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DOPING: dite la vostra (dopo aver letto il preambolo).


alexilalas

Secondo me:  

25 utenti hanno votato

  1. 1.

    • A questo punto che si dopino tutti, tanto vincerà comunque il migliore, magari lo capiranno quando cadranno come mosche a 40 anni...
      4
    • L'antidoping ha fallito, meglio investire esclusivamente sulla cultura di uno sport pulito
      2
    • Continuare ad investire sulla lotta al doping, ma con pene miti, investendo contestualmente per una cultura dello sport pulito
      2
    • No al doping, ma tutelando i corridori, che sono vittime, e con pene severissime per direttori sportivi e dottori
      6
    • No al doping nella maniera più assoluta, ma il Tour è falsato e dovevano annullarlo
      1
    • No al doping nella maniera più assoluta, hanno fatto bene a continuare col Tour, anche a costo di questi sputtanamenti
      10


Messaggi raccomandati

Se fosse confermato quanto si dice nell'Operacion Puerto... non venivano beccati perchè non vi è modo di rintracciare una trasfusione di sangue proprio rigenerato.

E' vietato farlo, ma impossibile da provare con test antidoping.

Così come qualche anno fa non era tracciabile l'EPO.

E anni prima il GH...

Come già detto, l'antidoping è, purtroppo, sempre in ritardo di un paio d'anni rispetto alle nuove pratiche dopanti. Ecco perchè diventa sempre più difficile se non impossibile pensare ad una vittoria finale dell'antidoping senza una cultura sportiva di base e NELLA base.

Pensateci poi... quante volte viene squalificato uno perchè magari si è fatto una canna... e quanti quelli che la fanno franca con vere e proprie bombe!

Non illudiamoci, i medici al servizio delle squadre sono più alla ricerca del come fuggire i controlli che per altro...

Si vociferò appunto che qualche compagno di Pantani gli rimproverò la sua presupponenza (pensava di essere intoccabile e che non potessero fargli ulteriori controlli a due tappe dalla fine del Giro) con frasi riguardanti il fatto che nella notte precedenti le analisi se l'era dormita della grossa invece di fare (non so cosa) per sfuggire all'antidpong (una pratica comunque alquanto diffusa all'epoca per risultare puliti).

Quoto ogni singola parola.

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è sempre la solita storia...o si dà credito alle persone e quindi non si giudica la gente sul sospetto o appena c'è qualche sospetto si prendono tutti i corridori, medici, direttori sportivi etc li si sospende a vita e buonanotte al secchio...bisogna dare segnali forti in qualche modo!

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è sempre la solita storia...o si dà credito alle persone e quindi non si giudica la gente sul sospetto o appena c'è qualche sospetto si prendono tutti i corridori, medici, direttori sportivi etc li si sospende a vita e buonanotte al secchio...bisogna dare segnali forti in qualche modo!

Non ho ricevuto notizia del fatto che i forti sospetti su Armstrong abbiano indotto Mr Leblanc a chiederne l'esclusione alla Discovery Channel, neosquadra ProTour e quindi anch'essa soggetta al codice etico richiesto dall'UCI.

Un peso ed una misura, please.

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Non ho ricevuto notizia del fatto che i forti sospetti su Armstrong abbiano indotto Mr Leblanc a chiederne l'esclusione alla Discovery Channel, neosquadra ProTour e quindi anch'essa soggetta al codice etico richiesto dall'UCI.  

Un peso ed una misura, please.

bè è un discorso più ampio rispetto alla sola questione tour...

