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scusa ma questo non ha nessun senso: la corsa più bella e spettacolare è quella in cui - indipendentemente dai distacchi - non sai già in partenza come/dove/quando si deciderà. E siccome purtroppo, invece, ormai quasi tutte le corse iniziano ad assomigliarsi l'una con l'altra e a ridursi tutte ad un unico punto chiave, ben venga invece un tracciato che offra il maggior numero possibile di variabili e di soluzioni tattiche differenti. Anche a costo (orrore!) di vedersela giocare tra un gruppetto ristretto.

 

Che poi tu più su avevi scritto che ieri "sono rientrati cani e porci": sarà, ma intanto ha vinto il campione del mondo, e non quello del dopolavoro ferroviario di Lodi.

 

EDIT: prendendo per buono invece il tuo assioma "meno s.t. e meglio è", allora le corse in assoluto più spettacolari sono... le cronometro! :P

 

Parlo di classiche ad un certo livello, su.

 

Pensate che belli i prossimi due mondiali con volate scontatissime!

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Parlo di classiche ad un certo livello, su.

 

Pensate che belli i prossimi due mondiali con volate scontatissime!

 

ma è proprio questo il punto! la volata non è Il Male assoluto di per sè, ma solo quando è scontato che ci si arrivi, in volata! se invece, lo sprint, è solo UNA DELLE SOLUZIONI possibili per una corsa, allora non c'è niente di male. Ci sono stati anche Giri di Lombardia degli anni di Coppi e Bartali finiti in volata di gruppetto, eh, vedi quello vinto da Darrigade dopo che Magni era andato a riprendere Coppi perché la Dama Bianca, che era sull'ammiraglia della squadra, passando gli aveva fatto il gesto dell'ombrelo!

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  • Amministratori

ma è proprio questo il punto! la volata non è Il Male assoluto di per sè, ma solo quando è scontato che ci si arrivi, in volata! se invece, lo sprint, è solo UNA DELLE SOLUZIONI possibili per una corsa, allora non c'è niente di male. Ci sono stati anche Giri di Lombardia degli anni di Coppi e Bartali finiti in volata di gruppetto, eh, vedi quello vinto da Darrigade dopo che Magni era andato a riprendere Coppi perché la Dama Bianca, che era sull'ammiraglia della squadra, passando gli aveva fatto il gesto dell'ombrelo!

 

La volata è il male assoluto. E' la mortificazione dello spettacolo, della selezione, dei tentativi di vivacizzare la gara, delle imprese che saranno ricordate. E' la vittoria dell'attendismo. Ogni volta che una classica si conclude in una volata è una sconfitta per il ciclismo. 

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La volata è il male assoluto. E' la mortificazione dello spettacolo, della selezione, dei tentativi di vivacizzare la gara, delle imprese che saranno ricordate. E' la vittoria dell'attendismo. Ogni volta che una classica si conclude in una volata è una sconfitta per il ciclismo.

Eh vabeh allora ciao, se la vedi così non ci può essere discussione: vado a confrontarmi con Al Baghdadi sulla libertà di culto, ciao :P

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La volata è il male assoluto. E' la mortificazione dello spettacolo, della selezione, dei tentativi di vivacizzare la gara, delle imprese che saranno ricordate. E' la vittoria dell'attendismo. Ogni volta che una classica si conclude in una volata è una sconfitta per il ciclismo. 

Va bene, ma arrivare in cima al Cauberg (o ad un qualunque strappo) per disputarvi una volata è la stessa cosa, ed è comunque la vittoria dell'attendismo. Anziché la volata si attende lo strappo finale, ma concettualmente non vi sono differenze.

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  • Amministratori

Va bene, ma arrivare in cima al Cauberg (o ad un qualunque strappo) per disputarvi una volata è la stessa cosa, ed è comunque la vittoria dell'attendismo. Anziché la volata si attende lo strappo finale, ma concettualmente non vi sono differenze.

