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Le peripezie di Du(ri)val


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Dove sarebbe il problema? :lol:

Piuttosto avrei qualche domandina da rivolgere agli esperti dei converter e/o dell' online

1)Potendo giocare con l'online solo gare Pro-Tour, come si toglie la maglia di leader della categoria?

2)Se editassi una corsa, gli obiettivi o le magliette, le modifiche sarebbero visibili anche nell' online?

ma giocando online ti salva le classifiche generali? o dovrete correrlo tutto in una volta :lol:

te l'ho detto che dell'online non son pratico :haha:

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Dormì per altre cinque, forse sei, forse tre ore dopo il precoce risveglio. Per due tre minuti non ebbe memoria di quanto gli era accaduto solo qualche centinaio di minuti prima né coscienza di ciò che gli fosse intorno. Stropicciò gli occhi, scalciò via la coperta, quindi rotolò lentamente alla sua sinistra, fino a poggiare mano a terra e venir giù dal letto. Guardò quella sagoma davanti a sè, dai colori dei suoi indumenti capiva che non era un carabiniere, un poliziotto o qualunque cosa di inerente, restò quindi sereno, lo squadrò piano ma scrupolosamente, lui fingeva di non essersi accorto che si fosse svegliato e guardava, assorto, all' angolo del soffitto. Glen si infilò le ciabatte, quindi sbuffò all'altro

"Ma questa è una cella singola..."

"Me ne sono accorto, mi han detto che però non c'erano altri posti"

"Balle, tu sei uno di loro e ti han piazzato qui per rendermi le cose più difficili, ma tanto non spiaccico una parola"

L'altro sembrò infervorarsi alle accuse di Glen, e ribadì stentoreamente

"Ma che uno di quelli! Ma chi caz*o sei tu piuttosto, qua mi sa che è il contrario, almeno tu hai dormito stanotte..."

"Mi stai dando dello sbirro"

"Sì"

"Non era una domanda"

"La mia invece era una risposta"

Seguirono attimi, secondi, minuti di inflessibile silenzio. Glen guardava a terra senza pensare in definitiva a niente, l'altro si mise a sbirciare fuori dalla cella, ma i corridoi erano praticamente vuoti.

"Tu sei Quagmire"

"E tu sei O' Simony"

"Piacere"

"Siamo in due in manco tre metri quadri e provi piacere..."

"Oltre alla vita devi aver buttato nel cesso pure l'educazione"

"Come ti permet..."

"E calmo! Siamo in due in una singola, su due centimetri di merda, soffocati dal caldo; almeno proviamo ad andare d'accordo..."

"La fai facile"

"Potrebbe esserlo"

"Sentiamo, perché sei qui?"

"Stavo quasi per ammazzare un basco col gatto delle nevi"

"E poi son io quello che ha buttato la vita nel cesso eh"

sghignazzò Glen

"Perché tu invece?"

"Io stavo andando al mare, al casello m'han fermato e m'han portato qua"

"Così?"

"Sì, mi hanno sventolato una sacca strana sotto il naso"

"D'altronde eri alla Festina"

"Sei simpaticissimo, comunque non ce l'avevo messa io"

"E chi?"

"E che ne so, mi sarei fatto un' idea personale ma..."

"Vedo che avete fatto conoscenza, tra colleghi si sà..."

Rise un secondino. L'uomo, alto,dinoccolato, corvino, dai capelli fino al collo, teneva in mano due piatti e due bottiglie da un litro, in precario equilibrio sui piatti. Diede un piatto a Glen ed uno a O' Simony. Glen ,sospettoso, buttò un occhio al piatto di O' Simony, quindi al suo

"Ma come caz..."

"Non gli ho mica preparati io"

Ghignò andadosene il secondino

"Lo dicevo che eri uno di loro"

"Dillo un' altra volta e ti spezzo"

"Lo dicevo che eri uno di loro"

"Ma te la vuoi finire! Che c'è ora che non va?"

"C'è che ai detenuti non danno la carbonara"

"E tu che ne sai?"

"Ne so, perché a me hanno spalmato dieci grammi di burro su un tozzo di pane integrale"

O' Simony si voltò verso Glen e scoprì, incredibilmente, che davvero quello aveva un pezzo di pane nello stesso piatto

"Ma davvero! Se vuoi prendi, prendi quanto vuoi..."

"Basta con 'sta minch*a di sceneggiata, che fai pure l'altruista adesso?"

"Fai schifo pure come persona"

"Ha parlato quello che si mantiene guidando i gatti delle nevi"

"Almeno io lavoro e mi sbatto, tu che puoi dire di aver fatto nella tua vita, ah?"

"Posso dire di aver allenato una squadra Pro-Tour"

"Di drogati..."

"Tu ti devi drogare cog..."

