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Un campione in erba stagione 2012


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  • Super Moderatore

Capitolo 1: chi sono?

Certo, ora è giunto il momento di presentarmi. Sono Francesco Grassi, ragazzo gragnanese che dall'anno scorso è anche il primo ciclista professionista di Gragnano, la città della pasta. Se vi state chiedendo <<ma come, questo già corre nei professionisti??>>, beh, la risposta è sì, e non me la cavo male. Infatti solo lo scorso anno ho vinto 35 corse più la classifica World Tour, ma quest'anno, per il troppo stress accumulato, ho deciso di scendere, e allora ho deciso di andare alla Auber93, squadretta francese, ma che mi darà la possibilità di fare un mucchio di corsette francesi. Voi che ne dite, posso riaffermarmi anche in una categoria così bassa e dare una mano alla BigMat ad andare in una serie superiore?? Spero proprio di sì.

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  • Super Moderatore

Capitolo 2: In viaggio

Nel viaggio in aereo verso la Francia mi addormentai. Nel sogno, pensai al mio anno passato alla Saxo Bank, dovendo fare da gregario a Contador a Giro e Tour e, nonostante ciò, arrivando a sfiorare le vittorie nei principali GT, perdendo solamente per colpa di cadute (eh già, la sorte mi aveva giocato brutti scherzi lo scorso anno: caduta al Giro nella discesa del Crostis, nella tappa che più di ogni altra volevo vincere, e caduta quasi nello strapiombo nella discesa del Tourmalet). Nonostante ciò, al Giro ottenni il terzo posto e al Tour il secondo, stravincendo la Vuelta poi dando un bel margine a Froome. Sognai anche la mia prima, maledetta Sanremo persa all'ultima curva per colpa di un imbecille che mi aveva tagliato la strada, e il successo solitario a Roubaix, dove solo i grandi vincono. Tutto questo mi frullava nella mente, mentre il viaggio proseguiva. Ero stanco, i festeggiamenti del Capodanno mi erano rimasti sullo stomaco, e durante il viaggio mi alzai più volte per andare a vomitare. Poi, quando finalmente presi sonno con continuità, dopo un tempo che mi parve brevissimo, senti mia madre che diceva: "Francesco, svegliati, stiamo per atterrare". E infatti, dopo nemmeno 5 minuti, la vocina fastidiosa della hostess disse:"I signori passeggeri sono pregati di allacciare le cinture, dato che stiamo per atterrare". All'aeroporto trovai i dirigenti dell'Auber93 con un contratto faraonico (per quello che la squadra poteva permettersi) che avrebbe fatto gola a chiunque: ciclista protetto e 4.500 € per tutta la stagione, più eventuali bonus. Firmai senza pensarci troppo: la mia avventura era ufficialmente iniziata in quel della Francia.

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... al Giro ottenni il terzo posto e al Tour il secondo, stravincendo la Vuelta poi dando un bel margine a Froome. Sognai anche la mia prima, maledetta Sanremo persa all'ultima curva per colpa di un imbecille che mi aveva tagliato la strada, e il successo solitario a Roubaix, dove solo i grandi vincono....

Sei praticamente Merckx :mrgreen:

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  • 3 weeks later...
  • Super Moderatore

Capitolo 3: Un arrivo a sorpresa

Fu proprio mentre riposavo che mi arrivo una notizia incredibile: come molti non sanno, le scuole italiane hanno dei campionati di ciclismo paralleli a quelli reali. Bene: dato che in classe mia nel 2012 (alle medie) avevo dominato ma in realtà molti miei compagni di classe avevano raggiunto un buon livello, nel pomeriggio in Francia ricevetti una visita a sorpresa da tre persone che non mi sarei aspettato in Francia:

*Toc Toc*

Io: E mo chi è che rompe a quest'ora???

*Apro*

Io: E voi che ci fate qui??

???: Come, non lo sai??? Siamo venuti a correre con te!!