 

La differenza è che viene esaltato al massimo il gesto tecnico più notevole, ovvero quello sullo strappo finale

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Se il gesto tecnico fosse davvero notevole (vedi Mondiale o edizione 2014) il verdetto sarebbe quello della salita. Un conto è appunto lo scatto che non ammette repliche, altra cosa è se lo scatto fa una selezione relativa. Probabilmente alla luce di come è finita e delle energie residue, con l'arrivo in cima sarebbe andata come nel 2012 (nel senso che chi s'è giocato la vittoria ha certamente gestito lo sforzo in funzione del finale, altrimenti avrebbe forzato di più prima), cioè con Gilbert rimontato nel finale da chi ha dimostrato di essere più in palla.

 

Comunque a livello di spettacolo o di ciò che rimane nella storia siamo sempre lì, le grandi imprese sono altro.

A proposito poi di s.t. facciamo un altro esempio, le vittorie che mi restano più impresse di Cancellara sono le poche che non ha ottenuto in perfetta solitudine. In particolare la Roubaix 2013 è stata uno spettacolo, e Cancellara ha dimostrato una serie di doti aggiuntive alla forza pura e semplice, avendo gestito la rimonta rispetto ad avversari in superiorità numerica conservando le forze per la volata contro un avversario abbastanza rognoso.

Per contro ci sono state vittorie solitarie ben più dimenticabili / dimenticate

 

 

In generale comunque sono scettico nei confronti delle visioni assiomatiche tipo questa o, ad esempio, quella per cui avere il novero dei protagonisti in forte equilibrio (o nei GT in pochi secondi) sia garanzia di spettacolo.

 

 

 

E da ultimo ribadiamo che per quanto siano arrivati in 18 con lo stesso tempo, i nomi dei primi non a caso erano quelli dei favoritissimi, quelli che erano sulla bocca di tutti.

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Il punto è uno solo, ma ci stiamo girando intorno. Bisogna capire cosa si vuole dall'Amstel.

 

Se volessimo identificare l'Amstel come classica delle Ardenne pura (sulla linea delle altre due), allora il finale dovrebbe essere sul Cauberg perché ora di fatti è tristissimo vedere gente che dopo il Cauberg si guarda in torno perché non sa cosa fare o fa surplace.

 

Se vogliamo un'Amstel in stile Sanremo, ossia aperta a più soluzioni, allora il finale va bene così com'è, ma deve essere rivisto il resto.

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secondo me invece l'Amstel sta tornando ad avere la sua giusta dimensione, mi spiego: con l'arrivo sul Cauberg s'era effettivamente appiattita sulla dimensione di Liegi e Freccia Vallone, senza però avere né il fascino della Doyenne, nè un muro finale paragonabile per tasso di spettacolarità a quello di Huy. Però richiamava lo stesso tipo di corridori, diventando la prima corsa di un Trittico che ad ogni modo ha nella Liegi il suo totem, di importanza nettamente superiore alle due corse che lo precedono.

 

In questo modo, invece, torna ad aprirsi ai passisti, un po' come è stato fino al 2002, con la differenza che allora l'Amstel arrivava cmq alla fine della primavera. Oggi, invece, essendo ad una sola settimana dalla chiusura della campagna delle pietre, può essere anche una corsa che diventa alla portata di chi è usciti da Fiandre e Roubaix con ancora un po' di birra in corpo, e non è un caso se ieri se l'è giocata Van Avermaet o se in passato, spesso, l'abbia corsa anche Cancellara. E se io fossi l'organizzatore dell'Amstel, tutto sommato, proverei a giocarmela così: una corsa vallonata sì, ma con un finale che non escluda a priori dal pronostico almeno alcuni dei corridori da pavé: chiaramente non sarà mai una corsa per i Boom e i Vanmarcke, ma appunto un Van Avermaet ha dimostrato di potersela giocare, così come potrebbe essere nelle corde del miglior Sagan e senz'altro è alla portata di un Thomas.

