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Paolo Marelli, per non dimenticare

Quella che vi proponiamo è una storia di ciclismo. Non è una bella storia, perché manca un lieto fine, ma il nostro fine come del resto quello di questa famiglia comasca che il 2 ottobre del 2005 ha pianto la morte di un ragazzo, di un figlio e fratello di appena 18 anni, è di quelli buoni.

Il 2 ottobre del 2005, durante una competizione ad Imbersago, è venuto a mancare Paolo Marelli, 18 anni, figlio di Roberto Marelli e di Margherita Cappelletti, fratello di Alessandro e Mattia. Era un ragazzo innamorato di ciclismo, che al ciclismo aveva dedicato gran parte del suo tempo. Non era un vincente, era un ragazzo come tanti, che sogna di poter diventare un giorno un grande corridore, anche se a lui bastava correre, mettersi il numero sulla schiena, far parte del gruppo e gettarsi nella mischia.

Poi, in una giornata grigia e carica di pioggia, in una curva maligna, la caduta che gli ha fermato il cuore e che ha spezzato la vita di una famiglia che oggi cerca di sopravvivere nel ricordo di un figlio e un fratello.

Perché scriviamo queste righe? Perché abbiamo deciso di dare voce a questa madre, la signora Margherita Cappelletti? Perché non è giusto che si dimentichi. Non è giusto che il mondo del ciclismo si volti dall’altra parte senza fare nulla con questa e altre famiglie.

Non è giusto che tutto venga «liquidato» con un assegno di 36.151,98 euro. Non è civile che la famiglia ciclismo non pensi a tenersi vicino delle famiglie che per questo sport hanno sacrificato qualcosa di ben più importante di una bicicletta.

Noi abbiamo raccolto la disperazione sussurrata, l’urlo strozzato di una madre che pretende di essere ascoltata e utile alla causa. Quale causa, vi chiederete voi? Quella di suo figlio e di quanti come suo figlio ci rimettono la vita o si vedono la vita sconvolta. Noi che abbiamo la fortuna di vivere questo sport con i semplici occhi della passione, non possiamo chiuderli. Abbiamo il dovere di dare una mano a chi ce la chiede. Per questo diamo spazio ad una madre e chiediamo al presidente della Federazione Ciclistica Italiana Renato Di Rocco, a quello Regionale Lombardo Oreste Casati, a quello provinciale Franco Bettoni di lavorare affinché possa essere costituita una Fondazione o quello che meglio ritengono giusto creare e che possa essere d’aiuto a quei ragazzi e a quelle famiglie che subiscono traumi di questa portata. Il nostro appello è quello di dare una mano a queste famiglie, riaccoglierle nella nostra comunità, in modo da coinvolgerle e fare in modo che loro stessi possano ancora essere utili alla causa del nostro sport. Una sorta di «Fondazione per i caduti sulla strada», che possa essere utile a chi si trova a dialogare con la morte e che possa essere utile ad uno sport che sulla strada rischia di morire.

«Quello che ci addolora e ci rende la vita insopportabile e le notti insonni – ci dice mamma Margherita – è l’assoluta indifferenza. Paolo è morto per aver coltivato una passione per la bicicletta smisurata. Credo altresì che le responsabilità ci siano, anche se il procedimento giudiziario è stato chiuso con una semplice motivazione: “fatalità”. Ma quello che mi preme e preme alla mia famiglia è che venga curata meglio la formazione dei volontari e degli addetti ai lavori che hanno tra le mani questi ragazzi, per garantire loro la massima sicurezza».

«Devono essere rivisti anche alcuni criteri di organizzazione delle gare, in modo tale da dare maggiore garanzia e sicurezza a tutti i partecipanti. Alcuni esempi? Prevedere un percorso alternativo meno insidioso qualora si verificassero delle complicazioni meteo; obbligare gli organizzatori a informarsi delle condizioni meteo; non lesinare con balle di fieno, materassi, barriere protettive dove è necessario; non lesinare con personale addetto e qualificato a tutelare gli incroci delle strade; istituire dei magazzini provinciali dove raccogliere e gestire il materiale necessario alla sicurezza. Un modo di cooperare, raccogliere materassi, protezioni varie e destinarle settimanalmente a quegli organizzatori che ne hanno bisogno; creare una giornata della memoria, una corsa, intitolata ai ragazzi che a questo sport hanno dedicato la vita, e che in quella giornata vengono onorati con una gara e così via…».

«Devo riconoscere che il presidente Federale Di Rocco, immediatamente dopo il suo insediamento, ha provveduto a innalzare il massimale della polizza integrativa da 36.151 euro a 61.974, anche se la vita di un figlio, di un ragazzo, non ha prezzo e non può e non deve essere ridotta solo ad un semplice assegno».

