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[PCM 2010] Angeli e demoni


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Orco can Siori il Maestro!

Dave, sempre il migliore pochi cavoli, uno stile pulito e intrigante ma che soprattutto ti fa venir voglia di legger di più....

Mi sa che la quarta stella si avvicina :wink:

Ha ragione bubba, qui stai superando il maestro Leo;)

Chapeaux!

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mtico turkone ben tornato, grazie dei complimenti, fanno sempre piacere detti da te...

Ritorno tra le tenebre

tenebre.png

Tenerife, Spagna.

Le due mountain bike scesero rapide dal Teide, vulcano dell'isola di Tenerife, a guidarle due atleti dal fisico tirato come non mai, nonostante si notasse da subito non fossero giovanissimi.

L'isola in quel periodo pullulava di ciclisti, sia su strada che offroad. D'un tratto un corridore in bici da corsa, lungo il suo tragitto, in direzione opposta a quella dei due bikers, incontrandoli, si fermò sul ciglio della strada, sotto un sole bollente.

I tre si riconobbero immediatamente, il ragazzo in bici da corsa abbracciò i due amici affettuosamente, dopo di che cominciarono a parlare poco distanti dalla strada principale...

"Hola Roberto...Francisco...como estas?" domandò l'ex professionista su strada della Fuerteventura-Canarias Team: IKER LEONET IZA.

"Bien Iker!" Risposero i due.

Successivamente cominciarono a parlare e...(Traduzione)

"E così sei ancora in sella in cerca di un contratto?"

"Già...ho una proposta per voi, vedo che vi divertite in mtb però..."

"Alla grande, abbiamo cominciato a fare qualche gara ed è un mondo fantastico."

"Sarò diretto, la Fuerteventura sta rinascendo, qualche corridore ricomincerà a correre, altri ne arriveranno da paesi lontani, non sappiamo ancora chi ci dirigerà, sappiamo però che ci sarà un giovane spagnolo che sarà una delle stelle di questa squadra, un tale Casero mi dissero..."

"Mai sentito..."

"Nemmeno io...ma da voci non ne parlano un gran che...a voi non..."

"Fermo Iker, so già cosa vuoi dire..." rispose Roberto "...dopo l'Operacion Puerto mi ero ripromesso di smettere con il ciclismo su strada, Francisco è stato solo sfiorato dall'inchiesta, ma io ho perso credibilità, nessuno mi rivorrà!"

"Si tratta soltanto di correre un anno, due al massimo per te Roberto...mostreremo a tutti che sei cambiato, la tua gente ancora ti ama, faremo una campagna contro il doping se possibile..."

Francisco accettò subito la proposta, mentre Roberto rimase un attimo in disparte a pensare.

Qualche kilometro dopo si avvicinò a Iker Leonet e gli disse di aver accettato la proposta...

"Ritornerò alle corse, soltanto per insegnare ai giovani che barando non vale...e per mettere in riga questo Casero!"

La strada forse non aveva più bisogno di loro, ma loro della strada si, eccome:

FRANCISCO MANCEBO & ROBERTO HERAS decisero di ritornare al professionismo, stavolta nella scomoda veste di angeli, dopo essere stati a lungo diavoli...

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lo vedrete! :mrgreen:

Il basco misterioso

bascopicasso.jpg

Paesi Baschi

Seduto con le mani poggiate lungo le cosce protette da una coperta alquanto corta; il basco sulla quarantina passata guardava tutta la cittadella dalla collina, lasciandosi rinfrescare dalla brezza piacevolmente fresca, scagliata su di un viso scalfito dalle tante battaglie, spesso perdute. Era brizzolato ormai completamente, dopo che aveva mostrato i primi segni di grigitudine già nel vigore dei propri anni; mentre il fisico era rimasto pressochè invariato, sempre magrissimo e assai poco muscoloso.

Il basco era stato uno scalatore purissimo, tanto forte in salita quanto disastroso a cronometro, proprio come un tempo era solito accadere ai grandi grimpeur e che, ora, nel ciclismo moderno di superuomini, è rarissimo da vedersi.

L'uomo si alzò, dopo che il campanello era suonato a destare la sua quiete, girò così l'angolo della sua casa sulla collina, fatta di pietre e mattoni bianchi, avvolta da decine di diverse tipologie floreali, oltre che da una maestosa edera ormai giunta all'altezza del tetto in legno.

Sulla porta il figlio solo diciannovenne Gorka Andrès, simile al padre fisicamente, ma differente di carattere. Anche lui corre, Gorka, lo fa nella categoria under 23, è ritenuto una promessa del ciclismo spagnolo e basco soprattutto, sogna di correre nei professionisti, magari con la maglia della Euskadi.

Gorka, giunto in giardino, si mise a parlare con il padre, quando notò un suo scritto, nascosto sotto il vassoio d'acciaio contenente un grosso bicchiere di acqua e zucchero...

"Papà cos'è?"

"Lascialo..." gli intimò, inascoltato, il padre.

"Mi chiamo ... ...

Non so dove trovo il coraggio per scrivere queste parole, chi lo sa...

Sono stato un corridore di medio livello, non certo un vincente, nella mia carriera professionistica ho sempre vestito un'unica maglia, quella della gloriosa Euskadi, la squadra della mia amata Baskonia. Da ciclista ho conquistato soltanto poche vittorie, anche se ho vinto tappe alla Vuelta Espana. La più bella, però, avvenne al Tour, ancora ho i brividi a pensarci, magari un giorno metterò su carta anche le sensazioni che provai quel giorno...

Ho un figlio che forse diventerà qualcuno e che spero vivamente non si bruci, io non l'ho mai fatto...ho rinunciato a diventare un "superuomo" nonostante avessi talento, mi sono accontentato si, l'ho fatto e son stato un modesto. Eppure pur vincendo poco sono stato un corridore amato dalla gente, che sempre mi ha incitato e voluto bene; sarà stata per la mia tattica di gara sempre sbilanciata, sempre all'attacco...

Quest'oggi un mio conterraneo, il giovane Iker Leonet Iza è giunto a casa, mi ha proposto di lanciare un messaggio di distensione al Paese, affinchè i Baschi e gli Spagnoli capiscano che convivere sia quanto di meglio ci sia. Non lo so...fosse un messaggio televisivo da lasciare lo farei senza indugi, ma tornare alle corse, per di più al fianco di chi da sporco mi batteva, mi rende nervoso. Già...un anno di gare, massimo due e poi una carriera da direttore sportivo e la promessa del passaggio tra i pro........"

paesibaschi.jpg

Il padre tolse di mano il foglio al figlio Gorka, proprio un'istante prima che il ragazzo leggesse l'ultima parte di lettera, in cui si diceva che Gorka sarebbe passato professionista con lui, dapprima al fianco e poi in ammiraglia.

Sapeva quanto lo avrebbe voluto Gorka, per questo rimase ancora un pò seduto ad ammirare il tramonto ed a pensare...solo con sè stesso, con i suoi spettri, ma anche con le sue angeliche visioni di tornare a correre Tour o Vuelta Espana.

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