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Stylus

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  1. Questo è il mio alter-ego vero, quasi tutti valori depotenziati, in montagna dovrei avere 82...lo "giustifico" col riposo prolunago. http://www.clecorda.com/UnaVitaInSella/sin...asp?nick=Stylus Del resto se tutti mi cercano un motivo ci sarà se tutti mi vogliono Se mi invitassero altroché cercherò di vincere il Giro! E' quello che sogno da 6 stagioni ma non me l'han mai fatto correre
  2. Questi i valori del mio alter ego, un po' depotenziati rispetto ad Uvis!
  3. Hai ragione! Li avevo fatti rotati perché ho confuso il secondo logo (Farnese) con il logo Lampre al contrario! Appena escono foto dei calzoncini la modifico.
  4. E' il capitolo più scontato ma era inevitabile
  5. CAPITOLO 6: Bruno! /2 Bruno era lì dove avevamo accordato di incontrarci, e nell'attesa stava sfogliando una rivista. "Bruno?" "Oh, ciao Danilo!" Poggiando la rivista "Ma mi spieghi cosa ci fai qui?" A Bruno dissi la verità, nient'altro che la verità: non avevo più stimoli. Lui s'accigliò alla notizia, anzi, ci rimase veramente male. "Danilo perchè? Ma sei uscito tutto matto? Puoi vincere ancora molto Danilo! Diamine Danilo, tu sei il ciclista che avrei voluto essere, hai un talento cristallino, sei il mio successo tu, non deludermi così..." "Bruno mi spiace, ma io..." "Non hai ricevuto offerte d'altre squadre, la Lampre? Conosco qualcuno in Lampre, se vuoi chiamo e ci metto una buona parola, come se necessario una mia raccomandazione poi per trovarti squadra..." e già stava allungando la mano nella giacca per prendere il telefono. "La Lampre m'ha contattato Bruno.." lo bloccai.." E non mi interessa, credimi, ora sto meglio così." Mi squadrò da testa e piedi, forse, con un vestito rosso e piumino bianco non mi prendeva tanto sul serio. "Che testa di..""E tu Bruno sei ancora all'Acqua & Sapone"? Come un calciatore lancia palla in orizzontale per cambiar fascia, così cambiai discorso. Bruno non era più direttore sportivo dell'Acqua & Sapone, non era più direttore sportivo di nessuna squadra. Il suo contratto era scaduto alla fine della scorsa stagione, e non trovò altra squadra. Così anche lui dovette reciclarsi nella vita di tutti giorni: faceva il rappresentante per conto di un negozio di un biciclette di un suo amico, a Milano. Lui però non era per niente soddisfatto della sua nuova vita. Tutt'altro, si sentiva un mezzo fallito, ed era abbastanza sconsolato. Sognava di togliersi da direttore sportivo quelle soddisfazioni che non aveva avuto da ciclista, di poter salire sul podio con uno dei suoi ragazzi, sul gradino più alto del podio del Giro d'Italia, e che nella sua carriera soltanto una volta aveva sfiorato la possibilità di poter vivere questa emozione. "Danilo, con te, con te! Chi altri, Stefano (Garzelli n.d.r.) ? Stefano aveva tanta grinta, tanto cuore, ma non aveva l'età per farlo, o Francesco (Masciarelli)? Quello non è un ciclista completo, e non ha il tuo motore, Danilo. Ah Danilo che spreco.." e tornava sconsolato ad imprecare sulla brutta notizia che gli avevo dato, quasi fosse colpa sua il mio ritiro. E mi commuoveva, Bruno mi voleva bene come un padre, lui mi sapeva sempre dare le giuste motivazioni, non mi lasciava solo mai. "Danilo ti ricordi al Melinda, il primo anno? Eh che gara..Garzelli si ritira, Vande, quel povero ragazzo, Vande è un po' stanco, mi si avvicina in ammiraglia e mi dice che stava facendo fatica, io allora gli consegno una borraccia, gli dico di darla a te, quello era il tuo giorno" Quella giornata fu fantastica, arrivai con il primo gruppo, 5°E a Varese, chi c'era dietro a te, ad incitarti, a seguirti? ""Già tu Bruno!" Ero legato talmente tanto a lui che per la cronometro del mondiale chiesi se poteva esserci lui sull'ammiraglia che mi seguiva. "Io speravo che lasciando la nostra squadra, alla Quickstep, potessi intraprendere una luminosa carriera..ma ormai...sei un