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E' Morto Candido Cannavò..


BubbaDJ

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  • Amministratori

Candido Cannavò è morto

Direttore ci manchi già

È morto Candido Cannavò, lo storico direttore della Gazzetta, oggi editorialista, aveva 78 anni. Ha guidato il nostro giornale dal 1983 al 2002. Oggi un minuto di silenzio sui campi

Candido Cannavò ha diretto la Gazzetta per 19 anni.

MILANO, 22 febbraio 2009 - Candido Cannavò è morto. Se n'è andato questa mattina alle 8.48 alla clinica Santa Rita di Milano dove era stato ricoverato giovedì scorso a seguito di una emorragia cerebrale devastante che lo aveva colto proprio mentre era nella sede della Gazzetta, in via Solferino a Milano. Aveva 78 anni e al suo capezzale in queste ultime disperate ore, ha avuto la moglie Franca e i tre figli Alessandro, Marilisa e Marco, ma fuori da quella camera d'ospedale in realtà centinaia di migliaia di suoi lettori facevano il tifo per lui, come testimoniato dai tanti messaggi pervenuti sulle pagine di questo sito. Per commemorarlo oggi si fermerà per un minuto tutto lo sport italiano.

L'AVVOCATO - Candido Cannavò (Catania il 29 novembre 1930) è un giornalista italiano. Ogni sua biografia inizia così. Ma definirlo soltanto "giornalista" è riduttivo. E' sufficiente citare l'Avvocato Giovanni Agnelli per raccontarlo: "Candido Cannavo decise di fare il giornalista, abbandonando un destino che lo voleva medico. Non sapremo mai ciò che ha perduto la medicina, ma sappiamo quanto ci ha guadagnato lo sport, e noi con lui". Anche se Cannavò aveva dichiarato che "Il mio approccio allo sport è tuttora una sorta di mistero che mi porto dentro".

LA SICILIA - Che incredibile storia quella del "Direttore", che iniziò la sua carriera all'età di 19 anni alla Sicilia, dove scriveva di sport, società e costume. Nel 1955 esordì come corrispondente della Gazzetta e il nome e il volto divennero ben presto familiari. Cannavò inviato speciale, testimone del tempo: Mondiali di calcio, 9 Olimpiadi, un incredibile numero di Giri d'Italia. "Ho collaborato per anni alla Gazzetta - raccontava -. conoscevo praticamente tutti, ci si vedeva spesso, insomma, mi sono trovato a casa". Ecco, il concetto di "casa" è stato tutto sommato il leit-motiv dell'era Cannavò.

APPLAUSI - Alla Sicilia era caporedattore dal 1975. Impeccabile professionista, fu chiamato nel 1981 dalla Gazzetta che lo volle vicedirettore, poi condirettore, fino a succedere il 12 marzo 1983 a Gino Palumbo come direttore responsabile della "Rosea". La realizzazione di un sogno, tra l'altro accolto dalla redazione con applausi a scena aperta.

19 ANNI - È rimasto in carica 19 anni, fino al 12 marzo 2002, quando è stato sostituito da Pietro Calabrese. Strano il destino: esattamente diciannove anni dopo quegli applausi scroscianti. Un vero record. Quando Cannavò prese in mano il timone, La Gazzetta dello Sport era già un fenomeno sociale che si consolidò come maggiore giornale italiano. Il 13 marzo di quell'anno tornò regolarmente al lavoro, perché di andarsene in pensione non ne aveva voglia. Divenne così l'opinionista per eccellenza con le rubriche Candidamente e Fatemi capire. Continuò a seguire il Giro d'Italia e non si perse un'Olimpiade: pane quotidiano. Correndo da una tappa all'altra, ritirando premi e riconoscimenti in tutta Italia. Sempre di corsa. Da vero mastino della notizia. Fantasia fervida: nitida. Sempre al lavoro. Per scrivere Una vita in rosa, Libertà dietro le sbarre, E li chiamano disabili, Pretacci. Storie di uomini che portano il Vangelo sul marciapiede, a sottolineare che oltre allo sport esistono problemi quotidiani che graffiano il cuore. Come sottolineato nel suo ultimo appuntamento con Fatemi capire del 19 febbraio, in cui, trattando il dramma di Marassi ha scritto: "...Ora preghiamo il Cielo perché quel tifoso si salvi".

