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Messaggi raccomandati

7 minutes ago, Stylus said:

Bravo il mio irlandese (che imita Berhane in Qatar)

no no, il tuo irlandese è proprio forte sulle pietre! non so se è un newgen o che, fatto sta che ha degli ottimi valori e potenzialmente può diventare un crack, anche se non conosco i suoi margini:

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l'anno scorso alla An Post-Chain Reaction, al primo anno da professionista, ha vinto la Ronde van Overijssel, 2° alla Zellik-Galmaarden, 4° in classifica al Tour de Bretagne, 5° al Kampioenshap van Vlaanderen, 9° a Nokere Koerse e Gp Cerami. Fidati che cresce su bene, il ragazzo!

EDIT: faccio caso ora che pesa quasi un quintale! per la mole che ha, ha pure dei valori fin troppo alti in montagna e collina, anche se dubito possa mai diventare uomo da Tour... nemmeno se andasse alla Sky :D

EDIT 2: Rcs vi ha invitato alla Tirreno-Adriatico, non c'è stato nemmeno bisogno di mettere mano all'editor

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Sgrezzato dal vento che soffia dall'Atlantico e cresciuto a panetti di burro all'aglio, sembra un bel passista. Certo, per gli standard pcmstici che crea fenomeni e a 26 sono già affermati non è tanto tanto, però, se riuscissimo a recuperare una WC per la Roubaix...

Modificato da Stylus
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Già che mi prendo gli screen di tutte le corse che faccio, tanto vale usarle per raccontare, velocemente, almeno quelle più belle senza aspettare il giornalino. Iniziamo allora dalla Vuelta a Andalucía, pure questa su un percorso inedito realizzato da Stylus (e via, sempre a suonarcela da soli), che si apre con una cronometro all'ombra della rocca di Gibilterra. La vince Martin Gockel (Bora-Hansgrohe), ennesimo passistone tedesco della nuova generazione, con 5" su Jhonatan Restrepo - tra i migliori in assoluto di questo inizio di stagione - e un'altra faccia nuova, quella del 27enne spagnolo Bingen Antequera. Quarto a 8" il migliore dei Tugas, Jesus Herrada, che per la verità puntava a vincerla, la crono.

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La prima tappa in linea, da (scusate il gioco di parole), La Línea de la Concepción a Cadice, attraversa la splendida campagna andalusa dei "pueblos blancos"; nonostante il profilo piuttosto mosso, è comunque una tappa per velocisti, ma i Tugas provano a movimentarla con un attacco di squadra che coinvolge João Pinto, Leonardo Iznata e Luis Henriques, ai quali si accoda una nostra cara e vecchia conoscenza: il campione estone Rein Taaramae.

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L'avanscoperta però non ha fortuna, e a Cadice arriva, come da pronostico, la volata. Inatteso è, però, il nome del vincitore: il brasiliano Leandro Alves da Silva, dello Sporting-Tavira. Alle sue spalle il danese Lander e lo spagnolo Barbero, con Gockel che conserva agevolmente la maglia roja.

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La terza tappa è quella che, dalla suggestiva città di Ronda, porta all'Alto de Zaffaraya. Ma proprio nella discesa che precede l'inizio della salita finale, una scivolata fa perdere a Leonardo Iznata più di due minuti nei confronti del gruppo dei migliori. Davvero non ci voleva, dato il ritardo che il nostro capitano aveva già accumulato nella cronometro di Gibilterra.

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Iznata riesce a ritrovare le ruote del gruppo proprio all'inizio della salita, e nel giro di pochi chilometri risale addirittura fino alle prime posizioni. Tuttavia, quando Jarlinson Pantano (Bahrain-Merida) e Nairo Quintana (OmegaPharma-Q8) attaccano, lo spagnolo dei Tugas non ha le forze per rispondere. Ecco i due colombiani che intanto, a 2 km dalla vetta, si riportano sul fuggitivo Hortensio Caneda (Iberdrola-Mapfre), già vincitore di due tappe alla Vuelta a España dell'anno scorso.

