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[PCM2007] Sull'altro versante delle Alpi...


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285\2056

Telecronista 1: Stanno per iniziare il Mortirolo su cui si deciderà questo Giro d'Italia, Guido Simoni, lo ricordiamo è a 1'34" dall'americano Robert Trempton, non sarà facile recuperarli

Telecronista 2: Già, Trempton è a un passo dal diventare l'ottavo ciclista nella storia a conquistare i tre grandi giri in carriera, dopo aver vinto 2 tour e 2 vuelte sta per vincere anche il Giro

T1: Inizia ora la salita, a fare il ritmo il miglior gregario della maglia rosa, Yuriy Kozvonencko, il gruppo conta ancora una trentina di unità

T2: ATTENZIONE!!! SCATTA.... è Josè Perez Martinez, il venezuelano vuole recuperare qualche posizione in classifica

T1: Mah, è 9° non penso punti alla generale quanto alla tappa. Dietro la maglia rosa non risponde

T2: Martinez ha 17' in classifica, non fa paura, Trempton può lasciarlo andare ... anche se forse si tiene un pò troppo dietro... GUIDO SIMONI LO VEDE E PARTE ANCHE LUI ALL'ATTACCO

T1: In salita va forte come il suo nonno, dietro il gruppo si è sgretolato, subito dietro di lui restano Curtaro, Maglarini e Kjaztanovjc, a circa 8"

9km dopo...

T1: Ecco il cartello 1km al GPM, Perez Martinez e Simoni sono in testa con 36" su Kjaztanovjc e Maglarini, la maglia rosa è a 1'29"

T2: Ormai Guido Simoni è in maglia rosa virtuale contando l'abbuono... Trempton è in grosse difficoltà, sale a ruota di Kozvonencko e perde circa 15" a km

T1: Ecco che i due scollinano passa in testa il venezuelano, sta arrivando anche lo sloveno Kjaztanovjc che così blinda definitivamente con questo terzo posto la maglia verde....

T2: Vediamo il distacco di Trempton

T1: Sarà su 1'30".... 1'42 esatti, l'americano dovrà rischiare tutto in discesa

10 km di discesa dopo...

T1: Sono ai -350, Simoni è in testa, sta tirando a tutta, della tappa gli importa poco... infatti ecco che Perez Martinez lo salta facilmente e va a conquistare il suo 6° successo di tappa in carriera al Giro

T2: Ma adesso dobbiamo vedere il distacco di Trempton, aveva 1'31" all'ultimo rilevamento, deve recuperare altri 9" per salvare la maglia... intanto ecco che arriva Kjaztanovjc che regola in volata Maglarini, Curtaro, Cessenti e Tarbonne a 43"

T1: Ecco Trempton ai -200... non ce la fa, non ce la fa... ecco 1'22", ormai è certo: Guido Simoni conquista il Giro 2056

T2: 1'33" il suo distacco, è a 11" da Simoni, ma manca solo la passerella finale, non c'è spazio per recuperare, il sogno di Trempton di entrare definitivamente nella storia del ciclismo è rimandato, anche se a 34 anni non avrà ancora molte possibilità....

Mario si alza dalla poltrona e spegne la TV: Grande tappa oggi, grande idea venire da te a vederla, non credevo che Simoni ce la facesse a rimontare, 1'34" non erano pochi

Michele: Invece non era così strano, gli aveva già dato 55" nella cronoscalata del Bondone, salita molto più adatta a Trempton, si vedeva che l'americano era in calo e oggi saltava

Mario: Sì, ma la cronoscalata è una prova sempre strana, non ci si aspettava Trempton così in difficoltà

Michele: Per avere 19 anni me ne intendo, mio nonno mi ha spiegato molte cose di ciclismo, anche come capire quando un corridore è in difficoltà, e sul Bondone si vedeva che era svuotato

Giulio: Tuo nonno ci avevi detto una volta che aveva a che fare con il ciclismo...

