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Lars

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  1. Io ve li converto volentieri i file, ma è una cosa che può prescindere da me, non ci vuole competenza nè niente, basta solo scaricare un programma
  2. Qualcuno sa per caso se è possibile modificare gli obiettivi stagionali delle squadre?
  3. Inserire i file nel gioco dovrebbe essere semplice, credo. In Cym6 i file sono in .ogg , con zio gugol si trova un convertitore, si registra la propria telecronaca e poi si convertono gli .wav in .ogg e si sostituiscono ai file di telecronaca presenti... Boh, sarebbe l'unica cosa che mi viene a mente
  4. Wanka il fatto è che con il multiply veniva una schifezza... e il pezzo bianco me ne sono accorto dopo, ma ci stava quasi quasi bene Comunque mi faccio perdonare con questa, forse è meglio
  5. Questa è una delle mie creazioni... che ne dite? Lars, risorto dalle nebbie dei tempi
  6. [.Quarto Posto.] Care Cronache, torno a scrivere dopo poche ore dal precedente capitolo, per aggiornare questi appunti di viaggio nel mondo della bicicletta con i risultati della mia Davitamon nella seconda tappa del Giro di Svizzera, dopo il ragguaglio sull'ULTIMA TAPPA [M'ero scordato di dirlo ] del Critèrium. Giornata molto positiva, con Wim Van Huffel che sfiora il colpaccio in Svizzera, battuto solo in volata, non certo il suo punto forte. Ma partiamo dall'inizio, dai primi chilometri di questa tappa in continua, leggera ascesa, che dopo diversi strappi si sarebbe conclusa con una fatica di otto chilometri ad anticipare il falsopiano finale. Dopo una decina di chilometri è Salvatore Commesso, e devo ammetterlo, quando è un italiano ad attaccare, mi fa sempre un po' piacere, ad aprire le danze. Con lui Ruggero Borghi, Massimo Giunti ai quali si aggiungeranno poco dopo diversi corridori, tra i quali il nostro Preben Van Hecke, fino a formare un discreto plotoncino di una decina di corridori, gruppetto che si sfalderà alla prima difficoltà, sezionandosi in tre gruppi distanti. L'intensità della tappa ne giustifica la poca lunghezza, ben navigando con concezione di causa, i battistrada riescono a mantenere un discreto vantaggio fino ai 35 dal traguardo. Nella discesa più spericolata, il gruppo, ridotto ad una sessantina di elementi, recupera lo svantaggio, finendo per colmarlo nel tratto in pianura seguente. Davanti riusciamo a tenere Van Huffel, Chris Horner, Freddie Rodriguez e Van Hecke. Sull'ultima asperità, l'attacco decisivo lo porta Gomez Marchante. Non per nulla, avevo già segnalato a Wim di stare attento al colpo di pedale del Saunier-Duval. Ed infatti Van Huffel, un po' opaco fino a quel momento, tiene la ruota di Marchante e risponde allo scatto, insieme al Phonak Martinez, a Gustov, a Danilo Di Luca. Horner rimane più indietro, vicino a Menchov e Savoldelli. Probabilmente, non è stata la miglior gestione possibile. Per quanto mi sembrasse dall'ammiraglia, Chris pareva più brillante di Wim Van Huffel, ma il ragionamento sul valore assoluto dei due ha preso il sopravvento, senza contare che a Wim ho già consegnato i gradi di capitano della corsa. Volata impietosa, che Di Luca si fa fregare da Martinez, per i più scalatori, con Wim che chiude 5°, e sale al 4° posto in classifica generale. 10° invece Chris Horner, che sale al 23°. Domani tappa rilassante, in discesa. Vediamo se stavolta Robbie McEwen riuscirà a combinare qualcosa di serio.
  7. Sono due le difficoltà principali del pavè secondo me: Decidere quando attaccare (io lo faccio sempre e solo forzando il ritmo, mai con uno scatto) e staccare Boonen. Per fortuna con la Davitamon è tutto abbastanza facile visto che ci sono tre-quattro ottimi paveisti. E proprio per questo un bravo per la tua Gand Wevelgem!