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Sarà questo terzetto a giocarsi la vittoria e, a sorpresa, a spuntarla è proprio Hortensio Caneda! Davvero un corridore di grande prospettiva, questo ragazzo cresciuto nella cantera della Fundación Contador, passato l'anno scorso nel World Tour con la Oakley-FACT e costretto a ripiegare tra le Professional dopo la chiusura del team di Alonso. Quintana si consola comunque con la maglia roja, che fa sua per appena un secondo nei confronti di Pantano grazie agli abbuoni; alle spalle di questo terzetto, Taaramae a 47", Bartrés a 59" e un comunque ottimo Iznata che, nonostante la caduta, chiude sesto a 1'11" e si porta ad un passo dalla top ten. 7'20" il ritardo dell'ormai ex leader, Martin Gockel.

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L'ultima tappa si conclude a Granada, ma prima si sale ancora: Puerto de la Cabra e, soprattutto, il micidiale Alto de Hazallanas. In un primo momento sembra che la fuga del mattino abbia via libera: gli attaccanti arrivano ad avere anche 11 minuti di vantaggio e fra questi è presente anche il nostro Luis Henriques, eterna promessa mai del tutto sbocciata, che tuttavia si trova nella possibilità di aggiudicarsi addirittura la classifica. Ma nel tratto di pianura tra le due salite la reazione del gruppo è veemente, tanto che ai piedi dell'Hazallanas ai battistrada restano solo tre minuti. E qui, nel tratto finale della salita - quello dalle pendenze più dure, e su strada strettissima - va in scena lo show di Jarlinson Pantano, che stacca tutti gli avversari, rimonta ad uno ad uno i fuggitivi e si invola verso il successo. Nemmeno Quintana riesce a seguire il suo connazionale!

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L'unico a scollinare con un ritardo recuperabile è Txiki Bartrés (Banesto-Santander), che infatti approfitta della lunga discesa per piombare su Pantano quando siamo ormai in vista di Granada. Per Pantano si tratta di un prezioso alleato perché Bartrés, da gran cronoman qual è, gli consente di guadagnare ancora nei confronti di Quintana.

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E alla fine, come è giusto che sia, Jarlinson Pantano lascia che sia Txiki Bartrés a tagliare per primo il traguardo di Granada! Per il 26enne spagnolo che già dall'anno scorso la Banesto ha insignito dei gradi di capitano per le grandi gare a tappe (deludendo le attese, però, sia al Tour che alla Vuelta) si tratta della seconda vittoria da professionista dopo il titolo nazionale a cronometro del 2017, oltre ad aver contribuito al successo del suo team nella cronosquadre della Vuelta 2018. Taaramae e Quintana chiudono a 47" di ritardo, quinto a 1'49" Iznata che nel primo tratto di discesa era riuscito a rientrare sulla coppia davanti a lui, salvo poi perdere di nuovo contatto. Luis Henriques, a sua volta, è settimo a 3'01", rimontato anche da Caneda.

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Grazie ad un eccezionale attacco da lontano sull'Alto de Hazallanas, quindi, Jarlinson Pantano si aggiudica la Vuelta a Andalucia 2019. Alle sue spalle si piazza proprio Bartrés distanziato di 35", mentre Quintana è terzo a 53". Per i Tugas arrivano il sesto posto di Iznata a 3'35" e l'ottavo di Luis Henriques a 5'41": un bilancio in chiaroscuro perché, senza la caduta nella terza tappa, Iznata avrebbe forse potuto lottare per un posto sul podio.

CLASSIFICA GENERALE 65ª VUELTA A ANDALUCÍA - RUTA CICLISTA DEL SOL

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13 minutes ago, Stylus said:

Tanto abbiamo sdoganato l'autoreferenzialismo :lol:

Ma che bella la mia corsa!

Valori dell'Hortensio?

Juan José Atienza è figlio d'arte?

Ecco, qua, buon corridore ma già troppo in là con gli anni per diventare un fenomeno: è passato professionista con la Alicante Frutas, una continental, dove ha corso nel 2015 e 2016 senza raccogliere risultati (sempre che aver vestito per quattro giorni la maglia di leader al Tour of Eritrea del 2016 non sia un risultato, e lusinghiero anche!), poi nel 2017 una stagione con la Fundación Contador sempre a livello Continental (condita dai primi piazzamenti nelle corse minori e dal secondo posto nel GP Indurain, una 1.1, battuto proprio dal nostro Iznata) e l'anno scorso, alla Oakley-FACT, le sue prime vittorie da professionista con la doppietta centrata alla Vuelta, oltre al quarto posto alla Prueba Villafranca, il sesto alla Subída a Urkiola, l'ottavo alla Vuelta Asturias e il tredicesimo al Tour of California.