Io ero strabiliato, perché quello che mi aveva parlato era Francesco Palomba, il mio miglior amico e velocista forte della classe. Con lui, mi ritrovai in camera 2 altri miei amici delle medie, Giovanna e Biagio, una ottima passista e forte sul pavé, l'altro scalatore molto forte che al Giro mi aveva fatto vedere i sorci verdi prima di riuscire a batterlo. In pratica la Bigmat-Auber aveva deciso di acquistare persone a me vicine (di cui conoscevo le qualità) e di metterle come innesti secondari, cioè partecipanti alle corse alle quali non partecipavo io, per ottenere al più presto la promozione come Professional. Poi sarebbero potuti andare dove avrebbero voluto e sarei rimasto solo io. La sera chiamai il DS e gli chiesi:

Io: Ma perché li hai scritturati solo per un anno?? Poi l'anno prossimo se otterremo inviti nel WT non è che mi posso sdoppiare eh!

DS: Non ti preoccupare, ce la vediamo noi. Tu pensa a vincere le corse e poi ne parliamo.

Io: Ok, ma non sono convinto...

Fu l'ultima cosa che dissi, poi staccai la telefonata e andai a dormire. Che stagione mi aspettava...

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  • 1 year later...
  • Super Moderatore

ho deciso di riprendere questa story, ma con alcune modifiche:

Francesco Grassi ora diventa uno fra i tanti, perché ho pompato tutti i corridori del database e ora sono tutti dei veri e propri mostri (e quelli che erano prima dei campioni ora non sono fenomeni, anzi è raro vederli ai vertici). Inizierò dall'AG2R, in modo da avere la possibilità di fare il calendario WT e di provare ad arrivare primo. Sicuro sarà il seguente programma:

Tirreno-Adriatico

Sanremo

Fiandre

Amstel

Freccia

Liegi

Suisse

Tour

Eneco

Montreal

Lombardia

Beijing

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  • Super Moderatore

Capitolo 1

03/01/2012                                                                                                                                                Un nuovo inizio 

Come ci si può sentire, quando hai 13 anni e tutta una vita davanti, e devi trasferirti per lavoro? Ve lo dico io: non bene. Ma se devi trasferirti per andare a correre in una delle migliori 18 squadre al mondo di ciclismo, allora la nostalgia può anche essere un po' alleviata. La Francia non è così male, mi aveva detto Manuel (Belletti), quando avevo deciso di trasferirmi lì, nella squadra considerata un po' la cenerentola del WT, senza fenomeni, a parte questo Bardet: neoprofessionista come me, forte in montagna, fortissimo in collina. Spero di non dover trovarmici in discussioni. La squadra era stata comunque chiara, dove andavo io non andava Romain. Questo gli aveva provocato forte rabbia, perché lo vedeva escluso dal trittico delle Ardenne a vantaggio mio, non il miglior modo di iniziare un rapporto. Quando scesi dall'aereo, trovai la pattuglia italiana al completo: Belletti, Nocentini, Montaguti. Mi accolsero come un fratello più piccolo, ne avevo bisogno, visto che ero partito da 5 ore e già sentivo la mancanza di casa mia, dei miei affetti, dei luoghi dove mi allenavo, senza troppo agonismo, con i miei amici. Soprattutto, mi mancava il mare: c'era montagna in abbondanza in Savoia, ma il mare era lontano centinaia di chilometri, e per uno abituato alla coesistenza dei due elementi, era un cambiamento molto profondo. Stavo pensando quasi di andarmene, ma in quel momento arrivò Vincent Lavenu ad accogliermi. Mi presentò alla squadra, molto multietnica: c'erano persino un russo e un iraniano, Amir (Zargari), tutto il contrario dello stereotipo della persona di quei luoghi: simpatico, disponibile, fu il primo, a parte gli italiani, con cui instaurai un rapporto. E poi c'era lui, Bardet, che mi guardò da capo a piedi come per dire "e questo sarebbe il tipo che mi ha levato il ruolo di leader?". Mi strinse la mano con freddezza, io ricambiai, ma ero deciso a fargli cambiare idea sul mio conto, che non ero un semplice "tipo", ma IL tipo, che la squadra faceva bene a puntare su di me. Sì, sarebbe stato uno stimolo in più la nostra rivalità.

