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Ludocronache delle Due Ruote


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Grazie, sembra buono!

Ps: Aggiornamenti a rilento. Si sente il ricominciare della scuola :D

[.Undici uomini e una botte al collo del San Bernardo.]

Care Cronache,

ci avviciniamo alle ultime sei tappe di questo giro d'Italia, che oggi non mi sembra più tanto vivo come lo era fino a due giorni fa.

Ieri infatti, l'itinerario proponeva una prima escursione sul San Bernardo, seguito poi dal Passo Sempione, dopodichè una lunga discesa avrebbe portato gli scollinanti al traguardo di Aosta.

Su quel traguardo, Damiano Cunego è passato con più di 3' su Di Luca, il suo diretto inseguitore, ora secondo in classifica generale, ma a più di 5' dalla maglia Rosa.

Beh, peccato. Pare proprio che mi vogliano togliere anche gli ultimi divertimenti, dannazione!

E' vero che nel ciclismo una crisi può capitare sempre, e potrei trovare migliaia di scusanti per poter dire che ancora Cunego non ha vinto il Giro, ma sinceramente, dopo questa dimostrazione di forza e freschezza, non vedo come potrebbe riuscire a perderlo. Ci vorrebbe impegno.

Impegno che ancora una volta il mio pupillo Mertens ha mostrato sul San Bernardo, andando a raccogliere altri 10 punti per la maglia verde.

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Fuga inutile, sebbene coadiuvata dall'importante aiuto di Rebellin in un secondo momento, visto che poi Cunego ha mollato tutti sul Sempione, scattando all'attacco dello stesso e riprendendosi il margine perduto ai danni del mio ragazzuolo belga, che ha le energie sempre più a terra, ma l'indossare la maglia degli scalatori, in virtù della sua seconda posizione nell'apposita classifica, dato ch Cunego già veste la Rosa, gli dà la forza di continuare a provarci. Peccato che dei suoi tentativi, nemmeno uno sia andato a buon fine.

A buon fine, invece è andato quello di oggi, ovviamente, senza la presenza di nessun Davitamon. Il gruppo ha smesso di lavorare dopo aver rispreso il campione nazionale francese Brard a 40 km dall'arrivo, e ha lasciato che un certo Sutton della Cofidis vincesse la tappa con più di 4 minuti sul gruppo. Era facile individuare nella fuga un buon tentativo, visto il nutrito plotoncino di undici passisti, ma non me la sono sentita nè di sforzare ulteriormente qualcuno dei miei già depauperati corridori, che già avevano da proteggere Robbie, nè di tirare il gruppo, per gli stessi motivi appena descritti.

Peccato, speravo che la Milram di Petacchi mi togliesse le castagne dal fuoco, ma stavolta non è stato così, il nostro atteggiamento parassitario non sempre funziona...

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Top Posters In This Topic

Grazie a tutti per i com[pli]menti!

Fanno un gran piacere :wink:

But the show must go on, e il mio calvo alter ego ha appena affrontato le asperità del Monte Bondone.

Errata corrige: In alcune delle puntate precedenti figura la data ad Aprile. Ovviamente il Giro d'Italia è a Maggio!

[.Bondone Di Luca.]

Brescia, 23/5/2006

Care Cronache,

siamo da poco tornati in albergo dopo questa bella tappa al limite del drammatico.

Ho passato il viaggio di ritorno dalla sommità del Bondone a parlare con il nostro fuggitivo di oggi. Manco a dirlo, Pieter Mertens.

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Mi è rimasto ben più d'un po' d'amaro in bocca. Agli 80 dall'arrivo, Pieter aveva 20' sul gruppo dei migliori, ancora con 182 uomini al suo interno. Purtroppo, le fatiche dei giorni passati l'hanno sfiancato, e dopo qualche chilometro dall'attacco dell'ultima asperità, gli sono saltate le gambe. Si son fatte di cemento, mi ha detto, nello stentatissimo italiano che l'ho costretto ad imparare per potersi comprendere meglio, non essendo io un grande oratore in fiammingo. Poi complice l'intelligente partenza di Parra, Landis e Perez il gruppo ha messo su un ritmo irresistibile per gli stanchissimi fuggitivi, che sono stati uno ad uno risucchiati prima in gruppo e poi ricacciati indietro.

