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[PCM 2012 Story] Dal cross alla strada


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La prima tappa è pianeggiante, arrivo in volata scontato. Io tengo i miei in gruppo, anche perché Haedo è tra i favoriti. In fuga vanno Vrecer, Giordani, Poux, Romero e Petrov. Dietro controllo la situazione con Zirbel, che è un ottimo passista. Alla fine, per riprendere la fuga metto davanti un po’ tutta la squadra, con i fratelli Haedo uno dietro l’altro per lo sprint. Per primo parte Mattia Gavazzi, poi viene superato da Chicchi e Pietropolli. I miei due sono dietro, ma Lucas Sebastian trova un varco, riesce ad affiancare Pietropolli e superarlo sul traguardo. A sorpresa, la prima vittoria stagionale arriva grazie al fratello inatteso. Juan Josè solo settimo, mentre Tuft e Phelan hanno chiuso in gruppo, staccati Edmonson e Zirbel.

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Seconda tappa ancora piatta, quindi la strategia non cambia, anche se a questo punto il velocista della squadra è Lucas Sebastian Haedo e non più il fratello. Fuga con Cardoso, Malori, Chiarini e Christensen. I miei controllano insieme ai Coldeportes, che in squadra hanno Leonardo Duque. Anche stavolta la fuga viene ripresa e la vittoria si assegna in volata. Gli Haedo prendono la ruota di Duque, ma il treno Coldeportes fatica. Per primo parte Hinault ma si pianta, viene superato da Pietropolli sul bordo della strada che va a vincere beffando proprio Lucas Sebastian Haedo. Terzo posto per Taborre, fuori dai dieci Juan Josè Haedo.

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Tutti in difesa nella terza tappa con arrivo in salita. Il percorso non è durissimo, ma avendo una squadra formata praticamente da soli passisti non ho nessuna ambizione. Tuft capitano odierno, con Phelan e Edmonson liberi di provare qualcosa. Nei primi chilometri devo comunque tirare il gruppo visto che Haedo è il leader della classifica generale. In fuga cinque uomini (Giordani, Poux, Gutierrez, Urtasun e Busche)

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Sulla seconda salita di giornata (molto dura) qualcuno ci prova, tra cui Danail Petrov e il campione del mondo under 23 Lutsenko. Quattro corridori raggiungono i fuggitivi e si forma un gruppo di nove uomini, ma il gruppo non è lontano. Ai meno dieci in testa rimangono solo i 4 usciti a metà tappa, cioè Lutsenko, Petrov, Galdos e Ista. La Caja Rural gioca di squadra, Galdos si avvantaggia e entra nell’ultimo chilometro in testa. Dietro il gruppo si era scremato, ma non in modo decisivo, con tanti corridori nelle posizioni buone, tra cui Svein Tuft. Dal gruppo esce Van Leijen, che riprende i tre del secondo gruppetto ma non Galdos, che vince da solo. Dietro di lui Danail Petrov e poi Lutsenko, comunque ripresi dal gruppo principale (65 corridori con lo stesso tempo). Migliore dei miei Tuft, trentaquattresimo, poi Joshua Edmonson, quarantatreesimo, LS Haedo chiude in gruppo e rimane in classifica (terzo). Tuft ha 59’’ di ritardo dalla maglia arancione.

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Nella crono ho due corridori molto forti: Tom Zirbel e Svein Tuft. Il primo parte subito visto che in classifica è molto indietro e va subito in testa (abbastanza nettamente). Viene superato da Benat Intxausti e poi da Kessiakoff proprio mentre si mette in moto Tuft, che sembra pedalare davvero bene. Al primo intermedio il campione canadese perde 2’’ ma nel finale va fortissimo e taglia il traguardo con 24’’ di vantaggio su Kessiakoff. L’unico avversario a questo punto è Peter Velits, che passa al primo intermedio in prima posizione con 12’’ su Tuft. Nel finale però lo slovacco perde e arriva al traguardo in seconda posizione. Vittoria per Tuft, secondo successo di tappa nella corsa. Zirbel ottavo. Visto il naufragio dei primi tre della generale Tuft prende anche la maglia.