  8. Woah! Bravo, complimenti al Tonio, un bel colpo
  9. In che senso che programma Held? Io premo CTRL+T nel momento in cui voglio scattare e poi modifico con un programma di fotoritocco freeware paint.Net Comunque credo di aver risolto il problema. Il fatto era che avevo accellerato ad 80 Hertz la rapidità d'aggiornamento dello schermo, riportandola a 70 ho avuto i precedenti risultati. [.Doppietta.] 11/6/2006, Grenoble Care Cronache, Alè. Nel luogo dove la Nazionale Italiana di Rugby conquistò il suo diritto di sfidare la Nazionale Francese, battendola per la prima volta, la Davitamon ha visto oggi sorgere un grande trionfo nell'ultima tappa di questo Critèrium du Dauphinè. Ma partiamo dall'inizio. Tappa breve e non durissima, ma temibile per gli alti ritmi da sopportare. Solito fuggifuggi generale ad inizio tappa, ci prova per i nostri Nico Mattan, senza ambizioni, e viene subito ripreso. Nella fuga migliore si inserisce il buon Pieter Mertens, guarda un po'. Dietro il gruppo lascia fare per poco. Quando i battistrada raggiungono il vantaggio di 5' a 85 km circa dalla conclusione, dietro cominciano a scattare uomini di un certo rilievo. Parte Dessel, parte Halgand, parte Fèdrigo. La T-mo comincia allora un forcing forsennato, capitanato dal supergregario Kim Kirchen. Pieter Mertens, superata la prima difficoltà prevista dalla gara, avvedendosi di essere rincorso da vicino dal gruppo, scatta mollando i 5 compagni di fuga ad un minuto di distanza. Supera il secondo colle, scende a gran velocità. Dietro, solo Vansummeren e Evans tengono il ritmo, insieme ad un'altra 20ina di corridori. Il gruppo riassorbe pian piano tutti i fuggitivi. Pieter viene raggiunto all'attacco dell'ultima salita, la Cote des Roussets. Manco a dirlo, questa breve asperità, se mi viene concesso il neologismo, bichilometrica, era il trampolino che tutti attendevano. Nessuno però riusciva a sfruttare al massimo le potenzialità di questa salita per uno scatto, e nella discesa seguente, il gruppo di testa resta composto da 23 persone. Tira Alexandre Vinokourov. Johann Vansummeren è sicuramente il miglior passista del gruppo. E così, al termine della discesa, undici chilometri dall'arrivo, il ragazzuolo si porta tra le prime posizioni e spara il suo attacco. Dietro di lui si muove la maglia gialla Jan Ullrich, con lui Francisco Mancebo. Vinokourov molla, Cadel Evans no. Si alza sui pedali e insegue il trio. Ullrich sembra avere la meglio, ma quando si risiede sui pedali è costretto a rallentare. E' il più debole in volata, e tenta di anticipare tutti. Inutile, chiudera quarto. Cadel sa di potersela giocare alla pari, anzi, forse con qualche vantaggio in più su Mancebo, e così gli si accoda. Vansummeren, intanto, primo a rimettersi a sedere sul sellino, a testa bassa preme sui pedali. Il quartetto ha guadagnato quei pochi metri che gli garantiscono di arrivare davanti al gruppo dietro, che comunque non avrà distacco di sorta all'arrivo. Vansummeren molla gli ultimi decisivi colpi di pedale. Si alza. Non guarda dietro e sprinta fino all'arrivo, in testa. Prima posizione. Cadel aspetta lo scatto di Ullrich, poi anticipa Mancebo e lo inchioda al terzo gradino del podio. Doppietta. Champagne. Alè. ps--> Scusate l'appunto rugbystico. Ma la passione ha superato le barriere del gioco
  10. Mi scuso se sono costretto a propinarvi racconti pieni di parole e con poche o nessuna immagine, ma non capisco per quale motivo (sarà per i nuovi driver?) gli screenshot mi vengono così But the show must go on [.Molla quella maledetta ruota!.] 