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Non è nemmeno servito a nulla accumulare altri 15 punti GPM, visto che all'arrivo il detentore della maglia Verde Cunego e arrivato secondo, guadagnandone altrettanti. Nota positiva, Cristophe Brandt ha recuperato dalla diciassettesima alla sedicesima posizione ai danni di Danielson.

Adesso, ci aspetta un'altra tappa di montagna, la diciassettesima in totale. Manca poco alla fine, sarebbe bello riuscire ad agguantare un'ultima sospirata vittoria...

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Porca qui e porca là.

Finito di vedere Bettini che fa faville al Campionato del Mondo, mi vien subito voglia di giocare a PCM, carico la carriera.

17° tappa, quella di Plan de Corones.

Abbastanza ben gestita, senza andare dietro agli uomini forti contro i quali schiatterei immediatamente, cosa fa?

Non mi si pianta a 8 km dall'arrivo!?

Accidenti qui, là, su e giù, riavvio il PC e sinceramente la voglia di risorbirmi la stessa gara per due volte una in fila all'altra è scarsina. Quindi simulo. Brutta prestazione dei miei, mi permetto di credere che avrei potuto fare di meglio, perdo anche diverse posizioni in classifica. Comunque, beh, insomma: perdonate se non mi dilungherò sulla tappa visto che l'ho simulata...

[.(Cun)Ego Spropositato.]

Plan de Corones, 24/5/2006

Care Cronache,

tralasciamo.

Si, ci vorrebbero le stesse opzioni che apparivano sul DOS nei vecchi PC quando un floppy non funzionava bene, per dare un'occhiata alla tappa di oggi: annulla, riprova, tralascia.

Purtroppo è andata com'è andata. Non l'ho nemmeno seguita tanto, non per sfiducia, ma più per un devastante imbottimento di broncodilatatori per questa diavolo d'allergia che non vuol saperne d'andarsene.

I giornali han detto che una tremenda nube di polline stazione su tutta l'Europa, e qui in Italia, nella mia Italia, non va meglio che in Belgio.

Oh, beh. In un certo senso sì. Ho appena sentito al telefono il buon vecchio Peter Van Petegem, che capitana la mia squadra al Tour de Belgique, corsa poco significativa, che però i belgi, nazionalisti più che mai, ci tengono a far loro. Beh, comunque, tralasciando questi dettagli poco ciclistici, Gert Steegmans ha ottenuto un discreto terzo posto al fotofinish, battuto dal Phonak Uros Murn e da un tizio che corre in Continental. Sinceramente, sappiamo tutti che può e deve far meglio, il buon Gert.

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Comunque, credo che al suo ritiro, quando deciderà che ne è giunto il momento, Peter diventerà un fido collaboratore, qualora io sia ancora alla guida dei Davitamon, cosa che, detto tra me e le Cronache, mi farebbe un deciso piacere.

Insieme a lui, insomma, ho inviato al Giro del Belgio Nico Mattan, un gran passista, che ha raggiunto ottimi risultati nelle Classiche del Nord di quest'anno e che mi stressa da Gennaio per poter andare al Tour de Belgique invece che al Giro d'Italia, Wim Vansevenant, altro passista dal ritmo invidiabile, Leon Van Bon, un cronoman col gusto per la volata, il già citato Gert Steegmans e il giovane Wim de Vocht, che deve consolidare la sua possanza in pianura, per continuare la gloriosa stirpe di passisti che impregna il Belgio e la nostra squadra.