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  • Super Moderatore

capitolo 2

Marsiglia, 23/01/2012                                                                                                          

Era una fredda mattinata di gennaio, quando al mio risveglio mi annunciarono che Bardet aveva appena vinto il Tour Down Under, la corsa più a sud tra tutti gli eventi WT e che avevo scelto di disertare. "Cavoli", pensai, "è partito come un treno questo qui". E credo proprio che il primo round fosse suo. Certo, ancora dovevo esordire, ma Romain aveva già battuto un gran colpo e soprattutto aveva messo al mozzo due ottimi corridori: sul podio con lui erano saliti Rui Costa e Kolobnev, con Rui Costa battuto solo per i piazzamenti, peraltro. Scesi dalla stanza d'albergo e trovai Matteo, pronto ad accompagnarmi nella ricognizione del Grand Prix La Marseillaise. Io sono così, devo conoscere un percorso per poter dare il meglio di me stesso. Lo salutai e gli chiesi se avesse preso le provviste, non avremo finito presto oggi, considerate le soste per esaminare tutto nei minimi dettagli. Fece cenno di sì, quindi ci avviammo fuori e prendemmo le nostre bici. Il freddo era pungente, e salendo verso il Col de l'Espigoulier, il tetto della corsa, le cose non migliorarono di certo. Quasi quasi rimpiangevo di non essere andato in Australia...

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  • Super Moderatore

capitolo 3

Marsiglia, 29/01/2012                                                                                                     Grand Prix la Marseillaise

"Sto bene, il risveglio è stato ok e mi sento bene. Anzi, ho fame, che si mangia?" furono le prime parole che dissi ai ragazzi della squadra quando mi svegliai, perché me li trovai tutti intorno al letto ad attendere che mi svegliassi. In quei due giorni ero diventato il loro fratellino, e quando ero caduto in discesa dalla Gineste il giorno prima, e avevo il ginocchio del tutto sbucciato, mi avevano letteralmente caricato a braccio nell'ammiraglia mentre io magari avrei voluto arrivare al traguardo, ma fa niente. E forse proprio per quello il ginocchio non mi dava troppo fastidio. Oddio, avere una sbucciatura del genere può essere abbastanza fastidioso, specie pedalando, ma non potevo certo rinunciare alla mia prima corsa. Pensai che dopotutto poteva essere normale cadere, se fai il deficiente zigzagando tra tombini e piccoli buchi della strada. Ci ripensai con un sorriso, e entrai nella sala da pranzo, dove Goubert ci attendeva. Il piano prevedeva di non mettere nessuno in fuga e far la corsa più dura possibile, poi negli ultimi chilometri me la sarei dovuta vedere io. Accettai di buon grado l'investitura a capitano e quindi risalii in stanza e indossai il completino della squadra, presi la bicicletta, scesi e mi riunii al resto della squadra, e insieme andammo al raduno di partenza.

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  • 2 weeks later...
  • Super Moderatore

Marsiglia, 29/01/2012

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Non è la foto che avevo sperato di vedere, quando ero partito da Marsiglia, tutt'altro. Ma è andata così, ho peccato di inesperienza, son partito sull'ultimo pezzo di salita e quando ci hanno ripresi ero finito. Punto. Ci sta. E poi, era solo la prima corsa stagionale, la forma era pressoché zero. Eppure, ero arrabbiato. Arrabbiato perché i ragazzi si erano finiti nel lavoro, ed avevano concluso lontani dalle prime posizioni, e io ero arrivato solo ottavo, che poi, nel mio progetto di arrivare in top ten in tutte le tappe ci sta bene, ma che lascia un pochino di amarezza. Beh, peccato, ma in Francia tornerò per vincere, non sarà un piazzamento ad abbattermi. In ogni caso, se volete sapere come è andata la corsa, sappiate che ha vissuto solo per una volata ristretta di 30 uomini selezionati dal mio scatto in cima al Col de La Gineste. Meglio se non lo avessi fatto, difatti ho regalato a Demaret una vittoria.