10/6/2006, La Toussuire Care Cronache, mentre mezza squadra è seminata in giro per l'Europa, un po' in Portogallo, un po' al Giro di Svizzera, dove in tappe di semplice pianura i nostri velocisti non sono riusciti ad entrare nemmeno nei primi 10, Cadel Evans ottiene un 7° posto che non cambia fondamentalmente niente, tranne l'ampliarsi del divario tra lui e i primi 4. La lotta che dobbiamo condurre in questo prossimo finale sarà quello per ottenere la 5° posizione occupata da Franck Schleck, con appena 40'' su Cadel. Occhio però al ritorno di Carlos Sastre, 7°. I due potrebbero anche darsi una mano, cosa poco simpatica, visto che se in questa squadra che ho selezionato per il Critèrium mancano dei gregari davvero importanti in salita. Oggi, infatti, nella leggendaria tappa che partiva da Borg D'Oisans per raggiungere La Toussuire, dopo immense salite, litri di sudore e freni consumati in discesa, sin dalla prima lunghissima difficoltà, il gruppo s'è sezionato. Dapprima in 66, erano poi tornati in 79 sul Col du Telegraphe, recuperando sui battistrada tra i quali si segnalavano Brad McGee, Pieter Mertens ed in un secondo momento Peter Weening. Mi scuso se sono costretto a propinarvi racconti pieni di parole e con poche o nessuna immagine, ma non capisco per quale motivo (sarà per i nuovi driver?) gli screenshot mi vengono così But the show must go on [.Molla quella maledetta ruota!.] 10/6/2006, La Toussuire Care Cronache, mentre mezza squadra è seminata in giro per l'Europa, un po' in Portogallo, un po' al Giro di Svizzera, dove in tappe di semplice pianura i nostri velocisti non sono riusciti ad entrare nemmeno nei primi 10, Cadel Evans ottiene un 7° posto che non cambia fondamentalmente niente, tranne l'ampliarsi del divario tra lui e i primi 4. La lotta che dobbiamo condurre in questo prossimo finale sarà quello per ottenere la 5° posizione occupata da Franck Schleck, con appena 40'' su Cadel. Occhio però al ritorno di Carlos Sastre, 7°. I due potrebbero anche darsi una mano, cosa poco simpatica, visto che se in questa squadra che ho selezionato per il Critèrium mancano dei gregari davvero importanti in salita. Oggi, infatti, nella leggendaria tappa che partiva da Borg D'Oisans per raggiungere La Toussuire, dopo immense salite, litri di sudore e freni consumati in discesa, sin dalla prima lunghissima difficoltà, il gruppo s'è sezionato. Dapprima in 66, erano poi tornati in 79 sul Col du Telegraphe, recuperando sui battistrada tra i quali si segnalavano Brad McGee, Pieter Mertens ed in un secondo momento Peter Weening. Forse, proprio queste presenze incombenti in cima alla classifica spingevano la T-Mo a recuperare sotto la potente propulsione di Kim Kirchen. Sul Col du Telegraphe partiva poi la fuga più concreta della gara, quella di Patxi Vila, che scollinando per primo con uno scatto nell'ultimo chilometro di salita riusciva a prendere un certo distacco in discesa. Intanto il gruppo continuava a frazionarsi e gli lasciava tanto piede libero da lasciargli un massimo margine superiore ai 4'. Intanto Cadel era protetto nella sua pedalata da Josep Jufrè e Mario Aerts, mentre Mertens e Vansummeren rimanevano nelle prime posizioni del gruppo. E poi, infine il Col du Molard. E il gruppo rimaneva composto di appena 11 uomini: Evans, Ullrich, Mancebo, Popovych, Sevilla, Sinkewitz, Vinokourov, Lovkist, Sastre, Schleck e Azevedo. Davanti Vila moriva pian piano. Penultimo strappo. Poi, discesa. Poi l'Ascension finale. Parte per primo Vinokourov, risponde Mancebo, poi partono tutti gli altri. Attacco che finisce nel nulla. In discesa, sotto la spinta di Schleck e Evans vengono ripresi Ullrich, Mancebo e Vino. E si attaccavano dunque gli ultimi venti chilometri di salita. Subito si ripeteva la scena precedente, con l'attacco del kazako, Mancebo e Ullrich che contrattaccano. Lo superano. Se ne vanno. Con Vinokourov rimane Popovych, vi si aggiunge poi Sastre. Cadel cerca di contenere i danni e rimane con il suo diretto avversario, il CSC Schleck. Cadel, incitato dall'ammiraglia (incitato per dire un eufemismo, come si può immaginare), forzava il ritmo negli ultimi 7-8 km, ma non riusciva a scollarsi dalla ruota il lussemburghese, che strenuamente resisteva. Sul traguardo Ullrich batteva Mancebo allo sprint, e Schleck si metteva alle spalle la salita tagliando il traguardo con una bicicletta d'anticipo su Cadel Evans.
