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diverse squadre cambieranno maglia in occasione del Tour, eccole:

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La Banesto-Santander approfitta del fatto di correre in Francia per promuovere una controllata locale, e diventa così Banesto-Crédit Maritime con relativo cambio di livrea; la Bora-Hansgrohe, il Team RockStar Energy Drink la Milka-BMC optano per una versione con più bianco per ovviare alle alte temperature. Per non confondersi con la maglia di leader, abbandonano momentaneamente il giallo Sunweb-Giant e Bic-Harmonie Mutuelle, e quest'ultima ne approfitta per rispolverare la storica maglia bianco-arancio vestita negli anni '70 da Luis Ocaña. Infine, tre squadre che cambiano design in maniera definitiva e non solo per la Grande Boucle: la Fortuneo-Vital Concept che diventa Fortuneo-Oscaro per il cambio del secondo patrocinatore, la Cannondale-Oakley che recupera il classico design a losanghe, e la Tinkoff-Velux che opta per un giallo più acido e una maglia più pulita.

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Ho dato un'occhiata al tour, la prima settimana sembra un po' noiosa dove le differenze cronometriche saranno fatte da due tappe non in salita praticamente. Certo che le strade sterrate potrebbero far male fin dall'inizio (anche se qualcuno dovrebbe avvisare pcm che effettivamente non sono solo strade normali con la texture della terra :schum:)

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Ed eccoci all'ufficializzazione dei 198 partenti e alla presentazione dei principali favoriti:

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Riuscirà Simon Spilak a conquistare il suo terzo Tour de France consecutivo (nella foto sopra il suo primo trionfo, datato 2017, in maglia Tugas)? Lo sloveno della Milka-BMC in questo 2019 è stato molto costante, ma poco vincente: un solo squillo, nella cronometro d'apertura della Parigi-Nizza, e tanti piazzamenti. Nelle gare a tappe sono arrivati un 11º posto alla Vuelta al País Vasco, un quinto posto al Romandia e due secondi posti: proprio alla corsa verso il sole e, più recentemente, al Giro del Delfinato. Nelle corse di un giorno, Spilak è stato decimo alla Freccia Vallone e solo 23º alla Liegi-Bastogne-Liegi. Si presenta in Francia con i gradi di capitano di una Milka molto bene attrezzata, pronta a supportarlo con passisti del calibro di Mohoric e Kung e, in salita, con il campione europeo Vuillermoz, il belga Hermans, l'austriaco Preidler e Miguel Ángel López. Proprio il giovane colombiano, reduce dal nono posto e dalla maglia bianca conquistati al Giro d'Italia, dovrebbe essere la pedina fondamentale, nonché l'uomo chiamato a rilevare i gradi di capitano in caso di difficoltà del leader designato.

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Un po' lo stesso scenario che potrebbe verificarsi in casa dell'ultimo a vincere il Tour prima di Spilak: alla Dimension Data, infatti, la leadership di Chris Froome (nella foto sopra impegnato nella cronoscalata al Col d'Èze, alla Parigi-Nizza) è più che mai in bilico dopo l'orribile Giro d'Italia disputato in completo anonimato e chiuso appena al 42º posto. Il due volte vincitore del Tour arriva comunque alla sua corsa preferita forte del successo nel campionato nazionale a cronometro, supportato dagli ottimi Kwiatkowski e Meintjes visti all'opera al Giro di Svizzera che hanno chiuso rispettivamente in quarta e quinta posizione.

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Il grande favorito al successo, più di Spilak e Froome, è però Nairo Quintana  (nella foto sopra impegnato sulla salita di Malga Scanuppia, ultima tappa del Giro del Trentino da lui vinto). A 29 anni e dopo un'incredibile serie di piazzamenti (tre volte secondo al Tour: nel 2013, 2017 e 2018; una volta secondo, una terzo e un'altra quarto al Giro tra il 2015 e il 2018; secondo alla Vuelta nel 2017), sembra davvero tutto pronto per la prima vittoria in un grande giro dello scalatore andino. Una squadra fortissima a sua disposizione, la OmegaPharma-Q8, che gli affianca il connazionale Bohorquez ed il veterano Kreuziger per le montagne, ma anche altri uomini di grande versatilità come Bakelants, Alaphilippe, Vakoc e Restrepo, senza dimenticare quei due fenomeni delle classiche che rispondono ai nomi di Van Avermaet e Degenkolb; e poi un percorso con tanta salita e una sola cronometro individuale, sia pure di 40 km, ma vallonata e posizionata alla fine delle tre settimane.