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Atienza è nipote, nel senso che il Daniel della tua story è suo zio :P

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doppio post, scusate... ora mi faccio venire in mente qualcosa di interessante da scriverci

EDIT: ecco sì, parliamo di Hélder Feitor: ve lo ricordate? È stato un Tugas della prima ora, ha corso con noi fino a tutto il 2015 e da allora ha iniziato a girare tra le Continental portoghesi. Nelle corse minori ha sempre vinto qualcosa, soprattutto cronometro, recentemente però ha vinto il Tour of Eritrea - che ok, di per sé non è chissà cosa - ma sono andato a vedere i valori e direi che si è fatto un bel corridore.... uno che alla Volta a Portugal ci darà filo da torcere:

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Ben ritrovati con Tugas Are Back, che riprendiamo proprio nel momento in cui la stagione entra nel vivo con la Parigi-Nizza. La cronometro inaugurale di Saint-Rémy vede la vittoria a sorpresa di Simon Spilak (Milka-BMC), il vincitore degli ultimi due Tour de France, che dimostra quindi di essere già in palla. Lo sloveno precede di 1" gli specialisti Lasse Norman Hansen e Matthias Brändle, ma ben più distanti sono gli altri aspiranti uomini di classifica: Porte a 14", il leader dei Tugas Guerreiro a 15", il vincitore della passata edizione Alaphilippe a 16", Froome a 20", Jon Izagirre a 21", Barguil a 29", Vuillermoz a 32".

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La prima tappa in linea si conclude a Orléans e tutti si aspettano un epilogo in volata, ed invece i tre fuggitivi rovinano i piani dei velocisti, anticipando il gruppo di 1'12": vince il danese Matti Breschel (Team Saxo Bank-Danfoss) davanti al kazako Jumabekov e De Marchi, mentre Démare regola il grosso davanti a Trentin e all'arcirivale Bouhanni. Un risultato grazie al quale è proprio Matti Breschel a vestire la maglia gialla.

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La terza tappa presenta già un arrivo in salita, al Lac de Vassivière, e a 3 km dall'arrivo prova ad andarsene da solo Rúben Guerreiro (Tugas-Pingo Doce), distanziando un drappello del quale fanno parte anche i compagni Casqueiro e Izagirre oltre al campione giapponese Hashimoto e i francesi Bardet, Vuillermoz e Alaphilippe, mentre il resto del gruppo insegue a circa mezzo minuto.

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Lo scatto del portoghese non è però quello buono, perché da dietro rinviene forte il campione europeo Alexis Vuillermoz (Milka-BMC) che va a vincere davanti ad Hashimoto, Barguil, Alaphilippe, lo stesso Guerreiro, Spilak, Benoot, Simon Yates, il giovane catalano Enric Mas ed il tedesco Herklotz a chiudere la top ten. Sostanzialmente, però, tutti i corridori sono accreditati dello stesso tempo, compreso Breschel che quindi mantiene la maglia gialla.

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La quarta tappa, a Rodez, vede invece l'arrivo di un gruppo ristretto con molti dei pretendenti alla vittoria finale: a vincere è il campione uscente Julian Alaphilippe (OmegaPharma-Q8) davanti ad un ancora ottimo Guerreiro e a Barguil. Quindi, nell'ordine, Hashimoto, Herklotz, Spilak, Fraile, Jon Izagirre, Bystrom e Bardet. Breschel e De Marchi perdono 36" ma conservano il primo ed il secondo posto in classifica.

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Si arriva così alla tappa più dura, da Onet-le-Château a Mende con arrivo in cima alla classica salita dell'Aerostazione che sarà scalata, per l'ennesima volta, anche al prossimo Tour de France. E a fare la differenza nel tratto più duro, per poi andare a cogliere un successo in solitaria, è Warren Barguil: il portacolori della PMU.fr lascia a 38" Alaphilippe, Yates, Vuillermoz, Herklotz, Bovenhuis, Bardet, Spilak, De Marchi, Fraile e Guerreiro; a 1'06" Etxeberria, a 1'16" Benoot, a 1'25" Hashimoto con Breschel che perde 7'43" ed esce così di classifica. Stessa sorte, fra l'altro, anche per Chris Froome ancora in evidente ritardo di condizione, staccato di 6'28" dopo avere già concesso più di mezzo minuto anche ieri.