 

A riprova di quel che dico - e cioè che l'Amstel negli ultimi anni sia diventata un ibrido tra Fiandre e Ardenne, per caratteristiche - c'è secondo me il fatto che dal 2012 in poi è stata l'unica corsa del Trittico che abbia visto un Gilbert all'altezza: perché a sua volta Gilbert non mi sembra più un corridore capace di fare la differenza sui muri da garage, quanto piuttosto un passista/veloce che sa essere esplosivo su strappi più pedalabili, nei quali serve la potenza più che le doti da arrampicatore puro di un Purito o di un Daniel Martin.

 

Un'Amstel più vicina alla Freccia del Brabante, insomma (non a caso, l'unica altra corsa del periodo che ancora oggi possiamo considerare "gilbertiana") che non ad una Liegi.

 

E l'ultima controprova è che mentre negli anni diciamo dal 2003 al 2010-11 la startlist dell'Amstel coincideva con quella della Liegi, oggi tanti ardennari puri fanno solo Freccia e Liegi, e se partecipano all'Amstel lo fanno soprattutto per testarsi e preparare le due corse successive.

 

 

Se volessimo identificare l'Amstel come classica delle Ardenne pura (sulla linea delle altre due), allora il finale dovrebbe essere sul Cauberg perché ora di fatti è tristissimo vedere gente che dopo il Cauberg si guarda in torno perché non sa cosa fare o fa surplace.

 

poi, a prescindere che una corsa finisca o meno in volata, secondo me vedere "gente che si guarda intorno" non è per niente tristissimo, è anzi una delle cose che più mi piace di questo sport: e cioè che, appunto, oltre alle gambe, conta la testa: conta la capacità di saper prendere la decisione migliore nel tempo minore. E vedere corridori che temporeggiano - capita anche in quelle (purtroppo sempre più rare) tappe di montagna nelle quali si ha selezione già dalla penultima salita, e allora a volte vedi il gruppo che si guarda, in attesa che qualcuno prenda l'iniziativa - fa parte del sale di questo sport, che si risolve spesso in una partita a poker, nella quale io per vincere devo rischiare di perdere, ma devo essere bravo a prendere una decisione un attimo prima che sia troppo tardi per me, e possibilmente però anche facendo in modo che sia già troppo tardi per il mio avversario.

 

qualche esempio: se due corridori fanno surplace in un finale per evitare di lanciare la volata all'avversario, quello secondo me è spettacolo, non è tristezza; se Contador e Merdy buonanima, sui Pirenei al Tour 2010, si disinteressano totalmente della concorreza arrivando al punto di fare surplace in salita, quello secondo me è spettacolo, non è tristezza (tristezza fu però il surplace sul Ventoux l'anno prima, perché in quel caso Contador lo faceva per riportare sotto Armstrong e Merdy lo faceva per riportare sotto Frank, e non per tirare a fregarsi a vicenda). E se Savoldelli, in cima al Colle delle Finestre, anziché lanciarsi a rotta di collo nella discesa si tiene a ruota Ardila e Van Huffel sapendo che gli potrebbero essere utili più avanti, anche quello è spettacolo, non è tristezza. E cito quella tappa per ricollegarmi anche all'altro assioma postulato invece da Emmea, quello secondo cui chi scollina in testa abbia dimostrato d'essere più forte di chi transita in ritardo: concetto che vale solo se l'arrivo è effettivamente in cima, e non 1, 2 o 25 km più in là; perché sarebbe come dire che se una squadra vinceva 1-0 al 90' e poi perde 1-2 nel recupero, deve cmq considerarsi vincitrice morale, o almeno non mi pare che nessuno reputi tale il Bayern della finale di Champions '99

 

 

La differenza è che viene esaltato al massimo il gesto tecnico più notevole, ovvero quello sullo strappo finale

 

e dove sta scritto che lo scatto sullo strappo sia a prescindere un gesto tecnico superiore all'arrivo in volata? vorresti dirmi che lo Zaugg che vince il Lombardia sulla salita dell'Alpino è superiore a Degenkolb che vince la Sanremo, o anche solo allo sprint di Kwiatkowski di ieri? Se a livello di gusti personali preferisci gli arrivi sugli strappi ne hai tutto il diritto - sono, appunto, gusti - ma da lì a dare patenti di tecnicità più o meno notevole, ce ne passa.