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Chi certamente avrebbe gradito più chilometri a cronometro è Tom Dumoulin, il leader della Sunweb-Giant che fin qui non ha ottenuto grandi risultati in carriera nelle gare a tappe (il 12º posto alla Grande Boucle dell'anno scorso è fin qui il suo piazzamento migliore) ma per la prima volta quest'anno punterà veramente alla classifica generale e, intanto, ha già conquistato cinque successi stagionali, tutti di peso: la Freccia Vallone (foto sopra), una tappa e la classifica del Giro di Svizzera, una tappa pure alla Tirreno-Adriatico conclusa in terza posizione e il titolo nazionale a cronometro.

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L'altro uomo del momento è senza dubbio Pierre Roger Latour, vincitore del Giro del Delfinato e secondo proprio al Giro di Svizzera (nella foto sopra il suo successo ad Alp Rionda). Il 25enne corridore dell'Alvernia ha però già nelle gambe un Giro d'Italia portato a termine in 19ª posizione, e così con ogni probabilità il leader della Ag2r La Mondiale-Astana sarà quel Romain Bardet atteso finalmente al salto di qualità dopo una lunga serie di piazzamenti a ridosso delle top ten dei grandi giri e due sole edizioni della Vuelta chiuse nei primi dieci, nel 2014 e 2016. Il più solido dei corridori di casa sembra così essere Thibaut Pinot che, pur essendo a sua volta reduce da un Giro d'Italia incolore, ha dichiarato di aver preso parte alla corsa rosa solo come semplice allenamento e si schiera al via della Grande Boucle deciso a migliorare i quarti posti già centrati nel 2013, 2017 e 2018. Con lui, in casa PMU.fr, da tenere d'occhio anche Warren Barguil. Il gioco delle coppie prosegue alla Sky-BikeExchange, con la dupla colombiana composta dal più blasonato ma fin qui abulico Carlos Alberto Betancur, e da quell'Esteban Chaves che dopo una carriera costellata da un'infinità di infortuni sembra finalmente pronto a giocarsi le sue carte, stimolato dall'ottima terza settimana con cui al Tour dell'anno scorso riuscì a risalire fino al 10º posto.

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Due sono anche le punte in casa Tugas-Pingo Doce: ma se Rui Costa è reduce da un estenuante Giro d'Italia concluso al secondo posto dopo lo sfiancante duello con Rafal Majka (a proposito, pure il polacco e Vincenzo Nibali si schierano alla partenza di questa Boucle, ma a loro volta senza particolari velleità di classifica), la vera speranza del team portoghese viene dal prodotto della cantera Leonardo Iznata (nella foto sopra all'attacco sul Monte Cabalar, alla recente Vuelta a Galicia). Sebbene spagnolo, Iznata è un corridore simbolo dei Tugas, con i quali corre fin dal 2013 quando, appena 19enne, faceva parte del primissimo roster di quella che allora era una piccola formazione Continental. La sua crescita negli anni è stata esponenziale, a cominciare da un'incredibile vittoria di tappa, 18º posto finale e maglia di re degli scalatori conquistati alla primissima grande gara a tappe disputata, la Vuelta a España del 2014, ad appena 20 anni. Inzata è stato poi 24º l'anno successivo, in un'edizione della Vuelta corsa in funzione di Rui Costa che fu terzo, nel 2016 19º al Giro e 8º al Giro di Spagna, il primo corso con i gradi di capitano e subito concluso in top ten. Quindi, nel 2017, il terzo posto nel podio del Giro monopolizzato dai Tugas - con Rui Costa davanti a Spilak - e la quarta posizione alla Vuelta, ancora una volta scortando Rui Costa nell'anno magico della doppietta centrata dal campione portoghese. Lo scorso anno, poi, il definitivo salto di qualità rappresentato dal secondo posto al Giro, dove è stato l'ultimo a contendere la maglia rosa a Nibali, e dal successo sul Mont Ventoux al suo primo Tour de France, poi chiuso al 21º posto. Impressionante anche la quantità di maglie bianche di miglior giovane vinte: ben tre di fila al Giro d'Italia (2016, 2017 e 2018), una alla Vuelta a España (2016) e una al Tour de France (2018), per quella che a suo modo può definirsi come una "tripla corona baby". Quest'anno, con tanta salita e poca crono dalla sua, il sogno di salire anche sul podio della Grande Boucle.

