Inchiesta Ferrari, tremano in 90
Di Rocco: "Ma Visconti resta"
COPENAGHEN (Danimarca), 22 settembre 2011
Il presidente federale: "Come Paolini al Mondiale 2006, non va cacciato". Fondi neri e contratti: ecco la rete del medico
È l'indagine che sta facendo tremare il mondo del ciclismo. Sono passati 14 mesi dall'incontro di Lione, 19 luglio 2010, tra le polizie di Italia, Francia, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e l'Interpol: obiettivo Lance Armstrong e il suo storico preparatore, Michele Ferrari. Le accuse-doping di Landis al texano sono state il "carburante", l'agente federale Novitzky l'ha messo nel mirino per il presunto uso di fondi pubblici della Us Postal per l'acquisto di sostanze vietate. Ma la svolta arriva dal p.m. di Padova, Benedetto Roberti, che ha avuto il coordinamento giudiziario. Ed è vicinissimo a smascherare le trame internazionali che legano il preparatore a corridori, procuratori, insospettabili professionisti.
Fondi neri — In un paio di mesi l'inchiesta si chiuderà. Intercettazioni e perquisizioni, soprattutto analisi di tabulati bancari e conti correnti. Che, come aveva già scritto la Gazzetta in aprile, hanno fatto salire di livello l'indagine: non solo doping, ma denaro, tanto denaro. I soldi, il tesoro, il fatturato del doping, 20 milioni di euro, nascosto in un dedalo di società svizzere e monegasche, con bonifici estero-su-estero che incastrano corridori, procuratori e squadre. Soldi che partono dai corridori e arrivano al preparatore Ferrari, e poi ai team, e tornano indietro. Fondi neri. Una rete che rivela complicità totale. Le ipotesi di reato non sono solo l'uso di sostanze vietate o lo smercio o il traffico. No: sono associazione a delinquere, riciclaggio, truffa, evasione fiscale. La Svizzera ha collaborato enormemente a livello bancario. Niente privacy.
Associazione — Nomi, tanti nomi. Armstrong, con tracce di pagamenti che attraversano l'Atlantico e finiscono in Svizzera; il russo Menchov, vincitore del Giro del Centenario, e il suo procuratore Scimone, come ha scritto ieri il Corriere della Sera. Scimone si è definito "estraneo ad illeciti rilevanti sotto il profilo professionale" e pronto "a denunciare la violazione del segreto istruttorio". Una trentina di persone, secondo la Procura, avrebbero messo in piedi l'associazione a delinquere. E poi i corridori, visti, ascoltati, filmati, mentre parlano con Ferrari. Una piccola parte italiani. Perché in tutto sono una novantina, pesci piccoli e grossi. Ferrari è inibito dal 2002: basta anche una tabella di allenamento, e chi lo frequenta, come Di Luca con Santuccione, può essere squalificato da 2 a 6 mesi.
Caso Visconti — Tra i coinvolti ci sono anche Michele Scarponi e il tricolore Giovanni Visconti. Entrambi indagati dalla Procura di Padova nel momento in cui Nas dei Carabinieri e Guardia di Finanza hanno perquisito le loro abitazioni. Esattamente il 14 aprile nel caso di Scarponi, il 21 aprile per Visconti: ipotesi, frequentazione di Ferrari. Sequestrati agende, contratti e cartelle cliniche. Da allora, hanno sempre corso. Il marchigiano 2° al Giro, il palermitano è qui a Copenaghen per il Mondiale: uno dei punti fermi della Nazionale. Il presidente federale, Renato Di Rocco, che ha imposto a giugno norme esemplari per vietare la maglia azzurra a chi ha subito squalifiche per doping dai 6 mesi in su (fuori Petacchi, Basso e Di Luca, per esempio), è molto chiaro su Visconti: "Non è stato rinviato a giudizio, siamo soltanto in una fase istruttoria. Non possiamo assolutamente giudicare e condannare un ragazzo, Visconti resta qui al Mondiale. E' nella stessa situazione di Luca Paolini a Salisburgo 2006 (per l'inchiesta di Bergamo, ndr): adesso, dopo 5 anni, non si sa più nulla di quell'indagine, proiettata verso l'archiviazione".
Banca a Locarno — Ma come hanno fatto gli uomini del pm Roberti a scoperchiare il pentolone? Sono partiti dai contratti di lavoro e di immagine dei corridori intercettati con Ferrari. Poi i conti correnti bancari. Quasi sempre uno lecito, l'altro svizzero. E hanno visto dove andavano a finire questi flussi di denaro e a chi erano intestati i contratti. Guarda caso, i pagamenti finivano tutti nella stessa banca di Locarno, in Svizzera, su un conto che si è rivelato essere nella disponibilità di Ferrari, coperto da alcuni prestanome.
Contratti d'immagine — Le squadre, poi, non sono immuni da questo sistema. Con il trucco dei diritti di immagine, estero-su-estero, si creano facilmente fondi neri e si truffa il fisco. Tutto grazie a una società di Montecarlo alla quale, guarda ancora un po', fanno capo tutti i contratti di immagine dei corridori del gruppo-Ferrari. A questa "scatola" il corridore cede la sua immagine e incassa dei soldi; la società poi cede il contratto di immagine dell'atleta alla squadra, per una somma molto maggiore, prende i soldi, ma una parte di questi tornano all'atleta (per gran parte) e al team. Risultato: la Procura di Padova ha chiesto all'Uci, la Federciclo mondiale, di avere i contratti di immagine degli ultimi 5 anni stipulati dai migliori 18 team mondiali. Vuole vederci chiaro. Non tremano solo i corridori.
dal nostro inviato Luca Gialanella
ecco cancellara