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La quinta tappa si conclude a Mirador del Sol. Tenere la maglia è praticamente impossibile, ma Tuft proverà a tener duro per rimanere nella top ten. Ci vogliono cinquanta chilometri perché parta la fuga ma alla fine si sganciano Rast, Malori, Urtasun, Taborre, Dockx e Romero. Anche stavolta a metà tappa escono dal gruppo altri corridori, stavolta sono Denifl, Capecchi, Julian Kern e Felline. Questi quattro raggiungono i primi sei e si mettono a tirare, così arrivano ai meno trenta con tre minuti di vantaggio. Dietro io ho due uomini ma collaborano solo Caja Rural e CCC (per Rebellin e Velits, secondo della generale). La situazione però sfugge di mano al gruppo, che ai meno dieci deve recuperare ancora oltre due minuti. Si muovono Pietropolli e Velits, ma Tuft chiude. Nel gruppo davanti rimangono solo Capecchi, Denifl e Kern ed è proprio il tedesco dell’Ag2r a vincere. Primo del gruppo Bart de Clerq con più di un minuto di ritardo. Per i miei giornata decisamente no (il migliore è Edmonson quarantatreesimo) Tuft perde la maglia ma siccome gli unici corridori che al traguardo si sono avvantaggiati sul resto del gruppo erano parecchio indietro in classifica, rimane sul podio, terzo dietro Denifl e Capecchi.

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La sesta tappa ha un arrivo per velocisti ma nella prima parte c’è un gpm di prima categoria che potrebbe lanciare una fuga. L’uomo designato per la fuga è Edmonson, che dopo diversi tentativi riesce a sganciarsi insieme a Poux, Vrecer, Cardoso e Lund. Il gruppo si addormenta e questi cinque arrivano a 13 minuti di vantaggio. In salita però il gruppo si sveglia, tira Gadret e i miei rimangono staccati (a eccezione di LS Haedo). Dopo il gpm devo inseguire e riesco comunque a rientrare abbastanza facilmente con Phelan, Zirbel e Tuft stesso.

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L’inseguimento va a strappi ma il gruppo sembra non avere difficoltà a tenere sotto controllo la situazione, il lavoro maggiore lo fa ancora John Gadret ma a tirare sono solo lui e Elmiger. Quando questi due finiscono le energie la fuga torna a guadagnare secondi e a 30 km dalla fine i minuti di vantaggio sono ancora cinque. L’inseguimento a questo punto riprende grazie agli IAM Cycling, che rischiano di perdere la maglia. A 15 km dalla fine il vantaggio è di circa tre minuti ma cala rapidamente nonostante la strada scenda. A nove dal traguardo un minuto e mezzo. Ai meno sette ci prova Edmonson, se ne va ma viene ripreso dal gruppo ai meno due. La volata è molto lenta perché tutti in gruppo sono stanchi. Vince Pietropolli davanti a Hivert. Terzo Juan Josè Haedo seguito dal fratello. Tuft viene superato al terzo posto proprio da Pietropolli.

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L’ultima tappa è ancora per velocisti, la fuga parte subito e io metto il solito Zirbel in testa al gruppo. Col passare dei chilometri il gruppo si seleziona, ma alla fine si arriva in volata con tutti i velocisti eccetto Gavazzi. Anche stavolta Juan Josè Haedo si sacrifica per il fratello, ma nello sprint si impone a sorpresa Julian Kern dell’Ag2r. Battuti Chicchi e Taborre. Pietropolli è quarto e vince la classifica a punti, LS Haedo quinto. In classifica generale successo di Denifl su Capecchi e Pietropolli, ottimo quarto Tuft.