ciclista Danilo, chi si ricorderà di te fra un anno? Forse già ora..! Sono seduto con un campione del mondo!" alzò la voce ironicamente "Shh..che mi conoscono!" "Come Babbo Natale forse!" Bruno m'aveva punto nell'orgoglio, mi stava convincendo, stavo cambiando idea. "Va bene Bruno, allora torno, torno a correre". Così dissi secco, deciso. Una frase tutta d'un fiato, sarebbe bastato un secondo di ragionamento e probabilmente non l'avrei detta. Come quando decisi di ritirarmi, lo feci senza pensarci due volte, così ora. Ogni tanto i miei, e gli amici più cari, mi rimproverano d'esser un'indeciso nella vita, di non saper mai quello che voglio, di non esser in grado di programmarmi per questo neanche una giornata del mio futuro. Il problema non è che io sia una persona indecisa, forse in qualche frangente lo sono, ma in verità, sono una persona istintiva, molto, e applico esattamente all'opposto quella regola elementare insegnatami da piccolo: pensa due volte prima di parlare. Io parlo due volte e dopo penso. "Lo sapevo, lo sapevo che avresti cambiato idea!" In un istante un sorriso intergalattico gli si incollò in volto. "Ora chiamo in Lampre e chiedo..." Sta nuovamente per mettere mano al telefono "No Bruno! No! Ma quale Lampre! Io torno a correre, ma lo faccio con te!" "Con me? E come? Dimentichi che io non ho più una squadra, come te. E non mi vogliono da nessuna parte, nemmeno in Lampre, non come te" "La facciamo noi la squadra!" "Ahah la fai facile tu" incominciò a credere che la mia fosse una boutade "Ci vuole uno sponsor, tanti sponsor, tanti soldi, ciclisti, permessi, chi investe più nel ciclismo oggi?" "Bruno, lo trovo io lo sponsor, lo trovo io, te l'assicuro. E abbastanza per coprire il tuo stipendio e quello di altri ragazzi, e acquistare tutto quello che serve, io correrò gratis. E sui permessi, sulle questioni burocratiche, Bruno tu sei un eccellente ds, sai benissimo come muoverti e cosa fare" "Se trovassi uno sponsor..."Bruno tentennava..."Con un budget ed uno sponsor 3/4 dei problemi son risolti no? M'aiuteresti vero?""Danilo, mi sorprendi, io non pensavo a questa eventualità, però, se troverai uno sponsor, vedremo di provare a tirar su una squadra". Convinto! Colpito. De Luca tornava a correre.
  6. A parte che ho dimenticato e me ne sono accorto ora, le scritte sul colletto
  7. Ho visto su Spazio ciclismo la foto della nuova maglia Lampre e ho provato a rifarla..
  8. Non trovo grande riscontro.. se non vi piace, non v'appassiona, o c'è qualcosa che posso migliorare ditemi pure
  9. Ucraino! Mea culpa, stavolta non ho riletto prima di postare e ho fatto anche qualche errorino di ortografia
  10. CAPITOLO 5: Bruno! "Bruno!". Bruno si avvicinò con fare sospettoso..."Lei, mi conosce?" Abbassai la barba finta, "Bruno, sono Danilo!" Con quel gesto mi riconobbe subito, ed ebbe una reazione di stupore mista a leggero imbarazzo e incomprensione. "Ma che ci fai qui? Così? Non dovresti essere ad allenarti?!" "Bruno ascolta, fra 5 minuti inizia la mia pausa pranzo, possiamo trovarci fuori al..mh..c'è un ristò, vicino all'entrata, quello con i tavolini verdi, ci possiamo trovare lì!" Bruno era Bruno Cenghialta, il mio vecchio direttore sportivo all'Acqua & Sapone. Definirlo solo direttore sportivo è però troppo poco. Bruno era il mio maestro, la mia figura di riferimento, il mio confidente, era il mio scopritore! Devo a lui la mia entrata nel professionismo! Cenghialta pare fosse venuto ad osservare per l'Acqua & Sapone in una piccola gara dalle mie parti, a Correzzana, un ucraino. Uno forte, uno che andava come in treno e quella stagione stava vincendo tutte le gare a cui partecipava ma che nessuno aveva visto negli anni prima, così si mormoravano le più svariate ipotesi: c'è chi ovviamente l'accusava di doping, chi addirittura sospettava che avesse già avuto esperienze nel professionismo e avesse cambiato nome. Io invece, ero alla quarta gara della mia vita, e le tre precedenti furono una vera