro buoni passisti, ma le loro inesistenti doti da scalatori non mettono paura alle squadre dei favoriti per la generale, che quindi non inseguono. A tirare sono invece Bardiani e Gazprom, per permettere rispettivamente a Simion e Tsatevich di giocarsi le loro carte allo sprint. Al GPM di Borghi, vinto da Viel su Zhupa, il vantaggio dei fuggitivi raggiunge il massimo di 4'. Vantaggio che si riduce a 3' lunga l'ascesa successivo, quella verso Sogliano al Rubicone, dove comincia a piovere. Ed appena Zhupa sente l'acqua, inserisce il turbo e saluta la compagnia. Passa in testa al 1a categoria con 30" di vantaggio sugli ex compagni di fuga, mentre il gruppo dista 2'40". Con una discesa fatta a rotta di collo, nonostante l'asfalto bagnato, Eugert si assicura la vittoria di tappa, ma la cosa più impressionante sono i distacchi inflitti agli avversari: 1'32" a Viel e Silva, 3'05" a Correale, 3'28" al gruppo, comprendente tutti i nostri atleti e nel quale sprinta Pacchiardo, che va a prendersi l'8° posizione di tappa. In una giornata da tregenda, con un clima da uomini veri, Zhupa ha fatto vedere di cosa è capace, dopo un'azione solitaria durata più di 30 Km: eroe.
  17. Andiamo in Francia con i debuttanti Ciavatta, Di Genova, Pirozzi e Rumac, oltre a Groselj, Kamberaj, Mesojedec e Zhupa. La strategia è quella di centrare la fuga con almeno uno di questi ultimi due, mentre Kamberaj punterà alla volata. Favoriti d'obbligo sono McLay (Fortuneo) e Soupe (Cofidis), pienamente supportati dalle loro squadre. I primi chilometri di corsa sono molto tirati, ed alla fine è Mesojedec a centrare il tentativo buono. La fuga è ben assortita, con più della metà delle squadre iscritte rappresentate: sono infatti 10 su 18. A 120 Km dall'arrivo i minuti di vantaggio sono 12, si passa a 23' ai -75, ai -15 toccano il vantaggio massimo di 40 minuti. Inspiegabilmente Cofidis e Fortuneo non si sono organizzate, ed hanno consegnato la vittoria in mano ai fuggitivi. Ai -12, sull'ultimo strappo prima del traguardo, sfruttando la gran gamba che si sentiva alla partenza, parte Mesojedec, e riescono a seguirlo solo Silva (W52) e Bescond (Auber 93). I tre non riescono mai a guadagnare un vantaggio eccessivo, ma collaborando di buona lena arrivano all'ultimo chilometro sicuri di giocarsi la vittoria. Come successo agli Etruschi, Mesojedec ha poche chances allo sprint, ed a prevalere è Silva. Un buon terzo posto comunque per i nostri colori, ancora grazie ad una fuga di Matej, che a quanto pare si sta specializzando in questo tipo di azioni. Imbarazzante il distacco del gruppo, che giunge dopo 34'06", regolato all'undicesimo posto da Giroud (Delko Marseille).
  18. La prima corsa a tappe (parte 2) È la terza frazione quella che dovrebbe risultare decisiva ai fini della classifica generale. Altimetricamente è molto simile alla precedente, ma lo strappo finale è decisamente più duro, sebbene più corto, e ci sarà sicuramente selezione. Noi buttiamo in avanscoperta Petelin, di certo un'opzione migliore rispetto a Basic per competere ai GPM, ed infatti il nostro portacolori riesce a fare il pieno di punti al 3° ed al 2° categoria posti nel mezzo della tappa. Ai -3,5 dall'arrivo, quando inizia la salita che porta al traguardo, i 7 fuggitivi conservano 1'15" su un gruppo segnalato comunque in forte rimonta. Petelin, che sa di essere lo scalatore più forte del gruppo, decide di rompere subito gli indugi e parte secco. Nessuno riesce a tenergli la ruota, ma il gruppo è in vista. Ad 1,5 Km dalla vetta conserva ancora 40" di vantaggio su un quintetto che si è sganciato e che comprende tra gli altri Nocentini (Tavira), Pate (Rally) e Bongiorno (MG. K VIS), all'alba della corsa indicati dai più come favoriti per la vittoria finale. Tra i 6 però il più pimpante sembra essere Loubet (Armée de Terre), che ai -300 saluta la compagnia e si riporta sul nostro alfiere. Con una volata molto furba ed ai limiti della correttezza, con qualche cambio di direzione di troppo, Petelin resiste all'assalto del francese e si aggiudica la terza frazione, mettendo anche una seria ipoteca sulla maglia di miglior scalatore. Ad 11" i più immediati inseguitori, mentre Carboni (18°), Lizde (20°) e Pacchiardo (27°) chiudono in un folto gruppo a 34" dal vincitore. In virtù di tale risultato, Loubet si trova a guidare la classifica alla vigilia della tappa finale con 15" su Pate e 16" su Nocentini. L'ultima tappa è la più facile di tutte, senza particolari difficoltà altimetriche, che dovrebbe concludersi con uno sprint di gruppo. Petelin fa buona guardia, inserendosi in fuga ed andando a consolidare in maniera definitiva la sua leadership nella classifica degli scalatori. I fuggitivi, che sono 7, conservano 45" ai -4 dall'arrivo, quando Del Santo (GM Europa) decide di salutare la compagnia seguito da Laszlo (Tusnad) e Podznyakov (Synergy Baku). I tre collaborano quanto basta per evitare il rientro del gruppo e giocarsi la vittoria di tappa, che va per questione di millimetri al portacolori della Tusnad, vincitrice così della prima e dell'ultima tappa. Il gruppo, accreditato dello stesso tempo del vincitore, giunge compatto all'arrivo, con i nostri Lizde e Pacchiardo rispettivamente 12° e 13°. Nessuno problema quindi per Loubet, che si aggiudica la corsa. Per lui anche la maglia della classifica a punti, nella quale chiude in terza posizione Petelin, anche grazie ai traguardi volanti vinti nel'ultima tappa. Petelin che come già detto si aggiudica la maglia di migliore scalatore, mentre quella di miglior giovane va a De Vos (Rally), che anticipa i nostri Carboni e Lizde, piazzatisi in classifica generale rispettivamente in 18° ed in 20° posizione. Il migliore dei nostri risulta però Pacchiardo, 14° a 51" dal vincitore.
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