  11. [.Isoard.] Bourg d'Oisans, 9/6/2006 Care Cronache, Dopo il Mont Ventoux, il mito del ciclismo continua ad entrare nei nostri occhi e nei nostri cuori. Oggi infatti s'è affrontato l'Isoard, un'altra storica salita. Buon risultato per il prode Cadel, che giunge all'arrivo 4° battuto allo sprint da Popovych e superando Schleck. Davanti a questo trio, vittoria di Vinokourov con 30'' su Ullrich che mantiene la maglia. Netti miglioramenti anche in classifica generale, dove Evans scavalca un bel po' d'avversari e si attesta in sesta posizione. All'arrivo, purtroppo, si sono ritirati Vincenzo Nibali e Cristophe Moreau. La tappa si è svolta in questa giornata ventosa, dove l'Isoard si collocava come terza asperità dopo due difficoltà di terza classe. Era in fuga un terzetto nel quale si era inserito Merckhx, ripreso sulle pendici antecedenti il Col de l'Izoard da un gruppetto composto da dieci corridori riusciti a prendere in salita un leggero gap sul gruppo, grazie all'apporto di pedalate importanti come quelle di Mancebo e Popovych. Nel gruppo si era poi inserito il nostro brillante Pieter Mertens, giunto bene al traguardo e quinto in classifica dei giovani. Ricompattato tutto il gruppo, era la volta delle prime schermaglie ai piedi dell'Izoard. Partivano gli scalatori minori, tra i quali Fertonani, Le Boulanger e altri. Poi, quando Ullrich si alzava sui pedali, anche Cadel Evans e tutti i migliori lo imitavano, formando un gruppo di testa composto da una ventina di elementi. Quindi, di potenza, Ullrich allungava in maniera inarrestabile e fenomenale, trovandosi solo al comando. Nessuno sapeva poi rispondere all'attacco sferrato da Vinokourov sull'ultimo chilometro di salita. Nella verticale discesa verso l'arrivo, Moreau guidava l'inseguimento in discesa. Alla fine di quest'ultima poi, Moreau e Nibali erano costretti allo stop da problemi fisici, mentre il chilometro scarso di pianura consentiva a Vinokourov di appaiarsi ad Ullrich, che doveva rifiatare per affrontare gli ultimi due chilometri in rapida e tremenda ascesa. Gli ultimi due chilometri, con un'alta pendenza, dovevano decisamente far sentire l'acido lattico nelle gambe dei ciclisti. E mentre Vinokourov negli ultimi metri lasciava indietro Kaiser Jan, lo stesso facevano Schleck, Popovych e Evans con gli altri compagni, giocandosi il terzo posto, poi conquistato negli ultimi metri dall'ucraino. Adesso, solo due tappe separano il plotone dalla conclusione del Critèrium. Allons enfant de le velo!