odissea! Correvo per la squadra del mio paese, quindi correvo gare quasi esclusivamente in Brianza o nei dintorni. Alla prima scattai dopo una decina di chilometri dalla partenza, non feci la differenza, mi ripresero a metà corsa e non riuscii nemmeno a concludere la corsa. Alla seconda rimasi in gruppo fino a 20 km dal traguardo, mi preoccupai più di passar borracce ai miei compagni che della mia prestazione, poi mi staccai e mi ritirai stanco. La terza fu storica, si correva dalle parti di Sondrio, percorso duretto con due gpm e arrivo in cima ad un breve strappo. Anche quella volta scattai praticamente subito dopo la partenza, e quella volta non fui solo, m'accompagnò un ragazzo di Como, un bravissimo ragazzo che tirò per tutta la cosa, generosissimo. Arrivammo fino al rettilineo d'arrivo, ai lati della strada era pieno di gente, emozione unica, sentivamo già l'autoparlante dell'arrivo, il commentatore che citava le nostre pettorine, il nostro nome, il mio nome...il gruppo ci raggiunse, arrivai decimo. In quella corsa a Correzzana il russo non si presentò, avevo intravisto il suo direttore sportivo parlare con gli organizzatori, probabilmente s'era ammalato, erano giorni umidi quelli. Io, come in un copione già scritto, scattai dopo pochi chilometri. Amavo in fuga perchè amavo la solitudine, ma andavo in fuga soprattutto perché avevo una paura marcia quando pedalavo manubrio contro manubrio, ruota contro ruota, in gruppo. Quel giorno nessuno mi segui, e la tappa era duretta. Correzzana, Brugora, Montesiro, Casaglia... paese dopo paese non vedevo arrivare nessuno alle mie spalle, il mio direttore sportivo non m'aveva nemmeno seguito perché non credeva tanto nella mia azione, l'azione di un uomo solo. Era un circuito di 6 giri, tagliai il traguardo solo, per 5 volte. Mi sentivo bene, la mia pedalata era sciolta, ero concentrato, non faceva caldo, la gente non era molta, alcuni pezzi del percorso li conoscevo bene perchè li avevo fatti in allenamento decine di volte. Tagliai il traguardo solo per 5 volte. Soltanto quando mancavano 5 km all'arrivo mi raggiunse il mio direttore sportivo. "Danilo, vai! Vai, Danilo, spingi! Hai ancora 2 minuti di vantaggio, ce la puoi fare!". Salita di Canonica, 2 km all'arrivo, al bivio del Fossati giro a sinistra, come copione, primi 50 metri al 10%, li conoscevo a memoria, alla fine di quella salita, primo incrocio a destra, via Bonarroti, abitava la mia ragazzina d'infanzia. Fine della salita. Meno 1,5. "Vai Danilo, vai, un minuto, un minuto, spingi!" Incrocio con via Bonarroti, improvvisamente spunta un auto, una Golf scura. Niente transenne, nessun vigile, la Golf si accorge un po' tardi e frena oltre il segnale di Stop. Un gesto istintivo e mi butto tutto a sinistra, e cado nel campo a fianco. Salvo. Salvo ma sconfitto. Al volante della Golf, c'era proprio lei. Si si, Lei. Ovviamente non l'aveva fatto apposta, anzi, credo avesse appena fatto la patente perchè sul vetro posteriore aveva fissato la P. P di pirla! Avevo perso l'occasione della vita. Invece avevo guadagnato l'occasione della vita. Ero davvero incavolatissimo, il mio ds mi fece salire in auto, mi rincuorò, mio portò al traguardo ma lì. appena vidi i miei genitori, che mi aspettavo, scoppiai in un pianto isterico. Intanto il mio d.s. era stato avvicinato da un uomo con occhiali scuri. Li guardavo da lontano: incominciarono a parlare. ogni tanto si facevano dei cenni, ogni tanto quell'uomo, parlando con il mio d.s. mi dava un'occhiata. "Danilo, quell'uomo è un direttore sportivo di una squadra professionista, e oggi t'ha seguito in tutta la corsa, ha detto che gli sei piaciuto, che hai buoni numeri, insomma, l'hai impressionato! Gli piacerebbe sapere se tu sei interessato ad ascoltare una sua proposta che ti vuol fare. Anzi, vieni..vieni..! Così ci parli anche tu, anche i tuoi, se vogliono sentire..." L'uomo in occhiali scuri era Cenghialta, fu il giorno in cui diventai un corridore professionista.
