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[Pro Tour] PARIS - NICE 2006


sateo

Chi vincerà la Parigi - Nizza?  

12 utenti hanno votato

  1. 1.

    • Alejandro Valverde
      1
    • Bobby Julich
      8
    • Pietro Caucchioli
      1
    • Franck Shleck
      0
    • Floyd Landis
      1
    • Thomas Lovkvist
      1
    • Costantino Zaballa
      0


Messaggi raccomandati

6a tappa: Dignes-les-Bains - Cannes - 179.0 km

1 Andrey Kashechkin Kazakistan Liberty Seguros - Würth Team 4h12'08"

2 Sylvain Chavanel Francia Cofidis, le Credit par Télephone a 1'06"

3 Sandy Casar Francia Française des Jeux a 1'11"

4 Thomas Voeckler Francia Bouygues Telecom a 1'11"

5 David Moncoutie Francia Cofidis, le Credit par Télephone a 1'11"

6 Jurgen Van de Walle Belgio Quick Step - Innergetic a 1'11"

7 Evgeni Petrov Russia Lampre - Fondital a 1'11"

8 Matteo Carrara Italia Lampre - Fondital a 1'33"

9 Tomas Vaitkus Lituania AG2R Prevoyance a 1'33"

10 Frank Schleck Lussemburgo Team Csc a 1'33"

Andrey Kashechkin va a conquistare una vittoria di prestigio nella penultima tappa della Parigi-Nizza, in una giornata che prometteva qualche movimento in classifica (ben 8 i Gpm da affrontare), ma che ha lasciato praticamente tutto immutato.

Sin dal km 0 ci sono attacchi, con Voigt (Csc) protagonista di diversi tentativi. Al km 10 il tedesco allunga con Navarro (Liberty) e Verbrugghe (Cofidis). Al km 24 escono dal gruppo, in caccia dei fuggitivi, Aitor Osa (Liberty), Durán (Saunier), Portal (Caisse), Boonen (Quick Step), Carlström (Liquigas), Dumoulin e Vaitkus (AG2R). I 7 prendono il terzetto di testa all'inizio del Col des Leques, in vetta al quale (km 41) passa per primo Voigt, davanti a Carlström e Verbrugghe. Dumoulin si stacca, ma il gruppo non lascia troppo spazio agli altri.

Perdono terreno anche Durán, Boonen, Carlström e Vaitkus, poi allo sprint di La Garde (km 56) Verbrugghe precede Navarro e Voigt, ma il gruppo è lì a 17", e da esso fuoriescono Pérez Arrieta (Caisse), Monfort (Cofidis) e Van de Walle (Quick Step), che si portano sui primi. Ma sulla salita di Col de Luens, colle di 2a categoria, si muovono anche Julich (Csc), Popovych (Discovery), Moncoutie (Cofidis), Petrov (Lampre) Casar e Mourey (Française), e poi, ancora più su, anche Kashechkin (Liberty), Fofonov (Crédit), García Acosta (Caisse) e Voeckler (Bouygues).

In vetta (km 59) Moncoutie transita per primo davanti a Voigt e Navarro. A 15" passa il quartetto comprendente Kashechkin, a 30" il gruppo. García Acosta perde un po' di terreno, poi viene raggiunto da Sylvain Chavanel (Cofidis), e i 2 riescono a riportarsi sugli altri fuggitivi solo dopo la Côte du Mousteiret (km 64), su cui passa in testa Moncoutie davanti a Mourey e Julich.

Al km 70 il margine dei 19 di testa è di 2'30", poi il gruppo torna a recuperare. Sulla Côte du Clos d'Espargon (km 86) è sempre Moncoutie a scollinare per primo, davanti a Mourey e Voigt, col gruppo a 1'40". Sul Col de Saint-Arnoux (km 86) attacca Mourey, che scollina da solo (secondo Moncoutie, terzo Casar).

Ma è sul successivo Col de Bourigaille (1a categoria, vetta al km 115) che il gruppo dei 19 si frantuma. Moncoutie attacca, García Acosta, Portal e Popovych vanno in difficoltà. Quindi è Petrov ad allungare, e il russo va via, scollina da solo con 22" su Moncoutie, Kashechkin, Casar, Chavanel e Van de Walle, più dietro gli altri, a 2'40" il gruppo.