I due si avventarono l'uno all'altro quasi contemporaneamente, il secondino, prevedendo una reazione simile, si era fermato all'angolo e si precipitò a dividere i due. L'uomo prelevò Quagmire dalla cella e lo condusse per il corridoio, fino all' ufficio del generale

"Pensavo fossi a dieta"

affermò sorridendo il superiore, Glen lo fissò senza proferire parola

"Comunque, ogni tattica come questa è andata a put*ane. Ti han pagato la cauzione e quel coglione di turno non mi ha manco chiamato, in poche parole sei fuori: che botta di culo..."

"Oh oh, qualcuno rosica?"

"Vai fuori, c'è un taxi che ti aspetta, VAI ORA!!"

Glen si chinò verso la scrivania, si portò faccia a faccia con il generale e quindi scoppiò in una violenta, fragorosa e forzata risata. Girò quindi i tacchi e lasciò il penitenziario senza esitare troppo

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La battaglia era ormai persa. La luce soffusa che entrava dalle sbarre della finestra di quella piccola e lurida stanza aveva oramai sconfitto la strenua resistenza degli occhi di Andrew, che invano avevano tentato di rimanere chiusi ancora un po’.

Tutto ciò che gli stava intorno rifletteva il suo stato d’ animo, come in un paysages d’ ame di un romanzo ottocentesco, dove il paesaggio riflette i sentimenti, le paure e le gioie del personaggio che vive in esso.

Tutto ciò che stava intorno a lui lasciava trasparire disperazione e paura.

Le pareti ingiallite, lasciavano intravedere dei graffi incisi sulla parete dalle unghie di qualche uomo disperato; sulla sbarra della porta, leggermente storciate e assai arrugginite, v’erano i segni della paura, della paura di non uscire più da quella cella, della voglia di scappare da quell’ incubo, così vero, così brutto, così incubo.

Si stiracchiò, fece uno sbadiglio e prese in mano un vecchio libro impolverato che era riposto su una mensolina pericolante.

Lo aprì ed iniziò a leggere:

" Il cammino dell' uomo timorato è minacciato da ogni parte dall’ iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perchè egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra coloro che si proveranno ad ammorbare e in fine a distruggere i miei fratelli con una grandissima vendetta e un furiosissimo sdegno e tu saprai che il mio nome è quello del Signore."

Chiuse il libro, provocando un forte rumore e penso tra sé e sé, se mai un “ricercatore dei figli smarriti” lo venisse a salvare e se mai da lassù qualcuno lo commiserasse e lo aiutasse ad uscire da quell’ incubo.

Non ebbe nemmeno il tempo di alzare la testa dal duro cuscino, ove fino a qualche attimo prima era posta, che, come per miracolo, davanti ai suoi esterrefatti occhi, comparvero due figure.

Una alta ed imponente, sfiorava il soffitto del corridoio situato oltre le sbarre, l’ altra era seduta su una carrozzella e risultò subito famigliare ad Andrew.

Era lui, era l’ amico basco che era venuto a liberarlo da quell’ incubo e che aveva testimoniato in favore di Andrew, assolvendolo da ogni colpa sull’ incidente.

Qualche minuto dopo, Andrew era finalmente libero, libero da ogni brutto pensiero, libero da un incubo, soltanto libero.

LIBERO!

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Spalancò immediatamente il portone, ma non aprì subito gli occhi. Non voleva bruciare l' emozione, l'entusiasmo, la soddisfazione della libertà, non voleva concentrarla in un solo secondo. Lasciò che i raggi del sole penetrassero le sue palpebre chiuse fino a immergere il suo sguardo nel più purpureo rosso. Protese le braccia verso l' alto, e le riportò ai fianchi stiracchiandosi, quindi aprì finalmente gli occhi. Che lo avesse visto o meno qualcuno intento in quei strani movimenti, poco gli importava, tanta l'enfasi della situazione. Ed in effetti qualcuno l'aveva visto. Pelato, sbucava dalla portiera posteriore un' Audi nera, dal sorriso marpione fissava Glen e il braccio adagiato sulla portiera. Glen gli posò lo sguardo addosso, chiedendosi perché mai quell' uomo lo stesse scrutando così scrupolosamente.

"Dai, entra!"

Esclamò sorridendo e sicuro l'uomo. Glen rimase impassibile a fissarlo, senza muovere un passo: lui aspettava un taxi.

"Allora?Cosa stai aspettando?"

Incitò l'uomo, e Glen si decise a raggiungerlo. L'uomo aprì la portiera , comunicò qualcosa all' autista e si scostò per fare spazio a Glen, il quale, una volta accomodatosì, notò timidamente

"Veramente io stavo aspettando un taxi..."