  11. Prova entrare di questi tempi in un Centro Commerciale. Credo che dal 2 gennaio tu possa trovare già l'abbigliamento di carnevale. Cmq lo so x esperienza indiretta, il promoter lo faccio veramente e domenica scorsa una poveretta s'è dovuta vestire da elfa x promuovere delle merendine
  12. CAPITOLO 4: "E' per caso interessata a..." Come detto, i miei non interferivano nelle mie decisioni ciclistiche, ma visto che al momento, ciclista non lo ero più, mia madre stanca di vedermi a far da soprammobile dentro casa, mi fece una proposta di lavoro. Non è che avessi bisogno di soldi, anzi, di soldi da parte ne avevo parecchi perchè nonostante tutto prendevo un sacco di soldi dalla Quickstep, ed è per questo che mia madre appena saputa la notizia si incazzò! Ricordo ancora lo scandalo e il malumore nell'ambiente quando si seppe del mio contratto con la Quickstep, fu tutto merito di quel Campionato del Mondo! Fu una giornata magica, un fulmine a ciel sereno o, meglio, un raggio di luce in un cielo nuvoloso. Fino a quel giorno avevo vinto poco, qualche piazzamento qua e là nelle classiche e nei piccoli giri, già la convocazione sembrava un miracolo. Ed invece il miracolo fu doppio. Vinsi, una settimana dopo la Quick chiamò il mio procuratore, il risultato fu un contratto triplicato rispetto al precedente e lasciai così a malincuore, ma non troppo, la prima squadra che mi lanciò nel professionismo: l'Acqua & Sapone. Non avevo bisogno di soldi, ma avevo voglia di sentirmi utile, così incominciai a reclicarmi nella vita di tutti i giorni. In fondo non era un mestiere difficile, solitamente lavoravo nei weekend e nei giorni di maggior flusso di gente nei supermercati e nei centro commerciali: v'era il responsabile di reparto che mi piazzava in centro corsia o in qualche angolo, lì marcavo il mio territorio e recitavo la mia cantilena a chiunque mi passasse davanti: "Buoongioorno signoraa!!!, è per caso interessata a..". E vendevo, o almeno, cercavo di vendere, un po' di tutto: un giorno mozzarelle, un giorno succhi di frutta, l'altro olive, o detersivi, o qualsiasi cosa che mi si chiedesse di promuovere. C'è da dire una cosa del Ciclista: che seppur famoso, anche il ciclista più famoso non sarà mai famoso quanto il meno famoso dei calciatori. Nelle prime settimane di lavoro mai nessuno pareva avermi riconosciuto, forse per le insolite vesti, comunque nessuno mai mi chiese un autografo, una foto assieme, finché un giorno, chiamato a lavorare in un centro commerciale a Vimodrone, un signore sulla cinquantina, brizzolato mi si avvicinò. Lui non voleva una splendida mozzarella di bufala Campana 25€ al Kilo con in omaggio una meravigliosa pirofila: "Lei è De Luca, il ciclista!". Emozionatissimo, con un filo di voce, quasi vergognandomi di quello che in quel momento facevo risposi.."Si!" la più scontata delle sue domande fu chiedermi che ci facevo in quel posto ma..."Guarda mamma!" un ragazzotto che stava facendo la spesa con la madre indico nella mia direzione, sta a vedere che è il mio giorno fortunato, e oggi mi riconoscono tutti.."Mamma, mamma, quello è Beccalossi, quello che giocava nell'Inter!" Avete in mente Beccalossi, quello che fa le ospitate su Telelombardia, che ogni tanto passa in pubblicità dicendo scusate-se-insisto-mi-chiama-evaristo? Quel Beccalossi, era il signore brizzolato sulla cinquantina che m'aveva riconosciuto. Il Beccalossi si fermò a fare una foto con il ragazzo ed io ritornai a vendere mozzarelle. Non so se mi piacesse o no quella nuova occupazione, però mi riempiva le giornate, raramente avevo momenti di pausa, uscivo la mattina presto come un normale operaio, tornavo la sera per cena, stanco, come un qualsiasi operaio. E la domenica, anzichè fare un'uscita in bicicletta come un qualsiasi cicloamatore, restavo a casa o facevo un giro a piedi nel parco, ero diventato un cultore della vita pigra. Il ciclismo, le vittorie, tutto mi sembrava lontano, io non avevo più cercato nessuno, e per di più, dopo le quattro o cinque telefonate di quel lontano 15 ottobre, nessuno dell'ambiemente m'aveva più chiamato. Arrivò il 28 novembre (data che difficilmente scorderò), ero stato chiamato in un Supermercato vicino Milano per fare una promozione piuttosto strana, di panettoni e avvicinandosi le feste, dovevo vestirmi da Babbo Natale. Ciò mi stimolava, era un diversivo alle solite giornate. La giornata iniziò come il solito comunque: avevo il mio spazietto con la montagna di panettoni a fianco, ed il mio compito era venderli tutti. Prima cercai di convincere qualche vecchietta, poi qualche madre di famiglia, poi arrivarono i bimbi piccoli ai quali dissi di fare i bravi e comprarsi un Paluani altrimenti a Natale niente regali, poi arrivò..."Bruno!"