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1ª tappa Tour de France - L'Aber Wrach > Lannilis (Tro-Bro León Special)

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Un saluto a tutti e benvenuti alla cronaca diretta della prima tappa del Tour de France 2019 che ha preso il via, sotto una pioggia battente, dalla Bretagna. Questa prima frazione da L'Aber Wrach a Lannilis è particolarmente insidiosa perché ricalca il percorso della Tro-Bro Léon, una sorta di piccola Roubaix in salsa bretone che si articola tra strade acciottolate e sterrati. Tant'è vero che quando siamo ormai entrati negli ultimi 10 km possiamo già dirvi che il gruppo si è frazionato e che, tra i ritardatari, ci sono anche molti big: il recente vincitore del Giro d'Italia Rafal Majka e altri reduci della corsa rosa quali Vincenzo Nibali e Sergio Henao, il capitano della Saxo-Danfoss Jakob Fuglsang, due possibili mezze punte della Sky-BikeExchange come Geraint Thomas e Richie Porte, l'uomo di classifica della Cannondale Rigoberto Urán, il campione europeo Alexis Vuillermoz e praticamente tutti i velocisti più forti, compresi Sagan, Kittel e gli ultimi due vincitori della Sanremo, Hamalainen e Ciolek.

Ma veniamo alla cronaca delle fasi salienti perché a 4,5 km dall'arrivo - ripresi i quattro attaccanti e cioè il giovane talento americano Adrien Costa, Malori, Juul Jensen e Durbridge - attacca Rui Costa (Tugas-Pingo Doce) approfittando di un attimo di rallentamento in testa al gruppo:

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Immediatamente, sulle tracce del portoghese si portano anche Romain Bardet (Ag2r La Mondiale-Astana) ed Esteban Chaves (Sky-BikeExchange): due corridori leggeri che no ci si aspetterebbe di vedere davanti su questo tipo di percorso, ma comunque altri due corridori di classifica che danno vita, quindi, ad una situazione decisamente interessante.

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Il gruppo però reagisce e chiude. Attenzione, però, perché all'ultimo chilometro parte Dadley Telford (Cannondale-Oakley)!

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Ed è l'azione giusta: Dadley Telford (Cannondale-Oakley) vince a Lannilis!
Primo successo in un grande giro per il giovane corridore americano che ha messo a frutto le sue doti di grande passista

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A 25" l'arrivo del gruppo, messo in fila da Jérémy Ouvrard e Arthur Vichot, entrambi della PMU.fr. 

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Ed ecco l'ordine d'arrivo che, in assenza di abbuoni, coincide alla prima classifica generale:

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Spiccano dunque i piazzamenti nei dieci dei vari Bardet, Quintana, Chaves e Rui Costa, ma nei primi trenta abbiamo anche Betancur, Mollema, Pinot e, appena fuori, il bicampione in carica Simon Spilak, 31º. In complesso sono una novantina gli uomini che fanno parte del primo gruppo, e tra questi non ci sono alcuni corridori di peso in chiave classifica: il vincitore del Giro, Rafal Majka, arriva a 2'26" in un gruppetto composto in gran parte da corridori della Saeco, fermatisi per scortare il loro leader Masnada. A 3'28" un gruppo molto folto comprendente molti dei velocisti più attesi - da Kittel a Ciolek, da Hamalainen a Ewan e Démare - ma soprattutto gente come Nibali, Thomas, Porte, Fuglsang, Vuillermoz ed Henao che, quindi, devono subito abbandonare ogni velleità di classifica. 6'48", addirittura, il passivo di altri due mancati protagonisti odierni: Bouhanni e Gaviria.

Modificato da smec-easyjet
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Presentazione dei protagonisti sublime, come piace a me! Ci sono proprio tutti i big della tua carriera e vedo anche un grande equilibrio, sono molto curioso e tra i miei osservati speciali c'è Latour, peccato solo che gli italiani la bandiera sia ancora mantenuta alta dall'ottugenario (ottogenario? ottigenario?) Nibali. Contento anche per l'affermazione di Telford finalmente con una vera vittoria di peso e che dire...mi piace tutto, spettacolare anche il lavoro sulla classifica di tappa :D

Ah si una cosa,, i papabili per la maglia bianca? Sempre Miguel Angel Lopez in testa?