Michele: Sì, era un ottimo direttore sportivo, ha vinto un sacco di corse

Giulio: Dai, ti avrà raccontato qualcosa delle sue avventure in ammiraglia...

Michele: Qualcosa? Mi sono fatto raccontare ogni sua corsa per filo e per segno, le so praticamente a memoria...

Giulio: E allora narraci le sue imprese...

Ivan: Narraci... fa l'intellettuale...

Michele: Non litigate, ora vi racconto tutta la sua storia, che come tutte le grandi avventure inizia in modo casuale e imprevisto, aspettate un attimo che vado in bagno e poi comincio...

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Michele: Bene sono tornato, siete pronti a seguire la storia di mio nonno?

Ivan: Certo, forza, parti!

Michele: Come vi avevo detto inizia in modo un pò particolare e inaspettato, in una assolata giornata d'agosto, 37° all'ombra, lui come tutti gli anni era andato a seguire il Giro del Lazio, per lui era una giornata speciale, il grande ciclismo arrivava dalle sue parti due volte l'anno, l'altra era la Tirreno. Quell'anno arrivava a due passi da casa sua, ad Albano, ma prima di andare al traguardo voleva vedere la corsa qualche chilometro dopo la partenza. E stava lì su una strada provinciale, appoggiato alla sua vecchia opel astra station, che da 6 anni, da quando era maggiorenne, lo accompagnava, unico sotto il caldo tremendo ad aspettare la corsa. E la corsa arrivò, prima i due fuggitivi, D'Aniello e Matveyev, poi 30" dopo il gruppone, quindi le ammiraglie. E proprio da un'ammiraglia sentì provenire delle imprecazioni incomprensibili. Era l'ammiraglia dell'Adria Mobil, una squadra slovena, che era rimasta in panne. Si avvicinò per vedere se servisse aiuto, lui non se ne intendeva per niente di riparazione di auto, era un supplente di scuola media, ma magari poteva essere utile. La macchina non era riparabile in tempo per la corsa, il DS era incazzatissimo, quando mio nonno gli disse: <Io ho una station wagon, è un pò malandata, ma va ancora bene, se volete caricate subito tutto e la improvvisiamo ammiraglia> <Non so se sia regolare> rispose il DS, Milan Erzen <Ma va bene, non abbiamo scelta, altrimenti dobbiamo ritirarci>. E così caricarono tutto sulla sua macchina e ripartirono. <Non conosco bene il percorso, tu che sei della zona puoi dirmi un pò come sono gli ultimi 30km?> disse Erzen, <Mah, la salita della Via dei Laghi è tosta, ma andarsene in solitaria con ancora oltre 20km è impossibile, sarebbe bene avere un'uomo in fuga per aiutare il capitano dopo lo scollinamento. Poi discesa, 10km in falsopiano, su cui è difficile andarsene, e per finire 5km in discesa leggera, in cui tentare da finisseur> gli rispose. Così partì all'inseguimento dei battistrada Spilak, con Murro, Vanotti e D'Amore. E sulla via dei laghi si mise a forzare in testa al gruppetto, cedettero prima D'Amore e Matveyev, poi D'aniello e Murro, infine anche Vanotti. Dietro intanto il capitano dell'Adria, Nose partì a tutta, lo seguirono Pellizotti, Sella e Serrano, Sella poi rilanciò e allo scollinamento riprese Spilak. Spilak non collaborava, avendo il capitano subito dietro e così Sella venne ripreso daglia altri 3. Nei 10km seguenti scattarono tutti, ma nessuno fece il vuoto, quando iniziò la discesa finale allora mio nonno disse: <E' il momento per un'attacco, del più passista dei due> <Simon? Ma è in fuga da 180km! E' follia!> <No, è tutta discesa, se dietro si guardano può andare al traguardo> <Mah, tentar non nuoce...> E così Spilak attaccò in discesa. Pellizotti prima e Sella poi provarono a chiudere, ma Nose si mosse sempre benissimo a rompere i cambi e quindi Spilak guadagno 10" che non riuscirono più a riprendergli. E arrivò a braccia alzate ad Albano, dietro Nose fu 4°, non sprintò neanche, era troppa la gioia per la vittoria del compagno, un piccolo team sloveno che metteva nel sacco le grandi squadre italiane, non sembrava vero. Erzen, raggiante per il successo chiamo mio nonno e gli disse <Vedo che di tattica ciclistica ci capisci, per il prossimo anno avevo in programma di lasciare l'ammiraglia per dedicarmi ad incarichi dirigenziali, saresti disposto a guidare tu l'Adria Mobil sulla strada?> Lui rimase un attimo interdetto, era il suo sogno che stava diventando realtà, poi rispose <Sicuramente!!! Non ho grande esperienza, ma ci metterò tutto il mio impegno!>