  12. Grazie Jaco [.Ventoso.] 8/6/2006, Le Mont Ventoux Care Cronache, La Storia del Ciclismo è di nuovo permeata nei nostri cuori di appassionati, quegli stessi cuori di coloro che ascoltano ogni giorno il rumore delle due ruote che mordono l'asfalto, quell'asfalto che oggi era così duro e così crudele su una delle salite mitiche di questo pazzo pazzo mondo. I 23 km più lunghi e carichi d'agonia del ciclismo hanno incoronato come loro domatore Cristophe Moreau, che ha preceduto in solitaria al tragurdo la maglia gialla del Critèrium Jan Ullrich. Cadel Evans, staccato negli ultimi chilometri da una pesante accellerazione di Vinokourov è rimasto incollato alle ruote di Sastre e Schlek, giungendo al tragurdo quindicesimo. Diciottesimo posto per Pieter Mertens, che insieme a Bettini e ad altri aveva tentato la fuga dal cinquantacinquesimo chilometro della gara, venendo staccato solo dal Lampre Szmyd, troppo più forte di lui in salita, prima di essere entrambi inghiottiti per ultimi dagli squali del gruppo dei migliori, che già avevano riassorbito lo sfaldato gruppo dei quindici fuggitivi. Moreau ha così conquistato la maglia a punti e quella riservata agli scalatori e ha scavalcato il kazako Vinokorouv dalla seconda piazza della generale. Cadel va adesso ad occupare invece l'undicesima posizione, con buone prospettive di miglioramento, visto che la forma sta crescendo e visto che da qui alla fine del Critèrium solo salite aspettano il plotone. Pieter Mertens avanza nella classifica dei giovani fino alla settima posizione, mentre Johann Vansummeren ne occupa la quinta, scivolando però nella generale, com'era prevedibile fino alla diciottesima. Le pendenze si alzano, le strade si fanno più difficili e si sente il clima teso che si respira nel bel mezzo della stagione. Benvenuti nel Ciclismo. n saluto dal Mont Ventoux
  13. Queste sono le immagini. Vittoria maledetta
  14. Mah, ero convinto di aver postato Giovedì, ma ci deve essere stato un errore da parte mia... boh [.Sveglio.] 7/6/2006 Care Cronache, E' finita la cronometro difficile e lunghissima di questo Critèrium, dove Cadel Evans ha ottenuto un modesto 15° posto, mentre Johann Vansummeren si è guadagnato la 9° posizione con una prova davvero bella e meritevole. La cronometro, dura, sembrava disegnata per le caratteristiche di Jan Ullrich, che infatti ha vinto a mani basse, prendendosi anche la maglia e delineando una volta per tutte la fisionomia della classifica della corsa. Per tornare al 'mio' Johann, venticinquenne belga dal passo di ferro, questo nono posto è probabilmente arrivato sulle ali dell'entusiasmo, dopo che, attenzione attenzione, Care Cronache, aveva conquistato la tappa del giorno precedente. Una gran bella vittoria che ha rimesso speranza nel mio cuore di DS. Il caro ragazzo ha vinto alla sua maniera, così come aveva conquistato quattro delle sei tappe della Parigi-Nizza, della quale detiene il titolo del 2006. Ha vinto alla sua maniera, dicevo, partendo sull'ultimo strappo, un'asperità di appena 3 km ma con una pendenza media superiore all'8%, e poi resistendo per 25 km in fuga solitaria, prima nella lunga discesa e poi negli ultimi 15 km pianeggianti, spingendo come un passista di lunga esperienza, e, soprattutto, dalla grossa potenza. Così ha reso vana la rincorsa del gruppo ricompattato, e la rimonta in volata di Bennati non è bastata a riprendere il prode Vansummeren sull'arrivo, dove ha potuto finalmente stendere le braccia. Ad inizio giornata l'immancabile fuga da lontano aveva visto protagonista Axel Merckx, che con i due colleghi Augè e Pena era stato ripreso sulla difficoltà più lunga di giornata, dove a qualche chilometro dalla cima aveva tentato la fuga il capitano dei Boygues Brochard. L'allungo dell'ex-campione del mondo però era stato subito corrisposto dalla maglia gialla Moreau e dal ruggente Cadel Evans, sempre pronto a tener d'occhio i migliori. Da domani cominceremo a divertirci un po' di più, ma con questa vittoria in saccoccia, possiamo andarci più tranquilli. Il tracciato della gara vittoriosa per noi era molto simile a quello del giorno precedente, vale a dire una lunga pianura iniziale che poi saliva con brevi e secche asperità collinari che avrebbero messo in difficoltà i velocisti più morbidi. Non per niente Paolo Bettini e Thor Ushovd erano i favoriti di giornata, ma Gert Steegmans, aiutato in collina dal fido Josep Jufrè e riportato in cima al gruppo dall'ottimo lavoro di Van Petegem rimaneva comunque in agguato e passava comunque 13° sul traguardo. Proprio una bella vittoria, sì. Il etait amusante.