Petrov allunga ulteriormente, sulla Côte de Mons (km 122) ha 50" su Moncoutie, Casar e gli altri tre immediati inseguitori (Kashechkin, Chavanel e Van de Walle), col gruppo a 3'50". In discesa il gruppo di Voigt (comprendente anche Navarro, Osa, Fofonov, Popovych, García Acosta, Pérez Arrieta, Monfort, Verbrugghe, Voeckler e Mourey) si riporta su questi 5, e Fofonov parte in contropiede alla caccia di Petrov, ma sarà ripreso entro breve. Ci prova anche Verbrugghe, ma anche lui senza troppa fortuna. Allo sprint di Montauroux (km 144) Petrov è primo, Verbrugghe secondo a 1'40", Mourey terzo poco dietro. Il gruppo è a 3'40" dal battistrada.

Tocca poi a Mourey e García Acosta tentare la via della fuga, ma anche la loro azione si spegne in fretta. Sul Col de Tanneron (2a categoria) restano in 7 alle spalle di Petrov: si tratta di Voeckler, Pérez Arrieta, Casar, Van de Walle, Moncoutie, Chavanel e Kashechkin. È quest'ultimo ad accelerare, e il suo allungo è di quelli che fanno male: il kazako riprende Petrov a 1 km dalla vetta, e quando scollina (al km 159) ha 25" su Petrov, raggiunto proprio in cima anche da Moncoutie (che passa terzo e conquista così la maglia di miglior scalatore, togliendola a Laurent), Van de Walle, Voeckler, Chavanel e Casar.

Alla fine della discesa Chavanel parte in contrattacco. A 10 km dall'arrivo, Kashechkin ha 13" sul francese e 35" sugli altri inseguitori, ma il kazako tiene benissimo e anzi, guadagna nettamente su tutti andando a vincere con merito la tappa. Il gruppo chiude a 1'33", regolato da Carrara. In classifica solo Haimar Zubeldia (Euskaltel), tra gli uomini di vertice, perde terreno (era settimo a 1'37").

Non partito Lang (Gerolsteiner). Ritirati Steels (Davitamon), Förster e Schumacher (Gerolsteiner), Renshaw (Française), Steegmans (Davitamon) - che pure aveva tentato un attacco al km 0, Moreau (AG2R), .

Classifica

1 Floyd Landis Usa Phonak Hearing Systems 28h24'45"

2 Francisco Javier "Patxi" Vila Errandonea Spagna Lampre - Fondital a 9"

3 Samuel Sánchez González Spagna Euskaltel - Euskadi a 1'13"

4 Antonio Colom Mas Spagna Caisse d'Epargne - Illes Balears a 1'23"

5 Frank Schleck Lussemburgo Team Csc a 1'23"

6 José Azevedo Portogallo Discovery Channel Pro Cycling Team a 1'35"

7 Pietro Caucchioli Italia Crédit Agricole a 1'39"

8 José Luis "Chechu" Rubiera Vigil Spagna Discovery Channel Pro Cycling Team a 1'40"

9 Erik Dekker Olanda Rabobank a 1'41"

10 Christopher Horner Usa Davitamon - Lotto a 1'43"

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Classifica

1 Floyd Landis Usa Phonak Hearing Systems 31h54'41"

2 Francisco Javier "Patxi" Vila Errandonea Spagna Lampre - Fondital a 9"

3 Antonio Colom Mas Spagna Caisse d'Epargne - Illes Balears a 1'05"

4 Samuel Sánchez González Spagna Euskaltel - Euskadi a 1'13"

5 Frank Schleck Lussemburgo Team Csc a 1'22"

6 José Azevedo Portogallo Discovery Channel Pro Cycling Team a 1'35"

7 Erik Dekker Olanda Rabobank a 1'38"

8 Pietro Caucchioli Italia Crédit Agricole a 1'39"

9 José Luis "Chechu" Rubiera Vigil Spagna Discovery Channel Pro Cycling Team a 1'40"

10 Christopher Horner Usa Davitamon - Lotto a 1'43"

11 Evgeni Petrov Russia Lampre - Fondital a 3'16"

12 Sandy Casar Francia Française des Jeux a 3'25"

13 Luis Leon Sánchez Gil Spagna Liberty Seguros - Würth Team a 3'30"

14 Joost Posthuma Olanda Rabobank a 3'51"

15 Sylvain Chavanel Francia Cofidis, le Credit par Télephone a 3'56"

16 Matteo Carrara Italia Lampre - Fondital a 4'00"

17 Haimar Zubeldia Agirre Spagna Euskaltel - Euskadi a 4'08"

18 Cyril Dessel Francia AG2R Prevoyance a 4'13"

19 Thomas Lövkvist Svezia Française des Jeux a 4'22"

20 Dmitriy Fofonov Kazakistan Crédit Agricole a 4'30"

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A Landis una scialba Parigi-Nizza