Intanto, a Saint-qualcosa in Francia, si sono ritirati Johann Vansummeren e Cadel Evans per un esemplare, breve e intenso allenamento montano. Si incomincia a pensare in prospettiva Tour. De France

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Non mi si pianta a 8 km dall'arrivo!?

L'ho beccato! Mi s'era piantato per un virus che mi occupava praticamente tutta la CPU, il maledetto. Quindi l'ho dovuto togliere. Ma sono di nuovo in pista, con le ultime news da Davitamonlandia

[.Il Cipiglio di un Coniglio.]

Gemona del Friuli, 25/5/2006

Care Cronache,

per un attimo ho creduto che ce la potesse fare.

Dopo l'ennesima fuga, Pieter Mertens era riuscito ad arrivare insieme Schumacher ai 20 km dall'arrivo.

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Ma il crudele gruppo del crudele Cunego non ha lasciato scampo a nessuno manco stavolta, azzannando tutte le squadre al fianco. Ed è stato ancora una volta un arrivo a due: Cunego-Di Luca, con il buon Cristophe Brandt tra i primi dieci, che recupera 3' su Floyd Landis e lo rischiaffa in 19° posizione.

Era partita bene la gara, una fuga nutrita, da molto lontano.

Beh, quel ragazzo si è rivelato una bella risorsa, ogni volta che lo vedo arrampicarsi sul crinale d'una montagna non posso fare a meno di sorridere, mentre la voce dell'immodestia che alberga dentro di me mi urla che forse, un po', è anche merito mio.

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However, mancano tre tappe.

Manca il San Pellegrino, mancano una sfilza di montagne dure, che saranno soltante croce nostra e delizia degli altri, per poi arrivare a Milano tra tre giorni. L'ultima possibilità per aggiudicarsi una seconda tappa a questo Giro d'Italia, sempre più magro. Come al solito, lotteremo.

Intanto Gert Steegmans sembra far imbestialire il vice-coach Bo Juncker. Da quel che mi dice, la squadra era stata straordinaria a tornare sotto ai fuggitivi. D'altronde, sono tutti passisti pluriesperti. Poi, per una volta, pure il treno Vansevenant-Van Bon, aveva funzionato, lanciando il ragazzo nell'ultimo chilometro alla perfezione! Coincidenze astrali! E quello, probabilmente il miglior sprinter presente al Giro del Belgio non arriva quarto, facendosi di nuvo battere da quello svizzero di Murn? Digrigno i denti, diavolo!

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Grazie a tutti per i vostri apprezzamenti.

Che duro Mertens!!!
Ma questo Mertens quanto ha in salita?

Eheheh! Il caro Pieter è un ragazzo tenace. Alla partenza della campagna aveva MO 68 e COL 70, adesso ha 71-71, ed punteggi medi in quasi tutte le altre caratteristiche. 66 in pianura, 68 in discesa... Solo a cronometro scende sotto il 60. Ha 25 anni, mi pare.

Ps: Murn è sloveno, non svizzero

Cavolo, lo equivoco sempre col campione svizzero.

Rast. Ecco, forse è Rast il campione svizzero...

A domani per le ultime news dal Giro!!

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Già, dimenticavo che hai rimescolato tutte le carte in tavola del ciclismo 8)

E ho pure fatto casino da Bertogliati e Bertagnolli <.<

[.Rush Finale.]

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Passo san Pellegrino, 26/5/2006

Care Cronache,

soltanto due tappe, altri quattrocento kilometri circa, e poi la maglia Rosa sarà, a meno di inconvenienti clamorosi sui quali mi permetterei di farmi più di una risata sopra, assegnata per un anno a Damiano Cunego, che ha conquistato anche la tappa di oggi, inarrestabile nella sua marcia.

Per quanto riuarda la nostra prestazione, bene Wim Van Huffel, che giunge all'arrivo appaiato a Pereiro della Caisse d'Epargne

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Guadagna una posizione nella generale, è adesso 26°, preceduto da Rogers, mentre una ne perde Cristophe Brandt, tornando in 19° posizione, a causa della buona prestazione che la Discovery ha ottenuto oggi da Beltràn.