"Ah: non solo ti ho tolto da quel cesso, volevi pure il trasporto in taxi, magari a spese nostre?"

"Ma così mi era stat..."

E Glen si arrestò, avendo compreso dell'ultimo ,infido ed infimo, colpo basso del poliziotto

"Là dentro ti hanno detto chi siamo?"

"No"

"Tu ti sei fatto qualche idea?"

"Su cosa?"

"Sul fatto che, per esempio, uno sconosciuto ti ha pagato la cauzione..."

"E secondo lei, quando ho sentito che sarei uscito da lì, me lo sono chiesto?"

"Sei proprio la persona giusta"

"Per cosa?"

Ma l'uomo pelato tacque. E tacque fin quando l'autò non si arrestò ai piedi dell' imponente cancello di una villa regale, dopo qualche chilometro di statale. L'autista aprì prima la portiera dell' uomo pelato, che quindi provvide personalmente ad aprire quella di Glen

"Glen, sei la persona giusta per ricoprire il ruolo di Ds nella Saunier Duval- Comudidad Autònoma de Cantabria, di cui io ,Mauro Gianetti, sono e sarò team manager" scandì austeramente

"Eh? Che roba è? Sarà mica una squadra dilettantistica, in tal caso..."

"Ma che dilettantistica e dilettantistica!E' la Saunier Duval, la squadra di Riccò, Cobo e Piepoli, l' assessorato allo sport della Cantabria ha semplicemente rilevato il secondo sponsor"

"E perché avete scelto proprio me come Ds?"

Ma il cancello si aprì, così come aperti restarono gli interrogativi di Glen riguardo la scelta di assumere proprio lui. I due si immersero nel rigoglioso verde di un labirinto di siepi ad altezza d'uomo, macchiato da sontuose fontane e luccicanti panchine, un giardino di un lusso raccolto, non eccessivamente ostentante o sfrenato. Giunsero quindi al portone dell' edificio, tanto grande da poter essere visto dalla statale,ma che scompare per qualche passo nel cuore dei giardini. Gianetti pronunciò qualche parola al citofono, e quindi si spalancò il portone, catapultando Glen in un mondo, in una dimensione a lui nuova, in un salone ampio forse quanto tutte le sue precedenti abitazioni unificate, se non di più. Si sentiva quasi in colpa a calpestare il variopinto pavimento persiano che si estendeva immenso nella stanza. Contemplava ammutolito i Van Dyck, gli Amadeo e i Vasari, appesi ai muri dipinti di uno splendido turchese. Fu interrotto da una pacca sul sedere di Gianetti, che lo invitò a salire le due rampe di scale che lo separavano da un elegante studio al primo piano. Aperta la porta, Glen notò un uomo sulla sessantina, mingherlino, di poco più di un metro e mezzo che si agitava nervosamente e compulsivamente tratteggiando con un pennarello rosso una lavagnetta lucida. Quando notò i due, andò in panne e cominciò a sillabare qualche parola senza senso prima di venire ad una frase di senso compiuto.

"Buongiorno, lei deve essere il nuovo Ds..."

"Sì, piacere"

"Piacere mio, io sono un rappresentante dell' Assesorato allo Sport della Cantabria. Non so cosa le abbia o non le abbia spiegato Gianetti, io comunque le offrirò un riassunto generale. Alla fine della stagione ciclistica scorsa la Prodir ha comunicato di non voler rinnovare la sua sponsorizzazione nel campo ciclistico. Avendo la Saunier Duval sede nel territorio cantabro, siamo venuti praticamente subito a conoscenza della notizia e abbiamo deciso di lanciarci in questo nuovo progetto. Le garantiamo la più assoluta tranquillità economica e competitiva ed il progetto è ambizioso ma folkloristico e di difficile perdurazione. Abbiamo intenzione di metter su una "nazionale della Cantabria", sul modello della "Euskaltel- Euskadi", schierando alla partenza solo corridori cantabri o di tali origini..."

"Scusi allora- lo interruppe Glen- questo vuol dire rinunciare a Piepoli e Riccò?"

"No, solo al secondo. Per Leonardo siamo riusciti a recuperare una non molto accertata origine cantabra, che però può bastare per schierarlo. Sopperiremo alle assenze che si verranno inevitabilmente a creare con acquisti di egual valore. Abbiamo già in cascina un accordo con il velocista tri-campeon Oscar Freire e stiamo trattando anche Rodriguez Oliver e Gutierrez Palacios."

"Porca vacca..."

"Se non le dispiace, ora una firma qui"

E l'uomo sostituì gli occhiali per frugare meglio tra l' alta pila di scartoffie che soprassedeva la sua scrivania, quindi porse il contratto a Glen che non esitò a firmare

"Eccellente, proprio il Ds che ci interessava, se centreremo tutti gli obiettivi prefissati non ci sarà storia, domineremo tutto e tutti..."