  15. [.Sogno o Son Desto?.] Annecy, 5/6/2006 [12 ore più tardi dal precedente capitolo] Care Cronache, dopo che ieri Cristophe Moreau aveva conquistato il cronoprologo, eravamo subito decisi a mostrarci forti e baldanzosi in questa prima tappa, con un terreno piuttosto divertente, che presentava un paio di brevi asperità finali prima degli ultimi chilometri di discesa che portavano al traguardo. Percorso adatto a passisti e agli sprinter più pesanti, insomma. Ed infatti in prima fila sin dall'inizio ci sono Bettini e Hushovd, tra gli altri. Tengo la squadra davanti, nonostante siano gli AG2R a fare il ritmo. L'immancabile fuga di giornata era oramai riassorbita quando il falsopiano discendente che precedeva lo strappetto finale stava per concludersi. Mi siedo quasi sul finestrino, facendo larghi cenni al ragazzo, urlando nell'auricolare ai miei uomini. E senza bisogno di una parola in più ecco che Johann Vansummeren si alza sui pedali, e sulle pendici di questo breve tratto di salita attacca il gruppo compatto. Nessuno sembra reagire. Dai, è quasi in cima. Sento il magone forte, potente e allegro delle buone occasioni, mentre il ragazzo ferisce l'asfalto quasi solcandolo con il sottile pneumatico della bici da corsa. Johann scollina e si getta in discesa, 20'' di vantaggio sul gruppo, 5000 metri da tirare ancora. E' un buon passista, Johann, ce la può fare. Può resistere anche al rientro in volata dei velocisti. Può arrivarci. Mi volto indietro, vedo che accade tra gli altri dei miei. Steegmans viene trainato su da Mario Aerts, ma è rimasto indietro. Nico Mattan ha ceduto da parecchio, mentre Van Petegem ciondola in fondo al gruppo. Urlo nell'auricolare un 'Vai!' diretto a nessuno in particolare e mi sveglio. ? Sì, mi sono svegliato. Ho aperto la portiera, e mi sono diretta alla bacheca generale, dove figurava l'ordine d'arrivo. Gruppo compatto. Vince Bennati. Sconsiglio a tutti di avere un malore in ammiraglia. [Ovvero, come narrare un crash a cinque minuti dall'arrivo, con un uomo in fuga solitaria senza mangiarsi il fegato ]
  16. [.PrETour.] 5/6/2006, Annecy Care Cronache, è mattino qui in Francia, come lo è oramai su mezza Europa. E' incominciato ieri il Criterium du Dauphinè Liberè, la prima delle gare Pro-Tour di questo mese; gara che per la verità potremmo ridefinire Pre-Tour, infatti si comincia a vedere una seria intenzione di preparazione nelle grandi squadre e nei grandi ciclisti in vista del clou della stagione. E siccome nelle grandi squadre e tra i grandi ciclisti voglio avere anche qualche nome dei miei ragazzi, è ora di cominciare a togliere la briglia ai cavalli migliori e prepararsi ai grandi eventi della stagione ciclistica. Per fare un breve riassunto di quello che è successo in questo inizio di stagione, basti dire che siamo riusciti, dopo un gran periodo di magra, ad aggiudicarci due corse di un giorno, seppur di una categoria minore. Il GP Schwarzwald in Germania è stato vinto da Mario Aerts, seguito da Wim Van Huffel, il quale ha lasciato il suo marchio anche sulla corsa svizzera Kanton Aargau, dove buoni piazzamenti sono stati ottenuti anche da Chris Horner e Pieter Mertens, rispettivamente terzo e sesto. Corse non molto rilevanti ma che comunque fanno morale, no? Il Tour del Lussemburgo arriverà quest'oggi all'ultimo atto. Il nostro miglior piazzato in classifica generale è Bjorn Leukemans, unica punta di una formazione onestamente poco seria, formata da tutti i giovani della squadra, ventitreesimo e inviato in Lussemburgo soprattutto per fare forma. Qui in Francia s'è corso ieri il Cronoprologo della corsa, con risultati piuttosto soddisfacenti, soprattutto per Johann Vansummeren, non un cronoman puro, giunto ventiquattresimo. Cadel è la nostra punta numero uno, ma non mancano le presenze importanti, sia tra di noi, con Van Petegem e Mattan, sia tra i nostri avversari, dove figurano quasi tutti i capitani delle squadre ProTour. Sarà divertente. Mi auguro buona fortuna.