Oramai è la forza d'inerzia che ci porta.

Domani l'ultima tappa di montagna, alla quale la nostra mente è già rivolta, visto che dovremo proteggere in ogni maniera Robbie, cercando di non farlo forzare la gamba, che deve rimanere il più fresca possibile a Milano.

Penso che questo Giro d'Italia fosse eccessivamente pesante per chi non sia uno scalatore puro. Alla fine, l'incisività delle due cronometro sulla generale è stata minima, è la durezza del percorso non ha fatto che favorire Cunego. Anche Simoni, che è spuntato solamente nell'ultima settimana di Giro, per esempio, ne ha tratto un grosso beneficio, riuscendo a raggiungere la terza posizione ai danni di qualche corridore molto più completo come ad esempio Botero della Phonak, uno dei corridori che stimo di più.

Il Tour de France, invece, ho il timore che abbia un percorso troppo agevole, ma se Cadel riuscirà ad arrivare alla Gran Boucle con la forma fisica necessaria, credo che potremo fare grandi cose.

L'importante è che l'ottimismo non venga mai a mancare.

A proposito di Tour, quello del Belgio offriva questo pomeriggio una brevissima cronometro.

Ho sentito poco fa i miei collaboratori. Beh, preferisco la primavera italiana. Pioggia e forte vento hanno caratterizzato tutto il pomeriggio e reso la crono un vero e proprio inferno. L'ha vinta Reus, della Rabobank, mentre il nostro Nico Mattan ha raggiunto soltanto la 12° posizione, ma si mantiene 14° nella generale a soli 54'' dalla testa della classifica. Il Giro del Belgio sì, che ha un percorso agevole, mi dicono, tanto che solo una delle tappe in linea pare avere qualche difficoltà necessaria a non far terminare la gara con uno sprint finale.

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[.L'altra faccia della medaglia.]

Aprica, 27/05/2006

Care Cronache,

il Cunego che non t'aspetti.

S'è conclusa da poco la ventesima tappa di un bel Giro d'Italia con un epilogo che m'è piaciuto tantissimo.

Oggi erano 218 km di fuoco. Oggi erano 218 km da fare con le gambe, con la testa e con i polmoni. E dove non sarebbero arrivati quelli, erano 218 km da fare con il cuore. Erano 218 km che comprendevano la Storia del Ciclismo, quella con la S maiuscola: Tonale, Gavia e Mortirolo.

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Proprio quest'ultima salita, l'asperità infernale dalle pendenze indicibili ha segnato il crollo del dominatore del Giro d'Italia.

Ebbene sì, mie Cronache, testimoni cartacee di un ciclismo che ha ancora emozioni stupende da regalare al pubblico, Damiano Cunego alla fine, è andato in crisi, dopo aver vinto l'ennesima tappa proprio ieri, è crollato.

Non è bello da dirsi, non è corretto, non è sportivo, ma vedere Wim Van Huffel, Pieter Mertens e Cristophe Brandt, tre nomi che hanno ben poco da dire agli occhi del pubblico, passare prima del capitano dei Lampre in cima al Mortirolo, la casa della sofferenza, non posso negare mi abbia dato una certa soddisfazione.

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Adesso è Di Luca ad indossare la Maglia Rosa, oltre alla Ciclamino, mentre purtroppo la Verde è ancora possedimento inarrivabile di Cunego. Dietro l'uomo Liquigas, c'è Simoni, a poco meno di 2'. Damiano Cunego è sesto, a dodici minuti dalla vetta della classifica.

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Dodici.

Minuti.

Dodici Minuti, dannazione.

Il ciclismo sa anche di disperazione, è vero. Oggi è stata la giornata di Victor Hugo Pena, che ha vinto la tappa però, e per quanto riguarda la nostra sponda, Cristoph Brandt e Wim Van Huffel si trovano in situazioni opposte, l'uno avendo perduto, l'altro guadagnato tre posizioni in classifica generale.