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E' vero che Armstrong non fu sospeso ma a mio parere sono due casi diversi almeno da quanto ne so. Gira e rigira i problemi di Lance derivavano dalla sua collaborazione con Ferrari, ma sul dottore sono sempre state formulate tante ipotesi e nessuna condanna, a meno fino ad oggi. Il caso Basso-Ullrich secondo me è ben più grave essendo loro invischiati in un caso di sicuro illecito sportivo riguardante il doping, è da verificare se veramente le sacche di sangue fossero destinate a loro ma tutto lascia presuppore questo, e aggiungo purtroppo. Questo è il mio punto di vista, sono sicuro che tanti di voi non lo approveranno ma si è sempre qua per discutere, no? :lol:

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E' vero che Armstrong non fu sospeso ma a mio parere sono due casi diversi almeno da quanto ne so. Gira e rigira i problemi di Lance derivavano dalla sua collaborazione con Ferrari, ma sul dottore sono sempre state formulate tante ipotesi e nessuna condanna, a meno fino ad oggi. Il caso Basso-Ullrich secondo me è ben più grave essendo loro invischiati in un caso di sicuro illecito sportivo riguardante il doping, è da verificare se veramente le sacche di sangue fossero destinate a loro ma tutto lascia presuppore questo, e aggiungo purtroppo. Questo è il mio punto di vista, sono sicuro che tanti di voi non lo approveranno ma si è sempre qua per discutere, no? :wink:

84 pagine per spiegare i motivi per cui il dott. Michele Ferrari, uno dei medici sportivi più noti del mondo del ciclismo - negli ultimi anni ha seguito anche Lance Armstrong - è stato condannato l'1 ottobre scorso a conclusione del processo per doping a un anno di reclusione e a 900 euro di multa per frode sportiva ed esercizio abusivo della professione di farmacista. Le ha depositate il giudice monocratico di Bologna Maurizio Passarini. Amaro il ragionamento del giudice quando spiega la determinazione della pena: "quando a ricorrere al doping sono, come nel caso del dr.Ferrari, i migliori medici sportivi, quelli usciti dall'eccellenza di un centro di ricerca finanziato dallo stesso Coni, allora forse c'è veramente da temere che l'imbroglio, il volgare imbroglio, per quanto farmacologicamente raffinato, continuerà ad avare la meglio sull'effettivo valore degli atleti. C'è da temere che prevalga la cultura del 'cosi' fan tuttì e che, dietro le più o meno sincere affermazioni di principio, la convinzione, aberrante, resti quella che non sia possibile ottenere grandi risultati senza ausili farmacologici. E' per questo che il trattamento sanzionatorio nei confronti dell'imputato Ferrari non può essere mite".

Le dichiarazioni di Filippo Simeoni, ma non solo quelle. Dichiarazioni che "trovano conforto e vengono avvalorate da una serie di altri elementi raccolti nel corso del processo". Elementi raccolti "non senza fatica, ché quello del doping è argomento che l'ambiente dello sport professionistico non pare ancora in grado di affrontare con l'indispensabile coraggio e schiena dritta che una impietosa autocritica richiederebbero". E' lungo l'elenco di "prove, dirette e indiziarie", che il giudice monocratico di Bologna Maurizio Passarini, ha elencato nelle 84 pagine in cui ha spiegato i motivi per cui ha condannato il Dott. Michele Ferrari, preparatore anche di Lance Armstrong, a un anno di reclusione e a 900 euro di multa per frode sportiva ed esercizio abusivo della professione di farmacista.

Alle dichiarazioni di Simeoni, seguito da Ferrari dal novembre '96 a fine stagione '97, è dedicata una parte cospicua dei motivi. Il ciclista di Latina, che per le sue rivelazioni ha avuto molti problemi (all'ultimo Tour, ad esempio, Armstrong in persona si mosse per annullare l'azione di Simeoni in fuga con altri corridori: "Se volete proseguire la fuga - disse agli altri lo statunitense - dovete mollare Simeoni"), "senza esitazioni di sorta - ricorda Passarini - ha espressamente dichiarato o più volte ribadito che, su indicazioni e prescrizioni del Ferrari, assunse eritropoietina (epo) e Andriol (farmaco a base di testosterone, ad affetto anabolizzante). Ha precisato Simeoni che Ferrari non gli procurò personalmente l'Epo e l'andriol (pur facendogli capire che, all'occorrenza, sarebbe stato in grado di farlo), ma si limitò a prescriverglieli, all'interno di programmi di allenamento che lo stesso Ferrari predisponeva". Simeoni ha spiegato nel corso del processo che gli asterischi nelle tabelle di allenamento predisposte dal medico stavano ad indicare l'assunzione di Andriol. "Le dichiarazioni di Simeoni sono ben precise - osserva Passarini - Egli quando rivolge dette accuse è perfettamente consapevole di quanto va dichiarando e del rilievo di dette dichiarazioni".

