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Storia dei Mondiali:Korea e Giappone 2002


Steve

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Parliamo della sorpresa Senegal che elimina con un golden goal la Svezia.

Una rete di Camara al 14' del primo supplementare promuove gli africani ai quarti. I 90' regolamentari si erano chiusi sull'1-1.

OITA, 16 giugno 2002 - Il primo golden gol del Mondiale 2002 regala al Senegal una storica qualificazione ai quarti di finale. Camara realizza al 14' del primo supplementare il gol che decide la combattutissima sfida con la Svezia. Dopo 90' il risultato era sull'1-1. Nel primo tempo i due gol: Larsson ha portato in vantaggio gli svedesi con un colpo di testa su azione di corner, Camara ha replicato per il Senegal con una bella iniziativa personale. Poi lo stesso giocatore ha risolto il match nel primo supplementare.Con Diao e Fadiga squalificati, Metsu schiera l'acciaccato Coly, rischiando tutto contro la Svezia. Il 4-4-2 è speculare a quello dei nordici di Soderberg, con Allback e Svensson subito in gara rispetto alle previsioni. La Svezia entra subito in partita, schiacciando il Senegal nella sua trequarti. Il pressing è concentrato sulla fascia destra dove i raddoppi non vengono digeriti da Thiaw e Daf. Gli africani, un po' sorpresi, vanno alle corde ed è inevitabile il vantaggio di Larsson che sfrutta un'uscita avventurosa di Sylva. Ma il Senegal ha il pregio di non abbattersi. Così, dopo una fiammata di Diouf, comincia a macinare gioco alla sua maniera. Il tema tattico della gara subisce un vistoso cambiamento: senegalesi in attacco e Svezia marpiona che attende al varco. La difesa dei nordici si chiude a meraviglia ogni qualvolta l'egoista Diouf e compagni cercano spazi e ribatte con le torri tutti i suggerimenti alti dalla fasce. Metsu invita i suoi a tenere la palla bassa. L'idea funziona e per la Svezia cominciano i guai. A salire in cattedra sono

Daf e Coly che contengono e spingono ispirando le fasce, creando superiorità numerica, con Diouf che si scatena obbligando gli avversari al raddoppio. Meritato e bello il pareggio di Camara che potrebbe raddoppiare qualche istante dopo. Insomma, un Senegal intraprendente e fantasioso che domina nel possesso di palla e tiene testa al più quotato avversario.

L'avvio di ripresa è la carta carbone dei primi minuti della partita. Sembra quasi che il Senegal faccia fatica a ripristinare i collegamenti, subendo il pressing metodico e razionale degli svedesi. Per poi infiammarsi all'improvviso con i soliti noti. Soderberg innesta Andreas Andersson al posto di Allback, rinforzando la fascia destra, mentre Pape Diop lascia il posto per infortunio a Beye. Il neo entrato Andersson si mangia un gol, ma il Senegal non si arrende. Soderberg vuole vincere la partita è inventa un tridente con Ibrahimovic. Egoista, ma efficace, lo svedese manca il gol della vita e regala fantasia ai gialloblu, mentre gli africani rallentano il ritmo, sottolineando l'assenza del fondamentale Fadiga dal magico cross. Si va ai supplementari con la Svezia che mette sotto i senegalesi. Svensson colpisce un palo che si sente fino a Tokyo e quando meno te lo aspetti Henri Camara, ancora lui, probabilmente ispirato dal dio africano del rasoterra, scarica la sua rabbia sul palo alla destra di Hedman, con palla che carambola in rete. E' il golden gol. E' la rete che vale i quarti di finale. Incredibile: il Senegal fa fuori la Svezia, dopo avere annichilito alle origini del Mondiale la Francia.

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Adesso parliamo del bellissimo match tra Spagna e Irlanda e chi vince nei quarti affronterà la Corea del Sud.

Decisive due parate di Casillas. Dopo 120' la gara era sull'1-1. Gli irlandesi avevano pareggiato al 90' su rigore il gol di Morientes all'8'.