Il paradosso vuole che mentre in Italia - terra di bel tempo e ottime temperature - la Tirreno-Adriatico annaspa nella pioggia e nel freddo, in Francia i corridori della Parigi-Nizza abbiano beneficiato di un week-end mite e soleggiato, come del resto promette il programma della prima gara del Pro Tour: la chiamano "Corsa verso il sole", e in effetti dalle rigidità dei dintorni di Parigi si è passati alle dolcezze della Costa Azzurra, un viaggio ideale che speriamo di intraprendere quanto prima anche da noi (e lo diciamo nel giorno in cui viene ufficializzata la cancellazione dell'atteso arrivo in salita della Tirreno, proprio a causa del maltempo).

Chiamiamo in causa quella cancellazione perché influirà pesantemente nel discorso comparativo che avevamo voglia di imbastire tra le due corse a tappe che si svolgono in contemporanea prima della Sanremo. E avremmo detto che quest'anno la gara organizzata dalla Rcs aveva surclassato in tutto quella proposta dai cugini transalpini. Ma la decurtazione a cui la corsa dei due mari viene sottoposta riequilibra un po' i piatti della bilancia.

Indubbiamente a questo punto il profilo altimetrico della Parigi-Nizza è da considerare più impegnativo, tecnicamente superiore e migliore rispetto a quello della Tirreno-Adriatico. E nonostante ciò, però, abbiamo assistito ad una corsa che ha palesato una discreta scarsità di temi caldi. In definitiva è del tutto mancata la lotta per la classifica: Landis si è conquistato la maglia di leader alla prima occasione buona, nella terza tappa, quella con la Croix-de-Chaubouret, andando in fuga con Vila. E poi, da lì in poi, non è mai stato attaccato, visto che le varie fughe a cui abbiamo assistito erano attuate tutte da comprimari (non in assoluto, ma relativamente alla classifica di questa Parigi-Nizza).

Quindi Landis è andato in carrozza fino all'ultima tappa, mai in difficoltà, mai messo in discussione come capoclassifica. E questo anche per una sorta di carenza di avversari di rango: quelli buoni erano troppo giù di condizione per poter pensare di fare la voce grossa (consideriamo che gli appuntamenti veri sono ancora di là da venire), e gli altri semplicemente non avevano le ali ai piedi.

Comunque Floyd si porta a casa un buon successo, che lo pone su un gradino di maggior rilievo in chiave Giro d'Italia: la corsa rosa sarà l'obiettivo centrale della sua stagione, e dopo tutto non è male se cresce il prestigio dei corridori stranieri che verranno a correre sulle nostre strade. Sa un po' di elemento autoconsolatorio, questo, ma al momento è il massimo che possiamo permetterci.

Per fortuna che la scialba Parigi-Nizza 2006 è stata riscattata dalla presenza di Tom Boonen, che ha vinto tre tappe e ci ha fatto vedere una magia, nella frazione di Rasteau, quando è passato nel giro di pochi secondi da un pesante rischio di caduta (con conseguente ripartenza da fermo) a un'entusiasmante rimonta in volata che gli ha permesso di tagliare il traguardo per primo.

Oltre a ciò, che resta di quest'edizione della corsa francese? Apertura nel segno di un Julich reduce da una delle sue migliori stagioni, e chiamato a una difficile conferma; chiusura con la vittoria di un altro espertone, Marcus Zberg che ha conquistato la tappa di Nizza, quella di oggi, con il Col d'Eze che - si sperava - sarebbe stato scenario di qualche battaglia di alto livello, e invece ci ha proposto l'ennesima fuga da lontanto (peraltro animata da ottimi corridori), col gruppo compatto a controllare.

Bella la vittoria di Patxi Vila - quasi un premio alla carriera per un ragazzo che ha dedicato una vita al gregariato - nel giorno in cui Landis ha preso la maglia giallobianca; bella le affermazioni a Digne-les-Bains di Joaquín Rodríguez, una quasi ex promessa del ciclismo iberico che farebbe ancora in tempo a venir fuori, a patto di diventare più concreto; e a Cannes di Andrey Kashechkin, a cui in molti predicono un bel futuro, e che quest'anno, con la nuova maglia Liberty, potrebbe davvero fare il salto di qualità.

Però il risultato, stavolta, è inferiore alla somma di tutti i fattori. Può succedere, nessuno si mette a fare processi; ma forse la storia poteva cambiare un po' (diventando più appassionante) se al penultimo giorno ci fosse stato un arrivo in salita. Speriamo che l'esperienza serva da lezione agli organizzatori.

Marco Grassi

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