 

No perché qui sembra che una volata sia per forza una lotteria, alla stregua di una partita di calcio decisa ai rigori: a parte che anche per tirare un rigore in quelle condizioni, oltre alla componente fortuna, ci vogliono tutta una serie di doti tecniche e caratteriali, ma poi l'esito di una volata non è MAI frutto del caso o della semplice fortuna/sfortuna: a maggior ragione non lo è in fondo ad una classica di 250 km, nei quali le doti di velocità pura passano in secondo piano rispetto alla capacità di tenere, e quindi anche i 25 strappi prima - per quanto non incidano direttamente sulla selezione finale - lo fanno per quel che riguarda le energie rimaste.

 

Tant'è vero, ad es., che Cancellara raramente entra in top 10 nelle volate dei GT (e ci si lancia abbastanza spesso, soprattutto alla Vuelta dove peraltro la concorrenza non è aggueritissima) mentre nel pur facilissimo mondiale di Copenhagen, in volata, se non sbaglio è arrivato quarto, pur giocandosela contro i migliori al mondo. E pure nelle ultime Sanremo finite in volata, s'è sempre piazzato bene, battendo fior di velocisti che in una "volata normale" lo suonerebbero 11 volte su 10.

Modificato da smec-easyjet
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Smec, come ha detto Alluddha è semplicemente triste vedere gente che si guarda intorno. Ed è altrettanto triste che vinca uno che è lì perché davanti non sono andati a tutta.

 

invece a me Gilbert e Matthews sul Cauberg sembravano proprio a tutta, evidentemente però non ne hanno avuto abbastanza per mettere fuorigioco gli inseguitori: e guarda che anche Matthews, sul falsopiano in cima, almeno un cambio a Gilbert l'ha dato; si sono guardati solo quando gli altri, da dietro, avevano già iniziato a rientrare. A me da fastidio questa tua convinzione che abbia vinto uno "che si è ritrovato lì davanti per caso", come se fosse stata una "gentile concessione" di altri che "non sono andati a tutta": se fosse davvero così, polli quelli che si sono fermati!

 

ripeto: la fase di studio c'è stata, ma solo DOPO che si è capito che, da dietro, cmq sarebbero rientrati; Gilbert se l'è giocata come doveva, e cioè attaccando sul Cauberg, ma a differenza dell'anno scorso non gli è riuscito di arrivare fino in fondo. Embé? non ci vedo nessun furto da parte di Kwiatkowski, che se nel finale era lì, era lì grazie alle sue gambe: guarda che se la sono giocata in 18 (e di questi 18, almeno una decina, avevano la spia rossa accesa), mica in 250!

 

e Kwiatkoswki, cmq, era stato il primo a valicare il Cauberg subito dopo la coppia di testa: stai tranquillo che, invece, quelli che sono riusciti a riaccordarsi per ultimi (LORO sì, favoriti dal marcamento tra i -2 km e il finale) poi cmq non hanno avuto le forze per fare la volata, perché il loro bello sforzo l'avevano fatto sul Cauberg e poi per rientrare. Quindi i valori sono emersi lo stesso, e non ci sono stati miracolati: nè ieri all'Amstel, nè d'altra parte alle ultime Sanremo che hanno avuto uno svolgimento simile, e dove non mi stancherò mai di ripetere che hanno vinto signori corridori (Gerrans, Kristoff, Degenkolb), tutti in grado di vincere, successivamente, un'altra classica monumento.

Modificato da smec-easyjet
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A me non pare che si siano guardati intorno, hanno spinto a fondo per fare la differenza, avranno al massimo ripreso un po' fiato dopodiché li hanno presi... ma non è che avessero davanti 20 km di pianura con vento contrario, quindi se avessero avuto vantaggio ed energie avrebbero insistito ovviamente.

E in generale mi pare che manchino come sempre le mezze misure per passare da dire che se una corsa non ha l'arrivo in salita è come la Sanremo (basta guardare i nomi che si sono giocati l'una e l'altra gara).