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28 minutes ago, Stylus said:

Presentazione dei protagonisti sublime, come piace a me! Ci sono proprio tutti i big della tua carriera e vedo anche un grande equilibrio, sono molto curioso e tra i miei osservati speciali c'è Latour, peccato solo che gli italiani la bandiera sia ancora mantenuta alta dall'ottugenario (ottogenario? ottigenario?) Nibali. Contento anche per l'affermazione di Telford finalmente con una vera vittoria di peso e che dire...mi piace tutto, spettacolare anche il lavoro sulla classifica di tappa :D

Ah si una cosa,, i papabili per la maglia bianca? Sempre Miguel Angel Lopez in testa?

obrigado!

beh sì Latour incuriosiva molto anche me, ma il fatto che (quasi inosservato) abbia corso anche il Giro - e poi sia Delfinato che Svizzera - temo lo limiterà molto nella seconda parte di Tour. Aru dopo la vittoria alla Vuelta dell'anno scorso ha fatto un Giro anonimo e qui nemmeno c'è, quindi in effetti zero speranze per l'Italia a meno che Cattaneo, contro ogni pronostico, non scali le gerarchie in casa Ag2r facendo le scarpe a Bardet e allo stesso Latour.

Per la classifica dei giovani direi che dovrebbe essere un testa a testa tra López e il nostro Iznata che, sebbene alla settima stagione da pro', è ancora under 25 (ultimo anno, cmq). Altro nome buono Adrien Costa (vincitore del Tour of Ireland) che alla Rockstar Energy potrebbe fare la sua corsa, e volendo anche l'altro Tugas, Ruben Guerreiro. Sarebbero stati interessanti anche il cinese Guo e lo statunitense Butts, ma hanno già perso minuti. Quindi direi che non si scappa dai nomi sopra.

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14 minutes ago, Stylus said:

Vedo ora le classifiche.

Non so se per te è più comodo (nel caso sia così allora va bene così) ma per visualizzarle da mobile mi è più comoda la versione scritta di quella immagine (anche se con l'intestazione carina del tdf)!

eh la versione solo testuale non mi tiene la formattazione... :(

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Subito la seconda tappa!

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ORDINE D'ARRIVO E CLASSIFICA GENERALE COMPLETI

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Subito colpi di scena importanti, dunque: noi intanto ci prendiamo la prima maglia a pois con Gaspar Gonçalves, in fuga tutto il giorno insieme a Le Bon e Juul Jensen, e Rui Costa dopo due giorni nella top 15 di tappa sale al secondo posto in classifica, dove ancora sono quasi tutti alla pari e quindi conta la somma dei piazzamenti. Domani, poi, c'è l'arrivo sul Mur de Bretagne che è adattissimo a Rui, e se Telford saltasse, hai visto mai che... sarebbe l'unica maglia di leader in un GT che ancora non ha mai vestito :65:

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16 minutes ago, Stylus said:

Ecco, già ci sono le premesse per un Tour 1999 style! Ma Van Garderen? solo nelle mie carriere diventava un cannibale che neanche Froome? :lol:

boooh! può darsi che gli abbia abbassato i valori ANNI fa, e parlo di anni veri, dato che la story va avanti da 4 anni (che anzi, compie proprio in questi giorni: l'avevo aperta pochi giorni PRIMA che Rui Costa vincesse il mondiale a Firenze :105:) - ad ogni modo corre alla Beijing e si dividerà i gradi di capitano con Kruijswijk

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3ª tappa Tour de France - Missillac > Mûr de Bretagne

Buongiorno a tutti e ben ritrovati dalla Bretagna per la terza tappa del Tour de France 2019, la prima nella quale vedremo i pretendenti al successo finale mettere il naso fuori dal gruppo. Si arriva infatti sul Mûr de Bretagne - laddove nell'unico precedente alla Grande Boucle, nel 2011, si impose Philippe Gilbert - dove però si transiterà altre due volte prima del rush finale. E con le immagini siamo proprio all'inizio della prima scalata del Muro: in testa alla corsa, da solo, c'è il campione belga Tim Wellens unico superstite di una fuga che comprendeva anche lo spagnolo Sanjuán, l'olandese Lindeman ed il portoghese dei Tugas Casqueiro. Al suo inseguimento, però, ecco partire i quattro uomini che vedete inquadrati, e cioè Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), Alexey Lutsenko (Ag2r La Mondiale-Astana), Fabrizio Amoruso (Bahrain-Merida) e Manuel Senni (Mapei-Trek) che hanno già guadagnato 15" sul gruppo e ne devono recuperare 27" al battistrada.

