102nd Liège - Bastogne - Liège

[Rio Immagina]

5 hours ago, ian said:

Ma infatti non si vede proprio perché la liberalizzazione del doping dovrebbe far aumentare lo spettacolo, visto che a possibili attaccanti potenziati si contrapporrebbero gregari altrettanto potenziati (anzi, ci sarebbero ancora meno problemi a dare pozioni a un gregario, dovendone preservare in modo meno attento l'integrità fisica nell'ambito di una stagione o anche di una carriera).

Il discorso non è "doping si/no", il discorso è che secondo me anche se corressero con i tandem, se anche corressero su giove, la solfa non cambierebbe mai: un attacco secco ai -5 e via. 

[Rio Immagina]

4 hours ago, smec-easyjet said:

sìsì infatti, il ciclismo di oggi non è figlio della Sky ma della Us Postal, perché è da allora che è stata sdoganata l'agilità e che è iniziato a prevalere l'atteggiamento tattico attuale; poi purtroppo nel ciclismo sta succedendo quel che accade in tutti gli altri sport, calcio in testa: e cioè che la concentrazione di grossi budget in poche squadre fa sì che il meglio sulla piazza venga attratto da quelle squadre, che finiscono per spartirsi i podi dei GT e ammazzarne lo spettacolo, esattamente come ormai le stesse 5-6 grandi squadre a livello europeo si spartiscono le semifinali di Champions con rarissime eccezioni (e lo stesso Atletico Madrid ormai è tutto meno che una provinciale, avendo dietro i miliardi dei cinesi).

Perché appunto, gli squadroni capaci di controllare una corsa con fior di gregari c'erano anche prima, il guaio è che oggi un corridore promettente ha molto meno tempo per crescere in una medio/piccola e dimostrare il suo valore, e se non dimostra subito di poter essere un vincente viene fagocitato, come supergregario, da uno dei top team. E in questo, appunto, pesa tantissimo anche la riforma dell'allora Pro Tour che ha di molto ridimensionato la portata delle squadre Professional rispetto alle GS2: oggi infatti, a parte le Professional francesi e qualche rara eccezione tipo la Cervélo di qualche anno fa, i corridori delle Professional hanno pochissime occasioni di confrontarsi con il ciclismo di vertice, e questo non fa che accrescere il divario a vantaggio degli squadroni. Pensiamo a quanti corridori della generazione precedente sono cresciuti e già hanno trovato affermazione in squadre ancora di secondo piano (Di Luca alla Cantina Tollo, Garzelli alla Mercatone Uno che certo non aveva i miliardi, Heras e lo stesso Valverde alla Kelme, Savoldelli alla Roslotto, ma l'elenco è lunghissimo), mentre oggi appena dimostri di avere qualche numero (ma non sei un fenomeno assoluto tale da meritare i gradi di capitano di una Sky o di una Astana) vieni ingaggiato da un World Team, e lì vai incontro ad un bivio: se finisci in un top team, ti ritrovi a fare il gregario di lusso (facendo a poco a poco la fine di Popovych); se invece ti prende una delle tante squadre di livello medio-basso del World Tour (la nostra Lampre, la Cannondale, la IAM, ecc) magari hai anche la libertà di correre da capitano, ma in una squadra che ti chiede espressamente di curare il piazzamento (perché è fondamentale per mantenere lo status WT a fine stagione), e che non ti mette a disposizione compagni di squadra all'altezza con cui contrastare lo strapotere dei top team (e allora fai la fine di un Mollema che io voglio sperare sia costretto dalla squadra a concentrare la stagione sul Tour, dove non può andare al di là di un 7°-8° posto, mentre avrebbe molto più senso pianificare una stagione più diversificata e magari venire al Giro, per dire).

Insomma, anche questo divario tra le squadre influisce sull'attendismo che si vede in gara: perché pochi squadroni possono permettersi di controllare la corsa, e gli altri, che pure avrebbero qualche elemento in rosa per movimentare le cose, accettano in partenza la sudditanza curando ciascuno il proprio orticello di punti WT.

This. 

O si cambia totalmente il modo di gestire il ciclismo mondiale (soldi e partecipazioni) o altrimenti i tempi saranno sempre più bui.