Avevo ordinato a Josep Jufrè di rimanere indietro per proteggere il più possibile Robbie, in modo da averlo il più fresco possibile nella tappa di domani, e direi che lo spagnolo c'è riuscito. Sono abbastanza contento della tappa di oggi, Wim è arrivato 18° al traguardo, e sembra crescere pian piano. Vorrei portarlo anche al Tour se sarà abbastanza in forma.

Ma adesso pensiamo a domani, pensiamo a mandare in crisi l'avversario più pericoloso. Robbie McEwen contro Alessandro Petacchi, ancora.

E ci sarà da divertirsi.

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[.Estate.]

Bruxelles Charleroi, 31/5/2006

Care Cronache,

mi trovo all'eoreoporto di Bruxelles, per prendere il volo che mi fara raggiungere il Lussemburgo, dove domani mattina avrà inizio il Tour de Luxembourg, prima gara del mese di Giugno.

Ho lasciato sbollire un poco le emozioni del Giro. Ovviamente l'ultima tappa è stata la solita noia interminabile fino alla volata finale, pietosamente conclusa da Robbie in 13° posizione e vinta indovina un po' da chi... Petacchi.

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La sfilata dell'altro giorno, ha poi visto l'incoronazione della Maglia Rosa Di Luca, mentre Cunego è apparso con aria di sconfortata mestizia sul palco per ricevere la Maglia Verde di miglior Scalatore. Lo sponsor è rimasto abbastanza felice dei piazzamenti del giovane Mertens, secondo nella classifica GPM e ottavo in quella dei giovani. Ora, con l'estate che già bussa alle porte di una fresca primavera belga, lo sguardo di noi tutti è fisso sulle prove che fanno da preludio al Tour de France. Il Criterium, il Giro di Svizzera eccetera...

Inoltre, da metà mese in poi, i corridori saranno tutti dispersi per le varie località europee, partecipando ai campionati nazionali, tra i quali però non figura il campionato nazionale Australiano, corso in Gennaio, per ovvie ragioni di, come dire, natura terrestre. Beh, sarà un momento di riposo che andrà sfruttato per fare le ultime rifiniture a Cadel in vista del Tour de France. Sono fiducioso. Forse troppo. Ma non fa mai male.

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[.PrETour.]

5/6/2006, Annecy

Care Cronache,

è mattino qui in Francia, come lo è oramai su mezza Europa.

E' incominciato ieri il Criterium du Dauphinè Liberè, la prima delle gare Pro-Tour di questo mese; gara che per la verità potremmo ridefinire Pre-Tour, infatti si comincia a vedere una seria intenzione di preparazione nelle grandi squadre e nei grandi ciclisti in vista del clou della stagione.

E siccome nelle grandi squadre e tra i grandi ciclisti voglio avere anche qualche nome dei miei ragazzi, è ora di cominciare a togliere la briglia ai cavalli migliori e prepararsi ai grandi eventi della stagione ciclistica.

Per fare un breve riassunto di quello che è successo in questo inizio di stagione, basti dire che siamo riusciti, dopo un gran periodo di magra, ad aggiudicarci due corse di un giorno, seppur di una categoria minore.

Il GP Schwarzwald in Germania è stato vinto da Mario Aerts, seguito da Wim Van Huffel, il quale ha lasciato il suo marchio anche sulla corsa svizzera Kanton Aargau, dove buoni piazzamenti sono stati ottenuti anche da Chris Horner e Pieter Mertens, rispettivamente terzo e sesto. Corse non molto rilevanti ma che comunque fanno morale, no?

Il Tour del Lussemburgo arriverà quest'oggi all'ultimo atto. Il nostro miglior piazzato in classifica generale è Bjorn Leukemans, unica punta di una formazione onestamente poco seria, formata da tutti i giovani della squadra, ventitreesimo e inviato in Lussemburgo soprattutto per fare forma.