  17. [.Estate.] Bruxelles Charleroi, 31/5/2006 Care Cronache, mi trovo all'eoreoporto di Bruxelles, per prendere il volo che mi fara raggiungere il Lussemburgo, dove domani mattina avrà inizio il Tour de Luxembourg, prima gara del mese di Giugno. Ho lasciato sbollire un poco le emozioni del Giro. Ovviamente l'ultima tappa è stata la solita noia interminabile fino alla volata finale, pietosamente conclusa da Robbie in 13° posizione e vinta indovina un po' da chi... Petacchi. La sfilata dell'altro giorno, ha poi visto l'incoronazione della Maglia Rosa Di Luca, mentre Cunego è apparso con aria di sconfortata mestizia sul palco per ricevere la Maglia Verde di miglior Scalatore. Lo sponsor è rimasto abbastanza felice dei piazzamenti del giovane Mertens, secondo nella classifica GPM e ottavo in quella dei giovani. Ora, con l'estate che già bussa alle porte di una fresca primavera belga, lo sguardo di noi tutti è fisso sulle prove che fanno da preludio al Tour de France. Il Criterium, il Giro di Svizzera eccetera... Inoltre, da metà mese in poi, i corridori saranno tutti dispersi per le varie località europee, partecipando ai campionati nazionali, tra i quali però non figura il campionato nazionale Australiano, corso in Gennaio, per ovvie ragioni di, come dire, natura terrestre. Beh, sarà un momento di riposo che andrà sfruttato per fare le ultime rifiniture a Cadel in vista del Tour de France. Sono fiducioso. Forse troppo. Ma non fa mai male.
  18. [.L'altra faccia della medaglia.] Aprica, 27/05/2006 Care Cronache, il Cunego che non t'aspetti. S'è conclusa da poco la ventesima tappa di un bel Giro d'Italia con un epilogo che m'è piaciuto tantissimo. Oggi erano 218 km di fuoco. Oggi erano 218 km da fare con le gambe, con la testa e con i polmoni. E dove non sarebbero arrivati quelli, erano 218 km da fare con il cuore. Erano 218 km che comprendevano la Storia del Ciclismo, quella con la S maiuscola: Tonale, Gavia e Mortirolo. Proprio quest'ultima salita, l'asperità infernale dalle pendenze indicibili ha segnato il crollo del dominatore del Giro d'Italia. Ebbene sì, mie Cronache, testimoni cartacee di un ciclismo che ha ancora emozioni stupende da regalare al pubblico, Damiano Cunego alla fine, è andato in crisi, dopo aver vinto l'ennesima tappa proprio ieri, è crollato. Non è bello da dirsi, non è corretto, non è sportivo, ma vedere Wim Van Huffel, Pieter Mertens e Cristophe Brandt, tre nomi che hanno ben poco da dire agli occhi del pubblico, passare prima del capitano dei Lampre in cima al Mortirolo, la casa della sofferenza, non posso negare mi abbia dato una certa soddisfazione. Adesso è Di Luca ad indossare la Maglia Rosa, oltre alla Ciclamino, mentre purtroppo la Verde è ancora possedimento inarrivabile di Cunego. Dietro l'uomo Liquigas, c'è Simoni, a poco meno di 2'. Damiano Cunego è sesto, a dodici minuti dalla vetta della classifica. Dodici. Minuti. Dodici Minuti, dannazione. Il ciclismo sa anche di disperazione, è vero. Oggi è stata la giornata di Victor Hugo Pena, che ha vinto la tappa però, e per quanto riguarda la nostra sponda, Cristoph Brandt e Wim Van Huffel si trovano in situazioni opposte, l'uno avendo perduto, l'altro guadagnato tre posizioni in classifica generale. Avevo ordinato a Josep Jufrè di rimanere indietro per proteggere il più possibile Robbie, in modo da averlo il più fresco possibile nella tappa di domani, e direi che lo spagnolo c'è riuscito. Sono abbastanza contento della tappa di oggi, Wim è arrivato 18° al traguardo, e sembra crescere pian piano. Vorrei portarlo anche al Tour se sarà abbastanza in forma. Ma adesso pensiamo a domani, pensiamo a mandare in crisi l'avversario più pericoloso. Robbie McEwen contro Alessandro Petacchi, ancora. E ci sarà da divertirsi.