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La classifica a tre tappe dal termine vede dunque Warren Barguil in maglia gialla con 8" di vantaggio su un coriaceo De Marchi - bravissimo il friulano a resistere, a ultimo del terzetto andato in fuga ad Orléans a lottare ancora per la classifica, essendo ormai saltati sia Jumabekov che Breschel - 17" su Alaphilippe e 25" su Spilak. Quinto, e quindi ancora ottimamente piazzato, c'è il giovane capitano dei Tugas, Rúben Guerreiro, in piena corsa per un posto sul podio tenendo anche conto della cronoscalata al Col d'Èze che bene dovrebbe adattarsi alle sue caratteristiche.

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Delle tre tappe che mancano, proprio la cronoscalata dell'ultimo giorno sembra l'unica ancora in grado di cambiare sensibilmente la classifica, mentre poco o niente dovrebbe succedere tra la Suze-la-Rousse/Sisteron e la successiva Sisteron/Nice. Per adesso dalla Parigi-Nizza è tutto, il prossimo aggiornamento sarà con la diretta della Strade Bianche, quindi il finale della Course au Soleil e la Tirreno-Adriatico. A presto!

@.::Cancellara91::.@deddi@Caschettointesta@Lory94ITA@Big white@superalex@pantanibali3@vivailciclismopulito@fedegram@losqualo90@Cune2000@Noris85@MattHorse@Sauber96 @Lucatb99 @deddi

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22 minutes ago, .::Cancellara91::. said:

Ora mi spieghi come mai alla Paris-Nice ci stanno le bandiere italiane :lol:

è quel che mi domando anch'io! dato che ho installato lo sponsorkit della Parigi-Nizza, e che tutti gli altri striscioni sono quelli giusti

d'altra parte, si sa, italiani e francesi sono legati da antico amore, e i nostri cari cugini evidentemente ce lo hanno voluto ricordare...

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4 ore fa, smec-easyjet dice:

è quel che mi domando anch'io! dato che ho installato lo sponsorkit della Parigi-Nizza, e che tutti gli altri striscioni sono quelli giusti

d'altra parte, si sa, italiani e francesi sono legati da antico amore, e i nostri cari cugini evidentemente ce lo hanno voluto ricordare...


L'antico amore sarebbe questo?

 

 

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Ogni tanto c'ho questo problema che mi tocca lavorare e così non riesco ad andare avanti con la story ma non vi preoccupate amici, ho la situazione in pugno e a smettere di lavorare ci riesco quando voglio :D. Ecco il live della Strade Bianche, dove ci riproviamo con Rui Costa che l'anno scorso fu secondo, battuto per un pelo da Matthews:

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ORDINE D'ARRIVO 13ª STRADE BIANCHE

 

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ci sono immagini che nessuno di noi vorrebbe mai vedere o, peggio, dover commentare: 

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ad esempio, Pirazzi in maglia tricolore: ogni volta che lo vedo, è un colpo al cuore (qui siamo alla 1ª tappa della Provençale, corsa parallela alla Tirreno-Adriatico di cui vi racconterò più avanti)

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Torniamo in Francia per il gran finale della Parigi-Nizza: ci eravamo lasciati con il colpo doppio di Barguil a Mende, e ripartiamo dalla sesta tappa che si conclude a Sisteron, ancora una volta sotto la pioggia. Sui saliscendi della Provenza va via una fuga numerosa, e due degli attaccanti del mattino riescono a conservare 23" di vantaggio sul gruppo. La vittoria va al polacco della Sky-BikeExchange Milosz Barczyck (scheda), che ha la meglio di Enrico Barbin. Il gruppo è messo in fila da Bouhanni che precede Alaphilippe e Geschke, non cambia la classifica generale che vede sempre Barguil condurre con 8" su De Marchi e 17" sullo stesso Alaphilippe.

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Al penultimo giorno la corsa arriva già a Nizza, per un'altra frazione molto movimentata ma dal finale poco impegnativo che consente il ritorno del gruppo. A giocarsi la vittoria, così, sono di nuovo gli attaccanti del mattino e sulla Promenade des Anglais il successo è di un portoghese, ma della Bora-Hansgrohe: si tratta di Rafael Silva, che precede il lussemburghese Gastauer, lo svizzero Frankiny e l'italiano Masnata. Gruppo a 1'04", regolato da Démare su Bouhanni e Navardauskas.

