Vai al contenuto

Seguici su Discord

Unisciti al server Discord di PCM Italia per rimanere sempre in contatto con noi, parlare di ciclismo e vivere un'esperienza multiplayer ottimale
Unisciti al server

PCM Italia è su Tapatalk

Scarica Tapatalk gratuitamente sul tuo smartphone per consultare in maniera facile e veloce PCM Italia anche da mobile!
Leggi di più

Disponibile Pro Cycling Manager 2021

Pro Cycling Manager 2023 e Tour de France 2023 sono finalmente disponibili
Leggi di più

101a Liege-Bastogne-Liege


Cristiano Ronaldo

Messaggi raccomandati

Sìsì ma modifiche di dettaglio ce ne sono state praticamente ogni anno, non è questo il punto; il fatto è che, più dei percorsi, è cambiato il ciclismo. E oggi qualsiasi corsa che abbia il punto chiave nel finale, fatalmente, nel 90% dei casi si appiattisce su quel finale, trasformando in processione tutto quel che c'è prima. (Quindi, parlando di Liegi, è il fatto che da più di 20 anni si arrivi ad Ans la vera discriminante, a prescindere da tutto quel che c'è prima).

 

Perché per anni è valso il concetto che, mano a mano che si perfezionavano il mezzo meccanico, si miglioravano le strade e le tecniche di allenamento, allora per spettacolarizzare le corse bisognava indurirle, andando a creare nuove difficoltà altimetriche che sopperissero al venir meno degli altri tipi di difficoltà.

 

Da quel punto di vista, però, direi che da quando si sono asfaltate tutte le strade e, poi, dall'avvento delle bici in carbonio e delle moltipliche compatte, si sia raggiunto un limite tecnologico oltre il quale (salvo rivoluzioni che prima o poi arriveranno ma che, come tali, oggi ancora non ci immaginiamo) poi non si è più andati; inoltre il ciclismo si è globalizzato e quindi il livello medio s'è molto alzato, perché chi è professionista oggi è mediamente più forte e meglio preparato anche rispetto a soli 15-20 anni fa, per cui è più difficile emergere.

 

E anche tralasciando poi il discorso del doping (che, credo sia evidente, oggi influisce di meno sulle prestazioni) o non essendo d'accordo col fatto che il valore medio si sia alzato, sta di fatto che oggi - se non altro per colpa della specializzazione, in virtù della quale si diradano gli impegni ma a quegli impegni ci si presenta tutti al top - c'è molto più equilibrio, per cui tutti tendono a rimandare all'ultimo momento possibile il colpo che hanno in canna; e quindi, indurire i percorsi, non serve più a spettacolirizzare le corse. O quantomeno, di certo non serve indurire i finali, anzi, spesso è controproducente!

 

Io sono sempre più convinto che, paradossalmente, per rivedere un ciclismo un po' più divertente bisogna tornare indietro, a percorsi meno duri e soprattutto con meno punti chiave riconoscibili: sarà un caso, ma le tappe dei GT più divertenti spesso, ormai, sono quelle intermedie, e a volte anzi non solo sono più divertenti, ma anche più selettive: Fuente Dé 2012, Ivrea 2013, Porrentruy 2012, l'ultima tappa del Delfinato 2014, ecc

 

Cioè voglio dire: se c'è un punto che tutti attendono, tutti si muoveranno lì e finiranno a) col controllarsi prima; b) con l'annullarsi dopo. Se invece il percorso è meno decifrabile, quando parte Tizio, Caio può decidere di seguirlo ma anche di aspettare, di inseguirlo con la sua squadra; e lo stesso possono fare Sempronio, Libonio e Puzzonio. In questo modo tornano ad avere importanza le VARIANTI TATTICHE - anziché ridurre tutto al solito copione del ciclismo moderno con la Sky davanti e dietro tutti quanti - e non solo la forza dei singoli protagonisti, che spesso peraltro è appiattita e induce tutti ad aspettare il finale: sia quelli che si sentono troppo deboli per attaccare prima, sia quelli che si sentono sufficientemente forti da poter regolare tutti sull'ultima rampa, senza bisogno di rischiare con "attacchi avventati" a 15 o 20 km dall'arrivo: distanze che, ormai, nella mente del corridore moderno spaventano più di quanto la Cuneo-Pinerolo potesse spaventare Coppi nel '49 :wink:

Modificato da smec-easyjet
Link al commento
Condividi su altri siti

Sono d'accordo quasi con tutto, meno che con l'annoso discorso del livello (del dito? :P ) medio alzato. Gli juniores sono (in generale, anche comprendendo le nazioni emergenti, sulle quali occorre sfatare i miti di chi presume che abbiano conquistato il ciclismo approcciandosi con potenze di fuoco clamorose.... è bastato molto meno) dimezzati rispetto 30 anni fa, mentre il gruppo è quasi raddoppiato. In pratica, per citare Ginetto Micidial, si vorrebbe arrivare al punto che 1000 su 1000 ce la fanno :wink:

 

 

Sul resto mi permetto comunque di notare che spesso la paura di attaccare è frutto della pigrizia mentale dei corridori; rispetto al numero di tentativi che vediamo le azioni anche a lunga gittata che vanno in porto non sono nemmeno così poche, anche in virtù del fatto che di aquile in gruppo ce ne sono poche. E qui c'è anche il contributo dei DS...