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  • 1 month later...
  • Super Moderatore

Donoratico, 04/02/2012

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Ciao ragazzi, era da tempo che non aggiornavo il mio diario personale, e voglio tornare a farlo oggi: la mia prima corsa in Italia è andata, credo, più che bene, infatti ho vinto. La vittoria più inattesa dell'anno, mai avrei creduto di ottenerla con uno sprint di gruppo la mia prima. Oddio, di gruppo no, anzi. Devo ancora ringraziare Martin (Elmiger) per il lavoraccio che ha fatto portandomi davanti e inseguendo Pavarin, che ci aveva provato sull'ultimo falsopiano, quello che aveva messo in crisi le gambe di qualcuno, probabilmente. Poi, quando Martin è partito ai -3, gli siamo rimasti io e un tipetto svizzero della Atlas, mi pare si chiamasse Erdin, non so. So solo che quando sono partito io era tipo 100 metri avanti e l'ho ripreso con uno sforzo immane, da sprinter, ecco. Almeno, ho portato tranquillità alla squadra, perché i ragazzi all'Etoile des Bèsseges stanno andando malino. Intanto aver vinto la prima da pro in Italia non è male come soddisfazione, credo che questo trofeo in camera farà la sua bella figura. Ora vado, ma ci sentiremo presto  :rolleyes:

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  • Super Moderatore

Draguignan, 07/02/2012

Prima di tornare a casa, a Lione, avevo pensato che una scampagnata sul percorso dell'Haut Var non sarebbe stata male, anche se faceva un freddo boia, e il percorso era anche duretto. Però, furono due giorni di ritiro solitario che mi servirono a capire se volevo davvero continuare. Erano bastati due giorni in Italia, con i miei amici che erano partiti da Gragnano per vedermi correre e la mia famiglia che era venuta a trovarmi, a farmi mettere in dubbio tante cose, prima fra tutti, se avevo realmente intenzione di fare il ciclista. Due giorni di freddo, fatica, pensieri, solitudine, e alla fine capì che la vittoria non era arrivata per sbaglio ma che potevo coglierne altre nel corso della mia carriera. Quando riaccesi il telefono lessi i messaggi preoccupati sul gruppo della squadra, visto che di solito ero fra i più attivi, e risposi semplicemente che ero stato da una persona che conoscevo a Lione per due giorni e che avevo scordato il caricabatterie in albergo a Donoratico. In fondo, non era necessario rendere tutti partecipi di quel mio momento di riflessione, non volevo apparire come quello che non riesce a staccarsi dalla propria casa.

Rientrai a Lione e subito scesi per una passeggiata per la città. Com'era bella Lione! Il centro storico, con le sue vie e le sue casette, era veramente fantastico, per non parlare di Place des Terraux. Avevo già imparato a memoria la città, ed avevo già fatto amicizia con parecchie persone nel mio condominio, un palazzone di 10 piani in centro. Non era la casa più bella, ma per un quattordicenne che vive nel caos quasi completo andava più che bene.

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  • Super Moderatore

Eh, in pratica Elmiger ha fatto uno sforzo enorme per riprendere Pavarin, e ci era rimasto attaccato sto Erdin, che non era manco tra i favoriti. Poi questo è partito e per poco non mi infinocchiava :)

Intanto la squadra mi ha mandato al Mediterraneo, ma ho fatto la comparsa, da gregario per Belletti e Minard. Domani il resoconto di queste 4 giornate simulate ma che le racconterò ricamando sulla trama :)

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