gasport

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Posso essere sincero? Mi dispiace per la persona, per il giornalista non provo assolutamente niente. Come giornalista non mi è mai piaciuto particolarmente. Dopo la vicenda Pantani, poi, Cannavò ha perso quella poca considerazione che mi era rimasta di lui.

Non vorrei sembrare cinico, ma nemmeno falso. Se devo essere buonista con chi muore perché è convenzione fare così è un altro discorso, ma non credo che la morte debba di per sé riabilitare.

Ripeto, mi dispiace per l'uomo, non credo che sentirò la mancanza del giornalista.

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Posso essere sincero? Mi dispiace per la persona, per il giornalista non provo assolutamente niente. Come giornalista non mi è mai piaciuto particolarmente. Dopo la vicenda Pantani, poi, Cannavò ha perso quella poca considerazione che mi era rimasta di lui.

Non vorrei sembrare cinico, ma nemmeno falso. Se devo essere buonista con chi muore perché è convenzione fare così è un altro discorso, ma non credo che la morte debba di per sé riabilitare.

Ripeto, mi dispiace per l'uomo, non credo che sentirò la mancanza del giornalista.

Perfettamente d'accordo. Mi accingevo al topic con l'idea di scrivere, press'a poco, la stessa cosa. Mi hai anticipato :wink: .

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Posso essere sincero? Mi dispiace per la persona, per il giornalista non provo assolutamente niente. Come giornalista non mi è mai piaciuto particolarmente. Dopo la vicenda Pantani, poi, Cannavò ha perso quella poca considerazione che mi era rimasta di lui.

Non vorrei sembrare cinico, ma nemmeno falso. Se devo essere buonista con chi muore perché è convenzione fare così è un altro discorso, ma non credo che la morte debba di per sé riabilitare.

Ripeto, mi dispiace per l'uomo, non credo che sentirò la mancanza del giornalista.

anche io la penso più o meno così...addio candido

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Personalmente Mi spiace tanto per la Persona Cannavò...ma in me rimangono anche le parole scritte dopo Madonna di Campiglio nel lontano '99;parole di una persona delusa che cmq ha insinuato cose non vere scritte su un giornale che hanno letto milioni e milioni di persone contribuendo a demonizzare la figura di Marco Pantani che già usciva malissimo da quell'episodio ancor oggi avvolto nel mistero.

Non mi aspettavo quelle parole, quei pensieri...Lui che era stato a colloquio con Marco propio la sera prima di essere buttato fuori dal giro.

Non sono ipocrita, l'ho biasimato sempre e nonostante fosse un giornalista serio e professionale, verso di lui ho "nutrito"rancore.

Cmq il giornalismo perde un interprete importante...ADDIO CANDIDO!

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  • Amministratori

sono d'accordo con voi, anche io per le dure parole verso Marco, per quello che è stato detto e scritto ho provato tanto odio verso Cannavò, ma non riesco a non essere dispiaciuto verso un uomo, che, a parte questa macchia, è stato l'ultimo redattore serio della Gazzetta, che oggi assomiglia più a un giornale scandalistico che a un giornale sportivo.

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Mi dispiace per la persona ma come giornalista, soprattutto dopo quel '99, tutti gli scritti contro Pantani che fino a qualche giorno prima era il miglior scalatore del mondo e poi un ultradopato (come se gli altri in quegli anni, vedi Ullrich, vedi Armstrong, fossero tutti angeli) ha perso parecchio credito... cmq R.I.P.

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