SUWON (Corea del Sud) 16 giugno 2002 - La Spagna soffre, suda e sbuffa, ma alla fine elimina l'Irlanda ai calci di rigore (4 a 3 il finale, 1 a 1 quello dei tempi regolamentari). Fatali per l'Eire gli errori di Holland, Connolly e Killbane (ma bravo Casillas a parare i tiri degli ultimi due). Gli uomini di Camacho hanno giocato in 10 i due tempi supplementari per un incidente ad Albelda quando erano gia state effettuate tutte e tre le sostituzioni. I ragazzi di McCarthy corrono per quasi tutti i 120 minuti della gara, ma cadono proprio nell'ultimo tratto. Se l'Italia batterà i padroni di casa della Corea del Sud, dunque, dovrà fare i conti con le "furie rosse" di Camacho.

E pensare che tutto era cominciato con due squadre che si affrontavano a viso aperto: più manovriera e talentuosa la Spagna, più veloce e garibaldina l'Irlanda. Camacho tiene Tristan in panchina e si affida alla coppia d'attacco del Real Madrid, Raul con Morientes. McCarthy non rinuncia al suo classico 4-4-2 che ha come punte di diamante il velocissimo Duff e il "cecchino" Robbie Keane. Gli iberici schierano anche un'inedita coppia centrale difensiva formata da capitan Hierro con Helguera. Otto minuti e le sorti del match sembrano segnate: Puyol, ottima gara la sua, scende sulla destra e mette in area, Morientes anticipa con classe e tempismo Breen e di testa insacca. Tutti a pensare: è fatta, ed è quello che devono aver immaginato anche Camacho e i suoi. La Spagna si illude di poter controllare le sfuriate irlandesi, che nel primo tempo non ci saranno, per poi ripartire in contropiede.

L'Irlanda, invece, evita di buttarsi scriteriatamente in avanti, offrendo il fianco alle ripartenze spagnole. La difesa di McCarthy resta molto alta e quando non anticipa le "furie rosse", riesce a metterle in fuorigioco (in totale la Spagna ne patisce ben 13). Nella ripresa il copione non cambia, ma l'Irlanda alza via via il baricentro del suo gioco, arrivando sempre più spesso al tiro e penetrando con più continuità nell'area spagnola. Su una di queste incursioni, Duff si scontra con Juanfran e va a terra. Le immagini diranno poi che l'irlandese accentua e di molto la caduta, ma Harte "rimedia" facendosi parare il tiro da Casillas. Il gol del pareggio arriva, sempre su penalty, allo scadere e lo realizza Robbie Keane. Poi la coda dei supplementari e dei rigori. L'Irlanda esce a testa alta.

A domani con i quarti e i risultati degli ottavi.Ciao da Steve :oops:

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Ecco i risultati di tutti gli ottavi:

Germania-Paraguay 1-0

Messico-USA 1-2

Spagna-Irlanda 4-3 dopo rigori

Corea del sud-Italia 2-1

Brasile-Belgio 2-1

Svezia-Senegal 1-2

Giappone-Turchia 0-1

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Parliamo in modo piu completo di tutti i quarti.Il primo quarto ke affronto è Usa-Germania.La rivelazione contro la favorita Germania e secondo chi ha vinto? Lo vedremo ora. Gli Stati Uniti dominano per mezzora, ma poi si arrendono all'inzuccata di Ballack. Palo di Klose e rigore negato agli Usa nel secondo tempo.

ULSAN (Corea del Sud), 21 giugno 2002 - Pur dominata nella prima mezzora di gioco dagli scatenati statunitensi e anche per lunghi tratti nella ripresa, la Germania raggiunge la semifinale mondiale grazie a una rete di Ballack nel finale di primo tempo e ora attende di sapere se martedì prossimo a Seul dovrà affrontare la Spagna o la Corea padrona di casa. Gli americani escono dal Mondiale tra gli applausi e a testa alta. Anzi, altissima.Sul telecomando di ogni videoregistratore c'è un tasto per raddoppiare la velocità del nastro. Per avere un'idea dei primi 39' di Germania-Stati Uniti fate conto che, mentre i tedeschi avanzavano a velocità normale, gli uomini di Arena parevano appunto correre il doppio dei blasonati avversari. Tanto da dominarli puntualmente. Il calcio però è bello anche perché non sempre vince il migliore (gli azzurri l'hanno capito martedì scorso) e alla prima disattenzione gli inesperti yankees hanno preso gol e iniziato a fare acqua da tutte le parti.Piazzando Reyna davanti alla difesa in linea, Arena ha di fatto installato una rampa di lancio per i cinque missili che con un movimento continuo, la capacità di inserirsi negli spazi e sovrapporsi sulle fasce, hanno mandato in tilt la retroguardia tedesca. Hejduk e Lewis sulle fasce, O'Brien e Donovan con inserimenti centrali e la punta unica McBride hanno completato il lavoro impostato dietro dai centrali Pope e Mastroeni, da Berhalter a sinistra, ma soprattutto da uno straripante Sanneh a destra.La Germania ha l'umiltà di soffrire e l'esperienza per attendere il momento buono per colpire. Quando lo fa, il montante assestato sulla faccia degli americani è devastante. Negli ultimi sei minuti del primo tempo, infatti, i tedeschi sfiorano il raddoppio ad ogni cross messo in area. La tremenda forza della contraerea di Voeller manda vicino al gol di nuovo Ballack, poi Neuville e infine Klose (palo clamoroso).La ripresa è meno divertente. Da un lato una squadra che non ha alcun interesse a forzare, dall'altro una che non ha più le forze per attuare un gioco che, in assenza di autentici fuoriclasse, comporta un eccessivo dispendio di energie. I tedeschi si chiudono e Frings e Ziege finiscono col fare i terzini in quello che da 3-5-2 divien un 5-4-1. Pur senza la brillantezza del primo tempo, Reyna e compagni traslocano nella metà campo avversaria, si vedono negare un rigore sacrosanto e dunque escono dal Mondiale sì tra gli applausi, ma anche con qualche rammarico.