«Non è giusto considerare le famiglie vittime di un grave incidente o di un lutto, un fatto da liquidare e chiudere quanto prima. Voi non ci crederete, ma noi amiamo il ciclismo. Lo amiamo ancora, nonostante tutto. Ma il ciclismo se vuole essere uno sport davvero popolare e sensibile, deve farsi carico anche di quei “fratelli” che sono stati segnati profondamente da una disgrazia. So che non è facile, il mio non vuole essere né un rimprovero né tantomeno un’accusa. E’ solo un appello. Noi facciamo ancora parte della grande famiglia del ciclismo, e possiamo essere utili alla causa. Il ciclismo è da sempre sport individuale, che nasce però da un gioco di squadra. Noi vorremmo che fosse anche un po’ più famiglia».

Per chi volesse inviare un messaggio alla famiglia Marelli: info@tuttobiciweb.it

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Pista: cambia data la Sei Giorni di Zurigo

Cambia data la Sei Giorni di Zurigo: non più a fine anno ma dall’11 al 16 dicembre. In questo modo, fanno sapere gli organizzatori, si andrà ad occupare uno spazio vuoto nel calendario dei grandi avvenimenti invernali svizzeri e si darà ancora maggior lustro alla Sei Giorni, giunta alla sua 52a edizione.

Nel calendario internazionale delle Sei Giorni, quindi, Zurigo verrà dopo Fiorenzuola, Amsterdam, Grenoble, Milano, Dortmund, Monaco e Gand.

«La scelta di correre la Sei Giorni fra Natale e Capodanno - spiega Henri Wueger - non si è rivelata completamente vincente, in particolare nella notte di Capodanno e nella serata finale, a dispetto della grande adrenalina che ci ha regalato la corsa. Anche le valutazioni di certi sposnor ci hanno spinto verso questa nuova scelta che crediamo risulterà vincente».

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Angelo Ciccone a segno in Argentina

Angelo Ciccone forte non soltanto in pista, ma anche in strada. Nei giorni scorsi il dilettante élite bolognese che veste la maglia della Cycling Team Friuli, si è imposto in Argentina, a San Luis, dove all’autodromo si è svolta la Xllas Fechas, giungendo sul traguardo in completa solitudine, precedendo l’argentino Jose Mojano e l’azzurro Fabio Masotti, suo compagno di Sei Giorni. Ciccone e Masotti sono in Argentina per un lungo stage in vista dei prossimi campionati del mondo su pista.

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Lefevere propone: ricorriamo all'arbitrato del Tas

«I corridori sono spaventati, la corsa per loro è tutto». Non minimizza certo Patrick Lefevere, team manager della Quick Step, sulla questione Aso-Uci e propone: «Penso sia difficile trovare una soluzione in queste condizioni, le due parti ormai sono allo scontro diretto. Potrebbe essere interessante rivolgersi ad un arbitro, io penso al Tas, per forzarli a trovare una soluzione».

I corridori martedì hanno ricevuto un’email da McQuaid: il presidente - con gli stessi toni duri usati nella lettera inviata agli sponsor dei team di ProTour - scrive agli atleti su invito del CPA 8l’Associazione Internazionale dei Corridori, presieduta da Crdric Vasseur) e ricorda loro i regolamenti dell’Uci e le sanzioni che rischia chi deciderà di partecipare alla Parigi-Nizza. McQuaid scrive che le sanzioni indicate (sei mesi di sospensione, 10.000 franchi svizzeri - pari a circa 6.300 euro - di multa e il divieto di partecipare ai mondiali) vanno intese come “massime” e sarà valutata caso per caso la pressione che squadre e sponsor eserciteranno sul singolo corridore.

Lo sconcerto tra i corridori è evidente, si attende una comune presa di posizione delle squadre. Raggiunto nella tarda serata di ieri da L'Equipe TV il manager della Cofidis e presidente dell’AIGCP Eric Boyer ha detto che «i miei corridori saranno al via della Parigi-Nizza. Non vedo come l’Uci possa squalificare 160 corridori di livello internazionale. Siamo al limite del ridicolo. Noi correremo la Parigi-Nizza e tutto anmdrà per il meglio».

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Vuoi cantare l'inno dei Mondiali? Varese ti aspetta domenica

Memo Remigi canta ‘Varese va’ pedalando per le strade della Città Giardino accompagnato da un gruppo di ciclisti. Queste immagini caratterizzeranno il videoclip dell’inno ufficiale dei Campionati del Mondo di Ciclismo su strada Varese 2008.

Dopo le riprese effettuate a Donoratico insieme ai campioni Paolo Bettini, Giovanni Visconti e Alessandro Petacchi, la seconda parte della registrazione focalizzerà l’attenzione sulla città di Varese e le sue meraviglie. Gli scorci più suggestivi della città faranno da cornice a Memo Remigi, interprete ed autore della canzone candidata a diventare il “tormentone” di Varese 2008 (le parole sono di Alberto Testa). Chiunque volesse affiancare in bicicletta il cantautore, milanese di nascita e varesino di adozione, potrà presentarsi domenica prossima, 9 marzo, all’ippodromo Le Bettole di Varese, ovviamente munito di bicicletta… L’appuntamento è fissato per le 10.00.