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Michele: Dopo aver accettato l'fferta di Milan Elzen, seguì le ultima corse della stagione dell'Adria Mobil come vice ds, per fare un po di esperienza, per poi prepararsi a guidare lui la squadra l'anno successivo. E alla fine il 1 gennaio 2007 venne nominato direttore sportivo. Per prima cosa decise di stilare una tabella della forza di tutti i ciclisti della sua squadra

Mario: Ce l'hai ancora da qualche parte?

Michele: Sì, mio nonno salvava tutto sul computer, e ancora abbiamo gran parte dei file, aspettate che la cerco....ecco:

2005062389522777241_rs.jpg

Ivan: dai, parlaci di questi ciclisti

Michele: Ok. nose.jpg

Questo era Tomasz Nose, il capitano della squadra, scalatore purissimo, era oltre 1,80m ma pesava solo 60kg

Ivan: Azz...

Michele: ovviamente a cronometro non andava affatto, allo sprint era fermissimo, ma in salita era sempre un brutto cliente per tutti. Ecco invece Simon Spilak

spilak.jpg

corridore molto più completo, una sorte di passista veloce, non un campione (l'Adria era una squadra di terza fascia) ma un gran combattente che se imbroccava la giornata buona sapeva fare anche della belle imprese

ecco Zrimsek e Kump

zrimsek.jpgkump.jpg

Giulio: ammazza quanto era brutto il secondo!!

Michele: Erano i velocisti della squadra, Zrimsek anche buon passista, a volte si buttava anche all'attacco cercando di portar via un gruppetto da regolare allo sprint, Kump invece aspettava praticamente sempre lo sprint finale, essendo un velocista puro

e infine Svab e Kiserlovski

svab.jpgkiserlovski.jpg

bravi scalatori, Svab era buono anche per i percorsi collinari, Kiserlovski invece era il vice di Nose.

Gli altri non erano corridori molto significativi, discreti gragari, da buttare a volte in qualche fuga

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Ehm Lopi, sai quanto mi piacciono le tue carriere no? Quindi non ti offendi se ti dico che c'è un errore nel titolo? :D

Ooops :D :D perchè non rileggo mai quello che scrivo???? :lol: :lol: Stavolta lo avevo scritto su Word e avevo usato il controllo ortografico, ma "della" esiste, anche se qui è sbagliato.

Chiedo ai moderatori di mettere tutto a posto.

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Michele: Subito il suo primo pensiero fu di cercare qualche buon ciclista per rinforzare la squadra, per poter lottare in tutte le corse del continental tour ci voleva qualche innesto

Mario: Che è il continental tour?

Michele: La "serie B" del ciclismo di quei tempi, comunque, il suo primo pensiero andò al velocista ucraino Metlushenko, scaricato dalla sua squadra l'anno prima, ma dopo averlo contattato si sentì rispondere picche. Bestemmiando e augurando all'ucraino di non trovare mai più una squadra che lo ingaggiasse, si mise a riflettere su cosa serviva alla sua squadra. Un cronoman. Ma era ormai gennaio, non era facile trovare corridori ancora senza contratto decenti, erano comunque ancora a piedi due buoni passisti Antonio Tauler e Slawomir Kohut, il primo era spagnolo e in slovenia non ci sarebbe mai venuto, allora contatto il secondo, polacco, buono per le brevi corse a tappe. Gli rispose che accettava, e gli chiese però di prendere anche suo fratello Szewerin

Mario: E tuo nonno che fece?