  13. Diciamo che in quella storia avevo usato la tecnica del resoconto asciutto, come si si guardasse una cronaca, alla ricerca del realismo, ed è stato un modo molto simile alla tua storia, con la differenza che tu hai ampliato magnificamente per una stagione intera in modo perfetto questa tecnica, io non sarei riuscito a farlo per così tanto tempo ed è per questo che mi piace molto! Qui ho cercato di fare una cosa un po' più difficile. Non farò il resoconto di una storia, scriverò una storia, da parte mia sarà un racconto introspettivo, che più che il realismo ricerca la verità, una sorta di autobiografia della mia carriera ciclistica. Sarà come leggersi un libro, forse per questo poco popolare e un po' difficile qualora il mio stile di scrittura dovesse appesantirsi. Vorrei far parlare le parole, non le immagini
  14. CAPITOLO 3: "E se provassi a lavorare?" Tornato a casa il telefono squillò almeno sei o sette volte nel giro di un ora. Il primo a chiamarmi fu Marco, che venne a sapere della notizia da Mauro (Facci n.d.r.) e voleva sapere il perchè, disse che c'era sgomento nel fansclub. "E' un momento particolare...non so se ho ancora voglia...dai ti richiamo" sbiascicai lentamente. Non sapevo dargli delle spiegazioni perchè in fondo non le sapevo dare anche a me. La seconda fu mia madre "cretino!" la prima parola che mi disse appena alzato al telefono. Evidentemente aveva saputo da Marco della mia rescissione del contratto. Il terzo fu incredibilmente un manager di un'altra squadra, italiana, di cui per rispetto non faccio il nome ma a cui risposi negativamente. Anche la terza, e la quarta, e la quinta furono di questo tipo. Ero svincolato da meno di un ora ed ero stato già cercato da tre team, incredibile. Il sesto fu un giornalista, che voleva sapere, domandarmi ed investigare sulla mia "clamorosa" decisione. "No guardi ora non.." " De Luca ma ha avuto conflitti con il suo ds..?" "No, no, non dipende da lui ma ora non..""Ma è vera la notizia che è stato trovato positivo ad un controllo interno""Come scusi?""Dunque sta confermando che lei ha fatto us..tu tu tu tu".Non gli lasciai nemmeno terminare la frase, adirante! Doping, doping, sempre doping..! Sto male, mi ritiro da una corsa.."fugge ai controlli". Dò il meglio di me stesso, vinco "é dopato". E cazzo! Suonò il citofono, essendo ormai ora di cena, era torna mia madre dal lavoro: "Apri cretino!". Credevo in un cazziatone megasuper come quelli a cui ero abituato quando tornavo a casa con un 4 in una versione, o un 3 in matematica dal liceo, invece mia madre non mi disse più nulla, e anche mio padre che comunque sapeva del fatto, non andò mai sull'argomento. Per i miei genitori posso spezzare una lancia: mi hanno sempre supportato al massimo, ma non capendo nulla di ciclismo non hanno mai interferito con le mie decisioni. Passai altri sei giorni rintanato dentro casa, facendo la spola tra divano, letto, tivù, pc. Su qualche sito già la sera dopo v'era qualche trafiletto riguardo il mio abbandono, qualcuno azzardava addirittura che questo fosse il mio ritiro dal ciclismo e sul sito della Gazza v'era un articoletto di Pastonesi che paragonava il mio caso con quello di Figueras. Ritirarmi io? Mahh.....! La prima cosa che volevo fare era prendere la mia Pinarello, uscire e sfogarmi, perchè m'ero tenuto tutto dentro e non capivo neanche io quel che avevo, avevo bisogno di respirare. Però i primi giorni non avevo il coraggio d'uscire di casa, avevo paura: paura che ci fosse qualcuno fuori casa, un giornalista dietro l'angolo, qualche tifoso accanito dietro l'angolo dopo ancora. E poi, i giorni successivi, semplicemente, non avevo più voglia. Ritirarmi? Si, c'ho pensato. "Se vuoi, ti cerco un posto di lavoro, qualcosa di temporaneo; s'avvicina Natale, da me cercano promoter, qualcuno che faccia promozioni, che venda prodotti, mi informo?"