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Tutte le tappe sono pianeggianti, l’unica insidia è il vento, che già nella prima tira forte. In fuga vanno cinque corridori, non riesco ad inserire nessuno dei miei allora rimango passivo in gruppo, lasciando che tirino Omega Pharma – Quick Step (Cavendish) e GreenEdge (Goss). Nel finale la fuga viene ripresa, preparo la volata con un mini-treno formato da Chainel, Hermans, Phinney e Boivin. La Quick Step comanda il gruppo ai meno tre, Vandewalle e Brammeier lanciano lo sprint ma Cavendish rimane un po’ indietro. Esce dal gruppo Bos, ma nei metri finali viene superato proprio da Cavendish, che ha una marcia in più. Boivin è nono e terzo tra i giovani.

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Nella cronosquadre la Radioshack trascinata da Cancellara batte di 2’’ la Omega Pharma – Quick Step. Sul podio anche la GreenEdge. Io sono settimo con 40’’ di ritardo. Prestazione onesta visto che in squadra ci sono degli atleti poco esperti. Nei prossimi giorni bisognerà provare ad inventarsi qualcosa per recuperare.

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Neanche nella terza tappa riesco a mettere un corridore nella fuga perché i tentativi di Didier e Stuyven non vanno. Così aspetto i chilometri finali per entrare in azione con gli uomini veloci. Le solite squadre tirano il gruppo per riprendere i fuggitivi. Il punto di riferimento è Cavendish, che indossa la maglia di leader della generale. L’andatura è decisamente più elevata rispetto alla prima volata e i miei soffrono terribilmente la cosa. Ai meno tre sono molto indietro e in pratica non riescono neanche a disputare la volata. La vittoria va al solito Cavendish, Boivin è ventinovesimo. Prestazione molto deludente per i miei corridori, anche perché Williams, Didier e Stuyven arrivano staccatissimi al traguardo.

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Nella quarta tappa bisognerà ancora stringere i denti, perché gli avversari sembrano andare fortissimo. Stavolta riesco ad inserire Alex Dowsett nella fuga insieme ad altri 5 uomini. Quello dietro Dowsett nella foto è il campione moldavo Pliuschin della Iam Cycling.

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Il gruppo recupera lentamente e non ha alcun problema a riprendere i 6 fuggitivi, che hanno avuto un vantaggio massimo di 5 minuti. Nel finale il passo è piuttosto spedito, ma stavolta Ben Hermans riesce a pilotare perfettamente i miei velocisti, tanto che ai meno tre in testa ci sono 4 dei miei. Chianel parte presto e si pianta quasi subito, Phinney viene frenato da una sbandata di Nizzolo, così i miei sono fuori dalla lotta per le posizioni buone. Vince Matthew Goss su Nizzolo e Thomas. Boivin è solo nono, ma negli ultimi metri è andato molto bene. In classifica siamo ancora lontanissimi, perché il primo dei miei è proprio Boivin, quarantasettesimo.

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Nella quinta tappa il vento è forte e laterale, ma non tale da spezzare il gruppo nei momenti chiave, allora me ne resto tranquillo in attesa della volata finale. Come nella terza tappa, però, l’andatura si rivela troppo elevata per i miei, che nel finale non riescono a rimanere nelle posizioni buone. La tappa va a Matthew Goss, il migliore dei miei è Phinney, trentaseiesimo.

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Nell’ultima tappa devo provare a salvare il bilancio, ma la cosa non è semplice visto che il percorso non permette grandi invenzioni. Vanno in fuga in 10, tra cui Laurent Didier. Il gruppo non gradisce molto e insegue ma alla fine si deve arrendere, così la fuga prende il largo. I dieci prendono un buon vantaggio in una tappa cortissima e alla fine il gruppo deve faticare per riprenderli. La Quick Step spende tutti i suoi uomini per annullare la fuga, così Cavendish rimane solo nel finale. Il treno della Lotto per Meersman è il migliore, sulla ruota del belga ci sono Impey, Phinney e Boivin. Boivin parte presto e si pianta, meglio fa Phinney, che comunque non ha possibilità contro i velocisti più forti. Theo Bos vince la tappa superando Nizzolo sulla linea, Phinney è undicesimo.