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Con cinque corridori in mezzo minuto, la cronoscalata del Col d'Èze si profila apertissima e la lotta per la maglia gialla più viva che mai. Il miglior tempo al traguardo rimane, a lungo, quello del vincitore della Volta ao Algarve Jérôme Coppel, al quale il trasferimento alla Castorama-SuperU sembra avere fatto davvero un gran bene:

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Il tempo del francese resiste fino alla partenza dei big, quando a batterlo è a sorpresa l'olandese Jasper Bovenhuis, della Giant. Intanto è già sul percorso anche Rúben Guerreiro: il giovane capitano dei Tugas indossa la maglia bianca e punta a difendere il quinto posto in classifica che ci consentirebbe, fra l'altro, di rispettare l'obiettivo minimo richiestoci dallo sponsor. Però la sua prova non è all'altezza delle aspettative, perché per 4" Guerreiro subisce il sorpasso in classifica da parte di Bardet capace di realizzare lo stesso tempo di Coppel. I rivali più vicini, Herklotz e Fraile, sono stati tenuti a bada, ma l'exlpoit del corridore della Ag2r ha fatto sì che, con ogni probabilità, Guerreiro non riuscirà a salvare la top 5, a patto di non recuperare su uno dei quattro corridori che ancora devono concludere la loro prova.

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Non è però il caso di Simon Spilak (Milka-BMC) che si sistema al quarto posto di tappa, 12" dietro a Bovenhuis e appena 1" alle spalle di Coppel e Bardet. Lo sloveno riesce in questo modo a superare anche De Marchi e Alaphilippe che, nel frattempo, concludono a loro volta la loro prova riuscendo comunque a precedere Guerreiro in classifica. All'appello, ormai, manca solo la maglia gialla Barguil.

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Ed eccolo, Warren Barguil (PMU.fr): il suo tempo è ottimo, secondo a 10" da Bovenhuis e quindi addirittura davanti a Spilak. La Parigi-Nizza è sua!

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La classifica di tappa vede dunque Jasper Bovenhuis (Giant-Sunweb) imporsi con 10" su Barguil, 11" su Coppel e Bardet, 12" su Spilak, 14" su Craddock, 16" su Porte, 17" su Meintjes, 23" su Kennaugh e Simon Yates che chiudono la top ten. Per Rúben Guerreiro c'è solo il 32º a tempo a 52" di ritardo: inutile nascondere la delusione, date le sue buone doti sia da cronoman che da scalatore che ci facevano sperare, addirittura, di risalire fin sul podio finale.

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La classifica generale della Parigi-Nizza 2019 vede invece il trionfo di Warren Barguil (PMU.fr), primo con 27" di vantaggio su Spilak e 37" su De Marchi che, dopo avere imbroccato la fuga nella prima tappa in linea, è stato bravissimo a tenere duro per tutta la settimana e a conquistare questo podio di grande prestigio. Il vincitore della scorsa edizione, Alaphilippe, è quarto a 50", quindi Bardet a 1'06", Guerreiro sesto a 1'10" e appena un secondo davanti al tedesco Herklotz che lo insidiava anche per quanto riguarda la maglia bianca di miglior giovane. Chiudono la top ten il vincitore di giornata Bovenhuis, Fraile e Yates.

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E da Nizza è tutto, prossimo aggiornamento ancora dall'Italia per il Giro del Lazio!

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4 hours ago, superalex said:

peccato!! ma guerreiro va forte!!

oh sìsì niente da dire! però la cronoscalara al Col d'Eze è il secondo anno di fila che mi frega, anche la volta scorsa con Izagirre. E sì che di solito, invece, le cronoscalate sono proprio le tappe in cui guadagni di più rispetto all'IA

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23 ore fa, smec-easyjet dice:

oh sìsì niente da dire! però la cronoscalara al Col d'Eze è il secondo anno di fila che mi frega, anche la volta scorsa con Izagirre. E sì che di solito, invece, le cronoscalate sono proprio le tappe in cui guadagni di più rispetto all'IA