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Cipollini starter d'eccezione all'Eroica

Lo scorso anno la Monte Paschi Eroica al debutto fu tenuta a battesimo da Paolo Bettini nel ruolo, inedito, di mossiere, compito che quest’anno tocca a un altro corridore toscano, egualmente in attività anche se rientrato di recente dopo quattro anni di stop: il quasi 41enne Mario Cipollini, non potendo frequentare la Monte Paschi Eroica da corridore – la squadra di cui fa parte, la Rock Racing, non è fra le invitate - sarà ugualmente protagonista d’eccezione dando il via sabato 8 marzo alla prova promossa da La Gazzetta dello Sport, organizzata da Rcs Sport e fortemente voluta dalla Regione Toscana e dal Monte dei Paschi di Siena.

I PROTAGONISTI PIU’ ATTESI

Oltre a Paolo Bettini sono attesi protagonisti Gilberto Simoni, Alessandro Ballan, Riccardo Riccò. E ancora Vincenzo Nibali, Giovanni Visconti, Igor Astarloa, Luis Felipe Laverde, Maximiliano Ariel Richeze, Antonio Murillo Fischer, Kurt Alse Arvesen, Stuart O’ Grady.

LA CORSA IN PILLOLE

La Monte Paschi Eroica si svolge su 181 km, con partenza da Gaiole in Chianti e arrivo in Piazza del Campo a Siena. 60 km sono di sterrato, suddivisi in 7 tratti con traguardi che danno vita a una speciale classifica. Il via alla corsa sarà dato alle 11.20.

LE STRADE BIANCHE

Dopo 35 km il primo tratto di sterrato: è il più lungo, 13,5 km. La salita di Montalcino (pendenza del 5%) è l’unica vera asperità del percorso, al km 60. Il terzo e quarto tratto di sterrato, dopo Torrenieri, per complessivi 20 km circa, sono abbastanza impegnativi, con continui saliscendi. Il 5° tratto di strada bianca, 11 km e mezzo, inizia da Asciano: bruschi saliscendi, con pendenze anche molto elevate. Gli ultimi km percorrono l’abitato di Siena, all’interno delle mura si accede da Porta Pispini.

128 PARTECIPANTI

16 le squadre iscritte di 8 corridori ciascuna, per un totale di 128 partecipanti provenienti da 20 paesi.

IN TV

Sabato 8 marzo dalle 17 su Rai Tre.

1.000 BICI E LA MOSTRA

Sabato pomeriggio la Fondazione MPS consegnerà 1.000 biciclette al Burkina Faso, nel quadro di un accordo di cooperazione con il Paese africano di cui sarà inaugurata, sempre l’8 marzo, una mostra fotografica alla presenza del ct azzurro Franco Ballerini e di Paolo Bettini.

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  • 5 years later...

E/U23 - La Palazzago sbarca in Veneto con Solaris e Grigolin

Lunedì 26 novembre 2007 - La Palazzago Saclà sbarca in Veneto. E il movimento Elite e Under 23 del Nordest si arricchisce di una nuova realtà. Per la seconda volta la corazzata di Olivano Locatelli, manager e direttore sportivo indiscusso a livello internazionale sceglie il triveneto per allargare i propri orizzonti ciclistici dopo l’esperienza di qualche anno fa divisa con il Gs Caneva, Gianni Biz e Ezio Piccoli. La squadra che sarà sempre sostenuta dalla Saclà avrà quindi una affiliazione in Veneto con dieci corridori di alto livello. Sulle maglie comparirà il marchio Solaris, azienda trevigiana leader nella produzione di pannelli fotovoltaici. Mentre il secondo sponsor sarà il gruppo Grigolin, anch'esso trevigiano, leader nel settore dei cementi. Atleta di punta del team, che può contare su ben 40 corridori, sarà Alessandro Bisolti, vincitore lo scorso anno del Giro della Valle d'Aosta e azzurro al Giro delle Regioni. Quindi Locatelli punterà su Alessandro Mazzi, veronese, tra i giovani più promettenti del pnorama nazionale e Fabio Donesana, più volte azzurro nella stagione agonistica appena conclusa.

Il programma della squadra sarà internazionale tanto che a gennaio la Saclà Solaris Grigolin è stata invitata al Giro dell'Argentina Open.

“C’è grande soddisfazione per questa affiliazione - spiega Olivano Locatelli - il Veneto ha cercato la Lombardia e questo gruppo sarà davvero un asse Milano-Venezia di grande rilievo”.

 

il ciclismo è il mio hobby e ho sempre in cerca di giro. ma quando vedo un cycler quindi non posso prendere io. Sono un membro della associazione ciclistica. Ho una migliore piano su di esso.

Modificato da Ustere
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