Togliendo però dal novero dei partecipanti:

- quelli in grado di giocarsela sull'ultimo Cauberg (che sono pochi comunque, io non ritengo che Nibali abbia tale possibilità per esempio)

- quelli che salgono con riserva sperando di rientrare in pianura con sufficienti energie per fare uno sprint (categoria strettamente apparentata, se l'arrivo fosse in cima al Cauberg la loro condotta di gara sarebbe semplicemente traslata di un km)

rimane una categoria enorme di corridori che, indipendentemente dai difetti del percorso, avrebbe tutto l'interesse a provarci negli ultimi 20-30 km, a fare il Pirazzi, come piace dire ai soloni delle tattiche che però puntualmente si lamentano che le corse li fanno dormire.

Questi corridori hanno rubato una domenica al proprio allenamento o al proprio tempo libero, andando sereni verso un epilogo che nemmeno in caso di caduta generale avrebbe potuto vederli a braccia alzate. E il discorso per questi qui varrebbe allo stesso modo se si arrivasse in cima al Cauberg

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A me non pare che si siano guardati intorno, hanno spinto a fondo per fare la differenza, avranno al massimo ripreso un po' fiato dopodiché li hanno presi... ma non è che avessero davanti 20 km di pianura con vento contrario, quindi se avessero avuto vantaggio ed energie avrebbero insistito ovviamente.

 

Un po' si son guardati, ma il culmine fu lo scorso anno.

 

 

poi, a prescindere che una corsa finisca o meno in volata, secondo me vedere "gente che si guarda intorno" non è per niente tristissimo, è anzi una delle cose che più mi piace di questo sport: e cioè che, appunto, oltre alle gambe, conta la testa: conta la capacità di saper prendere la decisione migliore nel tempo minore. E vedere corridori che temporeggiano - capita anche in quelle (purtroppo sempre più rare) tappe di montagna nelle quali si ha selezione già dalla penultima salita, e allora a volte vedi il gruppo che si guarda, in attesa che qualcuno prenda l'iniziativa - fa parte del sale di questo sport, che si risolve spesso in una partita a poker, nella quale io per vincere devo rischiare di perdere, ma devo essere bravo a prendere una decisione un attimo prima che sia troppo tardi per me, e possibilmente però anche facendo in modo che sia già troppo tardi per il mio avversario.

 

qualche esempio: se due corridori fanno surplace in un finale per evitare di lanciare la volata all'avversario, quello secondo me è spettacolo, non è tristezza; se Contador e Merdy buonanima, sui Pirenei al Tour 2010, si disinteressano totalmente della concorreza arrivando al punto di fare surplace in salita, quello secondo me è spettacolo, non è tristezza (tristezza fu però il surplace sul Ventoux l'anno prima, perché in quel caso Contador lo faceva per riportare sotto Armstrong e Merdy lo faceva per riportare sotto Frank, e non per tirare a fregarsi a vicenda). E se Savoldelli, in cima al Colle delle Finestre, anziché lanciarsi a rotta di collo nella discesa si tiene a ruota Ardila e Van Huffel sapendo che gli potrebbero essere utili più avanti, anche quello è spettacolo, non è tristezza. E cito quella tappa per ricollegarmi anche all'altro assioma postulato invece da Emmea, quello secondo cui chi scollina in testa abbia dimostrato d'essere più forte di chi transita in ritardo: concetto che vale solo se l'arrivo è effettivamente in cima, e non 1, 2 o 25 km più in là; perché sarebbe come dire che se una squadra vinceva 1-0 al 90' e poi perde 1-2 nel recupero, deve cmq considerarsi vincitrice morale, o almeno non mi pare che nessuno reputi tale il Bayern della finale di Champions '99

 

Premesso che non capisco il riferimento di Savoldelli (una cosa è aspettare di proposito, una cosa è far surplace). Non mi son divertito nel vedere il "duello" tra Contador è Schleck, né quello tra Contador e Froome, sarò io nostalgico di Pantani.

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