  19. Quoto questi valori precedentemente proposti, e vorrei criticare il valore spaventoso di Petacchi in volata, rispetto a Hushovd e sopratutto a McEwen. A parte il giudizio personale che ho (penso che McEwen, in generale, sia stato il miglior sprinter degli ultimi anni, in assoluto), quest'anno non ha combinato un bel niente, mentre gli altri due hanno fatto molto bene al Tour. Inoltre anche l'84, mi pare, in VO di Boonen mi pare esagerato... ha più di McEwen!
  20. Eh, io ho mandato al Giro tutti corridori con forma intorno all'80/100, ma con barra di fatica al limite del verde, chi più chi meno, ed infatti chi aveva la barra meno piena è andato meglio degli altri. Per quanto riguarda gli allenamenti, ritocco manualmente quelli che non mi vanno bene come sono impostati automaticamente, altrimenti lascio fare...
  21. Già, dimenticavo che hai rimescolato tutte le carte in tavola del ciclismo E ho pure fatto casino da Bertogliati e Bertagnolli <.< [.Rush Finale.] Passo san Pellegrino, 26/5/2006 Care Cronache, soltanto due tappe, altri quattrocento kilometri circa, e poi la maglia Rosa sarà, a meno di inconvenienti clamorosi sui quali mi permetterei di farmi più di una risata sopra, assegnata per un anno a Damiano Cunego, che ha conquistato anche la tappa di oggi, inarrestabile nella sua marcia. Per quanto riuarda la nostra prestazione, bene Wim Van Huffel, che giunge all'arrivo appaiato a Pereiro della Caisse d'Epargne Guadagna una posizione nella generale, è adesso 26°, preceduto da Rogers, mentre una ne perde Cristophe Brandt, tornando in 19° posizione, a causa della buona prestazione che la Discovery ha ottenuto oggi da Beltràn. Oramai è la forza d'inerzia che ci porta. Domani l'ultima tappa di montagna, alla quale la nostra mente è già rivolta, visto che dovremo proteggere in ogni maniera Robbie, cercando di non farlo forzare la gamba, che deve rimanere il più fresca possibile a Milano. Penso che questo Giro d'Italia fosse eccessivamente pesante per chi non sia uno scalatore puro. Alla fine, l'incisività delle due cronometro sulla generale è stata minima, è la durezza del percorso non ha fatto che favorire Cunego. Anche Simoni, che è spuntato solamente nell'ultima settimana di Giro, per esempio, ne ha tratto un grosso beneficio, riuscendo a raggiungere la terza posizione ai danni di qualche corridore molto più completo come ad esempio Botero della Phonak, uno dei corridori che stimo di più. Il Tour de France, invece, ho il timore che abbia un percorso troppo agevole, ma se Cadel riuscirà ad arrivare alla Gran Boucle con la forma fisica necessaria, credo che potremo fare grandi cose. L'importante è che l'ottimismo non venga mai a mancare. A proposito di Tour, quello del Belgio offriva questo pomeriggio una brevissima cronometro. Ho sentito poco fa i miei collaboratori. Beh, preferisco la primavera italiana. Pioggia e forte vento hanno caratterizzato tutto il pomeriggio e reso la crono un vero e proprio inferno. L'ha vinta Reus, della Rabobank, mentre il nostro Nico Mattan ha raggiunto soltanto la 12° posizione, ma si mantiene 14° nella generale a soli 54'' dalla testa della classifica. Il Giro del Belgio sì, che ha un percorso agevole, mi dicono, tanto che solo una delle tappe in linea pare avere qualche difficoltà necessaria a non far terminare la gara con uno sprint finale.
  22. E' una cosa di cui possiamo parlare, ma pretendo minimo minimo Canada o Millar
  23. Vov, disse lo Zabaione! Davvero bello il video, anche se in effetti un certo ombarazzo sui nomi stranieri c'è
  24. Grazie a tutti per i vostri apprezzamenti. Eheheh! Il caro Pieter è un ragazzo tenace. Alla partenza della campagna aveva MO 68 e COL 70, adesso ha 71-71, ed punteggi medi in quasi tutte le altre caratteristiche. 66 in pianura, 68 in discesa... Solo a cronometro scende sotto il 60. Ha 25 anni, mi pare. Cavolo, lo equivoco sempre col campione svizzero. Rast. Ecco, forse è Rast il campione svizzero... A domani per le ultime news dal Giro!!
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