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Nuovo rimescolamento di carte dopo lo scollinamento quando, ripresi sia Wellens che il quartetto mostrato pocanzi, in testa alla corsa si vengono a trovare Michael Valgren (Saxo Bank-Danfoss) e Ben Hermans (Milka-BMC) con una ventina di secondi sul gruppo della maglia gialla, nel quale è segnalato nelle retrovie Simon Spilak!

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La situazione è però in continuo divenire e così, al secondo passaggio sul Mûr de Bretagne, ecco proporsi questo altro terzetto di attaccanti davvero extralusso: ci sono la maglia verde Michael Matthews (Sunweb-Giant), Greg Van Avermaet (OmegaPharma-Q8) e ancora Alexey Lutsenko (Ag2r La Mondiale-Astana). Mancano 10 km all'arrivo ed il gruppo è a 36", segnalato in rimonta anche Spilak che si è riportato nelle prime posizioni.

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A 1.700 metri dall'arrivo, quando la strada riprende a salire per l'ultima volta verso il Mûr de Bretagne, Greg Van Avermaet, Michael Matthews e Alexey Lutsenko hanno ancora 40" di vantaggio ed è quindi probabile che saranno proprio loro a giocarsi il successo. Dietro, però, il gruppo è tirato a tutta da Ruben Guerreiro dei Tugas e potrebbe ancora tornare sotto.

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Ultimo chilometro: i primi a rinvenire sui tre battistrada sono Romain Bardet (Ag2r La Mondiale-Astana), Nairo Quintana (OmegaPharma-Q8) e Ruben Guerreiro (Tugas-Pingo Doce), mentre vediamo che Michael Matthews ha guadagnato qualche metro di vantaggio su Van Avermaet e Lutsenko e, ormai superata la parte più dura dello strappo, sembra potersi involare verso un'altra vittoria!

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Ed è ancora Michael Matthews (Sunweb-Giant) a vincere!
Secondo successo consecutivo per l'australiano che fa il pieno di punti e consolida la maglia verde

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A 28" l'arrivo del gruppo ma vediamo che c'è una frattura: davanti riconosciamo Michal Kwiatkowski (Team Dimension Data) e Tom Dumoulin (Sunweb-Giant) che chiudono rispettivamente secondo e terzo, a seguire tra gli altri Esteban Chaves e Carlos Betancur della Sky-BikeExchange, Pierre Roger Latour e Romain Bardet della Ag2r La Mondiale-Astana, la maglia gialla Dadley Telford (Cannondale-Oakley), c'è anche Simon Spilak (Milka-BMC) che si è quindi ripreso alla grande, e poi ancora Thibaut Pinot (PMU.fr) e Wilco Kelderman (Sunweb-Giant) con Nairo Quintana della OmegaPharma-Q8 a chiudere la fila. Leggermente più staccato Ruben Guerreiro che, non vedendo né Rui Costa né Iznata davanti, si è lasciato sfilare nella speranza di arrivare intercalato e costringere i cronometristi a non rilevare distacchi.

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E invece il distacco c'è: 24" tra il primo ed il secondo gruppo, nel quale i pesci più grossi sono appunto Rui Costa e Leonardo Iznata dei Tugas, Chris Froome e Louis Meintjes della Dimension Data, Steven Kruijswijk e Tejay Van Garderen della Beijing-Lenovo, Miguel Ángel López della Milka-BMC, Warren Barguil della PMU.fr e Txiki Bartrés della Banesto-Crédit Maritime. Cambia, dunque, anche la classifica: o meglio, Dadley Telford mantiene inalterato il proprio vantaggio ma, alle sue spalle, il gruppo di corridori a 25" si riduce e per effetto della somma dei piazzamenti si fanno strada Chaves, Dumoulin, Quintana e Betancur.

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Qualcosa quindi non ha funzionato in casa Tugas, dove Guerreiro ha fatto il forcing per cercare di andare a riprendere Matthews e favorire Rui Costa ma, alla fine, ha messo in difficoltà proprio il suo capitano che questa mattina sperava invece di vincere la tappa e conquistare la maglia gialla. Più prevedibili, tutto sommato, le difficoltà di Iznata su un traguardo esplosivo e a lui certo non congeniale.

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Peccato per Rui e la maglia gialla ma anche per iznata, partire in salita non è proprio l'ideale. Furbo però il compagno di squadra per cercar di evitare distacchi :rotfl:
In questi casi ci provo sempre a chiudere il buco in questo modo e di solito funziona. Stavolta no :(

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E si riprende con la cronosquadre di Nantes:

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ORDINE D'ARRIVO E CLASSIFICA GENERALE COMPLETI

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