  15. Vuoi diventare mio gregario? Mi inventerò qualche stratagemma Basta che poi prometti d'andare in palestra più spesso! Ma...chi è che sei nel db?
  16. Visto che sono all'inizio e devo fideizzare il pubblico, mi brucio anche il 2° capitolo 2° Capitolo: "Goodbye 'Step" Il mio programma prevedeva che dopo il Mondiale facessi un calendario di corse in avvicinamento al Giro di Lombardia, l'ultima gara della stagione. Il giorno del Giro di Lombardia fu invece il mio primo giorno fuori dal letto e ci andai da spettatore. Il mio chiaro intento era quello d'appostarmi nella hospitality d'arrivo, sedermi tra qualche volto noto ed ex ciclista, guadagnarmi qualche pacca sulla spalla, qualche altro "complimenti", e mangiarmi qualche tartina. Invece Patrick, (Lefevere, mio ds) mi intercettò praticamente appena arrivato, e con azione degna di un placcaggio, mi fece salire subito in ammiraglia. "Oggi la corsa la segui con me!" mi disse entusiasta mentre s'allacciava la cintura. Aahhh che divertimento. "Sei stato molto, molto, molto, molto bravo al mondiale, i miei complimenti" esordì con accento francese "Io ho allenato tanti ciclisti in vita mia, ma com....jeas du! Avant avant! Mais de manièr sens je d..." Li incominciai a non capirci più. Si perchè nel frattempo la corsa era iniziata, Patrick come invasato cominciò a comunicare via radio a Sylvain in francese e con quelle parole si troncò il nostro colloquio. Rimasi pressoché muto ad osservar fuori dal finestrino gli altri ciclisti per tutte le 6 ore della corsa. E poichè c'era Sylvain che sembrava in gran forma, ed era sempre in testa, Patrick gridava come un invasato. Più s'agitava lui, più mi sentivo un pesce fuor d'acqua io. Con tutto il rispetto per Chavanel, che era mio compagno di squadra, io tifavo più per Bitta, o Heldram. E ad essere sincero non mi sentivo un pesci fuor d'acqua da quel giorno, ma da molto prima. Non ero soddisfatto di com'era andata quella stagione, volevo correre il Giro, me l'hanno fatto saltare per prepararmi al Tour. Ok, il Tour è importante, va bene, l'ho corso, ho vinto, sono arrivato 7°, volevo fare la Vuelta, almeno per onorare la vittoria dell'anno prima, invece Patrick era stato intransigente.."Tu vai in Germania" tuonò. E il giorno dopo sui giornali spagnoli c'era scritto che io ero irriconoscente verso corsa spagnola..io! Io volevo andarci! Ecco, lì si deve esser rotto qualcosa tra me e la squadra. Non c'è mai stato un grande feeling, ma quella fu proprio la famosa goccia che..."Triomphe! Victorie!" "Che"? mi destai dal mio stato di dormiveglia.."Sylvain ha vinto!" Sylvain aveva vinto il Giro di Lombardia. Patrick scese come un pazzo furioso dall'auto e corse ad abbracciare Chavanel ancor prima che staccasse i piedi dai pedali. Mai visto così adrenalinico con me, eppure io a Parigi ero là, sul gradino più alto del podio!... a pois ma pur sempre sul gradino più alto! In quel microistante presi la decisione che mi cambio la carriera: volevo andarmene. Ma nò, non pensate che ora volessi andarmene per gelosia, no, sarebbe assurdo. C'è che io non c'entravo proprio niente con quell'ambiente, nulla. Patrick dopo aver fatto le feste a Chavanel tornava da me con l'aria di uno che voleva invitarmi al ballo. No grazie. "Patrick, io me ne vado". La più brutta del corso aveva appena rifiutato l'invito a ballare di Mister College. "Come vai? Non festeggi con noi? Sei ancora un po' debilitato?" "No signor Lefebrè, non ho detto che vado, ho detto Me Ne Vado. Rescindo, non mi va più di stare nella sua squadra, grazie dei due anni assieme, grazie per il supporto, grazie per tutto ma non ho più voglia!" Non era certo né il luogo né il momento più adatto per far quel tipo di discorsi, e il mio non era neppure degno di un film, forse avrei dovuto usare parole migliori, forse davanti ad una scrivania con incolonnate sopra un po' di carte che riassumessero risultati e clausole contrattuali sarebbe stato il luogo più opportuno. Una volta avevo un agente, e questi mi sconsigliava sempre queste azioni di istinto perchè potevo rimetterci. In effetti non ricevetti nessuna liquidazione. Patrick non tardò a sbolognarmi per andar in cerca d'altre principesse, io invece tornai a casa, molto più leggero, ma con un'indicibile tristezza nel cuore.