Link al commento
Condividi su altri siti

Sono d'accordo quasi con tutto, meno che con l'annoso discorso del livello (del dito? :P ) medio alzato. Gli juniores sono (in generale, anche comprendendo le nazioni emergenti, sulle quali occorre sfatare i miti di chi presume che abbiano conquistato il ciclismo approcciandosi con potenze di fuoco clamorose.... è bastato molto meno) dimezzati rispetto 30 anni fa, mentre il gruppo è quasi raddoppiato. In pratica, per citare Ginetto Micidial, si vorrebbe arrivare al punto che 1000 su 1000 ce la fanno :wink:

 

infatti, sapevo che non saresti stato d'accordo su questo punto :D

 

Ma a prescindere dal fatto che il livello sia più o meno alto che in passato, rimane il fatto che oggi c'è molto più equilibrio, e che questo equilibrio va a discapito dello spettacolo perché induce i corridori a temporeggiare, siamo d'accordo? :wink:

 

Oggi la Cuneo-Pinerolo finirebbe con la fuga e a 5 minuti una volata di 20 capitani.

 

questo è poco ma sicuro

Link al commento
Condividi su altri siti

aggiungo che la Liegi di ieri ha dimostrato per l'ennesima volta (se mai ce ne fosse stato bisogno, dopo i precedenti di 2013 e 2014), che in un ciclismo sempre più attendista anche nelle classiche, l'arrivo in cima ad Ans castra tutto quel che può succedere prima, e che quindi bisognerebbe tornare ad arrivare in centro a Liegi con il Saint Nicolas come ultima côte. Sono convinto, infatti, che questa "semplificazione" del finale non avrebbe affatto l'effetto di aumentare i tanto vituperati "s.t." nell'ordineti d'arrivo. Tutt'altro.

 

Se, invece, l'ultimo punto clou è a 3-4 km dall'arrivo (Saint-Nicolas), allora quelli che sanno di essere battuti in volata sanno che dovranno dare tutto in quel punto. 

 

Secondo me è il contrario. Se metti l'arrivo in piano ci saranno squadre che cercheranno di portare il velocista in fondo tenendo chiusa la corsa (come ha fatto la katusha con kristoff alla sanremo). Sulla carta, tutti farebbero gara dura/scatti per far staccare i velocisti nel caso di un arrivo in piano, ma nel ciclismo moderno oramai si preferisce sparare il colpo sperando nella volata. La dimostrazione  l'ultima sanremo, dove su poggio e cipressa NESSUNO dei paracarri in volata ha cercato di staccare kristoff e dagenkolb, pur rischiando il fuorigiri: meglio sperare nell'esplosione della ruota di un veolocista e puntare a un piazzamento sicuro

Link al commento
Condividi su altri siti

Secondo me è il contrario. Se metti l'arrivo in piano ci saranno squadre che cercheranno di portare il velocista in fondo tenendo chiusa la corsa (come ha fatto la katusha con kristoff alla sanremo). Sulla carta, tutti farebbero gara dura/scatti per far staccare i velocisti nel caso di un arrivo in piano, ma nel ciclismo moderno oramai si preferisce sparare il colpo sperando nella volata. La dimostrazione  l'ultima sanremo, dove su poggio e cipressa NESSUNO dei paracarri in volata ha cercato di staccare kristoff e dagenkolb, pur rischiando il fuorigiri: meglio sperare nell'esplosione della ruota di un veolocista e puntare a un piazzamento sicuro

 

ma non stiamo mica parlando di una Sanremo o cmq di una corsa "facile" con solo qualche strappo pedalabile nel finale! alla Liegi i velocisti duri e puri nemmeno si presentano, perché basta la selezione da dietro a metterli ko. Per cui non è un duello tra Gilbert e Kristoff, ma tra Purito e Dan Martin da una parte e Valverde e Kwiatkowski dall'altra, corridori per caratteristiche molto più simili tra loro.

 

Ed è questo il guaio: se una corsa è potenzialmente aperta a corridori che hanno caratteristiche nettamente diverse (come appunto la Sanremo) è vero quel che dici tu (e cioè che, almeno sulla carta, chi è battuto in volata dovrebbe provarci prima); se invece il parco partenti è omogeneo, allora TUTTI preferiranno aspettare il finale: i corridori veloci, naturalmente, per sperare di regolare tutti in uno sprint ristretto; ma anche tutti gli altri big, nella speranza di riuscire a fare la differenza sullo strappo di Ans. In ogni caso, tutti sono convinti di poter sfruttare il finale a loro vantaggio, e quindi aspettano, lasciando la scena alle seconde e terze linee per tutto quel che c'è prima del finale.

Modificato da smec-easyjet
Link al commento
Condividi su altri siti

Esistono vincoli morfologici. Per andare dalla Redoute a Liegi devi metterci una cote in mezzo. O la Roche-Aux-Facons (2014) o la più dolce Colonster (2012). Al massimo puoi togliere il Saint-Nicolas.

 

La via più breve tra la Redoute e Liegi misura circa 25 km ed è praticamente priva di asperità. Non che sia necessariamente una soluzione valida o auspicabile, ma in teoria la si può anche scalare per ultima.

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per lasciare un commento

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Iscriviti per un nuovo account nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi Subito

Sei già registrato? Accedi da qui.

Accedi Adesso


×
×
  • Crea Nuovo...