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Storia di una vita sui pedali


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Si chiama BersaSconi, cribbio, oh ragassi :mrgreen:

Ok, scusa/scusate.

 

beato te! io ne avrò 73 ma alla pensione me ne mancheranno 40!

cmq vai Brianza, ti seguo! :wink: (anche se questa storia delle ruote senza attrito un po' mi inquieta)

Se a te ne mancheranno 40, a me ne macheranno 55... però almeno la popolazione sarà molto più longeva! :woohoo:

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Le ruote senza attrito sono dotate di tecnologia LAV (limitatore di attrito volvente).

In pratica ogni ruota è tenuta sotto controllo da una centralina che regola automaticamente ed indipendentemente ogni fattore fisico della ruota che ne limita gli effetti negativi ( attrito volvente della ruota) ma ne migliora stabilità e grip.

Il sistema attualmente è solo shimano. I giapponesi hanno tenuto segreto il procedimento costruttivo e la ricerca. Le menti dei dipendenti vengono infatti settate in modalità LAV all'ingresso degli uffici di ricerca e di produzione e cancellate all'uscita, in modo da non aver fughe di nozioni.

Poi il futuro è futuro e noi ad oggi non siamo in grado di concepirlo....

:D:D:P

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Le ruote senza attrito sono dotate di tecnologia LAV (limitatore di attrito volvente).

In pratica ogni ruota è tenuta sotto controllo da una centralina che regola automaticamente ed indipendentemente ogni fattore fisico della ruota che ne limita gli effetti negativi ( attrito volvente della ruota) ma ne migliora stabilità e grip.

Il sistema attualmente è solo shimano. I giapponesi hanno tenuto segreto il procedimento costruttivo e la ricerca. Le menti dei dipendenti vengono infatti settate in modalità LAV all'ingresso degli uffici di ricerca e di produzione e cancellate all'uscita, in modo da non aver fughe di nozioni.

Poi il futuro è futuro e noi ad oggi non siamo in grado di concepirlo....

:D:D:P

 

"Questa è scienza" (cit)

220px-Antoninozichichi.jpg

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Le ruote senza attrito sono dotate di tecnologia LAV (limitatore di attrito volvente).

In pratica ogni ruota è tenuta sotto controllo da una centralina che regola automaticamente ed indipendentemente ogni fattore fisico della ruota che ne limita gli effetti negativi ( attrito volvente della ruota) ma ne migliora stabilità e grip.

Il sistema attualmente è solo shimano. I giapponesi hanno tenuto segreto il procedimento costruttivo e la ricerca. Le menti dei dipendenti vengono infatti settate in modalità LAV all'ingresso degli uffici di ricerca e di produzione e cancellate all'uscita, in modo da non aver fughe di nozioni.

Poi il futuro è futuro e noi ad oggi non siamo in grado di concepirlo....

:D :D :P

 

cioè, prima la scienza ha fatto di tutto per inventare le ruote senza attrito e poi... quando le ha inventate, ha dovuto escogitare un sistema per ricreare l'attrito artificialmente?

 

vuoi dirmi che nel 2058 la Gelmini è tornata al Miur???? :P

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  • 4 weeks later...

Eccomi tornato dalle ferie...  :banghead:

 

Mettendo in primo piano il mio nuovo ruolo nello staff modding avrò poco tempo per le altre cose, ma cercherò comunque di portare avanti la mia story 2013... 

dunque mettetevi comodi e preparatevi, la storia della vita di Fausto Bartali sta per essere svelata...

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I miei genitori sono appena partiti, abbiamo pranzato tutti assieme e poi sono tornati a casa.

Io resto solo dai nonni, magnifico.

Finito il pranzo vado con nonno Fausto a fare delle commissioni e in auto cominciamo a parlare di ciclismo...

 

Io: nonno finalmente puoi raccontarmi delle tue vittorie... 

N: hahaha, delle mie vittorie... si sono riuscito  a vincere qualche garetta nella mia vita (N.B: ha superato il record di merckx in carriera) ma prima ho dovuto fare tanta gavetta... per vincere bisogna lavorare tanto e soffrire ancora di più... e io ho sofferto e lavorato tanto nella mia carriera...

Io: so che il ciclismo è uno sport durissimo... 

N: non immagini quanto...

Io: ma come hai iniziato nonno? io cominciai a correre nei giovanissimi perchè  volevo emularti... vorrei essere come te un giorno..

N: ragazzo, tu hai la fortuna di avere già i riflettori addosso... sei il nipote di... io invece ho cominciato allenandomi di nascosto, perchè mio padre mi voleva dottore, non ciclista. Ma la mia passione era tanta e con il tempo sono riuscito ad esaudire il mio sogno...

Io: quando hai cominciato a correre?

N: un po' tardi, cominciai da esordiente, a 14 anni, ma vinsi subito qualche gara. L'anno successivo passai allievo e li cominciai a mettermi in mostra, al secondo anno vinsi il mio primo titolo italiano. Poi i risultati rimasero buoni ma non eccelsi. Nei dilettanti all'inizio faticai parecchio, ma dopo i 20 anni esplosi e  nella Palazzago, vinsi ,tra le altre, anche due volte il giro della valle d'aosta e il tour dell'avenir.