  17. Si esatto. Danilo De Luca, mio alter-ego su Uvis, è stato campione del Mondo a Cronometro, stagione 3 davanti a Marat Lucir e Corleone ora ritirato) altri due utenti Uvis. http://i43.tinypic.com/j7fe5h.jpg Effettivamente fu una edizione scarsina, mancarono tutti i favoriti, ma che importa, l'importante è che son stato campione del mondo, il primo a vincere qualcosa di importante peraltro Leggiti bene comunque ogni cosa di quello che ho scritto, dalla premessa in poi, altrimenti sarà facile far confusione
  18. CAPITOLO I: Ritorno a casa Di quel mondiale mi rimasero impresse tre cose. La prima: L'adrenalina che sentivo rincararsi nelle vene ogni volta che tiravo il respiro, rilanciavo l'andatura, sin da poter percepire i miei battiti cardiaci nelle tempie; La seconda: Uno yankee a petto nudo che al ventesimo chilometro m'annaffiò di birra; La Terza: Il viaggio di ritorno. Lungo, lunghissimo, infinito. Ancor più lungo dell'andata perchè all'andata avevamo fatto uno scalo da qualche parte sulla costa est, e dunque il viaggio era risultato più spezzettato, rispetto al ritorno, che fu un diretto a Malpensa. E poi all'andata c'era la tensione e l'emozione che si mischiavano dando una convulsa sensazione di piacere, e la mente era continuamente rivolta alla gara e ripercorreva ogni curva e salita di quel tracciato come in un videogame, inoltre Bettini alla sua prima volta parlava e straparlava di tattiche, aveva poi avuto modo di farci ridere parlando di Bartoli, inorgoglirsi poi parlando del Ballero, di metterci un po' di caga parlando degli avversari. Mi dicevano che tutto quel tempo durante il viaggio di ritorno potevo usarlo per rendermi conto della medaglia che avevo vinto: potevo tornare a casa accolto come un eroe. Invece la stanchezza prese il sopravvento e tornai a casa come un fantasma. Infatti ero talmente stanco che non riuscii a dormire, e quel viaggio fu agonia. A Malpensa ricordo ci fu un quadretto quantomeno pacchiano ad attendermi: mia madre che probabilmente era appena uscita da lavoro ed era ancora in divisa, mio padre che indossava la medaglia d'oro di Varese, la mia zia ottantanovenne con in testa il beretto della nazionale, e Marco, mio amico da sempre e fondatore del mio fans club, con un cartello gigante a cui aveva incollato la mia foto gigante sul gradino più basso del podio. Madò che faccia da ebete che avevo. Io però ero davvero stanco, e non riuscii a captare più di qualche "Bravo" "Complimenti" "Amore della mamma!" Marco peraltro era in vesti d'ambasciatore per dirmi che la sera ci sarebbe stata una festa in mio onore in un locale del centro. Affaticato, gli risposi con una smorfia, lui altrettanto, facendomi intendere con la sua che non potevo mancare alla "mia" festa, e avrebbe comunque retto lui quella serata con qualche discorso a mio favore. In realtà di quella serata ricordo soltanto una torta un po' troppo "pannosa" per i miei gusti che lasciai volentieri agli invitati, qualche altro "Bravo" "complimenti", un mal di testa angosciante e due occhiaie grosse come borse di Gucci che furono il mio lasciapassare per tornare a casa dopo appena qualche decina di minuti. Saluti a tutti e grazie. Mia mamma ogni tanto mi ricorda ancora che quella sera ero più bianco del bianco del Mulino Bianco. Infatti covavo l'influenza. M'ammalai, e restai a letto per quasi due settimane filate. E siccome mia madre lavorava, rimase a casa a farmi compagnia la mia prozia ottantanovenne, che, poveretta, è sorda, e quando suonava il telefono metà delle volte non lo sentiva, l'altra metà capiva roma per toma. Tutti i miei impegni post mondiali furono così annullati: circuiti di beneficienza, interviste con i giornalisti, la videochat Gazzetta, l'incontro con il Coni. E non dico che mi dispiacesse. Quando tornai a casa da Campione del Mondo feci tutto molto volentieri, ero esaltatissimo! Invece allora ero debilitato e con poca voglia di veder gente.