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Ho parlato dela vittoria della Germania ma adesso introduco un match che è stato clamoroso per colpa degli arbitri e spettacolare. La Spagna si arrende dal dischetto dopo 120' senza reti, annullato però un gol regolare a Morientes. E gli iberici urlano di rabbia.

GWANGJU, 22 giugno 2002 - La Corea è la terza semifinalista del Mondiale e martedì a Seul incontrerà la Germania. Nei quarti, la formazione di Hiddink ha battuto la Spagna ai calci di rigore (5-3), dopo che tempi regolamentari e supplementari si erano chiusi sullo 0-0. Ma la Spagna urla di rabbia. Dopo aver irriso il vittimismo italiano, anche gli iberici fanno i conti con un gol regolare annullato. E ora urlano di rabbia come e più degli azzurri. Problemi per Camacho. Raul non c'è, rischiarlo sarebbe letale. Il c.t. delle "furie rosse" tiene in panchina anche Luis Enrique e Mendieta. Spazio quindi a Joaquin sulla destra e a De Pedro sulla sinistra, con il "vecchio" Nadal a fare in compagnia in difesa al coetaneo Hierro. Nulla di nuovo dalla Corea: stessi uomini visti contro l'Italia, stesso schema e identici movimenti. Anche una terna arbitrale discutibile e senza passato, incapace di riconoscere un fuorigioco, un cross che non ha superato la linea di fondo e una rete regolarissima. Il primo tempo registra pochi sussulti. La squadra di Hiddink opta per il pressing a centrocampo con le consuete folate sulle fasce a cercare Ahn, puntualmente braccato e battuto nei duelli aerei da Hierro e Nadal e dalla meticolosità di Puyol, gran marcatore e infallibile interditore. Ma non è la solita Corea che macina chilometri con irrazionale furore. L'abilità della Spagna consiste infatti nel non far correre i coreani, togliendo la spina ai portatori di palla. Gli iberici ripartono nella ripresa sfiorando il vantaggio. Ma nell'intervallo Hiddink ridisegna il centrocampo, invitando i suoi portatori di palla a non improvvisare e pressare di più. L'olandese innesta la zanzara Lee Chun Soo, spina nel fianco che aumenta la capacità offensiva della Corea. Le furie asiatiche mancano il gol del vantaggio con Park Ji Sung grazie a una prodezza di Casillas. Sembra di rivedere la squadra vista contro l'Italia, capace di aumentare improvvisamente il ritmo alla ricerca della rete. Ma la Spagna si difende bene, anche se la stanchezza obbliga Camacho a sostituire De Pedro con Mendieta e Valeron con Luis Enrique. Arriva puntuale l'inspiegabile annullamento di un gol, ovviamente segnato dalla Spagna. Di proteste nemmeno l'ombra; meglio non perdere tempo. Le squadre si allungano e il gioco offre scampoli di monotonia, interrotta da Lee Chun Soo che impegna Casillas nel recupero. Inevitabili i supplementari. A cinque giorni dalla sfida con l'Italia, ti aspetti una Corea con l'acqua alla gola. Invece gli uomini di Hiddink non perdono la concentrazione, pur subendo l'esperienza della Spagna. Il golden gol a Morientes lo nega prima l'arbitro, poi il palo alla destra di Lee Woon e nella seconda frazione un fuorigioco inesistente sbandierato dall'esperto guardalinee di Trinidad, fa insorgere Camacho come Trapattoni, tanto criticato con gli azzurri dai media iberici. Lo 0-0 viene stampato a caratteri cubitali e si passa ai rigori. L'equilibrio si mantiene fino al tiro di Joaquin, parato da Lee Woon. Ci pensa Hong Myung Bo a consegnare incredibilmente la Corea del Sud alla storia del calcio. Da segnalare il tentativo di alcuni giocatori spagnoli di dire la loro ai guardalinee (uno di Trinidad, l'altro ugandese), repressi da Camacho.