Qui in Francia s'è corso ieri il Cronoprologo della corsa, con risultati piuttosto soddisfacenti, soprattutto per Johann Vansummeren, non un cronoman puro, giunto ventiquattresimo.

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Cadel è la nostra punta numero uno, ma non mancano le presenze importanti, sia tra di noi, con Van Petegem e Mattan, sia tra i nostri avversari, dove figurano quasi tutti i capitani delle squadre ProTour.

Sarà divertente.

Mi auguro buona fortuna.

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[.Sogno o Son Desto?.]

Annecy, 5/6/2006 [12 ore più tardi dal precedente capitolo]

Care Cronache,

dopo che ieri Cristophe Moreau aveva conquistato il cronoprologo,

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eravamo subito decisi a mostrarci forti e baldanzosi in questa prima tappa, con un terreno piuttosto divertente, che presentava un paio di brevi asperità finali prima degli ultimi chilometri di discesa che portavano al traguardo. Percorso adatto a passisti e agli sprinter più pesanti, insomma. Ed infatti in prima fila sin dall'inizio ci sono Bettini e Hushovd, tra gli altri. Tengo la squadra davanti, nonostante siano gli AG2R a fare il ritmo. L'immancabile fuga di giornata era oramai riassorbita quando il falsopiano discendente che precedeva lo strappetto finale stava per concludersi. Mi siedo quasi sul finestrino, facendo larghi cenni al ragazzo, urlando nell'auricolare ai miei uomini. E senza bisogno di una parola in più ecco che Johann Vansummeren si alza sui pedali, e sulle pendici di questo breve tratto di salita attacca il gruppo compatto. Nessuno sembra reagire. Dai, è quasi in cima. Sento il magone forte, potente e allegro delle buone occasioni, mentre il ragazzo ferisce l'asfalto quasi solcandolo con il sottile pneumatico della bici da corsa. Johann scollina e si getta in discesa, 20'' di vantaggio sul gruppo, 5000 metri da tirare ancora. E' un buon passista, Johann, ce la può fare. Può resistere anche al rientro in volata dei velocisti. Può arrivarci. Mi volto indietro, vedo che accade tra gli altri dei miei. Steegmans viene trainato su da Mario Aerts, ma è rimasto indietro. Nico Mattan ha ceduto da parecchio, mentre Van Petegem ciondola in fondo al gruppo. Urlo nell'auricolare un 'Vai!' diretto a nessuno in particolare e mi sveglio.

?

Sì, mi sono svegliato.

Ho aperto la portiera, e mi sono diretta alla bacheca generale, dove figurava l'ordine d'arrivo.

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Gruppo compatto. Vince Bennati.

Sconsiglio a tutti di avere un malore in ammiraglia.

[Ovvero, come narrare un crash a cinque minuti dall'arrivo, con un uomo in fuga solitaria senza mangiarsi il fegato :D]

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Mah, ero convinto di aver postato Giovedì, ma ci deve essere stato un errore da parte mia... boh

[.Sveglio.]

7/6/2006

Care Cronache,

E' finita la cronometro difficile e lunghissima di questo Critèrium, dove Cadel Evans ha ottenuto un modesto 15° posto, mentre Johann Vansummeren si è guadagnato la 9° posizione con una prova davvero bella e meritevole. La cronometro, dura, sembrava disegnata per le caratteristiche di Jan Ullrich, che infatti ha vinto a mani basse, prendendosi anche la maglia e delineando una volta per tutte la fisionomia della classifica della corsa.

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Per tornare al 'mio' Johann, venticinquenne belga dal passo di ferro, questo nono posto è probabilmente arrivato sulle ali dell'entusiasmo, dopo che, attenzione attenzione, Care Cronache, aveva conquistato la tappa del giorno precedente.

Una gran bella vittoria che ha rimesso speranza nel mio cuore di DS.

