Il doping è considerato dal Pro-Tour giustamente la Frode per eccellenza nel ciclismo.
Sia che il corridore decida indipendemente dalla squadra di prendere il doping, sia che il corridore sia dopato dalla squadra sistematicamente, occorre comunque evitare di escludere a vita un corridore che ruba (perché quello fa).
Il dopato dà il pessimo esempio e rompe l'armonia del gruppo onesto.
La squalifica per 2 anni è giustissima e nel caso di Basso è stata davvero negativa per il suo portafoglio (era alla ricchissima Discovery, ora alla media Liquigas).
La squalifica non deve essere una persecuzione, ma una rieducazione al quieto ritorno al proprio mestiere da onesti.