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Adesso vi parlo del match piu'atteso tra quelli disputati in questa fase e cioè Brasile-Inghilterra che è stato un match straordinario ora ve lo descrivo anzi commento eheh meglio.

Rivaldo e Ronaldinho rimontano il gol di Owen e firmano la vittoria per 2-1 che vale la semifinale. Espulso lo stesso Ronaldinho al 12' della ripresa.

SHIZUOKA (Giappone), 21 giugno 2002 - Doveva essere la partita più bella di questo Mondiale, e invece il 2-1 con il quale il Brasile ha superato l'Inghilterra è maturato in 90' complessivamente noiosi. E quando il gioco e le emozioni sembrava potessero decollare ci si è messo l'arbitro che ha estratto dal cilindro l'insensata espulsione di Ronaldinho portando il Brasile a chiudersi a riccio per difendere il risultato. E addio al bel gioco.

Fin dall'approccio iniziale delle due squadre nel primo tempo si è capito che la partita si sarebbe giocata all'insegna della cautela. Gli inglesi giocano il loro 4-4-2 con Beckham pronto a dare una mano in copertura sulle discese di Roberto Carlos. Un'Inghilterra ordinata e precisa che non lascia nulla al caso. Sull'altro fronte il Brasile parte meno graffiante di quanto ce lo si aspetterebbe. Evidentemente le squadre si temono e non vogliono lasciare all'avversario nessuno spazio. Alla lunga però l'ordine e la quadratura dell'Inghilterra, oltre alla ottima partenza di Beckham, hanno la meglio. Il gol di Owen in realtà è favorito da una clamorosa svista difensiva di Lucio. Si sapeva che il punto debole del Brasile era la difesa, ma ci si aspettava che Lucio ne rappresentasse il miglior elemento. In questo episodio non è stato così. L'Inghilterra in vantaggio ha buon gioco nel controllo della partita. La linea dei 4 in difesa a seconda delle necessità diventa a 5 o addirittura a 6 con la retrocessione sia di Beckham sia di Sinclair. Nonostante il suo potenziale offensivo il Brasile non riesce comunque a graffiare. Seaman è chiamato in causa poche volte e le tre 3 R dell'attacco verdeoro sembrano un po' in ombra. Ma il potenziale offensivo individuale c'è. Lo si intravede a sprazzi, ma si manifesta chiaramente al 47' quando Ronaldinho recupera palla a centrocampo e scende prepotentemente nella fascia centrale del campo. Dopo essersi bevuto anche Cole apre per Rivaldo sulla destra che fredda Seaman con un bel diagonale.

Una partita che più tranquilla non ci si potrebbe immaginare e invece… Il secondo tempo viene subito svegliato dal gol-capolavoro di Ronaldinho al 5' e dalla sua incredibile espulsione al 12'. Col primo episodio è completamente cambiato l'assetto tattico della gara: l'Inghilterra è costretta ad attaccare e il Brasile può sfruttare il contropiede delle sue stelle. Il secondo annichilisce questa possibilità. Ora l'Inghilterra spinge, ma il Brasile rinuncia a cercare il terzo gol. Si chiude in difesa, perde tempo, chiude gli spazi. Come è logico che avvenga quando si gioca 10 contro 11 in vantaggio di un gol. Al 25' Scolari toglie anche la seconda R, quella di Ronaldo per far spazio a un Edilson più veloce e utile anche in copertura. Al 34' Eriksson risponde inserendo Vassell per Owen e Sheringham per Cole. Ma il gioco dell'Inghilterra continua a essere sterile e Marcos ben di rado viene chiamato in causa.

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