Io ho sempre trovato difficoltà a fare una buona crono al Col d'Eze, anche con i vari Nibali, Contador e compagnia. Penso sia diversa dalle altre :schum:

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8 hours ago, .::Cancellara91::. said:

Quel Juan Etxeberria mi riporta per assonanza del cognome indietro alla Euskaltel-Euskadi dei primi anni 2000: Mayo, Laiseka, Camano, i due Etxebarria (con uno dei due unico "straniero" del gruppo)...quanto siamo vecchi 

penso sia il nipote di David o magari anche di quell'Unai che penso fosse venezuelano solo di passaporto... magari era un chavista della prima ora che ha lasciato i Paesi Baschi per seguire la rivoluzione bolivariana, chi lo sa

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Nuovo numero di Radiocorsa per fare il punto sulle ultime gare, dalla Parigi-Nizza alle Strade Bianche che abbiamo già visto, ma anche la Roma Maxima-Giro del Lazio di cui ancora non sapete nulla, e le wild card per il Giro d'Italia:

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CLASSIFICA GENERALE 77ª PARIGI-NIZZA

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Ultime due parole per Jan Christiansen (scheda), 21enne danese della Mapei-Sport che, come vedete dalla tabella più sopra, ha vinto il Tour de Langkawi declassato quest'anno a 2.2. Christiansen è decisamente un corridore più interessante, e la tappa e la classifica vinte in Malesia sono le sue prime vittorie da professionista.

@.::Cancellara91::.@deddi@Caschettointesta@Lory94ITA@Big white@superalex@pantanibali3@vivailciclismopulito@fedegram@losqualo90@Cune2000@Noris85@MattHorse@Sauber96 @Lucatb99 @deddi

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Ritorno e vedo Guerreiro (O Guerrero o Guerriero) che è già candidato a futura star TUGAS , Barguil che alla veneranda età di 50anni è sbocciato e Spilak che sembra imbrocchito improvvisamente. Pozzato intanto continua a fare strage con il suo charme e non dico che noi irlandesi fossimo i migliori,  ma una squadra migliore dell'ottugenario biondo tatuato forse l'avremmo pure

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3 minutes ago, Stylus said:

Ritorno e vedo Guerreiro (O Guerrero o Guerriero) che è già candidato a futura star TUGAS , Barguil che alla veneranda età di 50anni è sbocciato e Spilak che sembra imbrocchito improvvisamente. Pozzato intanto continua a fare strage con il suo charme e non dico che noi irlandesi fossimo i migliori,  ma una squadra migliore dell'ottugenario biondo tatuato forse l'avremmo pure

ma voi irlandesi in realtà non avete nemmeno applicato per il Giro, perché ho piazzato il Giro d'Irlanda in concomitanza: voi andrete a caccia della wild card per la Vuelta, dato che anche per il Tour è andata

EDIT: sulle wild card per il Giro e il Tour non ho fatto magheggi, ho tenuto quelle che ha deciso la cpu

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Ben trovati dalle strade italiane per la prima parte della Tirreno-Adriatico 2019: particolarità dell'edizione di quest'anno è la decisione degli organizzatori di assegnare abbuoni maggiori nelle tre tappe considerate pianeggianti (20", 12" e 8"), vale a dire le prime due e l'ultima, e soli 6", 4" e 2" nelle restanti frazioni ad eccezione, naturalmente, della cronometro che quest'anno sarà da Foligno ad Assisi. Una scelta che lo stesso Mauro Vegni ha spiegato con l'obiettivo di rendere la classifica generale appetibile anche ai passisti veloci capaci di tenere in salita; e a proposito, l'unico vero arrivo in quota della corsa, il penultimo giorno a Rocca di Cambio, sarà tutto meno che impossibile. In compenso, la tappa finale con arrivo a San Benedetto del Tronto, anche se in linea, non sarà affatto una passerella perché, anche se classificata come pianeggiante, presenta diversi muri nel finale capaci di chiamare allo scoperto i pretendenti alla vittoria per un ultimo e decisivo scontro.

Ma andiamo con ordine, e iniziamo dalla prima tappa, da Capannori a Forte dei Marmi, per quello che è stato ribattezzato Circuito della Versilia. La vince, in volata, il campione colombiano Fernando Gaviria (Banesto-Santander) davanti a quello norvegese Kristoff e al finlandese Hamalainen. Fuori dai dieci Marcel Kittel (Bora-Hansgrohe), che si riscatta però all'indomani sul traguardo di Viareggio - ancora in Versilia, dunque - dove ha la meglio di Dan Megson e Caleb Ewan.