Io: E professionista?

N: Nel professionismo italiano nessuna squadra credette in me. Per passare fui costretto ad emigrare. A 22 anni approdai nella Optum Kelly Benefit Strategies, una squadra statunitense. Erano tutti stranieri, tranne due italiani Paride Grillo e Francesco Ginanni, entrambi attorno ai 30 anni, ma alla ricerca di nuovi stimoli.

 

continua...

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...tornati a casa la conversazione ovviamente continua...

io: Nonno racconta, che caratteristiche avevi quando hai cominciato a correre? Io sono un passista, almeno cosi mi dicono... anche se sogno di essere come Estrada.. (N.B: Estrada è il corridore spagnolo più forte in salita e nei grandi giri, vincitore del tour del 2055 e 2057, e principale favorito quest'anno, cioè 2058)

N: già, alto come sei non potrai mai avere il peso degli scalatori, ma se ti impegni puoi andare forte anche in salite non ripidissime. nell'ultimo anno di dilettante che corsi ricordo che il Tour lo vinse Wiggins, un inglese spilungone come te...

Io: Wiggins? non ricordo di aver mai sentito questo nome...

N: infatti faceva parte di un team che poi si ritirò per uno scandalo di doping, lui perse convinzione e non riuscì piu a ripetersi ad alti livelli...

Io: Su dai.. raccontami di te... delle tue di caratteristiche...

Il nonno cominciò a descrivere le sue attitudini di neo professionista molto promettente... rimasi incantato ad ascoltarlo...

 

4dad.png

 

Alla fine mio nonno era davvero molto promettente da giovane, già forte in salita e con margini di crescita notevoli...

Io: Ora raccontami della tua squadra, americana giusto?

N: Si, come ti dicevo fui costretto ad emigrare per entrare nel professionismo, strappai un contratto con la Optum Kelly Benefit Strategies, facevamo parte della seconda divisione di quei tempi, quando ancora il ciclismo era in mano all'UCI... 

La squadra era composta da....

 

3w6z.png

 

continua...

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 nell'ultimo anno di dilettante che corsi ricordo che il Tour lo vinse Wiggins, un inglese spilungone come te...

Io: Wiggins? non ricordo di aver mai sentito questo nome...

N: infatti faceva parte di un team che poi si ritirò per uno scandalo di doping, lui perse convinzione e non riuscì piu a ripetersi ad alti livelli...

Io: Su dai.. raccontami di te... delle tue di caratteristiche...

Il nonno cominciò a descrivere le sue attitudini di neo professionista molto promettente... rimasi incantato ad ascoltarlo...

 

Lol

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...

N: ricordo che il primo anno da professionista partecipai a molte gare delle quali fino ad allora non ne sapevo neppure l'esistenza...

... da dilettante ero già abituato a girare l'italia e anche l'europa... 

ma la nuova esperienza tra i prof mi portò realmente in giro per il mondo... e poi la squadra mi impose lunghi periodi di allenamenti con tutta la squadra negli stati uniti...

anche se spesso sono tornato a correre in italia...

 

(ecco gli obbiettivi della prima stagione:)

 

kibi.png

 

continua...

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N: quell'anno volai negli Stati Uniti per firmare il contratto. Fui accolto da un clima caldo e familiare, cosa che non mi aspettavo assolutamente... Grazie a Ginanni e Grillo mi sentivo a casa... e con tutta la squadra instaurai subito un buon rapporto.

Rimasi negli usa, e gli allenamenti proseguivano senza intoppi, aspettando di esordire nella mia prima corsa da prof.

Ricordo che una sera mi squillò il telefono, risposi, era il mio ds. Mi informava che avrei preso parte alla spedizione per il Tour de San Luis.

Ero eccitato, ricordo che non vedevo l'ora di atterrare in Argentina e di correre la prima tappa...

 

Ricordo ancora come ieri la vigilia, con la presentazione, il clima di festa che si respirava...

e ricordo benissimo i primi attimi prima della partenza, il piede a terra in attesa dello start, circondato da tanti campioni e con le gambe che quasi tremavano...

 

gobh.png

 

Poi partimmo, restai a fatica in gruppo, andavano davvero forte.

Tagliai il traguardo nella parte finale del gruppo, avevo portato qualche borraccia e faticato tanto, ma la gioia una volta tagliato il traguardo della mia prima gara da prof era tantissima....

 

j29n.png

 

continua...

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... la sera in camera ero agitatissimo. Ricordo che dividevo la camera con il capitano di quella volta, Michael Friedman. Mi rassicurò e mi disse: "Hai talento, farai molta strada ne sono sicuro. domani affronteremo una tappa chiave per raggiungere il nostro obbiettivo della top10, dunque ti chiedo di starmi vicino in corsa, e se riuscirai ad arrivare con energie nell'ultima salita che porta al traguardo sarai il mio trampolino di lancio... confido in te.."

 

Ero ancora più emozionato, il giorno seguente avrei corso per il mio capitano, con una responsabilità che mi dava ancora più motivazioni... su una notte insonne...

 

continua...

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  • 1 month later...
  • 2 weeks later...

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