  19. Hollywood, 30 Settembre 2010, h. 17.30 Premiazione del mondiale a cronometro. 1° Cancellara 2° Balenghi 3° De Luca http://upload.wikimedia.org/wikipedia/comm...Swiss_Psalm.ogg (Se volete ascoltare l'inno mentre leggete, è più suggestivo) "....Gott, den Herrn, im hehren Vaterland!" Pancani: " E sulle note dell'inno svizzero vi sono applausi e commozione per Fabian Cancellara, che con il suo quarto mondiale è sempre più nella storia! Ma è una giornata storica anche per l'Italia, De Luca torna sul podio ed è primo ciclista italiano a vincere due medaglie nei mondiali a cronometro" Cassani: "Si Francesco, Danilo voleva fortemente questa medaglia. Oggi ha fatto gli ultimi chilometri a tutta, era veramente stremato. Pensate il caldo stremante, oggi c'erano 35°, l'umidità altissima, l'impossibilità per questi ciclisti di rifornirsi per non perdere secondi preziosi. Gli ultimi chilometri si vedeva che non ne aveva più, spingeva sui pedali con tutta la grinta, non riusciva più a tenere una posizione aerodinamica, ciondolava con le spal.." Pancani: "Scusa Davide ti devo interrompere perchè abbiamo Danilo ai microfoni del nostro Giampaolo Evangelista!" Jussi:"Cancellara forse era irraggiungibile ma questo argento a tre secondi lascia l'amaro in bocca?" (Ma Giampa non poteva farmi una domanda migliore? ) Io: "L'amaro in bocca per la medaglia d'oro mancata ovviamente c'è, ma oggi sicuramente prevale la gioia e la soddisfazione! Ho vissuto l'ennesima stagione travagliata, il solito infortunio primaverile non mi ha permesso di comportarmi come volevo nelle classiche del nord, al Tour piuttosto che giocare a nascondino per guadagnare una posizione (come qualcun altro n.d.r.) ho corso ogni volta che potevo all'attacco ottenendo una maglia importante come quella a pois; non ho disputato la Vuelta e ciò ha creato disappunto tra gli organizzatori che non hanno visto al via il vincitore uscente ma sappiano che è stata una scelta che non è dipesa da me. Ho poi conquistato un titolo che inseguivo da tanti anni come quello di campione Italiano, sono campione italiano a cronometro in carica, sulla maglietta porto ancora i colori dell'iride conquistato due anni fa, ma alla vigilia pareva che tutti se ne fossero dimenticati. Questa medaglia la dedico a tutti gli scettici, che s'erano un po' dimenticati di me in questo finale di stagione, e a questi dico di scommettere su di me nella prossima stagione perchè sarò ancora più combattivo e presente nelle grandi corse".
  20. Premessa Db - La gran parte delle storie che iniziano in questo periodo hanno un difetto di fondo: la scarsa realisticità. Questo perchè siamo a dicembre, nel pieno della pausa invernale e molte squadre si stanno formando, altre si devono creare, la gran parte delle maglie non è stata presentata. Dunque quello che è fatto oggi su un database probabilmente risulterebbe già vetusto fra una settimana, non prendete la realisticità come dato di valutazione, anche perchè ho aggiunto un qualcosa che la diminuisce ancora. Ho creato io un db dalla base del PCM Daily 2.1 in cui ho cercato d'aggiornare i rosters alla data odierna, aggiungendo due squadre: la Mercatone Uno e la BNP - Samsung, la Pegasus è rimasta la Fly V. Ma non solo, la novità più importante è che in questa storia appariranno moltissimi protagonisti di Una Vita in Sella, perchè è basata sulla storia del mio alter-ego: De Luca. Dunque probabilmente vedrete un tal Williams (Camenzind) lottare per il Tour, Rubens e D'Agata sgomitare nelle volate, D'Arkness dominare le classiche, è un anticipo di Stagione 6 di Uvis. Storia - Vi sanno dunque molti riferimenti alle 5 stagioni passate di Uvis, la storia stessa comincerà con un momento particolare della Stagione 5, ma non vi preoccupate perché sarà infatti una storia mooolto narrativa, specie nella prima parte (dunque per chi vuol vedere immagini su immagini sarà molto deluso almeno all'inizio ) e vi saranno comunque vari riferimenti e flash back sul mio passato. Non sarò il classico D.S. P.S. Siccome il db non l'ho ancora finito ma di storia ne ho già scritta un bel po' prenderò tempo e incominciando da domani posterò un pezzettino al giorno Buona Lettura!
  21. Se posso permettermi..visto che ho disegnato maglie da calcio per anni non ho potuto non subire il richiamo..! Peraltro è abbastanza semplice dunque mi serve per esercitarmi...
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