"Almeno lei vuole spiegarmi perché proprio me?"

"Beh è semplice...s-semplicemente non ci sembra uno che fa tante storie..."

"In che senso?"

"Nel senso che la Regione vuole risultati certi..."

"Voi fornitemi un team di primo piano e vedret..."

"Noi le offriremo anche un team medico di primo piano..."

Osservò nervosamente l'uomo

"Cosa avete intenzione di fare?"

"Aiutarci..."

"No! Non ci sto! Ma per chi mi avete preso?"

"Cosa le è successo in questi mesi?"

"Niente di niente..."

"E allora perché ora rifiuta improvvisamente il doping?"

"Ma io l'ho sempre rifiutato!"

"Ma suvvia, si sà tutti cos'è successo alla Festina, perché viene siete andati dalla Nizza..."

"Via dalla Nizza una beneamata minch*a! Io non ho mai costretto i miei ciclisti a rovinarsi la vita!"

"Vabbè, tanto ormai il contratto è firmato"

Glen si voltò pensoso verso Gianetti, che dal canto suo però sogghignava beffardamente

"D'accordo allora, accetto, ma accettate una cosa anche voi..."

"Si esprima"

"Due mesi a pane e acqua. Fino alla Sanremo i corridori non assumeranno niente, correranno con le loro forze. Se arriveranno i risultati non assumeranno niente fino a quando qua ci sarò io, se invece non combineremo nulla, ne accetterò le conseguenze"

"Mi sta bene"

"Parola d'onore?"

"Parola d'onore"

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  • 2 weeks later...

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L’ aria intorno a lui era pesante, mancava quasi l’ ossigeno.

C’erano troppe persone in quella stanza, c’erano troppi polmoni che dovevano respirare e c’era una sola piccola porta dalla quale l’ aria entrava.

Il caldo era torrido, afoso, faceva scendere goccioline di sudore lungo la faccia anche quando ci si sedeva su una vecchia seggiola, che ormai dava segni di cedimento.

Le pale del ventilatore attaccato al soffitto, erano rotte e non v’era modo di refrigerarsi.

I vestiti di tutti i presenti erano ormai bagnati, come se si fosse scatenato un violento temporale e le persone si fossero rifugiate in quella stanza.

Tutto era così brutto, così sbagliato, così no, eppure lui era finalmente felice, lui stava vivendo una seconda vita, una nuova giovinezza, lui c’è l’ aveva fatta.

Lui, il nostro Andrew, era riuscito a farsi una nuova vita ed ora stava per tornare alla ribalta, per meravigliare tutti, per togliersi dalle scarpe dei sassolini che oramai erano dei veri e propri massi, per tornare nel suo mondo, per tornare per vincere.

In realtà però, mancava ancora qualcosa perché tutto ciò si avverasse e proprio per questo Andrew si trovava in quella stanza.

Aveva in mano un documento falso di una sua nonna basca, che in realtà non era mai esistita e stava cercando di procurarsi la cittadinanza basca, attraverso un imbroglio ben architettato, fatto però per un buon fine.

Ad aiutare e consigliare Andrew a fare ciò, era stato il suo amico Javier, lo stesso che, attraverso la sua testimonianza, gli aveva permesso di tornare in libertà, lo stesso che in qualità di team manager dell’ Euskaltel- Euskadi aveva deciso di offrire una nuova possibilità, un contratto da DS, a quell’ amico che gli era stato vicino nei momenti difficili.

Pochi minuti dopo Andrew sarebbe quindi diventato basco, avrebbe avuto un nuovo lavoro, avrebbe intrapreso nuove sfide e sarebbe diventato l’ idolo e la speranza di un solo popolo che vede nel ciclismo un modo per combattere i “fratelli” spagnoli e cercare l’ indipendenza.

Si interrogava se tutto ciò fosse giusto o sbagliato, stava per essere riassalito dai tormenti, ma non poteva, non poteva cadere ad un metro dal traguardo.

Sbuffò, prese le sue carte in mano e gliele passò all’ uomo che stava oltre il vetro e che avrebbe deciso il suo futuro.

Passarono attimi interminabili, la testa di Andrew era china, non spiccicò nemmeno una parola, sudava, soffriva, sperava...

Finalmente, dopo 2 minuti che sembravano 2 ore, Andrew ricevette i documenti che lo avrebbero fatto diventare DS della Euskaltel-Euskadi, , i documenti che accesero finalmente nel cuore di tutti i baschi la speranza di battere gli odiati spagnoli pedalando per Alpi e Pirenei, i documenti che lo consegnarono ad una nuova vita e che lo resero immortale alla memoria dei posteri, perché lui avrebbe fatto Grandi cose…

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