Il problema del processo è stato stabilire se l'atleta è credibile o meno, se sia "il ciclista che coraggiosamente ha deciso di rompere con il passato, infrangendo i troppi silenzi e le omertà che circondano il fenomeno, o se sia un calunniatore". La conclusione del giudice è per la prima ipotesi, anche se "la difesa del Ferrari ha cercato in vari modi di minare la credibilità del Simeoni". "Nessuno degli argomenti utilizzati dalla difesa è tale da minare la credibilità - spiega il giudice - le cui dichiarazioni trovano conforto e vengono avvalorate da una serie di elementi raccolti nel processo". "Simeoni, caso pressoché unico in un ambiente (quello dei ciclisti e, più in generale, degli atleti professionisti) evidentemente ancora non pronto a voltare le spalle ad un imbarazzante passato, - ricorda Passarini - non soltanto ha ammesso un utilizzo di sostanze dopanti assai più massiccio e temporalmente più esteso di quanto l'evidenza dei fatti (l'essere stato trovato in possesso di farmaci a tal scopo destinati) di per sé dimostrasse, ma ha anche fatto i nomi dei 'cattivi maestri'; comportamenti, questi che non lo hanno reso popolare all'interno della comunità sportiva di cui ha continuato a far parte".

Passarini sottolinea le "perplessita" suscitate dalle dichiarazioni di alcuni altri ciclisti sentiti come testi: "in particolare Chiappucci e, maggiormente, Bortolami". In particolare "fondatissimi dubbi di mendacio caratterizzano le dichiarazioni del Bortolami". La conclusione è che "nessuna significativa interna contraddizione inficia la credibilità delle dichiarazioni di Simeoni, il quale anzi, per il contesto in cui ha maturato la decisione di riferire quanto a sua conoscenza, va ritenuto persona certamente attendibile". Poi ci sono le altre prove: ad esempio le "prescrizioni di Androsten (al pari dell'andriol, sostanza ad effetto anabolizzante a base di testosterone) presenti nelle tabelle di allenamento del ciclista tedesco Kappes, da collocarsi negli anni '97-'98"; "le prescrizioni di Deha (anabolizante) presenti nelle tabelle di allenamento dello stesso Kappes e del triatleta svizzero Bernhard Olivier"; "l'ordinativo di 500 capsule di Deha, datato 13-3-'98, rinvenuto in casa del farmacista Guandalini, scritto dal Ferrari su foglio a lui intestato"; "le prescrizioni di sinsurrene a Ivan Gotti e Giorgio Furlan"; le dichiarazioni di altri due ex ciclisti, Fabrizio Convalle e Carlo Cobalchini. "Le prescrizioni di Epo e Andriol al Simeoni - è la sintesi del giudice - di Androsten al Kappes, di Dhea allo stesso Kappes e all'Olivier, di sinsurrene al Gotti e al Furlan erano evidentemente finalizzate a migliorare artificiosamente e fraudolentemente, in violazioni dei divieti dei regolamenti antidoping, le prestazioni degli atleti, e potenzialmente ben in grado di alterare il leale e corretto svolgimento delle competizioni sportive cui partecipavano".

"Storie di doping nello sport - conclude Passarini - si sono sempre avute e, realisticamente, esisterà forse sempre un gap tra lo sviluppo della ricerca, capace di rimpiazzare farmaci con altri sempre nuovi e più sofisticati, e la possibilità di smascherarli attraverso i sistemi di controllo. L'obiettivo che ci si deve sforzare di raggiungere, e che è alla portata di un mondo dello sport che decida veramente di combattere il fenomeno del doping, è quello di ridurre al minimo quel divario, attraverso il ricorso a controlli (sempre più mirati, efficaci, a sorpresa, effettuati anche durante gli allenamenti e non solo in occasione delle gare) e, inevitabilmente, a sanzioni, anche severe, da applicarsi a chi viola le regole".

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