Il caro ragazzo ha vinto alla sua maniera, così come aveva conquistato quattro delle sei tappe della Parigi-Nizza, della quale detiene il titolo del 2006. Ha vinto alla sua maniera, dicevo, partendo sull'ultimo strappo, un'asperità di appena 3 km ma con una pendenza media superiore all'8%, e poi resistendo per 25 km in fuga solitaria, prima nella lunga discesa e poi negli ultimi 15 km pianeggianti, spingendo come un passista di lunga esperienza, e, soprattutto, dalla grossa potenza.

Così ha reso vana la rincorsa del gruppo ricompattato, e la rimonta in volata di Bennati non è bastata a riprendere il prode Vansummeren sull'arrivo, dove ha potuto finalmente stendere le braccia.

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Ad inizio giornata l'immancabile fuga da lontano aveva visto protagonista Axel Merckx, che con i due colleghi Augè e Pena era stato ripreso sulla difficoltà più lunga di giornata, dove a qualche chilometro dalla cima aveva tentato la fuga il capitano dei Boygues Brochard. L'allungo dell'ex-campione del mondo però era stato subito corrisposto dalla maglia gialla Moreau e dal ruggente Cadel Evans, sempre pronto a tener d'occhio i migliori. Da domani cominceremo a divertirci un po' di più, ma con questa vittoria in saccoccia, possiamo andarci più tranquilli. Il tracciato della gara vittoriosa per noi era molto simile a quello del giorno precedente, vale a dire una lunga pianura iniziale che poi saliva con brevi e secche asperità collinari che avrebbero messo in difficoltà i velocisti più morbidi. Non per niente Paolo Bettini e Thor Ushovd erano i favoriti di giornata, ma Gert Steegmans, aiutato in collina dal fido Josep Jufrè e riportato in cima al gruppo dall'ottimo lavoro di Van Petegem rimaneva comunque in agguato e passava comunque 13° sul traguardo.

Proprio una bella vittoria, sì.

Il etait amusante.

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Grazie Jaco :D

[.Ventoso.]

8/6/2006, Le Mont Ventoux

Care Cronache,

La Storia del Ciclismo è di nuovo permeata nei nostri cuori di appassionati, quegli stessi cuori di coloro che ascoltano ogni giorno il rumore delle due ruote che mordono l'asfalto, quell'asfalto che oggi era così duro e così crudele su una delle salite mitiche di questo pazzo pazzo mondo. I 23 km più lunghi e carichi d'agonia del ciclismo hanno incoronato come loro domatore Cristophe Moreau, che ha preceduto in solitaria al tragurdo la maglia gialla del Critèrium Jan Ullrich. Cadel Evans, staccato negli ultimi chilometri da una pesante accellerazione di Vinokourov è rimasto incollato alle ruote di Sastre e Schlek, giungendo al tragurdo quindicesimo. Diciottesimo posto per Pieter Mertens, che insieme a Bettini e ad altri aveva tentato la fuga dal cinquantacinquesimo chilometro della gara, venendo staccato solo dal Lampre Szmyd, troppo più forte di lui in salita, prima di essere entrambi inghiottiti per ultimi dagli squali del gruppo dei migliori, che già avevano riassorbito lo sfaldato gruppo dei quindici fuggitivi.

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Moreau ha così conquistato la maglia a punti e quella riservata agli scalatori e ha scavalcato il kazako Vinokorouv dalla seconda piazza della generale. Cadel va adesso ad occupare invece l'undicesima posizione, con buone prospettive di miglioramento, visto che la forma sta crescendo e visto che da qui alla fine del Critèrium solo salite aspettano il plotone. Pieter Mertens avanza nella classifica dei giovani fino alla settima posizione, mentre Johann Vansummeren ne occupa la quinta, scivolando però nella generale, com'era prevedibile fino alla diciottesima.

Le pendenze si alzano, le strade si fanno più difficili e si sente il clima teso che si respira nel bel mezzo della stagione. Benvenuti nel Ciclismo.

n saluto dal Mont Ventoux

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