Michele: Ovviamente ingaggiò entrambi, Szewerin era un buon corridore da media montagna, poteva sempre servire. Elzer gli aveva dato carta bianca per altri due acquisti. Subito contattò Danculovic, vallonaro croato lasciato a piedi dagli eterni rivali della Perutnina Ptuj. Accettò subito, per vendicarsi della sua vecchia squadra. Infine chiamò il passista greco Vasilis Anastopoulos.

Mario: Anastopoulos?? Il precursore del ciclismo greco?

Michele: Proprio lui! Il primo greco ad arrivare nel ciclismo professionistico, dopo di lui la Grecia ha avuto tanti campioni, ma pur essendo stato un corridore di basso livello è ancora ricordato.

Ivan: Già, è stato anche CT della nazionale, ha vinto un mondiale con Vasklaridis, tipo nel 2029 a Teheran

Michele: Con questi innesti l'Adria Mobil era pronta a lanciarsi sulle strade in cerca di gloria. Ah, ecco la tabella aggiornata con i nuovi acquisti

2006348685521977137_rs.jpg

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Lopi ma dei ciclisti professionisti no? :wink:

C'è più gusto con una squadra di secondo piano, non voglio fare la classica storia in cui ci sono squadre continental con Bettini, Cunego e Hushovd che vincono 125 corse all'anno. Qui ogni 5° posto sarà un gran risultato.

Comunque con Nose, Kump e i fratelli Kohut qualcosa dovrei combinarlo.

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C'è più gusto con una squadra di secondo piano, non voglio fare la classica storia in cui ci sono squadre continental con Bettini, Cunego e Hushovd che vincono 125 corse all'anno. Qui ogni 5° posto sarà un gran risultato.

Comunque con Nose, Kump e i fratelli Kohut qualcosa dovrei combinarlo.

Mi sembra ci sia un riferimento ben preciso :wink:

Cmq vai così! :banghead:

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Ti riferisci a me? Ma io non ho nessun corridore che superi l'80 in nessuana caratteristica e possiedo anche discrete brenne...

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Ti riferisci a me? Ma io non ho nessun corridore che superi l'80 in nessuana caratteristica e possiedo anche discrete brenne...

No Gensi, tanto sei così scarso che anche se ricrei Merckx nel Continental riesci a malapena ad entrare nei 10 al Down Under :wink:

Cmq, chiudiamo la polemica :banghead:

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No Gensi, tanto sei così scarso che anche se ricrei Merckx nel Continental riesci a malapena ad entrare nei 10 al Down Under :banghead:

Cmq, chiudiamo la polemica :banghead:

Ma se nella mia carriera sono la squadra che ha vinto di più. :wink:

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Su, era una battuta, non voglio criticare nessuno, tanti hanno creato squadre molto forti, io ho preferito prendere una squadra scarsa, la bellezza di una carriera non sta nel livello della squadra ma nell'abilità del narratore.

Gensi, tranquillo la tua storia è la mia preferita, troppo divertente il personaggio di Contador :thumbup::thumbup:

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Su, era una battuta, non voglio criticare nessuno, tanti hanno creato squadre molto forti, io ho preferito prendere una squadra scarsa, la bellezza di una carriera non sta nel livello della squadra ma nell'abilità del narratore.

Gensi, tranquillo la tua storia è la mia preferita, troppo divertente il personaggio di Contador :thumbup::thumbup:

Lopi tranquillo capita la battuta eheheheh

solo osservavo come squadre continental con megacampioni io non ne veda... tutto qui...

(intendo squadre con 2 o 3 leader nati non gente da corse minori...)