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Nella terza tappa si va da Pisa a Firenze, dove si affronta per tre volte il circuito del mondiale del 2013. E sulla salita di Fiesole vediamo andare all'attacco due dei migliori corridori italiani, vale a dire Moreno Moser (Mapei-Trek) e soprattutto Fabrizio Amoruso (Bahrain-Merida), che rinviene sul corridore trentino e si invola da solo al comando quando mancano poco più di 11 km alla conclusione.

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Nonostante l'ottima gamba dimostrata, Amoruso viene raggiunto da un gruppo abbastanza folto che comprende tutti i principali pretendenti alla classifica generale, e viene messo in fila da Michal Kwiatkowski (Team Dimension Data) che vince davanti a Matthews e Alaphilippe. Unici italiani in top ten Brambilla e Aru, rispettivamente quinto e decimo. Grazie a questa vittoria, Kwiatkowski veste anche la maglia azzurra passando a condurre la classifica con 2" su Matthews, 4" su Alaphilippe e 6" su tutti gli altri big.

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E si arriva così all'impegnativa Firenze-Todi, la più classica delle tappe da Tirreno-Adriatico che presenta un continuo saliscendi tra Toscana e Umbria. La situazione a 3 km dall'arrivo, quando siamo già sulla breve salita finale, è quella che vede i due corridori inquadrati giocarsi la vittoria: si tratta del giovane francese Bruno Aymard (Ag2r La Mondiale-Astana) e dell'esperto Roman Kreuziger (OmegaPharma-Q8), rimasti da soli al comando dopo avere distanziato di 50" Bartrés, Zilioli e Amador, di 1'20" Gougeard e di 2'20" il Tugas José Gonçalves, tutti uomini che facevano parte della fuga. Il primo degli uomini di classifica, che è ancora Amoruso, si trova al momento in ottava posizione a quattro minuti esatti dai battistrada.

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A 2 km dall'arrivo Bruno Aymard piazza lo scatto che potrebbe essere decisivo, perché vediamo che Roman Kreuziger non risponde:

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E infatti è così: Bruno Aymard vince la tappa di Todi! Secondo successo dell'anno per questo 26enne alla terza stagione da professionista (scheda) ma alla prima nel World Tour dopo il debutto tra le fila della Castorama, che in questo 2019 si era già aggiudicato la prima frazione del Tour du Haut Var chiuso poi in quinta posizione. Per Kreuziger, che chiude secondo staccato di 12", ci sarà comunque la consolazione di rientrare in classifica.

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A 1'08" di ritardo tagliano il traguardo Gianfranco Zilioli e Andrey Amador, quindi Txiki Bartrés a 1'20" e Alexis Gougeard a 1'51". I primi big ad arrivare sono gli inquadrati Fabrizio Amoruso (Bahrain-Merida) ed Esteban Chaves (Team Sky-BikeExchange), entrambi a 3'06" da Aymard e 14" davanti a Rui Costa (Tugas-Pingo Doce) e Moreno Moser (Mapei-Trek) che vediamo sopraggiungere alle loro spalle, a 28" concluderà anche Fabio Aru (Saeco-Philips) che spunta solo ora in lontananza. La maglia azzurra Kwiatkowski paga 43" da Amoruso e Chaves.

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E per effetto di questi risultati, il nuovo leader della Tirreno-Adriatico è Fabrizio Amoruso! Il corridore della Bahrain-Merida passa a condurre la classifica alla vigilia della cronometro di Assisi con lo stesso tempo di Chaves e un vantaggio di 14" su Moser e Rui Costa, 28" su Aru, 30" su Kreuziger, 35" su Brambilla, 37" sull'ex leader Kwiatkowski, 41" su Alaphilippe e 43" sul grande favorito di domani, l'olandese Tom Dumoulin.

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Per il momento dalla Tirreno-Adriatico è tutto, vi lasciamo con la classifica generale completa e vi diamo appuntamento a presto per il resoconto delle ultime tre tappe! Alla prossima!

CLASSIFICA TIRRENO-ADRIATICO DOPO LA 4ª TAPPA

 

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