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Beh sì speriamo xD Era difficile fare bene, però qualcosa di meglio si poteva...Phinney comunque non è un velocista, Boivin è molto lontano dai migliori come valori (74 in volata) però sono giovani. Nella prima stagione penso che succederà spesso di fare prestazioni così, i risultati dovranno arrivare da Gesink, De Gendt e Haedo

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La prima tappa è adatta ai velocisti, così punto forte su Haedo, ma intanto metto un uomo in fuga: Ryan Roth (Nella foto è con il campione americano Duggan)

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La tappa procede abbastanza tranquillamente, Roth conquista qualche punto nei traguardi volanti ma viene ripreso insieme agli altri fuggitivi prima dei venti chilometri finali. Una salita nel finale mette un po’ in difficoltà Haedo, che però ha tutto lo spazio per recuperare le posizioni buone in discesa. L’argentino prende la ruota di Petacchi visto che è la Lampre a comandare le operazioni, ma la volata la fa Roberto Ferrari, che va a vincere nettamente. Dietro di lui si piazza proprio Petacchi mentre Haedo è sesto. Quindicesimo posto per Joshua Edmonson, con gli altri tutti in gruppo. Inizio incoraggiante, perché negli ultimi metri Haedo è stato velocissimo, il problema è che è partito da lontano visto che ha dovuto recuperare dopo essersi sfilato in salita.

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Per la seconda tappa si arriva a Martigues, ancora un traguardo per velocisti. Vanno in fuga Tulik, Bodnar, Mederel, Denis e Ludvigsson, io lavoro dietro con Roth e Roe per tenerli a portata di mano. Nel finale il treno della Garmin prende in mano la situazione, Haedo si mette proprio a ruota di Farrar e dietro di lui ci sono Ferrari e Radochla. Hunter lancia Farrar, ma da dietro spunta Anthony Ravard che va a vincere davanti allo stesso Farrar e a Cimolai. Quarto Haedo, nonostante a un chilometro e mezzo dalla fine avesse dovuto smettere di pedalare a causa di un uomo del treno Garmin che si era rialzato.

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La terza tappa è ancora piatta e breve. Vanno in fuga sette uomini, i miei non riescono ad entrare. Comunque l’Ag2r insegue in maniera decisa da subito. Il finale è abbastanza mosso con due gpm (uno di prima categoria)e il gruppo si seleziona, ma i miei, almeno i capitani, rimangono bene nelle prime posizioni, specialmente Juan Josè Haedo, che con l’avvicinarsi del traguardo prende la ruota di Ravard. Nella pancia del gruppo c’è una caduta in cui rimangono coinvolti circa trenta corridori, che perdono contatto. La volata viene lanciata da Hunter. Dalla sua ruota escono prima Farrar e poi Ravard, ma si piantano, così Roberto Ferrari ha gioco facile per vincere un’altra tappa. Dietro di lui il polacco Kiendys, poi Petacchi. Solo nono Haedo. De Gendt sedicesimo, bravo a stare sempre davanti.

L’ultima tappa arriva sul Mont Faron e naturalmente il più atteso è De Gendt. Voglio giocarmi tutte le carte nel finale, così non mando nessuno in fuga. Duggan e Sarmiento dovranno restare accanto a De Gendt il più possibile. Nella prima parte della tappa c’è una discreta selezione, tanto che all’inizio della salita in gruppo ci sono solo ottanta corridori. Il primo attacco è di Serpa, lo raggiungono Visconti e De Clerq. L’Ag2r fa l’andatura in gruppo, De Gendt soffre. I tre se ne vanno, dal gruppo escono anche Machado e Hivert, gli altri non hanno la forza di reagire. De Clerq vince in volata su Visconti e Serpa, poi arrivano, staccati, Machado e Hivert. In gruppo il migliore è Intxausti, De Gendt solamente nono. La classifica generale va a Visconti, De Gendt è quattordicesimo.

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