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Michele: e così, fra mercato e ritiro, che svolsero da queste parti, a Terracina l'Adria Mobil era pronta per l'esordio al Giro di Malesia, partirono per il sud est asiatico Nose, per provare a far classifica, Kiserlovski per aiutarlo, Kump e Zrimsek per le volate, Spilak per tentare qualche fuga da lontano, e poi Anastopoulos, Cujnik e Jarc, discreti gregari.

La notte prima della prima tappa mio nonno non riuscì a dormire, era giunto ormai il momento di esordire come DS, stava per realizzare il suo sogno, e non voleva fare una figura da caciottaro, non c'era grande pressione sul'Adria Mobil, se anche Kump e Zrimsek non vincevano la volata non era un dramma, ma lui era ansioso di dimostrare che meritava di essere il DS di una formazione professionistica.

Ordinò subito ai suoi passisti di provare a d entrare nella fuga, e così scattò Simon Spilak, l'uomo più in forma della squadra

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Simon era carico come non mai, sprintò su tutti i traguardi volanti andando a vincerli sul russo Ignatiev

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Dopo aver tentato anche un'assolo personale Simon dovette però arrendersi al ritorno del gruppo. Il più in palla dei due sprinter era Zrimsek che scelse la ruota di Vierhouten

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Ma con una volata imperiosa fu Elmiger a imporsi su Dean

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Jure arrivò 11°. Un risultato discreto, in linea con il valore del corridore

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Due dei favoriti per la vittoria finale, Perez Cuapio e Petrov rimasero tagliati fuori da un ventaglio e presero distacchi notevoli, buon per Tomas, che puntava ad un posto nei primi 10.

Dopo la tappa nell'Adria Mobil c'era soddisfazione, Simon si era fatto vedere con coraggio, ma si sa nelle prime tappe le fughe difficilmente arrivano al traguardo, Jure aveva provato la volata, ma c'erano velocisti nettamente più forti, era difficile sperare di più. Mio nonno si complimentò con loro, il giorno dopo avrebbero ancora dato battaglia.

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Michele: Seconda tappa, piatta ancora come un biliardo, ancora probabile volata, ma Simon nonostante la fuga del giorno prima era ancora carico, acattò subito, lo seguirono dei corridori poco collaborativi, e allora ripartì in solitaria

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Ovviamente era un'attacco suicida, e infatti a 40km dall'arrivo venne ripreso, in contropiede partì Bondariew, ottimo passista ucraino seguito da Zrimsek

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Ivan: Ma Zrimsek non era il velocista? E lo ha mandato all'attacco a 40km dall'arrivo?

Michele: C'era anche Kump che si teneva pronto per la volata, e poi allo sprint era al massimo un buon piazzamento, così invece Jure poteva anche vincere.

Comunque il tentativo non sortì alcun effetto, il gruppo si ricompattò. Non avendo grande esperienza consigliò a Kump semplicemente di seguire Elmiger, aveva vinto il giorno prima, era quindi una buona ruota. Kump si accodò così allo svizzero e al treno dei Tinkoff, aiutato da Anastopoulos, Cujnik e Jark, i passisti della squadra

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Hondo partì lungo, e Sebastien Chavanel provò a rimontarlo, Marco era sempre lì subito dietro, pronto a scattare dalla ruota di Elmiger

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Quando o fece saltò sia lui che Hondo, ma Chavanel era troppo forte, vinse su Schuler ma Marco Kump ottenne un'ottimo terzo posto, mio nonno racconta che iniziò ad urlare di gioia così tanto che quelli della Panaria, che stavano nell'ammiraglia subito dietro si avvicinarono per sincerarsi che stesse bene.

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Era un bel risultato, soprattutto per Marco, che a soli 18 anni era già lì a lottare con sprinter ben più esperti e affermati, ma anche per lui che stava dimostrando che la fiducia che Erzen aveva riposto su di lui, che non aveva alcuna esperienza di direzione di una squadra ciclistica era meritata

Mario: Ma questo Kump sarebbe diventato poi un grande velocista?

Michele: Non posso anticiparvi tutto, avrebbe comunque fatto delle belle volate.

Ecco la classifica generale

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